La coscienza della morte negli animali

Sissi, Julius e Numa, 2013

Una cosa di cui sono ormai ragionevolmente sicuro è che gli animali non hanno coscienza della morte.

In questi giorni mi è capitato sovente di vedere Numa e Sissi aggirarsi per casa, in camera in particolare, e guardare attentamente nei posti, nelle cucce, dove Julius soleva andare negli ultimi tempi.

Soprattutto Numa sembra sorpresa di non vederlo. A volte sembra… aspettarlo, come se, anche questa volta, Julius si fosse allontanato per, presto o tardi, ritornare.

Una notte di due anni fa’ Julius cadde dal balcone della casa dove abitavamo, al primo piano di una palazzina.

Noi non c’eravamo, avevamo fatto un breve “scambio casa” con una zia di Lady Wolf per avere modo di stare qualche giorno con sua nonna, a 400 chilometri di distanza. Quando la zia ci avvisò che non trovava più Julius, tornammo precipitosamente indietro… ma lui non c’era.

Julius riposa dopo essere stato ritrovato, 2013

Furono giorni terribili. Non c’è nulla di peggio di immaginare il proprio amato animalotto impaurito, nascosto chissà dove, morire di fame a poco a poco.

Lui non era abituato a stare fuori, non ce l’avrebbe mai fatta. Per fortuna, grazie a Lady Wolf che non si diede per vinta, lo ritrovammo quando io, ormai, iniziavo a perdere la speranza.

Se cercate nel blog, mettendo “Julius” come parola chiave, certamente vi uscirà quanto scrissi allora.

Quando lo riportammo a casa, sano e salvo, Numa, a sorpresa, si arrabbiò con lui, forse perché sentiva un odore diverso prendendolo perciò per un altro gatto. I gatti, come i cani, vanno molto a “fiuto”. Comunque poche ore dopo si riappacificarono.

Poi c’è stata la notte in cui Julius venne ricoverato dal veterinario. Anche lì Numa lo vide ritornare.

Credo che lei, ancora, si… sorprenda di non vederlo. Forse, a modo suo, si pone delle domande. Ma non credo “sappia” che è morto. Non credo che gli animali abbiano questa coscienza, che sappiano cosa è la morte.

Ed è una cosa bellissima, che invidio loro tantissimo!

Si potrebbe obiettare che ci sono cani che vanno sulla tomba del padrone defunto, ma questo non significa che sanno che è morto. Penso che anche lì… si aspettino di vederlo tornare. Come Hachiko che, fino alla sua stessa morte, andò ad aspettare il ritorno del suo “amico umano” alla stazione ogni giorno.

Mi sono rovinato parte della vita, “grazie” alla consapevolezza della morte. Credo che questa sia la vera punizione dell’umanità per aver colto la mela dall’albero della conoscenza.

Personalmente preferirei essere ignorante. Preferirei essere… un gatto.

Numa oggi

Mi presento, sono Perseo, ovvero il Quarto Gatto :-)

Perseo era un semidio, figlio di Zeus e… ah, no, quella era un’altra storia! 😛 Perseo sono io, il gatto rosso in foto, buongiorno a tutti!

Erano tanti giorni ormai che vagavo in un’area picnic in cima ad un monte quando sono stato avvicinato e rifocillato da due gentili persone con il loro cagnolino.

Vedendomi magro magro e vista l’area isolata, dopo aver chiesto alle poche case della zona, mi hanno preso e mi hanno portato per un controllo da un veterinario che mi ha visitato e fatto un piccolo prelievo per i test di rito.

Mi ha fatto un po’ male quell’ago nella zampina, ma… tutto bene mi hanno detto, e questo è ciò che conta!

Dicono che sia stato… abbandonato 😦 ma – a differenza di tanti altri amici, gatti e cani, che purtroppo non ce la fanno – sono stato fortunato: la notte stessa un temporale violentissimo si è abbattuto su quella zona, io però ero già all’asciutto!

Infatti, una volta avuto il risultato del test, le due persone con quel simpatico cagnolino, mi hanno portato a casa con loro…

Lì ho trovato… quanti erano? Ah, sì! Altri sei occhi di gatto a guardarmi! 😮 😮

Bé, io li ho tenuti lontano! Purtroppo non l’hanno presa molto bene e mi hanno dato dell’antipatico, ma… che ne sapevo io di cosa volevano da me? 😦

Ora ci siamo rilassati un po’ di più, anche se resto l’osservato speciale: c’è sempre qualcuno degli altri gatti a tenermi sott’occhio… a debita distanza.

