Addio a Facebook

Potrebbe sembrare il titolo di un remake cinematografico, invece è l’ennesima (ma diluita in diversi anni, eh!) analisi delle dinamiche del web.

Lady Wolf pochi giorni fa mi ha dato un annuncio choc. Con quella fantastica ingenuità che tanto la contraddistingue, come nulla fosse mi ha detto “Oggi mi sono cancellata da Facebook” 😮 L’annuncio è stato spiazzante perché non solo non era successo nulla che potesse farlo prevedere, ma anche perché – pur non essendone un’accanita fan – lo usava spesso. Le motivazioni sono state che si era stufata della superficialità degli argomenti che ci si trovano sopra (“ma che me ne frega a me del piatto che sta cucinando la casalinga X?”) e che tutto sembra essere scritto per… apparire, per vincere il confronto.

Adesso, sebbene sia chiaro e evidente che molti utenti sono utenti “sinceri”, è indubbio che queste sono anche le motivazioni che me ne hanno tenuto lontano. Sono iscritto, vero, ma le mie apparizioni lì sopra sono rare, di solito limitate a quando mi arriva una e-mail che mi dice che qualcuno ha scritto qualcosa sulla mia bacheca. Il famoso tag che poi scopri non avere quasi mai a che fare con te… mah! 😐

Al di là di cosa dice qualche esperto, ovvero che l’andamento di Facebook appare virale, rapida diffusione seguito ad altrettanto rapido declino, una cosa mi appare evidente: Facebook sta invecchiando. Se prima Facebook era il Fast Foot di Internet, oggi ci sono altri Social Network che sono ancora più spicci, come Twitter e Instragram, e i giovani, sempre alla ricerca del Fast Food che più Fast Food non si può, sono inevitabilmente attratti da questi ultimi. Invece ho notato curiosamente che è in rapida ascesa la presenza di persone della “terza età”, probabilmente contente di aver trovato un modo per restare in contatto più assiduo con figli e parenti. Quanto poi questo sia da questi ultimi davvero gradito e non rischi di essere scusa per essere ancora meno presenti fisicamente, non mi è dato di saperlo.

I succitati Twitter e Instagram non li conosco personalmente ma solo per sentito dire. Addirittura ho dovuto fare una ricerca su Google per essere certo di aver scritto correttamente “Instagram”. La prima voce che è uscita è stato il link al sito. La seconda il fatto che “L’attrice X è nuda su Instagram!”… penso che la dica lunga.

Inoltre non dobbiamo dimenticarci del nuovo fenomeno dei servizi di instant messaging sugli smartphone: sempre più persone usano ad esempio WhatsApp laddove una volta, attraverso il proprio cellulare, si connettevano a Facebook. Non è certamente un caso che Facebook abbia sborsato 19 miliardi di dollari (!) per acquistare WhatsApp. Che poi… non potete immaginare l’orrore con il quale ho visto che le famose “catene”, anche vecchie di anni, iniziavano ad essere riproposte una dopo l’altra su WhatsApp 😮 😦

E veniamo al nostro caro mondo dei blog. Essendo i fast-fooddiani migrati altrove, questo mondo appare adesso più stabile e sicuramente molto più serio. Ricordo il genere di commenti che ricevevo nei primi anni: molte immaginine ammiccanti e commenti… stile facebook. Ora, quando ho il tempo di rispondere, mi tocca impegnarmi davvero perché i commenti che trovo sono tutti di spessore. Ovvio che numericamente questo cambio non ha pagato: i commenti e le visite che ricevo sono circa un quinto di quelli dei “tempi d’oro”. Ma, a parte che ciò è anche dovuto al mancato meccanismo della “visita e controvisita” – oggi non riesco a visitare i blog altrui con la stessa frequenza di una volta – sinceramente non solo non m’importa, ma è anche più adatto al mio stile di vita odierno: non avrei il tempo di essere più presente e, conoscendimi, me ne farei un cruccio.

