Il frutto della stagione nuda – una poesia di piccolarondine

Riecco dopo lungo tempo un pezzo scritto da un altro (un’altra, in verita’) blogger: piccolarondine, sul suo omonimo blog piccolarondine 🙂


 

Il frutto della stagione nuda
By:
piccolarondine
Blog:
piccolarondine

Il mio sfiorire lento

è come l’albero

perde le sue foglie

ma scorre linfa dentro.

Anche dai rami spogli

il passero cinguetta.

E’ d’Essenza il frutto

della stagione nuda.

Rondine

 

 


Commento di Wolfghost: personalmente ho trovato questa poesia di grande impatto 🙂 Avevo appena commentato un post sul tempo che scorre inesorabile in un post di Azalearossa (azalearossa1958.splinder.com/post/21951928#comment), scrivendo come l’alternativa all’alternarsi delle stagioni della nostra vita, ovvero all’invecchiare perdendo la giovinezza, sia… ben peggiore dell’invecchiamento stesso: la morte prematura. Senza saperlo, come ricordatomi da Azalea, stavo citando Maurice Chevalier: “La vecchiaia non è così male, se considerate l’alternativa.” 🙂
Recentemente ho avuto a che fare, di nuovo dopo tempo, con persone anziane, intorno ai 90 anni, e… le ho trovate sveglie, simpatiche… letteralmente da pensare “Ci arrivassi io cosi’!” 😛 Certo, forse il ricordo dei miei genitori, l’identificazione con essi, ha aggiunto qualcosa in piu’, ma… non troppo 😉
Credo che quanto sto scrivendo sia un qualcosa frutto dell’eta’, delle esperienze, delle perdite subite, delle paure passate… Della, in buona sostanza, presa di coscienza che non vivremo per sempre. Una presa di coscienza vera, colta col cuore, con l’anima, non razionalmente appresa. C’e’ differenza, e molta. Credo che molti tra di voi capiscano… altri invece saranno convinti di capire, ma forse dovra’ passare ancora tempo (ed e’ bene per loro) prima che tale consapevolezza giunga nel loro cuore.
Credo che, per chi ha la fortuna di viverle tutte, ogni stagione della vita abbia un suo particolare fascino, fatto di caratteristiche diverse e che non possono essere anticipate o posticipate.
Chi e’ giovane pensa e fa cose che gli anziani non pensano e non fanno, non nella stessa maniera almeno; ma anche chi e’ anziano puo’ godersi cose della vita di cui i giovani, presi dalla loro frenetica quotidianita’ (e lo e’ sempre, se paragonata a quella di una persona anziana), non godono o non sanno ancora godere.
In mezzo, tutte le altre stagioni, tutte le sfumature e i passaggi.
C’e’ sempre da imparare da spontaneita’ e saggezza, indipendentemente dall’eta’ nostra e del nostro interlocutore… se sappiamo e vogliamo ascoltare. C’e’ un modo diverso, eppure ugualmente pieno, di guardare alla vita. C’e’ o ci puo’ essere almeno. Poi esiste il giovane che puo’ essere incapace di godere della propria gioventu’ e l’anziano troppo preso dal passato per riuscire a riscoprire e apprezzare del suo presente.
Ma questo non cambia la sostanza di “cio’ che puo’ e dovrebbe essere”.
Ecco, io credo che questo e molto di piu’, Rondine sia riuscita a dirlo in una poesia di poche righe 🙂

Il frutto della stagione nuda

Nelle mani del destino – Il potere della convinzione – la morte.

– Nelle mani del destino –

 

Testa o croceUn grande guerriero giapponese che si chiamava Nobunaga decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse numericamente soltanto un decimo di quello avversario. Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi.
Durante la marcia si fermò a fin tempio shintoista e disse ai suoi uomini: “Dopo aver visitato il tempio butterò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino”.
Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Uscì e gettò una moneta. Venne testa. I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà.
“Nessuno può cambiare il destino” disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia.
“No davvero” disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutt’e due le facce.

