Il controllo della paura e delle emozioni – L’amigdala

alligatoreL’amigdala è la parte più antica del nostro cervello. E’ una parte che abbiamo in comune perfino con i serpenti ed i rettili in generale.

Essa è una sorta di “memoria emotiva” la cui funzione principale è di memorizzare cio’ che è stato causa di dolore per poi eventualmente riconoscerlo e segnalarne la presenza affinché si possa reagire nel più breve tempo possibile allontanandosi dalla sua minaccia.

Cosa usa? La paura. Di fatto la paura è una reazione tutt’altro che dannosa. Anzi, guai se non ci fosse. E’ un campanello di allarme.

Per fortuna, nella società moderna le cause concrete di pericolo, che dovrebbero stimolare l’insorgere della paura, sono molto inferiori rispetto ad un tempo: non ci sono belve feroci, le vipere non sono poi così comuni, e, in fondo, nemmeno chi cerca di farci la pelle è frequente come in tempo di guerra.

litigioPurtroppo pero’ l’uomo ha una sorta di “masochismo innato” che deve in qualche modo mantenere :-P, ha finito allora per aggiungere all’elenco di pericoli concreti altre voci sulle quali i nostri avi si sarebbero fatti grasse risate: le paure – spesso infondate – di tradimenti del partner, i timori di fare brutta figura, un esame da superare, un approccio da tentare, un litigio per cause futili, un colloquio con un superiore.
Concentratevi e ne troverete a dozzine da soli.
Non dico che queste non siano cose importanti, ma… non dovrebbero arrivare ad essere causa di “paura”.

Ma, una volta ricevuto l’input (a proposito… “iNput”! Non “iMput”,come vedo scritto spesso! ;-)) di apprendere che anche queste sono cause di paura, l’amigdala fa scattare il suo allarme ogni volta che esse si presentano.
omicidaCosì noi, sull’onda dello stato emotivo alterato, ci ritroviamo a compiere azioni che in situazione di calma non faremmo. Azioni magari sproporzionate – come quella della signorina qua a lato  😉 – delle quali spesso ci potremmo pentire!

Ma c’è un istante, l’istante tra cui l’amigdala entra in funzione e quello in cui trasmette l’allarme, nel quale è possibile consciamente fermare quell’impulso e valutare se è il caso o meno di dargli credito.

Se non lo facciamo, al momento successivo la reazione diviene pressoché automatica. Cioé incontrollabile.

Non è facile. Come al solito serve una buona consapevolezza, ma… in fondo, non è vero che tutti sentiamo quando stiamo per reagire emotivamente? Non è forse per questo che i nostri nonni avevano ideato ad esempio il famoso metodo del “contare fino a 10”? Evidentemente già loro, senza sapere cosa fosse l’amigdala, si erano accorti che controllare le reazioni emotive, quali paura, ira, rabbia, era possibile, purché si agisse immediatamente.

Soprattutto per chi è spesso sottoposto a situazioni che possono provocare scatti d’ira, gelosia o altre emozioni tendenzialmente nefaste, vale la pena allenarsi a riconoscere e sfruttare questo prezioso attimo che precede la tempesta.

