Distacchi

mano apertaIl titolo di questo post doveva essere “lasciare andare”, ma… mi sono accorto che l’avevo già scritto a gennaio, eccolo qui: Lasciare andare. E’ un gran bel post, sapete? ahahah mi faccio i complimenti da solo! 😀 Naturalmente però lo è anche grazie alle persone che all’epoca intervennero a lasciare i loro commenti 😉

Il fatto è che certe cose nella vita sono cicliche e prima o poi tornano, sempre. Per cui non mi stupisce averne già parlato, e più di una volta, seppure in forma diversa.

Che si parli di un amore finito, di un’amicizia persa, della perdita di un lavoro, dell’impossibilità di proseguire in un hobby che amiamo, per arrivare all’estremo saluto ai nostri cari che ci lasciano, siano essi familiari, amici sentiti o perfino amati animaletti domestici… i distacchi costellano le nostre vite, ne fanno parte: possiamo batterci fino alla fine per evitarli, ma a volte, semplicemente, non è possibile riuscirci, si può solo imparare ad accettarli e a gestirne il dolore che ne deriva nel migliore dei modi possibili.

Credo che ognuno di noi abbia dentro di sé un meccanismo innato, di difesa, di rinascita, che lo fa sopravvivere, che gli fa rialzare la testa. Ogni volta. E’ mia convinzione che in fondo non sia facile morire, sia fisicamente che in senso lato, sapete? Se solo siamo pronti ad accettare ciò che è avvenuto, la perdita che abbiamo subito, se solo siamo pronti a girarci un’ultima volta, a dare un ultimo abbraccio, a dire un “addio” sincero, convinto, a chi o cosa lasciamo ma soprattutto a quella parte di noi che vorrebbe ancora rimanere lì, attaccata a qualcosa che non c’è più, e poi girarci verso il futuro e la vita che ancora ci attendono… la Natura che è dentro di noi, ci aiuta a rinascere. Ancora una volta.

E poco importa cosa c’è nel nostro domani, certamente, se ciò che abbiamo perso non è più con noi, rimanere aggrappati al passato che lo rappresenta, sarebbe immensamente peggio che affrontare un avvenire che ancora non conosciamo.

Non abbiamo bisogno di lezioni, né di manuali o di facili ricette. Abbiamo solo bisogno di accettare di lasciare andare quella esperienza, per quanto possiamo averla amata.

Voglio chiudere questo post in maniera simpatica, perché la vita, non dimentichiamocelo, ha anche belle cose da offrirci, e… allora vi faccio salutare dai miei cari Julius e Sissi 🙂

Julius divanoSissi letto

 

 

0 pensieri su “Distacchi

  1. Sai bene come la penso, ormai, credo in proposito. Rischierei di ripetermi. Non riesco a capire l’aggrapparsi a cose che non hanno piu’ ragione d’esistere, a cose che si sono tramutate nel corso della vita, a ferire e legare contando sui sensi di colpa da provocare nell’altro. Racchiudere gli insegnamenti che un rapporto (d’amicizia, di lavoro, d’amore…) o un’esperienza ci ha dato, la conoscenza maggiore di noi stessi, la creatività che in noi ha provocato come un tesoro prezioso, non come un fardello sì. Legarsi a ciò che non ha più la stessa carica energetica no, come “legarsi ad un granello di sabbia” sperando così di non esser trascinati via al primo alito di vento.
    Ti abbraccio e, riguardo al tuo ultimo commento da me, ti rispondo che sono gli atti e le attenzioni tro che danno sicurezze, più che le parole (che tuttavia fa sempre immensamente piacere sentirsi rivolgere…ed è anche bello imparare a donare).
    Splendida giornata a te 🙂

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  2. Questa è una cosa che da qualche anno riesco a fare molto bene,sono orgogliosa soprattutto di come riesco a farlo con i miei figli…non è disinteresse o comodità,solo sento che voglio farli volare nella direzione che sentono loro.
    Ci sono madri che tengono i figli attaccatial cordone ombelicale anche da adulti,arrivando al punto di rovinare loro qualsiasi cosa non sia secondo le loro regole,matrimonio compreso.
    Io non sarò mai così con i miei figli li lascerò scegliere e anche sbagliare,sempre rimanendo a disposizione .
    Perchè i figli liabbiamo fatti nascere ma poi li dobbiamo pure lasciare vivere.
    Per quanto riguarda il lasciare andare in amore sono daccordo che è da vigliacchi tenere legata una persona attraverso i sensi di colpa ,oltretutto a cosa serve avere vicino una persona che resta per dovere e non per amore? muori tu e muore lei.

