La storia di Christian il leone :)

Questa storia (vera) e il relativo video girano gia’ da un po’ di tempo su Internet ma io li ho scoperti solo recentemente grazie a buchinerinluce ed al suo omonimo blog buchinerinluce.splinder.com/ e… davvero non posso non riportarla anche qua :-), pazienza se non saro’ originale 😀

Ho scelto, oltre al testo scritto, la versione decisamente piu’ lunga e con doppiaggio in Italiano (anche se piu’ o meno c’e’ quanto riportato nello scritto) perche’ ci sono anche le foto del cucciolotto da piccolo 😀

Per coloro che hanno poco tempo, guardate almeno i primi due minuti e 20 secondi del video.
Buona lettura e buona visione! 😉


Altri tempi, allora. La storia di Christian comincia nel 1969. Se volevi un cucciolo di leone. lo compravi al negozio di animali: e te lo davano senza andare troppo per il sottile. Fu così che il leoncino Christian finì a casa di John Rendall e Ace Bourke, due ragazzi australiani che abitavano a Londra. Accudito e coccolato, placido e benvoluto. Christian abitava in un negozio di mobili a Kings Road. Faceva pipì nella cassettina, come un gatto: pulitissimo. Il giardino della chiesa era a sua disposizione per giocare e fare un po’ di sano movimento. Però Christian era un leone, non un micio. Il tempo passava. Il cucciolo ormai stava diventando adulto. Un giorno capitarono nel negozio di mobili alcuni degli attori che avevano girato “Nata libera”, la storia di una leonessa allevata in cattività e poi restituita faticosamente dai suoi padroni alla vita selvaggia in Africa. Erano i primi, pionieristici tentativi di quel genere. Fu deciso di provare anche con Christian. Si sapeva che sarebbe stato difficile e rischioso. Quante possibilità aveva un leone londinese di imparare a cacciare e a sfamarsi? Christian venne accompagnato in Kenya dai suoi padroni e consegnato nel 1972 al naturalista George Adamson. Il suo lavoro e le sue esperienze erano stati alla base di “Nata libera”. Poco per volta il leone Christian imparò a cavarsela sul serio e riconquistò la libertà. Nel 1974 aveva ormai un suo territorio ed era a capo di un branco. A quel punto John Rendall e Ace Bourke decisero di andarlo a trovare. Rischiate di sprecare tempo e soldi, furono avvertiti: Christian è un leone ormai selvaggio, sono nove mesi che nessuno lo vede. Probabilmente non vi riconoscerà nemmeno, se anche lo trovate potrebbe addirittura essere pericoloso. Però incredibilmente il leone Christian riapparve con il suo branco nei pressi del luogo in cui viveva e lavorava George Adamson giusto il giorno prima dell’arrivo dei suoi ex padroni. Il resto, il momento dell’incontro, è mostrato dalle immagini. E non servono altre parole. Christian accompagnò al campo i suoi ex padroni. Rimase con loro la notte, e poi se ne andò. Non fu mai più visto, nessuno sa che fine ha fatto.

0 pensieri su “La storia di Christian il leone :)

  1. solo una cosa: è meraviglioso……………io non l’avevo mai visto, per la verità; ma é stupendo vedere quel leone che corre dai suoi ex padroni…dolcissimo……………..
    🙂

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  2. Conoscevo già questa scena….ora come allora sono rimasto estasiato. E’ un momento che dovrebbe far riflettere, capire che, uomini e animali sono stati plasmati dalla stessa Mano, e nell’amore possono ritrovarsi….Un abbracio.

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  3. Video commovente (e già visto). L’unico commento che mi sorge spontaneo è che non sempre l’addomesticamento è una buona pratica, soprattutto con animali che vanno reiseriti nel loro ambiente naturale. Preferisco vedere animali selvaggi che considerano l’uomo un pericolo: ne va della loro sopravvivenza…SMACK!

