Chi non prova, ha già perso – Il delfino di nome Ninin

Questa che vado a pubblicare è una storia che mi giunse ormai diversi anni fa via posta elettronica. Non ho mai saputo chi fosse l’autore, ho anche provato a risalire a lui, ma senza successo.
Il – brevissimo – commento, a dopo…


Delfino C’era una volta un delfino di nome Ninin.

Amava vivere nel branco, farsi strada fra le code dei suoi amici e giocherellare con l’acqua, con repentini ed improvvisi scatti per dimostrare tutta la sua felicità nel vivere l’immensità dell’oceano, lanciandosi in sorprendenti tuffi e piroette nell’azzurro del cielo che si bagnava dentro all’immenso celeste del mare.
Quei suoi modi tanto giovali e gioiosi erano dettati dal suo cuore per provare ad innamorare Deda, una delfina che amava perdutamente, ma alla quale non era mia riuscito a dichiarare la sua passione, perché troppo timido e timoroso che a guardarla fissa negli occhi, non sarebbe riuscito più a parlare.
Continuò il suo corteggiamento silenzioso per anni, immaginandosi che Deda fosse sempre più attratta dal suo festoso modo di dimostrarsi, e che prima o poi sarebbe stata lei stessa ad avvicinarlo per chiedergli di amarla per tutta la vita, fin quando una notte non si accorse che la sua amata silenziosa era diventata la compagna di giochi un altro delfino.
La sua delusione fu così forte che, senza parlarne con nessuno, decise di lasciare il branco ed andare a morire da solo in riva alla spiaggia.
La solitudine, dentro alla quale si stava consumando, iniziò a fargli perdere le forze, fin quando un giorno, allo stremo dei suoi stenti, stava per arrendersi al movimento del mare e finire quella desolata vita sulla riva asciutta della spiaggia esanime.
Delfino nel bluSenti da lontano il richiamo di un delfino e voltandosi si accorse che era Deda. Lei si avvicinò, chiedendogli perché fosse andato via dal branco e lui, con una voce fioca e appesantita dalla stanchezza, confessò il motivo, riuscendo a dichiarargli anche l’amore che aveva sempre nutrito per lei.
Deda rimase per lungo tempo in silenzio, perché non riusciva a spiegarsi il motivo di quella sua paura, per poi avvicinarsi alla sua bocca e chiedergli il motivo di tanto silenzio.
“per paura che non mi avessi accettato. L’idea di non essere amato da te mi avrebbe fatto morire ed ho preferito farlo lo stesso, ma col dubbio che forse tu mi avresti amato se fossi stato più audace” Deda gli si avvicinò col corpo per provare ad aiutarlo a ritornare in alto mare, ma Ninin non aveva più forze e sentiva in se solo la voglia di abbandonarsi e morire.
“lasciami stare. Torna nel branco, non voglio che muori con me. La mia scelta non deve essere una punizione per te. Io voglio che continui a vivere. Portami nel tuo cuore un po’ del mio amore per te” disse Ninin, provando ad allontanarla.
“io non posso lasciarti da solo, non è giusto” rispose Deda
“non è giusto? La colpa è mia che non ti ho saputo amare in vita. Se mi ami ti prego di andare via da me e comprendere il mio gesto. Se mi ami rispettami e torna nel branco. Vai via da me” gli urlò contro, spingendola con forza lontano da lui.
Deda, sentendosi rifiutata si voltò senza aggiungere altro ed andò via, lasciandolo solo a combattere con la forza delle onde che lo spingevano sempre più verso la sabbia.
Ninin, con il cuore fermo dal dolore atroce per averla scacciata via da se in modo cosi cattivo, pianse disperatamente, pregando Dio che lo facesse morire presto.
Passò ancora tutta la notte da solo, con gli occhi che non riuscivano più ad aprirsi dal pianto e la stanchezza. Alla mattina successiva sentì avvicinarsi qualcuno. Si voltò e vide in lontananza Deda.
“perché sei tornata?” gli urlò contro.
Lei, senza rispondere, si fermò a poca distanza da lui, si girò per l’ultima volta in direzione dell’alto mare, dove c’erano i suoi compagni, e si sdraiò accanto a lui e gli disse: “non hai avuto il coraggio di amarmi in vita ma adesso lo faremo insieme e per sempre!” e chiusero gli occhi entrambi, fino a quando il buio perenne non calò la tela sui loro occhi e sulle loro bocche socchiuse, su cui era disegnato un ampio sorriso di felicità.”

