A ruota libera…

Tra corse e problemi il tempo passa e mantenere i blog (questo e adottauncucciolo, sul quale per fortuna mi aiuta Lady Wolf) non mi e’ facile; tra l’altro la sera la connessione a casa e’ spesso ballerina nonostante abbia gia’ provato a cambiare gestore (da Infostrada a Telecom Italia) e a volte non si riesce nemmeno ad entrare in Logga.

Cerco di trovare un po’ di tempo ora, anche se, non avendo il libro con me, non posso pubblicare l’estratto promesso da “Debellare l’ansia e il panico”, che dunque rimando. Cosi’… vado a ruota libera 🙂

 

E’ un periodo di grande stanchezza (e disturbi vari) per entrambi. Abbiamo come la percezione di usare la parte buona della nostra vita, quella alla luce del sole, chiusi in un ufficio, mentre i giorni volano, la gioventu’ e’ andata, e il tempo che resta si riduce, anche se non possiamo sapere quanto ancora ne abbiamo.

E’ banale, lo so. La mia non e’ una “alzata di scudi” contro il sistema, in quello siamo e se vogliamo – o dobbiamo – continuare ad esserci, non possiamo far altro che accettarne le regole. E’ solo la percezione viva, sulla pelle, di qualcosa che e’ gia’ scontato a livello conoscitivo.

Il tempo vola, la vita si accorcia, e la stiamo in buona parte buttando via 😦 Un domani, probabilmente, pensero’ a tutti i giorni che avrei potuto vivere in modo diverso, in cui avrei potuto assaporare la brezza dell’aria, il calore del sole sulla pelle, star vicino e giocare con i gatti e il cane – anche perche’ il loro tempo e’ comunque ancora piu’ breve del nostro, ed ho la certezza – forse arrogantemente penserete – di credere che gli manchiamo.

Vorrei avere piu’ tempo da trascorrere con mia moglie: e’ indubbio che – almeno nei giorni feriali – vedo di piu’ i colleghi di lei 😦 A volte i miei colleghi fanno le classiche cene pre-festa, alle porte del Natale ad esempio, e scelgono sempre di farle tra di loro, escludendo i relativi partner. Questa e’ una scelta che non ho mai capito e che mi appare un po’ fantozziana, con tutto il rispetto che posso avere per loro. A volte ricevo risposte del tipo che se ci fosse il partner non si potrebbero divertire, che con loro passano fin troppo tempo. Io questo non lo capisco, per me e’ l’esatto contrario. A volte mi scopro a pensare che e’ gia’ l’ora di andare a dormire… e mi rattristo, perche’ il poco tempo serale con lei e’ gia’ terminato. Passo cosi’ tanto tempo con i colleghi e cosi’ poco con Lady Wolf che… onestamente non credo mi ci vedranno mai ad una delle loro cene 😛

A volte mi immagino in pensione, quando finalmente potrei scorazzare con il cane per prati e boschi, ogni volta che voglio, non solo il weekend (se non e’ brutto peraltro). Ed e’ abbastanza sconcertante pensare che l’eta’ pensionabile si sta alzando cosi’ tanto che probabilmente non arrivero’ ad avere il piacere di farlo, o che comunque potrei non esserne piu’ in condizione.

Sento che siamo costretti a rubare spiccioli di tempo per noi e per la nostra felicita’, e mi scopro a immaginare che vita sarebbe se potesse essere l’opposto, se avessimo piu’ tempo per noi e meno per un lavoro che ci porta lontano da casa!

In certi momenti mi sento un condannato. Sara’ solo stanchezza, chissa’…

Adesso cambiare e’ difficile, lo so, sia a livello individuale che globale. Ma mi chiedo… poteva questa societa’ essere diversa, piu’ a misura di uomo e di natura? O ogni tipo di societa’, dovendo creare regole per la buona interazione tra individui, sarebbe stata destinata a finire cosi’?

E potevamo fare qualcosa di diverso noi, individualmente, con i mezzi (scarsi) che avevamo a disposizione? Certo, con i soldi si puo’ comprare un pezzo di terreno, metterci su una casa ed attrezzarsi con quanto occorre per viverci tutta o buona parte del tempo.

O magari non serviva nemmeno cosi’ tanto denaro… forse e’ questione di mentalita’ non ereditata dai genitori e dalle persone che si e’ avuto attorno nell’infanzia e che hanno indirizzato la nostra vita.

 

Comunque si’, in questo periodo siamo entrambi stanchi, un po’ amareggiati, forse preoccupati.

Perche’ il tempo vola davvero… e la rosa della vita ha gia’ iniziato ad appassire.

