La stella di Albert – racconto

crisi finanziariaEra notte inoltrata ormai, ma Albert ancora non riusciva a prendere sonno. Quasi ogni notte la sua mente rivisitava ossessivamente la sua vita, soprattutto l’ultimo periodo.
Ricordava quando, mentre cenava nella sua bella casa, assieme alla sua adorata famiglia, sentì per la prima volta la TV dare notizia della crisi americana dovuta ai mutui immobiliari subprimes. Non gli diede peso. Anzi pensò che come sempre gli americani erano stati un po’ pazzi nell’assumere rischi così grossi negli investimenti; certo, a volte quella politica aveva pagato, ma adesso i nodi stavano venendo al pettine. Sentì addirittura un pizzico di orgoglio nel pensare che evidentemente i sistemi europei, che tanto sembravano dover imparare da quello oltre oceano, adesso dimostravano la loro forza e solidità, in barba ai “soliti sbruffoni”.
Ma via via la situazione peggiorò e ciò che era sembrato distante iniziò ad apparire sempre più pericolosamente vicino. Anche la preoccupazione in famiglia cominciò a serpeggiare sempre più forte: malumori sorgevano sempre piu’ forti tra lui e sua moglie, e le due figliolette, che fino ad allora erano cresciute in un clima idilliaco, incominciarono a capire cosa erano urla e litigi.
Era così affranto nel ricordare il crollo del suo sogno… come poter prendere sonno? Ormai perfino la delusione se n’era andata, c’era solo sconforto.
Albert si rigirò sull’altro fianco cercando di coprirsi il più possibile con quella sola coperta e quel cartone, ormai diventato suo scomodo materasso. Almeno non c’era molto via vai di gente quella notte lungo il tunnel della stazione.
Vuoto e rattristato si arrese all’ennesima notte insonne e si mise a sedere. In quel momento stava passando una ragazza, anche in lei riconobbe la consueta reazione: l’occhiata di curiosità si trasformo in imbarazzo e paura, forse perfino in disgusto, distogliendosi in fretta con malcelata indifferenza.
Albert abbassò lo sguardo e dopo qualche secondo si alzò e si diresse all’aperto incurante del freddo pungente, lasciando lì quelle poche e povere cose che però erano tutto ciò che gli era rimasto.
Si diresse sul ponte e si affacciò, guardando il fiume che scorreva sotto di lui. L’aveva già fatto, ma quella sera l’acqua sembrava chiamarlo con voce suadente… ne era quasi ipnotizzato. Sembrava la soluzione a tutto quel vuoto che ormai imperava dentro di lui.
Alzò lo sguardo al cielo, cercando la sua stella, quella che fin da bambino gli fu’ indicata da sua madre, “vedi? Quella è la tua stella, non ti lascerà mai, ti sarà sempre vicina, ogni volta che sarai in difficoltà. Anche quando io non ci sarò più”. Quante volte in passato l’aveva cercata quella stella! L’aveva pregata con le sue richieste! E… ogni volta sembrava davvero che lo ascoltasse e l’esaudisse. Ma la crisi sembrava aver corrotto anche lei.
Aguzzò la vista, ma non riusci’ a vederla! Incredibile… eppure doveva essere lì, in mezzo alle altre due… Non c’erano neanche nuvole! Albert lo percepì come un segno, una conferma: perfino la sua stella l’aveva abbandonato come, al culmine della tensione, aveva fatto sua moglie, portandosi dietro le bambine. Non aveva nemmeno cercato di fermarli, lo trovava giusto, non era più in grado di provvedere economicamente a loro. Che padre poteva ormai essere? Trovava inevitabile quanto stava succedendo.
Tornò a fissare l’acqua con il cuore in gola e le lacrime che gli velavano la vista. Posò le mani sul parapetto e si preparò a scavalcare, quando si sentì chiamare…
“Giovanotto, mi scusi, sto cercando l’albergo Do Bonfim…”
Era una bionda signora anziana, molto ben vestita, uno stile antico… Sembrava uscita dal secolo scorso…
“Ah… ehm… sì, dunque…”
Albert si ricompose, quasi contento di poter esserle utile.
“Vede quel campanile che spunta dietro quelle case? L’albergo e’ proprio lì, a fianco della chiesa…”
“Grazie! Sono arrivata in stazione due ore fa’, sa? Ho i piedi che mi dolgono e le gambe che quasi non mi reggono più, nessuno sapeva aiutarmi. E dire che era così vicino, vero?”, disse sorridendo. Doveva essere stata una bella donna da giovane, pensò Albert. Trovava in lei qualcosa di familiare. La donna proseguì: “Sicuramente ho continuato a muovermi in circolo, mi avevano dato delle istruzioni sbagliate e io, convinta che dovevano essere giuste, mi sono intestardita a rifare sempre lo stesso percorso. Che stupidi che siamo a volte, vero giovanotto? Pensiamo che quella che ci è stata indicata sia l’unica strada possibile, perfino quando dimostra di non portarci dove vogliamo; quella “deve” essere la strada, solo perché così ci è stato detto! E la soluzione invece è là, dietro l’angolo, là che aspetta solo che non ci arrendiamo alle parole degli altri e decidiamo di tentare una strada nuova, usando la nostra testa e un po’ di coraggio…”
Albert non la stava più guardando, si era voltato verso l’acqua nella quale, solo pochi minuti prima, voleva lasciarsi cadere. Adesso la voce del fiume non era più dolce come era sembrata prima; era la voce ingannevole di tutti coloro che l’avevano spinto fin là, dentro quel tunnel, tra quel cartone e quella coperta. Alzò lo sguardo verso il cielo, con la fierezza dei bei tempi che ormai pensava di aver perso. “Domani è un nuovo giorno, busserò ad ogni porta, troverò un nuovo lavoro, non importa quale… e presto tornerò dalle mie bambine!”. Volse lo sguardo con tono di sfida verso la sua stella, rea di averlo abbandonato, ma… la stella adesso c’era, bella e brillante come sempre.
Si girò di scatto verso la signora per ringraziarla… ma non c’era nessuno dietro di lui.

