Compassione, Egoismo e… viaggio! :-D

corsicaEccoci di partenza per una breve vacanza in Corsica  🙂

Saremo di ritorno già venerdì ma non conoscendo le possibilità di connessione del posto dove risiederemo, preferisco farvi un bel saluto prima di partire 😀

Non volendo fare un mero post di servizio, vi lascio con questo breve racconto di Coelho, che, anche se solo metaforicamente, parla anch’esso di un viaggio… però quello della vita 😉 Un viaggio che parla di empatia e compassione o, al contrario, di egoismo e ipocrisia…

 


 

Un sacco di virtù, un sacco di difetti
di Paulo Coelho

In Gilberto de Nucci c’è una eccellente immagine riguardo al nostro comportamento. Secondo lui, gli uomini camminano sulla superficie della Terra in fila indiana, ciascuno trasportando un sacco davanti e un altro dietro. Nel sacco davanti, noi mettiamo le nostre qualità. Nel sacco di dietro, serbiamo tutti i nostri difetti.
Perciò, durante il viaggio della vita, teniamo gli occhi fissi sulle virtù che possediamo, legate al nostro petto. Nello stesso tempo, notiamo impietosamente, sulle spalle del compagno che ci sta davanti, tutti i difetti che egli possiede.
E ci riteniamo migliori di lui – senza capire che chi ci segue sta pensando la stessa cosa di noi.

sacchi

Premure e litigi

Bene, direi che e’ ormai tempo di voltare pagina, anche se un po’ a malincuore 🙂 Lo faccio con uno scritto di quello che a lungo e’ stato uno dei miei scrittori preferiti: Paulo Coelho…


PREMUROSI CON LE PERSONE VICINE
di Paulo Coelho

Camminavo con due amici per le strade di New York. Tutt’a un tratto, nel bel mezzo di una normale chiacchierata, i due cominciarono a discutere e per poco non si misero a litigare.
Più tardi – con gli animi ormai rasserenati – ci sedemmo in un bar. Uno di loro allora chiese scusa all’altro: “Mi sono accorto che è molto più facile ferire chi ti sta vicino”, disse. “Se tu fossi stato un estraneo, io mi sarei controllato molto di più. Invece, proprio per il fatto che siamo amici, e che mi capisci meglio di chiunque altro, ho finito per essere molto più aggressivo. Questa è la natura umana”.
Forse è proprio così, ma noi combatteremo contro ciò. Non dobbiamo infatti permettere che l’amore diventi una scusa per fare tutto ciò di cui abbiamo voglia. È proprio con le persone vicine che dobbiamo essere più premurosi.


Commento di Wolfghost: Quanto scrive qua il buon Paulo e’, come spesso succede nei suoi scritti, qualcosa che coinvolge molti di noi, o come “carnefici” o come “vittime”. Io stesso nel passato ho avuto molti esempi di questo. Ad esempio mio padre era sovente ritenuto una persona squisita, educata e spiritosa all’esterno della casa, ma fra le mura domestiche – almeno per un certo periodo della sua vita – fu spesso intrattabile e si arrabbiava con grande facilita’.
Quando ci arrabbiamo con qualcuno che ci e’ vicino spesso lo facciamo per scaricare la nostra ansia e rabbia; cio’ funziona tanto piu’ quanto “colpiamo” duramente, allo stesso modo in cui le circostanze o qualche altra persona hanno colpito noi. Infatti, “colpire” qualcuno significa “fargli male” e, ovviamente piu’ colpiamo vicino, chi ci ama e/o si fida di noi, piu’ male facciamo.
E’ ovvio che questo comportamento ha duplice svantaggio: oltre a ferire una persona che ci vuole bene, giochera’ presto o tardi anche contro di noi, perche’ il sollievo che ci da sara’ momentaneo e mai risolutivo (anzi, e’ facile che in un secondo tempo ci gravi di sensi di colpa), inoltre rischiamo, e tanto, che i nostri rapporti di amicizia e di amore si incrinino.
La prossima volta che vi arrabbiate con un vostro caro, o che questo si arrabbia con voi senza apparente motivo o esacerbando molto la sua arrabbiatura… pensateci: la causa potrebbe questa! 😐