Non possiamo cambiare certi aspetti del destino, ma, per quanto riguarda le nostre scelte e il nostro impegno, tutto dipende da noi. È vero che i condizionamenti ci sono stati per lo più instillati dagli altri, ma è anche vero che, da un certo punto in avanti, da quando cioé ne diventiamo consapevoli, saremo noi a decidere come affrontarli, se accettarli o liberarcene. In meditazione si fa affidamento sulla propria forza interiore (jiriki). È ad essa che si fa appello per risolvere i problemi.



Commento di Wolfghost: volevo continuare il tema trattato negli ultimi post. Una osservazione che mi viene spesso posta (stavolta da Capehorn), è che non sempre possiamo costruire il nostro futuro come vorremmo che fosse: a volte le circostanze si frappongono – anche pesantemente – tra noi e l’obiettivo, apparentemente portandoci ineluttabilmente a mancarlo.

Nella storia raccontata, l’esercito di Nobunaga avrebbe anche potuto perdere la battaglia ma certamente, grazie al potere della convinzione nelle proprie possibilità che Nobunaga – in questo caso grazie ad un artificio che ricorda la famosa favola del sasso magico che ci raccontavano da bambini – diede loro, esso attinse al massimo della propria forza e con ciò si diede il massimo delle probabilità di riuscire a vincere. E non è cosa da poco, pur se la certezza non è di questo mondo (su questo argomento tra l’altro scrissi anche uno dei primi post su Splinder, eccolo qua: Il potere della convinzione).

Di più: anche se avessero perso, la qualità della risposta alla sconfitta avrebbe determinato l’esito delle sorti dell’intera guerra o, almeno, l’attitudine mentale ad accettare la sconfitta serenamente, anziché macerarsi sull’esito della stessa, cosa che avrebbe avuto ripercussioni sulla loro vita futura, immediata o lontana che fosse.

Qual è la differenza tra una squadra che vince un campionato ed una che arriva seconda? Spesso non risiede nel fatto di non perdere mai, cosa che capita molto raramente, ma piuttosto in quello di recuperare fiducia il prima possibile dopo la sconfitta stessa. La squadra che riesce, torna presto al successo; quella che non lo fa, ci mette più tempo e il divario di punti potrebbe divenire incolmabile.

Ma prendiamo l’esempio più estremo: la vicinanza della morte. Apparentemente tutto è perso, non c’è più futuro, salvo quello più immediato. Eppure la qualità degli ultimi tempi è molto importante: ho visto persone spegnersi serenamente, altre essere tormentate dall’angoscia, e non vi nascondo che l’impatto su di me è stato profondo in entrambi i casi. Ricordo il resoconto di psicologi che aiutano persone ormai in fase terminale ad affrontare quello che chiamiamo “ultimo viaggio”. Essi dicevano che alcune di queste persone riuscivano a trovare una serenità tale da… imparare perfino in quell’ultimo periodo della loro vita e insegnarlo – di conseguenza – a chi era loro vicino.
So che potrebbe apparire una magra consolazione, ma ricordiamoci che la morte è l’unica cosa (assieme alla nascita, altrimenti non saremmo qua a discuterne) che prima o poi tocca tutti e della quale presto o tardi dovremo prendere coscienza e non potremo più fingere che non ci riguardi.
Le grandi religioni del mondo, ma anche ogni corrente spirituale che si rispetti, hanno tradizioni e studi che accompagnano la persona che sta morendo all’atto finale. Certo, molte lo fanno, almeno in apparenza, con la promessa di ottenere in questo modo il passaggio verso una dimensione più elevata, ma in ogni caso la serenità con la quale chi si affida ad esse affronta la morte è qualcosa di assolutamente impagabile, e oserei dire, una delle lezioni più importanti della vita stessa. Forse perfino la più importante, altro che “magra consolazione”. Quello che fanno quegli psicologi è una sorta di “spiritualità agnostica”, o perfino atea, non importa, perché il loro aiuto è indipendente dall’esistenza dell’aldilà.

