Il bicchiere mezzo pieno

“La mente è padrona di se stessa,
da sola può fare del paradiso l’inferno,
dell’inferno il paradiso”.

John Milton, 1667


Tanto e’ stato scritto sulle potenzialita’ e sui limiti della mente. In molte tradizioni spirituali, non solo orientali, la mente e’ il concetto fondamentale degli insegnamenti, tutto parte da essa, sofferenza e beatitudine. Ma se e’ facile pensarla cosi’ quando si sta bene, allorche’ si sta male o si passa un momento di particolare difficolta’, diventa maledettamente difficile.
Tu sei li’ che non sai che pesci prendere e arriva qualcuno che ti da una pacca sulla spalla e ti dice di “pensare positivo”, di “rompere gli schemi”, che “e’ inutile preoccuparsi”… La prima reazione solitamente e’ mandarlo perlomeno a quel paese, non e’ cosi’? 🙂 “Facile per un sano parlare ad un ammalato”, dice qualcuno.

Che il bicchiere possa essere visto come mezzo pieno anziche’ mezzo vuoto e’ cosa nota. Tuttavia ha qualcosa di consolatorio che in fondo spesso non piace. Il bicchiere e’ comunque a meta’, inutile girarci attorno, giocare con le parole.

Tuttavia nessuno contesta il fatto che il bicchiere sia a meta’. Cio’ che viene verificato, piu’ che “contestato”, e’ l’estrema importanza della carica emotiva che il dato di fatto riveste per chi ne fa esperienza. In teoria ogni cosa non ha carica emotiva di suo, nemmeno le cose che consideriamo piu’ terribili e temibili. Le cose, gli avvenimenti, accadono, e basta. E’ come le viviamo a fare la differenza.
Questo aspetto non e’ solo teorico: se una persona sta male in continuazione per cio’ che gli accade, stara’ sempre peggio, perche’ la disperazione e la paura aggiungeranno un “carico” terribile al peso della sofferenza che sta vivendo. Non solo, ma la disperazione e la paura vissuta si radicheranno nel profondo del proprio inconscio, cosi’ che la volta successiva bastera’ poco per sprofondare nella stessa disperazione e nella stessa paura. L’evento scatenante potra’ essere sempre piu’ piccolo, a volte cosi’ piccolo da non capire come sia stato possibile cadere in un tale stato di emotivita’.

Inoltre, sofferenza, preoccupazione, paura, stress, hanno un impatto anche sul fisico andando ad incidere sulle difese immunitarie e sulle capacita’ di ripresa, sia psichiche che fisiche. Qualcuno, anche tra i ricercatori medici “classici” (niente teorie “new age” dunque), sospetta che possano avere un ruolo anche importante sullo sviluppo di diverse malattie.
Senza contare che gli stessi fattori portano a scarsita’ di concentrazione, a carenza di attenzione, a diminuita capacita’ reattiva, cosi’ da aumentare i rischi di incidenti o da creare difficolta’ lavorative o relazionali.

Questa non e’ una fantomatica teoria New Age, e’ esperienza diretta che probabilmente ognuno di noi ha, a suo livello, fatto.

Vedere il bicchiere mezzo pieno, anziche’ mezzo vuoto, e’ comunque di fondamentale importanza.

bicchiere

24 pensieri su “Il bicchiere mezzo pieno

  1. Occorre sforzarsi, ma sul serio, per seguire queste parole. Lottare, principalmente contro se stessi, non arrendersi, cadere e poi rialzarsi.
    Non esistono altre ricette.
    E non è new age
    Quanto è vero il discorso sulla paura!

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  2. parole "santissime" le tue… però è altrettanto sacrosanto che quando qualcuno ti ciene vicino e tu stai male e ti dice "pensa positivo" ti viene voglia  almeno di pestargli un piede su un callo e veder se conserva la stessa capacità che ci consiglia. Comunque al di là delle battute ( in parte…) è vero che è la nostra mente e il nostro atteggiamanto che fa la differenza. Mi sono sempre stupita di persone che hanno mille difficoltà e conservano una serenità e una forza interiore invidiabile.