Comunque, dove ero rimasto? Ah sì, appena portato a casa ed aperta la gabbietta ho sentito… odore di cibo! 😮 Era la pappa avanzata dal cane, che spreco! 😐 Così ci ho pensato io! 😉

In questi giorni ho mangiato tanto, vedevo perfino un po’ di stupore, ma… ragazzi, provate voi a nutrirvi di avanzi o di quel che trovate su un cucuzzolo per giorni! Ne ho da recuperare!

In attesa di conquistare i gatti indigeni (o farmi conquistare da loro, chissà… ), io gioco da solo, ecco! Non sanno cosa si perdono!

Come dite? Provare a smettere di ringhiargli e soffiargli? 😐 Uhm… Ok, ci proverò, promesso! 🙂

Ad ogni modo, vi sembro preoccupato forse?

Chiuso (per un paio di giorni) per trasloco! :-D

Ebbene sì, finalmente l’ennesimo trasloco è arrivato! 😛 Se sembro contento è perché anche se la preparazione è stata meticolosa, con tanto di diagramma con date e attività da fare, e questo ci ha aiutato a non dimenticare nulla, è stata davvero lunga e faticosa, al punto che non vedo l’ora di aver “saltato il fosso” nella giornata di domani (oggi, per voi che leggete). Da domani sera saremo residenti nella nuova cittadina, torno vicino al mio mare! Anche se certamente dovremo ancora far un po’ di spola per sistemare e portare le ultime cose.

La cosa che ci preoccupa di più? Numetta! La gattina in primo piano nella foto a fianco (quella più distante dall’acquario) 😐 Anche se è tanto affettuosa, è rimasta un po’ selvatica e riuscire a metterla nel trasportino è sempre una battaglia per tutti, per noi e per lei. Speriamo bene! Non vorrei si facesse male (se noi ci becchiamo qualche graffio pazienza! :-D). Certamente tra lei, Julius e Sissi (e Tom), sarà un bel concerto durante il viaggio verso la nuova destinazione! 😛 A seguire nelle preoccupazioni, bé c’è l’acquario. Spostare un acquario è sempre un’impresa, spero anche in questo caso che non si faccia male nessuno (dei pesci, naturalmente): bisogna “pescarli” e metterli in appositi contenitori riempiti con la stessa acqua dell’acquario; svuotare lo stesso ma non completamente (le piante devono stare in ammollo) e l’acqua recuperata va tenuta in apposite taniche perché servirà a non fare un eccessivo cambio d’acqua che farebbe male ai pesci.

Bene, meglio che vada a nanna, dato la giornata campale che ci attende!

Da domani ci troverete qua 😉 :

http://it.wikipedia.org/wiki/Arenzano

 

Jonathan, un nuovo amico

Come avevo certamente già scritto, e forse voi letto, nel parco del quartiere di Genova dove abitavamo fino ad un paio di anni fa, c’è una numerosa colonia felina. Quando abitavo lì evitavo di avvicinarmici troppo perché sapevo che altrimenti avrei finito per affezionarmi 🙂 Lady Wolf però iniziò a farsi qualche amichetto tra di loro, me li presentò e così mi trovai presto coinvolto 😉

Iniziammo a portare un po’ di pappa ogni tanto a questi mici “storici”, erano tre esattamente: Sic, un tigrato con l’occhio un po’ sbrincio ma molto simpatico e affettuoso, Nerina, una gatta nera con una voce squillante e un bel caratterino dominante, e Squamotta, una gatta a “squame” nere e marroni con dei problemi di salute che, purtroppo, ci ha lasciato l’anno scorso.

Per varie ragioni, tra le quali la chiusura al pubblico del giardino all’italiana del parco che ci fece ritrovare tutti al di fuori di esso, il numero di gatti che usufrivano del pasto serale aumentò via via fino ad arrivare a venticinque/trenta gattonzoli che conosciamo uno a uno, a quasi tutti abbiamo dato un nome 🙂

Ogni tanto c’è un nuovo arrivato. Ogni tanto, purtroppo, qualcuno non si vede più.

Adesso che non abitiamo più in zona riesco a passare solo ogni due o tre giorni, verso la tarda sera, ma loro per fortuna non dipendono da me, ci sono le gattare che ci passano ogni mattina, diciamo che il mio è solo uno spuntino in più.