Ecco perché sono sempre più convinto che la nostra risposta agli eventi che il caso pone lungo il nostro cammino, fa sempre la differenza, perfino quando tutto sembra perso.

mano luce

Decisionismo – di Ralph Marston

Non è mai successo che riportassi per due post di seguito uno scritto di uno stesso autore, ma diversi scambi nei commenti al post precedente ne hanno “reclamato” l’anticipazione così da chiudere il cerchio 🙂

Io aggiungo solo che, anche se è giustissimo prendersi il tempo di valutare pro’ e contro, poi una decisione e un’azione conseguente vanno prese, pena l’inerzia e l’immobilismo. E come ormai ho ben imparato, facendo mie le parole che una blogger lasciò sul mio blog tanto tempo fa, l’immobilismo diventa colpevolezza.
Coelho, in un altro scritto, sostiene che chi per paura di sbagliare temporeggia troppo, finisce poi per compiere quasi sempre una scelta sbagliata. E se consideriamo anche il non-scegliere come una scelta, sono completamente d’accordo.

Meglio decidere e correre il rischio di sbagliare, che non farlo e rimanere per sempre nelle sabbie mobili di una vita piatta ed infelice, la classica “vita di quieta disperazione”.

Ed ora le parole del buon Marston 🙂

 



DECISIONISMO
Se tu potessi rivivere la tua vita sarebbe facile evitare gli errori. Potresti semplicemente guardare indietro ai tuoi errori, vederli avanzare in modo chiaro e indubitabile e muoverti in un’altra direzione.
Nel mondo reale, dove il tempo si muove solo in avanti, evitare gli errori non e’ invece cosi’ facile da fare. Perche’ il solo modo di evitare completamente gli errori e’ di evitare completamente di entrare in azione.
Ma quello, naturalmente, sarebbe il piu’ grave errore di tutti. Perche’ sebbene tu riusciresti cosi’ a non compiere mai degli errori, non riusciresti parimenti ad avanzare, e non riusciresti cosi’ a fare nulla.
Per poter riuscire a compiere qualcosa, devi accettare il fatto che stai per commettere alcuni errori. Naturalmente non partiresti mai con l’idea intenzionale di commetterne ed e’ saggio prendere tutte le misure possibili per evitare di compierne.
Abbi quindi il coraggio di guardare avanti e di procedere, di prendere decisioni definitive, di compiere azioni specifiche, anche se qualcuna di queste si rivelera’ poi un errore. Quando gli errori arriveranno, lo stesso decisionismo ti consentira’ di lasciarteli rapidamente alle spalle.
Ralph Marston

salto gatto

Cavalcare le sfide – tratto da un saggio di Ralph Marston

Ho già pubblicato in passato scritti di Ralph Marston, generalmente tradotti e adattati dall’amico Rodolfo di Maggio (che adesso non sento da parecchio in verità). Stasera vi voglio proporre questo, a me piace molto, trovo che possa essere applicato ad ogni campo della vita…

Ah! Quello in foto è il mio Julius! 😀

 


 


Julius finestra
CAVALCARE LE SFIDE
(adattato da un saggio di Ralph Marston)