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  3. ciao ma che bel post davvero….distacchi si difficili ne so qualsoa quando persi mio padre fu un trauma lungo e doloroso per poi proseguire nella vita con altri distacchi lutti ferite ectecyect si a volte bisogna lasciar andare…..
    e la vita essi hai ragione..ma quando ci si e dentro….e dura…
    comunque complimenti……bacione

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  4. Sì, come dici tu…quello che chiamiamo istinto di sopravvivenza, forse, dico forse, è poco considerato, ma ciò non vuol dire che per tutti vale il libero arbitrio, ma mi discosterei troppo dal tuo post, quindi proseguo…
    Per quanto riguarda i distacchi, la fine delle relazioni, la fine delle persone….beh è sempre molto difficile parlarne poichè ognuno di noi vive esperienze simili in momenti e tempi mentali diversi, per cui a volte non si puo’ essere pronti, a volte sì.
    Considerata una situazione di serenità acquisita con sè stessi, come discrimine per proseguire il discorso, ti dico che anche secondo me il dolore è sempre gestibile e non bisognerebbe servirsene per crearsi degli alibi e per manipolare gli altri e la realtà…..
    Questo posso aggiungere al tuo post…
    Poi forse non appartiene all’essere umano l’idea della fine, ma piu’ quella della trasformazione, non credi?
    Un bacio.

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  5. Mi riallaccio a quanto detto da tanaxtutti (stavolta ho letto prima i commenti, eh eh così non ripeto)

    La prova massima del distacco si ha con i figli.

    Li hai cresciuti, coccolati ,; sei legata a loro non da un semplice cordone ombelicale ma poi giunge il giorno in cui vogliono volare , da soli, senza l’ala protettiva…

    E allora li lasci andare…dai loro il senso della libertà

    E loro volano via, lontani, fisicamente e talvolta affettivamente nel senso che hanno una loro vita e si, ti pensano, per loro sei sempre presente e sei importante ma lo studio, o il lavoro, comunque la loro vita li porta ad essere sempre più indipendenti.

    Il distacco è forte. Tanto.
    Ma li lasci andare. Perchè è giusto che sia così

    Vale per ogni tipo di distacco

    Quando arriva il momento bisogna aprire le braccia e il cuore e lasciare andare chicchessia o qualunque cosa sia.

    Significa che è giusto così.

    E disatacco non vuol dire dimenticare , anzi, significa per me dare un altro , diverso valore alle persone o agli eventi

    Bacioni
    dora

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  6. Io di distacchi ne ho avuto uno sette mesi fa, di quelli che ti strappano il cuore, l’anima, la vita, tutto. Sto cercando di rinascere mantenendo vivo il suo ricordo…anche perchè dimenticarlo è impossibile. Ma si rinasce sempre.

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  7. Le separazioni sono sempre dolorose… e spesso inevitabili, ma gli strascichi lo sono ancora di più…
    per il resto è da un pezzo che mi affanno sempre di meno, perché so che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e non ho più tempo da perdere…
    baci

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  8. ..non e’ facile lasciare alle spalle cio’ che ormai non ci appartiene ….anche se ci mettiamo tutta la nostra buona volonta’ come un ombra il possato ci accompagna ..Menomale che e’ passato!!JUlius e Sissi sono adorabili!La mia Pallina compie un anno (lo so che non interessa a nessuno )……….

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  9. E’ difficile però lasciar andare qualcosa o qualcuno a cui siamo stati legati ed al quale, volente o nolente saremo legati, in un modo o in un altro, per sempre, è impossibile dimenticare, ci sarà la rassegnazione alla perdita ma il ricordo resterà per sempre!
    I tuoi piccoli pelosi trasmettono serenità!
    Un abbraccio, buonanotte :))

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  10. sapessi in quanti post ho parlato di come la vita sembri davvero un cumulo di circoli dove tutto sembra ritornare sempre allo stesso punto di partenza,,,, che sia un bene o un male non lo so ma che importa?
    parli di come dobbiamo accettare di dire addio a delle situazioni o a delle persone per ricominciare con qualcosa di nuovo ma per guardare al futuro come ad un muratore che deve costruirsi una nuova casa c’è bisogno di alcuni elementi, segni del destino, abbracci e perchè no? angeli che ti diano un vero motivo per ricominciare,,,,
    certo parlare in modo così astratto non porta lontano, ma sono sicuro che capisci cosa intendo. abbiamo bisogno anche di concretezza, di fenomeni reali a cui dare una chiave simbolica di rinascita,,,senza questi si alimentano solo illusioni.

    un saluto
    isaac

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  11. Nonostante tutto…si va avanti..Sembra che il mondo debba finire lì in quel brutto momento…invece si prosegue con la vita e il tempo ci fa dimenticare.
    Notte Wolf
    Ehi…cavolo Julius quanto è cresciuto!