gatto arrabbiato

83 pensieri su “Il controllo della paura e delle emozioni – L’amigdala

  1. MMMhhhh, bel post, ricco di spunti. Quando parli di quell’istante “tra cui l’amigdala entra in funzione e quello in cui trasmette l’allarme, nel quale è possibile consciamente fermare quell’impulso e valutare se è il caso o meno di dargli credito” affronti un argomento sul quale spesso ritorno e rifletto. Oggi mi sono ritrovata in una situazione emotiva difficile, vivevo un forte dolore e una conseguenziale paura di perdere la persona che suscitava quel dolore, in quel momento c’ era da scegliere il comportamento giusto da attuare, in quel momento dovevo comprendere cosa era giusto per me…, non è facile in questi casi poichè la realtà è complessa e spesso quell’atteggiamento di rispetto potrebbe essere un paravento di ben altre difficoltà come quando ci si dice: non è giusto fare così poichè si manca di rispetto o perchè non è il momento giusto per agire in questo modo, a volte, però soffermandosi a pensare si capisce che il condizionamento ad agire in un modo piuttosto che in un altro è la paura, la paura, per esempio, di perdere la persona che si ritiene importante e così via, arrivati a questa consapevolezza tutto potrebbe filare liscio poichè ci si potrebbe dire: non devo avere paura, non devo fare in modo che la paura mi condizioni al punto da modificare azioni o plasmare scelte, ma il quadro si complica poichè non sempre la sola consapevolezza intellettuale aiuta, a volte c’ è bisogno che una convinzione si radichi dentro di noi, c’ è bisogno di sperimentare con il corpo esperienze che potrebbero aver trovato già un ampia giustificazione a livello intellettuale.
    La certezza dell’ aver agito bene o male non si ha mai se non a popsteriori, ora affinchè si stia al meglio possibile con sè stessi è necessario agire per come si ritiene piu’ giusto e consono alla molteplicità dei bisogni interiori senza sentire l’obbligo di aderire ad un codice morale prestabilito.
    Scusami se non mi esprimo chiaramente e se sembro rigirare sugli stessi punti, ma la difficoltà ad esprimermi è accentuata dall’ora tarda.
    Tu dicevi: ci sono paure create poichè esiste un masochismo innato nell’uomo, io non concordo tanto con quest’affermazione poichè credo che, piu’ che di masochismo innato, si debba parlare di masochismo culturale indotto, mi riferisco all’incapacità di gran parte degli adulti di accompagnare l’infante in modo adeguato e quindi di vivere loro stessi adeguatemnete la condizione genitoriale. Credo che paure che tu definisci, seppure non dichiaratamente seconadarie, piu’ che essere seconadrie sono segnali di altri disagi. Colui che per esempio vive con angoscia l’idea di un possibile tradimento del partner è colui che forse non ha vissuto serenamente il rapporto di accoglienza e di fiducia con l’adulto di riferimento, il timore di fare brutta figura è legato strettamente al senso pieno della propria identità ed a quanto si è stati ridicolizzati quando si esprimevano bisogni fondamentali, potrei fare una miriade di esempi, se vuoi ne farò anche di piu’….che ne pensi?
    Aggiungo solo un altro pensiero: spesso rimango allibita di fronte a persone adulte che si rifiutano di attendere quel lasso di tempo tra l’attivazione dell’amidgala e la trasmissione dell’ allarme ed agiscono di impulso giutificando ai loro occhi azioni impulsive e poco rispettose, rimango di stucco soprattutto nel vedere che per lo piu’ quelle azioni raggiungono l’effetto voluto; per esempio, molte donne tengono ancorate a sè uomini con i modi piu’ subdoli e disonesti e gli uomini accettano-sicuramente per comodità-, ma questo avviene nella maggioranza dei casi!!!
    Ve bè, ora vado a nanna…..
    :)))))
    GOOD night.

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  2. Buoni spunti di riflessione in questo tuo post, forse un po’ semplicistico dire “basterebbe controllare l’impulso”, perché il controllo è razionale, l’impulso è irrazionale e profondo. E’ vero, c’è un istante in cui potremmo farlo, ma per qualcuno evidentemente quell’istante tra il cosciente e l’irrazionale è troppo poco! Bisognerebbe capire anche “come” fare, trovare il modo giusto per ognuno di noi. In questo mi trovo d’accordo con rigirandola, quando dice che certe paure inconsce, certi stati di allarme dipendono più dal nostro vissuto che da una sorta di masochismo. D’altra parte lo stesso avviene negli animali: se un cane o un gatto hanno subito matrattamenti da qualcuno svilupperanno una paura inconscia nei confronti del genere umano, fuggendo a gambe levate di fornte a rapresentanti del genere; al contrario un animale che ha vissuto coccolato e amato svilupperà fiducia nei confronti degli uomini e si lascerà avvicinare. Questo tipo di reazioni sono le stese che abbiamo noi di fronte a una situazione che magari non giustifica la paura oggettivamente, ma soggettivamente sì. E certo la consapevolezza di sé è il primo passo, ma spesso non basta… Ciao, buona domenica! *danj

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  3. quello che dici tu accade quando le persone hanno dei disturbi mentali…vedi il caso della strage di erba…eppure rosa bazzi era lucidissima da come dicono…anche perchè nella sua confessione descrive tutto dettagliatamente e dice di sentirsi forte in quel momento…la mente umana a volte mi fa veramente paura…tu cosa ne pensi???? altro esempio è il caso di cogne dove però non sappiamo cosa sia accaduto o meglio chi sia stato….e tanti altri casi….la mente umana in certi casi si scatena!!!! non posso pensare alla rabbia che c’è in una persona o meglio a come si manifesta…perchè le persone reagiscono cosi????

