Ciao, questa sono io, Sissi, o meglio… ero io 4 chili fa circa, ora ne peso 12 ma non parlatemi di diete: le ho provate tutte, ma non ho perso un solo etto! Gli altri mangiano cose prelibate, io sono l’unica a mangiare sempre la stessa sbobba! Uff! 😦
Piacere di fare la vostra conoscenza comunque! Vedete, mi dipingono come una asociale, che non lega con gli altri animali ne’ da troppe manifestazioni d’affetto verso i suoi cari umani casalinghi… ma non è così! Provate a conoscermi! Cercate di “vedere” davvero: i segni di affetto li do eccome! Solo ritengo esagerate certe… esibizioni! A volte la gente è strana, da retta solo a quelli che “fanno più rumore” e non si accorge di chi, semplicemente, ama fare una vita tranquilla e riservata, passiamo quasi inosservati! Oddio… veramente io non passo molto inosservata: ogni volta che arriva una persona nuova mi sento dire “Che grosso!!!” 😦 Nemmeno un saluto, un apprezzamento ai miei occhi o ai miei bei calzini bianchi… La gente si ferma sempre all’apparenza! Uff… Umani! 😐
Questa sono sempre io, è stata la mia prima foto, si vede che ero ancora piccolina, eh? 🙂 Se vedete bene però, avevo già la stessa espressione… Mi hanno detto che ce l’ho spesso: una espressione da… “punto interrogativo”, la chiamano 😐 Che volete farci? Sono curiosa! 🙂 E non dite “Bé, sei un gatto!”, non è vero che tutti i gatti sono curiosi, sapete! Non generalizzate come sempre!
Sono nata verso la metà del Giugno 2003. Ad Agosto sono stata strappata a mia madre, ma mi dissero che era meglio per me, che presto mia madre mi avrebbe allontanata comunque perché era arrivato il tempo per me di diventare indipendente. Ma non so se voi umani potete capire… spesso vedo che per voi non c’è un’età per svezzarvi dai vostri genitori 😐 Comunque, venni portata in un’altra casa, chiusa, senza giardino, ma almeno c’erano due spaziosi balconi dove spaparanzarmi al sole! 🙂
Era in piena città e a volte vedevo cose strane… Qui ad esempio avevo visto un enorme uccello luccicante… aveva delle strane ali, erano come pale che roteavano sulla sua testa e faceva un sacco di baccano! 😦 Che specie era più? Ah sì! La chiamavano “elicottero”! La conoscete per caso? 😐
Sentì dire che il mio compito era tenere compagnia ad una persona un po’ anziana, perché aveva appena perso il marito e non volevano si sentisse sola… In seguito il mio padroncino mi disse che era contento di me, che avevo svolto perfettamente il mio compito, ma io non so bene a cosa si riferisca: io semplicemente volevo bene a quella donna, mi dava da mangiare, mi coccolava, mi trattava da reginetta della casa. Sicuramente mi voleva molto bene anche lei… ed entrambi ce lo dimostravamo… Tutto qua! 🙂 Ancora adesso il mio padroncino a volte mi guarda e, voltandosi verso la foto di quella donna, mi dice teneramente “Sissi, te la ricordi mia madre?”… certo che me la ricordo, che diamine! 😉 Noi non abbiamo bisogno di foto o di oggetti-ricordo.
Quando non ci fu più lei cambiò tutto… quella
casa divenne molto più vuota e io soffrivo di solitudine. La situazione senza di lei era rimasta stabile per un po’ ma poi era degenerata: c’erano continui litigi che mi spaventavano, il mio padroncino stava spesso fuori per evitare scontri e così io rimanevo quasi sempre sola… Quando poi rientrava io ero contenta e miagolavo per giocare, ma ormai era tardi e mi veniva intimato di stare zitta! 😦
Poi per fortuna se ne andò e mi portò con lui in un’altra casa, molto più piccola e senza balconi… anche se c’era il parquet! 😀 Ci stavo bene ed ero contenta di essere con lui, ma all’inizio fu un vero e proprio choc per me, ci misi molto ad adattarmi, pensate che solo un anno dopo ripresi a tenere certi comportamenti che avevo nella casa vecchia! Si pensa che per gli animali un posto valga l’altro, ma è una sciocchezza: anche noi ci attacchiamo ai luoghi e alle persone, e lasciarli poi è dura… a volte drammatico!
Comunque non era male: eravamo solo io e lui, a volte lui si allontanava per motivi di lavoro anche per lunghi giorni ma ormai non sentivo più la solitudine: guardavo dalla finestra, dormivo in poltrona, nessuno mi disturbava, tranne una ragazza che in quelle occasioni veniva a darmi la pappa e pulirmi la lettiera…
Ma lui si preoccupo’ lo stesso per me, pensò che forse stavo troppo tempo da sola… diciamo che forse applicava il suo metro di misura a me, pensando a come si sarebbe sentito al mio posto. Ma io non ero lui… Così, dopo un anno e qualche mese, portò un altro gatto, un piccoletto un po’ pestifero che voleva sempre giocare! Ma io non ne avevo voglia, ogni età ha il suo tempo no? 😐 Così… come dire? Non lo accolsi proprio bene, eh! 😀 Oh! Non gli feci nulla di male, cercai solo di fargli capire che non mi interessava giocare e fare amicizia… L’amicizia è come l’amore: non si compra, se non c’è non c’è! Vi pare? 😐
Fu così che iniziarono a darmi dell’asociale… Come se voler condurre una vita tranquilla e riservata fosse un peccato… Bah, che strani voi umani… 😐
Per ora vi do il mio saluto e… se passate da queste parti, guardate che una carezza e una spazzolata l’accetto da tutti, mica corro a nascondermi come quegli altri due o ad abbaiare come se stesse entrando in casa un assassino!
… e poi sarei io l’asociale! 😦
Ah, dimenticavo! Io da piccola ho rischiato di morire ben due volte: la prima ero arrivata da pochi mesi e presi la 220 da dei fili elettrici lasciati incautamente liberi, c’era sì il nastro isolante… ma che ne sapevo io che non si potevano mordere? 😦 In quell’occasione dormì tutta la notte con la mano del mio padroncino poggiata su di me… forse fu per quell’episodio che legammo tanto…
La seconda… ehm… sbagliai il salto su un davanzale e volai letteralmente fuori da una finestra al quarto piano! Mi salvai solo perché c’erano delle corde elastiche per stendere: riuscì a voltarmi ed a aggrapparmi al davanzale. Poi mi tirai su… Che spavento! 😮
Cosa voglio dire? Che non dovete fare troppo affidamento sul proverbiale equilibrio dei gatti: siamo come voi… degli autentici pasticcioni! 😀 Quindi, almeno per i gatti piccini, reti alle finestre dei piani alti e… occhio ai pericoli!!!!









