Rotelle – un pensiero di Angela

Gira e gira, mi sono ritrovato qualche tempo fa su un blog non-Splinder: Il Tesoro nel Campo. Il blog e’ in realta’ multi utente, e da quello che ho capito e’ legato all’arcidiocesi di Torino, su esso scrivono diversi preti e perfino vescovo (che ho scoperto essere di uno dei miei paesi liguri preferiti: Rossiglione! :-D) e cardinale! 😉 Pur non essendo cattolico praticante, non vi nascondo che la cosa mi ha fatto molto piacere e… vi invito a farci un salto! 😉
Comunque il post che vado a mettere e’ di… una mamma: Angela Bellini
😉

La breve storia fa parte di quei piccoli fatti che spesso capitano nella nostra vita di ogni giorno e ai quali normalmente non diamo peso, eppure… sembrano a pensarci portatori di profonde metafore 🙂
Leggere per credere… 😉


Rotelle

Perché non va avanti? Dice il più piccolo. È in bicicletta, su un marciapiede un po’ sconnesso, dove le rotelle si appoggiano e la ruota posteriore slitta; è arrabbiato, sudato ma continua a pedalare forte, la ruota gira ma non si muove. “Prova a scendere e spostarti dalla buca” gli dico.
“Perché nel negozio andavo veloce e qui no?” Quasi grida, tanto è indispettito, “sono rimasto indietro!”
Potrei perdermi in mille spiegazioni e sarebbe il mio forte; invece torno indietro, mi metto vicino a lui, quando sei in difficoltà, scendi, spostati e riparti.
Arriva il più grande, siete ancora lì?
“Zitto tu, che hai ancora le rotelle, mi sono incastrato! Aiutami!” “Ti aiuto, ma volevo dirti che le rotelle mi servono per pedalare e non per parlare!”
Dedicato agli amanti della bicicletta, perché pedalare è più una filosofia di vita, che una abilità tecnica. Molta pazienza e guardare alla strada, più che alla meta.


Commento di Wolfghost: “Quando sei in difficolta’, scendi, spostati e riparti”, senza perderti in mille ‘ma’ e in mille ‘se’ 
Certo, non sempre si puo’ scendere, ma il piu’ delle volte non solo e’ possibile, ma e’ anche il metodo migliore per procedere: scendere, spostarsi (invece di continuare a sbattere la testa contro lo stesso muro) e ripartire, in un’altra direzione ma non necessariamente un diverso obiettivo. Cio’ che ci ferma non e’ di solito la difficolta’ oggettiva, ma sono i nostri dubbi e paure, il tentativo di razionalizzare in modo estremo una scelta diversa, di rendere sicuro oltre ogni possibile incertezza qualcosa che sicuro non puo’ essere: ogni scelta comporta vantaggi e svantaggi e una dose di rischio, ma spesso e’ piu’ rischioso rimanere fermi, o cercare di forzare in una direzione che ormai e’ evidentemente senza sbocchi.
Il nostro cervello deve essere abituato al cambiamento, altrimento procede inconsciamente per inerzia, rifiutando a priori qualunque alternativa che, magari, e’ proprio li’, sotto i nostri occhi. Con il risultato che continuamo a pedalare a vuoto e a restare sempre piu’ indietro.

ciclisti

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56 pensieri su “Rotelle – un pensiero di Angela

  1. Ho imparato fin troppo bene cosa significa continuare a sbattere contro un muro di gomma…. poi un giorno di qualche anno fa sono  "scesa, spostata e ripartita"… e va molto meglio così…

    Hai mai visto il cartone "alla ricerca di nemo"?? quando c'è la scena dei gabbiani che iniziano a dire tutti insieme "mio… mio… mio… mio"…. ecco, questo è il mio post!!!!

    Un abbraccio!