 

Blog e curiosità: l’evoluzione dei miei contatti

Questo apparirà come un post interlocutorio, prendetela come… una curiosità, in pochi giorni inserirò un nuovo post 🙂

Come la maggior parte di voi che leggete, io sono un ex splinderiano. Per chi invece non venisse da lì, “Splinder” era una piattaforma di blog alla quale si rivolgeva la grande maggioranza dei blogger italiani e che chiuse i battenti circa due anni e mezzo fa.

Tralasciando chi decise che era l’occasione di lasciare perdere il mondo dei blog per ridirezionarsi sui più immediati Social Network (scelta che io paragono come il passaggio da un ristorante ad un fast food… niente di male, eh, sono solo diversi) e che furono tutt’altro che pochi, ci fu una diaspora di utenti che si riversò sulle altre piattaforme in circolazione: io scelsi una piattaforma neonata, Logga.me, la maggioranza si spalmò su WordPress, Blogspot e, in particolare, iobloggo che diventò un po’ l’erede naturale di Splinder per la facilità della transizione (che però a me diede un sacco di problemi e allora ci rinunciai). Non ho i numeri di allora, ma diciamo che tutti i “transitati” su altre piattaforme messi assieme (non solo quelle citate) non arrivavano neanche alla metà di quelli andati su iobloggo.

Allo scopo di non perdere i contatti, mi creai una pagina excel con i nuovi indirizzi dei blog-amici convinto che sarei rimasto in contatto con loro nonostante la diversità della piattaforma. In fondo Internet è “libertà” per definizione, no? E poi anche su Splinder avevo già diversi contatti che arrivavano da “altrove” (anche gente che un blog non l’aveva proprio).

Nel tempo i miei contatti sono scesi molto di numero, anche per via dei Social Network, della mia stessa pigrizia, e del fatto che in fondo i blog non sono più granché di moda (troppa fatica rispetto ad altri mezzi). All’epoca di Splinder ero arrivato a superare i mille contatti, con ovvi problemi di “gestione”, nel senso che anche volendo mi era impossibile visitarli tutti. Ora sono circa 120 e stimo che tra non molto arriveranno ad un centinaio. A quel punto dovrebbero essere stabili o in leggera crescita.

In particolare ho notato che i miei contatti in iobloggo stanno calando molto più in fretta degli altri; stimo che molto a breve ci sarà il sorpasso degli utenti in WordPress, mentre quelli in Blogspot si avvicineranno alla parità. Sostanzialmente le tre piattaforme maggiori adesso si equivalgono, e il mio blog è un po’… cittadino del mondo 😀

Perché i contatti di iobloggo sono calati molto? Bé, credo che molti dei nuovi suoi utenti lo usino un po’ come usavano Splinder: non escono volentieri dalla piattaforma. Ricordo che nei primi tempi qualcuno si scusò perfino, dicendomi che “non riusciva a trovarmi”… In fondo un po’ me l’aspettavo: avevo notato che molti fuori-usciti da Splinder, in procinto di chiudere, avevano trovato momentanea nuova spinta dalla nuova avventura… per poi spegnersi definitivamente. E a livello globale iobloggo non può competere con gli altri colossi: esaurita la spinta splinderiana, sta rientrando in un più “normale” conteggio numerico (visto da “fuori”, eh! Chi c’è dentro magari non nota nulla…).

La buona notizia è che ormai quasi tutti i miei contatti, da qualunque piattaforma provengano,  sono contatti “veri”, gente che legge veramente ciò che trova sugli altri blog e che non fa’, non solo almeno, visite per “proselitismo”.

