I giorni perduti – di Dino Buzzati

Eccomi finalmente con un nuovo post :-)>, purtroppo e’ un periodo davvero intenso e il tempo libero e’ quello che e’ 😦

Il post e’ un testo di Dino Buzzati che ho trovato sul blog Cinechiacchiere non solo, di egle1967 🙂
Ora il testo, seguira’ un mio commento 😉


I GIORNI PERDUTI – DINO BUZZATI

scaricatoreQualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernest Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta e caricava la cassa su di un camion.
Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all’estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone.
Kazirra scese dall’auto e andò a vedere. Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel dirupo che era colmo di migliaia e migliaia di altre cassi uguali.
Si avvicinò all’uomo e gli chiese: –Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c’era dentro? E cosa sono tutte queste casse?
Quello lo guardò è sorrise: –Ne ho ancora sul camion, da buttare. Non sai? Sono i giorni.
–Che giorni?
–I giorni tuoi.
–I miei giorni?
–i tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora gonfi. E adesso?
Kazirra guardò. Formavano un mucchio immenso. Scese giù per la scarpata e ne aprì uno.
C’era dentro una strada d’autunno, e in fondo Graziella, la sua fidanzata, che se n’andava per sempre. E lui neppure la chiamava.
Ne aprì un secondo e c’era dentro una camera d’ospedale, e sul letto suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava. Ma lui era in giro per affari.
Ne aprì un terzo. Al cancelletto della vecchia misera casa stava Duk, il fedele mastino, che lo aspettava da due anni, ridotto pelle e ossa. E lui non si sognava di tornare.
Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello stomaco. Lo scaricatore stava dritto sul ciglio del vallone, immobile come un giustiziere.
–Signore! – gridò Kazirra. –Mi ascolti. Lasci che mi porti via almeno questi tre giorni. La supplico. Almeno questi tre. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole.
Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per indicare un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo tardi e che nessun rimedio era più possibile. Poi svanì nell’aria, e all’istante scomparve anche il gigantesco cumulo delle casse misteriose. E l’ombra della notte scendeva.


Commento di Wolfghost: Ognuno di noi ha casse piene di giorni perduti, e’ inutile negarlo. Per la maggior parte di essi e’ bene non tormentarsi: sono stati atti davvero involontari, oppure scelte necessarie che non avevano vera alternativa. O addirittura “errori di gioventu’ ” che, si badi bene, possono capitare anche a 80 anni 😀 (ricordo a tal proposito un goal da quasi metacampo che subi’ Dino Zoff a fine carriera: lui segui’ la palla a braccia aperte, come dire “e’ fuori, e’ fuori”… invece era dentro :-D; quando venne intervistato dichiaro’ autoironicamente che era stato un errore di gioventu’, appunto :-P). Tutti sbagliamo, tutti prendiamo troppo alla leggera faccende che piu’ tardi torneranno a popolare i nostri incubi. Io ad esempio non sono esente da pensieri del tipo “Potevo fare di piu’ “, riferiti ai miei genitori in particolare (ma anche al mio gatto Kit, leggete qua: Un po’ di Wolf… Kit: incontro con la morte.), pur sapendo oggettivamente che sacrificare l’intera mia vita di allora non sarebbe stato giusto nemmeno per loro.
Pero’ ci sono cose che potevamo fare… e invece sono rimaste li’, incompiute. Cose che magari ci sembravano innocenti ma che hanno ferito qualcuno, qualcuno che magari nemmeno ricorda… ma ricordiamo noi.
Volete sapere una mia piccola storia personale che “sa di poco conto”, ma che non sono mai riuscito a sepellire e ciclicamente torna fuori? 😐 Essa riguarda un Wolfghost che adesso, qualche decennio dopo, non approvo…
Dovete sapere che erano gli albori dei siti di incontro online. Non erano certo come quelli di oggi (anzi, quelli di oggi manco li conosco, diciamo di “ieri” ;-)), si trattava di siti di solo testo, altro che facebook o Meetic (esiste ancora Meetic, vero? :-|).
Il mio primo approccio con questo genere di incontri online fu con una ragazza della mia citta’ che pero’ aspetto’ molti mesi prima di accettare di incontrarmi dal vivo. Io, che allora ero novello di questo genere di esperienze (che peraltro protrassi per pochi anni in tutto), accettai un “rapporto epistolare” che inizio’ con brevi messaggi per arrivare a lunghe e-mail. Sulla carta eravamo perfetti: stessi interessi, medesimo “sentire”. Ovviamente finimmo per idealizzarci l’un l’altro, per credere che quella sarebbe stata la storia “giusta” 🙂
Altrettanto ovviamente, quando finalmente ci incontrammo dopo mesi e mesi di e-mail (e da un certo punto in poi anche di telefonate)… non mi piacque  😦 ed io sapevo che non ci sarebbe stato modo di superare la cosa grazie a “affinita’ elettive”: non e’ che cercassi chissa’ cosa, ma se una donna non mi piaceva, non mi piaceva, c’era poco da girarci attorno.
In buona fede, ma un po’ arrogantemente, pensai che fosse meglio staccarla subito, per evitare che continuasse a farsi sogni ad occhi aperti, e, poco elegantemente, mi inventai il classico “ritorno della ex” 😦
Be’, non ci crederete, ma non ho mai dimenticato il suo ultimo sms dove mi scriveva che aveva un forte raffreddore accompagnandolo con una emoticon triste (questa:  ” :-(”  ). Sono certo che lei manco si ricorda di me a vent’anni di distanza, ma io… si’, me ne ricordo ancora. In particolare quell’emoticon triste.
Da allora imparai a non tagliare piu’ a quel modo, in nessuna occasione. Imparai a non credere che esiste solo il bianco e il nero nei rapporti umani, e che se una cosa non va per un verso, allora non deve andare per forza da nessuna parte. Ad essere sincero ed aperto e… se l’altro capisce e accetta un rapporto diverso (di amicizia in quel caso), bene, altrimenti ci si allontana consensualmente, senza rimpianti, ne’ rimorsi…