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  2. x Aroma: sì, ti ci vedo cara Potresti davvero averlo detto tu

    x Anne: davvero? Che tu sia molto determinata non si fatica a crederlo, ma… testarda nel tirare avanti per una strada anche quando l'evidenza consiglierebbe di cambiare… no, non ti ci vedo granché

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  3. E' certamente un vantaggio permettere al pensiero di essere flessibile in modo che di fronte alle difficoltà si possa "scendere,spostarsi, e ripartire".
    Sarà che in passato ho dato così tante capocciate in una sola direzione non prendendone in considerazione altre.. che poi ho imparato
    Un bacio Lupo, buona serata

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  4. eheheh bene! Vuol dire che non eri presuntuosa eavevi la mente abbastanza aperta da permetterti di imparare, non importa quanto ci hai messo: c'è chi non impara mai
    Un caro saluto e una buona serata anche a te!

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  5. "Quando sei in difficolta', scendi, spostati e riparti"… ci provo e l'ho già fatto mille volte. Sembra sempre di essere al punto di partenza, ma di strada ne ho fatta. Forse ho girato intorno però, oppure sono anche tornata indietro a volte. Ho cercato di aspettare mio marito, di fargli capire. Sono andata avanti da sola, ma in mezzo c'è anche nostro figlio. E' tempo di fermarmi, ancora una volta. Devo scendere e spostarmi. E poi sai che dovrei anche riprendere ad andare veramente in bicicletta, da giovane ci andavo con enorme soddisfazione. Un caro abbraccio e a presto… sono in partenza per Siviglia

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  6. caspita wolf, il tuo post mi ha fatto pensare a due cose.
    la prima, che molto spesso mi sento su un jet a reazione, nel senso che vado troppo veloce e per andare così veloce devo anche guardare le cose da lontano… e vorrei scendere e prendere non so, una bicicletta, e guardarmi intorno, scoprire che il mondo è proprio bello… 
    la seconda, che certe volte fermarsi e ripartire in un'altra direzione è difficilissimo. soprattutto se quella strada la si è costruita con le proprie mani, con fatica e dolore, ma anche gioia. però hai ragione tu, non necessariamente l'obiettivo deve essere differente, e questa cosa mi rincuora. posso avere lo stesso obiettivo ma raggiungerlo in un modo diverso. e se fosse l'obiettivo la cosa sbagliata della mia vita, e non la direzione, o il modo in cui lo sto raggiungendo? scusa per queste riflessioni un po' contorte, notturne…

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  7. mi piace molto questa tua abitudine di segnalare i blog. anche io ho i miei preferiti che li linko rendendoli disponibili a tutti… ma a segnalarli, scegliendone un pezzettino come fai tu tante volte e facendone un post lo trovo un gesto carinissimo per chi ti legge

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  8. x Violetta: il fatto che tu sia dovuta scendere e ripartire più volte non significa che abbia fatto male a farlo, se eri spinta a cambiare significa che le cose non andavano bene e dunque era giusto provarci.
    La vita è fatta spesso di reiterati tentativi di… azzeccare la rotta per trovare il vento migliore

    x Bradirunner: certo, anche l'obiettivo puo' essere non adatto o rivelarsi impossibile da raggiungere, bisogna capirlo e – se così è – non farne un dramma, perché , come scrivi te, è proprio questa la parte difficile: accettare che qualcosa per cui si è lavorato tutta la vita vada adesso cambiata e in alcuni casi perfino abbandonata. Ma l'immobilismo in questi casi puo' provocare danni ben maggiori. Io credo che, dopo aver attentamente riflettuto e "lasciato sedimentare" le nostre riflessioni, cosa dobbiamo fare ci appare in genere abbastanza chiaro, è solo che abbiamo timore di farlo.
    Un caro saluto

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  9. x Ivy: bé, io ho davvero troppi contatti per linkarli tutti, diverrebbe inutile tanti sarebbero. Preferisco condividere così, anche perché almeno posso aggiungere qualcosa di mio
    Grazie e un salutone

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  10. Un tempo spostarmi e ripartire era una delle cose che sapevo fare meglio; poi sono arrivate la vita vera e l'ansia da prestazione, ed ogni mio cambio di rotta è diventato uno sforzo sovraumano.

