In questo periodo, stiamo leggendo un interessante libro scritto da Valerie O’Farrell, studiosa di una psicologia un po’ particolare: quella canina 😛 Il libro si intitola “Cani ribelli” ed è interessante non solo perché ci aiuta a capire un po’ di più il nostro Tom facendoci scoprire cose sorprendenti, ma anche per le numerose analogie e richiami alla psicologia nostra, quella umana. Anche se, si badi bene, tentare di capire i cani sul metro nostro è uno degli errori più frequenti: ci sono molte differenze ma… anche alcune analogie 😉 Tra queste ce n’è una che parla delle fobie. Ve ne riporto un estratto.
“[…] Nella vita reale è spesso difficile spiegare i fatti con il “senso comune”. Sia nei cani che nell’uomo, le fobie sono di rado il risultato di una singola esperienza traumatica […] La maggior parte delle fobie non sembra infatti che sorgano in conseguenza di un evento traumatico. Alcuni, ad esempio, hanno paura di volare dopo un incidente aereo mancato per un soffio, ma la maggior parte di coloro che si aggrappano al sedile e guardano fisso nel vuoto al momento del decollo non hanno mai vissuto una situazione reale di pericolo su un aeroplano. Da dove nasce il loro timore? Secondo la teoria del senso comune, se ci si ritrova nella situazione che ci ha spaventati e si scopre che non c’è nulla da temere, la paura dovrebbe scomparire ma molti di coloro che hanno paura di prendere l’aereo hanno alle spalle almeno una dozzina di viaggi conclusasi felicemente: questi viaggi non hanno fatto altro che alimentare la loro paura. Sembra che accada questo: l’esperienza della paura in sé è talmente spiacevole (stomaco contratto, batticuore, immagini mentali di disastri) che non è necessario il verificarsi di alcun evento negativo nella realtà esterna, perché la situazione diventi traumatica. La realtà interna è sufficiente. Il fenomeno potrebbe essere descritto come “paura della paura”. Di solito la gente utilizza questa espressione per incoraggiare i timorosi, per indurli a superare le proprie fobie, ma il processo non è basato sulla logica consapevole e pertanto non è qualcosa che si possa superare.”
Avevo già espresso un concetto simile qualche anno fa, proprio qua sul mio blog. Spesso abbiamo reazioni di paura o di panico violente perfino se attorno a noi non c’è nulla di davvero pericoloso. A volte cio’ che ci spaventa non è un evento in sé, ma il ricordo di quanto siamo stati male provando la paura profonda che un altro evento, forse nemmeno tanto simile ma con solo qualche lontana attinenza a quello attuale, ha scatenato. Quella paura della paura che abbiamo dentro è lì, pronta a ributtarci nello sconforto e nell’angoscia, e noi cerchiamo in tutti i modi di tenerla il più lontano possibile. Ma invece di lottare contro il vero nemico, la paura, puntiamo il dito contro eventi inesisteni, di scarsa entità, o che comunque non giustificano simili reazioni di panico.
Come dice l’autrice del libro “Cani ribelli” tuttavia, anche quando ci si rende conto di quanto sopra, spesso non si riesce a recedere dalla paura, che così prende il sopravvento e attecchisce ancora di più dentro di noi. Solo un lungo lavoro sul controllo dell’emotività, che permetta di bloccare agli albori l’insorgere della paura, puo’ avere successo. Perché una volta che l’attacco è scatenato non si puo’ far altro che “sedersi ed aspettare che passi”.
ciao Wolf!
anch’io nel passato ho avuto occasione di vivere in primis momenti di fobia, di paura ingiustificata…credo sia capitato a tutti.
e le migliori soluzioni sono sempre state: con calma, respirando profondamente, aspettare che passassero, oppure sbaragliarle come se nulla fossero.
In ogni caso, dopo, andavano in frantumi e ti chiedevi come potessero prima metterti così in difficoltà!
Hai scritto un bellissimo post, mi è piaciuto molto. Il libro non lo conosco..ma lo cerco!
un salutone e buon weekend.-) claudio
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Ciao Claudio 🙂 Bé, il libro è diretto ai cani ed ai loro proprietari, non so se tu hai cani…
Un attacco di panico difficilmente si “sbaraglia come nulla fosse”, a meno di non essere molto attenti riuscendo così a distrarre la propria mente giusto all’insorgere dell’attacco. Un istante dopo ed è troppo tardi…
Buona domenica caro 🙂
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Molto interessante questo libro, probabilmente lo leggerò anch’io. Se dai un’occhiata al mio post parlo proprio dello scatenarsi di situazioni difficili che andrebbero riconosciute ed interrotte alle prime avvisaglie, prima che sia troppo tardi.