Ogni tanto, soprattutto nei mesi primaverili e estivi nei quali il parco resta aperto fino alle 19,30, con me viene il fido Tom. Lui è cresciuto con un gatto e, da anni, convive con tre di loro, i nostri Sissi, Julius e Numa. I gatti del parco ormai lo conoscono, soprattutto quelli più “anziani” che lo vedevano molto più spesso i primi due anni. Lui conosce loro. Così, quando vado al parco assieme a Tom, alcuni dei gatti vanno addirittura a dare il benvenuto a lui, anziché a me 🙂 Forse lo hanno identificato come colui che porte le crocche, o magari gli è davvero simpatico, chissà! 😛

Nella foto, quello più vicino a Tom è Numetto, così chiamato per la somiglianza con la nostra Numetta di casa: anche lui è un tigrato dalla punta di coda bianca, e anche lui parla poco… anzi, non parla per nulla, apre la bocca come se miagolasse ma non si sente niente 😀 Ha una autentica predilezione per Tom: lo segue, gli da’ le testatine in segno di affetto, ma non è il solo eh! 😀 Tom è un po’ imbarazzato e cerca di allontanarsi corricchiando via 😉 L’altro in foto è un bel gattino a pelo lungo, uno dei miei preferiti perché ti guarda fisso negli occhi, non tutti i gatti lo fanno, soprattutto tra i randagi. Ma chissà… forse lui non è sempre stato un randagio 😦

Ad ogni modo, da qualche settimana si è aggiunto un nuovo amico: Jonathan! Chi è, o meglio cos’è, forse l’avete già indovinato… è un bel gabbiano! 🙂 Essendo Genova una città di mare, di gabbiani ce ne sono tanti e, purtroppo, ultimamente si stanno facendo la cattiva fama di violenti. Si dice di loro che siano diventati aggressivi e che, dalle zone immediatamente vicine al mare, abbiano colonizzato parti della città dove prima non andavano. In realtà gli esperti dicono che la colpa è dell’uomo che sta rovinando il loro habitat naturale.

Comunque Jonathan è un gabbiano speciale 🙂

Come forse riuscirete a vedere da questa foto, scattata da Lady Wolf, il poverino manca di una zampa: ha solo un moncherino, non è la solita artrite che affligge e storpia molti volatili, da vicino sembra quasi che la zampa sia tagliata di netto… forse una trappola, o magari è proprio nato così. Ad ogni modo, sebbene sia capace di volare e zampettare, a volte su una zampa, a volte aiutandosi con il moncherino, questo handicap evidentemente lo limita un po’, lo affatica, e così ha scelto il parco come sua casa stabile a differenza di altri gabbiani che vanno e vengono.

E’ un gabbiano educato: non ruba il cibo ai gatti e non è violento con loro, anzi a volte qualche gatto un po’ più intraprendente lo fa scappare. In genere va a mangiare le crocche che i gatti hanno distrattamente lasciato in giro. Da quando me ne sono accorto però gliene riservo una manciata di crocche anche per lui (nella foto se ne scorgono ancora un po’, davanti a lui). Spero non gli facciano male, e comunque è solo ogni due o tre giorni.

Ieri, finito con i gatti “di sotto”, appena varcato il cancello del parco, io e Tom ci siamo direzionati verso la parte posteriore al giardino all’italiana, in pratica girandoci attorno. Mi sono accorto che un gabbiano ci volava sopra ma non gli ho dato peso, come ho scritto ci sono tanti gabbiani in zona. Appena voltato l’angolo però… Jonathan è atterrato e ci ha letteralmente salutati con alcuni versi! 😀 Allora mi sono avvicinato, non troppo sennò si spaventa, e gli ho dato la solita manciata di crocche che ha mangiato avidamente 🙂

Tutto questo mi ha fatto pensare a come siamo sensibili, e perciò a come dovremmo stare attenti, alle informazioni che ci arrivano e ci circondano.

I gabbiani sono sempre stati tra i miei animali preferiti ma, ultimamente, in seguito alla campagna diffamatoria sul loro conto, mi sono accorto che me ne ero un po’ inconsciamente allontanato. C’è voluto Jonathan per farmene accorgere e per farmi pensare che, così come per i gatti e per gli esseri umani stessi, non bisogna generalizzare: sicuramente ci sono individui “violenti”, ma altri sono educati e rispettosi, proprio come tra noi.