fuga colomba

65 pensieri su “I giorni perduti – di Dino Buzzati

  1. e se si ha fatto il possibile,come si sa che si ha stato abbastanza?
    da più di un anno non parlo con un mio caro amico.lui si è allontanato  con una scusa, e non si è più fatto vivo,come se la nostra fortissima amicizia non contasse nulla.per quanto io sappia di aver provato a riavvicinarmi, a capire cosa non andasse e a cercare una soluzione con un'umiltà estrema e per certi tratti in contrasto con il mio esteso orgoglio…. ancora non sento di avere la serenità di accettare questa "fine".

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  2. x Anne: nulla di straordinario a proposito della mia vita, cara Anne Meglio certamente il racconto di Buzzati

    x Unpiccologirasole: Io credo che ognuno di noi in fondo sappia quando ha fatto il possibile per recuperare un rapporto, e, secondo me, già questo gli darà la forza di passare oltre, di farsene una ragione. Alla fine anche l'amicizia è come l'amore: non si puo' comprare, nemmeno comportandosi nel migliore dei modi, e se non c'è… non c'è. Evidentemente per lui, nei tuoi confronti, manca. Vedrai che passerà

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  3. Racconto molto bello e denso di rimpianti… ma le tue parole, come sempre, sono quelle che fanno la differenza e lasciano un segno per la sensibilità che dimostri di avere e per quanto fai pensare.
    Scambi di mail, empatie on-line…quanti dubbi avevo, e ora ne ho anche di più..
    Un abbraccio Francesco

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  4. Le chat, specie se si è pivelli, ingannano, seducono, ammaliano. Ho vissuto una cosa simile, ma lui mi piaceva, e io gli piacevo. Diciamo che le palle le avevo io, lui si è defilato con scuse banali. Deprimente, davvero. Ho posto un velo pietoso sulle chat che uso solo per parenti lontani ;-))

    P.S. Se vuoi farti quattro risate potrei raccontarti tutta la storia! 😀

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  5. Troppo stanca a causa del lavoro per dire cose coerenti stasera. Tornerò appena potrò, perchè, come sempre si tratta di post di spessore, i tuoi, su cui riflettere.
    Un abbraccio intanto e buona serata, Wolf.

