Il leone e i cacciatori – racconto di Anneheche e Wolfghost

In realta’ di mio c’e’ poco, solo il pezzetto tra la chiusura del racconto e la citazione della leggenda indiana 😀 Il resto e’ di anneheche, che sicuramente conoscete gia’… altrimenti non potete perdervi i suoi racconti: anneheche blog 😉

 

Buona lettura 🙂


cacciatoreIl leone e i cacciatori

Il leone era inquieto. Aveva fiutato l’usta di due uomini e stava valutando se attaccarli o tornare al suo rifugio. I cacciatori gli si erano avvicinati sottovento, ma il leone aveva compiuto un lungo giro portandosi alle loro spalle; da quella posizione era in grado di sentire il loro odore. Un misto di tabacco, cuoio e sudore che lo disgustava, e gli ricordava esperienze molto spiacevoli. Da sempre associava il pericolo a quel particolare afrore; in tempi recenti aveva perso la sua compagna ad opera di quegli irriducibili nemici.
Era un grosso felino di quasi duecentotrenta chili, ormai anziano: aveva perso molta della sua forza e della sua agilità, acquisendo in compenso esperienza e sagacia. Abbandonò il luogo dove si trovava per seguire il percorso degli uomini, continuando a rimanere sottovento. Sapeva che non avrebbero smesso di dargli la caccia, almeno fino a quando la luce del giorno fosse stata loro alleata. Se li avesse tenuti a distanza sino al tramonto, sarebbe riuscito a sopravvivere; durante la notte avrebbe cambiato zona, lasciando anche il rifugio che adesso non considerava più tanto sicuro. Era certo, infatti, che prima o poi sarebbero risaliti sin lì, conosceva troppo bene la loro ostinazione, che era seconda soltanto alla crudeltà innata. Il leone era stanco. Quella mattina aveva dato inutilmente la caccia a un’antilope, bruciando energie preziose; inoltre si sentiva debole dato che non mangiava da molto tempo. La soluzione migliore era decisamente quella di evitare la lotta e di aspettare le tenebre. Mentre procedeva, l’odore si fece più intenso, più vicino. Era una giornata caldissima, il sole batteva implacabile, non spirava un filo di vento e i cacciatori stavano sudando in abbondanza…o il cacciatore?
Improvvisamente uno stormo di uccelli si levò in volo. Il leone si appiattì, allarmato.
Si erano separati, e adesso uno dei due poteva essere sottovento. Guardò in quella direzione e gli parve di scorgere un’ombra che si faceva strada in mezzo a un gruppo di rocce. Doveva prendere una decisione immediata, altrimenti sarebbe rimasto intrappolato fra due fuochi. Sapeva di essere molto più veloce di loro, tuttavia non ignorava che disponevano di terribili strumenti di morte, gli stessi che avevano ucciso la sua compagna.
Sul profilo dell’orizzonte alcune giraffe si muovevano aggraziate, un branco di kudu brucava l’erba. Un babbuino fece risuonare il suo verso stridulo. Era un suono che il leone non sopportava; forse fu quello a deciderlo. Corse verso una boscaglia che distava circa mezzo miglio dal punto in cui si trovava.
Risuonò uno sparo. Il dolore fu inaspettato e lancinante.
Il felino tuttavia non cadde, scartò di lato evitando la seconda pallottola. Poi cercò di raggiungere comunque il riparo degli alberi. Il secondo cacciatore emerse da una sterpaglia, sbarrandogli la strada. Nel frattempo, l’altro uomo lo inseguiva da dietro. Non ci voleva molto a capire che quella era la sua fine, la fine di un vita lunga e avventurosa, a volte felice, in altri momenti rattristata dalla pervicacia con cui gli uomini avevano dato la caccia a lui e ai suoi simili. Era l’ultimo sopravvissuto di un branco che un tempo contava dodici leoni.
Questo perchè era il più forte, e il più astuto.
Fu raggiunto da un altro proiettile. Ruggì di dolore e di rabbia. Se era impossibile mettersi in salvo, poteva però vendicarsi; il ricordo della compagna agonizzante era ancora impresso nella sua memoria. Puntò sull’uomo davanti a lui, gli fu sopra con un grande balzo e gli sfondò il cranio con i canini. Abbandonò il cadavere per voltarsi a fronteggiare il secondo nemico. Comprese che ora aveva paura. Si lanciò nella sua direzione. L’uomo lasciò cadere a terra il fucile, raggiunse un albero e incominciò a salire agilmente, convinto di mettersi al sicuro. Evidentemente non era un professionista. Il leone si arrampicò a sua volta sull’albero.
C’era ancora tempo prima di morire.