    Questo post mi ha comunque ricordato che non farcela non vuol dire non esserne capace.. dovrei tenerlo a mente più spesso 🙂

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  11. x Aliseys: e' vero, da giovincelli e' piu' facile, ma… e' anche perche' i passi e le scelte da fare sono di minore importanza ed hanno minore peso. Certo che dopo e' piu' difficile, ma difficile non vuole e non deve voler dire "impossibile"

    x Egle: esatto cara, e' proprio cosi': e' la vita stessa che solitamente ci… suggerisce di cambiare. Il problema e' che spesso facciamo i sordi, almeno fino a quando possiamo permetterci di farlo, e poi rischia di essere troppo tardi…

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  12. E' l' ostinazione che spesso può danneggiare, compresa la volontà del non vedere quando una strada non è più per noi…
    Non è facile perchè spesso possiamo erroneamente pensare che certe situazioni o persone in loro comprese, possano cambiare.
    A volte con questa bicicletta è necessario battere bene il muso magari su qualche muro…e a quel punto non rimane che pedalare all' indietro e cambiare strada.
    Certo i cambiamenti possono far paura…ci si sente disorientati e anche un po' persi….e magari è proprio lì che bisogna rimboccarsi le maniche per continuare in un' altra " storia"…..a volte accade che dobbiamo anche " rinventarci"
    Fa parte del gioco della vita wolf…l' importante è essere qui.
    Un abbraccione a tutti e un bacione       

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  13. Parole sante, Donnaflora! L'importante è essere qui! Pero', vedi… io sono sicuro che la maggior parte delle volte abbiamo percezione di quando è bene scendere e ripartire, ma ci lasciamo prendere da dubbi e paure, alla fine rimanendo fermi. Questo puo' essere pericoloso. Ovviamente c'è l'altro aspetto della medaglia: non bisogna nemmeno rinunciare e cambiare strada alla prima difficoltà

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  14. Eccoci qui, Francesco,
    Con i soliti temi della vita, al di là di “adotta un cucciolo” al quale auguro buone fortune di riuscita, anche perché poi a soffrire sono loro (i cuccioli, appunto, e non noi).
    Venendo al tema in questione, io credo che tu stia trattando la questione della umiltà.
    E del coraggio.
    Don Pierino, mi ha insegnato proprio che la dote maggiore che un uomo può avere è proprio la umiltà, oltre che il coraggio.
    Orbene, che cosa è l’umiltà?
    L’umiltà, secondo me è….la decisione di scegliere.
    E non smettere mai di farlo.
    Mai.
    Ripartire da capo, mettersi in discussione senza farsi scudo delle proprie incrostazioni.
    Combattere e superare l’immagine che altri si sono assicurati, anche per loro comodo, di noi.
    E decidere. Contro tutti e tutto. Se siamo nel giusto.
    E quindi muoverci, come dici appunto tu, e non restare fermi. Riconoscere i propri errori ma mai….pedalare a vuoto.
    E, su questo, tu mi insegni che anche nei “I-ching”, il “movimento” è l’arte del possibile e dell’impossibile.
    Ed è lo stesso moto perpetuo del fiore di loto, che ci pervade ogni giorno, nonostante le nostre inconsapevolezze.La lotta perpetua.
    Il constatare che tutta la nostra vita è, e deve essere, un continuo divenire. La magia del ritrovarci a combattere per idee nuove.
    Post apprezzabile e concreto, come di solito sai fare.
    Un abbraccio grande e grazie.
    SHERWOOD

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  15. Ciao Wolf.
    L'ultimo capoverso, secondo me, è da incorniciare, tanto esprime in maniera chiara e lucida l'importanza del cambiamento, di quello scendere dalla bici, spostarsi e ripartire. Che poi è il sale della vita.
    Ho conosciuto persone che invece hanno proseguito sempre nella stessa direzione, su binari da tempo già tracciati per loro. E ne sono anche stati felici, lo ammetto. Ma ho incontrato altresì persone la cui esistenza è stata un costante ricominciare da capo, un continuo spostarsi giusto per procedere un po' e nuovamente cambiar direzione.
    E tra i due tipi di persone, innegabilmente, la mia simpatia e la mia stima va ai secondi.
    Buona giornata, un caro saluto.
    Carmine