    (flameonair – Paola)

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  6. Allora, Francesco,
    Scusami se mi dilungo un po’, ma nel presente post tu non tratti un solo argomento ma bensì almeno tre.
    A proposito del testo di Buzzati, commentavo poco fa, casualmente, a “paoletta” (flameonair), proprio che l’esistenza di ciascuno di noi è raccontata in un libro di cui cambia, a seconda dei soggetti, solo il colore della copertina (nel nostro caso, la scatola), le parole scritte e la sequenza delle frasi riportate (il contenuto della scatola), il numero delle pagine (la quantità di scatole).
    E che a questo libro non si possono, manualmente, sottrarre o aggiungere periodi, e neanche correggere i refusi, visto che è già stampato, se non provare a riscriverlo daccapo. Ma questo non è possibile.
    E quindi va pubblicato così, salvo correggerne alcune parti in una seconda edizione, sempreché l’Editore (Nostro Signore), ci consenta questa possibilità. Ma la cosa non è scontata. Né, peraltro, nulla e nessuno ci garantisce che ne uscirebbe un testo migliore o meno zeppo di errori di sintassi.
    Per quanto concerne la questione “meetic”, ho scritto io qualcosa nel mio ultimo post (parlando di “face book”), e ti rimando alla lettura di quello.
    Il terzo aspetto (le modalità di abbandono di un’amicizia), è cosa più delicata ed inerisce al grado di sensibilità di ciascuno di noi.
    Io personalmente, non concepisco i rapporti “virtuali” se non su un blog (non di certo su “meetic”, che è, sai bene, un’altra storia) e, se non pervengo alla conoscenza diretta e personale del mio interlocutore entro breve tempo, chiudo il rapporto. Quindi, per me il problema della idealizzazione non esiste, né do modo e tempo ad alcuno di farmi idealizzare.
    Ma la questione, qui è più vasta e riguarda il modo di chiudere le relazioni con la gente.
    Perché purtroppo, al di là di un rapporto d’amore (che nella fattispecie mi sembra un termine un po’ forzato), spesso si crea un rapporto di dipendenza affettiva.
    Che va gestito, perché è ancora più coinvolgente e drammatico.
    E non ci si può sottrarre a questa responsabilità con un colpo di spugna, piuttosto che cambiando la scheda telefonica o l’indirizzo di casa. Va seguito nel suo evolversi fino alla sua naturale conclusione. Anche soffrendo e spendendoci il tempo che occorre.
    Un abbraccio.
    SHERWOOD

     

     

     

     

     

      

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  7. Bellissimo questo post… e il racconto di Buzzati è splendido.

    Penso che più o meno ognuno di noi abbia qualche giorno perduto che vorrebbe recuperare… che non c'è solo il bianco e il nero, ma anche un mondo di grigio con tutte le sue sfumature. Solo che quelle tonalità di grigio… non le noti subito ma con il tempo…. come hai scritto tu, che a distanza di tanti anni ricordi la tristezza di quel messaggio…
    Sicuramente quando si è giovani si affrontano le situazioni in modo diverso, non si ha la capacità di valutazione che si apprende con la maturità… e forse è giusto così….

    Con il tuo racconto mi hai fatto venire in mente una telefilm che mi scaricavo  da internet (è legale????)… My name is Earl… non so se lo conosci. Earl è un uomo che, dopo diverse vicessitudini, si rende conto che per poter vivere sereno, deve recuperare tutti i torti fatti……. quindi fa una lista delle persone da contattare per mettere in ordine le cose e far sì che il karma sia positivo…….. tutto in chiave estremamente ironica…

    basta, sto scrivendo un poema. Dai sempre spunto a innumerevoli considerazioni da fare. bravo!
    vado ad annotarmi alcune cose…. ……….

