RENDENDO IL CAMPO FERTILE
di Paulo Coelho
Il maestro zen incaricò il discepolo di occuparsi del campo di riso. Il primo anno, il discepolo vigilava affinché non mancasse mai l’acqua necessaria. Il riso crebbe forte, e il raccolto fu buono.
Il secondo anno, egli ebbe l’idea di aggiungere un po’ di fertilizzante. Il riso crebbe rapidamente, e il raccolto fu maggiore.
Il terzo anno, egli mise altro fertilizzante. Il raccolto fu maggiore ancora, ma il riso nacque piccolo e privo di lucentezza.
“Se continuerai ad aumentare la quantità di concime, non avrai niente di valore l’anno prossimo,” disse il maestro. “Tu rafforzi qualcuno, quando gli dai un po’ di aiuto. Ma, se lo aiuti molto, lo indebolisci.”
Commento di Wolfghost: Prima del prossimo episodio della saga dei miei animaletti 😀 sono andato a spulciare tra i documenti salvati nel corso degli anni per vedere se ne avessi ancora qualcuno “vecchio stile” da proporre e… si’, qualcosa c’e’. Li usero’ per intervallare gli altri post 😉
Un esempio ne e’ questo brevissimo racconto di Coelho, che si concentra su un vecchio cavallo di battaglia che e’ anche mio. In realta’ Coelho ripropone, forse senza saperlo, quale dovrebbe essere il comportamento di un “buon psicologo”: aiutare fin dove possibile, ma evitando di divenire la spalla insostituibile dei propri clienti, altrimenti non guariranno mai.
Il miglior modo di aiutare chi e’ in difficolta’ insomma, e’ portarlo al punto di non avere piu’ bisogno di nessuno, nemmeno di noi. Nemmeno se, sotto sotto, traiamo dei vantaggi personali ad aiutarlo, per guadagno (come il caso di uno psicologo), per la nostra austostima (certamente ci fa piacere sentirci importanti per qualcuno), o per altri fini piu’ o meno nobili.
Ricordo una vecchia massima popolare che piu’ o meno diceva che un povero si aiuta di piu’ insegnandogli a pescare che regalandogli del pesce…
Zhuangzi, un celebre autore cinese, racconta la storia di Zhu Pingman, che andò a cercare un maestro per apprendere il modo migliore per uccidere i draghi.
Al termine di dieci anni di apprendistato, Zenno pensava di poter già essere elevato alla categoria di maestro zen. In un giorno di pioggia, andò a trovare il famoso professore Nan-in. 


Il Grande Maestro e il Guardiano condividevano l’amministrazione di un monastero zen. Un giorno, il Guardiano morì e fu necessario sostituirlo. Il Grande Maestro riunì tutti i discepoli per scegliere chi avrebbe avuto l’onore di lavorare direttamente al suo fianco.