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  16. x Sherwood: grazie per l'intervento, sul quale concordo pienamente. L'arroganza, il contrario dell'umilta', puo' apparire affascinante a volte, pero' essa ha una sottile differenza con la "sicurezza" che una persona davvero carismatica emana. "Sicuro" e' chi e' sicuro di se stesso, piuttosto che delle sue certezze; dunque, chi e' "sicuro" sa mettersi in gioco, anzi sa che nella vita le proprie certezze vanno sempre esaminate, perche' e' probabile che nel tempo, cambiando inevitabilmente il contesto, divengano inattuali, obsolete e fuorvianti. "Sicuro" e' paradossalmente, secondo questa accezione, sinonimo di "umile", poiche' chi e' sicuro di se' non ha paura di ammettere la propria umilta' di fronte ad una vita in continuo mutamento.
    L'arrogante invece e' chi non accetta di mettersi in gioco, di dubitare di quelle certezze che si e' via via fatto nel passare del tempo. L'arrogante spesso e' un insicuro che si barrica nel castello delle proprie convinzioni per timore di dover riconoscere che c'e' ancora da imparare e che, forse, buona parte di cio' che sa e' ormai da buttare a mare.
    Un saluto a te e… a Don Pierino, che da quel che racconti sembra proprio una saggia persona

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  17. x Carmine: be', potremmo dire che cambiare e' un'arte, un'arte che parte dalla decisione iniziale: cambiare o non cambiare? A volte infatti non e' necessario cambiare, magari la vita, che va da se' incurante dei nostri timori e aspettative, asseconda le nostre scelte iniziali al punto che cambiare non e' mai necessario. Bene per coloro a cui la vita ha arriso in questo modo Perche' dunque dovrebbero cambiare? E' una sciocchezza: squadra che vince non si cambia, no? Al massimo si "raddrizza" con qualche aggiustatina, ma non si cambia il suo complesso.
    Diverso e' il caso di coloro che affrontano una vita piena di curvoni, salite, deviazioni e strade interrotte. Per costoro abbracciare il cambiamento, piuttosto che insistere nella stessa direzione perfino quando stanno uscendo di strada, e' necessario. E va da se' che questo vale per molti tra di noi, forse perfino per la maggioranza

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  18. Ma madre diceva che il tempo non era visibile agli occhi di chi avrebbe guardato il mio difettoso ricamo ma il ricamo sì! Di conseguenza dovevo ricominciare senza cercare di correggerlo perchè sarebbe stato più evidente il difetto…da lì sono scesa di bici tutte le volte che ho incontrato un ostacolo che ho poi superato meglio e con ottimismo."Ci hai azzeccato!" caro il mio flosofo.Smack!

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  19. Mi viene da pensare ai tanti problemi che si presentano lungo una vita e le soluzioni spesso difficili, pensate e ripensate. Forse questa storia vuol insegnare a non fossilizzarsi, a non rimanere legati allo schema mentale che ci siamo costruiti, coscienti o meno, perchò spesso occorre vedere oltre, aprire la mente e accorgersi che magari il nostro modo di pensare sembrava giusto solo a noi, ma era vecchio e che in realtà non ci portava a niente. E' difficile scendere,spostarsi e ripartire, è un po' ammettere che ci si era sbagliati, che ci sono stati errori ed io spesso ho avuto la presunzione di essere nel giusto, ma poi si impara, per forza o per amore, un'altra grande virtu' che è l'umiltà e che siamo quì per imparare.
    Carissimi saluti Wolf, buona serata    Fulvia

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  20. Ciao Wolf,
    grazie del passaggio anzitutto. Il tuo commento – quello che temevi fosse andato perduto – è al sicuro tra le pagine virtuali del mio blog. Condivido appieno la tua opinione, sia quella seria sul sentirsi uomo prima che ingegnere, sia quella meno seria: in effetti a cinquanta anni si è, a voler essere buoni buoni, un po' più che a metà della vita…
    Carmine

