Bentornata, nonna Olga! :-)

Questo post è dedicato ad una persona speciale, la nonna 94enne di Lady Wolf che oggi è tornata a casa dopo essere finita in ospedale per una polmonite scambiata, per noncuranza del medico di famiglia, per una banale bronchite. Tutti abbiamo temuto per il peggio, ma lei ne è uscita fuori in maniera sorprendente 🙂 Un mio collega qualche anno fa’ espresse la sua idea che una persona, sorpassata una certa età, diventa una specie di “Highlander”, letteralmente “immortale”, ma inteso nel senso che può arrivare ad età sorprendenti. Mi sto accorgendo che aveva ragione 😉

Nonna Olga ha due sorelle, una di 90 e l’altra di 96 anni. Ovviamente ognuna ha i suoi acciacchi, curiosamente diversi da ciascuna delle altre, ma sono sempre lì a farmi pensare “Queste mi seppelliranno!” 😛

Dovete sapere che il mio carattere, parlando di attaccamento famigliare, è molto simile a quello di mia madre, e parecchio distante da quello di mio padre. Mio padre amava le grandi tavolate famigliari, essere tutti assieme a pranzo e a cena – quando il lavoro lo permetteva – e ricevere e visitare parenti, avendo con loro rapporti assidui e stretti.

Mia madre…vi basti un anneddoto.

Anni fa’ saltò fuori un problema legato alla casa che fu’ dei suoi genitori, una piccola casetta in un paesino dei monti liguri vicina al confine con la Francia. Quando morì suo fratello, che lentamente stava cercando di sistemarla, la casetta fu’ definitivamente lasciata a sé stessa, per noi era troppo distante, agli altri parenti sembrava non interessare. Le chiesi se voleva che cercassi di contattare suo fratello che, a quanto ricordavo, viveva a Nizza. Lei rispose sbottando “Uh, era più vecchio di me! A quest’ora sarà già morto!”, e chiuse il discorso 😀 Per la cronaca la casa fu poi occupata, acquisita in usofrutto, demolita per far posto ad una villetta, poi venduta agli olandesi (moltissime case abbandonate sui monti liguri finiscono a tedeschi e soprattutto olandesi). La stessa fine aveva fatto il terreno, un uliveto: acquisito dal Comune e dato chissà a chi…

Anni fa arrivai a coniare il pensiero “Il mio albero genealogico ideale sono io e una nuvola vuota attorno!” 😀

Nel 2003 morì mio padre. Nel 2006 mia madre. I miei nonni li avevo persi molti anni prima. Molte cose avevo dimenticato, come l’essere in famiglia il giorno di Natale (per inciso, è anche il giorno del compleanno di Nonna Olga ;-)).

Poi arrivò Lady Wolf e dopo qualche mese conobbi la sua famiglia lato madre, purtroppo scomparsa prematuramente quando lei era ancora bambina. Nonna Olga mi conquistò subito, per la sua simpatia, per il suo modo di essere schietta e diretta. Per essere una persona che è passata attraversi tempi duri, dove non esistevano orari di lavoro, dove un’età minima per iniziare a sgobbare non c’era, che ha visto gli orrori della guerra, che ha perso il compagno dopo una lunghissima ed estenuante malattia, era sorprendente per me trovarla così serena e, a suo modo, moderna.

Certo, l’impostazione “di altri tempi”, inevitabilmente si vede. Non credo sia stato sempre facile per Lady Wolf andarci d’accordo in passato, d’altronde tra le due corrono poco meno di 60 anni. Ma anche quando sono distanti – viviamo a 440 chilometri di distanza – il loro attaccamento reciproco è evidente… e contagioso 🙂

Insomma, grazie a loro ho riscoperto alcuni valori della famiglia, come il piacere del Natale ad esempio, e non è poca cosa.

Vero, resto un “orso”, ma sono fatto così, che ci volete fare? 🙂

Comunque Nonna Olga stamattina è tornata a casa. E ne siamo tutti entusiasti e felici 🙂

 

 

 

35 pensieri su “Bentornata, nonna Olga! :-)

  1. Bene! Sono contenta per nonna Olga.Queste “vecchiette” roccia le ho sempre adorate,sono un esempio inestimabile di forza.
    Come te non sono una attaccata alla famiglia,però ti dirò nella crcostanza della morte di uno zio che non vedevo da anni ho ritrovato una cugina che l’ultima volta che ho visto avevo circa sedici anni,ne sono tanti di anni.Sono entusista di averla ritrovata anche perchè è una persona dolcissima e forte.Ora ci scriviamo spesso e mi piace un sacco questa cosa.
    Ciao