Vi lascio con questa simpatica immagine che ho fatto da remoto, grazie al circuito delle webcam che abbiamo fatto in casa per monitorare gli animalotti quando non ci siamo. Tom sembra dire a Julius e Numa “Allora, che fate ragazzi?” 😀

Che peccato non essere li’ con loro…

 

Debellare l’ansia e il panico – un libro di Lucio Della Seta

Ho letto recentemente il libro “Debellare l’ansia e il panico”, scritto dallo psicologo Lucio Della Seta. Avevo comprato questo libro durante una “scorribanda” in una libreria in centro dopo una lunga indecisione, dato che ne avevo già presi altri due ed ero indeciso con un terzo che trattava più o meno dello stesso argomento. Ciò che mi ha convinto ad acquistare il libro è stato lo stesso motivo per cui stavo per scartarlo, ovvero una teoria un po’ diversa dal solito e che in prima battuta mi aveva fatto un po’ arricciare il naso… ma poi incuriosito 😉

Sostanzialmente la teoria dello psicologo romano è che la paura nasce dalla reazione fisiologica del nostro corpo di fronte ad una situazione di pericolo o di supposto pericolo, piuttosto che l’opposto (ovvero che la reazione fisiologica segua – e non preceda – la paura) ma che, sostanzialmente, non serva a nulla e sia anzi solo dannosa. Il concetto è  che – per usare il suo stesso esempio – non ci viene la tachicardia perché abbiamo paura, ma abbiamo paura perché ci accorgiamo di avere la tachicardia 😉 E la tachicardia, così come altre reazioni del nostro corpo di fronte ad un pericolo, ha un ben preciso compito che nulla ha a che fare con la paura, ovvero quello di preparare il nostro corpo ad una pronta reazione, tipicamente quella della fuga. La paura perciò non avrebbe alcuna utilità. L’autore anzi si chiede se troverà mai qualche esperto in grado di spiegargli l’utilità della paura.

La mia idea a tal proposito è che l’unica utilità della paura sia quella di non far abbassare le difese a chi non ha ancora reagito di fronte al pericolo. Ad esempio, se una persona si accorge di avere un sintomo fisico che non aveva mai avuto, la sua reazione tipica è, o dovrebbe essere, quella di verificare che il sintomo non sia determinato da una causa seria, dunque di solito si prepara ad agire di conseguenza, poniamo a chiamare il medico, ma… non tutti lo fanno effettivamente: per un motivo o per un altro tendono a rimandare ogni azione, magari sperando che il sintomo si risolva da solo. L’utilità della paura in questo caso consiste proprio nel fatto che non permette alla persona che la prova di “dimenticare” il suo sintomo (che può anche non essere “fisico”), e la preoccupazione continua, l’ansia, che ne deriva lo può finalmente portare a decidere di muoversi, cosa che altrimenti potrebbe non fare, con conseguenze anche gravi.

Una volta che la persona si è mossa… bé, allora divento d’accordo con l’autore: la paura non serve a nulla ed anzi è “un ostacolo alla mia difesa: mi toglie la lucidità necessaria per combattere o sfuggire il pericolo”.

Chi è razionale e determinato al punto di non sottovalutare il pericolo non ha alcun bisogno della paura.

Nel prossimo post riporterò un interessante estratto del libro 🙂

Alla ricerca dell’anima

Alla ricerca dell’anima: questo era il titolo, o meglio il sottotitolo, che avevo dato al mio blog nell’ormai lontano – parlando in termini di WEB – settembre 2007, ben 5 anni fa 🙂 “Alla ricerca dell’anima” è incidentalmente il titolo di un libro di Larry Dossey pubblicato nel gennaio del 1991 e che ricordo come uno dei libri più belli dell’epoca, un periodo storico nel quale ero pienamente coinvolto in una personalissima ricerca spirituale che durò molti anni. Non è probabilmente un caso se a grande distanza scelsi questo sottotitolo per il mio blog.

L’anima… Per me trovare l’anima è sempre stato un obiettivo di particolare importanza, probabilmente anche per dare un senso ad una vita non sempre felice (soprattutto in quel periodo storico) e per mitigare una paura della morte che ho sempre avuto presente, perfino da bambino. Trovare l’anima, dimostrarla a me stesso, avrebbe infatto significato dimostrare che la morte non esiste, non in senso assoluto.

