L’anima nell’Advaita Vedanta

Il commento al post di Mister Loto “L’età dell’anima” mi ha dato modo di riepilogare le mie personalissime credenze che riguardano questo argomento.

Dovete sapere che sto leggendo assieme a Lady Wolf (poverina, ho coinvolto anche lei in queste amene letture :-D) un libro di Ramesh S. Balsekar, scomparso nel 2009 all’età di 92 anni, che trovo molto interessante: si tratta di “La verità definitiva – un’esposizione organica dell’advaita vedanta”.

Ora, quando troviamo un libro interessante è perché in genere ci rispecchiamo in esso o in parte di esso, e infatti ho ritrovato in questo libro diverse delle credenze, forse sarebbe meglio dire ipotesi, che ho via via accumulato nel passare degli anni e del “filosofeggiare” sugli argomenti del senso della vita e della morte.

Non abbiamo ancora finito il libro, anche perché non è proprio un libretto leggero e scorrevole, ed è possibile che integrerò questo post con una sorta di recensione più avanti (ma potrei anche ritenere quanto scritto qua sufficiente); intanto colgo l’occasione di intavolare il discorso riguardante le nostre credenze in fatto di anima riportando qua, opportunamente riarrangiato e ampliato, il mio commento sul post citato in precedenza.

Se non vi addormentate o se proprio non avete altro da fare… buona lettura! 😛

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Vi dirò… nel corso della mia vita credo di aver cambiato più volte idea su questi argomenti, così non prendete per “fisso” quel che scriverò, poiché può essere che “domani” la penserò diversamente.

Premetto che un tempo pensavo che l’anima pur non avendo una fine avesse avuto un inizio probabilmente molte vite lontano nel tempo, così da avere a volte la sensazione di “sapere già” gran parte di ciò di cui si fa esperienza in questa vita e da spiegare, proprio grazie alla “datazione” dell’anima, le notevoli differenze tra una persona e l’altra nonostante vissuti magari simili. Non avete mai la sensazione di “saperne” più di quanto, in base a questa unica vita, vi aspettereste di sapere?

Tuttavia già da qualche anno questa convinzione è venuta un po’ a vacillare. Mi sono accorto infatti che esperienze singole di grande impatto, ma anche apparentemente non così serie ma ripetute nel tempo, possono condizionare lo sviluppo di un bambino o un ragazzo al punto da far successivamente differire la sua psicologia e le sue convinzioni rispetto a coetanei, o perfino fratelli, immersi in contesti sociali simili. La sensazione di “sapere” non fa, a rigore, differenza: basta poco, essere un po’ più introversi e riflessivi ad esempio, per prendere una piega molto diversa rispetto ad altre persone. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, la nostra mente apprende e si evolve: non dobbiamo sottovalutare quanto abbiamo appreso, soprattutto inconsciamente, nel corso di anni e anni.

Quindi, diciamo, in questa fase iniziai ad interrogarmi sull’esistenza o meno dell’anima.

Lo sviluppo odierno è più vicino invece a certe credenze dell’induismo (vedi advaita vedanta) o del primo buddhismo: la nostra anima potrebbe essere identificata con la coscienza personale, che, secondo tali credenze, sarebbe “solo” una manifestazione di quella universale. In altre parole, noi non solo non saremmo il nostro corpo, ma non saremmo nemmeno il nostro “io” e neppure la nostra anima come abitualmente la intendiamo 😀 Corpo, mente e coscienza individuale non sarebbero altro che “manifestazioni” della coscienza universale e, in quanto tali, non esisterebbero: sarebbero solo “solidificazioni” destinate a sciogliersi come sale nel mare o, più precisamente, come onde nell’oceano.

Questo ovviamente spiegherebbe molte cose. Spiegherebbe perché la nostra coscienza saprebbe più di quanto ci aspetteremmo di sapere dalla personale esperienza in questa vita (in realtà “pesca” dalla coscienza universale, che poi è… lei stessa :p un po’ come la storia della Trinità). Spiegherebbe perché a volte ci sentiamo quasi degli estranei a noi stessi, come ospiti di un corpo e perfino di un io. Spiegherebbe infine perché non riusciamo a “risolvere” la nostra sofferenza disidentificandoci dal nostro corpo, in particolare se non riusciamo a disidentificarci anche dal nostro io: così facendo, infatti, invece di risolvere la frattura tra “noi” e il “tutto”, la ampliamo ancora di più aumentando ancora di più l’identificazione con un io che non esiste, tra l’altro a scapito di un corpo che, poverino, viene trattato dall’io come fosse un contenitore da buttare una volta usato, con tutta la somatizzazione che ciò comporta. Pensateci un attimo: spesso ci diciamo “Io non sono questo corpo, sono di più”, ma quasi mai ci riferiamo anche al pensiero razionale che dal corpo, dal cervello, è prodotto. Ciò che abbiamo imparato nella nostra vita ci ha portato a costruire una “persona psicologica” con la quale ci siamo via via identificati: siamo forti in questo o quello, siamo fragili in quell’altro, abbiamo questa e quella caratteristica… Ma tutte queste sono “cose” prodotte dal nostro pensiero razionale, sono “oggetti” al pari delle parti del nostro corpo o di ciò che ne è “fuori”. Quando diciamo “io non sono il mio corpo”, di solito crediamo di dire “sono il mio pensiero, che è di più”, ma il pensiero è prodotto dal cervello, non possiamo separarlo dal corpo. Non è questo pensiero l’anima, altrimenti morirebbe con il nostro corpo. Non siete d’accordo?