Buona domenica.
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Esatto Violetta, ne parlavo anche qua: Il controllo della paura e delle emozioni – L’amigdala
Buona domenica… pomeriggio, anche a te! 🙂
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Ciao!
leggerò con piacere il libro, un’altro sul comportamento canino-animale argomento che mi attrae sempre.
MI soffermo ad una considerazione iniziale che mi ‘catturata’
“tentare di capire i cani sul metro nostro è uno degli errori più frequenti…”
ecco anche e sopratutto tentare di capire si esseri umani, in particolare quelli di cui ci innamoriamo, è un errore frequente da cui pochissimi riescono a liberarsi. E’ il nostro doppio che cerchiamo-vediamo finchè la realtà ci porta all’addio.
Ma, tornando al tema sinceramente non soffro di fobie, a volte di paure circostanziate ma se così non fosse si entrerebbe nella sfera degli incoscienti.
sherabuonoscorciodidomenicaebuonasettimana
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Ciao 🙂 Bé, tentare di capire la persona che per noi conta di più non è di per sé sbagliato poiché ci permette di adeguare al meglio i nostri comportamenti nei sui riguardi. Pero’ è sbagliato, è vero, farlo prendendo come metro di misura il nostro, poiché ognuno è diverso. Tuttavia non è impossibile capire il prossimo anche se capirlo fino in fondo è spesso davvero difficile. Di solito pero’ non serve capire ogni singola cosa, basta capire le cose più importanti. Per il resto c’è un intelligente spirito di adattamento che si basa sul rispetto del prossimo nella consapevolezza che certamente è diverso da noi 🙂
Grazie, buona serata e buon inizio settimana anche per te 😉
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Leggerò con molto piacere il libro.
Per quanto riguarda paure e fobie.
Nella maggior parte dei casi, quando mi capita un momento di stress… posso andare nel pallone e pensare negativo. Ma solitamente riesco a tranquillizzarmi nel giro di poco…
Soffrire di vertigini… rientra nelle fobie??
Ecco, quello proprio non ce la faccio a superarlo… 🙂
Ti abbraccio forte, buona continuazione di domenica.
Rita
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Bé, penso di sì, la paura delle altezze. Pero’… insomma, se non è una cosa esagerata, se insomma non hai paura guardando verso il basso dal marciapiede 😛 , non è poi così grave 😉
Grazie, buona domenica sera anche a te! 🙂
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Io ho il terrore dei ragni, so benissimo che sono microscopici e sono innoqui, ma è più forte di me. Mi sembra un libro da leggere. Buona serata ^_^
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eheheh anche questa, a meno di non fare viaggi in Africa o in altre aree infestati da bei ragnoni giganti, mi sembra una fobia non troppo “invasiva” 😛
Buona giornata 🙂
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Che carina la foto di quel gatto!!AHAHAHA
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E’ molto simile alla nostra Numa… Numetta per gli amici 😛
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io all’inizio avevo paura dei gatti e soprattutto di tenere la porta aperta della mia camera mentre dormivo….xke immaginavo che entrasse il mio gatto e mi saltasse in testa all’improvviso e iniziasse a graffiarmi….poi mi sn dovuta ricredere…anzi speravo che il mio micio si venisse a mettere vicino a me….ehehehheeh…..i cani mi piacciono ma solo alcuni quelli grossi mi fanno davvero paura…ma moltaaaaa pauraaaaa
gabry2704 (ranokkio)
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Chi lo sa? Magari un giorno cambieranno anche le tue sensazioni nei confronti dei cani un pochetto più grossi 🙂
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xò una paura ora che ci penso ce l’ho…quella dei topi….piu che altro mi fanno skifo 🙂
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… e chissà, magari anche per i topi, magari un giorno ne terrai uno come cucciolotto! eheheh 😀
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vere e proprie fobie pensandoci non credo di averne mai avute
timorosa e timori forse sì
quelli che ti spingono a volte a portare una maschera “non per mentire, bensì celare”
quello che a volte la nostra natura richiede, perché fragili e iperprotettivi, ma questo sconfina con il tuo post 🙂
(però mi fanno ribrezzo i bacherozzi, forse questa è una fobia).