mano tesa

Il giusto aiuto: rendendo il campo fertile, di Paulo Coelho

RENDENDO IL CAMPO FERTILE
di Paulo Coelho

arareIl maestro zen incaricò il discepolo di occuparsi del campo di riso. Il primo anno, il discepolo vigilava affinché non mancasse mai l’acqua necessaria. Il riso crebbe forte, e il raccolto fu buono.
Il secondo anno, egli ebbe l’idea di aggiungere un po’ di fertilizzante. Il riso crebbe rapidamente, e il raccolto fu maggiore.
Il terzo anno, egli mise altro fertilizzante. Il raccolto fu maggiore ancora, ma il riso nacque piccolo e privo di lucentezza.
“Se continuerai ad aumentare la quantità di concime, non avrai niente di valore l’anno prossimo,” disse il maestro. “Tu rafforzi qualcuno, quando gli dai un po’ di aiuto. Ma, se lo aiuti molto, lo indebolisci.”


Commento di Wolfghost: Prima del prossimo episodio della saga dei miei animaletti 😀 sono andato a spulciare tra i documenti salvati nel corso degli anni per vedere se ne avessi ancora qualcuno “vecchio stile” da proporre e… si’, qualcosa c’e’. Li usero’ per intervallare gli altri post 😉
Un esempio ne e’ questo brevissimo racconto di Coelho, che si concentra su un vecchio cavallo di battaglia che e’ anche mio. In realta’ Coelho ripropone, forse senza saperlo, quale dovrebbe essere il comportamento di un “buon psicologo”: aiutare fin dove possibile, ma evitando di divenire la spalla insostituibile dei propri clienti, altrimenti non guariranno mai.
Il miglior modo di aiutare chi e’ in difficolta’ insomma, e’ portarlo al punto di non avere piu’ bisogno di nessuno, nemmeno di noi. Nemmeno se, sotto sotto, traiamo dei vantaggi personali ad aiutarlo, per guadagno (come il caso di uno psicologo), per la nostra austostima (certamente ci fa piacere sentirci importanti per qualcuno), o per altri fini piu’ o meno nobili.
Ricordo una vecchia massima popolare che piu’ o meno diceva che un povero si aiuta di piu’ insegnandogli a pescare che regalandogli del pesce…

Cogliere l’attimo – Le virtù del guerriero

LE VIRTU’ DEL GUERRIERO
di Paulo Coelho


GuerrieroUn Guerriero della Luce ha bisogno di pazienza e di rapidità al tempo stesso. I due maggiori errori sono: agire anzitempo, o lasciare che l’opportunità si allontani.
Per evitare questo, il Guerriero affronta ogni situazione che si presenta come se fosse unica, e non applica formule, ricette, od opinioni altrui. Solo lui dovrà rispondere delle proprie azioni, ed è consapevole di questa responsabilità.
Il califfo Moauiyat domandò a Omr Ben Al Aas quale fosse il segreto della sua grande abilità politica: «Non ho mai affrontato una questione senza aver prima studiato la ritirata; d’altro canto, non ho mai affrontato qualcosa e immediatamente dopo desiderato di allontanarmene di corsa», fu la risposta.

 