 

… quella notte il leone si risvegliò. Attorno a lui prati in fiore, alberi maestosi, un ruscello di acqua fresca che scorreva lì vicino. Si accorse, con sorpresa, di non sentire più dolore, le ferite erano incredibilmente scomparse. Si sentiva in forze come non gli accadeva da anni, come fosse ringiovanito.
Aveva ancora un’espressione stupita in quegli occhioni felini, quando alcuni ruggiti alle sue spalle richiamarono la sua attenzione. Si voltò… la sua leonessa e i suoi due piccoli cuccioli, morti di stenti a pochi mesi di vita in un’estate di carestia, stavano correndogli incontro…
Si rese conto allora di essere sul quel Ponte dell’Arcobaleno di cui tanto aveva sentito parlare…

 

“Dall’altra parte dell’arcobaleno esiste un posto chiamato Ponte dell’Arcobaleno.
Quando un animale che è stato particolarmente vicino a qualcuno muore, egli va al Ponte dell’Arcobaleno.
Lì ci sono prati e colline per tutti i nostri amici speciali, cosicché essi possono correre e giocare insieme.
C’è tanto cibo, acqua ed il sole splende e i nostri amici stanno bene e al caldo.
Tutti gli animali che erano malati o vecchi riprendono salute e vigore, così come quelli a cui è stato fatto del male o che si sono feriti si sono rimessi in sesto, proprio come noi ce li ricordiamo nei nostri sogni di tempi e giorni ormai passati.
Gli animali sono felici e contenti, eccetto che per una piccola cosa: tutti provano nostalgia verso qualcuno davvero speciale che hanno dovuto lasciarsi alle spalle.
Tutti corrono e giocano insieme ma viene il giorno in cui uno si ferma improvvisamente e guarda all’orizzonte. I suoi occhi scintillanti sono attenti, il suo agile corpo freme. All’improvviso comincia a correre fuori dal gruppo, volando sopra l’erba verde; le sue gambe lo spingono sempre più veloce.
Sei stato avvistato e quando tu ed il tuo amico speciale finalmente vi incontrate, tutto è gioia e non vi separerete mai più.
La pioggia di baci felici sul tuo viso, le tue mani che accarezzano nuovamente l’amata testolina, tu che puoi guardare ancora negli occhi sinceri del tuo animale che da tanto se ne era uscito dalla tua vita ma che mai era stato assente dal tuo cuore.
Ora attraversate insieme il Ponte dell’Arcobaleno …”
(Leggenda del Ponte dell’Arcobaleno, Autore Ignoto; si dice sia stata tramandata per secoli tra gli Indiani d’America)

leone con cucciolo

0 pensieri su “Il leone e i cacciatori – racconto di Anneheche e Wolfghost

  1. x ilmiomaestro: eheheh vero! 😉
    Mi sa che il mio blog sta facendo le bizze… 😦
    Vabbe’, vuol dire che tra poco vado a dormire! 😉

    x Anna: Grazie Anna, buonanotte anche a te! 🙂

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  2. Detesto i cacciatori…ben gli stà!

    Magari si potessero reincontrare…
    Qui vicino in Val Chiusella c’è un sentiero, lo chiamano il sentiero delle Anime io non l’ho mai percorso. Una domenica andai a Fondo un paesino incantato di quella Valle; in linea d’aria sopra quel sentiero vi si formò un grande e luminoso Arcobaleno. Fin da piccola sentivo raccontare la storia dell’Arcobaleno come un ponte che trasporta le Anime. La combinazione del luogo e il fenomeno atmosferico di quel giorno mi rasserenarono…Dio solo sa quanto ne avessi bisogno.

    Bellisima foto.