un caro saluto
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Credo che alcune paure e repulsioni, come quella riguardante gli scarafaggi, siano ancestrali, connaturate nella nostra stessa natura. Anche se questo non vuol dire che non possano essere anch’esse superate. In genere comunque queste sono paure che hanno probabilmente una ragione d’essere, visto che si sono cosi’ radicate nell’inconscio collettivo. Diciamo che se non arrivano ad avere effetti bloccanti, a diventare “patologiche”, non mi sembrano paure particolarmente da evitare 🙂
Caro saluto ricambiato 🙂
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aspettare che passi… beh dipenfde dal tipo di paura, ci sono paure che andrebbero affrontate a muso duro, altre che ti paralizzano e non riuscirari neanche a sederti per aspettare che passi… e dipende anche da quanto forza abbiamo di vivere in quel momento… io non riesco mai a controllare le paure…
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Il consiglio di “aspettare che passi” mi era arrivato da una persona che soffre di attacchi di panico reali, attacchi ai quali non si riesce a reagire in maniera ragionevole poiche’ la nostra razionalita’ e’, a quel punto, gia’ andata a farsi benedire. Quella di capire che ogni azione sarebbe completamente irrazionale e potenzialmente dannosa (se non altro perche’ rinnoverebbe la paura in un circolo vizioso) e che dunque e’ meglio cercare di “sedersi e attendere che passi”, lo trovo un consiglio ragionevole, anche se certamente e’ a volte difficile da fare.
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Riesco a lasciarti solo i saluti…
buona primavera…
lella
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Grazie Lella, buona primavera anche a te 🙂
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Un post profondo e impeccabile, come tutti i tuoi, del resto, caro lupo.
Proprio oggi ho consigliato la lettura del tuo blog a una ragazza, molto intelligente ma insicura.
L’ho già detto, lo so: io scrivo racconti – belli o brutti che siano – tu AIUTI la gente!
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Grazie cara Alessandra 🙂 Ultimamente lo sto un po’ trascurando purtroppo, ma spero di potergli dedicare un po’ più di tempo a breve 🙂
Un caro saluto!
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Angoscia attacchi di panico…ne parlasti tempo fa’ e ti feci la mia testimonianza…a volte viene all’improvviso senza un motivo…poi püian piano si sveglia la fobia…quindi oggi dico dopo le mie esperienze di vita di tanti anni fa’ ora guarita….e cercare la radice e nello stessotempo tentare di esercitare le respirazioni oppure cercare di dialogare con amici seri parlare dialogare della paura del momento..io oggi posso dire era…l’anima che bussava alla mia porta che voleva crescere e dovevo superare la vita con i suoi schemi che allora vivevo…sempre molto importanti i tuoi post che fanno riflettere i problemi epocali e’ una malattia diffusa la paura…un sorriso e grazie grande Lupo:))
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Grazie per la tua preziosa testimonianza, cara Mariella 🙂 Speriamo che tutti possano trovare la propria strada così come hai fatto tu 😉 E… in un certo senso, devi allora essere debitrice ai tuoi attacchi di panico: sono loro che ti hanno fatto capire che dovevi “andare oltre” 😉
Un sorriso anche per te! 🙂
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Ciao Wolf, passo per un veloce saluto ad augurare una buona Primavera a te e a tutta la famiglia. Ciaooooo
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Ciao cara, grazie per gli auguri di buona Primavera, te li rendo di cuore, per te e per tutti i tuoi cari 🙂
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Io ho sofferto di claustrofobia poi un giorno mi è passata, non so come e perché… La paura dell’aereo invece rimane, cioè, ho fatto dozzine di boli (proprio come nell’esempio che citi tu), voli impeccabili e tranquilli, un paio di volte mi sono anche addormentata… Ma la paura è sempre lì, al decollo, all’atterraggio, al guardare le nuvole dal finestrino, ad ogni minimissima vibrazione dell’aereo, si scatena la voglia di gidare: fermatevi, voglio scendere 🙂 🙂
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Bé, intanto bene che ti sia passata la clustrofobia! Poi vedrai di pensare agli aerei 😉
In passato volavo spesso, in certi periodi avevo timore, in altre no. In certi casi le cause contingenti (notizie di recenti attentati, ad esempio) erano individuabili, in altre meno… Vedi, a volte non è facile risalire alle cause 🙂
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Come disse Fiorello, non è paura di volare, è paura di cadere 😀
Per favore, Wolf, cancella il precedente colare 😀 😀
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Bella la battuta di Fiorello eheheh Ma… la “paura di colare” non era male eh! 😀
