Rieccomi, e con la segnalazione di una campagna WWF :-)

Dopo quasi una settimana di impossibilita’ ad aggiornare il blog e quattro giorni di black out completo, pare che i grandi lavori di aggiornamento siano terminati e che adesso fili tutto liscio. Mi scuso con tutti quelli che hanno provato ad entrare sul blog in questo periodo, il black out non e’ ovviamente dipeso dalla mia volonta’.

Va bene, nel ridare il benvenuto a chiunque passi di qua, vi segnalo una campagna del WWF in difesa dei gorilla: https://wwf.it/client/render.aspx?content=0&root=4179

Le campagne WWF e animaliste in generale sono tantissime, come potete immaginare, ma quasta, non so perche’, mi ha colpito particolarmente… che sia stato un gorilla in qualche vita precedente? 😉

Gorilla, immagine WWF (www.wwf.it)

 

Carezze e morsi :-)

Julius dormeQuasi come sentisse che stavo per parlare di lui, è arrivato Julius “chiedendo” di essere preso in braccio come faceva quando era piccino, vedi foto a lato  😉 Peccato che allora pesasse circa otto chili meno  😛
Come sapete, nel nostro piccolo appartamento di 30 metri quadrati convivono due cristiani, tre gatti e un canetto 🙂 Quando ci allontaniamo per qualche giorno portiamo con noi Tom, il cane, ma lasciamo i gatti, Sissi, Julius e Numa, a casa. Ci piacerebbe portarli con noi ma i gatti sono molto legati alla casa, piangono disperati non appena mettono un piede… opsss! una zampa 😀 fuori dall’appartamento. Certamente soffrirebbero di più in un viaggio di ore e in ambienti sconosciuti che a stare in casa senza di noi.
Ognuno di loro ha i suoi posti preferenziali ove dormire, posti che cambiano a seconda delle stagioni e dell’ora 😉 Sono bestioline piuttosto abitudinarie, sapete 🙂 Quando non ci siamo noi, Julius – che assomiglia sempre di più a Garfield, sia per pancia e taglio degli occhi che per abitudini (la mattina viene sempre a reclamare il suo pezzetto d
i brioche mentre faccio colazione ) – occupa il letto, mettendosi nel bel mezzo o sui cuscini, cosa che del resto fa spesso anche Numa 😀 Quando ci sono io invece viene spesso a dormire al mio fianco 😉
Comunque, domenica scorsa, tornando dall’ultimo weekend a Merano, all’ora di coricarsi Julius appariva evidentemente spiazzato e scocciato per il fatto di trovare il letto occupato 😛 In ogni caso, dopo una mezz’oretta è tornato e si è sistemato… accanto alla mia testa, sul cuscino 😮 Capite bene, un gatto di oltre otto chili sul cuscino in un letto ad una piazza e mezza… 😐 Comunque, alla maniera di Buddha (leggenda vuole che si fece tagliare la manica della veste per non disturbare il suo gatto che ci si era addormentato sopra), mi sono un po’ spostato ed ho cercato di prendere sonno. Julius pero’ ha iniziato a leccarmi la testa e i capelli 😮 Pensandolo un gesto di affetto l’ho lasciato fare per un po’, ma dopo un quarto d’ora ho pensato bene che fosse il momento di farlo smettere e ho cercato di allontanarlo delicatamente…
Il risultato? Julius ha allungato una zampa, mi ha arpionato la guancia più lontana, mi ha girato la testa verso di lui e… TAAAAAA!!! Un terribile morso dritto sulla punta del naso!! 😀
Stile Fantozzi ho represso l’urlo di dolore portandomi la mano al naso e… sentendo colare il sangue che iniziava a sgorgarne fuori 😮 La mattina dopo mi sono ritrovato con due bei tagli da un lato e dall’altro del naso 😛 Il punto è che Julius cerca spesso di mordermi il naso 😉 per lui è un gesto d’affetto, solo che io d’istinto allontano il naso e i suoi canini fanno effetto lama che taglia il burro 😐
Non sapete quante volte ho dovuto spiegare l’origine di quei tagli in questi giorni a colleghi ed amici 😀
Non è un tesoro il mio Julius??? 😀

Foto0245

Nascerà, e avrà la passione per il volo – Racconto (3a e ultima parte)