Ecco… curiosità terminata! 🙂

Tecnologia, il presente e il passato

Cosi’ oggi se n’e’ andato Steve Jobs… Una fine annunciata ma non per questo meno sentita, un incontro con la morte che anzi lui e’ riuscito a lungo a rimandare (probabilmente grazie anche ai suoi soldi ma personalmente, in un mondo basato sull’economia, la cosa non mi scandalizza piu’ di tanto). Non so voi, ma a me ha fatto una certa impressione vedere il cordoglio che ha suscitato la sua scomparsa in tutto il mondo, al pari e forse piu’ di un capo di stato o una altissima figura religiosa (come puo’ esserlo il papa). Le frasi in sua memoria che piu’ spesso leggo dicono che e’ stato un uomo capace di cambiare il mondo. Cosa che e’ innegabilmente vera. Non credo che Jobs avesse piu’ conoscenza degli altri, ma sicuramente aveva un’altissima determinazione ed una alta considerazione di se’ stesso e delle sue capacita’: a tutti noi vengono idee brillanti, ma pochi, molto pochi, danno ad esse seguito. C’e’ una regola, in cui io credo, che dice che se ad una idea non viene data immediato seguito, magari solo prendendone fisicamente nota, essa torna nel dimenticatoio in pochi minuti. E per sempre. Steve Jobs invece credeva di poter realizzare le sue idee, e aveva la determinazione per farlo.

Comunque questo mi ha fatto venire in mente quanto il mondo sia cambiato negli ultimi decenni. Pensate solo a cellulari e Internet… e’ innegabile che queste invenzioni hanno cambiato il volto della comunicazione e con esso il modo di vivere di milioni di persone in tutto il mondo. Sono certo che anche voi rimanete spesso sorpresi nel pensare che solo qualche decennio fa non esistevano ne’ gli uni ne’ l’altro. Come non esistevano altre cose, anche se credo che cellulari e Internet siano le due invenzioni piu’ rivoluzionarie nella storia recente dell’umanita’. Al pari dell’automobile e dell’elettricita’ del secolo precedente, direi 😉
Detto questo… come si stava prima? Era davvero meglio o peggio? La sera la gente vedeva la TV, o, ancora prima, si leggeva un libro… C’erano i giochi in scatola, o passatempi come le carte. Quando si usciva di casa… si svaniva nel nulla: nessuno poteva rintracciarti con il telefono, fino a quando almeno non fossi rientrato in casa o in ufficio. C’era indubbiamente meno informazione e piu’ ignoranza. Se non sapevi qual’era la capitale dell’Angola era difficile scoprirlo, a meno di non avere un’enciclopedia in casa (cosa che peraltro era piuttosto frequente). Oggi basta un PC, o perfino un cellulare con connessione internet, e conosci vita, morte e miracoli di quasi ogni cosa conosciuta. Puoi perfino rintracciare la via di un minuscolo paesino di campagna di cui altrimenti non avresti mai saputo l’esistenza. C’erano meno agenti dannosi per la salute… ma meno medicinali per le malattie, meno cure. In Italia la vita media a fine ‘800 si aggirava a poco piu’ di 40 anni.
Certamente si viveva (mediamente) meno di fretta, con piu’ calma. Ma chissa’ se piaceva davvero di piu’…
Insomma… non lo so. Ci sono persone come Jobs che hanno cambiato il mondo e gente che gliene rende merito o… colpa, salvo poi usare loro stessi le invenzioni in oggetto.
Personalmente credo che ogni invenzione e’ sempre e’ solo un mezzo, poco importa se reale o virtuale, e come tale non ha valenza positiva o negativa: e’ come lo usiamo a dargli tale valenza. E’ l’intenzione a dargliela. Cosi’, oggi abbiamo piu’ mezzi di ieri… Il problema e’: le nostre teste si sono evolute assieme alla tecnologia? Credo che la risposta non possa essere di massa: ognuno ha il potere e la responsabilita’ di come usa i mezzi che ha a disposizione… piuttosto che incolparli.
Gli inglesi dicono: “A careless worker blames his tools!” (“il lavoratore disattento da la colpa ai suoi attrezzi), e Asimov sosteneva che “La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta”. Come dire che l’errore sta casomai in chi lo usa 😉

arrabbiato col PC

La privacy su Internet

Il tempo (e il lavoro) sono in questi giorni davvero tiranni 🙂 per cui colgo l’occasione di uno scambio sul blog “Il diario di Murasaki” per riportare qua il mio pensiero in materia di Privacy su Internet 😉