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    • Bé, può succedere di avere parenti che siano anche amici o che lo diventino 🙂 Non penso parenti=serpenti, credo solo che spesso la parentela sia una forzatura, nel senso che non puoi scegliere un parente, ce l’hai e basta. Un amico invece lo scegli e sei scelto da lui. Ma nulla impedisce che un parente possa essere anche un amico 🙂

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  2. Che bello leggere di nonna Olga e delle sue sorelle, novantenni e oltre, ancora vispe e pimpanti! In questi tempi così drammatici e oscuri, davvero fanno venire un senso di ottimismo e fiducia 🙂 🙂

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  3. A proposito del tuo… ehm… “albero genealogico”, a me capita di pensare ad alcuni versi (di Cecco Angiolieri, mi pare, ma non ne sono sicura) che più o meno dicevano “chi è senza parenti, è come un fungo all’acqua e ai venti”. Ho pochissimi parenti e, qualsiasi cosa se ne pensi, gli amici non sono la stessa cosa: non danno quel senso di “famiglia”, quel senso di appartenenza, di radici profonde!

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    • Non sono d’accordo, cara Happy 🙂 Finché va tutto bene, si è contenti di un legame, ma quando bene non va più, un amicizia si rompe, una parentela no. E diventa irrevocabilmente pesante.
      Ci sono persone che hanno bisogno di radici, altre che preferiscono… avere zampe per correre liberi! 😀

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  4. dici bene, superata una certa soglia la morte non fa più paura, cosa che pare abbia il potere di allontanarla, esorcizzarla

    i momenti di aggregazione famigliare sono bellissimi, se dosati 😉

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    • ahah d’accordissimo con l’ultima dichiarazione 😛
      Con la prima… un po’ meno, in generale è vero, ma dipende da persona a persona. Conosco persone anziane che hanno il terrore della morte, e persone giovani (non ragazzi, non fanno testo…) che non la temono 😉

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  5. Sì tratta di persone di ben altra tempra, fisicamente e per forza spirituale, queste persone. Anche mio padre, giunse ai 91 nonostante guerre e un’ infinità di problemi di salute, superando persino una frattura del femore a 89 anni. Gente d’altra pasta, con una forza di volontà che temo noi possiamo solo ammirare… Provengo da una famiglia di “orsi” sicché a fatica ho compreso, con gli anni, e con l’importanza che invece per mio figlio ha sempre avuTo il senso di appartenere a un “gruppo”. Per lui mi sono sforzato di riallacciare legami persi da tempo con i miei parenti. ..

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    • Mah… il “senso di appartenenza” mi lascia sempre un po’ perplesso. Perché ammirare di più chi “necessita” di altri più di chi ne fa volentieri a meno? 😐 Credo che siano modalità semplicemente diverse, anche se certamente chi ha tantio amici – di solito – ha anche più aiuto in caso di problemi.
      Sì, io me la sogno sicuramente una tempra così… e soprattutto di arrivare ad un’età così! 😀

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  6. Caro wolf, sono uno che non conosce legami di clan né di territorio, ma una mamma di 93 anni ce l’ho e ormai la devo seguire personalmente, dopo che un ictus l’ha resa dipendente dagli altri. Ormai vivo in pratica con lei, mentre mia moglie (che non scoppia di salute neanche lei) preferisce starsene a 300 metri di distanza. Spero proprio di tirare avanti bene perché dopo di me ci sarebbe il diluvio. Vivere tanti anni sembra una bella cosa, e forse lo è almeno finché si è autonomi, poi cominciano a porsi dei problemi, soprattutto economici. Sarà un bel grattacapo per le generazioni attuali. Quale economia potrà permettersi di seguire e curare milioni di persone che stanno tra la vita e la morte, ultracentenari che dopo aver venduto tutti i propri beni (se ne avevano) continuano a sopravvivere al proprio benessere, sostenuti da pensioni sufficienti a sfamarsi, ma non certamente a garantire l’assistenza necessaria?

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    • Non si sa come sarà il futuro, chissà… magari le cose andranno meglio 🙂
      E’ facile quando si è giovani pensare alla “terza età” con romanticismo, ci dicono che i sessantenni di domani saranno come i quarantenni di oggi 🙂 Ma poi iniziano i problemi di salute, il futuro davanti non è più così lungo, diventa tutto incerto, incluso il sostentamento economico…
      Alla fine non si è nemmeno più così sicuri di volerci arrivare alla terza età, non è vero? 🙂

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  7. La famiglia, anche quando crediamo di non averne bisogno, è importante: è quella parte affettiva che ci dona gioia. I momenti di aggregazione familiare sono qualcosa di dolce, quando c’è unione e intesa, meno quando si scatenano incomprensioni; quello che so è che quando la famiglia esiste per alcuni versi ci annoia, tipo tua madre, ma quando la famiglia viene a mancare il bisogno di essa si fa sentire. Le tradizioni sono importanti, danno gioia al cuore e il Natale è fra queste: ogni ricorrenza va rievocata e celebrata, è amore allo stato puro del quale il cuore ha bisogno.
    Nonna Olga mi ricorda una mia zia centenaria che nonostante le sue vicissitudini aveva sempre un sorriso per tutti e tanta voglia di vivere.
    Buona giornata.
    annamaria

