L’invincibile – Racconto

ArmandoLa serata si stava per concludere. Armando era soddisfatto: aveva riscosso il solito successo con le ragazze e visto il rispetto negli occhi dei ragazzi. D’altronde era molto conosciuto, non solo in quella discoteca, ma in tutti i locali che frequentava e nel quartiere dove abitava. Certamente per aspetto atletico e per modi di fare, era uno che non passava inosservato: era brillante, e sapeva di esserlo. Poco importava se qualcuno ne parlasse come del classico bullo di quartiere, era sicuramente solo invidia.
Quella sera però era successo qualcosa di diverso. Chiara, una ragazza bella e semplice, l’aveva colpito profondamente. Strano per un tipo abituato a valutare solo la “carrozzeria” di chi aveva davanti. Ma quegli occhi l’avevano ammaliato e quella timidezza aveva forse fatto presa su un istinto di protezione fino a quel momento sconosciuto. Ne era turbato, come se sentisse che grazie a quell’incontro, tutta la sua vita sarebbe cambiata in breve tempo…

Chiara non stava più nella pelle. Tornando verso casa in auto, le amiche l’avevano presa bonariamente in giro tutto il tempo, con un pizzico di invidia forse, ma anche con sincera contentezza per una persona che sapevano essere bella e brava, ma davvero troppo timida, una timidezza che le aveva sempre portato poca fortuna in amore… fino a quel momento.
Lei di contro, arrossendo, si schermiva cercando di cambiare discorso o di sminuire la cosa…
“Ma dai! Sarò solo una delle tante! Domani non si ricorderà nemmeno più chi sono!”
“Smettila! Ma non hai visto come ti guardava?”

Quella notte Chiara non chiuse occhio, sognando, sì… ma ad occhi aperti. Proprio lei, che si era sempre sentita una Cenerentola…

Armando, ormai sbronzo dopo il terzo Negroni, si diresse verso la Mercedes del padre.
“Dai Arma’, ti accompagno io, e’ meglio!” – disse Lorenzo, il suo amico
più vicino.
“Ma va’… che quella con il toppino bianco ti ha messo gli occhi addosso! Non fartela scappare!” replicò lui appoggiandosi con la schiena all’auto, l’aspetto poco lucido.
“Armando… guarda che stai barcollando, sei sicuro? Per me non è un problema eh! Quella viene sempre qua, l’ho già vista altre volte…”
“Senti… non rompere, ok? Per chi mi hai preso? Non sono brillo, ci vuole altro!".

Chiara si era alzata da poco. Era molto stanca per la notte insonne… ma era stato così bello sognare!
Aveva appena finito di fare colazione e si stava cambiando per andare all’università, quando il cellulare squillò. Era la sua amica del cuore, quella che conosceva Lorenzo e che in pratica aveva permesso l’incontro con Armando, la voce era greve…
“Chiara… Armando è in ospedale… un incidente…”

Chiara non ebbe nemmeno il coraggio di chiedere le sue condizioni, chiese solo dove fosse ricoverato e corse a trovarlo.
Non le fu facile entrare, solo i parenti potevano, ma Lorenzo convinse la madre di Armando e il dottore a lasciarla passare, argomentando che a lui avrebbe certamente fatto piacere.

Armando giaceva immobile sul letto, intubato. In pratica solo il viso spuntava da una specie di scatola protettiva con cui era stato coperto per evitare il contatto del corpo con indumenti o lenzuola. Il suo bel viso era adesso una maschera di sangue, filo da sutura e bruciature.
Chiara non riuscì a reprimere un sussulto e il gesto di portarsi le mani in viso… Si voltò verso Lorenzo, con lo sguardo spaventato e interrogativo.
Lorenzo abbassò gli occhi… e Chiara capì.

L’unico gesto vitale di Armando concessole al posto di un sogno che avrebbe potuto durare una vita, e durò solo una notte, furono i suoi occhi. Occhi che dicevano “Perdonami. Mi dispiace…”.



Questo mio racconto fa’ seguito all’invito di moser56 a richiamare l’attenzione sul problema della guida in stato di ebbrezza (e non solo). Nel suo post catena (lettera aperta), moser56 invita chiunque abbia un blog a dedicare un post su tale argomento, ognuno a proprio modo.
Questo racconto è il mio contributo.