Insomma, non esisterebbe il corpo, l’io e nemmeno l’anima intesa come coscienza individuale. Esisterebbe però una coscienza, se preferite un’anima, universale, una coscienza alla quale a rigore… non ritorneremo, perché non ce ne siamo mai staccati veramente. L’abbiamo semplicemente dimenticata identificandoci con la coscienza individuale, con l’io.

La domanda successiva a questo punto solitamente è: che fine facciamo alla nostra morte? Scompariamo in questa Coscienza Universale? Se perdiamo la percezione di noi stessi non sembra comunque una cosa molto positiva…

Ebbene la risposta di queste filosofie è semplice: niente si perde… perché non c’è mai stato :p Se fossimo capaci di liberarci dalla percezione del nostro io illusorio, non temeremmo più di perderlo: perché temere di perdere qualcosa che avremmo riconosciuto non esistere?

Due parole ancora sul termine “non esistere”. Secondo l’Advaita Vedanta, il Buddhismo ed altre filosofie soprattutto orientali, “non esistere” non significa “non esserci”, questa è una interpretazione occidentale, una distorsione del vero significato. Significa “esserci considerandosi distinti, entità a sé stanti che vivono e muoiono, che nascono dal nulla e muoiono nel nulla”, credere di essere separati dal “resto”, con una vita “separata”. Come un’onda che si rammaricasse della sua breve vita in attesa di scomparire nel mare… che lei stessa è. Questa è l’illusione: identificarsi con l’onda piuttosto che riconoscere di essere una parte del mare.

66 pensieri su “L’anima nell’Advaita Vedanta

  1. Bellissimo post… letto tutto d’un fiato. Che dire? Sono giorni e giorni che non faccio che pensare proprio a questo. Io non sono quello che sembro dal mio corpo. Mi sento una persona completamente diversa che dovrebbe anche avere un aspetto diverso per rendermi completa, e invece mi sento divisa, estranea a questo guscio che non è me e non trasmette me.
    Io non penso di appartenere all’Universo in senso così vago, penso di essere un’unità che forma l’universo – tante gocce nel mare, ma ogni singola goccia è diversa e unica.

    Non credo nemmeno a questa energia comune perchè se così fosse ognuno di noi dovrebbe avere dentro di se il bene e il male e invece mi sono accorta nella mia vita che ci sono persone buone, persone egoiste, persone generose e persone davvero cattive. Come fa tutto questo a far parte di un’unica energia universale? … diciamo che è una teoria che non sento di abbracciare.

    Penso invece che la nostra energia si evolva e viva nelle vite terrene per accentuare e migliorare la sua indole ed è per questo che ci saranno persone sempre più buone e oneste e persone sempre più cattive ed egoiste. E’ un percorso a cui non possiamo sottrarci… e alla fine imploderemo su noi stessi perchè una parte vincerà l’altra.

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    • Bé, la tua è una visione più occidentale, più… tradizionale, se vogliamo.
      Sull’energia universale, che esista è sicuro, anche la moderna fisica lo dice. Tutto è energia, anche la materia e noi stessi. Anche se appariamo fatti di materia, siamo energia. Questo non lo dice qualche santone, lo dice la scienza. Il punto è che… bé, siamo sicuri che l’energia abbia un concetto di bene e male? Io non credo. Non credo, almeno, che sia lo stesso bene e male come lo concepiamo noi. Secondo me si può solo abbracciare le leggi di natura e seguirle oppure non farlo. Ecco, se l’energia ha un bene o un male, credo che si possano interpretare solo in questi termini. E’ che noi tendiamo ad umanizzare tutto, anche l’energia, o Dio. Allora, se per la nostra morale fare questo è bene e fare quello è male, allora deve essere così anche per l’energia o Dio, ma… perché? Chi ci dice che sia così? Io credo che siamo troppo, troppo egocentrici. Proiettiamo noi stessi, la nostra morale, il nostro pensiero su tutto l’universo pensando che tutto deve essere fatto a nostra somiglianza e seguire le nostre regole. Ma io non penso sia così. Penso che ci siamo allontanati dalla natura e che abbiamo perso il senso della vita ammantandolo della nostra morale.
      Personalmente credo che all’energia della nostra morale importi poco o nulla 🙂

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      • potrebbe essere. Potrei considerarlo…
        ma questo non mi impedisce di chiedermi perchè ci sono persone che sono così cattive con gli altri… e così egoiste. E’ solo un allontanarsi dall’energia universale e dalla natura?

