Ricerca spirituale e Vita

Da una nuova iscritta di Splinder, mi e’ arrivato il seguente messaggio che ho ritoccato qua e la, togliendo dati personali e tentando un riassunto. Spero che il risultato sia consono allo spirito del messaggio originale.

“Sono sempre stata una persona molto riflessiva, che si fa anche molte domande. Questo mio lato si è mostrato ancora di più quando ho dovuto affrontare una serie di problemi di salute. Da questa cosa è iniziata la mia ricerca spirituale. Nei primi tempi mi sono affidata, dietro altrui consigli, a libri che ho letto con attenzione lasciando perdere i miei interessi personali. Tuttavia in tutto questo sento una certa forzatura; pur interessandomi la materia di ricerca interiore e spirituale mi piacerebbe avere una visione più ampia e sapere, magari visto che anche tu hai intrapreso questo percorso quali testi hai iniziato a leggere, come ti poni nei confronti della realtà del mondo esterno, visto che tutto deve passare attraverso l’esperienza come dicono i grandi Maestri ad esempio Aivanhov, altrimenti tutto questo studiare non serve a nulla.”

tibetSono assolutamente in sintonia con quanto scritto nelle ultime righe dello scritto della nostra amica: ogni insegnamento, per divenire tale a tutti gli effetti, deve passare attraverso l’esperienza. Anzi, se l’esperienza – cercata o meno che sia &nd9ash; puo’ divenire insegnamento; il puro studio teorico, senza esperienza, no: esso lascia il tempo che trova. Infatti ogni grande maestro che si rispetti ammonisce a non prendere il suo insegnamento pedissequamente, per oro colato, bensi’ a “viverlo” a “sentirlo sulla propria pelle”.
La teoria e’ allora inutile? No. Diciamo che e’… propedeutica 🙂
Un buon insegnamento scritto si impara due volte: la prima volta con la mente, come informazione puramente mnemonica; la seconda… quando ci si accorge di stare vivendolo.
Naturalmente chi ha scritto libri di un certo spessore non e’ uno stupido, afferma generalmente cose importanti e incontrovertibili. Il problema e’ che fondamentalmente la vera conoscenza non puo’ essere trasmessa a parole, puo’ solo essere appresa esperendola sulla propria pelle. Quando questo avviene… ti guardi indietro, e ti ricordi le parole che avevi letto come se le “vedessi” solo ora per la prima volta. Il loro significato “mnemonico” e’ ovviamente il medesimo, ma stavolta le ha capite ed apprese “col cuore”.
Notate che qualcosa di simile avviene spesso con i genitori apprensivi: essi credono di poter risparmiare ogni errore ai loro figli tramite il loro insegnamento; ma cio’ non e possibile, perche’ certe cose si imparano solo attraverso l’esperienza personale.

siddhartaIl libro che piu’ di ogni altro rappresenta il mio pensiero su questo argomento, e’ il bellissimo Siddharta di Hermann Hesse. Immergersi nella teoria, senza fare esperienza – esperienza “vera”, di vita, non meditazioni, pratiche yoga o quant’altro – lascia un senso di vuoto o, peggio, di frustrazione, perche’ si sente che ci si sta impegnando tanto per ottenere poco.
Il protagonista del libro abbandona i suoi studi e le pratiche ad esso collegate perche’ sente che “manca qualcosa”, qualcosa senza il quale non potrebbe mai arrivare la’ dove si e’ prefissato di arrivare.
Questa cosa e’ la vita, e’ la sua esperienza.
Siddharta inizia un percorso di vita dove nulla gli manca: dall’esperienza amorosa a quella lavorativa.
Alla fine del suo percorso, che potremmo definire “naturale ma vissuto con gli occhi aperti”, Siddharta si “ritira” in un umile e tranquillo lavoro: il traghettatore su un fiume. Ma la saggezza che ha raggiunto diventa presto proverbiale venendo riconosciuta dalle persone con cui viene a contatto; cosi’ si sparge la voce del “maestro sul fiume”.