Era sera ormai. Le forze di Grab erano ridotte al lumicino, sentiva che la morte stava arrivando. Gli uffici si erano svuotati, i negozi chiusi, passanti e auto erano adesso rari. Le luci dei lampioni si stavano lentamente illuminando affiancandosi a quella del cartello luminoso di un negozio che indicava temperatura e data: il 13 di Luglio.
Gli occhi lucidi di Grab puntarono all’altro capo della strada: c’era un marciapiede, e poi, oltre una ringhiera, il dirupo che dava sul mare.
Provò a muoversi. Era così stanco che non sentiva nemmeno più il dolore. Con una fatica immensa ed una lentezza esasperante si trascinò per il marciapiede e poi giù in strada. Vide arrivare un auto. Sapeva che non avrebbe potuto evitarla, quindi restò immobile, in attesa… ma l’auto gli passò solo vicino, poté sentirne lo spostamento d’aria che, in quella giornata ancora afosa, gli fece perfino piacere dandogli un pizzico di energia in più. Ricominciò a trascinarsi verso il marciapiede opposto, conscio che forse non sarebbe riuscito a salirci sopra. Forse sarebbe morto lì, accanto a quel marciapiede.
Poi udì un verso alle sua spalle. Trasalì: aveva imparato a riconoscere quel verso, era quello di un gatto che aveva puntato la preda. Ormai doveva giocarsi il tutto per tutto. Con uno sforzo terribile e l’azione congiunta di zampe, ala buona e perfino del muso, riuscì a salire sul marciapiede. Il gatto stava arrivando di corsa ma nella mente di Grab esisteva adesso solo il cielo oltre la ringhiera.

Un attimo prima che il gatto fosse su di lui, Grab scavalcò il metallo, e si lascio cadere nel vuoto.
Allargò le ali come poteva, non ascoltando il dolore di quella rotta e ritraendo un po’ quella buona per evitare di iniziare a roteare su sé stesso…

… stava volando!! Non importava se era l’ultima, volava, ancora una volta!

Era il 28 Luglio. Susan Brennan aveva coronato il sogno di una vita: mettere al mondo un bambino! Per anni lei e suo marito ci avevano provato ma sembrava non ci fossero speranze. Poi, quando ormai si erano arresi, lei si era scoperta incinta. Sapeva che sarebbe stata una maternità a rischio ma non le importava e decise che per nulla al mondo avrebbe rinunciato. Il marito, al suo fianco, l’aveva appoggiata con amore, seppure conscio del serio rischio che avrebbe corso non solo il piccolo, ma anche lei stessa.
L’infermiera entrò nella stanza e le mostrò il bimbo. Susan si mise a piangere dalla felicità.
Poi entrò il dottore.
“Susan, purtroppo c’è stato un inconveniente che non siamo stati in grado di prevedere ne’ di evitare… Suo figlio ha una lesione alla spalla sinistra, probabilmente non avrà l’uso completo del braccio.”
Susan non sembrò troppo colpita dalla notizia, in fondo era stata decisa a rischiare ben di più pur di far nascere il suo bambino.
Chiese solo “Ma… sarà in grado di pilotare un velivolo?”
Medico e infermiera si squadrarono, evidentemente spiazzati dalla strana domanda.
“Ah… certo… Certo! Non è una lesione grave, con ogni probabilità sarà solo impossibilitato ad alzare completamente il braccio sopra la testa… tutto qua!” rispose il dottore con un sorriso.
“Sa, quando ero incinta e mi avvisarono che avrei potuto perdere il bambino, mi rivolsi ad una maga e lei mi disse << Nascerà. E avrà la passione per il volo … >>”.

Nascerà, e avrà la passione per il volo – Racconto (II / III)

L’ala rotta doleva terribilmente, non solo non poteva riprendere il volo ma, dovendola trascinare sull’asfalto, faceva anche fatica a spostarsi sulle zampe.
Improvvisamente ebbe un sussulto: aveva riconosciuto il suono delle voci di quei ragazzi che inspiegabilmente ce l’avevano con lui…
“Eccolo! Ve l’ho detto che l’avevo beccato!”
Grab cerco’ per un attimo di allontanarsi ma si rese subito conto che le sue condizioni non gli avrebbero permesso di fare più di qualche metro: non ce l’avrebbe mai fatta, in luogo aperto si sarebbe anzi ritrovato alla mercé dei suoi aguzzini…
Si schiaccio’ ancora di più nel suo angolino e, per proteggerla, volse la testolina verso il basso. Qualcosa lo colpì violentemente all’ala già ferita, Grab sobbalzò, sopraffatto dal dolore.
“Sei nostro adesso! Non ci scappi più!” gridavano i ragazzi raccogliendo altri sassi.
“Giovanni!! Ancora con quel piccione? Quante volte ti ho detto che devi lasciarli perdere!”, la madre di uno dei ragazzi era intervenuta e, tirandolo per un braccio, lo stava portando via. Anche gli altri ragazzi si erano allontanati.
Grab tirò un sospiro di sollievo e sentì una profonda riconoscenza verso quella donna: anche se non capiva cosa stesse dicendo, aveva certamente un’anima benevola…
“Che schifo! Ti ho detto mille volte che devi stare lontano da queste bestie! Non lo sai portano le malattie? Ma perché non li sterminano tutti una buona volta!”.

