Non si può aiutare chi non vuole essere aiutato

giumentaLA GIUMENTA MORTA DI STANCHEZZA
di Paulo Coelho

Nasrudin decise di cercare nuove tecniche di meditazione. Bardò la sua giumenta e iniziò un pellegrinaggio per il mondo: andò in India, in Cina, in Mongolia, conversò con tutti i grandi maestri, ma non ne ricavò nulla.
Sentì dire che c’era un saggio nel Nepal: si recò fin laggiù, ma mentre stava salendo sulla montagna per incontrarlo, la sua giumenta morì per la stanchezza. Nasrudin la seppellì in quello stesso luogo, e pianse di tristezza.
Passò un uomo e disse: “Questa dev’essere la tomba di un santo, e voi eravate suo discepolo. Sicuramente, state piangendo la sua morte”.
“No, è solo la tomba della mia giumenta, che è morta di stanchezza”.
“Non ci credo – disse il passante -. Nessuno piange per una giumenta morta. Questo dev’essere un luogo santo, dove accadono i miracoli, e voi state tentando di nasconderlo”.
Per quanto Nasrudin discutesse, non servì a niente. L’uomo si recò al paese vicino, raccontò a tutti la storia di un grande maestro che operava guarigioni sulla sua tomba, e ben presto cominciarono a sopraggiungere i pellegrini. A poco a poco, la notizia della scoperta del Saggio dal Lutto Silenzioso si diffuse per tutto il Nepal – e sul luogo accorsero moltitudini di persone.
Vi giunse anche un uomo ricco, che ritenne di essere stato ricompensato e perciò fece costruire un imponente monumento nel punto in cui Nasrudin aveva seppellito il “suo maestro”. Visto l’accaduto, Nasrudin decise di lasciare le cose come stavano. Ma imparò una volta per tutte che, quando qualcuno vuole credere a una menzogna, nessuno lo convincerà del contrario.

 



Commento di Wolfghost: Almeno 15 anni fa frequentai un gruppo che faceva pratiche di meditazione. Si trovavano in una bella e ampia casa con tanto di terrazzo e praticavano in particolare la “Meditazione Dinamica” di Osho, che consiste in una danza sfrenata di quindici minuti, nella quale ci si può muovere e gridare come si vuole, per poi – quando la musica “vivace” finisce e inizia quella tranquilla – lasciarsi cadere a terra e, sfruttando il fatto di aver scaricato le energie, entrare facilmente in meditazione. Poi c’era il periodo della condivisione, nella quale ognuno diceva cosa aveva provato, e infine si cenava tutti assieme con ciò che ognuno aveva portato dalla propria casa.
Mi resi ben presto conto che, come spesso avviene, per diverse di queste persone la meditazione era solo un pretesto per fare gruppo, e ciò a poco a poco mi allontanò, ma alcuni di loro erano davvero dotati di profonda e bella spiritualità.
In quel periodo ero in difficoltà, una persona a cui tenevo molto si trovava in grave crisi, io ne percepivo la disperazione ma per quanti sforzi facessi per aiutarla, essa continuava ad andare dritta verso il suo baratro.
Chiesi l’opinione della persona spiritualmente più dotata del gruppo ma, invece di udire parole di comprensione verso quella persona, come mi aspettavo, ascoltai una lezione destinata a diventare tra le più importanti della mia vita, una lezione di poche parole, detta con un’improvvisa serietà che lasciava trasparire, senza ombra di dubbio, essere di chi aveva dovuto impararla tristemente sulla sua pelle. La lezione era “Non si può aiutare chi non vuole essere aiutato”.
Non importa quanto bene potrebbero fare le nostre parole se venissero ascoltate, per chi, nella sua testa, si rifiuta o non è in grado di mettere in discussione, le proprie idee.

senza uscita

 

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0 pensieri su “Non si può aiutare chi non vuole essere aiutato

  1. No non si può…ma poi che significa aiutare? Io sono convinta che l’unico modo per uscire da una situazione è capire da soli la strada.
    E’ un pò come quando vai a lezione di nuoto,se l’istruttore ti porge sempre il bastone ..non vincerai mai la paura.
    Allo stesso modo è inutile ostinarsi ad amare e a volere l’amore di una persona che non vuole essere amata.