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  12. Tante belle parole…. consolanti, confortanti, incoraggianti… ma quanto è difficile….?
    Non è del distacco, della separazione che ho paura. Una volta varcata la soglia non avrei più timore, riacquisterei me stessa, la mia dignità, tornerei a volermi bene, ne sono sicura.
    Quello che mi terrorizza é il momento dello strappo, il momento esatto della divisione, perchè non sarà così rapido come si possa pensare. E allora ditemi come si fa a lenire i dolori di uno strappo (perchè non mi viene in mente un altro termine altrettanto efficace) ditemi come si anestetizza il dolore di uno strappo? Ho terrore di questo momento, per il dopo so che avrei abbastanza fegato. Ma come si fa a dire strappiamo, questo è il momento!
    (Perdonate la riflessione sconclusionata)

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  13. x flame: accidenti quanti commenti… stanotte non vado a dormire mi sa! ahahah
    Sai cos’è? Non è tanto la perdita in sé, quanto la sensazione di perdita o di abbandono a “legare”. Ci sono persone che semplicemente sono atterrite dalla perdita, e così, paradossalmente, nel momento in cui iniziano a sentire che avviene un distacco, la paura li lega all’oggetto che stanno perdendo.
    La paura è una delle emozioni che più fortemente si radica nel nostro animo.
    Prendo lo “splendida giornata” buono per domani… mi aspetta un’altra sfaticata 😦

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  14. x tanax: ah cara! Parole sante le tue, su entrambi gli argomenti: genitori troppo presenti e amori giocati sul senso di colpa. Non sai quanto sottoscriva le tue parole 🙂

    x yasmine: eheheh purtroppo come vedi il tuo buongiorno è ormai valido solo per domani, ma non per questo è meno accetto! 😉
    Ok, darò i bacioni ai mici da parte tua ;))))

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  15. x belllissima: eh, lo so, hai ragione… Il distacco è già duro di suo, ma in più spesso – come scrivevo a flameonair – a volte è la paura del distacco a legare ancora di più a cosa invece sarebbe meglio lasciare andare…
    Grazie per i complimenti cara 🙂
    Bacione :*

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  16. x freelife83: ciao free, benvenuta 🙂 “83” è la tua età, vero? ahahah ;D
    Ma come… una che ha la parola “libertà” nel proprio nick non può fare questa domanda, cara 🙂 Sai… i vuoti hanno questo di buono: possono essere nuovamente riempiti. Se invece rimanesse la “robaccia”, la spazzatura del passato, allora non ci sarebbe spazio affinché qualcosa di buono possa entrare nuovamente nella nostra vita 🙂
    A volte bisogna morire ad un’esperienza, per poter rinascere in quella che verrà…

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  17. x Anna: non hai nulla di cui scusarti, Anna! 🙂
    Non so se sono “soprattutto” le belle cose quotidiane, ma senz’altro sì… ci sono anche quelle 🙂 E poi c’è comunque spazio per qualche bella extraquotidianità, ogni tanto, no? 🙂

    x rigi: eh… si, lo credo… in parte! eheheh Diciamo che così dovrebbe essere, ma che così la vivono in pochi 🙂
    Io sostengo da tempo che c’è un giusto tempo per mollare la presa. E’ il tempo nel quale si trovano la certezza logica che non c’è più nulla da fare e il pericolo di una cronicizzazione dalla quale poi sarebbe ancora più difficile uscire.
    Troppo presto sarebbe un peccato di arroganza, troppo tardi un’inutile prolungamento di un tormento già di per sé penoso.
    Un bacione a te! 🙂

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  18. x Dora: … e come infatti o già scritto a tanaxtutti, parole sante le tue! ;D
    Le sottoscrivo in pieno 🙂

    x llaura: benvenuta Laura 🙂
    Il ricordo di un periodo così forte come lo dipingi tu, rende di solito più difficile il superamento del lutto. Nessuno dice di dimenticare, ma piuttosto di permettere ad altri pensieri, ad altra vita, di prendere spazio nella nostra testa, senza per questo sentirsi in colpa.
    Non si caccia via nulla, si fa semplicemente un po’ di vuoto affinché nuova vita possa riempire il vuoto lasciato da ciò che non c’è più…

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  19. x happy: … e di attrezzarci per il futuro, aggiungo io 😉

    x dalloway e ospiti successivi: ehm… mi si chiudono gli occhi 😀 Mi sa che dovrò rimandare a domani la lettura dei vostri interventi 🙂

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  20. Sopratutto la quotidianità ciò che vivi giorno per giorno e secondo me è sempre un extra quindi mi gusto i piaceri della vita ogni attimo che mi si offre…Marò sn diventata serissima:))
    Bacio dolce Wolf…
    Anna..