La vita spesso ti presenta delle sfide difficili e, nel farlo, ti pone di fronte a delle scelte. Puoi scegliere di accettare le sfide, per difficili e complesse che possano essere, o puoi scegliere di evitarle, allontanandotene.
Se ti allontani dalle sfide, cerchi di nasconderti da loro, o se le ignori, queste non fanno che crescere in difficolta’ e complessita’. Se davvero stai cercando la strada piu’ facile per uscirne, la cosa piu’ semplice da fare e’ di affrontare le sfide il piu’ presto possibile.
Sebbene il coraggio all’inizio sembri la scelta piu’ difficile e impegnativa, a lungo termine e’ la scelta piu’ facile da seguire. Avere il coraggio di guardare con onesta’ alle sfide e di affrontarle ora, quando sono ancora gestibili, ti risparmiera’ dall’esserne sopraffatto nel futuro. Fare cio’ che e’ necessario fare quando serve che sia fatto puo’ certamente essere compito difficile e sgradevole. Mancare di farlo, comunque, sara’ mille volte peggio. Quando fronteggi le sfide subito, le puoi affrontare sul tuo terreno di gioco, alle condizioni da te scelte. Se le postponi a piu’ tardi, ogni giorno di ritardo limitera’ le tue opzioni ed indebolira’ la tua posizione.
Il coraggio di prendere ora l’iniziativa non e’ in realta’ che niente piu’ del buonsenso ordinario, illuminato da una prospettiva straordinaria. Elevati sopra il momento attuale, guarda la situazione a lungo termine, e troverai il coraggio di affrontare le sfide piu’ impegnative.



Il procrastinare è una delle malattie
più comuni e più mortali
e il suo effetto nefasto sul successo
e sulla felicità è molto grande.

(Wayne W.Dyer)

 

Un giorno la paura bussò alla porta,
il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.

(King Martin Luther)

Julius tiragraffi

S.O.S ANIMALI: PULCINI MASCHI TRITURATI VIVI!!!!!!!!!!!!!

(dal blog dell’amica mylandscape: mylandscape.splinder.com/)

Cari amici di Landscape, purtroppo è con questa bruttissima notizia vista ieri sul TG1 che devo aprire il mio blog al ritorno delle vacanze, e dirvi che mentre vedevo quel servizio piangevo è dir poco! Inanzitutto, mi domando come può un telegiornale dare notizie di questo genere con una nonchalance unica. Mi dispiace ma il contesto non mi è piaciuto affatto. Come se la triturazione dei pucini maschi vivi fosse una cosa che può ricadere nella normalità: 1) Prima si fa vedere un video sconcertante (solo alcune parti per fortuna), dove queste povere piccole bestie passavano da mani anonime e assassine in un tritatutto come se fossero dei rifiuti da riciclare. 2) Poi è intervenuta una tizia del wwf che con un tono secco e normalizzante dava qualche consiglio al consumatore.

E NO!!!!!!!!!!!! ATTENZIONE! FINIAMOLA DI FAR PASSARE LE TORTURE DEGLI ANIMALI COME QUALCOSA ORMAI ACQUISITA. PER FAVORE PAPA BENEDETTO XVI INTERVENGA: NON SE NE PUO’ PIU’ ANCHE I PULCINI MASCHI SONO ESSERI VIVENTI COME NOI UOMINI E NON ESSERI VIVENTI DI SERIE B.

Cari amici di Landscape, se passate di qui, per favore sappiate che dobbiamo fare tutti la nostra parte. Avete un blog? riprendete questa notizia e scrivete tutto quello che vi suscita: sgomento, orrore, indignazione. Se vi dicessi diventiamo tutti vegetariani, di punto in bianco, forse non tutti mi seguireste, ma mettiamoci tutti sulla strada giusta:

 – Soprattutto se avete più di quarant’anni, ricordate che l’alimentazione può essere semplice. Non c’è bisogno di mangiare tutti i giorni carne.

– Non comprate la carne al supermercato! Non comprate i prodotti industriali a base di carne. – Avete delle fattorie vicino casa? Posti dove è possibile comprare prodotti direttamente da coloro che hanno le galline, i polli, i tacchini per conto proprio? E allora è lì che dovete andare.

– Se proprio volete comprare le uova al supermercato, comprate quelle dove è scritto: da galline allevate a terra

ORMAI E’ CHIARO A TUTTI: L’INDUSTRIA PASSA COME UN RULLO COMPRESSORE SULLA VITA DI TUTTI (UMANI INCLUSI).

