Questo scriveva Madre Teresa di Calcutta (citazione completa a pie’ di articolo). Forse intendeva anche dire che, quando ne prendi qualcuno, poi ti “tocca” amarlo e curarlo per tutta la sua vita come se fosse un bambino 😛
Al momento, di sette animali, ne abbiamo almeno tre che hanno problemi che comportano un notevole dispendio di energia (di sonno e di soldi, pure).
Di Perseo ho già parlato nello scorso post. Il nostro gattone rosso, che dopo l’operazione sembrava guarito completamente, ha ripreso ad avere attacchi di starnuti e muco dal naso (solo una delle narici). Non sono – al momento – attacchi seri come in precedenza, ma comunque speravamo meglio 😦 Tocca fargli inalazioni, pulirlo, mettergli goccine nel nasino quando ha gli attacchi…
Ora la malatina più seria è Surya. La nostra cagnolona (in realtà è 17 chili, ma in confronto a Tom è un gigante) ha pensato bene di dare di matto allorquando un cane che non le è proprio simpatico è passato di fronte al nostro giardino: ha iniziato a correre abbaiando avanti e indietro fino a ferirsi su una plastica rigida che funge da separatore di sassolini decorativi (che sono di due colori) oppure contro uno dei sassi, anche quelli decorativi. Risultato: taglio profondo di un polpastrello, praticamente diviso di netto dagli altri. Sangue, corsa dal veterinario, tre punti saltati presto (i polpastrelli dei cani sono molto soffici, è come mettere i punti nel burro: ci si prova ma non tengono) e una spossante continua attenzione in medicamenti, fasciature e evitamento di leccature dannose dell’arto (abbiamo provato anche il collare elisabettiano ma la bestiola ha addirittura vomitato dall’ansia). Ieri sera, di ritorno dalla passeggiata, ho dovuto fare gli ultimi 50 metri con lei in braccio perché aveva male a continuare.
Abbiamo appena passato il periodo Jones, il micio capobranco di casa, che in qualche modo si era fatto un occhio pesto e lacrimante e inoltre aveva le orecchiette tempestate di piccoli bubboni… piace molto alle zanzare, tutti gli anni è così! 😐 Così, via di olio di neem sulle orecchie e gocce di antibiotico nell’occhietto e… lui non è Perseo, è un piccolo torello che a stare fermo non ci pensa neanche 😛 ).
E infine – per ora – c’è il vecchietto di casa: Tom. Per fortuna (voi non mi vedete ma sto facendo le corna) ora è un periodo che sta bene, ma comunque l’età c’è (16 anni, corrispondenti a 80 dei nostri) e anche le difficoltà: ormai la mattina la passeggiata è sdoppiata, io porto lui (che al mattino è davvero “seduto”, al punto di apparire barcollante), Lady Wolf porta Surya (così puo’ arrivare al parco e giocare con gli amichetti). Non ci vede e non ci sente quasi più, non è possibile distrarsi un attimo: cade dai marciapiedi, sbatte contro muri e cose, va in panico se non ci sente vicino… Fa’ una tenerezza assoluta, soprattutto a ricordarlo pochi anni fa quando ancora rincorreva pigne e palle, saltava tra le rocce durante le escursioni ed era sempre in testa al gruppo. Caro amico mio, ti staremo sempre vicini, non temere 🙂
Insomma… chi crede che tenere un animale sia solo rose e fiori… è meglio si prenda un peluche 😉 Un animale è… finché vita non ci separi 🙂
Perchè amare gli animali?
Perché ti danno tutto, senza chiedere niente.
Perché contro il potere dell’uomo con le armi, sono indifesi.
Perché sono eterni bambini, perché non sanno cosa è l’odio nè la guerra.
Perché non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo.
Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima.
Perché non conoscono l’invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro.
Perché sanno amare con lealtà e fedeltà. Perché vivono senza avere una lussuosa dimora.
Perché non comprano l’amore,
semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici,
che niente potrà separare.
Perché sono vivi.
Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore.
Se imparassimo ad amarli come meritano, saremmo molto vicini a Dio.”
( Madre Teresa di Calcutta )