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  2. O forse…come si fa ad aiutare chi dice di aver bisogno di aiuto, ma poi non fa niente per uscire dal proprio labirinto?
    Spesso si comunica non con il linguaggio verbale, ma con quello corporeo per cui si lascia pensare o intuire che si ha bisogno di una mano, ma realmente solo per non assumersi le proprie responsabilità….
    Una cosa è la condivisione di un proprio malessere ed un’altra la delega, no…?
    Un abbraccio.

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  3. E’ vero, senza ombra di dubbio: se una persona non vuole essere aiutata sarà inutile tentare di farlo; vero anche che il miglior modo di uscire dalle difficoltà è cercare e trovare da sè la strada. Però, però….
    Con quanta certezza possiamo dire che quella persona a cui parliamo sia del tutto chiusa ai nostri stimoli, che davvero le nostre parole non facciano sorgere dubbi e interrogativi, che la nostra vicinanza, la nostra manifestazione di fiducia e ottimismo non coinvolga positivamente…?
    Personalmente non mi pongo mai nei confronti di chi è in difficoltà come un possibile “salvagente” e non sopravvaluto le mie possibilità, ma nemmeno giro le spalle pensando che nulla di ciò che posso dire o fare abbia senso.

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  4. La lezione E’ “Non si può aiutare chi non vuole essere aiutato”.
    Si può cercare di aiutare a capire un’altra persona ciò che è dietro certe sgradevoli sensazioni. L’azione per attivarsi e far sì che esse mutino davvero è qualcosa che deve e può nascere dalla sua reale consapevolezza, non si può prender per mano in questo un altro che . tra l’altro (l’esperienza mi dice), sarà sempre pronto a rinfacciarti domani di “averlo convinto” a far qualcosa di cui si sentiva non pronto o non convinto.
    Chi cerca tanto aiuto è anche colui, spesso, che cerca di addossare responsabilità proprie a colui cui chiede aiuto.
    Triste e forse sembrerò cattiva ma a questo punto della vita sono giunta a questa convinzione.

    p.s. funziona 🙂

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  5. …ho cozzato più di una volta contro quel muro, dietro al quale, le persone si rifugiano, soprattutto nelle situazioni di estremo bisogno.

    Puoi avvicinarle con il sorriso, puoi indicare loro la via corretta, puoi offrire loro spunti di riflessione, ma senza la loro ferma volontà nulla cambia.

    Condivido in toto le parole di Flame “…Chi cerca tanto aiuto è anche colui, spesso, che cerca di addossare responsabilità proprie a colui cui chiede aiuto…”

    O.

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  6. Lo so tesoro, è vero, è una lezione durissima questa … ma quantomai vera. Sembra tanto egoista e completamente al di fuori dalla compassione. Eppure la compassione è semplicemente “comprensione” dell’altrui sofferenza, il che significa che spesso, per non dire sempre, questa empatia può lasciarci un senso di impotenza assurdo per quanto riguarda l’azione ma ci riempie d’amore ugualmente e anche se gli effetti possono non essere visibili la mia speranza è che l’amore (seppur silenzioso) arrivi sempre, quanto tempo impieghi non ha importanza ;-). E’ anche vero che spesso, per non dire sempre, chi ci trasmette di avere bisogno di aiuto non si lascia aiutare … proprio perchè, anche se incosciamente, quella persona SA che può aiutarsi soltanto da sola … Ti abbraccio 🙂
    Ele

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  7. x tanax: assolutamente d’accordo sul concetto generale, ma la condivisione, l’ascolto vero, ti permettono normalmente di avere punti di vista che altrimenti non potresti avere. Che poi questi “punti di vista” debbano essere valutati e “fatti nostri”, influenzando percio’ la nostra decisione finale, e’ indubbio: niente dovrebbe essere accettato passivamente, ma potenzialmente puo’ essere l’input decisivo per farci fare la scelta giusta. … ma dobbiamo saper e voler ascoltare.

    x Ilsettimosenso: sono d’accordo sul “a volte”: prendere piena coscienza di una certa verita’ puo’ di fatto voler dire buttare all’aria molte delle convinzioni che ci siamo faticosamente costruite e ci vuole coraggio per farlo.
    Altre volte pero; credo sia proprio incapacita’ di andare “oltre a se’ stessi”, di non saper ascoltare altro che la propria voce.
    A presto 🙂