Non l’ho mai trovata l’anima 🙂 Anzi, purtroppo sono meno convinto della sua esistenza adesso di quanto lo fossi vent’anni fa. La mia storia e le mie convinzioni tuttavia cambiano anche profondamente nel tempo. So com’ero e come la pensavo vent’anni fa, come sono e come la penso adesso, ma non ho sinceramente idea di come sarò tra vent’anni. Naturalmente ammesso, e assolutamente non concesso, di esserci ancora 🙂

Ogni tanto ho anche avuto qualche “illuminazione”, sapete? 🙂 Di solito improvvise e non aspettate, non “preparate”. E che, purtroppo, non hanno lasciato il segno che potevano lasciare. Non hanno cambiato la storia, non con evidenza almeno: ogni esperienza ci cambia la vita in realtà, anche se forse non ne siamo del tutto consapevoli, e come siamo adesso e saremo domani dipende e dipenderà in gran parte dal nostro passato e dal nostro presente.

Il punto è che le illuminazioni sono come semi che cadono nel campo della nostra coscienza: se li curiamo con cura possono crescere e cambiare davvero il nostro giardino, altrimenti moriranno o, più probabilmente, restaranno lì, in attesa e nella speranza che ce ne ricordiamo e iniziamo ad inaffiarli con la nostra attenzione.

Io questo non l’ho mai fatto veramente 🙂

L’ultima di queste illuminazioni l’ho avuta verso la fine della scorsa estate. E’ stata un’illuminazione, una intuizione, che mi portò a coniugare ateismo e spiritualità, ovvero a comprendere come si possa essere spirituali non credendo in un vero o proprio Dio e, soprattutto, non credendo nella “salvezza”, cioé in qualcosa che, arrivando dall’interno o dall’esterno, ci conceda la “vita eterna”.

Facciamo parte di una energia universale, da essa siamo formata – lo dice ormai da cent’anni anche la scienza, siamo “energia condensata”, fatta materia, ma ancora energia – e ad essa ritorneremo. O meglio, saremo sempre, perché non abbiamo mai smesso di esserlo.

Sappiamo che tra cento anni nessuno di noi esisterà più e molto probabilmente nessuno si ricorderà veramente di noi. Perfino i più famosi saranno ricordati come un nome ed un cognome, al più per qualche gesta e tratto caratteristico, ma non certo per come erano veramente. Questo probabilmente ci spaventa perché non siamo abituati ad un mondo che gira senza di noi. Ciò che di solito dimentichiamo di pensare è che anche cento anni fa non esisteva nessuno di noi, non c’eravamo, semplicemente. Eppure il mondo esisteva.

Siamo parentesi trascurabili nell’eternità e nell’infinito. O meglio è la nostra coscienza ad esserlo, perché ciò di cui siamo fatti è esistito da sempre e sempre esisterà.

Questo in fondo mi diede conforto e pace. Se non c’ero cento anni fa e non ci sarò tra cento anni… perché preoccuparsi? Non cambia nulla in fondo. Non cambia nemmeno quanto si campa in fondo. Credete che quando non ci sarete più vi dispiacerà se sarete campati 100 anni o 50? No. Forse lo penserete prima. Irragionevolmente penserete “che peccato, potevo vivere cent’anni!”, ma un attimo dopo semplicemente non sarete lì a dispiacervene.

A volte è il pensiero per chi resta a tormentare. Ci si preoccupa perché chi ha vissuto con noi dovrà vivere senza di noi e con il ricordo di qualcuno che non c’è più. E’ vero. Eppure a rigore sappiamo tutti che questa è la vita. Sappiamo che a quella o quelle persone, perfino a quegli animali, la Natura richiede di superare il trauma e continuare a vivere. E’ la vita. Certamente non è colpa nostra e non dovremmo essere tormentati per questo.

In fondo anche per chi la pensa così esiste una “entità superiore” che risponde al nome di Energia o Universo. Una Unità alla quale tutti apparteniamo da sempre e non lasceremo mai. Anche chi la pensa così potrebbe dargli il nome “Dio”. Un Dio che è sempre presente, in quanto è ovunque e in ogni cosa, e attraverso il quale si possono fare chissà quali cose, solo conoscendone regole e leggi ed applicandole.

Forse è proprio questo che cercavano gli antichi alchimisti, forse è questo lo “oro alchemico”: le leggi della natura e dell’universo. Si narra che qualcuno l’abbia anche trovato e che, con spoglie sempre diverse, vaghi per questa o per altre “terre” da centinaia di anni.

Ma queste sono solo leggende… o no?

 

Politica e economia: la teoria della risposta alle e-mail

In uno dei commenti al post precedente, l’amica Alessandra dice “Mi chiedo sempre come sia possibile non si rendano conto, i nostri governanti, di quanto siano veramente gravi i problemi nel nostro paese.”