Grab divenne in breve il più coraggioso dei piccioni del quartiere. Quanto adorava volare! Ma non era solo per il piacere del volo, gli piaceva quella possibilità di muoversi liberamente, di andare là dove la curiosità lo spingeva. Ad esempio amava planare nel parco, dove trovava sempre qualche briciola che una amabile signora lanciava a lui e ad altri piccioni. Certo, doveva mangiare in fretta, c’erano sempre i gatti pronti a cercare l’assalto, ma ormai – nutriti anche loro abbondantemente – erano troppo grassi e lenti per riuscire ad essere realmente pericolosi. Non ce l’aveva con loro, anzi capiva che agivano per un istinto nato dal bisogno di sopravvivere, dalla necessità… e meno male che portavano loro il cibo, altrimenti quegli sciocchi avrebbero potuto morir di fame tanto goffi erano diventati! In fondo quasi si divertiva a sfidarli e sospettava che anche loro si divertissero alle sue gesta.
Una volta vide la signora piangere su una panchina lì vicino. Accanto a lei ce n’era un’altra che la stava ascoltando e confortando. Grab, senza rendersene conto, si era avvicinato a passetti piccoli piccoli. Si era affezionato a quella signora così buona e gli dispiaceva vederla così anche se non capiva perché stesse piangendo…
Lei si accorse del piccione, e un flebile sorriso le rischiarò il volto.
“Guarda… sembra che capisca…”
“Ma va’! Dai, non essere sciocca. Vorrà solo qualche altra briciola.” Aveva sentenziato l’altra.
Quella fu l’ultima volta che Grab vide la sua amica umana. Tornò lì incessantemente ogni mattina sperando di rivederla, anche quando ormai tutti gli altri piccioni avevano cambiato zona in cerca di altre fonti di cibo. A poco a poco la sensazione che qualcosa di brutto le fosse accaduto si fece spazio in lui, ma non voleva arrendersi. Aveva compreso che in fondo anche quelle creature così strane e a volte pericolose, erano deboli e vulnerabili come lui, gli altri piccioni e i gatti.
Che la loro apparente cattiveria nascesse proprio dalla sofferenza che anche essi provavano?

Poi, un pomeriggio di una calda estate, proprio mentre stava tornando in volo dal parco, triste per non aver ritrovato la sua amica nemmeno quel giorno, quel dolore lancinante e improvviso all’ala, la caduta rovinosa sul duro asfalto di un marciapiede e il ricovero d’emergenza sulla porta del negozio…

Continua…

Nascerà, e avrà la passione per il volo – Racconto (I / III)

piccioneGrab si guardava attorno visibilmente spaventato. Era evidente che l’uscio del negozio – per fortuna chiuso – nel quale si era con fatica rifugiato non gli sarebbe stato di protezione a lungo. Il posto era di gran passaggio ed ogni volta che provava ad allungare il collo per vedere se era il momento di moversi, vedeva qualcuna di quelle grandi e temibili creature passare con rapida falcata mostrando indifferenza o, addirittura, un evidente fastidio e repulsione di cui lui non capiva il motivo… E’ vero, aveva l’ala sinistra spezzata, ma davvero era così brutto a vedersi?

Così, d’istinto, si schiacciava contro la saracinesca cercando di farsi il più piccolo possibile. Nessuno lo aiutava, ma almeno lo lasciavano in pace. Pero’ iniziava ad avere fame… quanto avrebbe resistito?

Grab era stato l’ultimo ad uscire dal guscio, il fratellino era stato molto più rapido, tuttavia lui si era dimostrato subito più curioso e, non appena in grado di zampettare, aveva iniziato a perlustrare i dintorni del nido, trovandoli presto troppo angusti e noiosi.
I piccioni crescono in fretta, dopo un solo mese sono già pronti a spiccare il volo. Grab pero’ bruciava le tappe e dopo solo venti giorni già faceva i primi tentativi. Ispirato da quanto vedeva fare a mamma e papà non vedeva l’ora di poter librarsi in volo sopra il mondo e vederlo così tutto dall’alto!