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  4. Bè se ci lasciassimo sempre e irrimediabilmente dominare dalla parte rettiliana del nostro cervello andrebbe definitivamente ridefinito il concetto secondo il quale l’uomo sarebbe una creatura evoluta. E’ bene tener conto delle nostre spinte innate, istintive e piu’ profonde perchè sono anche una fonte infinita di energia e di creatività, se incanalate, ma appunto bisogna saper riconoscere il margine di tempo da far intercorrere dalla spinta istintuale all’azione razionale…
    Buona domenica a tutti i lettori di questo splendido blog!
    Paola

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  5. x rigirandola: Osho diceva che l’uomo occidentale subiva la coercizione a dover per forza agire, a dover per forza fare qualcosa non appena qualcosa non va come previsto, al punto di combinare spesso dei disastri irrimediabili. Diceva “Io invece vi dico: quando non sapete cosa fare… non fate nulla!”.
    Anche se neanche io riesco sempre a seguire questo semplice consiglio, sono tuttavia d’accordo: in una situazione complessa, come quella che descrivi te, meglio… contare fino a 10 e rimandare reazioni e decisioni ad un momento di maggiore calma, piuttosto che agire sull’onda emotiva rischiando di combinare un disastro.
    Salvo che, naturalmente, non sia una situazione da “goccia che fa traboccare il vaso”, nel qual caso la reazione è giustificabile proprio da un’esagerata tattica attendista (magari proprio dovuta alla paura di cui parli) dalla quale non si riesce più uscire se non con una reazione “violenta”.
    Sul presunto “masochismo” dell’uomo, ovviamente la mia era una provocazione ironica 🙂 Era un modo di dire che l’uomo non riesce a vivere “tranquillo”, ha sempre “bisogno” di qualcosa che ne tenga l’attenzione (e l’ansia!) viva. Ecco perché, quando non ci sono reali elementi di pericolo, la sua attenzione si accentra su pericoli inesistenti o poco importanti, facendo di sassolini, montagne.
    Spero tu sia riuscita a dormire dopo questo tuo commento! 😀

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  6. x danj: eh, ma la consapevolezza dovrebbe proprio essere ciò che ci distingue dagli animali. Quell’istante esiste e si può sfruttare, l’hanno dimostrato tante volte tanti uomini sottoposti a eventi dove altrimenti avrebbero perso il lume della ragione. Probabilmente anche noi lo abbiamo dimostrato a noi stessi, qualche volta. Non me ne voglia Veltroni se gli rubo lo slogan per un attimo 😀 ma… “si può fare”! Non importa se è o no semplicistico. Ricordiamoci che questa forma di autocontrollo può perfino salvarci la vita.
    Chi in genere ha perso questa capacità è chi si è lasciato scivolare nella reazione meccanica, chi ormai non prova nemmeno più a mettervi freno, chi – addirittura – ci si trova bene, facendo della sua aggressività un baluardo, una nota di merito del suo essere.
    Certo, sottoposti a eventi pesanti, deterioranti, giorno dopo giorno, diventa difficile non “lasciarsi cadere”, ma ciò – se possibile – non deve capitare, ci si deve muovere prima, in modo da non ritrovarsi stabilmente in situazioni difficili di questo genere. Altrimenti la reazione “violenta” è in realtà la goccia che fa traboccare il vaso del nostro “lasciar andare per quieto vivere”.

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  7. Come affrontare l’eccesso opposto? L’altra faccia della medaglia è l’eccesivo autocontrollo (si conta fino a cento) o, se vogliamo, la paura dello scontro che viene vissuto sempre come negativo e definitivo (mentre invece sappiamo che lo scontro è anche dialettico: ci si confronta e si chiarisce); col risultato che alla fine, dopo aver “incamerato” tensione e rancore, non manifestati, si va davvero verso chiusure irreversibili.