Io ho una teoria, quella della “lettura delle e-mail” 🙂

Nelle aziende – non solo dove lavoro io, sono certo – diverse persone applicano un curioso sistema di lettura, e soprattutto di risposta, alle e-mail che ricevono: semplicemente non si occupano del “caso”, non solo se non sono in “to” (ovvero se sono solo in conoscenza), ma addirittura se lo sono ma ci sono altre persone in “to” oltre a loro.

Mi spiego. X manda una e-mail a Y, Z e K, segnalando un possibile problema e mette in conoscenza J e H. J e H vedono che sono solo in Cc (in conoscenza, appunto) e quindi decidono che non vale la pena di nemmeno leggere la e-mail. Ma non solo. Anche Y, Z e K o, siamo ottimisti, almeno qualcuno tra loro, decide che il problema non lo riguarda poiche’ sara’ sicuramente uno degli altri due ad occuparsi del problema 😉

Insomma, e’ buona norma quando si manda una e-mail che ci sia un’unica persona in “to”, almeno e’ quasi sicuro che questa rispondera’, anche se solo per dire che la faccenda non e’ di sua competenza 😛

Adesso, ho chiaramente un po’ “caricato”, sono certo che e’ solo una minoranza di persone ad agire cosi’, ma… credo che l’esempio sia particolarmente calzante per la politica e l’economia italiana: se nessuno si e’ mai occupato di un problema di carattere generale… perche’ farlo io?

Sono sicuro che molta della nostra classe dirigente la pensa cosi’ 😉

Certo, la visione e’… ottimistica: probabilmente molti non si preoccupano dei problemi reali della gente perche’ hanno interesse a non farlo, oppure perche’ ne sono cosi’ distanti da non essere nemmeno in grado di “percepire” la gravita’ della situazione, anche se sulla carta la conosce.

Difficile decidere cosa e’ peggio 🙂

Vi lascio con una questione spinosa: ma… non sara’ che la politica e l’economia siano in fondo solo lo specchio della societa’? In altre parole, siamo certi che davvero anche molta tra la gente “della strada” non si comporti cosi’ nel proprio piccolo per poi lamentarsi di cosa fanno “la’ sopra”? 😐

 

La vita è precarietà… e il lavoro pure :-)

Che la vita fosse precaria, caduca e impermanente, i buddhisti lo insegnavano già 5000 anni fa’ 🙂 Adesso anche il mondo del lavoro si è adeguato e, con esso, le nostre finanze e possibilità. Un tempo si era alla ricerca del mitico posto fisso e, ancora adesso, c’è qualcuno che ci crede. Per esempio, chi cerca di affittare una casa (o concedere un prestito) spera sempre di trovare qualcuno con un posto a tempo indeterminato. Peccato che oggi “posto a tempo indeterminato” significa solo che, invece di sperare che il proprio contratto venga rinnovato, bisogna sperare di non essere licenziati o finire in uno di quei posti che sono comunque vicina anticamera all’essere senza lavoro 😉 Dove lavoro io, una multinazionale estera, ormai ogni anno – da non ricordo più quanto tempo – ci sono tagli… opsss, “razionalizzazioni”! 😉 Vorrei avere una statistica su quanti sono ancora qua da quando ci entrarono. Personalmente sono al punto che da anni “sento” che non arrivero’ alla pensione qua dentro…

A dire il vero, chi mi conosce bene sa che penso che non arriverò proprio all’età pensionabile, ma questo è un altro discorso 😀

Un aneddoto ne è questo: un paio di anni fa’, in odore di “espulsione”, iniziai a mandare curriculum ad alcune aziende che operavano nel mio settore in Alto Adige, luogo da cui proviene mia moglie e dove quindi potremmo forse pensare un giorno di “tornare” (lei… io “andare” :-D). In particolare, in un caso rimasi molto deluso dal non ricevere nemmeno risposta, dato che si trattava di un’azienda nota per avere buona ricettività. Mi dicevo “Cavolo… ma il mio curriculum fa cosi’ schifo?”. Poi, un giorno, andammo in visita ai parenti di mia moglie e passammo davanti all’azienda in questione… Striscioni dei sindacati, picchetti di gente, lenzuola con scritte di protesta… insomma, azienda in stato di crisi ed epoca di licenziamenti, perfino in quella che fino a pochi anni fa era considerata un’oasi dorata. Be’… almeno capi’ perché non avevo ottenuto risposta.