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  3. Quello che hai scritto è davvero interessante, condivido tutto! Letto la legge dell’attrazione? Intelligenza emotiva? Anche se così non fosse, dai segno tangibile di conoscenza di questi argomenti! Oltre che simpatico sei bravissimo. Dunque il viaggio è iniziato: ho lasciato le bestiole a casa visto che il travestimento non era sufficiente

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  4. Preferirei averlo sempre pieno…ovviamente scherzo.
    Hai dato una lezione altissima di quanto realmente siamo colpevoli di quanto ci succeda. Da "sani" comprenderlo non è difficile, però basta una scivolatina nell’insicurezza se questa è poi coccocata, condita o concomitante con altri infelici casi fortuiti della vita di tutti i giorni, il trovarsi dentro un piccolo vortice è facile. Hai letto il mio post Bettino-Psoriasi, pertanto conosci parte del mio vissuto. Ciao e grazie.

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  5. assolutamente vero, quanto scrivi; il nostro atteggiamento e le nostre reazioni di fronte ai casi della vita sono determinanti…in effetti ci sono momenti in cui non si riesce proprio a vedere il bicchiere mezzo pieno; è vero, bisogna sforzarsi di farlo, proprio anche per poter reagire meglio in futuro…non è facile, ma è necessario provarci….uhm, ne terrò conto, ecco:)

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  6. x Anne: non bisogna "lottare contro se stessi", noi lottiamo contro un io che la società, gli altri, le convenzioni e quindi le convinzioni, hanno costruito. Il nostro Sé, non avrebbe nemmeno bisogno di queste parole: non bisogna combatterlo, ma anzi ascoltarlo e assecondarlo. Ma senza confonderlo con la voce dell’emotività.
    "Quanto è vero il discorso sulla paura!"… vero, eh? 

    x Shayla: esatto Shayla Però dipende anche dal tono e dal modo con cui qualcuno ti dice "pensa positivo", oltreché dalla fiducia e dal rispetto che hai intrinsecamente per quella persona. Sono certo che inconsciamente reagiamo in modo ben diverso se a dircelo fosse, ad esempio, il Dalai Lama, oppure qualcuno che sappiamo aver attraversato momenti di difficoltà analoghi, forse simili a quello che attraversiamo noi stessi, piuttosto che un qualunque collega con cui scambi due parole al caffé e che ti da l’idea di "buttartela" lì perché superficiale o, peggio, perché vuole scrollarsi il fastidio di dosso, non è vero?

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  7. x Anna: coraggio e forza d’animo, vero. Oppure… consapevolezza.
    Ma ci arriveremo

    x Raggio: sì, li ho letti entrambi e rispetto le teorie e il lavoro di entrambi gli autori, Goleman soprattutto; immagino saprai che ha lavorato anche con il Dalai Lama (ci ha scritto anche un libro assieme, pure ).

    x Spirito: bé, io la chiamo "consapevolezza", se ho capito cosa vuoi dire immagino siano sinonimi in questo caso. Come scrivevo prima, credo che forza, coraggio, determinazione e tanto altro, servano, sì… ma in fondo sono surrogati della consapevolezza. Chi è davvero consapevole non ha bisogno di essere coraggioso, forte o determinato: è già tutte queste cose, spontaneamente

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  8. x Jouy: sì, io comunque non voglio colpevolizzare nessuno. Si diventa colpevoli solo quando "si sa ma non si fa", il più delle volte siamo invece semplicemente… ignoranti oppure "deboli", anche se pure la debolezza, in questo campo, è qualcosa che si può per lo meno diminuire.
    Non dobbiamo colpevolizzarci, no, ma nemmeno scusare sempre noi stessi, altrimenti non ne usciremo mai.

    x Morellina: il "bicchiere mezzo pieno" è solo un esempio, certamente ci sono dei casi dove, umanamente, la disperazione è difficilmente evitabile, anche se c’è chi ha dimostrato che essa è superabile perfino in momenti estremi. Forse non sempre possiamo vedere "il bicchiere mezzo pieno", ci sono casi dove possiamo solo constatare ed accettare che il bicchiere si sta inesorabilmente svuotando, eppure sarà ancora lo stato d’animo a determinare come ci sentiremo.

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  9. Questo non lo sapevo, ma so che Goleman ha fatto il "furbetto" perchè ha messo in modo molto più hiaro le teorie ddell’intelligenza emotiva che di fatto… sono di altri studiosi.

    Bicchiere pieno
    non vedo il vuoto spazio
    uva fragola!