Era un mondo rumoroso quello in cui era nato, pieno di strani suoni e di voci che a volte gli trasmettevano serenità ma più spesso, assomigliando a lamenti disperati o grida rabbiose, gli incutivano timore. Sua mamma gli aveva spiegato che provenivano da esseri viventi chiamati uomini, e che era meglio stare alla larga da loro perché solo da pochi venivano accettati e ricevevano qualche briciola di cibo, mentre gli altri erano cattivi e presuntuosi e vedevano i piccioni come sgradevoli esseri da allontanare.
Ma a lui non sembrava possibile che potesse davvero essere così: c’è sempre un motivo per cui qualcuno si comporta male con qualcun altro, ci deve essere!
Quelle creature anzi lo affascinavano e incuriosivano. Dai racconti che sentiva su di essi si era fatta l’idea di una sorta di creature mitologiche, semi-dei che potevano fare cose mirabolanti… eppure che erano sempre inquieti; capaci, ma sempre insoddisfatti e tristi. Non vedeva l’ora di conoscere anche loro e capire il perché di quella apparente contraddizione.

Continua…

Animali, siete i benvenuti! :-)

Stasera vi propongo un breve ma simpaticissimo post della nostra amica Dupont 😀 (blog Serenade), ma soprattutto… condivisibile 😉 Ho perso il conto delle mie litigate per i modi scortesi con cui alcuni avventori, soprattutto della catena Autogrill, ci hanno messo alla porta per via di Tom 😦 Ovviamente tutti locali entrati nella nostra lista nera: da loro mai più nemmeno un caffé!! 😉
Siete avvisati: chi volesse venire a casa nostra, consideri prima cosa conclude Dupont… va bene anche per noi! 😉


cane sei il benvenuto… ed io, a chi non possiede animali e visita la mia casa, dico che:

1) loro vivono qui, tu no;
2) se non vuoi i loro peli sui tuoi vestiti, stai lontano dal loro divano;
3) mi piacciono più i miei animali della maggior parte delle persone;
4) per te sono animali, per me sono figli pelosi che camminano a gattoni e che parlano chiaramente……
5) quando entri in casa mia, saluta loro come saluti me….perchè dal tuo comportamento capiscono più di quanto tu  possa immaginare … e, soprattutto, non aver paura, perchè non è loro che devi temere 😛

Diamo una mano a queste piccole e dolci creature :-)

Oggi voglio pubblicare un video che mi è arrivato dall’AAE, l’Associazione Animali Esotici 🙂
Nel video vedrete Laura, che ci manda spesso annunci da pubblicare su
www.adottauncucciolo.net (ma molti altri, insieme a tante altre informazioni, potrete trovarli sul sito dell’AAE, il cui link trovate dopo il video), intervistata sull’argomento in un programma di Rai3.

Non bisogna prendere mai alla leggera l’adozione di un animale, ognuno di loro, che sia un cane, un gatto, un coniglio, un criceto o un uccellino, ha le sue esigenze, costi, e puo’ comportare qualche problema 😐 ma se volete affetto incondizionato e rimanere stupiti nell’osservare i comportamenti e i sentimenti che un animaletto puo’ dare, allora… mettete su un piatto della bilancia il “prezzo da pagare” e sull’altro quanto da loro potete ottenere 🙂
Potete sicuramente immaginare che in una casa di neanche 30mq, tre gatti e un cane, oltre due persone, danno molto da fare (e costano! :-D) ma io e mia moglie non potremmo mai farne a meno 😉

Soprattutto, per favore, non comprateli! Ce ne sono così tanti che aspettano adozione! 😦

info@aaeconigli.it
SOS. 346-3197367 dopo le 19.30
Sei utente Facebook? Diventa amico/a di AAE

Associazione Animali Esotici Onlus
Sez.Conigli e Cavie
www.aaeconigli.it
www.aaecavie.it
1 St. Chapter in Europe HRS
www.rabbit.org

La denominazione di “Animali Esotici”, che ha derivazione inglese (exotic animals), comprende tutte le specie animali non autoctone, importate in Italia, nonch i cosiddetti “animali da compagnia non convenzionali”, come ad esempio conigli, cavie, criceti e furetti, sempre pi diffusi nel nostro paese.
Secondo alcuni dati Eurispes del 2004, il coniglio statisticamente il terzo animale da compagnia pi presente nelle case degli italiani. Seguono 1.000.000 di tartarughe d’acqua dolce, 500.000 roditori, 50.000 iguane, 20.000 pappagalli, 10.000 serpenti e circa 500.000 altri animali esotici.