NOI SIAMO I CONSUMATORI E NOI POSSIAMO FERMARLA

 

A MORTE TUTTI QUELLI CHE LAVORANO NELLO STABILIMENTO HY-LINE INTERNATIONAL A SPENCER IN IOWA COLPEVOLE DI TRITURARE VIVI 150 MILA PULCINI MASCHI OGNI GIORNO

LUNGA VITA A TUTTI
I PULCINI MASCHI DEL MONDO!!!

pulcini

L’ORRIBILE NOTIZIA QUI

 

Wolfghost: Purtroppo ancora una volta devo interrompere la scaletta dei post che avevo in mente per un’altra notizia di “efferatezza legale” contro gli animali.

Vedete… Lands è una persona serissima ed equilibrata, ma non ci deve stupire di leggere dichiarazioni come “A MORTE TUTTI QUELLI CHE LAVORANO NELLO STABILIMENTO HY-LINE INTERNATIONAL”: sono certo che nemmeno lei lo pensa, e tuttavia è uno sfogo verbale comprensibile.

Ancora una volta una parte dell’umanità dimostra di non credere nella vita ma solo in sé stessa, nei propri comodi, nel proprio lucro, con l’arroganza e la strafottenza di chi crede di potere tutto, di chi si arroga il diritto di decidere per la sorte di milioni di esseri viventi… e lo fa in maniera degna del peggiore film horror. E non stiamo parlando della Cina o della Corea, stiamo parlando del paese che vorrebbe ergersi a modello di umanità nei confronti del mondo. 

E in quanto all’appello al Papa… bé, questo è quanto ho risposto: “Mi dispiace dire che non credo proprio che Benedetto XVI pensi anche solo minimamente a intervenire. Umani da salvaguardare, animali… fatene quel che volete, sembra essere la parola d’ordine della chiesa che troppo spesso finge di dimenticare gli esempi dati dai suoi stessi santi (come San Francesco D’Assisi).
Come stupirsi poi se tra tanti animalisti “civili” ne compare anche qualcuno che predica lo sterminio della razza umana?
Satana in persona non si prenderebbe la briga di triturare dei pulcini appena nati.
Davvero indegno di una specie che si fregia del titolo di ‘specie eletta’.”

In passato, pur essendo stato io stesso vegetariano stretto a lungo (adesso sono ancora vegetariano, ma mi capita di mangiare derivati da latte e uova), non capivo perché tale posizione si legasse alla protezione degli animali, la mia era una scelta salutistica. Purtroppo poi ho capito: lo sfruttamento degli animali da “allevamento” è davvero cosa indegna. E questo ne è purtroppo un terribile esempio. Come scrive Lands stessa in un suo commento al suo post originale: “sai perchè lo fanno? Hai presente la produzione industriale? Come quando mandano al macero migliaia di agrumi perchè il mercato non li assorbe in nome dei profitti? Così per queste piccole creaturine! Non servono, non sanno che farsene, non portano guadagni. E così li selezionano: pulcini femmine si, diventeranno galline, faranno le uova; pulcini maschi? sono troppi, trituriamoli. Bastardi! L’industria che passa come un rullo compressore su tutto!”

Allora… non dico di diventare tutti vegani (molti di noi tra l’altro hanno anche animali che sono carnivori e che non hanno tale scelta), ma almeno cerchiamo di seguire per quanto possibile i consigli di base che sono espressi nel post di Lands.