Delfini



La storia è triste, non si riesce a credere a quel “sorriso di felicità”… non è vero? Ma colpisce, proprio per quell’assurdo,
estremo dramma, che poteva – e doveva – essere evitato.

Non sempre scopriamo a posteriori che “se solo avessimo osato…”, il più delle volte ci voltiamo, e la risposta che avremmo ottenuto viene sepolta per sempre in un passato che non abbiamo voluto scoprire.

Non sempre, quando tentiamo, otteniamo ciò che desideriamo. Spesso anzi prendiamo pali e testate. Ma almeno non avremo il rimpianto di non aver tentato, non dovremo vivere con quel “Se solo avessi…”.

Perché, come uno dei miei motti preferiti recita, “chi non tenta, ha già perso”.

Delfini in tuffo sull

 

0 pensieri su “Chi non prova, ha già perso – Il delfino di nome Ninin

  1. E’ una storia tristissima e che mi lascia tanto amaro in bocca… Ma come si fa a buttare via la propria vita così, senza provare, come dici tu ? E non solo, Deda, se ama davvero Ninin, come può permettergli di morire e di far morire anche lei ?
    A volte ci buttiamo giù e ci vorremmo lasciare andare alla deriva, ma arriva la Deda di turno a richiamarci all’ordine, alla vita… E lì che abbiamo la nostra occasione da non perdere, di rialzarci e riprendere a lottare per quello che vogliamo.
    E’ veramente triste la storia, ora vado a nanna però un po’ giù di umore…
    Un bacione grande e un saluto ai due micetti (stanno sempre bene, vero ?)

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  2. Un labbro felice – schiuso d’improvviso –
    Non ti spiega come
    Progettò – il sorriso –
    Appena consumato – ora –
    Ma, indossa la sua allegria
    Così paziente – come una sofferenza –
    Appena indorata – per eludere gli occhi
    Incapaci, di vedere oltre –

    Emily Dickinson

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  3. Proprio oggi il mio più caro amico sta affrontando una dura prova di amore forse,certamente di rispetto verso ciò in cui crede,proprio per non avere rimpianti.Chissà che questo racconto col mio pensiero affettuoso non lo aiuti a fare chiarezza e a superara senza appunto rimpianti questo momento.
    Seguire il cuore sempre sapendone però ascoltare la vera voce.
    Un sorriso per te Wolf, ho visto che ami molto gli animali,anch’io..ho due cani ed un gatto.Li adoro 🙂

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  4. Mi cambia la giornata questo racconto. Lo so, è solo un racconto. Ma i delfini hanno una sensibilità ed una intelligenza pari a quella umana e rimango tristissima, solo all’idea che possano soffrire. Loro sono indifesi, finiscono nelle reti deipescatori, vengono uccisi (anche in Liguria sì) per il “filetto”. Tristissima ti lascio un caro saluto.

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  5. x Sofia: non ti preoccupare: non lo cancello nel frattempo! eheheh
    Bacione a te 🙂

    x Laura: in teoria dovremmo essere in grado di… nuotare al largo anche da soli 🙂 Ma perdere la nostra Deda per mancanza di coraggio o dando per scontato che se non ha reagito ai nostri ammiccamenti (le evoluzioni di Ninin, in verita’ anche Deda un po’ cieca forse lo e’ stata, eh!) allora non e’ interessata, e’ davvero un peccato.
    Spesso ho scritto che soprattutto in campo affettivo-sentimentale, e’ bene non dare nulla per scontato…

    I due micetti non vanno d’accordo… tranne che quando cacciano assieme lucertole o falene, nel qual caso si sopportano! eheheh

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  6. x AnnA: ma vaaaaa, che li avrai fatti l’anno scorso i 30!! ;D

    x tanax: scherzi? Personalmente non ho dubbi: il non aver osato. Siamo adulti: sappiamo che non possiamo piacere a tutti e che il “no” ci sta. Non dovrebbe essere un dramma. Lo diventa se, spesso proprio a causa del troppo temporeggiare, si iniziano a costruire inverosimili castelli di sabbia… con fondamenta inesistenti.