No alcool

0 pensieri su “L’invincibile – Racconto

  1. ciao amico mio caro.
    peraltro mi hai ricordato una bellissima canzone di lucio dalla.
    che ti dedico.
    sempre da “You tube”, ” Anna e marco – lucio dalla, con De Gregori e Ron”. te la dedico veramente con tutto il cuore.
    E salutami Genova. Una città che, personalmente, adoro.
    mauro.

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  2. tra l’altro, riascoltandola, ad un certo punto recita “marco, lupo di periferia”, per cuimi sembra veramente appropriata, non per la periferia, perché poi Genova non è propriamente una periferia, ma per il fatto del lupo. a me quel lupetto che apre il tuo blog mi fa impazzire.
    al di là di ciò che scrivi, che è comunque pregevole, io apro il tuo blog tutti i giorni anche solo per ammirare quell’espressione di lupetto, che me lo terrei in casa.
    un abbraccio.
    mauro.

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  3. poi dovremo approfondire il discorso dell’esoterismo.
    io, pur essendo un credente, credo anche in altre cose che apparentemente sfuggono al nostro scetticismo ed alla nostra incomprensione.
    secondo me, anche Gesù Cristo era un esoterico, ma con la “E” maiuscola.
    ciao
    mauro

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  4. A mio avviso uno dei grossi problemi dell’alcol è quello culturale. Viviamo in una società che considera bere il vino e gli alcolici in generale una specie di status simbol e “non solo”, io ne so qualcosa perchè essendo completamente astemio vengo considerato una specie di fenomeno da baraccone. Non sono per il proibizionismo, quando ero molto più giovane qualche birretta la bevevo pure io senza esagerare e so che l’alcol, bevuto con moderazione, non fa male il problema è, appunto, il “non solo”, cioè quando si abusa. Il momento in cui, per molti, l’alcol diventa un rifugio, un modo per affogare i problemi nel vero senso della parola, volersi sentire più grandi, bere vino è da vero uomo etc.etc. Io, avendo avuto la sfortuna di assistere con i miei occhi a certi spettacoli ed essendo stato vittima, mio malgrado, fortunatamente illeso, di chi abusava di alcol, so che chi esagera con l’alcol è molto pericoloso per se e per il prossimo. Una specie di bomba ad orologeria fuori controllo che prima o poi esplode e che l’alcol, a un certo punto, porta alla dipendenza tanto quanto le droghe pesanti. Forse questo è un aspetto che andrebbe sottolineato più spesso. Complimenti per l’iniziativa.

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  5. Guarda, io bevo, tipicamente con moderazione: adoro la birra, e mi piace il vino. E per quanto riguarda i super alcolici ho una passione smodata per il Montenegro…
    Però (perché c’è un però), non guido MAI dopo aver bevuto più di una birra. E nella mia compagnia vige la regola che chi guida non beve MAI, e per questo quando si va in giro si prende la macchina a turno…
    Penso che come in tutte le cose ci voglia un po’ di buon senso, no?
    (forse potrei farlo anch’io un post su questa cosa)

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  6. x Moser: ciao caro 🙂 Davvero bella la canzone che mi hai indicato, e poi finisce bene! eheheh
    Grazie, sono contento che tu faccia parte dei miei lettori, su Gesu’.. la penso esattamente come te 🙂
    Ciao e a presto!

    x Julka: l’altro giorno qualcuno ha diffuso una falsa prima pagina di LaRepubblica.it con la notizia della morte di Berlusconi. Ovviamente il tono era ironico, anzi sarcastico, ma non solo verso gli esponenti del governo, anche verso molti oppositori che… se non ci fosse lui, ci si chiede davvero cosa farebbero 😀 Un sacco di gente della quale probabilmente nessuno avrebbe mai sentito parlare 🙂
    Curioso il doppio aspetto, vero? 😉

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  7. x Nicola: secondo me non e’ piu’ “tutta la societa’”, ma solo alcuni dei suoi spaccati, come certi ambienti giovanili. In fondo non e’ cosi’ strano, eh, e’ proprio nell’eta’ adolescenziale e post-adolescenziale che le persone sentono il desiderio di… distinguersi, trovare una propria strada che li allontani da un ambiente famigliare che trovano magari troppo asettico. E in modi sono a volte purtroppo dannosi.
    In realta’ io concordo con coloro che dicono che il ruolo maggiore lo ha davvero la famiglia, essa deve trovare il giusto equilibrio tra educazione e liberta’, poiche’ lo sforamento da una parte o dall’altra genera poi reazioni pericolose.
    I complimenti vanno a Moser: l’iniziativa e’ sua 😉