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      • Ignoranza, direi. Anche il peggiore dei delinquenti, se sapesse, probabilmente rinuncerebbe al crimine, ma non perché è “male”, piuttosto perché si renderebbe conto che siamo tutti nella stessa barca. Non a caso una delle leve che sfruttano i buddhisti per inseguire la loro “liberazione” è la compassione verso tutte le creature: allo scopo di alleviare le loro sofferenze cercano di liberarsi loro stessi per poi indicare la strada 🙂

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  2. …è senz’altro molto interessante, direi affascinante! sono risposte alle domande che molto spesso mi pongo anche da cristiana 🙂
    Me lo rileggo bene, ho bisogno di calma per seguirti come meriti in questo discorso così importante. Per ora mi è servito sapere che c’è qualcuno che sa rispondere con saggezza alle nostre domande sull’anima.
    Passerò la serata a riflettere 😉
    Salutone e buon weekend 😀

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    • ahah sei troppo ottimista 🙂 Non so se “sa rispondere”, diciamo che fornisce una possibile risposta, se poi sia davvero così o meno… chissà se saremo mai in grado di esserne sicuri 🙂 Secondo l’autore di questo libro… no, non possiamo esserne certi, non con il nostro pensiero. Perché? Perché parliamo di qualcosa di trascendente, qualcosa che non può essere concepito dalla mente. Forse possiamo… percepirlo, averne la sensazione, qualcosa che non può essere trasmesso a parole ma solo sentito dentro sé stessi. Ecco perché su questi argomenti ognuno è libero di esporre la propria teoria senza tema di essere smentito: nessuno può farlo perché nessuno può portare prove in un senso o nell’altro 🙂
      Grazie e buon weekend a te 🙂

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  3. Caro Wolf
    Non sapevo che avevo a che fare con un Wolf così giovane…Hai solo 47 anni!! Beato te…io ci tornerei volentieri alla tua età.
    Bhé, in quanto all’anima, non la vedo diversa dallo spirito e mente. E’ solo un modo diverso di definire il pensiero logico da quello religioso. Tutto è filosofia, anche le religioni sono filosofie. L’essere umano ha bisogno di pensare che dopo la vita ci sia altro…per non impazzire…per dare un senso alla vita. Per me è solo un caso che io sia su questa terra e per quello che posso, cerco di non farmi più le stesse domande che ti poni tu. Le ho fatte da ragazza. Ora il mio tempo è ridotto e non posso scervellarmi più. Devo cogliere l’attimo ogni giorno. Godere ogni giorno di quello che mi si concede. Credimi…(forse o sicuramente avrai idee diverse), ma la verità non esiste. Tutto muta nell’universo, quindi anche noi, anche i nostri concetti, anche le verità che ora sembrano assolute…

    Un abbraccio e complimenti per questo post che dà da pensare.

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    • Oh, è molto interessante quanto scrivi, sai? 🙂 Il tuo è una sorta di ateismo ma… in fondo non c’è tutta la distanza che pensi tra il tuo pensiero e quanto scritto nel post: tutto è energia, questo è un dato di fatto. Noi siamo energia “materializzata”, anche questo è un dato di fatto. Alla nostra morte, la nostra materia tornerà ad essere “energia libera”. Tutti questi sono dati di fatto. L’unica cosa su cui si può disquisire è il termine “coscienza”, ovvero “energia intelligente”, che sa cosa sta facendo. Qualcosa che nessuno è in grado di dimostrare, né in senso negativo né in senso positivo. Ma al di là di questo, la strada dell’Advaita Vedanta, e di molte filosofie orientali, va proprio nella direzione che dici: vivere, senza “spaccarsi la testa”, perché tanto ciò che pensa è il nostro io che, per definizione, non esiste e non potrà mai arrivare alla comprensione della verità 🙂 In un certo senso perciò è vero che la verità non esiste 🙂
      Abbraccio e grazie 🙂
      … ah… 47, ma a volte mi sembra di averne molti, molti di più…

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  4. mi convinco sempre di più di essere una aliena-dai, non una marziana con le corna—o quelle a mia insaputa forse ce le ho– insomma voglio dire che non mi riconosco in quella confusione del sentirmi estranea a me stessa, presunzione, stupidità? non so…certo è che mi sento totalmente -io- anche se, naturalmente e costantemente in evoluzione-involuzione, mi sembra di non essere diramata, ma solo multipla…riesco a spiegarmi? certo io solo questo ho, me stessa, non posso dire di altri, e pur restandone molto coinvolta neppure le più appassionanti ed intelligenti letture riescono ma distrarmi da questa storia, non so se ti ho mai parlato di certi miei déjà-vu…ma forse può nascere da questo la mia confusione non confusa? cioè il sapere di più senza sapere?
    he he, non vedo l’ora di sentire il tuo pensiero a proposito
    ti sorrido
    ti sorrido

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    • Bé, in realtà molto non si riconoscono, non totalmente almeno, nel proprio corpo o nel proprio pensiero, molti… ma comunque una minoranza. Molti altri credono di essere solo il proprio corpo e il proprio pensiero.
      Non lo so… non ricordo che tu me ne abbia parlato, ma può essere! La mia memoria è… leggenda ormai, naturalmente in negativo! 😀

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  5. La mia risposta è forse condizionata dal mio credo religioso, ma sulle parole del Vangelo ho più volte riflettuto e l’esperienza mi porta a considerare che l’uomo è l’essere più complesso da catalogare: “Ama con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e tutte le tue forze…”. Quante componenti allora si racchiudono in noi? Sentiamo la mente diversa dall’anima e così il cuore. gli antichi parlavano anche di “viscere” e “reni” come ulteriori componenti per indicare un’intimità ancora più profonda… Per non parlare poi del pensiero moderno che include anche la coscienza! Dunque, secondo il mio modestissimo parere, la natura umana ha in sé qualcosa che trascende l’umano stesso, che lo rende capace di “sentire” di appartenere a ciò che ha il suo fine ultimo al di là di sé.
    Un caro saluto,
    Ligeia

