Il guerriero – una riflessione di Sherwood

Il guerriero
By:
Sherwood
Blog: Il ritorno del re

Io non sono un cultore di arti e filosofie orientali ma, ho letto una frase che mi ha lasciato qualche riflessione:

“Si può essere marziali e spirituali al contempo?
Si può sconfiggere l’avversario finale?”

In effetti, nella vita non esiste un avversario finale, tranne uno. Il nostro stesso io.
Nella nostra personalità di combattenti dimora un esercito di forze negative che vanno sconfitte: la paura, la pigrizia, l’ignoranza, l’insicurezza, la menzogna,  l’egoismo, l’egocentrismo, la vanità e molti altri.
Parlare di potere sugli altri non ha alcun senso. La vera natura della vittoria, sta nel superare i propri difetti. Per questo nelle iconografie di tante religioni – soprattutto orientali – a mio parere, è contemplata la figura del guerriero. Ma non si tratta di immagini che esprimono l’idea di dominio sugli altri.
Esse sono piuttosto simboli dello slancio e della determinazione di cui abbiamo tutto bisogno per sbaragliare i nostri nemici interiori.
Un saluto ed un bacio a tutti.
SHERWOOD

kuankung

 


Commento di Wolfghost: considerando che il “sottotitolo” del mio blog e’ “Una ricerca senza inizio e che, forse, mai avra’ fine. Far cessare il duello permanente tra Ego e anima, trovando l’equilibrio tra cio’ che si e’ e cio’ che bisogna apparire…” (lo vedete in alto a destra nel blog), questo breve post di Sherwood non poteva passarmi inosservato ;-). Infatti per poter realizzare, ammesso che sia possibile farlo fino in fondo, questa strada, bisogna necessariamente passare dalla comprensione di se’ stessi che questo post, mirabile per la sua capacità riassuntiva, enuncia. Complimenti a Sherwood che, pur non essendo per sua stessa ammissione un cultore di filosofie orientali, ha saputo sintetizzare questo pensiero in poche righe 🙂

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29 pensieri su “Il guerriero – una riflessione di Sherwood

  1. Indubbiamente le battaglie con noi stessi sono le piu' difficili e a, volte, se ne esce sconfitti,Il grande problema e' trovare la forza dentro di noi, sia per capire le cause profonde, sia per cercare quella sorta di bandolo della matassa che ci aiuti a sbrogliare la grande " confusione ", nemica da sempre del nostro io.Bellissimo post.Un caro saluto.

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  2. Sono le definizioni "Occidentali" che…accidentano la nostra strada …sia  marziale che spirituale …..Bè..il cammino è ancora da sperimentare, sia in Oriente …che in Occidente …..ne sanno niente quelli del Polo NOrd e del Polo Sud? Ciao ti abbraccio carissimo

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  3. x Donnaflora: concordo  Spesso gli aspetti si compenetrano: abbiamo bisogno di impegnarci con gli altri e con gli eventi, ma per farlo abbiamo bisogno di essere "molto presenti" anche a noi stessi.Un caro saluto x Lucy: ogni latitudine (e lungitudine ) ha i suoi problemi. Ma alcuni sono davvero sentiti ovunque, non e' cosi'? Un caro abbraccio anche a te

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  4. Alcuni?Direi "uno" solo sentito ovunque:la religione o…cura di una intima spiritualità!Ma ci hai fatto caso quante guerre fa la religione e……la cura individuale spirituale del singolo? Quest'ultima è…direi …quasi proibita! Alcuni stati lo nascondono ….tipo..l'Occidente…con una pennellata di ipocrisia! Altri Stati …… bè…. è palese!Ciao carissimo, un abbraccio al tuo Amico ….. è amico di Robin Hood? Bacione

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  5. Oh… io sono in continuo contrasto con l'altra parte di me, come si evince da due pensieri della mia "colonnina", quello appena sotto l'avatar e quello che recita "La mia verità".Dove andiamo questo fine settimana?Altre mete da suggerire?

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  6. Cavalca la trigre ( che e' in te dicono gli orientali)…ossia doma la tua potenza….insita nel dna di tutti noi…genetica e ancestrale…e si nelle religioni orientali esistono divinita' irate che cancellano i difetti dell'uomo…quali ego..ecc…ecc… complimenti a Sherwood per il bellissimo post…post che mi vede in accordo…un abbraccioooooo N.