    Un haiku per te

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  10.  
    Ciao “franceschino”.
    Secondo me non è così semplice.
    Penso…che so, al dramma di Haiti ad esempio.
    All’unamità, tutti i malcapitati intervistati hanno detto “Haiti non esiste più ed è ormai fuori dalla faccia della terra”.
    Penso a coloro che vengono estromessi dal loro lavoro, ad esempio, che ne so…. alla mia età. Non troveranno più un altro lavoro con una famiglia sulle spalle.
    Nel frattempo continuiamo ad assistere alla costruzione ed allo sganciamento di bombe ed ordigni nucleari. 102.000.000 di miliardi di dollari spesi ogni anno che ricostruirebbero Haiti in 2 giorni e darebbero pane e lavoro a tutto il mondo.
    Ed altre cose.
    E non è facile accettare tutto questo (anche se il tuo discorso, a livello di principio è sicuramente corretto).
    Sempre con grande stima ed affetto.
    SHERWOOD

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  11. Sicuramente riuscire a vedere sempre il lato buono delle cose, il lato positivo di quello che ci accade, ci aiuta a superare i momenti difficili, ma credo che dipenda tanto dallo stato d’animo in cui ci si trova.
    A volte siamo così a terra da interpretare malamente anche un evento positivo, o da non vedere quanto di buono ci sta accadendo: vediamo solo nero e basta.
    Altre volte siamo magari più sereni e non diamo peso a qualche evento negativo che dovrebbe metterci in allarme.
    Io, nel mio piccolo, intendo questo esempio del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno in relazione a quello che accade a me… ovvio che non si può trovare il lato positivo nelle tragedie che colpiscono il mondo… o almeno, diventa diffiicile farlo…. siamo abituati a ragionare nel piccolo, nel microcosmo della nostra vita…. Il resto lo cataloghiamo come fatalità.

    I cinesi dicono: non è detto che un evento all’apparenza positivo porti solo del bene, così come non è detto che un evento all’apparenza negativo porti solo del male.

    Buona giornata Wolf, finalmente si rivede il sole, è questo è indubbiamente bene!

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  12. x Raggio: be’, se e’ per questo e’ mia convinzione che oggi nessuno inventi davvero nulla di nuovo. Nelle migliaia di anni che ci hanno preceduto miliardi di parole sono state dette, i nuovi venuti hanno semplicemente rielaborato avendo, casomai, avuto il merito di trarre conclusioni che per sintesi o esposizione appaiono innovative. Ogni novita’ non nasce mai da "zero", ma e’ frutto dell’elaborazione di qualcosa che gia’ esisteva. Quindi non mi scandalizza sapere che Goleman abbia fatto lo stesso

    x Sherwood: grazie per il tuo contributo, caro. Credo che elaborero’ la mia risposta sotto forma di nuovo post

    x Azalea: certo che vedere il positivo dove altri vedono il negativo dipende dallo stato d’animo, ma e’ altrettanto vero che lo stato d’animo dipende a sua volta dai nostri pensieri. In un certo senso sono i due lati di un’unica medaglia

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  13. A proposito del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, tralasciando volutamente i casi relativi a problemi fisici per i i quali secondo me non esiste che una soluzione valida il bisogno, la ricerca dello stare bene, della guarigione fisica, molto diversa è la questione per quel che riguarda i mali dell’anima, convengo con quanto da te scritto, un bicchiere a metà dovrebbe (e il condizionale è d’obbligo) sempre essere visto unicamente per un bicchiere a metà, perché quella è la realtà, il resto è lasciato al singolo individuo ed alle sue capacità interpretative della realtà.
    Queste capacità e possibilità interpretative io le ho racchiuse in una semplicissima regola, che per mia esperienza so veritiera:
    Noi quasi mai sappiamo essere felici…è vero perché in fondo siamo meno perfetti di quello che pensiamo e crediamo, esiste una grande verità che pochi riescono a fare propria, che tanta fatica costa l’essere infelice quanta in egual misura ne costa l’essere felice, non un po’ di più ne un po’ di meno, questo è un grande segreto, dipende solo da una nostra piccola e semplice decisione..
    Io ho ripetutamente e in più occasioni voluto rimarcare una delle poche certezze della mia vita, ossia che il grande segreto non è il capire la complementarietà dell’infelicità e della felicità, ma della assoluta equità nella fatica che occorre per viverle, tanta fatica e sofferenza occorre per vivere l’infelicità quanta ne occorre per vivere la felicità, sembra incredibile ma è così, quindi se la fatica e la sofferenza sono assolutamente uguali, tanto vale dedicarsi alla felicità, non vi pare?
    Forse il mio pensiero sembra averla buttata troppo sul facile, come se l’essere felici oppure no dipendesse unicamente dallo schiacciare un ipotetico pulsante per fare cambiare le cose, ma la verità quella più vera non è così distante, il  mio modo di vedere il senso della vita recita che noi nel nostro vivere ci ritroviamo in un certo punto assolutamente insignificante di una strada a forma elicoidale, fatta a spirale insomma, ma la particolarità e l’utilità dello scoprire e ammettere a se stessi di trovarsi in quella strada con quella strana forma è che in effetti è assolutamente vero che se si riesce a prenderne coscienza di come è fatta quella strada la fatica per percorrerla è perfettamente uguale sia nel lasciarsi andare verso il basso (il dolore), sia nel risalirla verso l’alto (il non dolore), quindi dove sta l’arcano, sta unicamente nel prendere coscienza di se, se ci si riesce, all’improvviso sarà come trovarsi di fronte ad un bivio con la consapevolezza che da una parte c’è la sofferenza certa, dall’altra anche solo la speranza della non sofferenza, quindi dipende tutto ed unicamente dalla nostra capacità di prendere una decisione, o di qua o di la, la fatica e la sofferenza nel percorrerla saranno assolutamente uguali ma scegliere l’una o l’altra strada fa senza ombra di dubbio la differenza, e la non sofferenza forse non è la felicità ma un qualcosa che rassomiglia molto alla serenità che è la cosa più somigliante alla utopia e all’idea che noi umani abbiamo della felicità.
    Ciaooo neh! Alanford50