E’ stata utile a Siddharta la teoria da lui appresa per arrivare al suo stato finale? E’ probabile che la risposta sia “si”. Tutto lo e’ stato. La teoria e l’esperienza. Certamente mentre faceva esperienza, Siddharta trovava via via riscontro in cio’ che aveva precedentemente appreso. Ma solo allora esso diveniva reale parte di lui. Sua stessa essenza. Solo allora diveniva davvero utile.

Ci sono periodi della nostra vita, dove il richiamo alla nostra interiorita’, spesso dettato dalle nostre difficolta’ “esterne”, dal desiderio di capire cosa ci sta succedendo, e’ cosi’ forte che abbiamo bisogno di “nutrirci” di libri e lezioni positive, di qualcosa che ci aiuti a far chiarezza o, perlomeno, a ridarci un po’ di fiducia, superando cosi’ quei difficili momenti. Personalmente – ma sento che questa e’ anche storia della nostra amica, e’ anche storia di molti – superata la crisi, si “sente” che si deve tornare alla vita, la vita “normale”, quella “di tutti i giorni”, non necessariamente abbandonando la propria ricerca, ma evitando che sia “mutuamente esclusiva col resto della vita”. Il “ritorno alla vita” viene fatto nella consapevolezza, o almeno nella speranza, che stavolta la si vivra’ in maniera diversa. E’ la differenza tra il “vivere qui e ora” degli animali (ad esempio) e il “vivere qui e ora” delle persone “consapevoli”: il valore aggiunto e’ infatti la consapevolezza di cosa si sta facendo, del momento che si sta vivendo. E’ un “qui e ora” che si e’ scelto.
Si e’ insomma “tornati indietro”, agendo pero’ stavolta da “veri architetti della propria vita”.

“Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po’ diverso quando lo si esprime, un po’ falsato, un po’ sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d’accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d’un uomo suoni sempre un po’ sciocco alle orecchie degli altri”
(Siddharta – citazione da Wikipedia)

 



NON BASTA RINUNCIARE
di Paulo Coelho

Conobbi la pittrice Myie Tamaki durante un seminario sull’Energia Femminile, a Kawaguciko, in Giappone. Le domandai quale fosse la sua religione.
“Non ho più religione”, rispose lei.
Notando la mia sorpresa, spiegò: “Sono stata educata a essere buddista. I monaci mi hanno insegnato che il cammino spirituale è una costante rinuncia: dobbiamo superare la nostra invidia, il nostro odio, le nostre angosce di fede, i nostri desideri”.
“Da tutto ciò sono riuscita a liberarmi, finché un giorno il mio cuore è rimasto vuoto: i peccati se n’erano andati via, ma anche la mia natura umana”.
“All’inizio ne ero contenta, ma ho capito che non condividevo più le gioie e le passioni delle persone che mi circondavano. È stato allora che ho abbandonato la religione: oggi ho i miei conflitti, i miei momenti di rabbia e di disperazione, ma so di essere di nuovo vicina agli uomini e, di conseguenza, vicina a Dio”.

torrente

74 pensieri su “Ricerca spirituale e Vita

  1. ..i libri vanno letti per “accumulare” cultura, per poter “ascoltare” e poi discernere…

    nulla valido per uno può essere altrettanto valido per noi..
    anche io la penso esattamente come te e l’autrice della lettera, la teoria senza l’esperienza diretta…
    da sola non basta, infatti quando mi capita di parlare con individui preparatissimi su tutto, ma proprio tutto ma mancanti di una loro espererienza personale sul campo capisci che non basta…

    non che dobbiamo fregarcene della teoria…
    guai se si smettesse di leggere, mi scampi da questo..

    ma di sole parole non si può vivere..
    soprattutto se parole di altri..

    un abbraccio stretto stretto

    mo’