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    • Sì, il problema, cara Ligeia, è che noi non sappiamo nulla su cosa “pensino” gli altri esseri di questo pianeta, supponiamo solo. E, inolte, è statisticamente sicuro che nell’universo ci sono migliaia, forse milioni di altri pianeti popolati da esseri molto probabilmente decisamente più “avanti” di noi 🙂 Mi ripeterò, ma credo che credere di essere la specie eletta sia uno degli evidenti sintomi di egocentrismo della nostra specie 😀 Il che non vuole assolutamente dire che non sia vero che l’uomo abbia qualcosa che trascende il suo essere uomo, solo che non credo né che sia l’unico, né che sia il “grado” più elevato nell’Universo. Il Vangelo… il vangelo è diretto a noi, le sue parole sono per noi, non per… altri. E’ ovvio che di altri non parli, perché dovrebbe farlo? 😉

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  6. Molto bello, però non condivido 😦
    Io non credo che i nostri comportamenti derivino da quanto ci circonda, bensì da qualcosa di più antico, sepolto nella “pre-memoria”.
    Ci sono stati anche esperimenti scientifici al proposito.
    Non tutti i teppisti nascono nella stessa condizione, figli di saggi diventano drogati, ragazzi cresciuti nelle strade realizzano cose impensabili, e via dicendo.
    Un caro saluto 🙂

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    • Ti sei fermata allo spezzone centrale del post, cara Alessandra: ho scritto, nel seguito, che anche io sono “andato oltre” a quella fase. Tuttavia… nessuno di noi può essere sicuro di questi argomenti e la spiegazione psicologica non può, secondo me, essere completamente esclusa: nella mente di una persona possono scattare meccanismi che non scattano in altri diecimila nella sua stessa condizione, ma ciò, a rigore, non può essere sufficiente a dimostrare che c’è qualcosa di più.

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  7. Non sono molto addentrata in queste teorie percciò il mio può essere solo un pensiero istintivo e, probabilmente, superficiale.
    A me capita di avere la percezione di qualcosa che sfugge alla razionalità e alle spiegazioni scientifiche, ma non ho mai approfondito anche perché ne ho paura…
    Comunque,io non riesco a identificarmi con l’onda che confluisce nel mare, io so di essere io, l’onda non sa di essere un’onda. E non mi conforta l’idea di disperdermi in un tutto cosmico… Sono affezionata al mio piccolo “io”! 😀

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    • Sì, però il tuo è un io che soffre, è un io che muore. La liberazione dalla sofferenza passa dal riconoscere che questo io è solo una costruzione mentale, è qualcosa che in realtà non esiste. Ciò può sembrare una cattiva notizia, ma… ciò che non esiste non può morire.

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  8. …statisticamente sicuro, caro Wolfghost, ma non scientificamente provato… 😉
    Il Vangelo comunque, in tanti tratti sinottici, non è dissimile da altri testi antichi; se pensiamo per esempio alla Regola d’Oro, la ritroviamo immutata nell’essenza in altri credo… Ma non è di questo che si parlava…
    Grazie a te per gli spunti sempre interessanti, peccato che il Tempo mi porti a “navigare” di rado e di rado ad approdare su questa banchina… Un abbraccio!

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    • Assolutamente d’accordo sulla regola d’oro e su tanti altri punti fermi su cui si basano le maggiori religioni. Il punto è, cara, che non capisco perché spesso appaia fastidiosa per i credenti – non solo cristiani – l’idea che non solo l’uomo abbia un’anima che possa sopravvivere alla morte, ma che l’abbiano anche altre specie, sia qui che altrove. Come può una “classifica delle specie (o delle razze) elette” essere alla base del pensiero di un dio? Non si può credere ad un dio che faccia figli e figliastri. Secondo me questo è solo retaggio storico di quandi la religione veniva usata a scopi politici e sociali, per i giochi di poteri di una classe privilegiata che cercava di mantenere il proprio status.
      Abbraccio per te! 🙂

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  9. trovo molto affascinante tutto ciò che mi è ignoto, posso ritenermi a giusto titolo una persona molto curiosa..
    spesso è il timore di affrontare ciò che non conosciamo, a fermarci [su questo aspetto posso quindi ben comprendere il commento poco sopra di happysummer].

    Una navigazione introspettiva per me è sempre ben voluta, credo che non si finisca mai di scoprire nuove sfaccettature del nostro “io”

    [grazie per il consiglio lett.]!