Si potrebbe pensare che Jonathan agisca così perché limitato fisicamente, ma non è così: quando arriva volando è comunque in grado di spaventare la grande maggioranza dei gatti, ma non lo fa, atterra distante e aspetta pazientemente che i nostri abbiano finito.

E’ un vero gentilgabbiano 😀 E, adesso, un altro dei nostri numerosi amici 🙂

Addio Up! :-(

“Addio…  :…(”

Con questo toccante MMS (foto a lato) Lady Wolf ha salutato uno dei nostri primi quattro pesciolini dell’acquario ad arrivare… e il primo ad andarsene 😦 Ho tirato fuori dall’acqua il cadaverino appoggiato sul fondo della vasca ieri sera 😦

Adesso il povero Clean (il morto e’ Up) e’ rimasto solo e temiamo non ce la faccia neanche lui. Questi sono infatti pesci pulitori (si mangiano soprattutto le alghe) da branco, sono timidi e delicati e da soli si deprimono 😦 Se tutto va bene, ovvero se sopravvive, sabato gli prenderemo almeno un paio di amichetti.

Il sospetto e’ che, anche se va detto che questi pesciolini (Otocinclus affinis) sono delicati di loro, la presenza dei gatti – visibilmente eccitati per la nuova vita comparsa nell’acquario dopo mesi di sole piante – il povero Up sia stato un po’ stressato dai loro attacchi…

Questa a lato e’ Numa, che e’ stata la prima ad accorgersi della presenza dei pesciolini ed e’ rimasta a osservarli (si fa per dire) per ore, probabilmente anche la notte, visto che al mattino appariva stravolta.

Poi, con 24 ore di ritardo, si e’ accorto dei nuovi ospiti anche Julius e si e’ ripetuta la stessa “performance”. Julius e’ meno… insistente, tuttavia, essendo molto piu’ pesante e grosso, probabilmente e’ molto piu’ visibile per i poveri pesciolotti.

Sissi per fortuna e’ un po’ fuori dai giochi, forse non le interessano o forse non se ne e’ neppure accorta. Come sapete la sua vita si svolge prevalentemente sul divano di casa 😀

Comunque col passare dei giorni i gatti sembrano via via abituarsi ed essere meno “presenti”. Certo… non oso pensare a quando arriveranno pesci piu’ grandi e colorati, ma insomma… non credo siamo gli unici possessori di pesci e gatti 😀

Spick e Span, coppia di Corydoras, sembrano essere meno sensibili alla incombente presenza dei gatti e appaiono ambientarsi sempre di piu’… Speriamo bene 🙂

… intanto questa mi e’ appena arrivata da Lady Wolf con il messaggio “Non possiamo farcela… :-(” 😛

Cleo II

Bene, continuo e concludo gli estratti dal libro “Cleo” iniziati nel post precedente 🙂

“Il mattino seguente tenni Cleo chiusa in casa. Sul vialetto, il piccolo tordo giaceva immobile nello stesso punto. I suoi occhi erano spenti, le zampine arricciate in un gesto di stupore. Io ricacciai indietro le lacrime. Sorprendentemente, i genitori stavano ancora facendo la guardia sul cespuglio di camelie e fissavano il figlio ormai morto con incredulità. Non mi ero mai resa conto che gli uccelli potessero provare dolore per i loro piccoli perduti, così come fanno le persone. Ma come aveva detto spesso Sam [il figlio morto], il mondo degli animali è più complesso e bello di quanto gli esseri umani riescano a comprendere.”

“Fuori, al piano terra, attraversai la strada e trovai una piccola chiesa. Rivestita in legno e in stile coloniale, mi ricordava quella in cui da bambina avevo cercato con tanta determinazione di imparare le leggi divine. Tentai di pregare ancora, ma la mia conversazione con Dio fu come al solito a senso unico.

Si trovava più conforto fuori, nel parco, dove i rami giganteschi si protendevano come mani sopra di me. Era più facile immaginarsi Dio lì, fra le foglie e i fiori che pulsavano di vita. La morte e l’imputridimento si intrecciavano alla bellezza in un modo che sembrava naturale e rassicurante.”