Il problema in oggetto non e’ certamente nuovo, ricordo allarmi vecchi di anni sulla presenza di dati “sensibili” su Internet con conseguente rischio di furto d’identita’, truffe varie ed anche ricatti. Oggi pero’ il problema e’ rafforzato grazie ai motori di ricerca che, sempre piu’ potenti, permettono a chiunque di trasformarsi in veri e propri “segugi da Internet” alla ricerca dei misteri del passato altrui :-|. Mentre un “ragazzo di oggi” non e’ piu’ sorpreso da questo problema, visto che sa benissimo che qualunque cosa scriva sul web potra’ essere trovata da chiunque abbia voglia di farlo – ed anzi sono di solito ben contenti di tale visibilita’ come dimostrano i vari Social Network – il problema e’ piu’ sentito da chi, a questa enorme visibilita’, non e’ pronto, in sostanza a molti di noi che hanno iniziato quando era ancora possibile pensare che cio’ che scrivevano sarebbe stato fagocitato dalla rete e poi irrimediabilmente perso.
Ovviamente il problema dei dati sensibili investe tutti, immagino che anche molti di quei “ragazzi di oggi” che trattano cosi’ liberamente di se’ stessi su una vera e propria piazza pubblica – anche se virtuale – si troveranno nei pasticci domani (non a caso esistono oggi perfino delle agenzie che, ovviamente dietro lauta ricompensa, si occupano di cancellare le tracce lasciate sul web di chi si rivolge a loro), la differenza sta piu’ che altro nelle motivazioni: noi non potevamo sapere, eravamo sostanzialmente ingenui :-), loro al contrario fanno a gara per rendersi visibili, incuranti del fatto che la loro visibilita’ potrebbe attrarre qualche malintenzionato.
Sui fatti inerenti la nostra storia personale, quasi esattamente due anni fa scrissi a proposito della “Johari Window” (Psicologia: la Johari window, ampliare la nostra parte pubblica): un’interessante teoria sui benefici di rendersi “trasparenti” in pubblico. Credo che la validita’ di questa teoria si possa a maggior ragione applicare anche al mondo di Internet. A parte invitare gli interessati a leggere il post indicato, si tratta sostanzialmente di un principio semplice: se vivi in modo da non aver nulla da nascondere, non hai nulla da temere e puoi liberarti dalla paura – un po’ atavica, come sanno molti di quelli che, nonostante non stiano facendo nulla di male, istintivamente si spaventano quando vedono una pattuglia della stradale – di essere “colti in flagrante”.
Ecco, credo che questo semplice principio sia sempre valido ed anzi Internet ne possa essere “utile palestra”: se qualcuno ti “minaccia” di svelare chissacche’ e tu puoi far spallucce… be’, sei a posto 🙂 (o sei  incosciente, va da se’ :-D).
Cosa diversa sono i veri e propri “dati sensibili”, cose come i dati anagrafici, di residenza, per non parlare dei dati delle carte di credito, che possono permettere ad un malintenzionato di spacciarsi per noi acquistando su Internet con i nostri dati o commettendo qualsiasi altro genere di truffa.
Non bisogna insomma usare il web con timore, ma almeno con una basilare accortezza 🙂

Ladro

Di tutto un po’: Internet e l’amicizia uomo-donna…

09122009777Ieri (doveva essere “oggi”, ma sapete cosa è successo :-P) mi sono fatto una bella chiacchierata con il simpaticissimo Sherwood sul suo blog “Il Ritorno del Re” 🙂
E’ lungo e, per chi lo legge fuori dal contesto del post originale, può apparire un po’ sconclusionato, saltando apparentemente di palo in frasca 😐 ma… al limite può essere utile per prendere sonno, non sia mai soffriate di insonnia 😀

Ah… le foto sono mie: la prima e l’ultima sono del mio mare, poco dopo l’alba e poco prima del tramonto 😉 E nel mezzo… bé, Julius che – giustamente – nel frattempo si è addormentato! 😀

Buona lettura 🙂


Dico spesso che Internet e il mondo dei blog sono uno spaccato della società: non potrebbe essere altrimenti essendo composti dalle stesse persone che di essa fanno parte.