 

Un’intervista per te! Non te l’aspettavi, eh!? :)

 

Agosto! 🙂 Blog che vanno in ferie, qualcuno che ne approfitta per salutare e dire addio 😐 Visite che crollano (mie comprese! eheheh :-P), ma… Agosto è così! 😉 Com’è che si dice? 😐 “Agosto, blog mio non ti conosco!” 😀
Comunque, siccome qualcuno c’è anche in questo periodo, cerco di proporre qualcosa che – lanciato da Anneheche/CarisW – pare interessare molto: l’intervista! 😀
Le domande che troverete sono le più generali possibili, dovendo non rivolgersi ad una persona in particolare ma un po’ a tutti 🙂 e sono fatte soprattutto per… far parlare voi! Possibilmente dopo aver riflettuto 😉
Potete rispondere qua, nei commenti, oppure farlo nei vostri blog, semplicemente inserendo come commento il link al vostro post.
Buon divertimento! 🙂


1) Si dice che solo i grandi eventi siano in grado di cambiare la vita; qual è stato l’evento che più ti ha portato ad essere come sei ora?

2) Hai mai riflettuto seriamente sull’aldilà? Credi che esista vita dopo la morte? Perché? E’ solo perché ti è stato insegnato così al catechismo, ci hai riflettuto veramente o è accaduto qualcosa che a questa conclusione ti ha portato?

3) Tutti siamo capaci di lamentarci della nostra vita, ma in pochi sappiamo davvero cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare. Tu sai davvero cosa vuoi o sai solo cosa NON vuoi?

4) Personalmente sono sempre più portato a pensare che il segreto della vita sia semplicemente… vivere; credi che la vita abbia qualche diverso e più “alto” significato?

5) Hai buoni ricordi del passato?

6) Hai paura del futuro?

7) Perché Internet e/o i blog? Cosa cerchi davvero in questo mondo virtuale?

8) Capisco l’immagine di una donnina discinta messa da una donna su un blog maschile… ma la stessa messa su un blog femminile… la gente si chiede: “perché?” 😀
Non sarebbe allora più logica un’immagine maschile? E’ anche questa una forma di “pubblicità”, forse? 🙂

9) Vai a dare un’occhiata qua:
Sei più “Miciona-Sissi” o “Piccola-Peste-Julius”? 😛

10) Ti è piaciuta l’intervista? 🙂

 

L’ottimo è nemico del bene

Ricordate che qualche post fa’ (Massime storiche: guidare con il freno tirato) vi parlai di un mio vecchio capo che tutti odiavano almeno un pochetto ma che aveva uscite e citazioni geniali? 🙂 Ecco, questa era un’altra delle sue preferite e… obiettivamente l’ho fatto parecchio mia io stesso 😉
Che vuol dire?
Bé… poniamo che “mettiate in cantiere un lavoro”, non necessariamente di ufficio, eh, “lavoro” è per modo di dire: potrebbero anche essere le pulizie di casa, un progetto di viaggio, come trascorrere il prossimo weekend, prepararsi per un esame, perfino la scelta di un nuovo impiego o di un partner, o ancora… bé, un sacco di altre cose! 😛
Iniziate a ponderare in quale modo partire, raccogliete informazioni, studiate le strade migliori per affrontarlo, la via più pratica e più veloce, e raccogliete, raccogliete, pensate, pensate… o forse lo portate effettivamente avanti ma, poiché non vi soddisfa mai, cercate in continuazione di migliorarlo, ha sempre qualcosa che non va, c’è sempre “quel particolare che…”, “quella sbavatura che potrebbe…”. Insomma, volete l’ottimo.
Così, alla data della scadenza ancora vi affannate e preoccupate perché niente è pronto, o almeno così vi sembra! 😐 Oppure arrivate a fine giornata che… non avete concluso nulla. Succede anche a voi, almeno qualche volta? 😉
Ecco… in qualunque di questi casi quel mio vecchio capo vi guarderebbe e vi direbbe “X, ricordati che l’ottimo è nemico del bene!”. Ovvero, se aspettate di arrivare alla perfezione, in voi stessi, nel vostro lavoro, o negli altri, se siete decisi a non muovervi fino a quando non sarete certi di avere successo al 100%… bé, siete probabilmente prossimi a distruggere qualcosa che quasi certamente avrebbe funzionato… bene 😉

mmm… adesso che ci penso… non c’era un vecchio adagio popolare che diceva “Chi troppo vuole, nulla stringe?” 😐

minitowers - Byan Berg

 

Via dall’oblio – cronaca di una rinascita

Come molti di voi sapranno, sono un fautore della “rinascita” 🙂 Il mio blog è pieno di richiami ad essa, di citazioni, di storie di persone che “ce l’hanno fatta”. A far cosa? Forse a coronare il loro sogno più grande; forse ad uscire da una situazione disperata che sembrava essere senza via di uscita.