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  8. vale la pena allenarsi a riconoscere e sfruttare questo prezioso attimo che precede la tempesta.

    Facile a dirsi, difficile a mettere in pratica.
    Vi sono, spesso, situazioni in cui devi agire subito, senza pensare quasi.
    Contare fino a 10 potrebbe andare bene per controllare una reazione emotiva quale la rabbia, per es., o una paura senza fondamento tipo una fobia, ma una paura reale di fronte ad un pericolo reale ha bisogno di una reazione immediata, istantanea. Contare fino a 10 potrebbe essere troppo tardi

    Entrano comunque in gioco anche fattori quale l’educazione o le esperienze passate o lo stesso carattere che poi altro non è che la somma di esperienze ed educazione.

    dora

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  9. Ma c’è un istante, l’istante tra cui l’amigdala entra in funzione e quello in cui trasmette l’allarme, nel quale è possibile consciamente fermare quell’impulso e valutare se è il caso o meno di dargli credito.

    I cosidetti raptus di follia nascono proprio da impulsi che nn si riescono a controllare… e, nn condanno mai chi purtroppo si è trovato difronte a certi tragici episodi…ma, con tutta franchezza credo che a volte davvero siamo sottoposti a un mix di forte stress…che associato a tutte quante sono le nostre paure lascia che nn riusciamo a fermare quell’impulso…e magari sfoghiamo contro un muro…o lasciando semplicemente volare qualcosa…tipo un piatto o qualunque altro oggetto si trova tra le mani in quel momento…
    Insomma…spero che il controllo arrivi sempre prima…e ci fermi verso quello che potrebbe rappresentare un danno serio per tutto il resto…
    Una buona serata a te…
    LeAAA

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  10. x gabry: l’immagine della ragazza col coltello insanguinato voleva essere ironico veramente, però avevo immaginato che avrebbe potuto far nascere il collegamento con drammi come quello di Cogne o Erba. Il mio post, Gabry, non vuole andare così in profondità, a sondare la mente delle persone che hanno problemi psichici seri. Anche perché non sarei in grado di parlarne con cognizione di causa.
    Cerchiamo di prenderci cura di noi stessi, nel nostro piccolo, di evitare episodi che, se non hanno la tragicità di quelli da te citati, possono pero’ determinare un cambiamento anche grande nella direzione della nostra vita.
    Chissà… forse i meccanismi non sono così dissimili, forse – almeno in qualche caso – si tratta di situazioni “normali” che, essendo state lasciate “andare alla deriva”, sono diventate molto più gravi nel tempo…

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  11. x minidoll: grazie e a presto allora 🙂

    x Paola: infatti, l’ideale sarebbe ridurre il più possibile la dipendenza da quella “parte rettiliana”, non eliminandola naturalmente, perché, come detto, una sua utilità l’ha sicuramente.
    Grazie, spero tu abbia passato una buona domenica 🙂

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  12. x Attmidistelle: sì, la tua è una buona domanda. Può esserci una chiusura difficilmente reversibile, oppure un’esplosione molto violenta, con risultati difficilmente predicibili, come effetto “goccia che fa traboccare il vaso”. Non è facile rispondere alla tua domanda. O meglio, lo sarebbe anche, ma la risposta suonerebbe scontata: cercare di capire per tempo che si sta andando verso un punto dal quale difficilmente c’è ritorno e cercare perciò di cambiare ad ogni costo direzione. Si può far leva sulla consapevolezza che ciò che non si vuol perdere si perderà quasi sicuramente mettendosi in posizione completamente passiva. Si deve prendere delle decisioni, una volta per tutte, e metterle in pratica, evitando di rimetterle di nuovo in discussione. Si è deciso? Allora si porti a termine la propria decisione, non importi quali dubbi sorgano nell’avvicinarsi del momento di compiere quel passo.
    Questa è quella che chiamo “politica del pilota automatico” 🙂