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  21. Sono d’accordo con te sul fatto che la natura ci dota già delle armi per superare il distacco, qualunque esso sia. se non fosse così non saremmo sopravvissuti finora.
    Però è così difficile a volte, perchè significa lasciare andare i propri sogni e ricostruirne degli altri !!!
    Un abbraccio a te e tanti bacini a Julius e Sissi

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  22. Può far paura il momento del distacco, lo strappo, o la sensazione della perdita, io personalmente soffro invece della senzazione del vuoto: avevi una “cosa”, che occupava uno spazio e un tempo nella tua vita, dei tuoi pensieri, dei tuoi affetti …e improvvisamente non c’è più. Il vuoto. Se di quella “cosa” ti sei voluta liberare tu, il vuoto lo vivrai con entusiasmo, sarai sollevata e persino felice di pensare a come riempirlo. Ma se il distacco l’hai subito…. sarà dura.

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  23. Ti ho protetto dal vento con un velo leggero
    perché tu potessi percepirne solo l’essenza
    Ti ho esposto alla luce
    perché tu potessi scoprire le ombre
    Ti ho posto dinanzi ad un ostacolo più alto di te
    perché imparassi ad elevarti
    Ho messo nella tua mano qualche briciola di dolore
    per vaccinarti contro la sofferenza
    Ho permesso al freddo di sfiorarti la pelle
    per farti apprezzare il calore di un abbraccio
    Ho lasciato che appoggiassi il tuo cuore nella mia mano
    quando pesava nel tuo petto,
    ora saprai porgere la tua mano a chi ha bisogno di te
    Ti ho chiesto aiuto
    perché tu non avessi timore di mostrare la tua fragilità
    Ho mescolato le mie lacrime alle tue ammirando un tramonto
    e i nostri sorrisi le hanno raccolte
    Ti ho esposto al rumore del mondo
    per farti apprezzare il silenzio
    E in silenzio ti guardo mentre vai via…

    Questa poesia lìho dedicata qualche mese fa a mia figlia…
    mi è tornata in mente leggendo il tuo bellisimo post…
    Un grande abbraccio carissimo amico!

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  24. Son certa che sull’empatia hai scritto almeno qualche post in passato… io ho provato a dire la mia…tuttavia mi farebbe piacere sapere la tua a riguardo…quando vuoi sai dove trovarmi…
    buon w.e
    aicha

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  25. Eccomi! 🙂

    x dalloway: diciamo che sono sempre stato un fervente assertore del “c’è un momento per ogni cosa”, anche per lasciare andare. Troppo presto, ti lascerà in bocca il gusto perenne del “chissà se…”; troppo tardi, ti mette in una situazione di sofferenza che finisce per legare, una dipendenza insomma. E allora succede proprio quello che scrivi tu: è ancora peggio.
    Davvero riesci a vivere così come scrivi? 🙂 E’ una grande conquista 😉
    Baci :*

    x yasmine: ahahah ormai ti rispondo sempre dicendoti se il tuo augurio ci ha azzeccato o meno ahahah
    Ciao cara 🙂

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  26. Ciao W.
    Un distacco è un po’ come la vita e la morte: c’è bisogno che i vecchi muoiano perchè nascano bambini.
    Così è necessario affrontare distacchi per vivere nuovi incontri

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  27. x ocramasil: ma nooooooo!! Non è vero!!! Buon compleanno Pallinaaaa!!! ;D
    Sai… io credo che in fondo ci sia paura di “lasciare andare”, dentro di noi. Probabilmente sentiamo che se lo facessimo sarebbe come cancellare un pezzo di vita che abbiamo percorso e le persone care che ne hanno fatto parte. Credo anzi che a volte il voler dimenticare a forza, ci metta ancor di più in difficoltà.
    Ma… lasciare andare non significa dimenticare, significa piuttosto contestualizzare, riuscire a guardare la realtà con occhi obbiettivi e, infine, accettare tutto ciò che è successo.

    x Dupont: infatti non credo si tratti di “dimenticare”, volerlo fare rischierebbe di legare ancora di più. Leggi qua sopra il commento a ocramasil…
    Buonanotte… la sera successiva! eheheh 🙂