Esorto sempre queste persone a raccontare la loro storia, affinché qualcun altro che si trovi in situazioni simili, possa capire che può farcela, che può uscirne, e possa così trovare il coraggio di rimettersi in cammino e la forza di rialzarsi ad ogni possibile (probabile) ricaduta.

Stasera sono contento di presentarvi una di queste persone, una di queste storie. Il suo nome è Eugenio, il suo blog è via dall’oblio e quello che segue è stato il suo primo post su Splinder…


 

Prefazione (al blog via dall’oblio di Eugenio)

Questo blog nasce per una ragione ben precisa… anzi due… la prima e’ perche’ oggigiorno di alcol si parla poco troppo poco, la seconda ed e’ quella piu’ importante, e’ che ho deciso in tutta serenita’ di togliere la maschera e raccontare la mia storia, quella di un essere umano che non beve piu’ da oltre quattordici anni… un viaggio senza fine in cui ho scoperto una vita meravigliosa, non priva di ostacoli e cadute, ma proprio queste hanno fatto in modo di temprarmi… il tutto con un’altra malattia, la dipendenza affettiva e sessuale, in me radicata nell’alcol. Se oggi vedo un barlume di luce lo debbo a me ed a una persona meravigliosa che ha saputo aspettare il mio risveglio: mia moglie… A lei, a chi mi vorra’ leggere, dedico questo “libroblog” che ho deciso di scrivere…

Grazie…

Eugenio

Coast

 

Come una splendida giornata…

Correva l’anno l’anno 1982 (avevo 16 anni! :-P): l’Italia vinceva il suo terzo campionato del mondo grazie ai goal di Paolo Rossi, mentre un altro Rossi, Vasco, cantava “Una splendida giornata” (lui di anni ne aveva 30! :-D). Quella canzone mi piacque quasi da subito ma iniziai ad apprezzarla davvero con il passare degli anni e delle esperienze. Ancora oggi quella canzone ha un significato particolare e amo rispolverarla nei momenti in cui “qualcosa di bello” (forse qualunque cosa) termina 🙂

 

Cosa importa se è finita
E cosa importa se ho la gola bruciata, o no
Ciò che conta è che sia stata
Come una splendida giornata

 

Già, ogni giornata, per quanto bella sia, deve infine lasciare il posto alla notte, non è possibile evitarlo; ciò che conta è come la si è vissuta. Questo vale anche se si parla di una esperienza che ci ha dato tanto ma che si sta esaurendo.
Quando muore un nostro adorato animaletto casalingo (no, non è successo nulla a Sissi e Julius, tranquilli ;-)) cerco di consolare il padroncino dicendogli che, anche se comprensibilmente dolorosa, quella morte prima o poi doveva arrivare, ma lui, l’animaletto, ha senz’altro vissuto, grazie al suo padroncino, una splendida vita, migliore di tanti animali randagi. Ed è questo ciò che importa.
E’ questo ciò che possiamo donare e donarci.
Direi lo stesso perfino quando dobbiamo distaccarci, in qualche modo, da una persona a noi cara (tranquilli, non ho “perso” nessuno recentemente :-P), e dentro di me lo faccio, sia che riguardi qualcuno che era a me vicino, sia qualcuno che era vicino a chi ho di fronte… ma ovviamente nell’ultimo caso tengo questo pensiero per me, giacché poche persone, in quel momento, sarebbero in grado di capire, ed anzi potrebbero sentirsi prese in giro.