Un tempo, forse, era diverso. Un tempo Internet non era “per tutti”: ci andava chi ne aveva accesso dall’ufficio o quei pochi (rispetto a quanti siamo adesso) che avevano un PC a casa, con il modem per effettuare la mitica connessione dati via telefono, con quel “biribiribi ” che era proprio spassoso  😛
Che tempi!  🙂

A proposito… ma lo sapevi che da un certo punto in poi quel suono è diventato… falso? 😮 Il modem che si connette automaticamente senza bisogno sia tu a fare il numero (ormai tutti modelli relativamente recenti) non avrebbe ovviamente “bisogno” di far udire all’utente i toni di connessione e di “handshaking” (toni che servono al modem a scambiarsi le prime informazioni con il server dall’altra parte); che gli importa che tu li oda? Mica è da te che si aspetta risposta  😉 Ma qualcuno decise che era necessario dare un segno “di vita” all’utente, un segno che il sistema, in attesa di aver stabilito la connessione, stava lavorando. Così memorizzarono un suono simile nel modem una volta per tutte ed esso iniziò ad essere ripetuto pedissequamente ogni volta, anche se tecnicamente non serve a nulla e perfino quando – a causa di un errore o di mancanza di linea – il modem magari non sta riuscendo a stabilire la connessione!!  😐
Che delusione quando lo scoprì! 😀

Julius crollaComunque, tornando a bomba (come direbbe Bush), ovvero a Internet, la maggior parte delle persone non solo ne era tagliata fuori, ma lo vedeva addirittura come un oggetto strano e sconosciuto, del quale avere, se non paura, almeno diffidenza. Ti ricordi quando conoscevi qualcuno via Internet? C’era subito chi ti diceva di non fare sciocchezze, perché poteva essere molto pericoloso! 😛
In realtà però c’era una sorta di pre-selezione: esistevano “bastardi”, è vero, ma il livello, per i motivi che ho detto, era generalmente medio-alto.

Poi, via via, hanno iniziato a poter connettersi un po’ tutti, al punto che, grosso modo, è divenuto appunto una rappresentazione sempre più fedele della società, con i suoi pregi e i suoi difetti. Diciamo solo che, a volte, grazie al fatto di poter nascondersi dietro a un nickname, se non addirittura a un completo anonimato (sì, proprio quelli che ti stanno, giustamente, sulle palle ;-)), le figure divengono più estremizzate, più… colorite, ma la sostanza fondamentalmente non cambia: I “falsi d’autore”, quelli che si divertono ad assumere volutamente un’altra identità, completamente diversa dalla propria, non sono molti. Anche se, certamente, possono rovinare “una piazza”.

Tutta questa lunga dissertazione per arrivare a dire che, chi non crede all’amicizia uomo-donna “fuori”, non ci crederà nemmeno “dentro” (in Internet intendo), e viceversa.

Ad esempio, ricordo un amico che non credeva all’amicizia uomo-donna, sostenendo le classiche regole citate in “Harry ti presento Sally” (le ricordi? ;-)); in più, con una certa coerenza di fondo, arrivò a sostenere che “lì [in Internet] ci vanno solo quelli e quelle che cercano la scopata” 😛 Ovviamente escluse motivazioni di lavoro.

Io invece, come te, oltre a credere che Internet possa avere anche altri fini (niente da dire su chi vuole davvero usarlo solo per i suddetti… scopi, ma sono convinto che non sono nemmeno la maggioranza), so – non dico “credo” – che l’amicizia tra uomo e donna esiste eccome.

Non ho molti amici, di fatto non credo che sia possibile avere “molti” amici. La vera amicizia comporta un legame che si costruisce nel tempo, che una volta consolidata permette certamente di perdersi di vista anche per anni eppure restare viva, ma occorre tempo e conoscenza reciproca perché si arrivi a tanto. Come è possibile avere, poniamo, 100 amici?  😐 Puoi dirlo in senso lato, tanto per farti capire: “Ah, io ho un sacco di amici!”, ma in realtà intendi dire “ho un buon giro di conoscenze”.