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  4. LA MIA PARTE irrazionale piange ancora a calde lacrime per l’emozione, poi…mi sorgono molti dubbi…ma questo è un altro discorso e magari ne parleremo.

    ero venuta per un saluto veloce .Ciaoo

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  5. x morellina: vero cara? 😀

    x ilmiomaestro: solo gli stolti possono pensare che gli animali – almeno quelli evoluti, come i mammiferi (ma non solo, eh!) – non provino sentimenti ed emozioni come noi 🙂
    Ricambio l’abbraccio!

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  6. x princessH: infatti sono d’accordo 😉 Ma quando si tratta di un animale che ormai addomesticato era… se si recupera nel suo ambiente naturale non si puo’ non esserne felici 🙂
    Comunque si parla di 30 e piu’ anni fa, oggi non ti lascerebbero tenere un leone in salotto 😀
    Bacio :*

    x Tamango: ahahah non pensare che a me non siano sorti 😉 Ma… teniamolo cosi’, dai! 🙂
    Un abbraccio!

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  7. Avevo già visto questo video… e che dire ancora… meraviglioso…
    … E trovo sia una di quelle cose che non ci si stanca mai di vedere e rivedere…
    Ciao… bentrovato wolf…
    NeLLa’S

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  8. lupetto, ma buongiorno….
    splendida storia di amore vero….
    li chiamano bestie, ma siamo noi le bestie….
    la testimonianza che quel leone li, non si è dimenticato di chi gli aveva voluto bene e coccolato come un figlio….

    vieni da serephina tua , ti faccio tanti grattini sul collo….come facevo con i miei miciottoni…

    ti abbraccio…

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  9. x Nella: gia’, lo penso anche io, per questo, pur sapendo che girava gia’ da un po’, ho comunque voluto metterlo 🙂
    Ciao cara 🙂

    x ladyS: ahahah ma io non sono un miciotto! 😀
    Personalmente il video mi e’ piaciuto ancor di piu’ perche’… ci ho visto atteggiamenti da… felino affettuoso, cosi’ come hanno i nostri “semplici” gatti 🙂 Rivedere quegli atteggiamenti in un… micione da qualche centinaio di chili fa sorridere e commuove 🙂

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  10. x Fly: cara Fly… io non ho pianto, ma il magone mi e’ venuto 😀 Come ho appena scritto a ladyserephina, rivedere in questo leone gli atteggiamenti affettuosi che ben conosco nei miei mici domestici… mi ha colpito e commosso 😉

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  11. Mi accingo a visionario solo perchè me lo proponi te. Ho appena lasciato un commento presso un’Amica, (in quel caso un film), affermando che non amo guardare film con animali o bambini. C’è sempre un momento che mi fa male. Zanna Bianca..ha lasciato un segno indelebile, idem Incompreso…roba vecchia come me…però…

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  12. Supendo e commovente!
    L’altro giorno anche in tv al tg c’è stato una ripresa simile. Il leone un bestione stupendo dopo anni gioca con chi lo allevò, lui sa di rischiare ma non gli importa nulla. Io condivido. Ho avuto anch’io l’esperienza di prendere in braccio due tigrotti giovani , un maschio e una femmina,di due giorni nati qui a Cuorgnè, mi fu permesso per motivi di lavoro. L’anno dopo il domatore del Circo mi consigliava di fargli una carezza in testa certo che mi avrebbe riconosciuto. Ovviamente non l’ho fatto…mi sono pentita, il “micione strofinava il testone contro la grata quasi ad offrirsi alla carezza…..Un grossso abbraccio, Carla

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  13. l’avevo sentita e vista anch’io, grazie per avermela ricordata,

    poi sul perchè certe cose non vengono divulgate ti ho risposto 😉
    spesso poi fanno controinformazione o disinformazione mirata

    ^_^

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  14. x jouy: forse ti riferisci al servizio su un tipo che vive tutt’ora con dei leoni? Il servizio si intitolava “l’uomo che sussurra ai leoni”, eccolo qua:
    http://www.youtube.com/watch?v=zVGvM_S_I0U