Però ci dicono che la crisi sta per finire 🙂 Che facciamo, ci crediamo? 😉

P.S.: un aggiornamento sulla mia schiena 🙂 Pagate di tasca mia le lastre a tutta la colonna vertebrale e il bacino. Niente di risolutivo… ci sono i classici segni di invecchiamento della colonna, un po’ di artrite, qualche spazio ridotto tra vertebra e vertebra, ma nulla che possa giustificare i miei dolori alle “ali”, come chiama quella zona della schiena la nonna 92enne di mia moglie 😉 Adesso tornerò dall’ortopedico libanese (credo) della ASL, mah…

 

Traslocato! :-)

Cari amici il dado è stato tratto e, sebbene tante cosette sono da aggiustare, ormai siamo da sabato notte nella nuova casa 🙂 E’ stato un “mazzo” clamoroso, ve l’assicuro! Solo sabato avremo fatto non meno di nove viaggi avanti e indietro tra i due appartamenti 😐 Sapete, ci sono meno di quattro chilometri ma lo scenario è molto diverso: siamo passati da una casetta microscopica vicino al mare alla periferia di una grande città dove sotto casa avevamo tutto ad un appartamento quasi tre volte più grande in una località immersa nel verde su un torrente dell’appennino ligure e dove se non hai l’auto non arrivi nemmeno al bar per un caffé! 😀 Il mio adorato mare mi mancherà come mi mancano già i gatti del parco con cui ormai avevamo fatto amicizia e che, sono certo, sono ancora là nei nostri “orari fissi” ad aspettare (inutilmente) le crocchette che gli portavamo 😦 Comunque non campano per noi, eh, ci sono le gattare che portano loro altro che le nostre misere manciate di crocchette 🙂 Ma i loro atteggiamenti affettuosi quando ci vedevano arrivare mi mancano… 😦 Abbiamo promesso loro di tornare a trovarli almeno nel weekend, speriamo di poter mantenere la promessa 🙂

Adesso c’è da scoprire il nuovo territorio, un po’ lo conoscevamo naturalmente, venivamo in questa zona in estate per andare ai laghetti formati dai torrenti, poiché il mare è off-limits per Tom 😦 Ma certo abitarci è un’altra cosa 🙂 Non vedo l’ora di stare un po’ meglio (la schiena, ricordate? :-)) per poterlo scoprire assieme a Tom… e certo, anche a mia moglie, eh! 😛

A proposito…con i vari allacciamenti è stato più facile e rapido del previsto: abbiamo già l’ADSL funzionante, ad esempio! 😀

Non ho ancora fatto molte foto, ma… ecco qua la prima 😀

Post di aggiornamento

In diversi mi avete chiesto nei commenti degli scorsi post a proposito della mia salute e avete aggiunto i vostri auguri a tal proposito 🙂 Vi ringrazio tutti, anche quelli che non l’hanno fatto perché magari non hanno letto i miei commenti qua e là, ma che non mancano mai nei miei, ormai radi, post 🙂

Purtroppo non va bene, sono in un periodo molto complesso: abbiamo un trasloco da fare a brevissimo, con tutto da preparare, un corso sul lavoro che si aggiunge alle normali attività lavorative togliendomi il poco tempo libero che mi sarebbe necessario a prendere accordi per il trasloco (luce, gas, … le solite cose) e… purtroppo, non sto bene 😦 La schiena va un po’ meglio ma adesso ci si è messo il piede destro, ormai da una settimana. Ha iniziato con il formicolare la sera e far male al mattino appena messo a terra, adesso però mi fa male sempre, per l’intera giornata. Zoppico e a volte non riesco quasi a camminare. Non so se tutti questi dolori siano legati tra loro da qualche causa ignota, il piede sembra a posto, ho fatto una lastra oggi, non c’è nulla di rotto… eppure… Alla fine della prossima settimana dovrei fare la visita in ospedale, ma di questo passo (si fa per dire) in ospedale ci finisco molto prima 😀

Tra l’altro sono molto adirato con la sanità pubblica. Vorrei fare il conto di quanti soldi ho dato all’INPS nel corso della mia vita… per cosa? Oggi la lastra l’ho fatta privatamente spendendo… 31 euro! Se avessi aspettato la prossima settimana in ospedale (avevo l’appuntamento il 2), di euro ne avrei speso circa 28 tra ticket e tasse! 😮 Ma per cosa ho pagato in tutti questi anni? Per aspettare una settimana per una lastra del cavolo e pagarla quanto in una clinica privata? 😦 E vogliamo parlare del mio medico di famiglia? Ha fatto di tutto per non farmi fare nemmeno una lastra alla schiena! Manco ci mettesse lui i soldi! Almeno adesso sarei più tranquillo. So che hanno l’ordine di mandare in ospedale meno gente possibile, ma cavolo! Quando serve, serve! Tutto è fatto per spingere i poveri cittadini sofferenti a richiedere cure private. Sì… dopo però essersene intascati i soldi per decenni! Che tristezza…

L’ortopedico invece costa parecchio privatamente, per cui se riesco aspetto l’ospedale. E senno’… andrò al pronto soccorso, cosa che avrei dovuto fare molto tempo fa già per la schiena.