Julius crolla 2Però, tra questi amici, credo proprio di avere più donne che uomini.
E sgombriamo subito il campo anche dalle classiche domande maliziose (come si capisce mi è già capitato di affrontare l’argomento ;-)): un’amica è un’amica, non importa come è arrivata ad esserlo.
Ho amiche con le quali non è mai esistito un filo di attrazione, né da una parte né dall’altra. Altre con le quali all’inizio poteva esserci qualche dubbio o ambiguità sulla motivazione che stava alla base del desiderio di conoscersi, almeno da parte di uno dei due. Altre ancora sono state mie compagne prima di diventare, una volta terminato il rapporto e passato io “periodo di lutto”, amiche.

Certo, quando ero un ragazzo anche io – inconsciamente – feci qualche volta l’errore di “fare l’amico” quando in realtà volevo di più. Certo, in questo modo buttai via parecchio tempo, che non è, ovviamente, più tornato. Ma in fondo anche quello è stata vita e insegnamento, e non lo rimpiango. Ad un certo punto imparai a “capire e distinguere”: capire cosa voleva l’altra persona, distinguere cosa avrei voluto io. E comportarmi di conseguenza, scegliendo se allontanarmi o restare, ma stavolta senza ambiguità.
Sono sempre stato convinto che anche il desiderio, se non ha riscontro, col tempo scemi lasciando il posto a sentimenti meno passionali, ma non per questo meno importanti. Almeno credo che ciò succeda nelle persone con equilibrio e pazienza almeni medi, e che davvero siano interessate a mantenere un rapporto di amicizia. Sai quante sedicenti amiche si sono allontanate allorché capivano che “non c’era trippa per gatti”? E certamente molte donne possono dire lo stesso di molti uomini.

In quanto al fatto che chi, uomo, in Internet annoveri amicizie maschili, o, donna, annoveri amicizie femminili, allora debba essere per forza omossessuale… bé, onestamente la trovo addirittura una ipotesi risibile, alla quale non avevo nemmeno mai pensato 😛
Pensa che tra i miei contatti (gli “amici” di Splinder) ho anche un paio di omosessuali maschi, e quando mi capita di passare sui loro blog lascio volentieri il mio contributo, esattamente come faccio con tutti gli altri. Ci mancherebbe. Spero davvero che la grande maggioranza della gente non si faccia ancora questo genere di pensieri, sarebbe un pochetto deprimente!  😦 Ma se devo chiamare Lady-Wolf (come la chiami simpaticamente te) a testimoniare che omosessuale non lo sono… bé, ditemelo! 😉

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Un’intervista per te! Non te l’aspettavi, eh!? :)

 

Agosto! 🙂 Blog che vanno in ferie, qualcuno che ne approfitta per salutare e dire addio 😐 Visite che crollano (mie comprese! eheheh :-P), ma… Agosto è così! 😉 Com’è che si dice? 😐 “Agosto, blog mio non ti conosco!” 😀
Comunque, siccome qualcuno c’è anche in questo periodo, cerco di proporre qualcosa che – lanciato da Anneheche/CarisW – pare interessare molto: l’intervista! 😀
Le domande che troverete sono le più generali possibili, dovendo non rivolgersi ad una persona in particolare ma un po’ a tutti 🙂 e sono fatte soprattutto per… far parlare voi! Possibilmente dopo aver riflettuto 😉
Potete rispondere qua, nei commenti, oppure farlo nei vostri blog, semplicemente inserendo come commento il link al vostro post.
Buon divertimento! 🙂


1) Si dice che solo i grandi eventi siano in grado di cambiare la vita; qual è stato l’evento che più ti ha portato ad essere come sei ora?

2) Hai mai riflettuto seriamente sull’aldilà? Credi che esista vita dopo la morte? Perché? E’ solo perché ti è stato insegnato così al catechismo, ci hai riflettuto veramente o è accaduto qualcosa che a questa conclusione ti ha portato?

3) Tutti siamo capaci di lamentarci della nostra vita, ma in pochi sappiamo davvero cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare. Tu sai davvero cosa vuoi o sai solo cosa NON vuoi?

4) Personalmente sono sempre più portato a pensare che il segreto della vita sia semplicemente… vivere; credi che la vita abbia qualche diverso e più “alto” significato?