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Quando ho letto il titolo del libro che stai leggendo mi è venuta in mente la piccola peste che mi scorrazza in casa da gennaio…decisamente ribelle 🙂
Non ci avevo mai riflettuto “La maggior parte delle fobie non sembra infatti che sorgano in conseguenza di un evento traumatico.” E’ proprio così, io ho la fobia degli insetti e non è stata causata da nessuno spiacevole evento, pensare che una tigre mi farebbe meno paura eheh 🙂
Buonanotte caro lupo! 😉
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Ricordo un’amica che non poteva stare sulla stessa spiaggia dove ci fosse anche un cane… perfino se cento metri piu’ in la’! 😛 Ovviamente pensai che potesse essere stata vittima di qualche morso o forte spavento dovuto a un cane, magari nella prima infanzia, ma lei ha sempre negato 🙂 Allora pensai a due possibilita’: o che fosse stata troppo piccola per ricordarsene, o che fosse dovuto a un evento che per un adulto drammatico non e’… ma magari lo e’ per un bambino, per esempio un cartone animato dove un cane terrorizza qualcuno… Poi c’e’ chi spiega queste fobie con eventi accaduti nelle vite precedenti, certo e’ difficile pensare che una fobia sia nata cosi’ dal nulla, non e’ vero? 🙂
Buona giornata a te, cara Demetra 🙂
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Be da piccola non penso di aver subito un’esperienza traumatica a causa di insetti insetti, i miei me lo avrebbero detto, cartoon ne vedevo molti e mi piacevano tutti (anche quelli con mostri vari che combattevano contro i supereroi) non mi spaventavano. Voto per la vita precedente…ma va a ricordare esattamente quale delle tante 🙂
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Bè, però basta poco, meno di quel che crediamo, almeno così credo io. Cose che ci accadono e che magari non appaiono così scioccanti… eppure lasciano il segno. E ricordiamoci degli archetipi di Jung, gli insetti fanno paura, o ribrezzo, a molti. Potrebbe essere qualcosa di ancestrale…
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in realtà, dopo anni e anni, ho capito di non avere attacchi di panico non sensati ma di avere reazioni ben motivate in seguito a traumi che ho subito. Il solo aver capito questo e l’ essermi sentita dire da un serio specialista che i miei attacchi di panico non erano tali perchè non nascevano dal nulla, ma erano una reazione di una persona sana (e non malata) ad eventi traumatici è stato di un’ aiuto incredibile. C’ è da lavorarci su dopo, certo, e imparare ad affrontarla quella paura.Però ecco, spesso si confondono le “paure” malate dalle normali reazioni. Se faccio un’ incidente in macchina in cui rischio di morire (e mi è successo) è normale che dopo abbia paura di guidare : quello che ti porta a diventare più fobico e non affrontare il trauma ma relegarlo in un’ angolino, dove resterà sempre a tormentarti, è la relazione con gli altri. Gli altri che ti dicono che sei stupido, che sei sciocco, che è insensato e tutto quanto : è il peggior modo in cui si possa aiutare una persona che ha una qualsivoglia paura.
Sulle fobie innate, su quelle..non so che dirti 🙂 Siamo per la maggior parte animali irrazionali, il nostro organismo risponde a livello incosciente a input che ci arrivano a livello cosciente rielaborandoli a modo suo.Ci sono paure innate (istinto di sopravvivenza) che magari si amplificano : paura di cadere, paura del fuoco, paura del dolore ecc. Ma sul perchè queste si amplifichino…non so che dire 😉
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Credo che possa succedere che autentiche fobie possano nascere non dalle cause che ci si aspetterebbe ma da “proiezioni” di paure che non si vogliono affrontare. Bé, la paura del cibo che puo’ portare a gravi scompensi alimentari notoriamente non nasce quasi mai dal cibo ma da problemi di autostima (e altro) che non vengono affrontati.
Si dice che il modo migliore di affrontare la paura di guidare dopo un incidente sia… mettersi subito alla guida. Non so se sia proprio così per tutti pero’…
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non so…io parlo della mia esperienza personale, non sono tipo da fobie né particolarmente paurosa ( faccio lanci col parapendio) però a volte quando salgo scale molto ripide ho ilterrore di cadere all’inietro…non è che queste paure inconsce possono risalire ad un qualche deja-vu di una vita precedente? e nella filosofia religiosa del buddhismo l’essere vivente può rinascere in una qualsiasi forma umana, quindi si potrebbero spiegare così anche le forme di fobie negli animali
Oh, Wolf, anche tutte le volte che passo da te devo fare il login e sono certa che non sei tu a chiderlo..scherzi del webb, no?
saludos
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Il login? Intendi dire mettere i dati richiesti sopra la finestra dei commenti? In teoria dovrebbe memorizzarteli e presentarteli da solo, ma questa e’ una funzione del PC piuttosto che del sito. Ricorda che io sono su Logga, non su WordPress.