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    • Sì, anche perché salvo casi rari, si tratta comunque più di input per indurci a ragionare su temi sui quali normalmente sorvoliamo che di svolte effettive. Non credo che in tanti riescano ad “illuminarsi” realmente, ma anche se si trattasse di solo una piccola crescita nel campo di capire sé stessi e la vita… bé, non mi sentirei di buttarla via 😉

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  10. Mmm non basterebbero dieci commenti per dirti cosa penso dell’anima e ho un’idea difficile da condividere anche su tutto il resto. Però una cosa su ttutte te la scrivo: per me l’anima esiste ed è separata dalle altre, si evolve attraverso varie vite per poi probabilmente passare a stati più alti (in altri sistemi solari) con vite molto più lunghe e capacità molto superiori a quelle attuali (dire che siamo la terra vuol dire che siamo proprio a terra..) e probabilmente una volta evoluta potrebbe anche contribuire a creare altri mondi e quindi altre vite, solo che il fine di tutto questo mi sfugge.. Troppo complicato o troppo bello tra tante cose che ho letto questa è l’idea che mi sono fatto, chissà…

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    • Il tuo è un pensiero che è stato mio a lungo, caro. E non è che sia sicuro che le cose non stiano così, adesso 🙂 Ciò che ho scritto è l’ipotesi che credo più ragionevole e che sento più probabile… alla pari forse solo con quella materialista, ovvero che non ci sia proprio nulla oltre ciò che vediamo con gli occhi e percepiamo con gli altri sensi.
      Il che è già tanto se penso che fino a pochi anni fa il mio pensiero era girato decisamente verso l’ateismo e il materialismo più convinto 🙂
      Ah… il fine? Secondo l’Advaita Vedanta e anche il Buddhismo… non solo non è alla nostra portata, ma non è nemmeno un problema nostro: inutile, insomma, cercare di comprenderlo.

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  11. esistono libri che sanno scavare nel profondo della nostra anima, sanno farci riflettere e alle volte emergono sorprese, riusciamo a vedere con occhi diversi certi aspetti della vita!..dopo aver letto il tuo post comprerò il libro..ciao Wolf

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  12. Come ti ho scritto nel mio blog, mi è piaciuta la tua argomentazione.
    Anche a me piace pensare che siamo tutti parte di una Coscienza Universale (che le religioni chiamano Dio), come tanti “pezzetti” sparpagliati per il mondo di questa unica grande Energia. Penso che siamo “pezzi” della Coscienza Universale perchè in caso contrario non ci sentiremmo mai incompleti, inadatti o soli. Secondo me nel momento in cui questi “pezzetti” di Coscienza Universale abbandonano il corpo con la morte di questo, vanno a “ricompattarsi” gli uni con gli altri, riunendosi a quella Energia, quella Coscienza, quel Dio, di cui tutti facciamo parte, raggiungendo così la reale completezza e perfezione.
    Ovviamente non c’è nulla di certo, è solo una delle innumerevoli ipotesi.
    Hai proprio ragione sul fatto che l’umanità dovrebbe finalmente essere pronta a rinunciare all’io … ma ancora non abbiamo neppure riconosciuto che fare del male al prossimo, agli esseri viventi ed al pianeta vuol dire, semplicemente, danneggiare noi stessi…. la strada è lunga, ma io, come sai, ho molta fiducia nel genere umano! 😉
    Buona serata.

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    • I due aspetti sono certamenti legati, caro Mr. Loto: avessimo percezione che l’io è solo una effimera costruzione mentale, certamente ci comporteremmo tutti in maniera ben diversa…
      Buona serata a te 🙂

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  13. A me non appare fastidiosa tale idea, caro Wolf, anzi ti dirò che come primo pensiero, dopo aver letto il post, ho avuto proprio quello relativo all’anima degli animali… Volevo farne l’oggetto della mia tesi, ma sono stata indirizzata ad altro argomento…
    Non possiamo pretendere di avere l’esclusività, soprattutto se abbiamo esperienza quotidiana con animali, o anche piante se vogliamo :-).
    Un abbraccio rinnovato!

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    • Ah, scusa cara 🙂 Leggendo “la natura umana ha in sé qualcosa che trascende l’umano stesso” ho pensato – erroneamente – che fosse sottointesa una superiorità universale della nostra specie, cosa che da molto tempo ho smesso di credere… se mai l’ho pensato 😉
      Ri-abbraccio! 🙂

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  14. Argomento interessante ma difficile e tra l’altro riservato a chi ha un’ottica lontana dalla fede, almeno credo sia così. Per la religione cristiana l’anima non s’incarna e non ha vissuto altre vite; nasciamo, viviamo, moriamo e l’anima lascia il corpo per entrare in una dimensione eterna che la vedrà nuovamente protagonista con un corpo nuovo quando rinascerà il Paradiso, la terra dell’amore, gioia, unione fra i popoli, e tanto altro. Ora essendo io cristiana, queste teorie mi affascinano ma solo di riflesso, come guardare delle immagini e sapere di non farne parte.
    Il tuo post è molto interessante ed è un piacere entrare da te e leggerti, perché per quanto io abbia le mie idee, non disdegno questi argomenti.
    Un caro saluto
    annamaria

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    • Bé… direi lontana dalla fede Cattolica, non dalla fede in generale, poiché chi è induista l’abbraccia in pieno, e chi è buddhista ci va molto vicino 🙂
      Comunque non è questione di “seguire” questa o quella fede, ma di intime convinzioni. Spesso i “credenti”, non solo cattolici, dicono di “credere” a ciò che la loro fede professa, ma in realtà hanno solo appreso la lezioncina teorica, l’hanno messa da parte e non ci hanno più pensato. La prova? Chi ha fede vere, in qualunque confessione essa sia, non ha paura della morte e nemmeno degli eventi sfavorevoli in generale, poiché sa che quella è la volontà del suo dio. Anche se per te è davvero così, sappiamo benissimo che non è così per la maggioranza dei credenti che, appena sono messi un attimo alla prova, cadono preda dello sconforto e della disperazione.
      Fede, credo e ricerca spirituale non possono essere separate. Non si può decidere una volta nella vita di dire “ok, io sono così e seguo questo credo” a tavolino, non ci credo 🙂
      Caro saluto a te! 🙂