5) Hai buoni ricordi del passato?

6) Hai paura del futuro?

7) Perché Internet e/o i blog? Cosa cerchi davvero in questo mondo virtuale?

8) Capisco l’immagine di una donnina discinta messa da una donna su un blog maschile… ma la stessa messa su un blog femminile… la gente si chiede: “perché?” 😀
Non sarebbe allora più logica un’immagine maschile? E’ anche questa una forma di “pubblicità”, forse? 🙂

9) Vai a dare un’occhiata qua:
Sei più “Miciona-Sissi” o “Piccola-Peste-Julius”? 😛

10) Ti è piaciuta l’intervista? 🙂

 

Come nacque il nickname Wolfghost – La teoria dei campi morfogenici

Wolf 5A parte che stavo scrivendo da mezz’ora e… ho di nuovo perso tutto (maledette tastiere che sbagli un tasto e “ciao” :-o), stasera volevo parlare, dato che mi viene chiesto spesso e che credo sia meglio qualcosa di leggero in questo periodo, di come nacque il mio nickname 🙂

Era il 2005 e volevo iscrivermi ad un sito; la scelta del nickname fu’, come sempre, il primo passo. Mi piacevano sia l’idea del “lupo” che quella del “fantasma”, entrambi atavicamente evocativi di mistero, timore e essenza solitaria (Il lupo, nonostante viva soprattutto in gruppo, e’ spesso percepito come un essere solitario). Inutile dire che tali nomi, nonche’ tutti i loro sinonimi, erano gia’ presi in tutte le variazioni possibili 😦
Poi ebbi l’idea di accostarli, pensando che il loro significato si sarebbe rafforzato a vicenda.
Preferi’ “il fantasma del lupo” al “lupo fantasma”, forse perche’ l’idea di “sfuggevolezza” era maggiore, oppure semplicemente perche’ “wolfghost” suonava meglio di “ghostwolf” 🙂
Devo dire pero’ che in un secondo tempo mi rispecchiai nell’accostamento dei due archetipi, essi esprimevano due parti della mia personalita’: l’essenza introspettiva e l’istintivita’ innata dell’animale.
Cosa poi questo voglia dire nello specifico… eheheh be’, fa parte del mistero, no? 😛

Ma veniamo agli aspetti curiosi…

Dopo pochi mesi, provai a buttare il mio nickname su un motore di ricerca e scopri’ che esisteva un altro wolfghost: un americano che scriveva poesie. Mi ritrovai nello spirito del suo sito, anche le poesie avrebbero tranquillamente potuto essere le mie se… io non preferissi la prosa (probabilmente anche per incapacita’ poetica, eh! :-D): i concetti espressi nelle sue poesie e nei miei scritti erano equivalenti, al punto da suscitare in molti la perplessita’ che io e questo tale fossimo la stessa persona… ma non era cosi’, ve l’assicuro, il mio inglese non mi avrebbe permesso di scrivere addirittura poesie 😐
Pensate adesso al mio stupore quando, leggendo i dati anagrafici del proprietario del sito americano, scopri’ che… era incredibilmente nato uno o due giorni prima di me: stesso anno, stesso mese, solo uno o due giorni prima 😮

Dopo poco tempo, non piu’ di un paio d’anni direi, feci la stessa “ricerca” e scopri’ che il web (e non solo)… si era riempito di wolfghost: americani, inglesi, tedeschi, giapponesi… perfino un gruppo musicale rock! 😛
A tal proposito, il dominio http://www.wolfghost.com e’ in vendita (a meno che non sia stato acquistato recentemente) da diverso tempo ormai, ma il prezzo e’ molto alto: qualche furbone l’ha evidentemente acquistato per poi rivenderlo! 😮

scimmiaRicordo che molti anni fa’ lessi su un interessantissimo libro – che tra l’altro diede il titolo al blog: “Alla ricerca dell’anima” – la teoria dei campi morfogenici. Potete facilmente trovarla nel web, ma sostanzialmente ipotizza che il mondo sia immerso in una sorta di “campo di memoria collettiva” nella quale finiscono, sotto forma di ricordi, tutte le esperienze vissute e che queste possano quindi essere “pescate” da chiunque, non importa la distanza.