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  2. La mia opinione: Ogniuno percorre il proprio sentiero aldilà di ciò che vede o pensa, spesso é più dentro alla Via uno che non ne ha mai sentito parlare o letto , che non un intellettuale o studioso che dir si viglia. Il Maestro inizia con te il percorso, poi ti lascia andare con te stesso…percorrerai da solo la tua storia. Dal Libro del Tao “…Conosci il mondo senza varcare la porta, conosci il tempo senza guardare dalla finestra; più lontani si va, meno si conosce. Questo significa che, quando la pura integrità emerge da dentro, l’energia spirituale si muove verso il Cielo “. Ora il problema é chiedersi Dove voglio andare, come, perché, in che modo, ecc…Oppure che ci lamentiamo a fare, per cosa, di chi se siamo noi il frutto delle nostre scelte. Grazie dell’ospitalità, taoista.

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  3. x gwyneed: grazie per l’immagine! Immagino sia un “.gif” per “apparire in movimento”, vero? 🙂

    x nuovo: Sono d’accordo, Nuovo. Magari non “spesso” (“spesso é più dentro alla Via uno che non ne ha mai sentito parlare o letto, che […]”), ma senz’altro puo’ succedere; come scrivevo, l’esperienza ha sempre da insegnare a chi vuol vivere a occhi aperti. I libri… chissa’ 😉 a volte lo fanno, a volte no. Personalmente mi accontento che diano la “scintilla”, per poi proseguire la strada con le nostre gambe 🙂

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  4. penso che il libro sia importante , ti dà una traccia , ma sono esperienze di altri , possono aiutarti nel tuo percorso , darti il loro significato , che non è mai uguale al tuo …. capita qualche volta , che compri un libro e lo metti da parte , per poi prenderlo al momento giusto , perchè prima non ne avresti capito il significato di alcune frasi , o di tutto il libro ….. ti può dare un aiuto per affrontare quell’ esperienza , ma poi sei tu che devi fare le tue scelte .. ciao Rita

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  5. x Rita: capita anche di “peggio” (si fa per dire…). Capita che leggi un libro, ne trovi illuminante una parte, poi lo rileggi dopo anni e ne trovi illuminante una parte… si, ma non quella della prima volta, una parte che magari non ti aveva colpito per nulla.
    Ognuno di noi cambia nel corso della sua vita. E’ inevitabile. E ciò che un tempo ci sembrava essenziale, scopriamo non esserlo più. E ciò che un tempo ci sembrava superfluo, viene improvvisamente visto in tutta la sua magnificenza.
    Sono d’accordo: il libro è… come la freccia di un’indicazione stradale, ti aiuta a partire, ma poi devi “costruirci sopra” di tuo.
    Ciao 🙂

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  6. x elwin: ahahah speriamo che dopo quella “buonanotte” a squarciagola, il gattino si addormenti e non faccia casino! 😀
    Coelho è… Coelho 🙂 A me piaceva soprattutto all’inizio. Non credo però sia “un truffatore d’anime”. Credo che il suo “progetto”, di dare messaggi in formato semplice affinché potessero leggerli e capirli tutti, fosse sincero. Poi forse si è un po’ perso, come spesso accade quando “si sale”.
    Però ancora adesso i suoi “brevi racconti” sono utilissimi in quanto forniscono spunti di riflessione in poche righe.
    Non ti fermare all’autore, non è importante. Leggi il contenuto 🙂
    Buonanotte a te…

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  7. Non credo che sui libri si possano trovare tutte le risposte che cerchiamo. libro=cultura e libro=scienza universale sono delle associazioni che poco m’aggradano.
    Credo siano un’ottimo strumento per conoscerci e indirizzarci, ma sta a noi, noi persone, trovare la via che più ci si confà. La quantità di pagine lette non è direttamente proporzionale a nulla, solo al tempo impiegato.
    Io sono un accanito lettore e il mio non è svalutare niente, solo ridimensionare luoghi comuni 🙂
    Detto questo ho notato parecchi punti in comuni con quello che hai espresso nel tuo post.
    Buona notte :*