 

0 pensieri su “La stella di Albert – racconto

  1. Caro Wolf, non scriverò la classica

    qui lo dico e qui lo nego…

    Proiezioni del genere ne ho vissuto almeno due…. un attimo non quantificabile nello spazio e nel tempo… in cui qualcosa ti appare o un rumore dolce ti perfora le orecchie…visioni e suoni che non fanno paura. Non lo avevo mai scritto, un abbraccio, carla

    "Mi piace"

  2. Niente di scandaloso.
    posso raccontarti l’ultima (tra le 4 che mi hanno sfiorato) che verso la fine di gennaio stavo togliendo gli addobbi tardivi presso il ristorante di mia figlia (chiuso per ferie). Ero nella saletta inferiore, ho visto passare una figura, un fulmine, andava verso una stanza con porta esterna chiusa. Ho chiamato:
    Andrea!
    (Mio figlio che stava al piano di sopra) non rispose nessuno. Richiamai….
    Chiusi gli occhi per ricordare la sagoma, giovane ragazza con capelli neri….salii e chiesi a mia figlia, alla dipendente… nessuno era sceso.
    Tornai al lavoro tranquillizzata, senza timore alcuno. La sera mi trovai a scrivere di getto della cara Giovanna morta a 16 anni nel 1958 e di Anna Frank, identiche nel fisico.
    Qualcuno era venuto in un modo o nell’altro a salutarmi. Era un momento difficile…

    Non mi prendere per scema..Un abbraccio, carla

    "Mi piace"

  3. ..Leggendo il racconto mi sono ritrovata in alcuni passi, anche io sento spesso la presenza di “qualcuno vicino a me” , la mano che mi solleva in ogni mia caduta, le braccia che mi stringono nei momenti difficili, sono convinta che esistano enità che ci accompagnano durante la nostra vita..ma bisgona avere occhi diversi per riuscire a vederli…un abbraccio 🙂

    "Mi piace"

  4. x jouy: ma figurati se ti prendo per scema! 🙂 Tra l’altro ho gia’ parlato di “presenze” e “messaggi”, sia qua e la in vari post (per esempio in fondo a quello dedicato a mia madre: Un po’ di Wolf… 2006: mia madre) che nei post dove parlavo di paranormale (Paranormale: raccontate la vostra esperienza, tra l’altro esattamente un anno fa! ;)) e di fantasmi (Fantasmi), anche se, a rigore, qui sarebbe forse piu’ giusto parlare di angeli o “anime” 🙂
    Comunque, come vedi, l’argomento e’ sempre stato per me affascinante e ogni aggiunta, come le tua testimonianza, sono per me importanti 🙂