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  13. x Aliseys: grazie, verrò a vederlo 🙂

    x Dora: il “contare fino a dieci” era solo un esempio, naturalmente. E’ naturale che la paura dell’auto che arriva sparata mentre stai scendendo il marciapiede non ammette ritardi. Infatti ho scritto che la paura è fondamentale, eliminarla sempre sarebbe un grave errore.
    Ma in certe situazioni la reazione non “deve” essere immediata, in una conversazione – che stia degenerando – non abbiamo una pistola puntata alla tempia che ci intima di rispondere “al volo”; una scelta esiste, e noi, certamente, lo sappiamo. Noi abbiamo percezione della “urgenza” della questione in corso e, se in certi casi non abbiamo scelta, in quelli dove tale scelta c’è… dobbiamo esercitarla. Altrimenti saremo solo vittime nei nostri stati emotivi.

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  14. x Lea: te poni un po’ l’obiezione che già altri hanno posto. E, tra l’altro, è spesso l’obiezione che salta fuori di fronte ad un suggerimento, qualcosa di simile a un “Sì, però, non è sempre valido, non sempre funziona!”.
    La mia risposta non può rimanere la medesima: non importa se non funziona sempre, se può salvarci o salvare, anche solo una volta, bene faremmo a tentare di attuarla 🙂
    Buon inizio settimana a te, Lea! 🙂

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  15. Buongiorno Wolf,
    Ho letto attentamente questo tuo ultimo post.
    E dalla prima parola all’ultima un pensiero costante mi è balenato in mente.
    Come mai al posto della paura io ho letto la parola “rabbia”?
    Perchè esattamente è questo quello che capita a me quando prende il sopravvento la rabbia.
    Riuscire a discernere l’attimo prima quali conseguenze il mio comportamento potrebbe avere sarà pure possibile, ma a me riesce, oggi più che prima, difficile.
    Un saluto e buon inizio di settimana.
    Giò

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  16. Come cambiano le nostre modalità di vita, così cambiano i problemi (non uso volontariamente il verbo evolvere, perché sarebbe come considerare di poco conto quelle antiche paure).
    Credo che la paura o l’adrenalina in generale siano anche positive, inquanto ci permettono di mantenere vigile la soglia di attenzione e di non prendere tutto sotto gamba. Sei per caso uno psicologo o simili? Parli di questi argomenti con una disinvoltura e una semplicità d’approccio sconvolgente che soltanto chi è iniziato a questi studi può vantare 🙂
    Buon inizio di settimana!

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  17. Sì, sì, ho dormito un sonno profondo e bello, non solo, mi sono anche svegliata riposta e rilassata come non mi capitava da tempo. Il bimbone era con il babbo, per cui ho potuto dormire un po di piu’ :)))).
    Approposito degli spropositi..ossia dei commenti, aggiungo:
    la tua ritraduzione è stata perfetta, sempre attento e preciso…complimenti, hai una grande capacità di comprensione, fuori dalla norma…., rispetto a quanto tu dici a Danj aggiungo che sì sono d’accordo, questa capacità esiste nell’uomo, ma, in genere, è una capacità che si acquisisce dopo un lungo periodo di introspezione e di riappropriamneto della propria identità, insomma non è proprio automatico, ovvero non è scontato che ciò avvenga, anzi, la situazione piu’ umana che dovrebbe distinguere l’uomo dagli animali-almeno per quanto ancora ne sappiamo noi-, è diventata la situazione piu’ rara da riscontrare. Paradossalmente penso che l’uomo, nel vivere sociale si sia disumanizzato e che riumanizzarsi è una fatica conquista.
    Che paradosso eh…?
    Baci.

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  18. x Lea: Grazie, il caffe’ del mattino ormai e’ “andato”, ma va bene per quello del dopo pranzo 🙂