Commento di Wolfghost: Il “cogliere l’attimo”, l’arte di non rimandare, è da sempre uno degli argomenti a me cari e che ho proposto più spesso. Ciò che puntualmente succede è che qualcuno, sentendosi ingiustamente toccare, salta su dicendo che è giusto riflettere e non ci si può muovere prima di essere pronti. Ed è vero che “il momento giusto”, “l’attimo da cogliere”, non capitano necessariamente ai primi istanti. Certo, possono esserci dei treni che non ripassano e che bisogna assolutamente prendere al volo non appena si presentano. Ma in genere “cogliere l’attimo” non significa buttarsi allo sbaraglio, agire con incoscienza, vuol dire solo rendersi conto che il momento dell’azione è arrivato e che attendere ancora è controproducente, se non fatale, per l’obiettivo che stiamo perseguendo.
In genere si dice che il modo migliore sia valutare pro’ e contro, ma ciò non può continuare all’infinito poiché i pro’ e contro evidenti non sono difficili da vedere, e gli altri… evidentemente non sono poi così importanti da riuscire a far muovere i piatti della bilancia. Pro’ e contro ci saranno sempre, è rarissimo trovare una scelta che non comporti un po’ degli uni e un po’ degli altri. Quindi è meglio “staccare razionalmente”, cercare di non pensarci, e aspettare di “sentire” qual è la decisione migliore. Non c’è nulla di magico in questo: il nostro inconscio elabora tutte le informazioni che abbiamo ad esso fornito, e, quando è pronto, ci restituisce la soluzione sotto forma di intuizione, di forte sensazione.
Poi l’importante sarà muoversi e non ricadere, al ritorno della mente razionale, nel dubbio, bloccandosi nuovamente.
Certo, esiste la paura di sbagliare, del risultato, ma a parte che in genere l’errore più grosso, quello di cui maggiormente dovremmo aver paura, è l’immobilità, dovremmo pensare che nella vita non esiste decisione sicura, e comunque, nella maggior parte dei casi, esiste la possibilità del ritorno o di un nuovo cambio di rotta. Per cui una decisione, perfino sbagliata, è quasi sempre migliore del rimanere nell’indecisione.
Senza contare l’enorme fonte di stress intrinseca nell’indecisione stessa.

C’è un altro punto affrontato da Coelho, anche di questo ho parlato più volte: ascoltare tutti per avere la possibilità di vedere strade che magari non abbiamo scorto da soli, ma… poi decidere in autonomia, con la propria testa.

lupo osservatore

L’arte di non rispondere alle provocazioni

 

IL DONO DEGLI INSULTI
di Paulo Coelho

 

 


SamuraiVicino a Tokyo viveva un grande samurai, ormai anziano, che si dedicava a insegnare il buddismo zen ai giovani. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario.
Un pomeriggio, si presentò un guerriero, conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Era famoso perché usava la tecnica della provocazione: aspettava che l’avversario facesse la prima mossa e, dotato com’era di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l’avversario, contrattaccava con velocità fulminante. Il giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro.
Conoscendo la reputazione del samurai, egli era lì per sconfiggerlo e accrescere in questo modo la propria fama. Tutti gli allievi si dichiararono contrari all’idea, ma il vecchio accettò la sfida. Si recarono tutti nella piazza della città e il giovane cominciò a insultare il vecchio maestro. Lanciò alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò in faccia, gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati. Per ore fece di tutto per provocarlo, ma il vecchio si mantenne impassibile.
Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l’impetuoso guerriero si ritirò. Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni, gli allievi gli domandarono: “Come avete potuto sopportare tante indegnità? Perché non avete usato la vostra spada, pur sapendo che avreste potuto perdere la lotta, invece di mostrarvi codardo di fronte a tutti noi?”.
“Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?”, domandò il samurai.
“A chi ha tentato di regalarlo”, rispose uno dei discepoli.
“Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti”, disse il maestro: “Quando non sono accettati, continuano ad appartenere a chi li portava con sé”.


Commento di Wolfghost: ho già scritto alcuni post che parlano di diplomazia, della capacità di non farsi trascinare nello scontro verbale – se non fisico – e questo per molti campi della nostra vita. Ho così notato che puntualmente salta fuori qualcuno che, come i discepoli del vecchio samurai, rimangono sorpresi da un simile atteggiamento, scambiandolo per arrendevolezza, per codardia, per paura, per scarso impegno sociale.
In realtà però io sono di parere diverso. Primo, la vita è troppo breve per spenderla litigando, facendo a botte, o sperperando soldi in tribunale. Secondo: se l’altro cerca lo scontro, per lui sarà già una prima vittoria trascinarti nell’arena. Non cadere nella provocazione spesso comporta una vittoria maggiore di quale che si otterebbe combattendo e vincendo.
Infine credo che la persona intelligente sappia quali sono le cose per cui valga davvero la pena combattere, perdendo – almeno momentaneamente – serenità, energia, tempo, salute. E certamente la provocazione non è tra queste 🙂
… e poi guardate che è verissimo: chi accetta la provocazione trasferisce su sé stesso almeno parte del malanimo di chi ha di fronte, con il risultato che quest’ultimo sta meglio, e lui… peggio 😐
Ne vale la pena? 😉


litigio

I consigli degli altri – di Paulo Coelho

guerriero terracotta

 