“Solo chi è  cosi’  folle da credere di poter cambiare il mondo, lo cambia davvero”. M.Gandhi

Il lupo e il filosofo

Il lupo e il filosofoRiprendo e concludo l’argomento introdotto nel post “A testa alta…” dove avevo riportato un brano rappresentativo del libro “Il lupo e il filosofo” di Mark Rowlands.
A dire la verita’ ho finito il libro da un paio di settimana ormai, ma prima di riparlarne volevo lasciarne sedimentare i contenuti e raccoglierne le impressioni. Credo infatti che l’importanza di un libro stia in cosa lascia in ognuno dei suoi lettori, e questo e’ spesso piu’ personale e soggettivo di quanto si creda comunemente. Quanto letto, infatti, colpisce laddove il lettore e’ piu’ “vulnerabile” ed e’ proprio li’ che viene metabolizzato e diventa parte del lettore stesso che lo fa suo, spesso esprimendolo successivamente come fosse farina del suo sacco senza nemmeno rendersi conto di enunciare “solo” una personale rielaborazione di quanto gia’ scritto da qualcun altro  🙂
Dico spesso che quasi mai nessuno inventa davvero qualcosa di completamente nuovo… ma forse perfino questo e’ gia’ stato detto da qualcun altro che ho letto o sentito parecchio tempo fa 😐 😀

Tutto questo cappello per mettere per cosi’ dire le mani avanti, in modo da far capire che cio’ che scrivero’ e’ solo cio’ che piu’ e’ rimasto a me e che forse, almeno in parte, ho gia’ rielaborato. Ognuno di voi, leggendolo, potra’ avere o aver avuto una visione diversa, in accordo al suo personale sentire e forse ai suoi bisogni.

Lo spunto di riflessione che Brenin, il lupo, offre al filosofo riguarda la vita e la morte, e parte dalla domanda “Cosa ha tolto veramente la morte a Brenin?”.

Come molti sapranno, Epicuro sosteneva che avere paura della morte e’ assurdo, poiche’ finche’ ci siamo noi non c’e’ lei, e quando c’e’ lei non ci siamo noi. Dunque perche’ temerla? Tuttavia, sostiene Rowlands, tutti noi o quasi “sentiamo” che qualcosa non ci convince nella dichiarazione di Epicuro, e cerca di capirne il perche’.
Il lupo – come tutti gli animali – non sembra preoccuparsi troppo della vicinanza della morte e neppure esserne affranto. Solo alcuni animali cambiano “volutamente” i propri comportamenti, come ad esempio cercarsi un luogo dove lasciare la vita, ma cio’ avviene quando davvero la morte e’ ormai dietro l’angolo. Ecco da dove nasce allora la domanda di Rowlands: mentre lui ammette che, nonostante tutta la sua filosofia, sarebbe atterrito dalla conoscenza di essere prossimo alla morte, apparentemente la morte non ha presa sul lupo. Davvero per il lupo la frase di Epicuro puo’ essere adatta: il lupo vive finche’ puo’, pur nelle limitazioni alle quali la malattia lo costringe, noi smettiamo (quasi tutti) di vivere come vivevamo prima, iniziando una nuova fase che e’ di fatto un’attesa di cio’ che sappiamo essere ineluttabile.
Tra l’altro, a ben vedere, questa appare essere anche in generale la piu’ grande differenza tra noi e il resto degli animali: la consapevolezza della morte che spesso ci impedisce di vivere davvero fino in fondo molte esperienze.

La risposta di Rowlands sta nel tempo. Mentre infatti l’animale vive in maniera “ciclica”, come se ogni giorno rinascesse e finisse allo stesso modo di quelli che l’hanno preceduto, l’uomo vive su una “linea retta”, ovvero rivolto al passato o, soprattutto, proiettato al futuro; ogni cosa che fa, o quasi, e’ infatti proiettata ad ottenere qualcosa, che sia nel giro di poche ore, di mesi o di anni.
Ecco cosa toglie la morte a noi che non toglie agli animali: il futuro. E’ questo cio’ che noi non siamo capaci, per lo piu’, di accettare serenamente: non poter piu’ pensare di avere un futuro davanti; in questa ottica di “vita progettuale” tutto cio’ che abbiamo fatto nel passato o che facciamo nel presente diventa inutile, quando non una tragica presa in giro.