    Capisco che ti sia pentita della scelta che facesti, ma in fondo… non credo che lui se la sia presa! 😉 Avra’ apprezzato gia’ il fatto di rivederti! 😀
    Anche io tenni in braccio un cucciolo di tigre… ero un bambino e a quei tempi permettevano a dei tizi di portare cuccioli di tigre o leone per le spiagge: te lo davano da tenere in braccio e ti scattavano una foto che poi, naturalmente, ti vendevano 🙂
    Chissa’… da qualche parte forse ce l’ho ancora! 🙂
    Non mi sono mai chiesto che vita abbia poi fatto quel cucciolo… spero non se la sia passata troppo male! 😦
    Adesso tengo in braccio solo Julius e Sissi, che si’ e’ grossa e assomiglia un po’ ad una tigrotta (e’ undici chili 😀 ) ma insomma… 😀
    Un abbraccione! 🙂

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  15. x Natalibera: eheheh con il nick che porti non avevo dubbi! ;D
    Mi aspettavo la risposta sulla disinformazione mirata, come avrai capito dal mio commento da te… Comunque adesso vengo a leggere 🙂

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  16. Ciao, si…proprio quello! bellissimo!

    I tigrotti di cui ti parlo non venivano offerti per le foto…anzi, si trattava di un circo ben pulito e gli animali non venivano fatti lavorare nel classico modo. Nascere in cattività, per le tigri e in un Circo è rarissimo. I cuccioli erano figli di una tigre indiana giovane, il padre un maschio siberiano di una bellezza superiore. Capitò che, un collega, il Comandante dei Vigil vi si recò per le normali prassi di controllo, peraltro severissime almeno nel nostro comune. Venne da me in ufficio a parlarmi del felice evento conoscendo il mio amore per i felini. Manifestai il desiderio di vederli, il proprietario mi accontentò invitandomi ad andare il giorno dopo perchè il giorno della nascita la madre non lo avrebbe gradito, essendo lei giovane doveva venir educata all’allevamento, per gradi. Era una bestia nervosetta, i piccoli durante la notte venivano tenuti in carovana al caldo. Comunque l’anno dopo mi disse che la madre non accettò mai la femminuccia, tant’è che un mese dopo l’aggredì e le guastò l’anca. La fecero curare e fu un costo elevatissimo. La tennero egualmente e la rividi in gabbia con il fratello. Non amo vedere le bestie in gabbia e non mi reco al circo…ma quella volta fu più forte di me. Ciao

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  17. Era impossibile non emozionarsi dinanzi a questo piccolo miracolo:preda e predatore avvicinati dall’amore…e poi dubitano ancora che sia universale… 😉
    Buon pomeriggio di primavera caro Francesco
    Aicha

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  18. x Aicha: trovo anche io 🙂
    L’unica cosa… oggi c’e’ da chiedersi chi e’ la preda e chi e’ il predatore 😉 Anzi… io, purtroppo, non ho dubbi… :-/

    x anneheche: vero? 🙂 Non potevo non metterlo infatti! 😉

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  19. ciao wolf 🙂
    bella quest’altra versione!
    questo video non l’avevo visto.
    bè pubblicato qui,fa tutto un’altro effetto… 🙂
    mi piacciono molto i commenti dei tuoi amici e naturalmente anche i tuoi 🙂
    un bacione :*

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  20. Se ti scoccia, cancella senza problemi 😀