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  8. x Mariabei (tente anonimo #6): intanto benvenuta sul mio blog Vero, il racconto e'… significativo, oltre che scritto molto bene. La mia esperienza e' stata… di nuovo piu' significativa che bella, almeno per me Se pero' puo' servire a qualcosa condividerla… ben venga
    Grazie e un abbraccio anche a te!

    x Nikiya: grazie cara  Be', io ormai quella fase l'ho passata da parecchi anni. Ora posso navigare e condividere per il puro piacere che da, appunto, la condivisione. C'e' sempre da imparare e, almeno un pizzico, da insegnare attraverso di essa 
    Il racconto non e' mio, e io non sono nemmeno il primo a pubblicarlo su Splinder, per cui per me non c'e' problema, e sono certo che lo stesso vale per Eagle1967, dal cui blog l'ho preso

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  9. x Isolaazzurra: mah, ho conosciuto personaggi cosi' anche io Li chiamavo i "Dongiovanni mancati" poiche' sembravano persone che amavano arrivare al "sapere che se potrebbero…" ma non andare oltre. A volte immagino che sia timore dell'impegno, piu' spesso sospetto che ci siano cose "dietro di loro" che a te non e' dato di conoscere E sono sia uomino che donne, eh!

    x Ungirasole: e' cosi', e dentro di te lo sai. Devi solo ricordarlo a te stessa nei momenti di crisi

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  10. x Paola: Paola… non sai quanto ti capisco! Ormai anche io perdo colpi a causa degli impegni
    Un abbraccione!

    x Kappadue: e' il motivo che conta. Se sara' a causa di forze maggiori, non avrai rimpianti. Altrimenti potresti trovarti un giorno a rimpiangere quei giorni. Ma… se non lo fai oggi guardandoti al passato… perche' dovresti farlo "domani" guardando all'oggi?  

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  11. x Sherwood: in linea di massima ti anticipo che mi trovi largamente d'accordo, caro Mauro. Ma… vediamo punto per punto.
    Io concepisco la vita non come un libro gia' stampato, ma piuttosto come un diario sul quale, almeno in parte, siamo noi a scrivere il testo. Quindi e' vero che il passato e' ormai scritto e dovremmo lasciarlo perdere – sempreche' non siamo in grado di rileggerlo con un sorriso o a scopi propedeutici – ma il presente e il domani sono ancora da scrivere, ed e' qui che, forse, la lettura del passato puo' permetterci di non ripetere errori gia' commessi.
    Su Facebook, verro' a leggere, anche se posso immaginare…
    Per quanto riguarda i rapporti personali, direi che fai bene a comportarti cosi'. Finche' lo si usa per gioco o per scambiare opinioni e condivisioni, il web puo' anche andare bene, ma… bisogna stare attenti a non "sforare" in campi che devono necessariamente invadere il nostro quotidiano. Difatti non sono mai riuscito a condividere, ne a comprendere, un affetto confinato sul web. Che sul web sia nato si', ma non che sia rimasto li' confinato. Infatti e' proprio in quei casi che si rischia una idealizzazione che in generale sara' deleteria proprio per il proseguo della relazione, di qualunque tipo esso sia. Difficilmente la realta' potra' infatti essere bella quanto una idealizzazione e la delusione potra' facilmente distruggere una cosa che magari avrebbe comunque potuto avere una qualche importanza, anche se forse non al livello che si sperava all'inizio.
    Sui rapporti di dipendenza, va da se' che meglio sarebbe non iniziarli; io credo che ognuno di noi capisca quando si stanno per instaurare, e meglio farebbe ad evitarli. Una volta pero' che si siano stabiliti, in linea di principio hai ragione: meglio aspettare che muoiano di vita propria, cosa che in generale fanno in tempi ragionevoli: se non innaffi una pianta, questa dopo un po' muore. Tuttavia possono esserci dei casi, piuttosto estremi ma non cosi' rari, dove chi si attacca non sente ragioni… anzi, non sente la Ragione, non c'e' verso. In questi casi… forse si', il metodo della "roncola", dal taglio netto, e' l'unico che funziona. E usarlo e' il bene non solo proprio, ma anche dell'altro, anche se al momento puo' non rendersene conto a causa della cecita' dovuta al suo attaccamento.
    Va da se' che il pezzetto di storia personale che ho raccontato nel post non rientrava assolutamente in quest'ultimo filone, da cui il mea culpa.
    Un abbraccio anche per te e grazie sempre per queste belle condivisioni che permettono di approfondire i temi trattati