    "Mi piace"

  5. x unsogno: come scrivevo a jouy, mi piacerebbe poter sapere qualcosa di piu’, questi argomenti sono sempre stati affascinanti per me 🙂

    x Fly: bellissimo commento 😉 Stringato ma… che colpisce profondo 🙂
    Un sorriso! 🙂

    x minny: be’, non so se io ho questa convinzione 🙂 Per questo, forse, mi fanno sempre piacere le testimonianze come quelle che, in diverse, state riportando nei commenti a questo post 😉
    Abbraccio! 🙂

    "Mi piace"

  6. Una possibile conclusione di uno dei temi del post precedente. Siamo pronti ? Saimo organizzati per affrontare la vita e se sì come lo siamo? Quanto siamo disposti a spenderci ?Le stelle e le vecchine sono “segni” e simboli per noi e di noi.
    Albert li ha ascoltati. Si è speso per ascoltarli e per rimettersi in gioco. Le sue mete sono poche, chiare ed attuabili.
    Significativo, bravo lupetto, con vero cuore.
    ps il Liga saluta Sissi e Julius.
    Buon tonno a tutti (Mhàaa, roba da gatti, immagino)

    "Mi piace"

  7. Eh sì, i momenti di sconforto… difficile stabilire se quanto ci capita di imponderabile sia una nostra proiezione, una nostra capacità di dare un determinato senso alle cose o sia piuttosto un intervento altro.
    Di recente ho provato un forte senso di smarrimento in seguito a problemi pratici, esterni che avrebbero potuto cambiare la mia vita in modo irrimediabilmente negativo.
    Lo sgomento è stato così forte e protratto nel tempo da rendermi esausta. Attendevo una risposta che tardava ad arrivare e mi stava annichilendo.
    In uno di questi giorni di profonda angoscia mentre uscivo dallo studio di una persona che avrebbe potuto cambiare qualcosa, trovo per terra, bagnato dalla pioggia, un piccolo vangelo di color blu. Incuriosita lo colgo, lo asciugo e lo metto in borsa e mi dirigo verso la mia meta. Ancora una volta mi sorprende un evento inatteso. Il luogo in cui dovevo andare era chiuso ma proprio lì, cosa di cui non mi ero accorta le volte precedenti, c’era una cappella illuminata sfarzosamente come se fosse in festa. Mi siedo, apro la borsa, il vangelo e cerco le pagine che erano segnate con evidenza dalle orecchie. Il messaggio è chiaro. Ed era anche la risposta ai problemi di quel momento: un invito a credere nella Provvidenza, a non angosciarmi oltremisura perché ogni giorno porta già con sé il peso della propria croce.
    Ho pensato subito a sant’Agostino e alla sua conversione narrata in un celebre passo delle Confessioni in cui una voce infantile, una cantilena mai udita prima ripeteva “tolle, lege, tolle, lege”, invitandolo a leggere un passo della lettera ai Romani in cui l’apostolo Paolo esorta ad abbandonare le opere della carne e a rivestirsi di Cristo …ma ne avevo viste così tante da non riuscire a provare più l’incanto e lo stupore che forse qualche anno fa avrei provato. Come faccio a credere che sia un messaggio per me – mi domandai. Sono stanca di sperare ad oltranza. Come si può continuamente sperare nel presente qualcosa che non è o non è ancora. Come è conveniente vivere? Illudendosi per qualcosa che potrebbe esistere perché la stai costruendo o accettando la realtà, salvando il salvabile e facendo una valutazione definitiva in base al presente, anche se sai che non sarà semplice dare un senso nuovo alla tua vita?
    Difficile. Bella la speranza. Inconsolabile ormai l’illusione.
    Le sorprese mistiche quella sera non finirono. Mi trovavo in un’altra città eppure proprio in quel momento venivo chiamata da una voce che mi sembrava di conoscere.
    Era un amico, che avevo conosciuto anni addietro in parrocchia, nel periodo in cui spendevo parte del mio tempo nel volontariato. Anche lui si sorprese di trovarmi là, naturalmente. L’occasione di quell’incontro era l’approfondimento della figura di San Paolo. Tutto era collegato. Mi invitò a rimanere con loro quella sera. Non accettai e presi l’autobus per tornare a casa. Troppo dolore, troppo senso di abbandono perché io potessi abbandonare il mio dolore, d’un colpo.
    Me ne andai a casa pensando che avrei voluto essere lì con loro, avrei voluto essere più semplice e accettare quell’abbraccio che mi veniva donato.
    Qualche giorno fa finalmente arriva la telefonata che aspettavo.
    Quel messaggio era proprio per me.