Rowlands non da vie di fuga, sarebbe troppo facile rifugiarsi nell’ormai usurato “carpe diem” o in qualche dottrina orientale del “vivere qua e adesso”, e la possibile credenza in una vita nell’aldila’ non rientra – volutamente – nella trattazione del libro e, immagino, nemmeno nel personale sentire dello scrittore. Lui da’ solo una spiegazione, non una ricetta per “uscirne”; forse perche’ sa bene che noi umani – nonostante tutta la nostra filosofia, o forse proprio a causa di quella – difficilmente potremmo davvero essere in grado di vivere completamente in maniera ciclica, cosi’ come appaiono fare quegli animali che possiamo solo continuare ad ammirare.

Mi viene da pensare che in fondo siamo sempre li’: al peccato di aver colto la mela dall’albero della conoscenza.

orme

L’umanità degli animali… o l’animalità dell’uomo?

Ho in mente di introdurre un nuovo argomento nei miei post, un filone dedicato ai miei adorati animali casalinghi: Sissi, Julius, Tom e Numa (in rigoroso ordine di arrivo :-)). Addirittura un tempo volevo creare il terzo blog (avendo un abbonamento Splinder “pro” ho diritto a tre blog senza dover cambiare nickname) dedicandolo interamente a loro, ma, visto che già ho poco tempo per gli altri due (questo e adottauncucciolo.net, dove per fortuna c’è chi lo condivide con me ;-)), credo che pubblicherò i loro… resoconti qua 🙂
La cosa più buffa, quando si ha a che fare quotidiamente con animali, è vedere quanto sono simili a noi 😛 Certo, ogni specie ha le sue peculiarità, le sue – anche notevoli – differenze, ma da un punto di vista psicologico ciascuno di loro ci assomiglia a volte in modo disarmante… e con i post che scriverò cercherò di dimostrare proprio questo 😉
In realtà è facile rendersi conto che non sono tanto loro ad essere “umani”, quanto siamo noi ad essere animali, esattamente quanto lo sono loro. Solo che siamo di solito troppo arroganti per ammetterlo.

Questo fine settimana però sarò a Merano, con connessione limitata, quindi questo post è soprattutto per augurare a tutti un buon WE. E Speriamo, domenica sera, di evitarci le solite interminabili code di rientro! 😐

A presto e… se cliccate sull’immagine qua sotto (o nella colonna di sinistra) finite sull’album dei diretti interessati! 😛

A SETTEMBRE VOTERANNO PER VERGOGNOSISSIMA LEGGE A MISURA DI VIVISETTORE! OPPONIAMOCI, FIRMIAMO TUTTI LA PETIZIONE!

Pubblico anche di qua questa segnalazione delle associazioni “Le Sfigatte” e “Leal” perché su www.adottauncucciolo.net i post scorrono (purtroppo) molto rapidamente.
Io ho firmato…


Chiediamo a tutti voi la massima diffusione e massiccia partecipazione. Vogliono approvare una legge a MISURA DI VIVISETTORE.

Leggete tutto fino in fondo e poi firmate, magari non servirà a nulla ma non possiamo tacere e non provarci nemmeno. Grazie,
Associazione Le Sfigatte
PER FIRMARE LA PROTESTA ON LINE
www.leal.it/campagna-bruxelles/petizione-online/

Ai primi di settembre, il Parlamento Europeo voterà la nuova Direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.

È una legge a misura di vivisettore, che NON OBBLIGA a utilizzare i metodi sostitutivi ai test con gli animali neppure laddove esistono.
In compenso essa permette di:
– sperimentare su gatti e cani randagi
– riutilizzare lo stesso animale più volte anche se ha già provato intenso dolore e angoscia
– sperimentare senza anestesia
– costringere un animale al nuoto forzato fino all’esaurimento
– tenere in isolamento totale e prolungato cani e scimmie
– creare animali geneticamente modificati mediante procedure chirurgiche.

Per saperne di più www.leal.it
PER FIRMARE LA PROTESTA ON LINE
www.leal.it/campagna-bruxelles/petizione-online/

FATE GIRARE, ABBIAMO POCO TEMPO PER RACCOGLIERE LE FIRME E IL MESE DI AGOSTO NON CI AIUTA! Grazie

volantino LEAL