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  8. Si, bravo, l’ho notato anche io 🙂
    Ricordo che sei un accanito lettore! Rammenti che me ne ero stupito, vero? 🙂
    Anche per questo, come voce di chi ben avrebbe motivo di “sovrastimare” il potere dei libri (che comunque resta immenso), il tuo è ancor più un valido contributo 😉

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  9. Buongiorno Wolf, certo assolutamente d’accordo con te, nei libri si possono ri/conoscere esperienze vissute dalle quali si è tratto un qualche insegnamento, così come nei libri si possono trovare delle tracce di qualcosa che ci appartiene, ma che nello scorrere del tempo si è perso e in questo caso i libri sono come il famoso filo rosso che prosegue nel tempo la sua strada, poi c’ è il potere evocativo nei libri, la capacità di muovere dei sentimenti antichi legati ad un qualche ricordo perso nella nostra memoria e lì il piacere la fa da padrone, ma proprio quel piacere, quel rinascere dei sentimenti ci aiuta in qualche modo a ritrovarci.
    Io sono una paladina dell’esperienza vissuta e non perchè la teorizzi, ma forse perchè essendo molto curiosa non mi sono mai accontenta di quello che mi veniva detto dagli altri e, spesso, questo esperire ha suscitato grandi turbolenze, ma si sà, molto meglio le turbolenze che l’accettazione passiva…
    Ecco, questi miei sono spunti di riflessione…
    Un bacio
    🙂

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  10. Comunque, di Cohelo ho letto solo due libri: Undici minuti e Veronica decide di morire. Non è il mio genere, ma sono stati entrambi piacevoli.
    Su Siddartha dovrei gettarmi a bomba, come tutte quelle persone che si rifugiano ciecamente nella filosofia orientale non riuscendo a trovare risposte nella nostra cultura occidentale. Siamo sempre pronti a gettarci tra le braccia di improbabili guru, quando abbiamo un lascito culturale e “guru nostrani” che valgon, a mio avviso, cento volte 😉

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  11. x rigirandola: sono d’accordo con quanto dici. Aggiungerei che, per dirla con Proust, che
    “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.”
    Questo, al potere del libro, aggiunge due cose e ne toglie una: toglie la possibilita’ di trasmettere veramente qualcosa che il lettore non abbia, sebbene in stato silente, gia’ nella sua anima; aggiunge che in ogni momento della sua vita, uno stesso lettore potrebbe riconoscere come interessante qualcosa nel libro che ad una prima lettura non aveva “notato”, non perche’ “distratto”, ma perche’ lui stesso e’ nel tempo cambiato, e dunque non puo’ che essere cambiato cio’ che di se’ stesso riconosce nel libro. Il secondo valore che aggiunge, e’ la possibilita’ di “fissare” qualcosa che gia’ appartiene al lettore ma che rimarrebbe troppo indistinto per passare pienamente alla sua coscienza.
    E non e’ poco! 😉
    Ricambio il bacio 🙂

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  12. x Ram87: attenzione… Siddharta, pur essendo ambientato in India, e’ pur sempre scritto e visto con occhio occidentale. Hermann Hesse era un profondo conoscitore esoterico, sicuramente fu attratto anche dalla spiritualita’ orientale, ma non dimentico’ mai le radice europee.
    Di fatto, piu’ vado avanti piu’ mi accorgo che le somiglianze dei “concetti profondi”, “di base”, delle correnti spirituali occidentali e quelle orientali, hanno davvero molte cose in comune, al di la’ di quelli che sono i riti “formali” che li accompagnano e che necessariamente risentono della cultura del luogo dove sono nate e cresciute.

