Un mesetto fa’ partecipai ad un corso di comunicazione interpersonale. Fu’ un corso breve, solo un paio di giorni, ma comunque molto interessante. In realtà sapevo già gran parte di ciò che fu spiegato, ma come minimo fu’ un utile ripasso. Si parlò di PNL, di rispecchiamento e tante altre cose.
Una cosa però non la conoscevo e mi colpì particolarmente: la finestra di Johari.
Chi era Johari? … nessuno! 😀 In realtà “johari” è un acronimo formato dalle iniziali degli autori di tale “finestra”. Se volete, fate una piccola ricerca su un motore di ricerca: troverete tanti siti che parlano di essa.
Di che si tratta? Guardate la finestra (appunto) a fianco: essa è divisa in quattro aree, rappresentanti il grado di conoscenza che noi stessi e gli altri abbiamo sulla nostra persona:
– Area Pubblica: è ciò che di noi è conosciuto sia da noi stessi che dagli altri.
– Area Privata: è ciò che noi conosciamo di noi stessi ma preferiamo tenere nascosto agli altri.
– Area Cieca: è ciò che noi non conosciamo di noi stessi ma gli altri vedono. Com’è possibile? Bé… pensate alla vostra nuca o alla vostra voce ad esempio: voi non le conoscete, non potete vedere la vostra nuca così come la vedono gli altri, non potete sentire la vostra voce nello stesso modo in cui la odono gli altri. Vi siete mai visti in un filmato o avete mai ascoltato la vostra voce registrata? Non è vero che siete quasi irriconoscibili da come credevate di essere? 😉 Ma la cosa non si ferma all’aspetto fisico: con noi stessi spesso non riusciamo ad essere obiettivi, non accettiamo o proprio non ci accorgiamo di nostre pecche o caratteristiche. Pecche e caratteristiche che altre persone, da fuori, vedono chiaramente e oggettivamente.
– Area Ignota: è l’area dell’inconscio, ignota a noi stessi ed agli altri.
Queste aree non sono uguali come mostrato nella prima finestra che ho disegnato, sono variabili da persona a persona e perfino per una stessa persona in momenti diversi della propria vita.
Voi direte: bene, e allora?
Allora la cosa che mi sorprese è che, secondo gli autori della teoria – ampiamente riconosciuta, pensate che risale agli anni ’50! – più la parte pubblica è ampia e… meglio si vive e ci si sente!
Ciò mi colpì perché io, come penso la maggior parte di voi, avevo sempre teso ad avere non solo molti segreti, ma in generale ad essere riservato ed attento, ostico alle “intrusioni altrui”. Avevo sempre pensato che meno gli altri sapevano di me, e meno avrei avuto da temere da loro.
E invece, secondo questa teoria, mi sbagliavo! 😮
La cosa mi fece riflettere parecchio, soprattutto mi ricordai di esperienze avute precedentemente, internet compreso. Alla fine capii che gli autori della Johari Window avevano ragione.
Pensateci: cos’è che vi fa’ più paura che essere “messi in piazza”? Che i vostri segreti siano scoperti e divulgati? Che qualcuno vi minacci dicendo che andrà a raccontare qualcosa di voi che tenete nascosto?
Bene… la stragrande maggioranza di cosa ciascuno di noi tiene celato… è assolutamente banale, sono cose che moltissime persone fanno o dicono. Cose normali. Eppure ci mettiamo nella condizione di avere paura che vengano divulgate. Possiamo arrivare ad avere paura perfino se, a rigore, non abbiamo nulla da nascondere.
Chi è “pubblico”, invece, non ha paura di “venire scoperto”, poiché non ci sono cose che teme essere rivelate. Non solo, ma si è abituato a rintuzzare attacchi e critiche. E’ diventato abile a difendersi e non va’ più in paranoia, nemmeno di fronte alla più agguerrita minaccia di svelamento della sua privacy. Pensate ai tentativi di estorsione basati sulle minacce di rivelare qualcosa di voi. Pensate a come sarebbe bello replicare facendo “spallucce” dicendo “racconta pure, non ho nulla da nascondere”.