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  8. Scusami, amico mio “Wolfgohst”, se mi approprio un attimo del tuo blog, ma il tema è talmente importante che vale la pena rispondere a due amici.
    A “nicolavitale” vorrei dire che ha centrato tutto ed anche con grande capacità di sintesi.
    Il problema però è da rovesciare. Molte persone che escono dalle “droghe pesanti”, paradossalmente lo fanno utilizzando alcol e diventando alcolisti, il che è ancora peggio. Tanto vale continuare a fare uso di droghe “pesanti”.
    E questo lo dico con tutta la misericordia possibile.
    A “nico24” dico che se tutti ci comportassimo come te, in maniera così saggia, gli incidenti stradali sarebbero ridotti dell’80%.
    Grazie ragazzi.
    E grazie soprattutto a te “Wolfghost”. Una sola domanda. Sei genovese “doc”?
    E’ un problema. Io a Genova capito spesso. E se capito a Genova, chi lo offre il caffè?
    Un abbraccione.
    Mauro.

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  9. x Nico: assolutamente Nico 🙂 Anche io, pur non essendo un bevitore abituale, non disdegno qualche alcolico, birra, vino o aperitivi 🙂
    Nessuno qua vuole un nuovo proibizionismo, abbiamo visto a cosa porto’ nell’America degli anni ’20.
    E’ come dici te, questione di buonsenso. Ma il buonsenso e’ una qualita’ che non e’ affatto facile da raggiungere… pare! 😉

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  10. x Moser: figurati, i tuoi apporti sono graditi. E poi il “lanciatore dell’iniziativa” sei tu… dunque il post e’ anche tuo 😉
    Sono nato e vivo a Genova, mia madre era ligure e mio padre siciliano. Quindi insomma… proprio “doc” forse no, ma… amo la mia citta’ 😉
    Be’, e’ vero che sono un genovese… ma insomma, un caffe’… eheheh

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  11. @WOLFGHOST Sono parzialmente d’accordo con te. Molto probabilmente nell’età adolescenziale e post adolescenziale si è più deboli, si hanno meno difese e si finisce con il correre il rischio di essere vittime, a volte tragiche, di certi stereotipi. Però, secondo me, il modello culturale è imposto da buona parte della società. Faccio esempi pratici, io ho 37 anni e sono completamente astemio e fino a 3/4 anni fa, prima del mio definitivo abbandono, frequentavo una comitiva di coetanei, purtroppo non eravamo più adolescenti o post adolescenti, e il fatto che al momento delle ordinazioni ordinassi una coca-cola o un’aranciata veniva visto con un certo stupore. Anche in famiglia, quando ero molto piccolo, 9/10 anni, mio nonno mi invitava a bere vino. Più recentemente, anche in luogo di lavoro il fatto che io non fumassi e non bevessi alcolici di nessun tipo veniva visto come qualcosa di molto strano, non da vero uomo insomma. Il posto era frequentato da miei coetanei o gente più grande. Quindi lo spaccato cui ti riferisci, a mio avviso, è più grande di quanto si possa immaginare e da quello spaccato nasce il “non solo” con tutti i relativi difetti…
    Per quanto riguarda la famiglia sono convinto che gioca un ruolo importante, ma, molto spesso, lo è ancor di più il carattere. Io potrei essere tranquillamente un alcolizzato, ma di brutto, invece sono completamente astemio e forse proprio questa situazione che, credo, mi permette di avere un occhio più attento!
    @Moser ti ringrazio per i complimenti per fortuna il discorso droghe pesanti mi ha sfiorato solo di striscio trattandosi di conoscenti di vista. È stato più che sufficiente il discorso alcol, spero di aver già dato il mio contributo definitivo in tal senso. Complimenti per l’iniziativa.