“<<Ne ho passato di belle e di brutte>> diceva [il figlio malato]. <<E credimi, quelle belle sono molto meglio. Solo quando hai assaggiato il pane secco apprezzi veramente quella roba morbida appena uscita dal forno>>”

“<<Una volta desideravo una vita più facile>> rifletteva [sempre il figlio malato]. <<Alcune famiglie vivono per anni senza che nulla le tocchi. Senza tragedie. Non fanno che ripetersi quanto sono fortunate. Eppure, a volte, mi sembra che siano vive solo a metà. Quando alla fine capita qualcosa di brutto, e prima o poi capita a tutti, il loro trauma è molto peggiore. Fino a quel momento non gli è successo nulla di grave. E pensano che i piccoli problemi, come perdere un portafoglio, siano chissà quali catastrofi. Pensano che la loro giornata sia rovinata. Non hanno idea di cosa sia una giornata davvero difficile. E per loro sarà incredibilmente dura quando lo scopriranno.>>”

“<<Grazie a Sam [il fratello scomparso] ho scoperto che tutto può cambiare in fretta. Attraverso di lui ho imparato ad apprezzare ogni istante e a non aggrapparmi alle cose. Così la vita è molto più eccitante e intensa. Come lo yogurt che scade dopo soli tre giorni. Ha un sapore molto migliore di quello che dura tre settimane.>>”

“Ma anche se la punta della coda rimase indolenzita per il resto dei suoi giorni, Cleo non cercò mai di elemosinare la nostra simpatia. Anzi, si portò in giro la coda ammaccata con il garbato orgoglio di un ufficiale di cavalleria ferito in guerra. Il perdono per una lesione permanente era un processo ovvio per lei, semplice come respirare.

Io avrei voluto condividere questa sua capacità di perdonare. Noi umani ci aggrappiamo al nostro dolore e lo coltiviamo, spesso a nostro stesso discapito. Siamo rapidi a vestire il ruolo della vittima. Eppure i gatti sono, e sono sempre stati, i destinatari dei maltrattamenti umani […] L’umanità ha causato così tanta sofferenza al gatto domestico, che c’è da stupirsi che tolleri ancora di entrare in contatto con noi. Eppure, anche se ricordano le atrocità perpretate contro di loro, generazione dopo generazione i felini continuano a perdonarci. Ogni nidiata di gattini miagolanti e indifesi è un invito per gli esseri umani a ricominciare daccapo e a comportarsi meglio. Nonostante il nostro passato dimostri gli abissi di crudeltà di cui siamo capaci, i gatti continuano ad aspettarsi qualcosa di meglio da noi. E non potremo considerarci completamente evoluti fino a quando non ci dimostreremo all’altezza della scintilla di fiducia e di speranza che brilla negli occhi di un gattino.”

 

Cleo

“Cleo” è un interessante libro di Helen Brown, giornalista, scrittrice e conduttrice neozelandese. E’ in pratica l’autobiografia della scrittrice e della sua famiglia, Cleo inclusa, durante i quasi 24 anni in cui questa gatta ne ha fatto parte. Cleo ha la parte principale, è vero, ma il libro non è, come ci si aspetterebbe, costruito solo su di lei, anzi in alcuni capitoli le sue apparizioni sono piuttosto marginali. Cio’ è in linea con l’idea dell’autrice che non vuole limitarsi a scrivere un libro divertente su un gatto, ma intende dimostrarne l’importanza in una famiglia segnata da un evento drammatico come la morte di un bambino, uno dei due figli dell’autrice. Cleo viene accettata in famiglia proprio perché quel bambino l’aveva scelta poco tempo prima di morire in un incidente.

Il punto di forza del libro è, a mio avviso, la grande scorrevolezza della scrittura di Helen Brown e la sua capacità di umanizzare in maniera molto divertente i comportamenti di Cleo. Ma la Brown non si ferma a questo, intercalando qua e là degli interessanti spunti di riflessione. Ve ne offro qualcuno 🙂

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“Ecco perché rimasi sconvolta quando in un soleggiato pomeriggio ne trovai una [mantide religiosa] tra le grinfie di Cleo. La gattina stava giocando con quella povera creatura, lasciandole credere di essere riuscita a fuggire per poi balzarle di nuovo addosso. Il mio primo istinto fu di correre in aiuto dell’insetto. Ma aveva già perso una zampa. Non c’era più speranza.

Per la prima volta provai un lieve moto di repulsione nei confronti di Cleo. D’altro canto, se avessi cercato di impedirle di cacciare e occasionalmente di uccidere un’altra creatura, le avrei negato una componente essenziale del suo essere gatto. Da qualche parte, in fondo alla mia mente, riuscivo a sentire mia madre che diceva: <<Non si può interferire con la Natura>>. Non che la sua educazione da autentica pioniera rispecchiasse questo sentimento. I nostri antenati non avevano avuto nessuno scrupolo a ridurre in cenere immense porzioni di territorio.”