    Complimenti a Te ed a Anecheche. Buonanotte

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  3. Poter ritrovare chi abbiamo perso, beh… sarebbe bello… ma anche ipotizzando una continuità dopo la morte di certo la percezione cambierebbe… ma per oggi teniamo questo bel racconto nel cuore…
    baci

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  4. Bel racconto complimenti a voi…L’atmosfera nel racconto si vive sulla pelle…Grazie per questo dono..(Come vedi se la montagna non va da Maometto è Maometto che va da lei!_ha ha ha _)
    Dolce fine settimana..Un sorriso_^_^
    Bacio__Anima

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  5. Grazie cara, il merito stavolta e’ quasi tutto di Anne 🙂

    p.s.: sulla storia di “Maometto e la montagna” mi sono gia’ espresso molte volte in passato, dedicando interi post sul mio modo e sulle mie possibilita’ in termini temporali, di essere blogger e di mantenere “rapporti” con oltri 500 contatti. E sono un po’ stanco di ripetermi ogni volta, quindi mi scuserai se glisso 🙂

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  6. x Anima: eheheh meno male! 😀

    x infinita: accidenti… ma quanto ci vuole a farsi un’acconciatura cosi’? 😀 Non ricorda quella della principessa Leila di Guerre Stellari? ahahah
    Bacione :*

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  7. Faccio i miei complimenti ad Anne e a te wolf, per il meraviglioso racconto:):):) BRAVI!!!

    Ti lascio un regalino che non è un racconto,ma un messaggio di saggezza:)

    “Un ragazzino e suo padre
    passeggiavano tra le montagne…
    All’improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò :”AAAhhhhhhhhhhh!!!”
    Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva :
    “AAAhhhhhhhhhhh!!!”

    Con curiosità, egli chiese: “Chi sei tu?”
    E ricevette la risposta: “Chi sei tu?”
    Dopo il ragazzino urlò: “Io ti sento! Chi sei?”
    E la voce rispose: “Io ti sento! Chi sei?”

    Infuriato da quella risposta egli urlò: “Codardo”
    E ricevette la risposta: “Codardo!”

    Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: “Papà, che succede?”
    Il padre gli sorrise e rispose:”Figlio mio, ora stai attento:”

    E dopo l’uomo gridò: “Tu sei un campione!”
    La voce rispose: “Tu sei un campione!”

    Il figlio era sorpreso ma non capiva.
    Allora il padre gli spiegò: “La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA.
    La Vita, come un’eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.
    La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.

    Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore;

    Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.

    Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa.

    La nostra Vita non è un insieme di coincidenze,
    è lo specchio di noi stessi.

    BACIONI! 🙂

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  8. x Anna: e io sono contento che tu sorrida ;D
    Grazie cara, buona notte 🙂

    x buchineri: grazie carissima! 🙂 Pensavo di averli letti piu’ o meno tutti questi racconti ma… questo mi mancava e… lo trovo davvero bello, grazie 🙂
    Bacioni a te :*

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  9. x Stefano: ahahah grazie caro! 😉

    x annaxs: si’, mi sono alzato a posta alle due stanotte! 😉
    Scherzo, eh! 😀

    x Anna: eh, oggi piove un po’ ovunque temo, anche qua! 😉
    Buona domenica Anna! 🙂

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  10. x Flame: grazie cara, detto da te vale doppio! ;D

    x anne: grazie a te, cara 🙂 Peccato che il malfunzionamento di Splinder in questi giorni abbia un po’ rovinato l’accesso al post. Spero che, al di la’ delle difficolta’ a commentare, perlomeno si sia potuto leggere 🙂

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  11. grazie, lupacchiotto. Per scrivere quel post , divagando un po’ dai soliti temi del multiblog , ho rischiato di fare una pagina di precisazioni nei commenti, ehehe.
    Forse mi conviene postare solo poesie e recensioni ;)))

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  12. x Flame: ti stupiro’ ma… sono d’accordo: e’ un peccato postarli in quel blog, vanno persi in mezzo alle poesie. Dovresti aprire un secondo blog che non sia dedicato alla poesia 😉