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  15. Perchè mai questa visione terrificante? Annullamento? No! E’ naturalissima “espansione di coscienza”, invece di annullarci ci moltiplichiamo al’infinito! Ma questo il cervello destro lo sa benissimo, ci vive dentro tutto il tempo…! Il senso di sè non si assopisce affatto, anzi! Esce dalla gabbia dell’identità singola…ma non perde sè stesso! Immagini la grande, enorme sorpresa quando scopre che il “sè stesso” è quello di tutti? 😀 Ma non so se succede subito al primo colpo sai, chissà perchè abbiamo deciso di rendercela complicata questa consapevolezza…! Ciao Wolf, grazie del passaggio, sempre gradito:)

    http://www.cristinakhayblog.wordpress.com

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    • eheheh il motivo è che abbiamo sviluppato un “io” psicologico con il quale ci siamo identificati, come se noi fossimo i nostri pensieri razionali. Naturale che, così, abbiamo il terrore di essere annullati 🙂
      Grazie, un salutone! 🙂

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  16. Sai Wolf, entrando nel tuo blog, l’ho nuovamente visto fermo al 24 giugno, al mio commento, e stavo per chiederti nuovamente se ancora non ti fossi riposato abbastanza dalla vacanza… Poi mi sono ricordata che era già accaduto e ho aggiornato la pagia, una, due, tre volte, fino a che sono apparsi gli altri commenti.
    Dunuque, mi pare di avere capito che, entrando dal link che c’è nella home del mio blog, io entro nel mio commento…
    …Ecco, una spiegazione razionale a quello che mi sembrava un mistero inspiegabile…

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    • No… non credo che sia così… credo che per qualche strana ragione nella “cache” – la memoria – dei PC altrui resta sempre memorizzata l’ultima pagina del blog visitata. Quando tornate sul blog… si vede questa, invece della nuova pagina aggiornata del blog. Ma non saprei dirti perché…

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    • eh, tu ci scherzi… ma è proprio così 😀 Il tuo “io” sarebbe una illusione, intendendo però per “illusione” non qualcosa che non esiste, ma qualcosa che non esiste di vita propria e protratto nel tempo. Il tuo io sono i tuoi pensieri che cambiano continuamente, che sono lì per la loro breve vita perché c’è una mente che li genera. Ma loro non sono “te” e te non sei loro. Loro sono… piccole manifestazioni che vanno e vengono, e così il tuo io 🙂

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  17. In effetti siamo manifestazioni della coscienza universale (che si può identificare nel Dio in cui si crede), ma esistiamo come singole anime.
    Ogni anima dopo il suo cammino tornerà alla coscienza universale. Il fatto è che per
    tornarci bisogna fare un bel lavoro…mica ci si ritorna così…muoio e via non ci penso più tanto sono solo una manifestazione, non esisto 🙂
    Dopo varie vite e mille peripezie, quando si è raggiunto un grande sviluppo spirituale, a quel punto si può tornare alla fonte che ci ha creati.
    Ovviamente questa è la mia personalissima opinione, data da qualche esperienza fuori dal comune 😉

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    • In realtà il tuo è solo un diverso punto di vista della medesima faccenda. Secondo l’Advaita Vedanta, la coscienza indivuale, quella che potremo chiamare anima, è anch’essa solo una “porzione” della coscienza universale, perciò anch’essa non esiste come entità a sé stante (non uso la parola “illusione” perché noi occidentali la fraintendiamo: non è che non c’è nulla, non c’è nulla di separato dal resto). Tuttavia, fino a quando ci identifichiamo in essa e la “proteggiamo”, “rifiutiamo” di tornare indivisi nel tutto (cosa che in realtà siamo comunque, è come se un’onda cercasse di restare onda per non far parte dell’oceano), dopo la morte del corpo fisico ci reincarniamo, ovvero lasciamo che questa coscienza individuale si ricondensi, per così dire, in un corpo fisico. E così via, fino a quando non riusciamo a capire e a “liberarci”. Questo, sì, può richiedere innumerevoli vite… ma non è detto.
      Come vedi è la stessa cosa vista da due punti vista: da quello della coscienza individuale, come l’hai messa te, e da quello della coscienza universale come sopra descritto.
      Buona serata, cara! 🙂

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      • Si i concetti sono molto simili comunque sia in un modo o in un altro si torna sempre alla fonte poichè siamo parte di lei.
        Buona notte caro Lupo, un abbraccione 🙂

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  18. la sfera emotiva umana è così vasta… complessa, riuscire a guardarsi dentro e ri~conoscersi è difficile è vero, alcune cose non le capiamo di noi, altre, forse le dis~conosciamo, siamo noi stessi, il nostro io, tessere di un immenso puzzle, che tentiamo man mano di far combaciare, alcune le limiamo, smussiamo un po’ , dobbiamo “R~esistere” e imparare forse, innanzitutto a volerci bene, per poterci conoscere