    Un abbraccio.

    "Mi piace"

  8. x goodnight: grazie cara 🙂

    x CapeH: ahahah Julius e Sissi restituiscono il saluto al Liga 😀
    Leggi anneheche, che scrive il commento #5? Se leggi il suo ultimo racconto vedrai che… davvero l’aiuto non conta, se non siamo noi i primi a volerci aiutare 🙂

    "Mi piace"

  9. bello anche questo racconto, regala molta fiducia:)
    e cmq, sono del tutto convinta che ci sia qualcosa – o qualcuno – che ci sostiene nei momenti difficili e ci dà la forza di continuare…
    non sono particolarmente credente, tutt’altro; però forse esiste davvero una specie di angelo custode, per ciascuno di noi…o forse siamo semplicemente noi stessi che riusciamo in un modo nell’altro a risalire la china…non so:)

    grazie Wolf, del tuo racconto:))

    "Mi piace"

  10. x ilmigliorosa: ehila’! Ciao carissima 🙂
    Si’,si’, sono d’accordissimo col tuo dubbio. In effetti ad un certo punto avevo pensato ad un doppio finale, come per il mio racconto precedente (Progetto Paradise): il protagonista avrebbe capito che quella stella… era in realta’ dentro di lui. Questo finale sarebbe stato piu’ consono al mio modo di pensare ed intendere la vita, ma… alla fine decisi di mantenermi fedele all’intuizione originale e cosi’ non lo modificai.
    Sai… dico sempre che chi ha fede (non parlo necessariamente della fede in un dio) non ha bisogno di prove, mentre chi non ce l’ha non trovera’ definitiva alcuna prova, nemmeno fosse di grande evidenza.
    Io credo che ad un certo punto subentri la paura, quella di accettare di credere per poi rimanere magari di nuovo delusi.
    Forse la via di mezzo e’ una… non via. E’ l’accettazione di cosa accade e di cosa bisogna fare. E’ l’accettazione della vita per quello che e’. Senza tante spiegazioni.
    Che pensiero meraviglioso una vita senza paura!
    C

    "Mi piace"

  11. x flame: gia’, un angelo che ci faccia riscoprire la forza che giace abbandonata dentro di noi.
    Un abbraccio carissima! 🙂

    x Kat: eheheh grazie Kat, sei molto gentile 🙂 Ma… buon WE… la domenica sera alle 22:30?? 😀
    Buona settimana, cara 😉

    x morellina: eheheh vedo che anche te arrivi allo stesso quesito al quale sono gia’ arrivate altre persone 😉
    Chi lo sa? Forse entrambi. Forse qualcuno ci aiuta a ritrovare… noi stessi 🙂
    Grazie a te cara 🙂

    "Mi piace"

  12. io dico che…Il destino riserva sempre ciò che noi abbiamo attratto quindi nel momento in cui qualcosa non va non prendiamocela con le persone che ci circondano e che ci danno amore ma solamente con noi che ancora una volta non sapendo usare la legge di attrazione abbiamo attratto la cosa sbagliata…….
    Avendo nelle mani la conoscenza di un potere cosi immenso come il segreto non ci resta che impararlo ad usare e creare il nostro destino…
    Immaginiamo il segreto come fosse lo strumento di un pittore cioè il pennello bene iniziamo a dipingere……. un bacione mio saggio e dolce amico;)

    "Mi piace"

  13. x morellina: gia’… chissa’ se si puo’ davvero capire? 😉 Probabilmente e’ piu’ questione di “fede personale” che di prove.

    x simona: accidenti… il “segreto” ti ha proprio convinta vedo! 😉 Fammi sapere se oggettivamente funziona, ovvero se realmente puo’ dare risultati che non siano attribuibili alla mera convinzione psicologica 🙂

    "Mi piace"

  14. x Anna: ciao cara, buon inizio settimana anche a te! 🙂

    x kat: scusarti… di che? 😀 A presto kat, e buona settimana anche a te! 😉

    x Lianne: grazie cara 🙂 Buona giornata e un sorrisone, eccolo: 🙂
    😀

    "Mi piace"

  15. Un racconto che chiama molto la realtà..Già a volte ci prende l’attimo di sconforto e farla finita ci sembra la via più semplice ma così non è..
    Lottare comunque sempre sopratutto per le persone che amiamo sono loro che ci danno la forza…
    Scritto e lettura piacevole,un plauso per te…
    Bacio**
    Anna..