Si’, naturalmente conosco la teoria delle vite precedenti e dello… strascico che lasciano nelle vite successive 😉 Brian Weiss sostiene di aver curato molti pazienti da dolori misteriosi facendoli regredire alle vite precedenti e ricordare cosi’ i traumi che in quelle vite avevano subito. Molti psicologi che tentarono il suo metodo dissero che non erano in grado di sapere se davvero quelli riportati dai pazienti erano ricordi di vite precedenti, ma… funzionava, e molti di loro guarivano davvero! 🙂
Salutoni! 🙂
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Sai, io non penso che le fobie dipendano da un fatto traumatico, non siano cioè riconducibili a qualcuno di logico e spiegabile, bensì siano da associare a qualcosa di inconscio, magari a livello pre-natale (io stavo morendo quando nacqui, soffocta dal cordone ombelicale, anzi il medico mi aveva data già per spacciata… Chissà, questo potrebbe spiegare la claustrofobia?)
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Il caso della claustrofobia potrebbe anche essere ragionevolmente spiegato cosi’, ma per altre fobie la vedo dura. Ad esempio, chi ha paura degli scarafaggi… come fa’ ad essersela fatta venire quando ancora nel grembo materno? 😐
Per il resto, i traumi agiscono sempre a livello inconscio, anche se poi puo’ essere usata la ragione per trovarne le cause.
Ciao cara 🙂
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Vero, la paura della paura è micidiale. Anni fa son stata morsa a tradimento da un cane lupo, che mi ha ferito ma non troppo gravemente; dopodiché, tutte le volte che ne incrociavo uno ci pensavo, temevo che lui fiutasse la paura e che si scatenasse il predatore… per cui cercavo di guardare altrove e pensare ad altro, addirittura fischiettavo o cantarellavo 😀 ! Quando passo vicino a un cane grosso lo faccio ancora, e mai mi sognerei più di attaccare bottone, a meno che non sia lui a volerlo. Cosa che peraltro mi pare corretta: nemmeno a me piace che uno sconosciuto mi gratti la testa così, en passant…
Ah, pochi mesi dopo il fattaccio, una sera avevo la guardia abbassata… e un altro cane mi ha aggredita, senza gravi conseguenze perché era piccolo e gli ho rifilato subito una pedata.
Poi, a parte il magico momento del decollo, non mi piace prendere l’aereo… se posso ne faccio a meno. Del resto è comprensibile, siamo terricoli: il sangue non è acqua e la Terra non è aria!
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Be’, il discorso sui cani mi tocca particolarmente avendone uno piccolino ma piuttosto attaccabrighe 😛 Quando l’ho conosciuto, non avendo mai avuto cani (gatti si’, ma l’unico cane nella mia famiglia d’origine risale a quando ero piccolino), ci siamo entrambi tenuti sulle nostre, non sono partito con tentativi di carezze o moine, e… a poco a poco ci siamo avvicinati 🙂 Comunque il tuo e’ se non altro un caso classico, di cui conosci bene la causa scatenante. Volendo potresti sicuramente affrontarla e risolverla, ad esempio avendo a che fare con cani frequentemente, magari partendo con quelli che si sa essere tranquilli e pacifici. Peggio e’ quando la causa scatenante non e’ chiara e non puoi pertanto affrontarla.
Un caro saluto 🙂
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QUESTA lucida e semplice analisi della fobia e quindi della paura dovrebbe essere insegnata nelle scuole, perchè contiene in sè già la risposta. Si fa un gran respiro e ci si siede ad aspettare che passi. E’ così.
Io non ho fobie ma ho sofferto per anni di attacchi di panico. Ho capito solo dopo che il panico e la sensazione di non respirare era dovuto non tanto al fatto stesso che lo scatenava, quanto alla speranza che non lo dovessi affrontare io. Invece una volta che sei sulla barca devi cercare di non cadere e farcela. Punto. Quindi era il sintomo della paura della paura di non farcela da sola.
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Grazie Elisa, la tua e’ certamente una importante testimonianza 🙂
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Buona Pasqua a tutti voi.
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Grazie Charlotte! Tanti cari auguri anche a te ed a tutti i tuoi cari 🙂
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sì può essere terrorizzati anche al punto di faticare a scrivere la parola lucertola?
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Una fobia e’ una fobia, e puo’ avere diversi gradi di gravita’. La sua serieta’ dipende secondo me da quanto impatto ha sulla qualita’ della vita quotidiana. Per fortuna non credo che sia frequente l’incontro con una lucertola… Oddio, dipende anche da dove si abita…
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