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  8. x rigirandola: si’, leggendovi mi rendo conto che le sfumature e le motivazioni possono essere molto disparate e complesse. Anche questa che menzioni tu ci puo’ stare. Pero’ questo e’ un falso delegare, perche’ poi si segue sempre e comunque solo la propria testa, no? Non si cerca un vero consiglio, ma solo il sollievo di qualcuno che ti ascolti.
    Abbraccio 🙂

    x Stella: il tuo e’ un giusto discorso. In generale penso che certe azioni o parole possono essere come dei semi che sbocceranno solo nel tempo. Pero’ credo che a volte sia davvero evidente che l’altro non e’ disposto nemmeno a far cadere quel seme nella propria terra; e’ evidente che non… assorbe. E non e’ un discorso di porsi da salvagente, ma semplicemente di fornire punti di vista che potrebbero essere utili, fatto giustamente salvo che sia l’ascoltatore poi a decidere con la sua testa. Ma essere chiusi all’ascolto, toglie perfino questa possibilita’.

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  9. x flame: per quanto mi riguarda, il rischio di sentirmi dire un domani “e’ andata cosi’ perche’ ho seguito il tuo consiglio” e’ un rischio che sono disposto a correre. Peggio sarebbe starne sempre fuori pensando “non sono fatti miei”. sulla parte iniziale del tuo post, vale quanto scritto a tanaxtutti: “la condivisione, l’ascolto vero, ti permettono normalmente di avere punti di vista che altrimenti non potresti avere. Che poi questi “punti di vista” debbano essere valutati e “fatti nostri”, influenzando percio’ la nostra decisione finale, e’ indubbio: niente dovrebbe essere accettato passivamente, ma potenzialmente puo’ essere l’input decisivo per farci fare la scelta giusta. … ma dobbiamo saper e voler ascoltare.”

    p.s.: grazie 🙂 sto cancellando tutte le immagini troppo larghe che ho scoperto mandare fuori asse il blog se letto con Internet Explorer 🙂

    x laghira: vabbe’, non e’ un “must” 😀 Ci sono anche tante persone alle quali Coelho non piace 🙂

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  10. x O.: e’ vero O., ma come ho risposto a flame, io sono sempre stato disposto a correre questo rischio allorche’ ho pensato di poter essere in qualche modo di aiuto 🙂

    x Ele: … credo che tu sia molto ottimista 🙂 Che molte tra queste persone non ascoltino perche’ sanno di potersi aiutare solo da sole, non lo credo. O meglio, diciamo che “credono” di poter uscirne da sole, ed e’ proprio questo che le porta a non ascoltare le parole altrui. Come ho scritto altrove, non si tratta di ascoltare e mettere in atto pedissequamente cio’ che viene suggerito, ma perlomeno di saperlo ascoltare e valutare senza preclusioni.
    Abbraccione! 🙂

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  11. Purtroppo é vero “non si può aiutare chi non vuole essere aiutato”. L’unica cosa veramente d’aiuto, credo sia quella di rendere consapevole la persona in questione e farle sentire che la amiamo comunque, anche nei momenti difficili…comunque alla fine la decisione di voler uscire da una crisi, é solo di pertinenza dell’interessato…se qualcuno decide più o meno consciamente di rovinarsi la vita, penso non ci sia niente da fare. Perdonami la latitanza, ma sto passando un periodo un pò critico. Ti auguro un sereno fine settimana, e salutami i mici. Ciaoooooo Gio

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  12. …solo noi possiamo e sappiamo aggiungere e togliere i pezzi del nostro puzzle, noi creiamo la nostra -realtà-
    Capita a tutti prima o poi di sentirsi impotenti di fronte ad un amico o a una persona cara…allora mi piace molto quel detto orientale che dice:
    “C’è la soluzione per il tuo problema? NO. Allora perchè te la prendi se sai che non c’è via d’uscita. C’è la soluzione al tuo problema? SI’. Allora perchè te la prendi, ogni cosa andrà al suo posto.”

