Rosabelle, credi… – Parte I: Biografia romanzata

“Sono stanco di combattere… Immagino cosa sta per succedermi…” disse Erik a Theo, il fratello che lo stava vegliando sul letto d’ospedale. Ormai sentiva le forze abbandonarlo.
Girò la testa verso sinistra e iniziò a ricordare…

Ricordò sua madre mentre, quando era ancora bambino, gli parlava della bella Budapest, città da cui venivano ma che avevano lasciato quando lui aveva due anni per trasferirsi in America, in cerca di una vita migliore.
Ma non era andata proprio così e a soli 8 anni Erik aiutava la famiglia, numerosa, vendendo giornali e lucidando scarpe. Le sue passioni però erano l’atletica e gli esercizi acrobatici, ai quali si dedicava non appena poteva. Era diventato così bravo che già a nove anni riusciva a tirare su qualche soldo eseguendo evoluzioni acrobatiche al trapezio e autoproclamandosi “Erik, il principe dell’aria!”.

Un sorriso nacque spontaneo sul viso di Erik… ma chissà se erano visibili al fratello… si sentiva così debole…

Ricordò quando a 12 anni scappò di casa e, prendendo il treno, arrivò fino a Kansas City. Gli stava già stretta la vita nel Wisconsin! Tornò in famiglia solo un anno dopo, anche perché questa si era nel frattempo trasferita nella grande New York City.
Purtroppo la situazione economica non era cambiata molto, lui continuava a fare diversi lavori umili per riuscire a sopravvivere.
Erik e uno dei suoi fratelli, proprio Theo, iniziarono a nutrire curiosità ed interesse per gli spettacoli di magia e… questo cambiò la sua vita in un modo che non avrebbe potuto immaginare.
A soli 17 anni, lui e Theo iniziarono a tenere spettacoli di magia essi stessi. Arrivavano a fare fino a 20 spettacoli al giorno!
Poi, un giorno, Erik conobbe una giovane cantante diciottenne, Beatrice, e… la vita gli sorrise: si sposarono quando lui aveva solo 20 anni. Lei divenne la sua collaboratrice, mentre il fratello Theo intraprendeva una carriera solista.
Erik e Bess, così lui chiamava Beatrice, restarono assieme in fedeltà tutta la vita. Lei si occupava di ogni cosa, in modo che lui potesse dedicarsi esclusivamente a ciò che più lo interessava: l’illusionismo!
Assieme si unirono ad un circo: lui teneva spettacoli di magia, lei cantava e ballava. La specialità di Erik era la capacità di liberarsi da ogni tipo di manette, arrivò in breve a offrire 100 dollari, all’epoca una cifra enorme, a chiunque avesse dimostrato di avere manette dalle quali lui non sarebbe riuscito a liberarsi. Ma… vinceva sempre!
In breve passò dalle manette a fughe sempre più complesse, come le camicie di forza, iniziando a girare tutto lo stato con i suoi spettacoli. Ma poi, non contento, decise di tentare la fortuna a Londra, seppure con pochi dollari in tasca.
Sfidò nientemeno che Scotland Yard in una spettacolare fuga che lo rese celebre: si liberò dalle manette della polizia londinese legato ed appeso ad una gru, davanti a tutti.
Ovunque andasse in Europa, sfidava la polizia locale e… vinceva. Sembrava non ci fosse modo di fermarlo: era capace di liberarsi perfino legato sott’acqua!
Tornò in America da star e lì continuò a… scappare: camicie di forza, prigioni celebri e ritenute sicure, perfino bidoni del latte pieni di acqua e chiusi ermeticamente. Il suo spettacolo più celebre però consisteva nel restare sospeso a testa in giù in una cassa di vetro e acciaio piena d’acqua e chiusa a chiave. Si chiamava “la cella della tortura cinese”.

Poi Erik ricordò la morte della madre, a cui era profondamente legato. Ricordò come questo accese ancora di più il suo interesse per la vita dopo la morte; come si interessò di spiritismo, nella speranza di poter essere messo in contatto con la madre defunta o, perlomeno, di sapere con certezza che non era svanita per sempre.