    "Mi piace"

  16. Ciao wolf…bel racconto!
    invece io, voglio raccontarti un mio episodio:
    undici anni fà rimasi incinta,
    ma purtroppo dopo due mesi persi la bambina,
    non riuscivo ad accettare la sua morte.
    per ciò caddi in una forte depressione
    che mi provocò ad avere sempre una sensazione di soffocamento,
    respiravo a fatica.
    Un pomeriggio,di quel brutto periodo,
    il mio ex marito mi portò in campagna,
    in un posto meraviglioso,
    pieno di alberi e campi fioriti,
    c’era anche un pozzo e due casette abbandonate,
    entrai incuriosita in una di quelle case;
    c’erano tante finestre aperte e solo una era chiusa,
    mi avvicinai e con forza la spalancai
    e in quell’istante soffiò una raffica di vento,
    respirai profondamente quell’aria pura che durò pochi secondi,
    subito mi accorsi che non avevo più la sensazione di soffocamento.
    Dopo, uscì dalla casa,e non molto lontano vidi una bambina biondina,
    vestita di bianco,che mi guardava e mi sorrideva,
    la sua presenza mi rendeva felice,lei non camminava,
    ma si spostava velocemente da un posto all’altro.
    Chiamai il mio ex marito per sapere se anche lui riusciva a vederla,
    ma mi disse che non vedeva nulla,quindi chiesi anche a mio figlio,
    e lui mi confermò di questa presenza,
    perciò gli chiesi di descriverla e di indicarmi il punto,
    e lui mi disse esattamente il punto e la descrizione
    di ciò che vedevo anch’io.
    Non ero la sola a vederla,tutto ciò era strano,
    mi sembrava di sognare ad occhi aperti,
    rimasi li per due ore,ma senza più vederla…
    Dovevamo tornare a casa,e mentre stavamo andando via,
    mi voltai, e apparse nuovamente la bimba
    che con la mano mi salutava e io ricambiai il saluto.
    La sera stessa,raccontai l’accaduto ai miei famigliari,
    ma mio suocero rimase sorpreso e spaventato di tutto ciò,
    e mi raccontò una brutta vicenda che accadde proprio in quello stesso posto.
    Mi disse che sessant’anni prima,una bambina che viveva lì
    ebbe un brutto incidente…morì a soli otto anni
    cadendo nel pozzo del luogo.
    Mi disse anche,che conosceva i genitori di questa bimba
    e che loro erano ancora vivi…
    non riesco ancora a darmi una spiegazione a questo episodio,
    so solo che da quel giorno ripresi a vivere e a respirare meglio.
    Un abbraccio alla piccola creatura…
    E un dolce abbraccio anche a te, mio caro wolf! 🙂

    "Mi piace"

  17. x Anna: oh, vale sempre la pena di combattere anche per se’ stessi comunque 😉
    Grazie carissima, prendo il plauso e me lo tengo! eheheh
    Bacio :*

    x buchineri: davvero interessante la tua testimonianza 🙂 Ho parlato diverse volte di apparizioni come queste, sia direttamente che attraverso i commenti miei e altrui, dai un’occhiata al commento #12: li’ trovi i link ad alcuni di questi post 🙂
    Un abbraccio! 🙂

    "Mi piace"

  18. x Flame: ma cara… c’e’ un tempo per ogni cosa! ahahah
    Bacione! :*

    x Griza: grazie cara 🙂 C’e’ molto bisogno di speranza oggi… da non confondere con l’illusione pero’! 😉

    "Mi piace"

  19. Come una fiaba! Hai edescritto con dolcezza e partecipazione la storia di uno sul punto di arrendersi e che una “fata” ha salvato indicandogli il cammino da percorrere per uscire dalla prigione degli schemi ed essere capace di vedere le stelle in cielo.
    Splendido racconto!

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a infinitaunica Cancella risposta