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“Nonostante ciò, sobbalzavo ogni volta che il telefono squillava. Ma non era mai lui. Perché avrebbe dovuto? Quando avevamo rotto avevamo messo le cose più che in chiaro. Aveva detto che non era pronto, qualunque cosa significasse. Se la gente aspettasse fino a quando è tutto pronto, allora non accadrebbe mai niente. La vita non è un menu, non si possono ordinare i piatti quando si è pronti per mangiarli. Io non ero stata pronta a perdere Sam [il figlio dell’autrice]. E non mi sentivo pronta a dire addio a Philip [il nuovo compagno].”

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“Uno dei molti modi in cui i gatti sono superiori agli esseri umani è il controllo che hanno sul tempo. Evitando di sezionare gli anni in mesi, i giorni in ore e i minuti in secondi, i gatti si risparmiamo un sacco di ansie. Liberi dalla schiavitù di misurare ogni singolo istante, di angosciarsi se sono in anticipo o in ritardo, giovani o vecchi, o se mancano solo sei settimane a Natale, i felini apprezzano il presente in tutto il suo sfaccettato splendore. Non si preoccupano mai dell’inizio o della fine. Dal loro paradossale punto di vista, una fine spesso rappresenta un inizio. La gioia di crogiolarsi sul davanzale di una finestra può sembrare eterna anche se misurata con il tempo umano si restringe a diciotto miseri minuti.

Se gli uomini riuscissero a programmarsi per dimenticare il tempo, potrebbero apprezzare una successione ininterrotta di piaceri e possibilità. I rimpianti per il passato si dissolverebbero insieme alle ansie sul futuro. Noteremmo il colore del cielo e saremmo liberi di fare nostra la meraviglia di essere vivi in questo preciso momento. Se fossimo capaci di assomigliare di più ai gatti, le nostre vite ci sembrerebbero eterne.”

[continua]

 

Mici nella notte! :-)

Ieri pomeriggio siamo tornati dall classica due-giorni pasquale (dal sabato al lunedi’ pomeriggio) con visita parentale in  quel di Merano, cosi’ abbiamo anche provato la nuova pandina sul percoso lungo con risultati piu’ che soddisfacenti 😉

Stavolta non abbiamo chiamato la cat-sitter per star dietro ai gatti, abbiamo messo due bei e semplicissimi distributori di acqua e di crocchette, raddoppiato la lettiera mettendone una seconda e… attivato un sistema di videosorveglianza a basso costo monitorabile da un qualunque PC o smartphone remoti connessi a Internet 😉

In pratica si tratta di tre videocamerine IP connesse al router-modem ADSL di casa (il PC puo’ anche stare spento, serve solo per la configurazione iniziale). Queste videocamerine possono essere ruotate orizzontalmente e verticalmente sempre da PC remoto e hanno la vista a infrarossi per la visione notturna. Nonostante il loro basso costo (in seguito ad offerta speciale) la qualita’ e’ sufficiente per una utilizzazione simil-sistema di sorveglianza, infatti in teoria sarebbero anche capaci di mandare una e-mail o un sms in caso di rilevamento di movimento, ma noi tale funzione non l’abbiamo impostata.

Lo scopo era, visto che sarebbero stati due notti e tre giorni da soli, verificare che i gatti non avessero impellenti necessita’, tipo mancanza d’acqua per distributore rovesciato o simili. Inoltre serve anche per quando Tom, il cane, e’ solo a casa quando lavoriamo entrambi.

Mi ci son picchiato per un mese buono per riuscire a farle funzionare quelle benedette videocamere! Un po’ perche’ io di router non ne capivo granche’, un po’ perche’ poi ho scoperto che il software fornito con le videocamere non funzionava da remoto; cambiato quello e’ andato faticosamente tutto a posto. Pero’ adesso siamo soddisfatti del risultato! 😀

Abbiamo potuto vedere che i gatti sono, come ci aspettavamo, molto piu’ attivi nelle ore serali, mentre in quelle pomeridiane dormono o, come nel caso di Numa, spariscono letteralmente (in realta’ sappiamo che va a dormire nell’armadio ;-)). Inoltre non e’ vero che non gliene importa nulla dei padroni: gli abbiamo beccati spesso a guardare per lunghi minuti ed apparente apprensione la porta di casa, come a vedere se rientravamo o no, soprattutto nella fascia di orario nella quale normalmente torniamo a casa 🙂 Ci facevano una tenerezza! 😦