I CONSIGLI DEGLI ALTRI
di Paulo Coelho


“Io credo a tutto ciò che gli altri mi dicono, ma alla fine ne sono sempre deluso”. Questo è ciò che siamo soliti sentir dire.
È molto importante confidare negli altri; un Guerriero della Luce non ha paura delle delusioni, perché conosce il potere della propria spada, e la forza del proprio amore. Tuttavia, egli sa che una cosa è accettare i segnali di Dio e capire che gli angeli si servono della bocca del nostro prossimo per darci consigli, ben altra, invece, è essere incapace di prendere decisioni e cercare sempre di trasferire la responsabilità delle nostre azioni sugli altri.
Possiamo confidare negli altri solo se, per prima cosa, siamo capaci di confidare in noi stessi.

 



Commento di Wolfghost: uno dei miei cavalli di battaglia è “Ascoltare tutti, ma infine decidere sempre con la propria testa”. Nessuno nasce sapendo tutto. Nessuno arriva mai a sapere tutto. Credere di sapere tutto, di essere infallibili, è una presunzione che porta spesso alla rovina. Nella nostra vita ci costruiamo convinzioni e credenze basandoci necessariamente su ciò che ci è stato detto o di cui abbiamo avuto esperienza. Perfino le nostre percezioni sono influenzate dal nostro sistema di credenze. Ma ciò che ci è stato detto non può “contenere tutta la conoscenza”; la nostra esperienza non può essere assoluta: c’è, e ci sarà sempre, qualcosa da imparare, qualcosa che ci è sfuggito, nella quale non ci eravamo ancora imbattuti o, semplicemente, che non abbiamo mai approfondito perché non ci serviva. Ecco perché ascoltando gli altri, perfino coloro che a pelle non ci sembrano affidabili, possiamo trarre preziosi insegnamenti. Ascoltando gli altri possiamo evitare gravi errori.
Tuttavia, come la nostra conoscenza è parziale e personale, così lo è anche quella degli altri: non è detto che ciò che va bene per loro possa andare bene anche per noi, nessuno possiede totalmente la conoscenza per tutti. Possiede solo la propria, e solo parzialmente.
Ecco perché l’ascolto degli altri deve essere critico e mai pedissequo. Dobbiamo valutare le parole che ascoltiamo o leggiamo, per capire se vanno bene anche per noi o se ci conducono su una strada che non è la migliore per noi.
L’arroganza di credere di poter sempre fare a meno dei pareri altrui, e la debolezza di dipendere sempre dalle parole degli altri essendo incapaci di agire per conto proprio, sono due estremi entrambi sbagliati.
Credo che nella vita si sbagli sempre, perché in ogni scelta c’è qualcosa di sbagliato e qualcosa di giusto, e comunque, una volta direzionata la nostra azione, non serve chiederci “chissà come sarebbe andata se…”; ecco perché è meglio conservare la coerenza e la pace con sé stessi, piuttosto che farci violenza da soli non facendo ciò che sentiamo di dover fare solo perché qualcuno ci ha consigliato in modo diverso.
Sempre si sbaglia (come sempre si ha ragione), tanto vale evitare almeno di star male entrando in conflitto con noi stessi.
E poi ho sempre pensato che sia meglio sbagliare di proprio pugno, che avere la scusa per poter adossare la responsabilità di un nostro errore su qualcun altro.