Comunque adesso capirete. Con un trasloco da fare, non essere quasi in grado di camminare non è bello. Oltre a non sapere cosa sta succedendo alle mie povere ossa.

Tutto questo però mi fa apprezzare ancora di più l’appoggio di quella santa donna di Lady Wolf, al momento sta facendo quasi tutto lei… però forse adesso inizia a pentirsi di aver sposato un uomo di dodici anni più vecchio! eheheh 😀 D’altronde quando ci siamo conosciuti io ero nel mezzo di una crisi di sciatalgia durata sei mesi, quindi sapeva a cosa andava incontro! 😛

Adesso vi saluto che sono stanco. Sono giornate intense, piene e… dolorose. Scusate se sto trascurando un po’ voi e i vostri blog. Spero di poter tornare presto 🙂

Wolfghost

 

 

Come affrontare la preoccupazione – seconda e ultima parte

Bene, mi aspettavo di pubblicare prima la conclusione dell’argomento, ma il tempo e gli eventi, si sa, sono tiranni. E allora… Comunque meglio tardi che mai, no? 🙂

Come affrontare la preoccupazione – da “Dominare la mente”, di Barry Long

La preoccupazione nasce dall’interesse personale. Non vi è nulla di sbagliato in questo. Senza di esso saremmo inutili per chiunque e per qualsiasi cosa, e moriremmo. Ma la preoccupazione è un falso egoismo poiché non contiene nessuna intenzione di agire.

Il vero interesse personale si risolve in azione, al di là che l’azione sia positiva o negativa. Il falso egoismo no. La preoccupazione non contiene mai la volontà di agire, perché non ha mai un obiettivo autentico. E’ un autoinganno inconscio, deliberato, un movimento senza scopo, tutto all’interno della testa.

Anche in questo caso dovete fare attenzione ai trucchi della mente. La mente preoccupata, ansiosa, cercherà di farvi credere che sta esaminando una serie di possibili azioni. Ma non è così. Dovreste già essere in grado di sapere che nell’attimo in cui programmate una linea di condotta autentica, per riprendere una posizione, dovete smettere di preoccuparvi.

L’azione programmata richiede uno scopo. Richiede un pensiero lineare e coerente di comprensione dei fatti che conduce all’azione. Voi siete troppo impegnati a collegare i fatti per preoccuparvi; e in seguito, troppo impegnati a tradurli in azione. Rifiutate le impressioni. Sono false; sono il primo passo verso l’ansia. E poiché sono false, non resisteranno al vostro esame cosciente.

Il vostro test è il seguente: “Intendo veramente agire in base alla sequenza di pensieri che sto seguendo?”. Se la risposta è no, rinunciate. Siate onesti, siate forti.

Se avete disperato bisogno di denaro e decidete di svaligiare una banca, non vi preoccuperete mentre siete decisi ad agire. Forse sarete nervosi; ma nervosismo non è preoccupazione. Una volta presa la decisione, vi occuperete solo dei fatti che a vostro giudizio produranno un colpo sicuro. Tuttavia, se pensate di svaligiare una banca sapendo che non avete alcuna intenzione di farlo, la vostra mente si rifiuterà di lavorare in modo efficiente per voi. Non farà che trastullarsi con le impressioni: inutili e irrealizzabili sogni a occhi aperti o fantasie. Questo è il rovescio apparentemente innocuo della terribile medaglia della preoccupazione.

Osservate come, nell’ansia, l’autoinganno dà alla mente una contorsione maliziosa. Invece di pensare in modo lineare, corre attorno a una linea di pensiero circolare, finendo per ritornare sempre al punto di partenza: sulla perdita, l’impotenza o il dolore, e mai su ciò che può essere fatto nel momento presente.

Osservate come la preoccupazione cessa di esistere se solo riuscite a sostenere la prima immagine. Avvertirete ancora la perdita o la sofferenza come un senso di pesantezza, come una nube nera di sottofondo, ma non ve ne darete pensiero: davvero una strana sensazione per l’uomo o la donna abituati a restare svegli a causa delle preoccupazioni.