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  7. x red: bello… ma io la penso come Ligabue: “Gli occhi fanno quel che possono niente meno e niente più, tutto quello che non vedono è perchè non vuoi vederlo tu”.

    x belllissima: gia’, sono proprio belli, vero? 🙂

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  8. x daphnee: come ho appena scritto a tanaxtutti, e’ il non vissuto a far male, a far pensare quel “se solo avessi provato…”. Un dubbio che potrebbe tormentare a lungo.
    Invece un “no”… be’, fa male e’ vero, ma con un pizzico di buonsenso presto e’ un dolore che si supera.
    Personalmente non ho dubbi su cio’ che sceglierei 😉

    Un sorriso per te e i tuoi adorati pelosetti 🙂

    x Giuliana: ahime’, e’ vero 😦 Da buon vegetariano queste mattanze mi intristiscono ancor di piu’… anche se carne e tacchino ai gatti mi tocca dargliela! %-)

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  9. stupendi questi delfini….io sono già in crisi voglio tornare a mare…..mi sento come quella della pubblicità che torna dalla crociera e inizia a paingere nella sua vasca da bagno….

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  10. “Ogni lasciata è persa”
    “Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti”… etc…Esiste un’ampia letteratura di aforismi e proverbi e storie per insegnarci, per farci capire che è sempre meglio provare. Meglio un rifiuto: lo si subisce, lo si metabolizza, elabora e poi si va avanti… meglio un rifiuto chiaro e doloroso piuttosto che l’eterno logorio del dubbio.
    Concordo con il tuo commento che
    in teoria sembra scontato, nella realtà l’animo umano è più tortuoso e alcune paure diventano bloccanti.

    Non sono d’accordo con quanto dici a Red: è vero siamo grandi e sappiamo che non si può piacere a tutti… eppure questa consapevolezza razionale a nulla serve quando abbiamo paura di non piacere all’unica persona che ci interessa, perché quella persona in quel momento è “tutti”. La maturità, la razionalità non servono a lenire il dolore: questo va comunque elaborato…
    E comunque sempre meglio osare, Red, perché il dubbio mescolato alla speranza logora lentamente ed è più difficile da superare, da gettare alle spalle perché è una condizione che è quasi un limbo e nella quale possiamo crogiolarci a lungo. Troppo a lungo.

    Che storia triste. Trovo il finale un po’ forzato.

    Bacio.

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  11. x gabry: purtroppo capita al rientro dalle ferie, ma poi passa, tranquilla! ;D

    x tanax: non importa, rinunciare a priori per temere di ricevere un “no”, e’ come nascondere la testa sotto la sabbia, come se una squadra di calcio decidesse di non scendere in campo per paura di perdere la partita.
    Appunto: siamo adulti, dobbiamo assumerci le nostre responsabilta’ e prenderci i nostri rischi, sapendo che nella vita la certezza non e’ data, ma che cio’ non deve e non puo’ essere un motivo per rinunciare a vivere.
    Se vuoi vincere, devi giocare. O, e questo e’ sicuro, non vincerai mai.

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  12. x Sofia: in realta’ il finale e’ forzato da parte della delfina, perche’ il defino non e’ gia’ piu’ in grado di sopravvivere, quindi non e’ possibile salvarlo.
    Sull’altro punto, perche’ la razionalizzazione non dovrebbe andare d’accordo con l’elaborazione? La razionalizzazione ne e’ invece il primo passo: a tutti e’ capitato di tentare di dirsi che “tutto sommato e’ stato meglio cosi'” ed elencarsene mentalmente i motivi. L’elaborazione poi procede per conto suo, anche a livello inconscio, ma capire lucidamente – per quanto possibile – che non c’era nulla da fare per fare andare la storia diversamente, e’ spesso molto utile per iniziare a risalire la china.
    E poi qui non si parla nemmeno di un rapporto andato male, ma addirittura di uno che non e’ nemmeno ancora nato. E allora… dai, ti pare davvero segno di maturita’ non farsi nemmeno avanti per paura di prendere un “no”?
    Quanta gente si lamenta di essere sola ma non fa nulla per cambiare le cose! Vorrebbe che il destino gli portasse un partner sulla porta di casa, che questo con un’occhiata si innamorasse e con spavalderia la togliesse le castagne dal fuoco!
    Non e’ cosi’ che funziona.
    Quasi mai almeno.