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    • Non sono d’accordo. Può essere come dici tu, certo, ma può anche non esserlo. La famiglia può essere anche un incubo dal quale cercare di risvegliarsi. La mia non è stata così drammatica, intendiamoci, ma tante lo sono, basta guardarsi attorno.
      Chi ti rispetta, chi non ti volta le spalle quando serve, chi ha con te almeno qualche interesse comune, magari qualche passione in comune, è una persona che ti da una fondamenta. Ma non è necessario che sia un parente, come non è detto che un parente sia tale.
      E’ più importante un amico o un parente? Chi “lo merita” di più. Tutto qua. Se qualcuno non ti rispetta, ad esempio, non importa se sia un famigliare o meno, non deve essere più degno della tua fiducia.
      Buona serata a te 🙂

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  8. I miei han sempre nutrito una suprema allergia per i parenti di entrambi i lati, ma han stretto i denti e sopportato per amor delle loro madri. Alla fine il ramo paterno, che siamo stati obbligati a coltivare per decenni si è assai assottigliato. C’è stata allora la piacevole scoperta del ramo materno: la sorella minore di mia madre, che a mia madre era legata da uno strano e assai aggrovigliato legame di quelli che solo due fratelli possono avere (e sono molto contenta di essere figlia unica) con i suoi tre amabili figli e i loro tre amabilissimi partner e relativi cinque figlioletti e madre di una delle partner… in realtà a me erano sempre piaciuti, ma in famiglia era stato stabilito che era meglio tenersene alla larga. Adesso ci frequentiamo e sentiamo raramente, ma con continuità e con mio grande piacere. E c’è anche un certo senso di appartenenza, devo dire.
    Rallegramenti e felicità a nonna Olga ^__^

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    • Come scrivevo sopra, non credo ai “legami di sangue”, ai “sensi di appartenenza” che tali legami darebbero. Una volta ebbi una discussione con un collega che sosteneva che non c’è niente da fare: coi figli il legame è così forte perché c’è “continuità” biologica. Gli ho chiesto “Quindi se tuo figlio fosse stato adottato, o addirittura sostituito in culla per errore, il vostro legame non sarebbe saldo perfino se non sapessi che non fosse tuo?”. Sono sciocchezze. Affinità, affetto, rispetto e quant’altro non derivano da legami di sangue, ma dal valore in sé delle persone, dalle similitudini intellettive. Che siano parenti oppure no.
      Ho scritto che la famiglia di mia moglie mi ha ridato il sapore del Natale, è vero, ma tra me e loro non c’è, ovviamente, alcun legame di sangue 😉
      Grazie per i rallegramenti per Olga 🙂

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  9. E’ bello leggere questi racconti perchè è come se fossero anche un pò miei, nel senso che ammiro quelle persone che avvicinandosi ai…cento anni (anagrafici), conservano affetti, gioia di vivere ed hanno una resistenza che li rende quasi immuni da tutte le difficoltà della vita; certo non è sempre facile rapportarsi a loro che hanno vissuto più epoche, anzi, possiamo dire, più ere, visto come corre il tempo e come cambia la realtà; però, penso, che quello che non cambierà mai è il bisogno del rapporto interumano che fa ‘vivere’, per cui provo dolore quando vedo che molte di queste persone sono costrette, per tanti motivi, a volte non superabili, ad entrare nei vari istituti di assistenza, oggi tanto pubblicizzati; certo, anche lì ci sono altri esseri umani con cui potrebbero instaurare nuovi rapporti validi ma,non so, se poi è la soluzione giusta,anche per chi ha problemi reali, perchè non non ha nessuno che lo possa accudire; alcune mie amiche hanno scelto di ospitare i loro genitori anziani per amore, ma poi col tempo,hanno dovuto limitare sempre di più la loro vita sociale all’esterno, ma, senza peccare di saccenteria, penso che, se uno vuole, può anche organizzarsi in modo che questo non avvenga. Non so cosa dire, è un problema di vita serio,( e non mi riferisco a chi ha delle patologie gravi, perchè sarebbe un altro discorso) ciao !