Il pensatore - Auguste Rodin, 1881

Il nodo gordiano – uscire dall’abitudinarietà

Alessandro taglia il nodo gordiano                    Alessandro recide il nodo Gordiano, di Jean-Simon Berthélemy

Il nodo gordiano
di Paolo Coelho


L’esperienza è una cosa molto positiva, ma non è tutto. Spesso essa ci fa adottare soluzioni vecchie per problemi nuovi, e noi continuiamo ad andare avanti senza capire che la vita è movimento e che ci troviamo sempre di fronte a nuove sfide.
Nell’antica Grecia, un carrettiere di nome Gordio fece un nodo talmente complicato che nessuno era capace di scioglierlo. Nacque allora la famosa leggenda: chi fosse riuscito a snodarlo, sarebbe stato il più potente degli uomini.
Molte persone tentarono, finché il giovane Alessandro passò per il tempio in cui si trovava il nodo. Provò, vide che non sarebbe riuscito a disfarlo, allora prese la sua spada e lo tagliò a metà. Pochi anni dopo, Alessandro divenne il signore supremo del più vasto impero che il mondo abbia conosciuto, e fu definito il Grande.
«Così non vale», avrà sicuramente detto qualcuno vedendo Alessandro tagliare il nodo. Ma perché non vale? Era solo una soluzione nuova per un problema antico.



Commento di Wolfghost:

“Una grande intensità: evocazione di qualcosa proveniente dal nulla. È vero che gli strumenti sono quelli, la tecnica, le abitudini, ma un incognita permane: gli anni di pratica non vi possono proteggere (non vi devono proteggere). Bisogna gettarsi in uno spazio vuoto, uscire dalla memoria. Tutti vi stanno guardando, e in questo momento della vostra vita, smettete con i luoghi comuni e inventate.”
Tim Hodgkinson (compositore musica sperimentale)

La nostra mente è un complesso sistema di Neuroni e di reti cerebrali che li unisce. E’ come una intricata rete stradale, su cui viaggiano i pensieri, che collega posti dove risiedono immagini e memorie.
Quando prendiamo un’abitudine, che essa derivi da un’azione ripetitiva che adottiamo noi stessi nel passare del tempo, o da un uso e costume insito nella società nella quale viviamo, è come se la strada che portasse a quel determinato ricordo, e che ci porta a compiere una determinata azione o reazione, divenisse molto più larga e quindi facile da percorrere delle altre, con il risultato che i pensieri si indirizzano quasi sempre proprio in quella determinata direzione. In un certo senso, ci disabituiamo a percorrere strade nuove, ad avere idee, indirizzandoci sempre verso strade e soluzioni ben conosciute e collaudate… ma che non necessariamente sono le migliori.
Un esempio tipico è quello delle cosiddette “seghe mentali”, dove facciamo correre i nostri pensieri ore e ore, giorni e giorni, ma sempre sulle stesse strade, con i medesimi risultati.
Non è che non esistano altre strade e soluzioni, è semplicemente che noi non le vediamo, incanalati come sono i nostri pensieri lungo i soliti percorsi abitudinari.
Cambiare questa strategia è possibile nel tempo. Basta rompere la prima delle abitudini: affidarsi alle abitudini e agli usi e costumi. Il che non vuol dire “fare gli strani”, l’esperienza – come dice Coelho – è fondamentale per crescere, ma semplicemente pensare a ciò che si sta facendo, “fermandosi” e guardando con oggettività i propri comportamenti, come se li si vedesse dall’esterno. Poi potremmo anche decidere di continuare sulla solita strada, ma almeno sarà perché davvero la riterremo la migliore.
Non è forse vero che spesso siamo capaci di indicare le soluzioni più logiche agli altri ma non siamo capaci di fare lo stesso con noi?
Ovvio, non è semplice, ma imparare a guardare anche le strade laterali, pure se sono più piccole, rifiutandosi di seguire acriticamente la strada principale, è un qualcosa che si può insegnare alla propria mente.