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    • Il tuo discorso appare avere a che fare con la sfera psicologica, e, come tale, è molto giusto. Abbiamo talmente tante spinte, spesso contrastanti tra loro, dentro di noi, che è difficile riuscire a… mettere ordine 🙂
      Quello dell’Advaita Vedante e, se vogliamo, delle correnti spirituali soprattutto orientali, è una “azione” (meglio sarebbe non-azione) che tenta invece di andare oltre l’io psicologico, di trascenderlo, arrivando a capire che è una costruzione mentale, una… invenzione. Se riuscissimo ad arrivare a tanto… la psicologia non avrebbe più ragione di esistere 🙂
      Molto più facile a dirsi che a farsi 😉

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  19. Per una settimana, da lunedì, stacco la spina, evado un po’. 🙂
    Ritornerò un po’ più in forma sicuramente e sarò qui a seguirti negli sviluppi di questo interessantissimo discorso. Sai, è qualcosa che non mi posso perdere. 😀
    Intanto felice weekend e buona settimana a voi due Wolves… e coccole particolari a tutti gli altri di casa Wolf!
    Un abbraccione!!!

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  20. Caro Wolf, quest’Io così ingombrante che ci siamo costruiti è difficile annientarlo e forse anche tutto questo chiedersi (e rispondersi) sul senso di questo o di quello e su cosa succederà dopo la morte ecc ecc è sempre il grido dell’Io che non vuole essere messo mai da parte… eppure certe cose le sappiamo, ad esempio che siamo particelle sempre in movimento, quindi mai gli stessi e dunque si potrebbe dire in effetti che non esistiamo, insomma ne potremmo parlare all’infinito… rimane il fatto che tutti in certi momenti abbiamo la sensazione di essere qui e anche altrove e forse è solo in quel guizzo, nel lampo dell’intuizione che sappiamo di avere tutte le risposte che ci servono, solo che poi, subito dopo, ce ne dimentichiamo e ridiventiamo vittime della mente…
    sempre più mi sembra che questo sia il pianeta della sperimentazione , qui ci si incarna per provare tutte le esperienze umane, per questo il cammino evolutivo è così lento, per un’anima che finalmente si libera, tante altre sono appena all’inizio…
    un abbraccio

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    • A parte le ultime righe del tuo commento, trovo tutto molto giusto e sono perciò pienamente d’accordo 🙂 Tra l’altro tu hai la capacità di scrivere molto bene e dunque di rendere chiaro anche ciò che è difficile da spiegare 🙂
      Perché ho scritto “a parte le ultime righe”… Perché non sono affatto sicuro che la vita su questo pianeta abbia scopo evolutivo, che sia una… palestra 🙂 In realtà, l’Advaita Vedanta e, dovrei far mente locale ma credo proprio anche il buddhismo, non ha una spiegazione del perché siamo qua. Sostiene che non riusciremo mai a capirlo razionalmente, come una particella d’acqua che scorre dentro ad un fiume non potrebbe immaginare che cosa c’è fuori dal fiume stesso, e forse persino che cosa sia questo fiume. Saremmo perciò impossibilitati a capire “perché”. Possiamo solo avere la percezione di essere parte del tutto e cercare di sbarazzarci di un io individualizzato che ci crea tanti problemi e sofferenze così da sapere di essere parte di un tutto che non è mai nato e non può mai morire.
      Ma il perché sia così, perché ci sia questo universo che null’altro sarebbe se non una manifestazione della coscienza universale, ovvero perché la coscienza universale si sia presa la briga di manifestare tale universo materiale, noi inclusi, non lo potremo mai sapere.
      Un caro abbraccio 🙂

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  21. Credo in una coscienza universale e credo che l’amore porta ad avere coscienza degli altri come se ne ha di se stessi. Tutti noi, siamo inclusi nella coscienza di altri , anche solo con l’immaginazione e forniamo un immagine complessa che è impossibile definire…se si ha coscienza di questa immensità l’io si riduce ad essere piccolo e al contempo forte per scegliere di allargare la propria coscienza..
    Allargarla non è una cosa facile, perchè implica avere a che fare con molto dolore , implica non avere paure ed affrontare cio che ogni situazione ti propone con forza…ma quando cominci a farlo…anzi è proprio quando cominci a farlo che ti stupisci della forza che possiedi…superare i limiti razionali ed emozionali del nostro io è , a mio avviso , la cosa più bella della vita e credo sia la via per accedere ad una coscienza universale..

    Noi pensiamo che tutto sempre debba avere uno scopo, pensarlo è cio’ che ci fa vivere, scegliere, muoversi , pensare e forse l’unica cosa che è fine a se stessa è proprio amare.
    buona serata

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    • Sicuramente il nostro è un io limitato, un io che che dovremmo trascendere per avere percezione di cosa siamo in realtà. In genere ciò avviene solo per brevi istanti, ottenere una “presenza” più stabile è molto difficile, ma possiamo tentare.
      Grazie per il tuo bel commento e buona fine di weekend 🙂

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  22. Cose complicate, mio caro Wolf, di cui probabilmente non verremo mai a capo. Per qualche motivo l’energia organizzata sotto la parvenza di materia (percepita da NOI come materia) acquista coscienza di essere, in ognuno dei molteplici esseri viventi, ma questo non garantisce che debba esistere una coscienza universale unitaria. Non esiste prova dell’esistenza di un’anima mundi, se non ipotizzando una nascita della materia da un punto primordiale, un suo allontanamento dal punto e la conseguente creazione del tempo e dello spazio. Per analogia, allo stesso modo dovrebbero comportarsi tutte le cose, che tutte dovrebbero moltiplicarsi e poi tutte dissolversi tornando al punto di origine. Così pure dovrebbe avvenire delle vite e delle coscienze. Naturalmente, è solo un’ipotesi. Per ora il modello standard della fisica prevede il big bang, ma non tutti sono d’accordo.