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  12. Ciao Nicola 🙂 In realta’ il mio discorso non si esauriva all’adolescenza o post-adolescenza, diciamo che credo che la maggior parte delle volte il problema parta (non si esaurisca) da li’. Una volta che uno ha preso una brutta abitudine, per non parlare – piu’ propriamente forse – di dipendenza, diviene difficile uscirne.
    Discorso similare per la famiglia. Non e’ che la famiglia sia l’unico aspetto coinvolto, certamente c’e’ anche il carattere della persona, ma se la famiglia fosse “buona”, in grado di sostenere correttamente la crescita del giovane, non ci sarebbe bisogno di prove eroiche di carattere. Anzi, e’ un peccato leggere che su quelle si e’ dovuto far leva.
    La societa’ e’ indubbiamente cambiata, basti pensare a certo modelli cinematografici in uso fino a poche decine di anni fa, con bella mostra di bottiglia e sigaretta.
    Molte piu’ persone oggi sono infastidite da chi fuma e beve. Chi si infastidisce del contrario, lo fa di solito per eccesso di leggerezza nell’argomento che sta affrontando.
    Alcol e fumo non sono “chiacchiere da caffè”, insomma.

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  13. Accoglierei volentieri anch’io questa richiesta….se solo il mio blog avesse più visitatori…:-(
    Già di per sè, quella dell’alcool è una problematica che metterei al pari delle droghe. Perchè ubriacarsi? Perchè cercare il piacere in sostanze nocive all’organismo e non in ciò che la vita vera ha da offrirci?
    Quando poi ubriacarsi mette a repentaglio non solo la propria vita, ma anche quella degli altri con incidenti, molestie e via dicendo, allora la situazione si fa più drammatica.
    L’insegnamento ad essere responsabili gioca certamente un ruolo importante.
    Ma bisogna anche far capire ai giovani che non è un male esser fuori da un gruppo solo perchè non si assumono comportamenti stereotipati(irresponsabili):ci si sente molto più unici ad essere sè stessi e saper dire NO di fronte ad un branco di sciocchi.
    Genny.

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  14. Sono assolutamente d’accordo con la seconda parte del tuo commento. Non invece sulla prima. Non e’ tanto l’alcool in se’ il problema, quanto il suo abuso.
    Certo, vietarlo sarebbe piu’ semplice che chiedere di limitarsi, ma… e’ davvero applicabile? Ricordiamoci, come ho gia’ scritto, del proibizionismo americano negli anni ’20. Cosa porto’? Solo un mercato fiorente per la mafia. E chi voleva ubriacarsi, continuava a farlo, tra l’altro rovinandosi pure economicamente.
    No, la soluzione non e’ nel proibizionismo, ma casomai proprio quella che dipindi nella seconda parte del tuo commento… 🙂

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  15. Ho “sbirciato” il blog di Moser e trovo che sia davvero molto interessante. Ci tornerò appena ho un po’ di tempo.
    Così come tornerò a leggere questo racconto e a cercare di aderire alla vostra iniziativa (purtroppo, in questi giorni, non ho molto tempo disponibile….)
    Ciao Wolf 🙂

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  16. Con la prima parte del mio commento intendevo dire che abusare dell’alcool è come drogarsi! Una cosa inutile e dannosa!
    Non volevo sembrare tanto drastica, e forse non mi sono spiegata bene ;-).
    Una birretta, con una pizza, può anche starci (per chi lo vuole…per me solo acqua)!
    Confermo però che ci sono certi piaceri genuini della vita….mooolto più soddisfacenti dell’alcool!
    Genny.

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  17. bello il tuo racconto. mi ricorda tantissimo una vecchia canzone, chissà se la conosci….si intitolava “Dite a Laura che l’amo” e la cantava un tizio che si faceva chiamare Michele; parlava di un uomo, un cantante, che morì in un incidente mentre andava dalla sua donna; l’unica cosa che restò a
    lei fu proprio la canzone che lui le dedicò:)

    beh, l’alcool è una vera e propria droga pesante, a tutti gli effetti, sia dal punto di vista fisico che psichico…è più o meno allo stesso livello dell’eroina, per intenderci. Lo dico perchè lo studiai quandio diedi l’esame di farmacologia all’università. Purtroppo c’è molto la tendenza a lasciar correre, quasi che l’alcool fosse come l’aranciata…e invece, quante stragi al sabato sera potrebbero essere evitate…
    e poi dicono che il fumo fa male e bisogna smettere di fumare; certo, è una gran verità..però non mi risulta che chi fuma abbia la mente annebbiata come chi beve pesantemente, ecco:)