Ricordò le immense delusioni quando, proprio sfruttando le proprie abilità di illusionista, riusciva a smascherare medium che gli promettevano prove di quanto andava cercando. Aveva promesso un premio di 10.000 dollari a chi sarebbe riuscito a dargli quella prova ma… non nessuno ci riuscì. O almeno questa era la conclusione cui era arrivato, seppure non sempre era riuscito a spiegare proprio tutto ciò che vedeva.
Deluso, in una conferenza pubblica dichiarò che non aveva nulla contro le religioni, ma che lo spiritismo… era falso: in più di trent’anni nessuno era stato capace di dimostrarsi un medium vero. Non poteva più crederci.

Ricordò con dolore come questa posizione lo portò alla rottura con un suo grande amico, al quale era stato legato proprio dagli albori della sua ricerca spiritista: Sir Arthur Conan Doyle, autore di Sherlock Holmes e profondo credente nello spiritismo. Doyle si era messo in testa che i successi di Erik fossero dovuti all’aiuto di “qualcuno” che dall’aldilà lo sosteneva. Ma questo era per lui una credenza ormai inaccettabile. In breve iniziarono ad attaccarsi pubblicamente e la loro amicizia finì.

Erik sentiva che la vita lo stava abbandonando… la sua mente lo portò ai fatti recenti, a quello sciocco incidente che gli era capitato poco tempo prima: per dimostrare che grazie ai suoi addominali era capace di resistere a pugni nello stomaco, permise ad uno studente universitario – e pugile dilettante – di colpirlo. Ma lo studente subdolamente lo distrasse al fine di coglierlo impreparato, con gli addominali rilassati, e lo colpì con violenza più volte. Erikh si accasciò al suolo ma non accettò di interrompere gli spettacoli che aveva in programma, nemmeno dietro esplicito suggerimento del suo medico.
Dopo il ricovero parlarono di peritonite, forse causata – o perlomeno aggravata – dai pugni ricevuti. A quel tempo non esistevano i moderni antibiotici e la peritonite era quasi sempre mortale. Lui aveva resistito più del previsto, ed era pronto per un secondo intervento che forse avrebbe potuto salvargli la vita… ma adesso quella vita gli stava sfuggendo.

“Sono stanco di combattere… Immagino cosa sta per succedermi…” furono le sue ultime parole.

Erik Weiss, in arte Harry Houdini, il più grande illusionista della storia, morì quel pomeriggio, all’età di 52 anni, al Detroit’s Grace Hospital, stanza 401.
Erano le 13:26 del 31 Ottobre 1926: il giorno di Halloween.


[ fine prima parte ]


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nota: la storia si ispira alle reali note biografiche del grande Houdini, cercando, per quanto possibile, di rimanere ed esse fedele.

 

0 pensieri su “Rosabelle, credi… – Parte I: Biografia romanzata

  1. Fin da piccola ne sentivo parlare, giornaletti ne ritraevano le sembianze e le gesta.
    Circo, pagliacci , illusionisti non mi hanno mai affascinato. Riconosco loro la genialità e li rispetto.
    Tu Lupaccio quando scrivi sai trarre con parole tue il meglio delle storie. Un caro saluto…e alla prossima puntata.

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  2. Houdini mi ha sempre affascinato, fin da bambina (e non sto parlando di preistoria, neh! :-D).
    Così come mi ha sempre rattristato la sua fine. Il destino è sempre in agguato. Non sono superstiziosa, come sai, ma credo nel destino. Secondo me siamo noi stessi gli artefici del nostro destino. Ma, certe cose, non possiamo modificarle in nessun modo.
    Un saluto sfrecciante 🙂