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  13. Molto bello il racconto, seppur triste!
    Ho letto già tante altre volte questa leggenda ed ogni volta mi fa piangere, vorrei tanto fosse vera, poter essere sicura di ritrovare un giorno i miei piccoli che non ci sono più, ma che sono sempre nel mio cuore ed ai quali penso ogni giorno, non potrei mai dimenticarli, loro sono stati gli unici veri amici della mia vita, come lo sono ora i miei due pelosi che ho ora.
    E’ splendido anche il video del leone Christian, ed anche qui mi sono scese le lacrime, sono proprio una piangina :))) ma è veramente troppo bello ed incredibile … gli animali sono proprio molto, molto, molto meglio di noi ed ogni giorno ne sono sempre più convinta!
    Ciao Wolf, un abbraccio 😀

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  14. No, dai… siamo animali anche noi in fondo no? 🙂 Dobbiamo solo ricordarcene ogni tanto 😉 Infatti tu, con questo bellissimo commento, dimostri che non sei certamente da meno, no? 😉
    Grazie cara, un abbraccione! 🙂

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  15. Va bene ci penserò, ma mi conosco e so i miei limiti, vorrei essere migliore di quella che sono e se mi impegnassi sicuramente potrei esserlo, ma ogni tanto qualche cattiveria la faccio anch’io, èpiù forte di me, mai verso gli animali però :)))

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  16. Il racconto me lo ricordo ed è bellissimo, la giusta fine che si meritano tutti i cacciatori!
    La leggenda dell’Arcobaleno ogni volta mi fa piangere, e mi piace pensare sia così, ma di una cosa sono sicura, che incontrerò tutti i miei animali (miei e non) che ho perso e faremo una grande festa! 🙂

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  17. x Lianne: grazie cara 🙂 “Caldo e luminoso” e’ vieppiu’ apprezzato, visto che piove! 😀
    Un sorriso anche per te 🙂

    x Ceinwin: io invece non l’avevo mai letto prima che me lo postasse Anneheche 🙂
    eheheh mi piacerebbe tanto avere la tua stessa sicurezza e fede! 🙂

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  18. E così, sul ponte dell’arcobaleno ci saranno anche Balto e Togo e tutto quel fantastico team che prese parte alla corsa del siero 🙂

    Ma a parte questa doverosa affermazione, bellissimo racconto e la leggenda conclusiva è anche molto commovente…non mi stupisce che sia stata tramandata per secoli dagli indiani d’america… ci fu un tempo in cui il legame degli uomini con gli animali e con la terra era molto forte da essere una cosa sola…per ricevere forza e coraggio queste popolazioni invocavano proprio i loro amici animali…

    un caro saluto! Maddie

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  19. Passo di quà e trovo un bellissimo racconto. Sì credo che sarà una buona setimana. E’ spuntato anche il sole dopo un fine settimane da archiviare nei: non pervenuto!
    Mai credere nella morte del leone, che come il gatto si sa, ha sette vite (o nove, ma forse quelle sono le code!)
    Bhè fa nulla, mi è piaciuto e sono contento. Punto.

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  20. Eheh, ne ho già troppi di blog tematici, multiple personalità sì ma c’è un limite a tutto, soprattutto il tempo della vita reale :))
    L’unico nesso che ho trovato nel postare il tema dei neuroni specchio è la “condivisione d’emozioni” nel titolo del multiblog: più delle basi fisiologiche dell’empatia non saprei :)))
    Dolce giornata lupacchiotto

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  21. x Maddie: eheheh certo, se quel ponte c’e’ davvero… Balto e Togo certamente ci devono essere! 😉
    Gia’, ora non ricordo come venivano chiamati, ma ogni persona aveva il suo animale-protettore, giusto? 🙂

    x CapeH: non ci prendere troppo gusto al sole: da domani dovrebbe tornare brutto fino a giovedi’ compreso 😉
    Grazie caro 🙂

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  22. x flame: ma davvero ne hai gia’ altri? O non lo sapevo oppure non lo ricordavo 🙂
    Certo, capisco 😉

    x jouy: be’, di Tigre non potevi che avvisarmi su un post dedicato ad un leone, mi pare giusto! 😀
    Poi arrivo…

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