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  21. x Fulvia: Bé, cara Fulvia, non so se davvero siamo qua per imparare, ma sono d'accordissimo con il tuo commento
    Buona serata, e buona notte, anche a te

    x Carmine: bene, grazie Carmine … e chissà, magari tu a 100 anni ci arrivi, io per quanto mi riguarda ho grossissimo dubbi

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  22. Occorre saper fare tesoro anche di una propria sconfitta, come metaforicamente possiamo intendere l'episodio, abbiamo sempre un'altra chance da tentare se solo non restiamo ancorati all'empasse di "elucubrare" a vuoto sopra il  nostro sbaglio.
    E, a quel punto, da un nostro sbaglio può nascere la più bella delle vittorie: una rivincita.
    Un caro saluto, Wolf!

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  23. x Flame: certamente cara, la storia e la sua morale possono essere viste anche in questa luce. A volte poi la rivincita puo' consumarsi su un piano completamente diverso: non riusciamo nell'ingegneria? Chissa', potremmo avere successo nell'arte! E' solo uno dei tanti esempi possibili, naturalmente
    Un caro saluto anche per te!

    Griza: grazie cara, un salutone!

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  24. Non intestardirsi, dunque, e neanche arrendersi, ma cercare un'altra strada per raggiungere i proprio obiettivi. Bel post, Wolf, dice molto di più di un trattato di psicologia comportamentale!

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  25. Ciao Wolf, strano che la torta sia venuta dura…la mia é riuscita soffice e piuttosto alta…la farina di riso in genere é anche per dolci, nella mia c'é scritto e ho usato anche la farina di kamut che era in percentuale maggiore…Buona giornata!

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  26. x Iovolevo: ceeeeeerto che ricordo te e il tuo simpaticissimo blog (l'avatar soprattutto!! ). Ho visto che hai finalmente rimesso un post! Dai, dai, continua! Non devi scrivere chissa' che, inizia con la prima cosa che ti salta in testa, anche se sembra insulsa, di solito poi ne nascono considerazioni inaspettate
    Un abbraccione!

    x Glicine: su quella che ha usato mia moglie pero' c'era scritto espressamente per pane… Magari esiste anche quella per dolci, forse l'inghippo e' li'
    Buona giornata!

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  27. Può darsi…io ho usato la farina di riso bio che si chiama easyglut della Pedon e la farina di kamut "fior di molino" ed anche le altre volte è venuta sofficiosa, anche fin troppo per essere una crostata. Ciaoooooo

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  28. Caro Wolf, quasi quasi mi fai rimpiangere Coelho… eheheheh…
    scherzi a parte, quando si è giovani e inesperti capita di far girare a vuoto le ruote, ma è la vita che poi insegna a tutti la necessità di scendere, spostarsi e ripartire, specialmente quando ti accorgi che hai più tempo alle spalle che non davanti a te…
    certo se rimanessimo sempre forma fissa, senza cambiare, sarebbe un disastro totale… (eppure a volte, neanche quello basta…)
    un abbraccio

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  29. Esatto cara, e' proprio la frase finale quella su cui ci possiamo accentrare: spesso – non a volte – perfino quando la vita chiede di "scendere e spostarsi per poi ripartire", non lo si fa, restando testardamente attaccati alla posizione dove siamo.
    Bene, in effetti e' un po' che manca Coelho… eheheh paura, eh??

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  30. E' proprio questa, Wolf, la maniera giusta di procedere. Peccato che, troppo spesso, una volta imboccata una strada non si possa tornare indietro e si debbano cercare soluzioni alternative in quel solo percorso, anche se manifestamente le abbiamo esaurite tutte. Il tempo, poi, gioca a nostro svantaggio. Il bambino può e deve tentare altre strade, se la prima è impraticabile; ma l'uomo maturo, o il vecchio, non hanno più tante frecce al loro arco. Questa è una storia che riguarda tutti noi.

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