Naturalmente, non è facile fermare e tenere quieta la mente in questo modo, mentre le emozioni sono disturbate. Questo stato non lo si raggiunge impegnandosi un paio di volte a meditare sull’ansia. Nasce dalla pratica costante di ogni esercizio illustrato in questo libro, dalla dedizione al vostro scopo.

Se non riuscite a smettere di pensare nei momenti migliori, di sicuro troverete difficile farlo nei momenti peggiori.

[…]

Situazione: avete un problema. Ci avete pensato e ripensato senza approdare a nulla.

Provate a sostenere il pensiero principale; quello che continua a ricorrere. E su di esso fissate la vostra attenzione.

Adesso chiedetevi:

Quante volte ho già pensato a questa cosa?

Poi riesaminate i fatti.

Qual è la situazione?

Cercate di capire se potete intraprendere un’azione.

Intendo veramente agire?

Se c’è qualcosa che potete fare…

Fatelo subito.

Se non c’è nulla da fare…

Perché continuo a pensarci?

Se vi sono diverse possibilità, quindi incertezza e confusione…

Che cosa voglio?

Se non lo sapete, sostenete la sensazione del volere qualcosa. E’ una sensazione che si trova da qualche parte nel vostro corpo. Per il momento non vi è altro da fare.

Abbandonate il pensiero.

Aumentate il tempo che dedicate ogni giorno alla meditazione.

I momenti di profonda preoccupazione, quando la mente è disperata, sono quelli in cui dovete utilizzare tutto ciò che avete appreso finora.

Avete la sensazione che la meditazione non vi aiuti. Non riuscite a fermare i pensieri. Allora ricordate questo:

A ogni tentativo, guadagno in consapevolezza.

E ricordate:

C’è la preoccupazione.

E c’è il vostro corpo.

Non sono la stessa cosa.

Io non sono la preoccupazione.

 

Come affrontare la preoccupazione

Come ben sa chi segue il mio blog, uno dei temi a me cari è la paura, esattamente come affrontarla e tentare di sconfiggerla. Parlo spesso di questo argomento perché io stesso sono frequentemente vittima della paura, in particolare della paura della paura.Posso dire che sono decenni che cerco la “strada giusta”. Dunque quando parlo a voi parlo anche e soprattutto a me stesso.

La preoccupazione è precorritrice della paura: curate la preoccupazione e nel 90% dei casi curate anche la paura. Ecco perché ho deciso di pubblicare un estratto interessante dal libro “Dominare la mente”, di Barry Long. Probabilmente mi servirà più di un post (un paio direi), ma… se mi seguirete e, come tutte le cose, se proverete a mettere in pratica quanto Long scrive… avrete fatto un passo avanti sulla strada della libertà dalla preoccupazione e, dunque, dalla paura.

Come affrontare la preoccupazione – da “Dominare la mente”, di Barry Long

Quando siete preoccupati e non riuscite a smettere, significa che la mente vi sta dominando. Ma nessuno si preoccupa di continuo. La preoccupazione arriva a ondate. Quindi, quando siete in questo stato d’animo, sedetevi come al solito, fate qualche respiro profondo e osservate quel che accade. Cercate di isolare la prima immagine che arriva; e sostenetela il più a lungo possibile. Poi, dopo esservi persi nel pensiero e aver riacquistato la padronanza, procedete a ritroso, se ci riuscite. Dovrete lavorare più duramente per rimanere consci o presenti. Le onde che portano i pensieri ansiosi saranno molto forti. Probabilmente dovrete faticare non poco mentre la mente si ribella; vuole smettere di essere consapevole e ritornare indisturbata alla sua preoccupazione. A questo punto però, dovreste essere in grado di restare separati dai pensieri e tornare a essere presenti, anche se ben presto finirete con l’identificarvi di nuovo con la preoccupazione.

La cosa importante è ricordare di separarsi. C’è la preoccupazione, ovvero i pensieri, poi ci siete voi, l’osservatore. Non siete la stessa cosa.

Ciò che conta è il numero di volte in cui, in ogni minuto, ora o giorno, ricordate di separarvi; non per quanto tempo ritenete di aver sostenuto ciascuna separazione.

Non fatevi scoraggiare. E’ difficile. Ma, perseverando, anche se avete l’impressione di fallire spesso, voi vincete… guadagnando in consapevolezza.

La preoccupazione si accompagna sempre a un senso di sconfitta. Se associata alla previsione di una perdita o di una sconfitta, diventa paura. La perdita sembrerà molto personale, ma se osservata da vicino la si può far rientrare in una di queste categorie: perdita di potere, posizione, prestigio, averi, permanenza (salute) o di una persona. Perdere una di queste cose equivale a perdere parte di sé e fa male.