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  13. Bellissimo racconto anche se il finale mi rattrista molto…la legge della natura…Splendidi animali i delfini ho avuto modo di accarezzarli sensazione sublime…
    Ps:Passati vent’anni fà ma i miei anta non me li sento neanche un pò…..quello che conta è lo spirito da giovincella!!!!! Ehehehheheheh!!
    Baciotti affettuosi..
    AnnA…

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  14. Questa volta mi metto dalla parte del delfino perchè sapessi quante volte Wolf,ho avuto paura.E il piu’ delle volte mi succede quando veramente mi interessa una persona.E allora chi deve fare il primo passo?
    Non deve essere una fatica cosi’ grande dimostrare il proprio amore quando è reciproco e Deda non sarebbe stata in silenzio per tanto tempo se fosse stata innamorata veramente.
    “Amore ” è anche incontrarsi a metà strada abbracciarsi senza dire una parola e capire di essere amati e di non essere piu’ soli.
    Ninin è stato lasciato solo,con tutte le sue paure.
    Deda non lo amava.
    Triste,ma vero.
    Ti voglio bene Ninin un bacio , ecco:

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  15. Red (scusa Wolf, mi rivolgo direttamente), anche se Deda non lo amava, Ninin non ha scusanti: non si può morire perchè non si è amati da qualcuno, e meno che meno se non si è neppure sicuri di essere rifiutati.
    Non dico che non si possa passare dei momenti di sofferenza per un amore che non ricambia, però da qui a farsi del male e annullarsi, come individuo (isolandoci) o come essere (morendo) è tutta un’altra cosa.
    Per me è poco importante nella storia se Deda ricambiava o no, la reazione di Ninin è autodistruttiva, e pertanto inutile, anche se soffro con lui leggendo il racconto.
    Un abbraccio

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  16. x Red: non esiste chi “deve” fare il primo passo, il primo passo lo si fa e basta. Ribadisco il concetto: se lo fai, puoi anche non ottenere cio’ che vuoi, ma se non lo fai… potresti non ottenere cio’ che altrimenti avresti potuto ottenere con un pizzico di audacia.
    Non so se ti rendi conto di cosa stiamo parlando: qualcosa che potrebbe cambiare l’intero corso di una vita. Davvero non conviene rischiare di beccarsi un rifiuto? Davvero il gioco non ne vale la candela?
    Il primo passo non deve necessariamente essere una dichiarazione, ci mancherebbe, ma nemmeno qualcosa di equivocabile, come i gesti del delfino Ninin, che, chissa’, forse la delfina non aveva capito essere per lei, mentre Ninin dava per scontato avesse colto. A torto.

    E’ questione di importanza. Su certe cose, sempre meglio prendere un palo che… rimanere al palo 🙂

    Bellissima la foto! 🙂
    Io almeno la penso cosi’.

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  17. x Laura: io vado oltre. Quello del delfino che si lascia morire, e’ solo una storia, un… dramma esemplificativo. Anche se il delfino si fosse ripreso e fosse tornato in mare assieme al suo gruppo… sarebbe per me stato comunque reo di… mancato coraggio! 🙂
    Non e’ cosa ha perso, ma cosa avrebbe potuto ottenere con un po’ di coraggio a fare la differenza.

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  18. Leggo di persone che cercano un partner, di gente che deve osare per poi farsene una ragione… razionalizzare per poi elaborare il dolore. E sarà pur vero.
    Ma io le delusioni d’amore mica le ricordo così.
    Quando l’unica persona al mondo che esiste in quel momento per te ti “rifiuta” altro che pensare “beh non potevo fare altro, voltiamo pagina”
    … non si riesce nemmeno a pensare e il dolore va vissuto e ingoiato e digerito…

    Se ti riesci ad aiutarti razionalizzando non posso che invidiarti. A me non accade.

    Domanda: e se Ninin si fosse fatto avanti e Deda l’avesse rifiutato (e ci sta! com’è che solo ora si è accorta?) tu dici non si sarebbe lasciato morire lo stesso? Ninin decide di morire quando Deda rende chiara la sua posizione, beh in qualche modo lo rifiuta… secondo me si sarebbe lasciato morire lo stesso… ma è solo una storia e la mia una lettura del tutto personale.