    x Gio’: in effetti il post era inizialmente direzionato verso la paura poiche’ questa e’ la prima che viene studiata tra le emozioni “gestite” dall’amigdala. In realta’ pero’ in corso d’opera l’ho un po’ redirezionato in modo tale da renderlo non legato solo alla paura, poiche’ infatti investe anche altre emozioni molto importanti, come l’ira e la rabbia.
    Gio’, che dirti, spesso falliamo quelli che sono buoni propositi perche’ tendiamo ad arrenderci troppo presto. Siamo soggetti all’ira e cercando di controllarla cogliendo quell’attimo, falliamo? Be’… “non funziona! Non serve a nulla!” ci diciamo, e buttiamo tutto a mare. Ma se abbiamo condizionato la nostra mente e la nostra amigdala a rispondere in un certo modo nel corso di interi decenni… come possiamo aspettarci che sia un processo di pochi giorni? Come possiamo pretendere che basti un “bene, la soluzione e’ solo stare attenti…”? E’ chiaro che e’ un “esercizio” che richiede costanza e determinazione. Falliremo, e spesso anche, ma a poco a poco, cogliendo i primi successi, la convinzione di potercela fare si impadronira’ sempre piu’ di noi. E controllarsi diverra piu’ facile.
    Roma non e’ stata costruita in un giorno 🙂 o, per dirla come l’avrebbe detta mia madre, non sei nata al primo dolore! 😀
    Buon inizio settimana a te 🙂

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  19. x gabry: eh, lo sapevo che c’era questo pericolo 🙂 Pero’ ha uno sguardo cosi’ sereno… eheheh

    x Ram: infatti io ho ben precisato che la perfino la paura e’ comunque un’emozione fondamentale, guai se non ci fosse! 😉 E’ la “misura” che conta, essa non deve diventare eccessiva o, meglio, deve essere direzionata verso cio’ su cui ha senso che esista.
    No, non sono “psicologo o simile”. Sono un… autodidatta 😀 uno che e’ semplicemente affascinato dagli abissi (ma anche dalle vette ;)) dell’animo umano. Probabilmente la semplicita’ che leggi e’ proprio dovuta al fatto che non sarei probabilmente in grado di parlare con “termini tecnici” 🙂 da cui… la necessaria semplicita’ di espressione 😉
    Buon inizio settimana a te!

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  20. x Rigirandola: be’, sai… forse oggi abbiamo meno tempo per riflettere su noi stessi, o meglio… riserviamo a noi stessi poco tempo. Siamo o ci poniamo nella condizione di essere perennemente di corsa. Io credo che ci sia una grande ricerca della socializzazione oggi, perfino pratiche che richiederebbero autonomia e un pizzico di tempo “solitario”, sono oggetto di corsi di gruppo. Niente di male in questo naturalmente, ma alla fine riserviamo davvero poco tempo per ritrovarci realmente faccia a faccia con noi stessi. E spesso chi lo fa, ne riserva troppo! Anche stare troppo tempo centrati su se’ stessi finisce al fine per generare mostri.
    Insomma… la “via di mezzo” del Buddha andrebbe un po’ riscoperta 😀

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  21. Il tuo dolcissimo lupacchiotto oggi mi fa sentire un forte bisogno di coccole… spero che questo tempo uggioso ceda presto il passo a qualche raggio di sole.
    Buon inizio settimana.

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  22. Davvero molto interessante.. Credo sia importante riuscire ad incanalare le proprie emozioni e scegliere il comportamento giusto da attuare, e comprendere quale possa essere la cosa giusta per me..
    Un bacio..

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  23. La mia opinione :
    1) La paura ha molti riferimenti e la principale é legata alla “Morte”, questo perché rimane inspiegabile all’uomo comune il motivo della creazione della vita…in fondo é un processo legato al senso-istinto di conservazione in tutte le specie viventi. L’evoluzione della mente ha stratificato questo aspetto in una miriadi di aspetti che vanno dal semplice stress alla fobia alla pazzia della conservazione.
    2) Le emozioni sono modelli mentali legati ad aspetti che ci impressionano dall’esterno e hanno un campo vastissimo di lettura e possono essere di tipo positivo come l’euforia, l’allegria, ecc); e di tipo negativo come un incidente, un a delusione, ecc…che dire é sempre in ballo l’uomo, come si evolve, quali strumenti si dà, quale livello di cultura ha, ecc. Grazie per l’ospitalità, taoista.

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  24. x Gio’: si, ma l’infinito lo si puo’ solo ammirare; quando voglio qualcosa o qualcuno… meglio e’ se e’ raggiungibile! ;D

    x gwyneed: grazie cara, auguro lo stesso anche a te! 🙂 Carina l’immagine… magari abitare in un posto cosi’, anche se piove, non importa! 😀

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  25. @Wolf

    daccordo con te; perciò io parlavo anche di carattere.