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  14.  Devo dire che io vedo il bicchiere mezzo vuoto, non per pessimismo, anzi… Ma perché mi da un senso di volontà: la mia. Quella che devo essere io a riempirlo… e poi vuotarlo, per riempirlo di nuovo.

    27 gennaio giorno della memoria. La memoria non deve mai smettere di vivere, altrimenti tutte le persone che sono morte per la Shoa, saranno state uccise 2 volte.
    TRAIAMO INSEGNAMENTO DAI NOSTRI ERRORI.

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  15. x Aroma: si’, lo conosco, ho letto quello o l’altro (mi pare "Il destino come scelta") altrettanto famoso sempre di sua produzione. Saranno passati 10 anni buoni…

    x AlanFord: concordo con il tuo pregevole commento, si vede che e’ frutto di esperienza e elucubrazione personale, piuttosto che di "lezioncina appresa", e questo lo rende ancora piu’ valido. Sulla sofferenza dovuta a cause tangibili e materiali… ritorneremo

    x Chopy: non credo che tu veda il "bicchiere mezzo vuoto", credo che tu veda la parte del bicchiere che e’ vuota e che pensi a come riempirla Chi, nell’accezione comune, vede il "bicchiere mezzo vuoto" si sente di solito vittima.

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  16.    AL PARCO DELLA GIOIA…come me e come tutti noi,apparteniamo instancabilmente all’amore…   Un fatto memorabileÈ la luce della seraIl cielo che sovrasta il chiaroE un piccolo pesce rossoContenutoIn un bicchiere mezzo salato o mezzo dolceMezzo pieno o mezzo vuoto. Questioni di palpebre abbassateDi persiane chiuseE punti di vista sul mondo. Ricordi andati e andatiDove c’erano i colori di una storiaRicordi degni di essere fili d’erbaStrappati al sole E poi cacciati sulle spalle del vento trasandato. Chiudo gli occhi e vedo amoreLo stesso è anche con te. Mio uomo ti tocca il piacereMia donna ti tocca il dispiacereMia città ti tocca la conoscenzaE i pesci rossi indifferentiChe riempiono gli anni e le mani Di zucchero filatoRapidi respiriAl parco della gioia. Un fatto memorabileÈ l’equilibrio sveglio e fintoChe mi rovescia in avantiPer baciarti le labbraScivolarti sulle tempieCaderti sugli sforzi del visoE fino all’orecchio…Sussurrarti il primo ti amo del mattino. E non ho ancora finito;Posso prenderti tra i ramiFarmi maleFarti maleE intrappolarci in quelle due paroleConcepite fra pallide cometeSul prato stellato del “tuo ventre”.  Un fatto memorabileÈ la luce della seraIl cielo che sovrasta il chiaroE un piccolo pesce rossoConvenuto senza più quel silenzioDi un amore mezzo salato o mezzo dolceMezzo pieno o mezzo vuoto. Perché chiedo così tanto amore e ragioniDi tante ultime o prime occasioni?  ©di Maurizio SpagnaDa “Il cuore degli Angeli”http://www.ilrotoversi.com info@ilrotoversi.comL’ideatore creativo,paroliere, scrittore e poeta al leggìo-             

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