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  19. E’ vero è un racconto dolcissimo e triste e lascia in bocca l’amarezza: perché Ninin ho ha dichiarato il suo amore a Dada? Più che morire d’amore, cosa poteva succedergli?
    E’ così bello leggerti, Wolf, mi dài serenità e coraggio.
    .

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  20. Laura Ciao,
    hai perfettamente ragione.
    Anch’io trovo che il sacrificio di Ninin sia stato inutile.
    Però……
    Vista la sua indifferenza,avrebbe dovuto darsi una mossa ,soffrire in silenzio,trovare il coraggio,ritornare tra gli altri ,attirare le attenzioni di Deda con tutti i tipi di stratagemmi possibili ,corteggiarla.
    La tenacia è importante anche in amore!
    Ma questa sarebbe stata un’altra storia.
    Forse.
    Un abbraccio.
    Red

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  21. x Sofia: ma nella tua ipotesi c’e’ proprio quel “se” pesante come un macigno che e’ l’oggetto del contendere: SE Ninin si fosse fatto avanti e fosse stato respinto… Ok, magari si sarebbe lasciato morire lo stesso, poniamo, ma… e SE invece fosse stato accettato e la sua vita diventata meravigliosa in un batter di ciglia?? Almeno la possibilita’ l’avrebbe avuta, o no? Invece, scegliendo di non farsi avanti, non ha avuto nemmeno quella, si e’ condannato con le sue stesse… pinne! 🙂
    La differenza… e’ enorme!

    La razionalizzazione non risolve il dolore, purtroppo, non ho scritto questo. Ma sicuramente un “buon pensiero” aiuta il cuore a guarire. Ci sono tantissimi esempi: persone che pensano correttamente vivono il loro periodo di lutto e ne escono in tempi normali; persone che sprofondano nel vortice dei pensieri distruttivi, come minimo allungano molto il loro tempo di recupero. Non si puo’ eliminare il lutto, ma certamente si puo’ fare in modo di non allungarlo oltre il dovuto.

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  22. x happy: appunto… e’ semplice in fondo, il riassunto e’ proprio in quella mia frase “chi non prova [per paura di perdere] ha gia’ perso” 🙂
    Grazie cara, sono contento che i miei post ti facciano l’effetto che descrivi, anche se… questo non e’… come dire, molto allegro 🙂

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  23. x red: il suo errore e’ stato quello di dare per scontato che Deda avesse capito il suo interesse e dunque, non avendogli dato cenni di assenso, l’avesse respinto. Si e’ fidato di un… non-cenno. Ora, e’ vero che sarebbe assurdo pretendere un manifesto appeso sui muri, pero’ Ninin stesso si rende conto che quello e’ stato un errore. Di fatto lui sostiene che il non essersi fatto avanti e’ un non aver saputo amarla.
    Perche’ e’ indubbio che in amore ci vuole anche coraggio. E, a volte, molto.

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  24. La tua frase “il non essersi fatto avanti e’ un non aver saputo amarla” è riuscita a scuotere la mia pigrizia…..
    Infatti: si parla troppo d’amore. Cos’è l’amore? Può essere mai un sentimento tanto flebile da essere vinto dalla paura del rifiuto, tanto sordo da non comprendere le difficoltà dell’altro (visto che poi, anche lei decide di morire con lui). Mi sembra poco verosimile. Che senso dare quindi a questa storia? Forse è sempre il solito senso: chiamiamo amore semplicemente una fantasia mentale. Nessuno vedeva realmente l’altro; ognuno di loro era chiuso nel suo mondo: Ninin preferiva che si avvicinasse lei, voleva essere notato….ma cosa ha fatto per Deda? Nulla: non ha neppure superato le sue infantili paure (sacrosante, umanissime ma non tanto da giustificare l’immobilismo). Il ruolo di Deda è anch’esso contraddittorio: in un primo momento sordo, volutamente o no, alle “geometrie” amorose o pseudo amorose di Ninin….poi, d’un tratto propende per il melodramma e decide improvvisamente che Ninin era l’uomo della sua vita. Ognuno di loro viveva una propria fantasia d’amore. Certo l’amore doveva ancora iniziare…..ma appunto per questo il gesto di Deda è esagerato. Erano innamorati dell’amore, così come capita spesso nella vita reale, ma ognuno a modo suo: egocentrico e infantile Ninin; melodrammatico il modo di Deda.