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  13. Un libro può aiutare ad ampliare alcuni concetti devo dire però che l’incontro con la spiritualità avviene altrove: nel campo di battaglia…che è la vita, l’esperienza personale.
    E’ soprattutto casuale e diverso per ogni persona.
    Può succedere che quando entri in connessione con l’energia spirituale ti si illumini il cammino che ti ha portato ad incontrarla e fino a prima tutto era oscuro. Può essere che questa cosa sia strettamente personale che riesce difficile spiegarla ad altre persone. Quindi ogni persona secondo me deve fare un proprio percorso, la scia da seguire può essere il circondarsi di “bellezza” e verità. La “bellezza” è quella che vedi con lo stupore degli occhi di un bimbo a qualsiasi età………credo che troverete riscontro di questo in più di qualche religione.
    Un abbraccio

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  14. Preferisco sempre “spiritualita’” o “corrente spirituale” che “religione”, forse perche’ ho la percezione che spesso la religione quando si “organizza” si ammanta di riti ma perde di spontaneita’, di… anelito sincero. Non so se mi spiego.
    Al di la’ di questo, sono d’accordo con quanto dici. Diciamo che la “scintilla” che accende il desiderio di “conoscere”, puo’ arrivare da tante fonti, anche un libro, certo, ma non solo. In ogni caso venga iniziato poi, il proprio percorso lo si deve necessariamente fare con le proprie gambe.
    Ricambio l’abbraccio 🙂

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  15. Non sono un esperto così afferrato sulle filosofie orientali per risponderti a dovere. Vado sulla fiducia e prendo per buono quel che mi dici! Certe esigenze son sentite indipendentemente dalla collocazione geografica, stesse domande, stessi punti di partenza, spesso stessi d’arrivo.
    Ho letto il post di tua madre, al tempo non ti frequentavo ancora 😉
    Ciao e buona giornata

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  16. Carissimo Wolf, altro tema estremamente fondamentale anche in questo post..
    La religiosità… ossia la ricerca dell’impronta del cielo… nell’uomo…
    Il libro che hai mostrato mi è piaciuto molto, sono utili per spunti di ricerca ed introspezione…
    Nella mia esperienza personale… mi sono avvicinata tanto all’anima… nel momento in cui mi sono
    avvicinata al corpo… e ho cominciato a considerare me stessa come un piccolo universo in cui anima, mente e corpo
    erano un’unità inscindibile… e quandi tocchi i l corpo… tocchi anche l’anima e la mente e viceversa…
    Con l’esperienza shiatsu… in questo viaggio approfondito nel corpo… ritrovi l’anima e la mente…
    Un percorso affascinanante… dove non importa la meta… ma il viaggio stesso… e dove ad ogni svolta trovi
    ancora tanta strada da percorrere…
    Ti abbraccio…
    Fly
    p.s.: hai un altro premio da ritirare… se passi da me!

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  17. come sempre post interessantissimo… ^___^ facile e tipico di tutti noi con un basso livello dell’essere (io per prima) pensare per eccessi: vita totalmente sregolata o ascetica. Solo teoria o solo pratica. Dobbiamo imparare il giosto mezzo, la strada del filo del rasoio… si può essere illuminati (parola grossa: diciamo in pace con se stessi) anche nel bel mezzo di un ingorgo cittadino..
    un caro saluto,
    tyn

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  18. x Fly: tocchi due punti fondamentali: il fatto che mente, corpo e anima interagiscono tra di loro e laddove migliori o peggiori una, non puoi non avere ripercussioni sulle altre;
    il fatto che in realta’ l’obiettivo e’… “vivere”, ovvero e’ la strada stessa, e non dove si spera essa arrivi. Dove puo’ portarci e’… quasi un effetto collaterale, piu’ che il motivo che dovrebbe muoverci.

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  19. x Anna: secondo me puo’ essere di interesse generale, non solo per chi e’ per la filosofia orientale. Ricordiamoci che Hesse era svizzero! 😉 Leggi anche il commento #21…