    Il leone era inquieto. Aveva fiutato l’usta di due uomini e stava valutando se attaccarli o tornare al suo rifugio. I cacciatori gli si erano avvicinati sottovento, ma il leone aveva compiuto un lungo giro portandosi alle loro spalle; da quella posizione era in grado di sentire il loro odore. Un misto di tabacco, cuoio e sudore che lo disgustava, e gli ricordava esperienze molto spiacevoli. Da sempre associava il pericolo a quel particolare afrore; in tempi recenti aveva perso la sua compagna ad opera di quegli irriducibili nemici.
    Era un grosso felino di quasi duecentotrenta chili, ormai anziano: aveva perso molta della sua forza e della sua agilità, acquisendo in compenso esperienza e sagacia. Abbandonò il luogo dove si trovava per seguire il percorso degli uomini, continuando a rimanere sottovento. Sapeva che non avrebbero smesso di dargli la caccia, almeno fino a quando la luce del giorno fosse stata loro alleata. Se li avesse tenuti a distanza sino al tramonto, sarebbe riuscito a sopravvivere; durante la notte avrebbe cambiato zona, lasciando anche il rifugio che adesso non considerava più tanto sicuro. Era certo, infatti, che prima o poi sarebbero risaliti sin lì, conosceva troppo bene la loro ostinazione, che era seconda soltanto alla crudeltà innata. Il leone era stanco. Quella mattina aveva dato inutilmente la caccia a un’antilope, bruciando energie preziose; inoltre si sentiva debole dato che non mangiava da molto tempo. La soluzione migliore era decisamente quella di evitare la lotta e di aspettare le tenebre. Mentre procedeva, l’odore si fece più intenso, più vicino. Era una giornata caldissima, il sole batteva implacabile, non spirava un filo di vento e i cacciatori stavano sudando in abbondanza…o il cacciatore?
    Improvvisamente uno stormo di uccelli si levò in volo. Il leone si appiattì, allarmato.
    Si erano separati, e adesso uno dei due poteva essere sottovento. Guardò in quella direzione e gli parve di scorgere un’ombra che si faceva strada in mezzo a un gruppo di rocce. Doveva prendere una decisione immediata, altrimenti sarebbe rimasto intrappolato fra due fuochi. Sapeva di essere molto più veloce di loro, tuttavia non ignorava che disponevano di terribili strumenti di morte, gli stessi che avevano ucciso la sua compagna.
    Sul profilo dell’orizzonte alcune giraffe si muovevano aggraziate, un branco di kudu brucava l’erba. Un babbuino fece risuonare il suo verso stridulo. Era un suono che il leone non sopportava; forse fu quello a deciderlo. Corse verso una boscaglia che distava circa mezzo miglio dal punto in cui si trovava.
    Risuonò uno sparo. Il dolore fu inaspettato e lancinante.
    Il felino tuttavia non cadde, scartò di lato evitando la seconda pallottola. Poi cercò di raggiungere comunque il riparo degli alberi. Il secondo cacciatore emerse da una sterpaglia, sbarrandogli la strada. Nel frattempo, l’altro uomo lo inseguiva da dietro. Non ci voleva molto a capire che quella era la sua fine, la fine di un vita lunga e avventurosa, a volte felice, in altri momenti rattristata dalla pervicacia con cui gli uomini avevano dato la caccia a lui e ai suoi simili. Era l’ultimo sopravvissuto di un branco che un tempo contava dodici leoni.
    Questo perchè era il più forte, e il più astuto.
    Fu raggiunto da un altro proiettile. Ruggì di dolore e di rabbia. Se era impossibile mettersi in salvo, poteva però vendicarsi; il ricordo della compagna agonizzante era ancora impresso nella sua memoria. Puntò sull’uomo davanti a lui, gli fu sopra con un grande balzo e gli sfondò il cranio con i canini. Abbandonò il cadavere per voltarsi a fronteggiare il secondo nemico. Comprese che ora aveva paura. Si lanciò nella sua direzione. L’uomo lasciò cadere a terra il fucile, raggiunse un albero e incominciò a salire agilmente, convinto di mettersi al sicuro. Evidentemente non era un professionista. Il leone si arrampicò a sua volta sull’albero.
    C’era ancora tempo prima di morire.

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  21. x buchineri: ahahah ma va’! Fa esattamente lo stesso effetto, e’ solo che io ho piu’ visitatori “abituali”, tutto qui 🙂
    Grazie cara, sono certo e lo sostengo anche io che il merito di questo blog va piu’ ai commentatori che al… postatore principale! 😀 E non lo dico per piaggeria, ci credo davvero! 😉

    x Jouy: certo che passo! Non temere: sono proprio curioso! 😀

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  22. x Debby: grazie cara, buonanotte anche a te! 🙂

    x anne: … quella notte il leone si risveglio’. Attorno a lui prati in fiore, alberi maestosi, un ruscello di acqua fresca che scorreva li’ vicino. Si accorse, con sorpresa, di non sentire piu’ dolore, le ferite erano incredibilmente scomparse. Si sentiva in forze come non gli accadeva da anni, come fosse ringiovanito.
    Aveva ancora un’espressione stupita in quegli occhioni felini, quando alcuni ruggiti alle sue spalle richiamarono la sua attenzione. Si volto’… la sua leonessa e i suoi due piccoli cuccioli, morti di stenti a pochi mesi di vita in un’estate di carestia, stavano correndogli incontro…
    Si rese conto allora di essere sul quel Ponte dell’Arcobaleno di cui tanto aveva sentito parlare…