    P.S. Ci sono andata pesante, vero? In realtà credo che la parola amore sia sulla bocca di tutti ma molti sconoscono il significato profondo.

    P.S: Mannaggia, non era in programma il mio intervento: ho carbonizzato la cena!

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  25. Ormai il pane è irrecuperabile…continuo l’intervento:
    Ripensandoci anche il modo di vivere di Ninin era un po’ melodrammatico….:D 😀
    forse dovevano comunicare di più e magari riscrivere i loro ruoli…….bye bye!

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  26. x ilmigliorosa: concordo pienamente. Anche perché… credo che l’amore per essere tale debba arrivare a compimento, superando anche la fase dell’innamoramento che lo precede. Quello di Ninin appare un “innamoramento che ha dato alla testa”, piuttosto che amore vero.
    Lo sostengo da una vita: l’amore sano non sta lì a farsi prendere a calci in faccia; se non è contraccambiato… dopo un po’ si spegne. Se non lo fa, non è amore, è possessività, attaccamento, dipendenza… è… qualcosa che è sfuggito al controllo della nostra mente. Una ossessione insomma.

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  27. Amore non è amore

    se muta quando scopre un mutamento

    o tende a svanire quando l’altro s’allontana.

    Oh no! Amore è un faro sempre fisso

    che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;

    è la stella-guida di ogni sperduta barca,

    il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

    Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote

    dovran cadere sotto la sua curva lama;

    Amore non muta in poche ore o settimane,

    ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:

    se questo è errore e mi sarà provato,

    io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

    (Shakespeare)

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  28. Brutta cosa i rimpianti, io cerco di limitarli per quel che posso….Tana dice….e se si osa e ti risponde con un no?….Non avrai nessun rimpianto Tana, e conserverai la dignità dellì’essere tuo. Bel racconto Wolf, qualcuno lo definisce triste, a me ha lasciato un sorriso invece…..quando l’amore trionfa è sempre un meraviglioso finale…..

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  29. …quando credo in qualcosa per daverro, mi ci butto dentro fino in fondo! non ho rimpianti fino ad ora nella mia vita, e quando il caso me lo chiesto (poche volte per la verità!) ho osato e osato ancora! qualcosa di buono ne ho tratto, qualcos’altro non l’ho raggiunto, ma così sono sicura che se non è arrivato quanto sperato, significa che forse mi sbagliavo, o che forse non ne valeva la pena, o che forse doveva essere e/o andare proprio così!
    Il mio motto è “mettercela sempre tutta fin dove si può”…e la vita merita di essere vissuta così…

    sì, la storia è triste…molto!
    un caro saluto,
    Alessia

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  30. x Sofia: cara… l’amore dei poeti e’ irreale, e’ qualcosa di non naturale. Di malato perfino, a volte.
    Conosci qualche poeta allegro? Ti sembra davvero naturale che un Dante possa restare innamorato a vita di una che, si dice, vide una volta sola a 9 anni?
    Nella vita, in natura, non esiste proprio.
    Con buona pace di Shakespeare e soci 😀

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  31. x ilmiomaestro: a parte che anche io la trovo triste questa storia… concordo con quanto hai scritto 🙂

    x AnnA: grazie cara, buona giornata a te 🙂

    x Stella: ahahah bene, non commentarla adesso allora! 🙂

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  32. Oh, ma come sei razionale!!! che noia! mi rovini tutta la poesia… e vabbè che le cose che dici possono avere fondamento logico ma quando uno è innamorato diventa scemo come tutti i poeti!
    Uff, ma non te lo ricordi?

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  33. Il rimpianto per non aver osato è la condanna piu’ terribile che io conosca. Molto piu’ atroce del rimorso di averlo fatto sbagliando.
    Perfettamente in linea “di nuoto” trattandosi dei miei amici delfini ;-D
    Un abbraccio,Wolf, i tuoi post o fanno alambiccare quei due o tre neuroni che vagano perplessi nella mia mente o mi commuovono..mannaggia! ;-D

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  34. x Sofia: ahahah e’ vero, ma non per sempre se non e’ ricambiato!! ;D

    x donnalupa: buongiorno a te cara! 🙂 Anzi… buon appetito ormai! 😉

    x Flame: sono d’accordo 🙂
    mmm… e’ un complimento il tuo?? 😀

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