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  7. x Lucy: infatti preferisco la parola "spiritualità" a "religione", proprio perché conscio che spesso quest'ultima è andata "fuori dai binari" eheh non credo, anche perché Robin Hood è sotto terra da un pezzo ormai! Un abbraccio anche a te x Albedo: conoscendoti come manicheo, non ho dubbi che per te sia così Chissà, forse esistono entrambi le componenti…

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  8. E' una grossa battaglia quella con se stessi perchè noi stessi siamo intransigenti e non ci  concediamo nulla.E' una sfida continua con difetti e capacita',una sfida per affermare se stessi,ma non prevaricare ma  "esistere",grazie a Wolf e grazie a Sherwoodper la riflessione

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  9. x Azalea: penso che tu non sia la sola ad avere contrasti tra… te e te stessa! Oggi siamo andati a Milano per faccende personali (dopo un paio di ore in spiaggia stamattina), domani invece pensiamo di andare per torrenti e marmitte nei dintorni di Rossiglione o Campo Ligure. Vedremo x Neityri: la tua citazione è perfetta per argomenti e tempi Concordo in pieno e ti contro-abbraccio

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  10. Concordo con questo post di Sherwood riguardo l'avversario finale, perchè ognuno è artefice del proprio destino. la vita stessa è una lotta continua, spesso contro noi stessi.Bel post amico mio..hai fatto bene a postarlo. Bacioni ^_^

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  11. Ciao Sherwood, tutto bene nella tua bella famiglia a due e quattro zampe?Molto interessante questo post che hai ripreso dal nostro comune amico Sherwood. Mi trova concorde solo in parte.D'accordissimo che il peggior nemico di noi stessi siamo noi e che le battaglie più dure le dobbiamo combattere contro i nostri demoni, ma, per quanto riguarda l'iconografia del guerriero, non sono così sicura che non ci sia un intento bellico che va ben oltre la lotta con il proprio io. Il desiderio di dominio sugli altri è presente in ogni cultura di ogni tempo.Io sono appassionata di cultura giapponese e leggo spesso testi di arte, filosofia, storia nipponica (ne ricordo una minimissima parte, purtroppo). Ora sto leggendo "Lo spirito del Giappone. La filosofia del Sol Levante dalle origini ai giorni nostri" e mi sono tornate sotto gli occhi queste parole: "… è indubbio che componenti bellicose e guerrafondaie si ritrovano in Giappone dove meno ci se lo aspetta: per esempio nello stesso buddhismo. Il fenomeno dei monaci guerrieri (sohei), che trova riscontro soltanto soltanto nel clero tibetano, è nipponico. La lotta fra le scuole buddhiste si faceva molto aspra, richiedendo l'uso della forza. I protagonisti della storia dl Giappone, i quali riuscirono a sedare i tumulti della guerra civile per fondare una grande nazione, dovettero fare i conti con l'ostilità e la potenza militare dei buddhisti. Molti obiettivi si raggiunsero solo con l'eliminazione dei monasteri, vere e proprie fortezze. Per un certo periodo la forma più praticata di buddhismo fra i samurai fu lo Zen, perché l'esaltazione dei valori militari era ritenuta compatibile con il non pensiero o la non mente."Chiedo scusa per la lunghezza di questo mio commento, ma, purtroppo, spesso le cose non stanno proprio come noi vorremmo.Riporterò il mio commento anche dal caro Sherwood.Un abbraccio e buona fine di domenica ed inizio di settimana.

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  12. x Flame: si, lo so, l'avevo letto Un saluto anche a te! x Dolcelei: … e anche le volte che non lo siamo (artefici del nostro destino), possiamo comunque decidere in quale modo reagire ad esso Grazie cara, un abbraccio!

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  13. x Nikiya: eheh non preoccuparti, avevo già compreso la svista Dunque, Julius ha un occhietto un po' chiuso, probabilmente frutto di una zampata (involontaria, certamente giocavano come loro solito), lo stiamo curando ma al momento non sembra trarre grande giovamento Oggi siamo andati per torrenti e laghetti, dovevi vedere come nuotava Tom! Però in acqua dovevamo mettercelo a forza, eh! Venendo al tema del post, certamente sarebbe scorretto fare di tutta l'erba un fascio, sicuramente ci sono stati dei momenti storici e delle culture nei quali e per le quali la figura del guerriero era davvero una figura da combattente, però sarebbe altrettanto scorretto negare un'accezione generale comunemente data a questa figura servendosi di eccezioni che la negano. L'eccezione conferma la regola, insomma Un abbraccio e buon inizio settimana… non scordando la domenica sera che ancora c'è, naturalmente

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  14. La lotta contro noi stessi e' ardua e' anche l lotta contro il male…il nostro "Io" vuole primeggiare e' durla parte oscura di noi va' conosciuta accolta e poi comincia il guerriero in noi, splendida meditazione grazie un sorriso e gioia nella vita

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  15. Un doppio hurrà per Nikiya…Comunque lo si voglia idealizzare o spiritualizzare, il guerriero rappresenta sempre un'immagine della violenza. Monaco o no, cavaliere o sacerdote, in qualsiasi cultura, chi ha coltivato l'arte della guerra ha sempre usato la violenza. La filosofia e la religione servivano solamente a controllarla, evitando gli eccessi, e per questo era necessario il dominio di se stessi, dei propri istinti bestiali. Con questo non voglio dire che essere guerrieri fosse bene o male: sono tutt'altro che manicheo; però le cose vanno chiamate col loro nome.

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  16. Come ho risposto anche a lei, sono d'accordo sul fatto che la nascita della figura del guerriero possa essere più reale che figurata, ma concordo con Sherwood sul fatto che successivamente abbia assunto un'accezione maggiormente simbolica.

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