100.000 visite – Quando vinci, festeggia! :D

festeggiamentoEccociiii! 😀 In realta’ le 100.000 visite sono state superate da un paio di giorni ma i fatti accaduti in Sicilia mi hanno spinto a posticipare i festeggiamenti 😦 Comunque alla fine eccoci qua! 🙂 Come d’uopo, un ringraziamento a tutti coloro che sono passati di qua, che siano “amici di blog”, commentatori abituali o sporadici, visitatori “muti” (so comunque che siete in tanti, viste le visite e le e-mail o pvt che mi mandate) e anche semplici curiosi da “toccata e fuga” 😉

Non so se sia vero che i blog siano in declino per l’avvento di Facebook e altri social network, come dice la cara Anneheche (ANNEHECHE VS FACEBOOK), ma anche fosse, proprio perche’ so che “l’uomo saggio riconosce la caducita’ delle cose piu’ salde”… bisogna imparare a festeggiare anche i piccoli, apparentemente insignificanti successi. E non lo dico solo io… 😉

 


QUANDO VINCI, FESTEGGIA

di Paulo Coelho

 

Quando vinci, commemora: un rito di passaggio è importante. Questa vittoria è costata momenti difficili, notti di dubbio, interminabili giorni di attesa. Fin dai tempi dell’antichità, celebrare un trionfo faceva parte del rituale stesso della vita. La commemorazione segna il raggiungimento di una tappa. Se la evitiamo – per quanto sembri incredibile, molta gente la evita per paura di una delusione, di attirare il «malocchio» eccetera -, non possiamo beneficiare del miglior dono che la vittoria ci dà: la fiducia. Celebra oggi le tue piccole vittorie di ieri, per quanto insignificanti esse sembrino. Una nuova lotta già si avvicina, e richiederà tutta la tua attenzione e il tuo impegno: il ricordo di una vittoria aiuta sempre a vincere la battaglia successiva.

 


E adesso… guardate chi ho invitato per celebrare le 100.000 visite! 😛

Le grandi conquiste iniziano sempre dalle piccole cose

Buon pastoreIL DIAVOLO SI NASCONDE NEI DETTAGLI
di Paulo Coelho
Ci sono alcune cose nella nostra vita che – a un certo momento – diventano più importanti di tutto il resto.
Gesù ha detto: “Qual è il pastore che, avendo perduto una pecora, non lascia il suo gregge per andare a cercarla?”
Molte volte alla settimana ci capita di dover fare questa scelta. Prendere il telefono e pronunciare quella parola affettuosa che abbiamo rimandato. Aprire la porta e far entrare chi ha bisogno del nostro aiuto. Accettare un lavoro. Abbandonare un lavoro. Prendere quella decisione che stavamo rimandando. Chiedere perdono per un errore che abbiamo commesso e che non ci dà pace. Difendere un diritto che abbiamo.
Se una pecora si è perduta, agiremo come il Buon Pastore: cammineremo per montagne e rivi, pianure e deserti, fino a ritrovarla e ricondurla indietro.
In fin dei conti, il diavolo dimora nei dettagli.



Commento di Wolfghost:
in realta’ questo passo di Coelho non e’ uno dei miei preferiti, tuttavia e’ utile per introdurre l’argomento: le piccole cose che… diventano grandi. Mi riferisco in particolare a tutte quelle volte che rinunciamo perche’ cio’ che cerchiamo di ottenere con quel passo a cui stiamo pensando, ci sembra troppo piccolo, troppo oneroso per i benefici che, ad occhio, puo’ portarci.
Un altro motivo che ci puo’ far desistere, e’ che l’obiettivo ci sembra una montagna enorme, impossibile o quasi da scalare. Ci sentiamo piccoli piccoli di f
lampadinaronte ad essa, pensiamo che cio’ che noi possiamo fare e’ troppo poco per ottenere qualcosa. Eppure… tutte le grandi battaglie e i grandi risultati dell’umanita’ sono iniziati da chi si e’ rifiutato di metterla in questo modo. Ogni rivoluzione, comprese quelle pacifiche, e’ iniziata dalle parole di un singolo uomo che, come un sasso in uno stagno, si sono allargate a ricoprire la superficie intera. Pensateci: nessuna conquista sarebbe stata fatta se l’autore del primo pensiero che l’ha originata, della prima idea su di essa, avesse dato un’alzata di spalle giudicandola inutile o impossibile.
Chissa’… la prossima rivoluzione potrebbe nascere dalle idee e dalle parole di qualcuno tra noi 😉
Le buone idee… sono contagiose.