Spero domani (anzi… ormai oggi!) di avere buone notizie e che finalmente riesca a fare avvicinare i due mici in modo da… avere un po’ di respiro io! 😉

Ma quando vedo gli occhi di questa gattona, un po’ sofferente, e quelli di questo micino, che ormai scalpita per essere membro effettivo della famiglia con diritto di… rovesciare la casa da capo a piedi, capisco che in ogni caso è stato giusto tentare 🙂
Kit era un bel gattone, un tigrato europeo classico. Aveva una carinissima coda che finiva a “cavaturaccioli” per un difetto probabilmente congenito. Nacque in una cucciolata nel bar vicino a dove mia madre aveva il suo negozietto di parrucchiera, in un piccolo quartiere di Genova, dove, come tutti i piccoli quartieri, tutti conoscono tutti. Purtroppo non ho sue foto qua con me, quelle che vedete, sono foto “da internet” (tranne le ultime).
Non ricordo se io all’epoca vivevo per conto mio – non andavo proprio d’accordo con mio padre e, soprattutto, le sue idee vecchio stampo – o se me ne andai proprio in quel periodo… Ad ogni modo, un anno dopo Kit ebbe probabilmente una ricaduta della malattia: nel giro di poche settimane invecchiò di colpo: era diventato magrissimo e non riusciva nemmeno più a masticare. Gli facevamo pezzettini di cibo piccoli piccoli e lo imboccavamo, sperando inutilmente che riprendesse le forze. Faceva una pena tremenda vederlo così, quasi immobile, con quegli occhietti sempre lucidi che sembravano piangere.
Ma poi, alla morte di mio padre, decisi di prendere un animaletto che tenesse compagnia a mia madre, e così… arrivo’ Sissi (foto a lato, aveva pochi mesi), che svolse egregiamente e diligentemente il compito assegnatole negli ultimi anni di lei. Era diventata il suo “animaletto adorato” 🙂 … Che ricordi…
Sissi oggi 😉



Avete mai visto lo spettacolo offerto da un gabbiano (foto a lato non mia) che vola controvento? A volte, se il vento è forte, sembra percorrere solo pochi metri a fronte di uno sforzo immane, tanto da far sorgere a chi lo guarda stupefatto la domanda "ma chi glielo fa’ fare?". Con un affascinante, imperioso e silenzioso sbattere di ali, incurante di chi lo sta’ a guardare, il gabbiano arriva d’istinto dove sa’ dover arrivare, e la’ puo’ finalmente cogliere il frutto del suo sforzo, lasciandosi improvvisamente trasportare e cullare dal vento, facendosi accompagnare senza più fatica alcuna, ma mantenendo sempre grande attenzione perché qualche piccola variazione puo’ essere necessaria.
Avete mai osservato attentamente un gatto? Osservato davvero? Quello sguardo attento, un momento addormentato, il momento dopo pronto al gioco o alla guerra… L’espressività a volte sorprendente del muso e del corpo già non avrebbero necessità di suono, ma i loro variegati miagolii completano la capacità di farsi capire. Un gatto puo’ essere spaventato, incuriosito, divertito, addormentato, riflessivo perfino, ma anche quando si nasconde per compiere un agguato, la sua espressione non finge mai: gli occhi sono lo specchio delle sue intenzioni.
I gatti, perfino i nostri mici casalinghi, non "nascondono" nulla, sono sempre sé stessi, accada quel che accada. Vivono sempre, anche negli ultimi mesi della loro vita; quando noi, terrorizzati, abbiamo già smesso di vivere, loro continuano a farlo, incuranti, ignoranti forse di cio’ che li attende.