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  28. x isaac: certo che capisco (almeno credo :D), ma vedi… diciamo che gli elementi che ci metti te possono aiutare, e tanto anche. Ma bisognerebbe fare in modo da agire comunque, anche in loro assenza. Perché non sempre abbiamo la fortuna di poterci contare.
    Ciao 🙂

    x emme: ahahah hai visto?? E’ cresciuto sì! 😀 E a giudicare dalle sue zampotte e dalla sua coda lunga lunga, probabilmente non ha ancora smesso! ;D
    Personalmente ho imparato che il mondo finisce solo con la morte, così come i rovesci sono solo momentanei. Ci sono momenti nella vita in cui non si può ancora fare molto, bisogna mettersi tranquilli, per quanto possibile, ed aspettare che passino… 🙂
    Buonanotte la notte dopo! 😀

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  29. x TheSecret: ahahah ok, gli riferirò il tuo complimento: ne saranno contenti! ;D
    P.S.: benvenuto! 🙂

    x iovolevo: Bé, intanto “questo” deve essere davvero il momento, prima di tutto. Quando sappiamo che lo è, dobbiamo agire basandoci sulla razionalità e sulla percezione che è proprio la paura dello strappo in sé, della perdita, che ci legano, ancora più della perdita stessa. Come ho scritto più volte in questi commenti, il dolore ha un fortissimo potere “ancorante”. Per questo dobbiamo agire… d’astuzia con noi stessi, non pensando che stiamo dando un taglio netto, cosa che ci farebbe stare troppo male, ma piuttosto… pensando alle cose belle che ci daremo modo possano capitarci domani, ad esempio. A volte abbiamo delle paure assurde, come quella che forse la persona che magari ci ha lasciato per prima, non merito che nella nostra testa stacchiamo. Così ci rendiamo schiavi. E schiavi di qualcuno che magari non ha nemmeno alcun interesse a tenerci in gabbia.
    Quasi sempre siamo proprio noi a fare tutto.

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  30. x Anna: ahahah Bé, insomma… se ti permette davvero di godere di ogni attimo che la vita ti offre… caspita, ben venga questa serietà! 🙂

    x Laura: noi non lasciamo sogni, abbandoniamo solo le illusioni nelle quali riconosciamo essersi trasformati. I sogni muoiono, ma quasi mai siamo noi ad ucciderli.
    Anzi… casomai le illusioni tolgono spazio ai nuovi possibili sogni…
    Julius era qua, in braccio a me, ho potuto accontentare subito parte dei tuoi ordini! 😀

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  31. x Laura (acc… due “Laura” consecutive! :D): appunto, proprio per questo dovremmo forse imparare meglio a gestire questi ricorsi 🙂

    x yasmine: … e a te buonanotte, ormai! 🙂

    x Giulia: io sono convinto che chi non ce la fa è perché in fondo non vuole farlo 🙂 Non credi sia così? 🙂

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  32. x Stella: cambia il termine, ma il concetto è lo stesso. Il termine “vuoto” è stato usato da x freelife83, nel commento #7, ed io ho risposto così: “Ma come… una che ha la parola “libertà” nel proprio nick non può fare questa domanda, cara 🙂 Sai… i vuoti hanno questo di buono: possono essere nuovamente riempiti. Se invece rimanesse la “robaccia”, la spazzatura del passato, allora non ci sarebbe spazio affinché qualcosa di buono possa entrare nuovamente nella nostra vita 🙂
    A volte bisogna morire ad un’esperienza, per poter rinascere in quella che verrà…”

    x musicadentro: … ed è davvero una splendida poesia. Sono certo che tua figlia, oltre ad esserne stata entusiasta, ne abbia anche tratto molto.
    Abbraccio restituito, di cuore! 🙂

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  33. x Aicha: aaah… no, non con l’empatia come argomento principale almeno… 🙂 Ok, arrivo presto…
    Buon WE anche a te 🙂

    x Anna: rieccoti qui 🙂 E stavolta la mia buonanotte arriva solo 3 ore dopo la tua! 😉

    x affabile: esatto cara, se leggi il commento #24, vedrai la sintonia 🙂

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  34. x Viky: io credo che essenziali siano le nostre convinzioni. Se crediamo che non sia possibile lasciare andar via, almeno dalla parte più viva del nostro cuore, qualcuno che ormai di fatto non c’è già più, allora non ce la faremo. Se ci faremo prendere dal senso di colpa, dal rimorso, dalle illusioni, allora non ce la faremo.
    Ma se lasceremo spazio a quella parte di noi che sa cosa fare, e sa che è giusto, quella parte che non abbiamo mai voluto ascoltare davvero, allora entreremo nel campo delle possibilità, e tutto potrà accadere.
    Un abbraccio 🙂

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