Esiste addirittura l’aneddoto di due gruppi di scimmie posti su due isole fuori portata visiva l’una dall’altra. Entrambi si nutrivano di frutta semplicemente raccolta dagli alberi, fino a quando una scimmia, forse per puro caso, scopri’ che… sciacquarla in mare era meglio!
Be’… in poco tempo tutte le scimmie fecero lo stesso… si’, ma tutte: quelle poste sulla stessa isola e quelle poste sull’altra, che non potevano aver visto… 😮

Facile l’accostamento con invenzioni avvenute apparentemente in modo casuale nel medesimo periodo in diverse parti del mondo, come ad esempio il telefono di Meucci e Bell…

… che sia cosi’ che nascono i Wolfghost? 😛

Un riconoscimento al web

httpE riconosciamogliela una volta tanto la sua importanza a questo bistrattato web!  😛

Poco fa, in uno degli ultimi commenti al mio post precedente, affabile (blog: coloreazzurro) mi ha chiesto se 20 anni fa avrei  immaginato quanto la rete avrebbe cambiato la nostra vita e modo di esprimerci, supponendo – a ragione – che avrei colto l’occasione per un nuovo post. D’altronde lei mi conosce da prima che sbarcassi su Splinder 😉

No, ovviamente chiunque sostenga di averlo all’epoca immaginato è un palese bugiardo 🙂

internetRicordo ancora il servizio della Rai, alla fine del telegiornale, che annunciava questa rivoluzionaria idea di far comunicare PC tramite la linea telefonica. Ero un ragazzo all’epoca, non so dire esattamente quando successe, poiché Internet è in evoluzione fin dal lontano 1969, quando – ovviamente per scopi militari – gli americani diedero seguito al progetto ARPANET, ma il momento in cui si ebbe la percezione di un Internet libero ad accesso mondiale, e dunque la Rai mandò quel servizio, non so ricordarlo…

Ma certamente nessuno si sarebbe aspettato una rivoluzione di tale portata. Ricordo la chiacchierata con un mio caro amico (anche lui approdato su Splinder prima di me: Hindie, blog: follesaggezza) che mi diceva che le aziende non si sarebbero mai fidate di un approccio commerciale del genere, e che perciò, almeno in campo commerciale, non avrebbe preso granché piede.

E invece… a smentire un po’ tutti, Internet ha davvero cambiato il mondo, i rapporti tra le persone e perfino il concetto stesso di libertà.
Non è un caso la levata di scudi che si alzo’ quando l’anno scorso o due anni fa, ci fu chi propose di tassare i blog. Ciò venne percepito come un tentativo di legare la libertà di espressione.

chat Nel corso degli anni però la percezione che gli utenti hanno di Internet è molto cambiata a mio avviso. A lungo si è parlato di mondo virtuale, volendo con questo indicare che i rapporti che si creavano non erano fra persone in carne ed ossa ma tra “entità virtuali”, per lo più percepite spesso come false e ingannevoli.

Oggi, chi è sul web da tanto, non fa più questa netta distinzione tra web e mondo, esso sa che incontrare una persona sul web o in un locale non cambia granché: sta sempre comunicando con una persona in carne ed ossa. Paradossalmente oggi si ha molto più di un tempo il “polso” che Internet è solo… quello che deve essere: un mezzo di comunicazione, di scambio, tra persone reali. Con buona pace della virtualità 🙂

La stanza di Dora Come scrivevo sul blog della cara amica Dora – nick ilavi – nell’occasione del terzo compleanno del suo splendido blog La stanza di Dora, quando mi capita di leggere che uno di noi blogger sta male o attraversa un momento particolarmente difficile, spesso sento una stretta al cuore, come se si trattasse davvero di un vecchio amico.

E questo, ripeto, per noi non suona più strano come poteva essere un tempo: sappiamo bene infatti che dietro ogni nickname c’è un cuore che batte.

Un tributo dunque al web, che, se usato propriamente, è una vera miniera di opportunità, informazioni, interessi e condivisione 🙂