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  13. D’accordissimo con te, Wolf.
    Inoltre credo che parecchie persone abbiano bisogno del proprio “dolore”, per quanto possano lamentarsene, per quanto possano darti l’impressione che ti stiano chiedendo aiuto.
    Se solo provi a toglierglielo, quel dolore, te le farai acerrime nemiche, perché oltre al loro vuoto interiore, non hanno altro che quel “dolore” da e per comunicare.
    Una serena sera a te

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  14. Già noi essere umani siamo testardi….E per farci male usiamo ogni metodo,ci si prova ad aiutarsi ma come dice il detto
    “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”
    Un abbraccione stretto**
    Anna…

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  15. x Gio: figuriamoci, anche io ho pochissimo tempo in questo periodo, faccio i salti mortali per rispondere 🙂
    Esatto, dargli la nostra opinione, poi sta a lei decidere se va bene o meno per lei. Purtroppo però quando c’è una chiusura a priori, non si può fare granché e tanto, che potrebbe essere salvato, va perso irrimediabilmente.
    Sereno WE anche a te e… mici salutati! 😀

    x palace: bé, se c’è via d’uscita ogni cosa andrà a suo posto a patto di agire, però! 🙂 Da sole, è difficile che le cose si aggiustino 🙂
    Però è vero: alla fine la scelta può e deve farla solo la persona direttamente interessata.

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  16. x Raffaele: parole esatte le tue, Raffaele! 😉 Per paradossale che sia, quel dolore è perlomeno qualcosa di conosciuto, qualcosa che fa sentire chi lo patisce, in diritto di ricevere attenzioni e rispetto.
    Grazie e serena sera anche a te 🙂

    x Anna: In realtà in questi casi più che cercare di “aiutarsi”, cerchiamo solo una consolazione nella… iella 😀 “Oh, me tapino con la sorte avversa!” ;D
    Voler uscire da questo giro significherebbe assumersi la responsabilità della propria condizione. Ed è faticoso, non è vero? 🙂
    Abbraccione!

    x yasmine: già, io conoscevo la versione “Aiutati che il ciel ti aiuta”, era il cavallo di battaglia di un mio vecchio capoufficio… Il che la dice lunga! eheheh
    Abbraccione cara! 🙂

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  17. x divina: ahahah determinata! ;D Ma lo sono anche io, eh! Infatti il post parla di quelli che proprio non stanno nemmeno ad ascoltare, mentre tu parli loro sono già impegnati nel pensiero del discorso successivo. Che poi di solito è sempre uguale al precedente! ;D

    x Dupont: Palate di… ? Cioccolato? Fiori? ahahah Ognuno dovrebbe trovare conforto nel sapere di aver fatto del suo meglio, anche se non ciò non viene riconosciuto. Un pizzico di autoreferenzialità è sempre bene conservarlo 🙂
    Salutone! 😀

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  18. x ilmiomaestro: assolutamente! Questa è una presunzione da evitare 🙂 Io infarcisco sempre i discorsi di “secondo me”, “per me”, “io credo che” e così via, perché è importante che dall’altra parte sia chiaro che le parole mie e di chiunque non sono la verità assoluta: la mia verità può essere diversa dalla verità degli altri.
    Rifiutare l’ascolto e credere che l’unica parola valida sia la propria, sarebbero esattamente due facce della stessa medaglia 🙂

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  19. Posso anche aggiungere che cercando di aiutare chi non voleva essere aiutato, ho ricevuto in cambio anche odio e malvagità:Quando proponi una soluzione a chi vuole rimanere nel suo stato, questi diventa il tuo peggior nemico.Diventi lo specchio che gli fa notare i suoi limiti e le sue incapacità…. Un abbraccio….

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  20. x Dupont: e vabbé, cara… le palate arrivano anche a chi si fa i fatti suoi. E senza nemmeno la soddisfazione di averci provato 😉

    x Sorgente: certo, infatti la perseveranza e la solerzia, non dovrebbero mai sfociare in insistenza. Purtroppo il limite di ciascuno è a noi sconosciuto e si svela quando ormai è spesso troppo tardi.
    Abbraccio! 🙂

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  21. Condivido…

    Io stessa, confesso, sono così
    E’ difficile che cambi idea…nel bene e nel male

    Anzi, ti dirò, mi dà anche fastidio se qualcuno cerca di intromettersi se non sono io a chiederlo

    Che dici…ti presento questa?;)))