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  18. x Fire: guarda… se vai a vedere quando aveva lanciato questa iniziativa Moser, capirai che anche io ci ho messo il mio tempo 😀
    Sicche’… 😀

    x Genny: ahahahah si si, di questo ne sono convinto anche io! ;D

    x Morellina: eheheh tu non la sai… ma quel Michele e’ genovese 😉 Infatti ricordo vagamente di aver conosciuto qualcuno che lo conosceva bene… Ma si parla della mia infanzia, non rammento altro 🙂
    Chissa’ che fine ha fatto… era parecchio che non ne sentivo parlare! %-)

    Be’, immagino pero’ che a basse dosi (chiamiamole cosi’) la dipendenza che arreca sia inferiore a quella delle droghe pesanti.
    Dicono spesso che il classico bicchiere di vino a pasto faccia addirittura bene…
    … o lo dicono per non far crollare i consumi?? 😮
    🙂

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  19. @WOLFGHOST Sono d’accordo con te quando dici che l’alcol e il fumo non sono chiacchiere da bar e sul fatto che ci sia una tendenza in direzione contraria. Vedi gli esempi della pubblicità o degli sponsor nel mondo dello sport. Però, a mio avviso, si tratta di una lotta ancora lunga alcol e tabacco sono profondamente radicati nella nostra cultura e, in questo caso, purtroppo, le chiacchiere da bar hanno il loro peso.

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  20. eh, lo so! Perche’ ancora in troppi affrontano la faccenda con leggerezza. Il fatto e’ che il peso delle chiacchiere da caffe’ e’ spesso sottovalutato…
    Dovremmo sempre prestare un minimo di attenzione a cio’ che diciamo 🙂

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  21. Te possino! 😀
    Il tuo gesto è davvero bello, ma nemmeno io avrei saputo scrivere un racconto così atroce! (Nemmeno io, nel senso che ultimamente passo in rassegna suicidi, tentati suicidi, cupe depressioni, etc.)
    Il post è splendido, intendiamoci, ma agghiacciante!

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  22. Credo che un certo tipo di incidenti però non sia dovuto esclusivamente dal guidare in stato di ebrezza anche se,ovviamente questo comportamento fa parte di un certo modo di essere e se vogliamo ,di intendere la vita (ed il suo opposto..).
    Si può abusare di una sostanza per sentirsi parte di un gruppo,per darsi coraggio o per anestetizzarsi:ci possono essere dietro motivazioni anche antitetiche .Dietro certi incidenti invece ,oltre a certi abusi io ci percepisco molto la frenesia di correre Tanto per fare una banale riflessione:in fondo a volte di possono adottare percorsi alternativi anche se un po’ più lenti,eppure tutti prendono l’autostrada pur sapendo benissimo i rischi a cui si espongono ed espongono gli altri ,anche per situazioni che non esigerebbero assolutamente tutta questa fretta. Correre…Perchè? Dove? Da cosa fuggono?
    Non si sa :ma tutti corrono non si sa bene se via da cosa o verso cosa…………..

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  23. 🙂
    Assì? non me lo ricordavo, che fosse genovese…fra l’altro, aveva una gran bella voce; mi commuovevo così tanto, quando ascoltavo quella canzone….ehehehehehhe

    Certo, l’a’lcool a piccole dosi non è affatto dannoso, come al maggior parte delle cose.
    Il problema è che l’età di chi inizia a bere si sta abbassando sempre più; ci sono ragazzini e ragazzine di 14 anni che bevono per sballarsi; ed il loro organismo non è ancora in grado di metabolizzare l’alcool come avviene nell’adulto…per loro è un vero e proprio veleno.
    ma a quanto pare, non c’è la volontà di fare qualcosa di serio…è vietato vendere alcoolici ai minorenni, ma questo non è un problema, perchè il ragazzino che vuole bere si fa comprare l’alcoolico da un amico più grande…e voilà, l’ostacolo è prevedibilmente e facilmente superato.
    mi fanno ridere, queste leggi banali…