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  3. x jouy: In generale circo e pagliacci non piacciono neanche a me; non per un motivo particolare, è solo una certa… “antipatia” che nacque da bambino da una giornata storta vissuta proprio al circo, ma non ho assolutamente nulla contro di loro (tranne ovviamente per quei circhi che si ostinano a sfruttare animali).
    Grazie, anche se qui a mio avviso potevo fare di meglio… comunque non è finita! 😉

    x yasmine: grazie cara, come sempre 🙂

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  4. x Fire: bé, fu quasi tuo coetaneo, no? eheheheheh 😀
    Sulla fine ancora oggi ci sono alcuni dubbi. Ad esempio mentre in un primo tempo i pugni sembrarono i principali responsabili, poi, con lo sviluppo delle conoscenze mediche, si capì che una peritonite non poteva essere provocata da contusioni: Houdini doveva stare male già da tempo. Ma lui era così: non voleva fermarsi e, forse, non aveva grande fiducia nei medici…
    Ultimamente poi la famiglia ne ha chiesto addirittura l’esumazione (ottant’anni dopo!!), sostenendo con convinzione che fu avvelenato.
    Poi, nel film forse più riuscito su di lui, con Tony Curtis nei suoi panni, lui fu “fatto morire” addirittura nella cella della tortura cinese, poco dopo aver preso un colpo fortuito allo stomaco. Ovviamente era solo un film e dovevano romanzarlo…

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  5. x Orsombroso: grazie, apprezzo… il tuo apprezzamento! 😉

    x anne: dici, Anne? Io non sono così convinto, è troppo… descrittivo, troppo vicino alla biografia (che peraltro è un mio riassunto da alcuni dei siti più seri tra i tanti che parlano di lui). Sarebbe stato bello romanzarlo di più, ma sarebbe diventata una Divina Commedia 😀
    Comunque… non è finita qui 🙂

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  6. x Fire: E’ noto che Woody Allen si permette di prendere in giro, in modi che pochi altri fanno, le minoranze 🙂 Lui dice: “io posso prendere in giro le minoranze: ne faccio parte!” (Woody è ebreo).
    … ci siamo capiti? 😀

    x Anna: eh?? Perché in “partenza”? :/ Oddio… sai qualcosa sul mio stato di salute che io non so, forse?? 😀
    Grazie Anna 🙂 La prossima sarà l’ultima parte 🙂

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  7. p.s.: Woody è ebreo ed ha un elemento in comune con me….
    Guarda caso, quell’elemento è alla base della causa del mio nick….
    Questa cosa sta diventando un enigma… E so che tu non ami troppo gli enigmi…
    Beh, se non riesci a collegare ti darò la soluzione…. 🙂

    p.p.s.: grazie per far parte della mia stessa minoranza… (anche se il merito non è esattamente tuo…)
    😀

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  8. Mi è piaciuto il tuo racconto: io non me ne intendo di queste cose, quindi non avevo capito che era lui, ma è una bella storia di vita e trovo che lui sia una figura affascinante…
    Mi chiedo come diavolo facesse a fare certe cose! 😉

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  9. mi metto a sedere in fondo al cieco della solitudine

    i giorni con pazienza
    e le notti in attesa

    il passare del tempo
    il passare della vita

    hanno detto finche passa
    non ci sarà dolore

    è passato, ma con dolore
    hanno detto : questo passerà pure
    è passato, ma duramente
    ora che faccio…
    con quale passione, quale speranza
    assisto al passaggio della vita
    in fondo al vicolo della solitudine "

    (mohammad roshan)

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  10. x Fire: ehm… non so… prende fuoco facilmente? eheheh
    Be’, la nostra e’ stata una buona annata, dai! 😀

    x Nico: ovviamente i metodi erano diversi a seconda del tipo di fuga. Ad esempio – una cosa che puo’ far senso – lui era in grado di disarticolare non una sola (ricordi arma letale – 2 o 3… quello in cui c’e’ anche Patsy Kensit – quando lui si libera sott’acqua?) ma entrambe le spalle, riuscendo quindi, contorcendosi, a svicolare fuori dalle camice di forza. Per le manette ed i lucchetti invece, nascondeva piccole chiavi o spilli, principalmente in bocca. Ma altri suoi segreti non li svelo’ mai 🙂

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  11. x Julka: molto intense le parole che proponi. Sai, i tuoi commenti mi ricordano un po’… come si chiamava? L’intervallo!! 😀 Ricordi? No… sei troppo giovane 🙂 In pratica la TV (allora c’era solo la RAI) mandava in onda dei piccoli inserti con musica e belle foto di una citta’ o paese italiano per volta 🙂 Erano carini: spezzavano un po’ il tran tran della TV 🙂

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  12. Interessante questo racconto su Houdini! Dici che ti sei mantenuto fedele alla sua vera storia, per cui gli episodi di illusionismo che racconti devono essere veri: che uomo straordinario, questo Houdini!