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  22. x Alessia: hai ragione cara 😦 Ma ti assicuro che faccio i salti mortali per esserci, basta dare un’occhiata agli orari di certi miei commenti :-/
    Ciao 🙂

    x ilavi: non credo tu sia così… no, non mi riferisco alla foto! 😀 Mi riferisco al fatto di sentirti infastidita nel caso qualcuno cerchi di “intromettersi”, dipende certamente dai modi che usa.
    Infatti già la parola che hai scelto, “intromettersi”, è piuttosto forte. Probabilmente già il fatto di dire “esprimere con garbo e attenzione la propria opinione” ad esempio, ricontestualizzerebbe correttamente le parole che ascolti.
    Ovviamente se pronunciate davvero in tale modo, va da sé! 🙂

    P.S.: stranamente la foto, che eppure è grossa, non mi manda fuori asse il blog… Non sai quanti commenti con immagini ho dovuto cancellare oggi (e altri ancora ne dovrò cancellare più avanti) perché, su segnalazione di alcuni lettori, mi sono accorto che rovinavano l’impaginazione dei post! 😦
    Più che altro a questa tizia della foto potrei dare una mano… mi pare in difficoltà con il levarsi il vestito, sbaglio? 😀

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  23. Non so..nessuno può essere completamente a parte del problema se non la persona stessa che ce l’ha,a meno che non si tratti di una coppia e in quel caso i “per me” e i “secondo me.”..non valgono molto.
    Nell’ultimo periodo mi è successa una cosa un pò brutta e avevo desiderio di dirlo a qualcuno per sfogarmi..i consigli sapevo quali potevano essere perchè chi ha presente bene il suo problema …sa in cuor suo anche la soluzione,se te lo devi far dire da un altro per poter attuarla ..secondo me è come diceva Flame deleghi la colpa.
    Così io l’ho detto a una persona che sapevo avrebbe ascoltato senza fiatare..anzi è sparita x un pò.
    Si a te sembrerà “non amicizia” e in qualche modo forse hai ragione,ma a me è bastato dirlo.. ma io sono così ho bisogno di sfogarmi sì senza che qualcuno in qualche modo mi compatisca o mi dica quello che in fondo so già.
    E comunque tra il dire e il fare poi c’è un oceano di sentimenti di angosce..e io lo sto navigando..ma a …remi.
    Sono sempre stata così mai temporale solo pioggia che lava piano piano…(che poesia ;P )

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  24. E’ un classico, quello di aiutare e poi scoprire che non è stato fruttuoso. Quando si è veramente disposti ad essere aiutati ci si pone diversamente, se si ritiene che l’aiuto arriva da una persona di cui ci si fida, si è disposti a lasciare le proprie convinzioni, ma se ancora non si è pronti, e le convizioni personali si ritengono valide, credimi non ci sono versi..
    Molto bella la leggenda della giumenta.
    anche il blog è belllo, mi piacciono tanto i colori, sono molto eleganti, complimenti snceri.
    Rosa.

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  25. La “musica divina” è arrivata perfettamente, grazie Wolf.
    Sai “il tuffatore” è un dipinto che mi ha sempre attratto in modo direi “anomalo” sin da bambina, mi fa piacere che dia emozioni e abbia significato anche per te: è un simbolo potentissimo…
    Concordo pure con tanti commenti letti: mai togliere il motivo per cui certe persone amano lamentarsi o si ritorceranno contro di te come serpi ;)))

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  26. buon di’..
    grazie del tuo passaggio …contraccambio volentieri…
    complimenti x il blog…adoro gli animali x cui tornero’ di nuovo a leggerti con calma…a presto..
    buon wek end..RooSee*

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  27. Cosa ti avrebbe condotto al mio regno?
    Ad ogni modo per il colore cercherò di modificarlo, date anche le puntualizzazioni di altre anime.
    Ovviamente, la realtà di può definire semplicemente soggettiva.
    Merçi per il passaggio.

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  28. x tanax: qualche volta può essere anche questo, è vero. Come dicevo, condividendo con voi saltano fuori una moltitudine di sfumature spesso significative. Non credo però che tutti sappiano cosa dovrebbero fare ma non riescono o non vogliono farlo. Credo che più spesso il problema stia a monte: non si ha capacità, forse serenità, per prendere coscienza del tunnel nel quale ci si è infilati.
    Nel tuo caso, queste fasi ci possono stare, purché non divengano un “modus vivendi”. Ma non credo sia il tuo caso. Anzi, sono sicuro che non è il tuo caso 🙂

