Potrebbe sembrare il titolo di un remake cinematografico, invece è l’ennesima (ma diluita in diversi anni, eh!) analisi delle dinamiche del web.
Lady Wolf pochi giorni fa mi ha dato un annuncio choc. Con quella fantastica ingenuità che tanto la contraddistingue, come nulla fosse mi ha detto “Oggi mi sono cancellata da Facebook” 😮 L’annuncio è stato spiazzante perché non solo non era successo nulla che potesse farlo prevedere, ma anche perché – pur non essendone un’accanita fan – lo usava spesso. Le motivazioni sono state che si era stufata della superficialità degli argomenti che ci si trovano sopra (“ma che me ne frega a me del piatto che sta cucinando la casalinga X?”) e che tutto sembra essere scritto per… apparire, per vincere il confronto.
Adesso, sebbene sia chiaro e evidente che molti utenti sono utenti “sinceri”, è indubbio che queste sono anche le motivazioni che me ne hanno tenuto lontano. Sono iscritto, vero, ma le mie apparizioni lì sopra sono rare, di solito limitate a quando mi arriva una e-mail che mi dice che qualcuno ha scritto qualcosa sulla mia bacheca. Il famoso tag che poi scopri non avere quasi mai a che fare con te… mah! 😐
Al di là di cosa dice qualche esperto, ovvero che l’andamento di Facebook appare virale, rapida diffusione seguito ad altrettanto rapido declino, una cosa mi appare evidente: Facebook sta invecchiando. Se prima Facebook era il Fast Foot di Internet, oggi ci sono altri Social Network che sono ancora più spicci, come Twitter e Instragram, e i giovani, sempre alla ricerca del Fast Food che più Fast Food non si può, sono inevitabilmente attratti da questi ultimi. Invece ho notato curiosamente che è in rapida ascesa la presenza di persone della “terza età”, probabilmente contente di aver trovato un modo per restare in contatto più assiduo con figli e parenti. Quanto poi questo sia da questi ultimi davvero gradito e non rischi di essere scusa per essere ancora meno presenti fisicamente, non mi è dato di saperlo.
I succitati Twitter e Instagram non li conosco personalmente ma solo per sentito dire. Addirittura ho dovuto fare una ricerca su Google per essere certo di aver scritto correttamente “Instagram”. La prima voce che è uscita è stato il link al sito. La seconda il fatto che “L’attrice X è nuda su Instagram!”… penso che la dica lunga.
Inoltre non dobbiamo dimenticarci del nuovo fenomeno dei servizi di instant messaging sugli smartphone: sempre più persone usano ad esempio WhatsApp laddove una volta, attraverso il proprio cellulare, si connettevano a Facebook. Non è certamente un caso che Facebook abbia sborsato 19 miliardi di dollari (!) per acquistare WhatsApp. Che poi… non potete immaginare l’orrore con il quale ho visto che le famose “catene”, anche vecchie di anni, iniziavano ad essere riproposte una dopo l’altra su WhatsApp 😮 😦
E veniamo al nostro caro mondo dei blog. Essendo i fast-fooddiani migrati altrove, questo mondo appare adesso più stabile e sicuramente molto più serio. Ricordo il genere di commenti che ricevevo nei primi anni: molte immaginine ammiccanti e commenti… stile facebook. Ora, quando ho il tempo di rispondere, mi tocca impegnarmi davvero perché i commenti che trovo sono tutti di spessore. Ovvio che numericamente questo cambio non ha pagato: i commenti e le visite che ricevo sono circa un quinto di quelli dei “tempi d’oro”. Ma, a parte che ciò è anche dovuto al mancato meccanismo della “visita e controvisita” – oggi non riesco a visitare i blog altrui con la stessa frequenza di una volta – sinceramente non solo non m’importa, ma è anche più adatto al mio stile di vita odierno: non avrei il tempo di essere più presente e, conoscendimi, me ne farei un cruccio.

Come la maggior parte di voi che leggete, io sono un ex splinderiano. Per chi invece non venisse da lì, “Splinder” era una piattaforma di blog alla quale si rivolgeva la grande maggioranza dei blogger italiani e che chiuse i battenti circa due anni e mezzo fa.
Allo scopo di non perdere i contatti, mi creai una pagina excel con i nuovi indirizzi dei blog-amici convinto che sarei rimasto in contatto con loro nonostante la diversità della piattaforma. In fondo Internet è “libertà” per definizione, no? E poi anche su Splinder avevo già diversi contatti che arrivavano da “altrove” (anche gente che un blog non l’aveva proprio).
In particolare ho notato che i miei contatti in iobloggo stanno calando molto più in fretta degli altri; stimo che molto a breve ci sarà il sorpasso degli utenti in WordPress, mentre quelli in Blogspot si avvicineranno alla parità. Sostanzialmente le tre piattaforme maggiori adesso si equivalgono, e il mio blog è un po’… cittadino del mondo 😀
piattaforma. Ricordo che nei primi tempi qualcuno si scusò perfino, dicendomi che “non riusciva a trovarmi”… In fondo un po’ me l’aspettavo: avevo notato che molti fuori-usciti da Splinder, in procinto di chiudere, avevano trovato momentanea nuova spinta dalla nuova avventura… per poi spegnersi definitivamente. E a livello globale iobloggo non può competere con gli altri colossi: esaurita la spinta splinderiana, sta rientrando in un più “normale” conteggio numerico (visto da “fuori”, eh! Chi c’è dentro magari non nota nulla…).
Cosi’ oggi se n’e’ andato Steve Jobs… Una fine annunciata

Ieri (doveva essere “oggi”, ma sapete cosa è successo :-P) mi sono fatto una bella chiacchierata con il simpaticissimo Sherwood sul suo blog “Il Ritorno del Re” 🙂
Comunque, tornando a bomba (come direbbe Bush), ovvero a Internet, la maggior parte delle persone non solo ne era tagliata fuori, ma lo vedeva addirittura come un oggetto strano e sconosciuto, del quale avere, se non paura, almeno diffidenza. Ti ricordi quando conoscevi qualcuno via Internet? C’era subito chi ti diceva di non fare sciocchezze, perché poteva essere molto pericoloso! 😛
Però, tra questi amici, credo proprio di avere più donne che uomini.


Ricordo che molti anni fa’ lessi su un interessantissimo libro – che tra l’altro diede il titolo al blog: “Alla ricerca dell’anima” – la teoria dei campi morfogenici. Potete facilmente trovarla nel web, ma sostanzialmente ipotizza che il mondo sia immerso in una sorta di “campo di memoria collettiva” nella quale finiscono, sotto forma di ricordi, tutte le esperienze vissute e che queste possano quindi essere “pescate” da chiunque, non importa la distanza.
E riconosciamogliela una volta tanto la sua importanza a questo bistrattato web! 😛
Ricordo ancora il servizio della Rai, alla fine del telegiornale, che annunciava questa rivoluzionaria idea di far comunicare PC tramite la linea telefonica. Ero un ragazzo all’epoca, non so dire esattamente quando successe, poiché Internet è in evoluzione fin dal lontano 1969, quando – ovviamente per scopi militari – gli americani diedero seguito al progetto ARPANET, ma il momento in cui si ebbe la percezione di un Internet libero ad accesso mondiale, e dunque la Rai mandò quel servizio, non so ricordarlo…
Nel corso degli anni però la percezione che gli utenti hanno di Internet è molto cambiata a mio avviso. A lungo si è parlato di mondo virtuale, volendo con questo indicare che i rapporti che si creavano non erano fra persone in carne ed ossa ma tra “entità virtuali”, per lo più percepite spesso come false e ingannevoli.