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    • Infatti, caro Guido, la prova “scientifica” di ciò non esiste e, secondo l’Advaita Vedanta – ma non solo – la si può trovare solo tramite l’esperienza diretta in sé stessi: messo a silenzio l’io, dovrebbe essere possibile avere percezione dello… “sfondo”, ovvero della nostra parte universale.
      Mi piace raccontare un piccolo aneddoto che mi accadde nell’ormai lontano 1999, quando visitai uno dei più grandi centri tibetani europei a Pomaia, in Toscana. Durante la lezione del Lama, chiesi, attraverso il traduttore, come si poteva avere evidenza, prova, che ciò che stesse dicendo fosse vero. Lui rispose laconicamente qualcosa tipo “Medita. Sentirai [prima o poi] che è così”. La mia mente occidentale, portata al razionalismo, fu ovviamente delusa da tale risposta, si aspettava prove molto più tangibili. Ma molti anni dopo capì che quella era l’unica risposta sensata che il Lama poteva darmi.
      Aggiungici che l’Advaita Vedanta, come d’altronde il Cristianesimo quando parla di “disegno divino” che non possiamo conoscere, sostiene che è impossibile per noi capire “perché”. Il loro esempio è quello della particella d’acqua in un fiume che non può arrivare a sapere cosa c’è fuori dal fiume, può fare ipotesi ma non averne esperienza diretta. La particella può solo accettare di seguire il flusso, senza opporsi ad esso, con la consapevolezza che ciò è giusto.
      Tuttavia, Guido, credo che le moderne scoperte scientifica vadano un po’ nella direzione dell’Advaita Vedanta, nel momento in cui dimostrano che davvero tutto è fatto da un’unica “sostanza”, l’energia, che c’è sempre stata e non può essere distrutta, che tutto permea e forma. Ed anche il fatto che questa energia sappia cosa sta facendo e non agisca per caso, sembra evidente. L’unica cosa che non possiamo spiegarci è… perché, appunto 🙂

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  23. Rileggerò più attentamente questo post, ci vuole concentrazione ed al momento, vista l’ora, di concentrazione non ne ho molta!
    Sono anni che mi faccio un sacco di domande alle quali, ovvio, non so rispondere. Forse, dopo la nostra morte potremo scoprire chi siamo e di cosa siamo fatti!

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    • Ti dirò, non pensare che abbiamo dedicato al libro e successive riflessioni chissà quale tempo, cara Paola, solo qualche pagina alla sera prima di dormire (anche perché non è un libro scorrevolissimo, e se si vuol cogliere qualcosa non si può “correre”) e le riflessioni… cammin facendo 😉
      Abbraccio!

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  24. Davvero un bel post, grazie per compartire! Mi sento vicino al tuo cammino. In ottica diciamo ‘advaita’ la domanda cosa succede dopo la mia morte, non ha senso. Semplicemente non è un problema. È solo una parte del ego, che è illusivo che tramite la mente specula come è sua natura fare e si interroga su che fine farà dimenticandosi che è illusione. Tutto continua com’è prima dopo e durante. Resta solo ciò che davvero è e di cui non si può dire nulla … quel silenzio… )forse ahhaahha… (IMHO ovviamente).
    Namastè 🙂

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  25. Salve! Mi sono occupato infinitamente di queste storie…ed alla fine ho concluso che l’uomo è proprio un’animale che va in cerca di auto-illudersi, con la religione e quant’altro. Ma non è meglio lasciare tutte queste cose e vivere la vita quotidianamente in modo semplice e naturale?

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    • Certo che sarebbe meglio 🙂 Il punto è che l’uomo sa di dover morire per cui non gli è affatto facile vivere come un animale dimentico di tutto (ammesso che gli animali non sappiano – anche quando ancora stanno bene – di dover morire). Apparentemente molte persone sembrano vivere così, ma l’angoscia di tale consapevolezza vive sempre in un angolo della loro mente pronta a fare capolino alla prima occasione, anzi spesso è proprio chi non ci pensa mai quello che crolla più miseramente alla scoperta della propria caducità. Personalmente non credo che sia davvero possibile far finta di nulla, almeno per me e per molti altri è così. L’unica speranza non è nascondere la testa sotto la sabbia ma superare la paura atavica della morte proprio attraverso la consapevolezza – ma una consapevolezza vera, sentita, non solo razionale – che, in fondo, tutta la vita, già adesso, è una illusione. Chissà, magari tu a questa consapevolezza ci sei arrivato, anche se credo che sia facile crederlo fino a quando qualcosa non ci fa trovare nei pressi del baratro.
      Ovviamente salvo credere veramente in una vita dopo la morte, che è tutta da dimostrare… purtroppo 🙂

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