    In questo io dovrei esercitarmi moltissimo. Parto sparata anche perchè non sopporto (mio limite??) la finta ignoranza, il menefreghismo, la “presa per i fondelli”…

    Inoltre, (altro mio limite?), se non dico subito quello che penso sto male e da “egoista” quale sono (ne abbiamo parlato) mi preoccupa più il mio stato mentale che quello degli altri.
    Una volta scaricato quello che penso e che ho da dire , il problema non è più mio

    dora

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  26. x Aicha: oh, che messaggio tenero il tuo! 🙂 Dai… non puo’ piovere per sempre, no? 😉

    x gabry: ma che dici? Non la sfiorerei nemmeno con un dito… almeno finche’ non posa quel coltello!! eheheh

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  27. x Evangeline: gia’, almeno per quanto possibile. Non dico di diventare delle macchine che controllano ogni emozione, no; ma credo che ognuno sappia dove dovrebbe cercare di migliorarsi.

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  28. x Dora: io credo che cio’ che in particolare non sopporti e’ la sensazione di non essere ascoltata veramente… non e’ cosi’? 😉 Sai… quella sensazione che chi hai davanti anziche’ dialogare con te stia in realta’ facendo un monologo 😀

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  29. dico ma dico ti veniva così difficile mandarci un mazzettino di mimose virtuali?

    ecco! E poi mentre quella poverina si suicida tu che fai? l’occhietto.

    ahhhhhh

    Lands

    p.s. mi è partita l’amigdala!

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  30. …ma nn ti vergogni dell’ipocrisia del tuo filosofeggiare in una costante connivenza con “fashion”, “stranezze”, “foto”, “fotografie” e presunti blog “letterari” in grado di DE-SCRIVERE EGREGIAMENTE il contesto nel quale abitualmente ti muovi, essendo ciò che connatura essenzialmente il tuo spazio mentale ed emotivo? EBBENE SI, VERGOGNATI!!! … e, PER FAVORE, CANCELLAMI PURE ma RISPARMIAMI I TUOI VANEGGIANTI DELIRI IN RISPOSTA!!! MariCa

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  31. x Gio’: Be’, e’ questione di scelte… se ammiri qualcosa che puoi raggiungere e’ bene, ma va bene se riesci anche a farlo con qualcosa che non puoi raggiungere… purche’ cio’ non ti crei frustrazione e non ti blocchi, con una vana attesa, nuove possibilita’.

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  32. u madonna mia…., che violenza 😦 sigh…
    Certo ognuno ha le sue opinioni, però a che pro perdere così il tempo per qualcuno che si disprezza? Mah, la salute della mente umana fa brutti scherzi ed ancora piu’ brutti la cattiveria.
    :((((

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  33. x Lands: suicida? Quella non si suicida, cara… quella casomai ha “suicidato” qualcun altro! eheheh
    E poi credevo che per voi donne emancipate le mimose fossero superate! ;))))

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  34. x MariCa: e perche’ dovrei cancellarti? Io credo che chiunque legga il tuo intervento che, poco importa se siglato da un nomignolo, da anonimo si permette di “tentare” un insulto (che fallisce miseramente poiche’ incomprensibile, si vede che e’ fatto solo per rompere le scatole) chiedendo addirittura espressamente che gli venga evitata la replica, ti qualifichi tranquillamente senza bisogno di ulteriori mie aggiunte 😉
    Hai avuto i tuoi cinque minuti di “sgloria”, puoi essere contenta – o contento.
    Vai in pace 😀

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  35. Ciao Wolfghost…
    Bellissimo blog….
    Ho letto qualcosa, ma purtroppo adesso non ho proprio tempo…
    Tuttavia… mi sono copiata l’indirizzo, quindi potrò tornare con più calma….
    Fai e fai a te stesso domande molto interessanti… mi piaci…
    Meriti un approccio molto meno sbrigativo di questo perchè sei un tipo in gamba…
    Tornerò a trovarti, sta sicuro….
    Intanto, un abbraccio…

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