 

Ma che importa se è finita,
Che cosa importa se era la mia vita, o no
Ciò che conta è che sia stata
Una fantastica giornata


Già, tante cose hanno un termine, anche la vita passa e finisce, non è possibile evitarlo.
Ciò che possiamo fare è cercare di renderla il più possibile simile ad una fantastica giornata 😉

 

L’evoluzione della specie – un racconto di 28GrammiDopo

Stasera torno ad una pratica che ho lasciato in sospeso per un po’: pubblicare post di altri blogger che trovo particolarmente interessanti 🙂
Il post in questione (che personalmente catalogherei sotto la voce “buone intenzioni d’inizio anno”) appartiene ad un blogger di 20 anni, uno che però (e mi sono già scusato con lui per il “però”, come se l’età fosse un fattore negativo :-D) le idee le ha già ben chiare, evidentemente 😉

Voglio condividerlo con voi, sperando che apprezziate altrettanto 🙂
In realtà, conoscendo un po’ chi passa di qua… ne sono pressoché sicuro 😉

Il finale è la vera illuminazione: non si parli di “incapacità”, piuttosto di… libera scelta (autolesionista? Ditemelo voi… ;-)).


L’evoluzione della specie
By: 28GrammiDopo
Blog: iacopobarison

 

Sei lo spot pubblicitario di te stesso.

Brevi trailer. Il marketing t’insegna come vomitarli.

Messaggi chiari, diretti, senza gradi di subordinazione. Sei un prodotto; comportati come tale.

Devi illudere le persone, costringerle a consumarti.

Coraggio, provaci.

Io non gioco solo ai videogiochi. Guardo anche MOLTISSIMI film.

                             

Gli anni fluiscono soavi.

Gli uomini si riparano dietro a mura d’indifferenza. Quando sono protetti trovano facile ignorare. Ignorano i denti che ingialliscono. Le pupille che perdono brio. Il calo di libido che non è noia ma vecchiaia. E dentro a quelle mura s’accorgono che la loro felicità è fiction.

Ma fanno finta di niente.

Enrico ha ben impressi questi concetti.

Non ha la cultura per scriverli. Non ha amici – ma nemmeno conoscenti – a cui esporli. Però ha vagonate d’ansia che trovano in lui una stazione d’arrivo.

Guarda la sua collezione di videogiochi e scaccia i brutti pensieri. Non c’è polvere su quelle copertine. Non c’è polvere sulle sue orme. Le orme del cammino di Enrico sulla Terra, tangibile grazie alla miriade d’acquisti compulsivi che sfoggia e chiama collezione.

Vorrebbe evolversi.

Australopiteco-Genere Homo-Vecchio Enrico. Nuovo Enrico, forse.

Io non gioco solo ai videogiochi. Posso anche evolvermi.

 

Come dicevo, gli anni fluiscono. Soavi, dimenticavo.

Enrico continua a rimandare la sua evoluzione. C’è sempre qualche gioco da finire, qualche film da guardare, qualche pianto da soffocare.

Ora, ad esempio, sta mangiando.

Pennette ai quattro formaggi, si diverte a scongelarle e ad osservare il sugo che prende forma.

E voi credete che non voglia realmente imporsi un cambiamento. Che non voglia alzarsi, lasciando il piatto a metà, ed infilarsi una tuta. Che non voglia uscire a fare jogging, sconfiggendo sociopatia ed obesità in un colpo solo.

Voi che credete questo, credete il giusto.

Enrico non vuole nulla di tutto ciò. L’evoluzione deve rimanere una possibilità. Un rosario da stringere quando, al guardar la collezione, non prova altro che sconforto. Uno strumento di speranza, ecco.

Io non gioco solo ai videogiochi. So anche stritolare rosari.

 

Gli anni fluiscono.

Io gioco solo ai videogiochi. Non so fare altro.


Pacman