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  24. x Yasmine e Anna: grazie, Buona notte anche a voi! 🙂

    x gchick: accidenti… uff! Vedremo la prossima allora! 😀

    x Anna: ahahahahah grazie, lo prendo come un complimento! 😀
    Però, vedi… sono dell’idea che certi messaggi debbano essere agghiaccianti per poter funzionare… e questo post aveva uno scopo preciso 🙂

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  25. x Orchis: certo, hai ragione. Diciamo che… cause si aggiungono a cause.
    Il titolo che ho scelto per il racconto ad esempio, voleva mettere il dito su una delle cause principe: sentirsi invincibili, infallibili. Ciò fa sottovalutare i rischi non solo dell’alcool, appunto, ma anche dell’eccesso di velocità o, in generale, della guida pericolosa.
    Grazie per avermi dato l’opportunità di sottolineare anche questi aspetti 🙂

    x morellina: oggi i giovani sono un po’ più precoci in tante cose, non è vero? 🙂 Con i rischi che ne consegue. Per questo l’informazione è così importante. Però deve venire da persone per le quali si sente di avere rispetto e attenzione. Ecco perché, come sempre i rapporti interpersonali, anche e soprattutto con la famiglia, sono così importanti.

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  26. giusto quanto dici, naturalmente. la famiglia dovrebbe essere sempre presente…anche se sono convinta che fare i genitori sia molto difficile; si sbaglia spesso, anche senza volerlo. Non posso pronunciarmi, su questo, perchè non ho figli…e quindi non so se riuscirei ad essere un buon genitore:)

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  27. Assolutamente. Scrivo spesso che essere genitore è sicuramente il “mestiere” più difficile al mondo (n.b.: nemmeno io ho figli… mmm… i gatti non contano, vero? :D), tuttavia c’è differenza nel mancare perché fallaci (tutti lo siamo) o per sufficienza e superficialità…

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  28. Guarda io sono astemia ma non ti
    nego che sono davvero preoccupata
    oltre che mettere a rischio la propria vita si mette a rischio quella
    degli altri ed è davvero tragedia..
    Buona giornata Wolf un abbraccio..
    Anna..

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  29. x yasmine: grazie, anche a te cara Yasmine 🙂

    x Anne: acc… hai trovato la risposta nonostante avessi scritto erroneamente “x Anna” anziche’ “Anne”! … accorta! ;D

    x Anna: si’, ho voluto fare il post in questo modo proprio per far notare che non solo il guidatore rischia di distruggere la propria vita, ma anche quella degli altri.
    Ognuno puo’ rischiarla la propria vita, se proprio vuole, ma non dovrebbe mai mettere a repentaglio quella di altri…
    Grazie cara, un abbraccio anche a te! 🙂

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  30. Eppure io ho intravisto … altro. Ma non puoi leggere anche questi racconti alla pensione?
    Che nesso ha la storiella con gli incidenti per ubriachezza?
    Chi si ubriaca si ubriaca anche per altro o per lasciare che il sogno si avveri già in quella serata.

    Bhà

    Lasciamo … perdere!

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  31. Caro Wolf, é sulle tue pagine che ho travato un nuovo amico, “Viadalloblio”.
    La sua è la storia tragica di un’uomo consunto dall’alcool, che ci è stato restituito. Una sorta di Giona.
    Forse lui potrebbe parlarne e forse scriverne con ragione e sentimento.
    Lo seguo dalla prima volta che ce lo hai indicato.
    Posso dire che la sua è una storia violenta e atroce.
    Di come l’uomo possa abrutirsi, di come senza nessuna forza si abbandoni ad una china che parrebbe senza ritorno.
    La sua storia inizia da lontano e percorre come in una “via crucis” gli anni e il tormento di una vita.
    Adesso che mia figlia inizia ad uscire con le amiche il sabato sera, sto sempre con le orecchie dritte. Conosco la Leonessa e so che non è facile ad abbandonarsi agli eccessi.
    Ma degli altri?
    Quante macchine ho visto dentro ad un fosso o contro un palo alle 5 del mattino di un sabato o una domenica qualunque.
    Poche in verità, ma per il mio metro di misura una é già troppa.
    Quando cominceremo a segnalare ai nostri ragazzi che hanno un futuro e che non sono una generazione NO future?
    Mai abbastanza presto!!