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  13. x Nicola: i racconti dici? 🙂 Un po’ ne ho scritti: scorri la colonna di sinistra del blog, nella sezione “Titolo argomenti”, e guarda i “racconti” 🙂
    Questo pero’ mi e’ difficile catalogarlo, e’ un racconto, vero, ma anche quasi la biografia esatta (per quanto mi e’ stato possibile) di Houdini. Infatti in tale colonna non l’ho messo, al momento, tra i racconti…

    x Happy: assolutamente cara Happy! 🙂 Ancora oggi qualcuno ci “rimane” nel tentativo di emularlo :/ Altri invece ci riescono, ma il primo e’ sempre il piu’ grande 😉
    Buona giornata anche a te 🙂

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  14. Eppure venne un giovanotto che con la forza del suo sguardo mi punì facendomi strofinare la faccia sul pavimento per aver esagerato con le carte.
    Da allora capii che per incontrare lo Spirito dovevo estraniarmi da Lui e non alloggiare completamente nel corpo.

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  15. x Angelo: Stavo per obiettare che il corpo e’ spesso sottovalutato nella spiritualita’, come ben sa chi praticha Hatha Yoga 😉 ma… hai ben scritto “completamente” (“non alloggiare COMPLETAMENTE nel corpo”), per cui non posso che essere d’accordo 😉

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  16. x Fiore: oooh… grazie per la splendida immagine! Sono proprio curioso di vedere quali poesie ha ispirato e/o ispirera’ stavolta! 😉
    Per la prima volta ci provo anche io, dai! 😀

    “Quella pagina ormai voltata
    nel mezzo del libro della vita
    non e’ ne sara’ dimenticata
    Eccola, la vedi? Non e’ appassita.”

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  17. Ma c’è un altro Corpo nel quale viene a mettere la tenda LUI, il PADRE di Tutti gli Spiriti. Tu hai conosciuto il Figlio dell’Uomo. sai di che corpo parlo? L’Anima è la costola del Nuovo Adamo che non deve essere confusa con lo Spirito. Il corpo vine abitato da altri spiriti immondi se si esce dal corpo per poi far ritorno, avendo percorso deserti andando in cerca di pace.
    Ma dentro di noi c’è un corpo non fatto da mani di uomo che nemmeno se clonato potra riprodurre. C’è l’Uomo che ha creato l’uomo ma c’è anche un Dio che ha generato un Figlio con una parte dell’uomo resa donna.

    Tutti abbiamo i capezzoli per ricordare chi è a noi madre e chi è Padre, Terra e Cielo, Natura e Dio, Satana e il Padre.

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  18. x Eomer: figurati Fiore, mi sono divertito! 😀

    x Angelo: penso di aver capito 🙂 Diciamo che il mio pensiero e’ simile. Noi lo chiamiamo corpo per semplicita’, per capirci tra noi. Ma forse separarlo dal “resto” non e’ a rigore giusto.

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  19. bello il racconto e grande il personaggio a cui si ispira , ma sai?? La frase che più mi è rimasta ed ha evocato in me immagini ricordi e pensieri è la prima (e l’ultima)… forse sembrerà un commento fuori luogo ma …

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  20. io non ho mai creduto nello spiritismo,secondo me ci ricongiungeremo ai nostri cari che abbiam perso in questa vita,solo quando moriremo per poter vivere nella vita eterna…
    un bacio e buona serata caro wolf:-*

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  21. x Inesanimamia: Non mi sorprende in fondo, è una frase d’effetto, e pensare che è stata detta in fin di vita colpisce anche di più.

    x Yasmine: mi piacerebbe avere la tua stessa convinzione, in questo periodo pero’ qualche dubbietto ce l’ho… 🙂

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