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    • Secondo me non si può generalizzare, ogni caso è a sé. Delle tre sorelle di cui parlo qua, una è a casa sua e convive con la figlia, un’altra vive in casa sua da sola, la terza è proprio in uno dei centri di cui parli: c’è voluta andare lei ed è ben contenta di averlo fatto! 😀
      Io non ho avuto esperienze del genere, poiché i mie genitori sono morti tra i 75 e i 78 anni, tuttavia quando mia madre si ammalò ebbi la fortuna di avere mio fratello – con cui in genere non vado mai d’accordo – che non lavorando poté starle dietro, altrimenti per me sarebbe stata una vita impossibile: non guadagnavo granché, non avrei avuto i soldi per prenderle una badante o un’infermiera, e dovevo comunque andare a lavorare tutto il giorno. Come avrei potuto starle dietro se non avessi avuto un parente? Probabilmente sarei stato obbligato a metterla in un hospice. So che molta gente sentenzia che gli anziani si dovrebbero sempre tenere in casa ed è da egoisti non farlo, ma questa è una generalizzazione superficiale: ogni caso, come dicevo, è diverso, e nessuno dovrebbe permettersi di criticare senza sapere come stanno le cose.
      Un caso simile a quanto asserisci te nel finale del tuo commento, è stato quello di un mio amico: madre convivente anziana a cui lui è stato dietro quasi fino alla fine, quando lei venne ricoverata e morì dopo poco. Faceva la sua vita, è vero, ma non completamente. Tanto è vero che, alla morte di lei, iniziò una convivenza, finita male, a cui seguì quella… vincente. Fino a quel momento, inconsciamente, aveva trattenuto relazioni solo con… donne già impegnate, perché non avrebbe potuto impegnarsi di più lui.
      Ciao cara 🙂

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  10. Condivido moltissimo quello che dici .
    Ogni tanto penso anche, che non avendo avuto figli ed avendo scelto di vivere in un’altra città,( per fortuna 🙂 ) diversa da quella dove sono nata, mi piacerebbe – se arrivassi nella zona 100 anni…beh, facciamo 80/90 e fossi da sola – ritrovare in un luogo (tipo Hospice)tutte quelle persone con le quali ho avuto bei rapporti umani o di amicizia. So già quello che organizzerei con il loro aiuto: cineforum, serate di tango,incontri con artisti e scrittori, lezioni di cucina e cene, letture varie…:-) ed inviterei i giovani per raccontare loro la mia storia, non tanto quella personale, ma quella Storica, da dove sono passata, le sconfitte e soprattutto tutte le speranze e le esperienze belle vissute che mi hanno cambiato la vita in modo positivo,rafforzando e sviluppando la mia umanità… è un sogno,ma sarebbe bellissimo se fosse così; del resto la realtà cambia e penso anche che vivere in comunità, pur tra le difficoltà che potrebbero nascere nei rapporti umani, sarebbe molto meglio che stare da soli ,ciao 🙂

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    • bé, sono d’accordo: il tuo è un bel proposito, forse un po’ ottimista, ma sicuramente degno di essere perseguito 🙂 E in ogni caso bisogna sempre vedere l’alternativa, a volte non c’è davvero una scelta.
      Un salutone 🙂

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  11. E brava nonna Olga che si è ripresa! 🙂
    Mi hai fatto ripensare a mia nonna, un forte spirito, non si arrendeva mai davanti alle difficoltà della vita…e ai tempi della guerra ce ne erano tante..
    Sicuramente era più in salute di me…lei a oltre sett’anni e io ne avevo poco più di venti, un fisico incredibile i nostri nonni 😉
    Lo sai che il tuo albero genealogico ideale somiglia al mio? Io se potessi ai parenti sostituirei gli amici, sicuramente sono stati sempre più presenti e affidabili dei cosiddetti parenti 😉
    Un saluto affettuoso a nonna Olga! 🙂

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    • uhm… credo che, contrariamente a quanto abitualmente pensiamo, i nostri predecessori mangiassero meno ed avessero meno vizi dannosi. Se non fosse stato per guerre e condizioni sanitarie forse la vita media non sarebbe stata affatto più corta di quella che abbiamo oggi. Che poi… le statistiche dice che viviamo più a lungo ma in condizioni non esattamente buone…
      Un caro saluto 🙂

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    • Al solito non sei riuscita a vedere che il tuo commento precedente (uguale) era già apparso 😦 E nemmeno che ti avevo risposto che questo non è pessimismo: già arrivarci non è mica scontato! 😛

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  12. Non so, Wolf, forse perché da bambina ho vissuto circondata da parenti, zii e cugini, la mia infanzia e adolescenza sono strettamente legate a loro, anche se avevo tanti compagnetti con cui giocavo tutti i giorni. I pranzi, le scampagnate, le serate a giocare a carte… Ci sono sempre i parenti in questi miei ricordi!

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  13. Ora sono morti tutti. Sia quelli del lato paterno che materno, piuttosto giovani e per malattie varie. Se devo credere ciecamente alla genetica, ho predisposizioni forti per tutte le malattie possibili e immaginabili ma, cone stanno consigliando quasi tutti nei commenti, un po’ di ottimismo, via 😀

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