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  32. io NON le capisco le persone che bevono…
    mi sia spiegare il perchè?
    perchè decidono di sballarsi con una cosa che può creare dipendenza e non controllo di se stessi…
    per piacere?
    e quando piacere ci può essere nello stordirsi…

    non può fare altrettanto un libro, un ballo, la musica, una corsa nel prato, la bicicletta, una torta alla panna… non capisco

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  33. Finirei per ripetere quello che ho scritto (e che continuo a scrivere) da Viadalloblio.
    E finirei per ripetere quel che è stato scritto qui.
    È indubio che il pensiero è comune e condiviso.
    Credo che tutti o quasi abbiamo visto, sentito, provato, perso…
    Mi fermo qui.
    Buona serata.

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  34. x Angelo: I racconti sono belli perché ognuno ci può leggere (o NON leggere) ciò che vuole 🙂
    Bé… certo che ubriacarsi affinché un sogno si avveri… mi pare abbastanza singolare però! %-)

    x CapeH: Viadalloblio! Grazie di avermelo ricordato! 😉 Hai ragione: la sua storia calza a pennello, in senso positivo però, la storia vera di una persona che è riuscita ad uscire da un declivio che ormai sembrava senza fine.
    Vedi… io credo che gli adolescenti e i post-adolescenti abbiano di per sé uno spirito di ribellione; credo sia un vero e proprio disegno della natura affinché si emendino dalla famiglia di origine dalla quale altrimenti faticherebbero a staccarsi.
    Per questo non è facile vedere buoni rapporti genitore-figlio. Eppure ci sono…
    Magari voi siete tra questi 🙂

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  35. x Ethel: purtroppo sì, lo è. Ma meglio affrontarlo che chiudere gli occhi…
    Un bell’abbraccio anche a te! 🙂

    x leggere: guarda… l’ebbrezza, ogni tanto, può anche essere piacevole (anche se solitamente la si paga il giorno dopo :D), ma in ogni caso c’è modo e modo di sperimentarla.
    … e non è il caso di farlo prima di mettersi alla guida.

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  36. x Azalea: Viadalloblio è stato citato anche da CapeH, qualche commento prima del tuo. E’ un po’ che non passo da lui, ma sono molto contento di averlo “presentato” ad alcuni di voi che lo apprezzano e, ne sono sicuro, aiutano… come lui aiuta chiunque lo legga ed abbia bisogno di credere di potercela fare 😉

    x Leo: ciao caro, ben tornato 🙂

    x Anna: grazie Anna, buonanotte e un bacio anche a te! :*

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  37. x Yasmine: bé, ma è chiaro che non è che vanno in giro ubriachi con l’intenzione di ammazzare qualcuno e provarne emozioni conseguenti! Il vero problema è infatti il fatto che non si rendono conto della pericolosità della guida in stato di ebbrezza. Molti, come il protagonista del mio racconto, si sentono “invincibili” al volante, pensano che un incidente a loro non è possibile che accada.
    E’ questa non-consapevolezza che diviene mortale, ed è sul cambiarla che dobbiamo far leva 😉

    x rossoscarlatto: ciao cara 🙂 Le pene adesso sono severe. E’ pero’ mio avviso che, proprio come scrivevo qua sopra a Yasmine, che sia necessario aumentare la consapevolezza della pericolosità della guida in stato di ebbrezza.
    La severità delle pene da sola non basta.

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  38. Bé, in parte è fisiologico, cara Pioggia. Io – salvo rarissimi casi – non bevevo, ma ricordo che correvo in auto, almeno quanto l’auto (che non era granché) mi consentiva. Certamente rischiai più di una volta.
    Smisi solo dopo alcuni incidenti, per fortuna di lieve entità.
    Quel che ti posso dire, e di cui sono certo, è che per molti giovani le emozioni che se ne ricavano sono piacevoli quanto le “cose belle” di cui parli. E’ proprio il senso della fragilità della vita a mancare. E questo è un aspetto che in fondo non mi sorprende in un ragazzo o in un giovane. Ecco perché sono proprio gli adulti e le istituzioni, siamo noi tutti, che dobbiamo promuovere campagne in questo senso, affinché questa consapevolezza nasca senza bisogno di arrivare a lezioni dalle quali potrebbe non esserci ritorno.

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