Ci sono persone che sono abili manipolatrici. Persone che riescono a far credere che ciò che facciamo è terribile e che, se sarà dato in pasto al pubblico, ne saremo distrutti. Ma se ci riflettiamo bene, ci accorgeremo che le cose così terribili da dover davvero essere tenute nascoste, sono davvero poche. Forse nessuna.
Non sto’ naturalmente parlando di mettere su internet i vostri dati biografici corredati di indirizzo e numero di telefono (anche se c’è chi lo fa’… molti liberi professionisti ad esempio). Ma semplicemente di aprirvi un po’ di più verso l’esterno. Di allargare la parte pubblica della Johari Window insomma.
Vi accorgerete ben presto della differenza.
Per completezza, chiudo dicendo che non solo l’area privata può essere ridotta a vantaggio dell’area pubblica, ma anche quella cieca, chiedendo agli altri un feedback su come ci vedono o facendo esercizio di osservazione distaccata nei nostri stessi confronti (più difficile ma, se si riesce, più preciso, poiché gli altri potrebbero farsi riserve a parlarci apertamente) e perfino quella ignota, cercando di portare alla luce – col tempo – qualche pezzetto di inconscio.
Conosci e… fai conoscere te stesso, insomma! 😉
Nel Tao, credo, c’è la parabola del camaleonte… dire di sè solo quanto si preferisce, quello che si ritiene di poter mostrare senza forzarsi…
Se la persona che me l’ha insegnato me la passa te la invio…
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Si, se lo trovi passamelo. Mi farà senz’altro piacere leggerlo 🙂
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Hai ragione… molto interessante!
L’importante tuttavia è che ognuno rispetti i propri tempi e la propria indole…
Buon w.e.
Aicha
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Sui propri tempi sono assolutamente d’accordo. Sulla propria indole… non e’ detto che l’indole migliore sia quella con la quale siamo nati. Se possiamo vivere meglio con un’indole diversa… forse e’ il caso di modificare anche quella 🙂
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wolf ho letto ma io era abituata a espormi, guarda che ti possono criticare pure per un articolo, una notizia data male, non è necessario un libro… 🙂
comunque è interessante questo post.
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No, il commento era riferito alla tua dichiarazione che avresti preferito rimanere anonima 🙂 Era un modo di dire che e’ stato un atto di apertura coraggioso e positivo 😉
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Sì ricordavo il post e infatti (con una certa fedeltà blogghistica, ammetterai visto che è del gennaio 2008…) ero anche intervenuta…
Adesso non lo avevo collegato immediatamente al mio post sul mio look di fortuna…:) (non so se hai letto il post di sotto, la coda di cavallo è per ovviare alla rasatura che mi hanno fatto per operarmi). Mi ha fatto piacere rileggerlo credimi…e mi fa riflettere anche su quanto mi sta spingendo a fare una mia amica cioè scrivere una mia esperienza personale che seocndo lei potrebbe aiutare altre persone…
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Se pensi che qualcosa che puoi raccontare possa aiutare altre persone… be’, allora si’, ha senso farlo 🙂 Ma soprattutto devi dar retta al tuo intuito ed alla tua sensibilita’: se non ti senti pronta, lascia perdere, queste cose vanno fatto quando ci si sente abbastanza forti per farle.
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Teoria affascinante (come la PNL. Molti anni fa ho partecipato a un seminario sull’argomento e mi si è aperto un mondo)! Purtroppo, però, non tutti si limiterebbero a divulgare le cose che tu dici di te stesso. Non di rado c’è chi, per amor di gossip, per cattiveria o semplicemente per banale invidia, ci ‘ricama su’ e poi divulga… Credo sia questo a spaventare di più…
Appena ho un po’ di tempo mi faccio una cultura sullo "johari".
Buon tutto. Antartica.
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Be’, e’ vero… ma se non si ha nulla da nascondere, si puo’ andare a testa alta anche in mezzo a chiacchiere e gossip, no?
Grazie Antartica, buon… tutto anche a te!
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