Comunque eccoli qua, in qualche fotogramma anche in notturna 😛 E in fondo c’e’ anche Tom, in un fotogramma di pochi minuti fa. Lui, poverino, sta quasi sempre accanto alla porta, in attesa del nostro rientro 😦

Sissi e Julius (che fa il pane sul maglione! ;-))

La simpatica Numetta spunta da dietro i cuscini

Gatti fantasma!! 😀 Sissi sul divano, Julius sul tavolo, Numa dalla porta

Tom all’ingresso di casa, in paziente attesa del nostro rientro…

 

Carezze e morsi :-)

Julius dormeQuasi come sentisse che stavo per parlare di lui, è arrivato Julius “chiedendo” di essere preso in braccio come faceva quando era piccino, vedi foto a lato  😉 Peccato che allora pesasse circa otto chili meno  😛
Come sapete, nel nostro piccolo appartamento di 30 metri quadrati convivono due cristiani, tre gatti e un canetto 🙂 Quando ci allontaniamo per qualche giorno portiamo con noi Tom, il cane, ma lasciamo i gatti, Sissi, Julius e Numa, a casa. Ci piacerebbe portarli con noi ma i gatti sono molto legati alla casa, piangono disperati non appena mettono un piede… opsss! una zampa 😀 fuori dall’appartamento. Certamente soffrirebbero di più in un viaggio di ore e in ambienti sconosciuti che a stare in casa senza di noi.
Ognuno di loro ha i suoi posti preferenziali ove dormire, posti che cambiano a seconda delle stagioni e dell’ora 😉 Sono bestioline piuttosto abitudinarie, sapete 🙂 Quando non ci siamo noi, Julius – che assomiglia sempre di più a Garfield, sia per pancia e taglio degli occhi che per abitudini (la mattina viene sempre a reclamare il suo pezzetto d
i brioche mentre faccio colazione ) – occupa il letto, mettendosi nel bel mezzo o sui cuscini, cosa che del resto fa spesso anche Numa 😀 Quando ci sono io invece viene spesso a dormire al mio fianco 😉
Comunque, domenica scorsa, tornando dall’ultimo weekend a Merano, all’ora di coricarsi Julius appariva evidentemente spiazzato e scocciato per il fatto di trovare il letto occupato 😛 In ogni caso, dopo una mezz’oretta è tornato e si è sistemato… accanto alla mia testa, sul cuscino 😮 Capite bene, un gatto di oltre otto chili sul cuscino in un letto ad una piazza e mezza… 😐 Comunque, alla maniera di Buddha (leggenda vuole che si fece tagliare la manica della veste per non disturbare il suo gatto che ci si era addormentato sopra), mi sono un po’ spostato ed ho cercato di prendere sonno. Julius pero’ ha iniziato a leccarmi la testa e i capelli 😮 Pensandolo un gesto di affetto l’ho lasciato fare per un po’, ma dopo un quarto d’ora ho pensato bene che fosse il momento di farlo smettere e ho cercato di allontanarlo delicatamente…
Il risultato? Julius ha allungato una zampa, mi ha arpionato la guancia più lontana, mi ha girato la testa verso di lui e… TAAAAAA!!! Un terribile morso dritto sulla punta del naso!! 😀
Stile Fantozzi ho represso l’urlo di dolore portandomi la mano al naso e… sentendo colare il sangue che iniziava a sgorgarne fuori 😮 La mattina dopo mi sono ritrovato con due bei tagli da un lato e dall’altro del naso 😛 Il punto è che Julius cerca spesso di mordermi il naso 😉 per lui è un gesto d’affetto, solo che io d’istinto allontano il naso e i suoi canini fanno effetto lama che taglia il burro 😐
Non sapete quante volte ho dovuto spiegare l’origine di quei tagli in questi giorni a colleghi ed amici 😀
Non è un tesoro il mio Julius??? 😀

Foto0245

Ehilà! Io sono Julius! :-)