    “Dall’altra parte dell’arcobaleno esiste un posto chiamato Ponte dell’Arcobaleno.

    Quando un animale che è stato particolarmente vicino a qualcuno muore, egli va al Ponte dell’Arcobaleno.

    Lì ci sono prati e colline per tutti i nostri amici speciali, cosicché essi possono correre e giocare insieme.

    C’è tanto cibo, acqua ed il sole splende e i nostri amici stanno bene e al caldo.

    Tutti gli animali che erano malati o vecchi riprendono salute e vigore, così come quelli a cui è stato fatto del male o che si sono feriti si sono rimessi in sesto, proprio come noi ce li ricordiamo nei nostri sogni di tempi e giorni ormai passati.

    Gli animali sono felici e contenti, eccetto che per una piccola cosa: tutti provano nostalgia verso qualcuno davvero speciale che hanno dovuto lasciarsi alle spalle.

    Tutti corrono e giocano insieme ma viene il giorno in cui uno si ferma improvvisamente e guarda all’orizzonte. I suoi occhi scintillanti sono attenti, il suo agile corpo freme. All’improvviso comincia a correre fuori dal gruppo, volando sopra l’erba verde; le sue gambe lo spingono sempre più veloce.

    Sei stato avvistato e quando tu ed il tuo amico speciale finalmente vi incontrate, tutto è gioia e non vi separerete mai più.

    La pioggia di baci felici sul tuo viso, le tue mani che accarezzano nuovamente l’amata testolina, tu che puoi guardare ancora negli occhi sinceri del tuo animale che da tanto se ne era uscito dalla tua vita ma che mai era stato assente dal tuo cuore.

    Ora attraversate insieme il Ponte dell’Arcobaleno …”

    (Leggenda del Ponte dell’Arcobaleno, Autore Ignoto; si dice sia stata tramandata per secoli tra gli Indiani d’America)

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  23. Non mi fraintendere eh, i baci a raffica sono graditissimi, ma… il numero della tipetta in foto lo apprezzerei di piu’! ahahah
    E apprezza l’onesta’, dai!!! ahahah
    Scherzo 😉 Grazie cara e… buoni lavori allora! Che almeno il risultato sia pienamente soddisfacente! 🙂

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  24. Bellissimo ho visto il servizio in tv…
    Sono rimasta incantata da come animali che vivono allo stato brado possono invece trasformarsi in animali da compagnia e avere un contatto diverso dal modo in cui vivono normalmente..dovrebbe essere un esempio a ciò che succede ultimamente nel mondo animale…
    Buongiorno caro Wolf…
    bacionissimo..
    Anna..

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  25. x anne: ahahah se ci aggiungevi “Tre volte bello!” ti iniziavo a chiamare Nietsche! ahahah
    Grazie cara, non te l’ho scritto in chiaro ma anche il tuo racconto era bello, bello, bello… ma un po’ triste! eheheh Per questo ho messo quella personalissima aggiunta! 😀 Non potevo pensare a quel poro leon! 😦
    😀

    x Anna: eh, gli animali non hanno i blocchi mentali che abbiamo noi oggi, si adattano piu’ di quel che pensiamo 🙂
    E pensare che l’adattamento e’ stato uno dei motivi che ha spinto la specie umana ad essere quella dominante! 😀

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  26. Dimmi,come può una persona,che visita per la prima volta il tuo blog e non ritornarci più? 🙂
    sei come una “CALAMITA”, attiri gli altri verso di te :):):)
    sei una persona VERA!!! :):)
    un abbraccio! 🙂

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