L’apparente entità della perdita è irrilevante. Per alcune persone la perdita del loro buon nome ha più importanza della morte del loro figlio. I valori cambiano a seconda dell’individuo. Una cosa che non cambia è la sensazione di perdita e il peso del dolore che ne consegue.

Poiché la meditazione scava nel vostro intimo, renderà più intensa la vostra capacità di soffrire. Ma sarà una sofferenza che non dipende da “io” e “mio”. Questa sofferenza – è veramente un profondissimo anelito per quanto non può essere espresso a parole – è ciò che di meraviglioso vi è nell’uomo e nella donna e  il suo albeggiare è un risveglio.

La meditazione rimuove lentamente la sensazione che perdete qualcosa, di conseguenza, alla fine vi libera da tutte le preoccupazioni. E trasforma la persistente sofferenza in amore.

Lasciate che vi rammenti in che modo la meditazione fa tutto questo. Elimina ciò che di falso vi è in voi, consentendovi di vedere consciamente la falsità. Quando vedete consciamente il falso che c’è in voi, lo eliminate. Sotto la falsità – sotto la spazzatura – c’è il vostro vero essere. E nel vostro vero essere c’è quel meraviglioso sentimento cui tutti, senza eccezione, anelano e con il quale sembrano aver perso il contatto: l’amore.

La preoccupazione è falsa. Ma sentirvelo dire o riconoscerla, e non essere in grado di fermarla, per voi non è sufficiente. Dovete sentirne la sofferenza, E dovete riconoscerne la falsità in voi stessi: mentre siete preoccupati e non dopo. Con il senno di poi tutti sanno che l’ansia è stupida, ma poi si preoccupano di nuovo. Non importa fino a che punto siete convinti che l’ansia sia falsa e che riconosciate che lo sia, continuerete a preoccuparvi. Come a qualsiasi altra cosa falsa, la preoccupazione può essere superata solo comprendendola nel momento in cui è attiva, quando si agita in voi.

Per comprendere qualsiasi cosa, la dovete osservare in azione, esaminarla e, se possibile, entrarci; esserci quando nasce.

Se meditate regolarmente, e con serietà, vi ritroverete a separarvi in modo naturale. Nel pieno della preoccupazione vi saranno strani interludi silenziosi. Questa separazione è un segno inequivocabile di progresso. [continua…]

P.S. (e O.T.): voglio fare un piccolo favore ad un blogger pubblicando l’indirizzo del suo blog; è molto diverso dal mio: parla di giochi 🙂 Ma… la vita, per fortuna, comprende anche il gioco, no? Non dimentichiamolo 🙂 E allora…

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Fine vacanze :-)

In attesa che il mio mal di schiena mi permetta di poter stare seduto a lungo – mi è difficile star tanto al PC al momento – ecco qualche foto che avevo promesso sull’ultimo viaggetto rilassante a Limone Piemonte. Rilassante sì, almeno fino a quando siamo stati lì: non appena ci siamo abbassati di quota per tornare verso casa il caldo ci ha fatto rimpiangere di essere ripartiti 😐 E’ possibile che il mio mal di schiena sia nato proprio lì, complici l’aria condizionata o i finestrini abbassati… chissà!

In realtà, conoscendo l’apprezzamento dei lettori per lui, la maggior parte delle foto sono sempre per lui… Tomino! 😀

Ecco il nostro agriturismo, alle soglie di Limone. Cercavamo riparo dalla calura estiva e, pure se solo a mille metri di altitudine, qui l’abbiamo trovata, anche se solo un paio di giorni. Non abbiamo molte foto di Limone paese, ma in fondo è questo agriturismo immerso nel verde il posto che volevamo. Pensate che nelle stanze (splendide!) delle casette non c’è, volutamente, ne TV né copertura internet.

Ecco il nostro Tom già perfettamente ambientato, non si fa troppi problemi lui… 😉

Un’amichetta inaspettata per Tom! Si tratta di Fiamma, splendida Border Collie a pelo corto e con occhi di colore diverso 🙂 Qui erano pronti a scattare… per cosa?

Ma per rincorrere la palla, naturalmente! 😛 A volte, come in questo caso, tiravamo due palle separatamente per evitare che i due si… scontrassero inavvertitamente! 😀 Comunque, nonostante I Border siano notoriamente scattanti e agili, anche quando la palla era una sola… il Tom è riuscito in diverse occasioni ad arrivare per primo! 😉

Infine… un po’ di meritato riposo per il nostro! 🙂