Julius finestraEhilà! Io sono Julius, di Novi Ligure bassa  😀 Perché “bassa”? Veramente non lo so, ma suona bene dirlo a quanto sostiene un certo Cassano 😛
Sono nato a fine Aprile del 2008 e il 28 Luglio dello stesso anno sono stato portato nella mia casina attuale.
Il mio papà bipede adottivo (a proposito… ma come fate a stare in equilibrio su solamente due zampe? Io ci ho provato, ma più di qualche secondo non ce la faccio proprio! :-|) mi venne a prendere all’aeroporto di Genova. Sì, mi piacerebbe dirvi che ero arrivato in aereo, ma in realtà il motivo vero fu che quello era l’unico luogo che la persona che mi portava conosceva di Genova 😛

JuliusQui a fianco potete vedere com’ero appena arrivato, la foto è stata fatta in uno studio veterinario; prima di essere portato nella nuova casa, infatti, feci tappa lì per le visite mediche… esattamente come i calciatori quando cambiano squadra, eh! 😉

Il veterinario in questione mi trovò la febbre e suggerì al mio nuovo babbo di restituirmi al mittente perché sospettava avessi una malattia seria, ma lui si oppose dicendo che piuttosto avrebbe messo a rischio la salute del gatto residente – Sissi, la gattona grassa, mugugnosa e antipatica che già conoscete. Mi fecero il prelievo del sangue (che male! :-() e fui messo in quarantena per una lunga settimana in quello che poi mi fu detto essere un “bagno” 😐

Julius dormeOgni tanto il papà-bipede mi veniva a prendere e mi portava in giro per la casa tenendomi in braccio… non che ci volesse tanto a fare il giro di 30 metri quadrati, eh! Ma era bello uscire di lì! E poi io ci stavo bene in braccio, come potete vedere… 😉

La gattona cicciona e antipatica iniziò a soffiarmi e a minacciarmi da subito… e non ha mai più smesso! Uff… Comunque appena cresciuto mi presi la rivincita iniziando
a farle ogni tipo di agguati che mi venisse in mente!  😀

A poco servivano Julius-tiragraffii vari topolini, o tiragraffi (che pure mi piacciono un sacco ancora adesso): il mio divertimento preferito restava lei! eheheh  😛

Insomma… non sono cattivo come vorrebbe farvi credere lei, io volevo solo giocare, ero un ragazzino! E chi mi ritrovo? Una signorotta lagnosa che non mi tollerava e che voleva tenermi buono buono in un angolino! Tzé! 😦 Perfino con Tom, il cane, vado più d’accordo che con lei! 😀

Julius-briocheE’ vero, forse un po’ discolo lo sono, se il mio babbo coniò per me il nomignolo “Piccola-peste-Julius”, ma non è che combinassi chissà quali pasticci… Si, a parte gli agguati a Sissi, qualche brioche rubata e mangiucchiata (riuscivo ad aprire sia i pacchi grandi che le confezioni delle singole brioche :-P), oppure mi divertivo a graffiare e mordere i piedi del mio padroncino mentre dormiva, almeno fino a quando questi decise che ne aveva abbastanza e una notte, durante uno dei miei soliti assalti, mi inondó con una bottiglietta d’acqua! Ufffffff!!! Io odio l’acqua! 😦 E poi qualche altra bravata, ma poca roba…

Julius-nannaPerò so come farmi perdonare, sapete?  😉 Mi è sempre bastata qualche moina, sopportare di essere tenuto in braccio per qualche minuto… In quanto a dormire sul lettone, bé, non è che fosse proprio un sacrificio eh! E’ comodo anche per me! Mica lo facevo per lui!  😉 Adesso pero’ preferisco andare a dormire sul lato della nuova mammina-bipede: lei, piuttosto che disturbarmi quando dormo, si sposta tutta dall’altra parte! Che brava… nemmeno Budda farebbe di meglio! 🙂

Per quanto riguarda i miei rapporti con Sissi, per fortuna da qualche mese ho una nuova compagnetta di giochi! Ed ecco che le cose si sono sistemate: adesso so con chi giocare! Magari fosse arrivata subito, forse anche tra me e Sissi le cose sarebbero andate diversamente! 😐
Cliccate qua sotto e vedrete come ci divertiamo! 😉

http://www.alfemminile.com/world/communaute/album/album_player.swf?p=16458058&server=www.alfemminile.com

Ma siamo anche molto attaccati: siamo sembrati fratello e sorella dal giorno dopo il suo arrivo!
Proprio vero che è questione di feeling, vero? 😉

… eccoci qua, non siamo carini? 🙂

Numa e Julius