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  29. x Rosa: benvenuta Rosa! 🙂
    Sai… però ci sono persone che pronte non lo sono mai. Di solito è anzi un fatto intrinseco della persona: avere o meno la capacità e l’umiltà di ascoltare e valutare davvero opinioni che possono essere anche diverse dalle proprie.
    Grazie per i complimenti 🙂

    x Jasmine: buongiorno a te, Jasmine! 🙂 E grazie per scegliere foto di formato adatto 😉 So che deve essere una rottura! eheheh

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  30. x flame: è vero, l’atto stesso di “lanciarsi volontariamente” incontro al proprio destino (che sai per me non esistere, ma in questo caso intendo per esso “ciò che sappiamo dover sfidare”) non può non avere un profondo significato. Io credo che nel farlo si passi dalla sensazione di timore a quella di potenza. E… in fondo siamo così rientrati nel tema di questo post 🙂

    x RooSee: ehilà! Buongiorno e benvenuta anche a te 🙂 Allora se adori gli animali, puoi dare un’occhiata anche all’altro blog, in condivisione con altre persone: adotta un cucciolo

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  31. x Anna: bé, stai nella tua casetta se puoi, no? 🙂 E’ bello godersi la propria casa al calduccio in inverno 🙂
    E a tal proposito… un pensiero a tutti gli esseri viventi che non hanno nemmeno questa possibilità.
    Abbraccione e buon sabato anche a te 🙂

    x Diana: sempre poetica e un po’ dandy te, eh? Chissà… forse è stato proprio questo 🙂
    Figurati, benvenuta a te! 🙂

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  32. Non si riesce ad aiutare chi non vuole essere aiutato, è vero. Tante volte ci si dispera vedendo persone care che sbaglianoo che soffrono e si vorrebbe con tutta l’anima porgere un aiuto… ma è inutile. Questo perché si deve essere “pronti”, la consapevolezza e la voglia di “cambiare” le situazioni devono nascere dentro di noi, nessuno può con parole o gesti far scaturire queste cose dall’esterno. E forse è giusto così, chissà… ognuno ci deve arrivare con i propri tempi e modi.

    Io stessa quando ho qualche problema mal sopporto chi cerca di dare consogli non richiesti o chi cerca di intromettersi in qualche maniera. Molto spesso io stessa so quello che dovrei o non dovrei fare, ma evidentemente qualcosa non è ancora pronto e le “forzature” mi infadiscono.

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  33. Ciao Sofia 🙂 Il tuo commento è simile a quello di Ilavi (#29), almeno nella sua parte finale.
    Per cui anche la mia risposta non può che essere simile: c’è modo e modo di esprimere la propria opinione, a volte si riesce a farlo prendendo per mano chi ascolta e portandolo verso quelle parole, in modo che queste sembrino farina della sua anima.
    Certamente porsi da mentore-non-richiesto (in altre parole da “so tutto io”) risulterebbe indisponente per i più 🙂

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  34. …e poi ecco cosa si ottiene dicendo la verità, puntualmente non si viene creduti, così per risultare sinceri bisogna mentire… la verità è menzogna e viceversa…
    che bel post!!! sarò sincera? ahahahahah…

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  35. Fra tutte le verità e gli insegnamenti della vita questa è di certo una delle più difficili da accettare, ma è necessario.

    ecco una barza a tema con il tuo post:
    Un uomo in acqua sta x annegare…e supplica ” aiuto…!!aiutatemiiii!!!”
    passa una barca”hei…ha bisogno di aiuto?” e l’uomo” no no grazie…Dio mi salverà!!!” …passa la seconda barca e lo vede in difficoltà “presto venga che l’aiutiamo!!” e l’uomo ” no no grazie……Dio mi salverà!!” …allor che arriva una terza barca e supplica l’uomo di andare con loro per salvarsi….e di nuovo l’uomo dice “no no grazie,Dio mi salverà!!”…dopo poco l’uomo annega e muore.Arriva in paradiso e vuole parlare con Dio ” hei Dio,perchè non mi hai salvato?!” …e Dio ” ti ho mandato 3 barche…cretino!!!!

    Ciao, buon we:-)

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  36. x dalloway: più che “bisogna mentire”, è necessario… essere abili a usare le parole adatte per esprimersi 😉 Come scrivevo in un altro post, a volte si può riuscire solo “facendo credere” che la farina sia sacco della persona che ascolta. Ma è tutt’altro che facile, eh! Io non ne sono così capace! eheheh

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