La paura di scegliere

Questo e’ uno dei post che giace nella mia mente da tempo, in attesa del momento per scriverlo. Ora, grazie ad un intervento di Happysummer nel post precedente, con mia conseguente risposta, ho deciso che e’ arrivato il momento di scriverlo e pubblicarlo. Non prima pero’ di avervi fatto notare che la testa del blog e’ di nuovo cambiata: ora titolo e immagine sono a colori… che ne dite? 🙂

Wolf 5


topastroLa paura di scegliere
di Paulo Coelho

Una vecchia storiella per bambini racconta di Donna Scarafaggina che, spazzando la casa, trovò una moneta. Dopo essere stata per lungo tempo alla finestra, per scegliere il pretendente adatto alle sue paure e ai suoi desideri, finì per sposare Giovanni Topastro. Come tutti sappiamo, Giovanni Topastro cadde nella pentola dei fagioli.
Molte volte, nella vita, troviamo una moneta che ci è data dal destino e pensiamo che questo sia l’unico tesoro della nostra vita. Finiamo per attribuirgli tanto valore che il destino – lo stesso che ci ha consegnato la moneta – s’incarica di riprendersela.
Chi ha molta paura di scegliere compie sempre la scelta sbagliata.


Commento di Wolfghost: premesso che non conosco la storia citata da Coelho (forse e’ si’ una storia per bambini, ma magari in Brasile…) e che mi piacerebbe che chi eventualmente la conoscesse o riconoscesse la raccontasse (e’ una curiosita’ che mi porto dietro da anni! ), devo prima di tutto sottolineare che Coelho parla di “molta paura”, quindi non e’ un invito a buttarsi allo sbaraglio: un po’ di timore nel compiere una scelta, soprattutto se importante, e’ normalissimo. Qui si parla di quando, allo scopo di evitare anche il benche’ minimo margine di errore, si finisce per entrare nelle sabbie mobili del, da me odiatissimo, immobilismo.
Un’aforisma da me citato sul blog ormai ben piu’ di un anno fa, diceva:

“Il procrastinare è una delle malattie
più comuni e più mortali
e il suo effetto nefasto sul successo
e sulla felicità è molto grande.”
Wayne W.Dyer

Ripeto, per anticipare la consueta critica: certamente c’e’ un tempo per ogni cosa, quando non si ha ben presente il quadro della situazione, quando si ha ancora necessita’ di tempo per chiarirsi, e’ bene fermarsi e riflettere, ma c’e’ un limite che non va superato, pro’ e contro esisteranno sempre, e’ impossibile che una scelta comporti solo “pro'”, e’ molto difficile che non ci sia il minimo rischio, ma…

L’unico vero rischio nella vita
è non voler correre alcun rischio.”
Sergio Bambaren

Arriva un momento nel quale ci si accorge che i pensieri si sono chiusi su se stessi: vengono in mente gli stessi “ma”, i medesimi “forse”, nessun altro elemento utile alla nostra decisione puo’ ormai essere aggiunto. L’ansia e l’angoscia crescono, ci si sente bloccati, impotenti, inermi. Non si riesce nemmeno piu’ ad ascoltare davvero chi cerca di consigliarci. A questo punto e’ diventato tutto piu’ difficile, meglio sarebbe stato non arrivare ad un simile stato di blocco, perche’ adesso i pro’ e i contro sembrano tutti avere lo stesso peso: abbiamo perso la capacita’ di discernimento e potremmo davvero compiere la scelta sbagliata.

Decidendo per tempo, quando ci si accorge che si sta per cadere in un simile blocco – e di solito lo si percepisce – si puo’ ancora interrompere quello schema mentale distruttivo nel quale si sta precipitando.
E se si sbagliera’… amen, a parte il fatto che non si puo’ sapere come sarebbe andata prendendo un’altra decisione, perlomeno saremo usciti dal nostro stato di empasse, avremo dimostrato a noi stessi di poter scegliere e la prossima volta riusciremo a farlo con piu’ facilita’.

Non comprare un vaso per paura di romperlo non vi puo’ portare ad avere quel vaso in casa. Pare ovvio, non e’ vero? Eppure molti di noi passano la maggior parte della vita nell’angoscia della non-decisione.

“Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita.”
Rita Levi Montalcini

arcobaleno