Non so se ricordate un post che misi a Febbraio a proposito di due dolcissimi cagnolotti che aspettavano adozione, Mya e Brontolo… ? Bene, Mya qualche settimana fa e oggi Brontolo… sono andati nelle loro rispettive nuove famiglie 🙂


Il canile locale si è quasi svuotato, anche se sappiamo che è probabilmente un fenomeno stagionale: purtroppo più avanti nella stagione è probabile che molti altri cani arriveranno.
Al momento, a parte un paio di nuove arrivate dal Sud Italia (ma che, me la gioco, per me non resteranno a lungo 😉 ), restano casi “difficili”, ovvero cani dolci e bravi ma… di taglia medio-grande e bisognosi di spazio e corse. Speriamo che anche per loro si possa trovare una buona adozione.
E veniamo alle parole Thich Nhat Hanh. E’ un estratto da uno dei suoi ultimissimi libri, “Ogni istante è un dono”, in realtà un libricino breve e molto scorrevole, diviso sostanzialmente in due parti: la prima dove ci sono ricordi e poesie dal suo passato nel Vietnam nel terrore della guerra, ma anche prima e dopo di essa; la seconda con insegnamenti di un buddhismo, il suo, che è sempre calato nella vita quotidiana e mai astratto.
Mio caro, non cercare la felicità nel futuro. Non aspettare quel giorno, non aspettare un lontanto futuro poi… Non dire che quella felicità sarà possibile solo quando avrai questo o quello. Cos’è che stai cercando? Cos’è che stai aspettando? E’ la fama? La ricchezza? Il potere? Il sesso? Oppure è solo la distrazione dal vuoto interiore? Non pensare che sarai davvero felice solo quando avrai ottenuto queste cose. Non aspettare il poi.
Guardati intorno. Ci sono una miriade di persone che hanno tutte queste cose, ma non hanno la pace mentale, non sono ancora felici. Non sentono mai di avere abbastanza perché il pozzo dei desideri è senza fondo. Se siamo assetati ma continuamo a mangiare del sale, avremo sempre più sete. Dobbiamo imparare le pratiche di avere il numero minimo di desideri possibile e di “ho abbastanza”. Quando riusciamo a vedere che in questo preciso momento abbiamo già abbastanza, la nostra sete viene saziata, la nostra brama viene placata, e la vera felicità diventa possibile.
[…]
I nostri cari sono qui. Sono il nostro compagno o compagna, il nostro amico o amica, i nostri figli o i nostri genitori. Eppure abbiamo la sensazione che il semplice essere insieme non basti, ci serve qualcosa di più. Sentiamo il bisogno di andare in cerca di successo, trionfo, più soldi o un più alto status sociale da portare ai nostri cari per farli felici, per renderli orgogliosi, per conquistarne l’amore. Il poi diventa la condizione dell’ora.
Molti di noi pensano che soltanto quando avremo questo o quello, soltanto quando la situazione cambierà, soltanto allora potremo essere felici. Non riconosciamo la nostra felicità nell’ora e la cerchiamo nel poi. Siamo convinti che la felicità sia situata in un imprecisato momento futuro. Ci diciamo a vicenda: “Dobbiamo aspettare, tesoro, e poi…”. E mentre siamo impegnati a cercare di creare quel poi abbandoniamo i nostri cari nell’ora. Sacrifichiamo l’ora che è così prezioso per un poi che non arriva mai.
Il poi appartiene sempre al futuro. E’ un’illusione che non può mai diventare realtà.
Thich Nhat Hanh

Come ho già scritto spesso, noi siamo il nostro passato, e il nostro presente determina il nostro futuro, soprattutto in una società basata sul tempo come quella in cui viviamo.
Se tu siedi e non pensi a nulla, stai meditando. Se tu siedi e ti “perdi” nella musica che ascolti, stai meditando. Se tu siedi e ti perdi nel lavoro che stai compiendo, stai vivendo nel qui e ora. Se ti siedi (ma puoi anche stare in piedi, eh! ;-)) e ti perdi nella pianificazione di un evento futuro, ad esempio l’acquisto della casa… stai meditando, sei nel “qui e ora”, perfino se stai pensando al futuro.
“Cleo” è un interessante libro di Helen Brown, giornalista, scrittrice e conduttrice neozelandese. E’ in pratica l’autobiografia della scrittrice e della sua famiglia, Cleo inclusa, durante i quasi 24 anni in cui questa gatta ne ha fatto parte. Cleo ha la parte principale, è vero, ma il libro non è, come ci si aspetterebbe, costruito solo su di lei, anzi in alcuni capitoli le sue apparizioni sono piuttosto marginali. Cio’ è in linea con l’idea dell’autrice che non vuole limitarsi a scrivere un libro divertente su un gatto, ma intende dimostrarne l’importanza in una famiglia segnata da un evento drammatico come la morte di un bambino, uno dei due figli dell’autrice. Cleo viene accettata in famiglia proprio perché quel bambino l’aveva scelta poco tempo prima di morire in un incidente.
Cosi’ oggi se n’e’ andato Steve Jobs… Una fine annunciata