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  20. L’uomo è mistero a sè stesso…
    c’è una frase che da sempre mi ha affascinato: Ama con tutto il cuore con tutta l’anima, con tutte le forze con tutta la mente…
    seguiamo il cuore, la mente, l’anima…quante componenti ci sono in noi? non solo quella spirituale e corporea, ma anche mente-cuore (la famosa statua del Canova Amore e Psiche)
    e penso che la ricerca spirituale, non a caso sia proprio un binomio inscindibile, è una ricerca, un cammino, un’esperienza…
    e poi c’è la coscienza condizionata dal tipo di educazione e dall’ambiente di vita… non è facile, eppure ci sono dei momenti in cui “sentiamo” che tutte queste componenti sono in armonia tra loro.
    La mia ricerca è stata sicuramente condizionata dalla mia educazione cattolica, ma per fortuna non si è fermata lì… credo che il voler conoscere altro sia stato per me una vera fortuna…
    peccato che lo stesso Gesù non abbia lasciato nulla di scritto, ma forse la forza del suo messaggio sta proprio nelle parole e nell’esempio…e non è (e non puo essere che così) per nulla in disaccordo con altri principi di altre religioni o spiritualità. Vorrei dire tante altre cose ancora…. ma per adesso mi fermo qui…sono davvero tante e si affollano ad ingarbugliare i miei pensieri…. (vado al corso di chitarra…bisogno dello spirito…)
    🙂
    sono stata un pò lunga, lo so, però colpa tua dei tuoi post così stimolanti 😛
    a presto,
    G.

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  21. Sono pienamente d’accordo con il racconto di Coelho, non è una religione che ci avvicina a Dio, o nutre la nostra spiritualità, siamo noi a doverlo cercre e Lui si farà sicuramente trovare, perchè conosce esattamente la strada giusta per arrivare al cuore di ognuno di noi!! Un sorriso Tenderly

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  22. Mi riservo di leggere i commenti in un altro momento quando avrò più tempo.

    Quel che penso di questo post è ovviamente un gran bene, e a volte mi stupisco di come le pur poche esperienze di vita che ho mi abbiano portato ad avere un pensiero come quello di chi, come te, ha studiato e vissuto molto.

    E’ vero, le parole e la saggezza di queste alla fine valgono poche se poi non trovano riscontro con l’esperienza personale. Mettere in pratica degli insegnamenti o anche solo delle teorie ci porta a constatare quanto queste siano vere o comunque quanto ci possano insegnare davvero.

    Cosa importante però, a mio parere, è che quando si prova l’esperienza diretta questa non venga “pilotata” dalla teoria, ma vissuta e sentita per quello che è in realtà e confrontandola poi con quel che si è appreso in precedenza, se i riscontri ci saranno allora gli insegnamenti erano giusti 😉

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  23. x G.: Non sei stata lunga, dai! 🙂 Si, forse è così: non ci può essere ricerca spirituale che non rechi o non sfoci nell’amore. E non c’è amore vero che non ti faccia trascendere da te stesso, ovvero che non sia anche spiritualità, anche se non forse nel senso classico del termine.

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  24. x Paola: sono d’accordo… almeno nella misura in cui “riflettere” non significhi “tentare di comprendere ad ogni costo”, ma “cogliere cosa quell’esperienza ti ha portato. E dopo… lasciarla andare”.

    “L’uomo impiega una vita a capire che non tutto va capito” 🙂

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  25. x Ram: grazie 🙂 Io non ho mai linkato… anche perché ho combinato un discreto casino col template ed ho il terrore di toccarlo! 😀

    x Gabry: ok, non mancherò di guardarci…

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  26. x viruslibero: bé, io posso parlare per me; l’esperienza diretta non viene pilotata dalla conoscenza “mnemonica”, direi piuttosto che provo una sorta di stupore a riconoscere nella realtà appena vissuta (quindi a posteriori), qualcosa che conoscevo già a livello razionale.

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  27. x Godiva: se sapessi che quella in foto sei tu, starei già facendo ricerche sull’indirizzo IP della scrivente per venirti ad accompagnare a nanna! ahahah :))))
    Scherzo… ovviamente non mi fermo a questi bassi particolari! ahahah ;D

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  28. Che confusione wolf…c’è un faro!!!non vedo più la strada…è come combattere contro i mulini a vento…troppi mali affligono l’anima,e non tutti possediamo tanta forza per intraprendere viaggi della speranza…help me please…notte…phases…

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