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  12. x LaLupa: mi trovi perfettamente d'accordo, cara Il telefilm non lo conosco, se non fosse per l'ironia che dici pervaderlo mi suonerebbe molto "New Age": cercare di redimersi andando a recuperare tutte le persone con le quali si hanno "conti aperti" e… chiuderli, che sia attraverso scuse o possibili metodi riparatori
    In qualche caso, in particolare quando quelle persone avevano avuto una grande importanza o si sa averle ferite seriamente, penso sia una cosa che si possa anche fare. In altri casi pero' la sento come una forzatura: molte di quelle persone avranno gia' interiorizzato e risolto quelle esperienze per proprio conto e comunque potrebbero prendere a male un simile tentativo vedendolo come egoistico piuttosto che altruistico: "che fai, vieni a cercarmi per lavarti la coscienza?". In altri casi poi quelle persone non sono proprio piu' reperibili, forse perche' trapassate, forse perche' in condizioni di irrecuperabilita', vuoi per trasferimenti, vuoi per condizioni personali (se ad esempio vuoi scusarti con una persona che nel frattempo si e' sposata, che fai? La cerchi col rischio di far nascere sospetti nella coppia? Io non lo farei…).
    Ricordo di aver letto su un testo di psicologia o… metapsicologia New Age che a volte e' sufficiente immaginare di farlo dentro di noi, cosi' da lasciare andare per sempre quelle esperienze che ci hanno lasciato qualche segno difficile da superare…
    Un salutone

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  13. il metodo della "roncola"….
    franceschino mio,
    non vale.
    hai mai pensato di stare dalla parte di chi la "roncola" la subisce?
    io non sono un moralista.
    ma dico semplicemente che il metodo della "roncola" va comunque condiviso. con coloro i quali la subiscono.
    e non esiste nessuno, e dico nessuno, che se ne può arrogare il diritto senza condividerlo almeno in due.
    scusami, ma ciò non inerisce al mio rapporto di amicizia con te, che è inossidabile.
    ma ti sei chiesto quanta gente che scrive a "sproposito" gioca a fare il gioco dell'amico (o dell'amica) confidente, quando poi fa i cazzi suoi, scrivendo solo allo scopo di esplicitare "menate di torrone" al solo scopo di divertirsi a verificarne la reazione e poi profittarne?
    un abbraccio grande.
    DHERWOOD

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  14. Caro Mauro… pensi davvero che io non ci sia mai stato da quella parte? Ha pro' e contro, credimi. Da un lato si soffre parecchio, dall'altro i giochi sono chiari e non resta altro che riprendersi, che a volte e' meglio di continuare un tira-e-molla infinito che non fa bene a nessuno.
    Anche io sono, come ho ben scritto, dalla parte di chi questo metodo non vorrebbe mai usarlo, ma a volte ci si trova nella condizione in cui se non lo fai non riesci piu' a staccare, perche' dall'altra parte si tende a credere che gia' solo il fatto che non venga fatto significhi che in fondo i giochi possono ancora essere aperti.
    Non tutti sono equilibrati a questo mondo, Mauro, soprattutto poi quando ci sono sentimenti ed emozioni di mezzo. Il rispetto deve esserci non solo dalla parte di chi cerca di staccarsi, che si spera usi metodi non cruenti, ma anche dalla parte di chi il distacco lo subisce, che si spera non perdere la ragione, perche' il distacco fa – purtroppo – parte della vita, ed e' necessario imparare a gestire anche quello.
    In quanto alla parte finale del tuo commento, no, per fortuna e' tanto tempo che non ho a che fare con persone del genere. Pero' in passato mi e' capitato, oppure diciamo che… ho il forte sospetto che mi sia capitato. A volte, per quanto si stia attenti, puo' succedere di cadere nelle reti dei "falsi amici", per questo vale la legge della "trasparenza": piu' trasparente sei, meno appigli dai a queste persone per usare contro di te qualcosa di cui li metti a conoscenza. Se non si ha nulla da nascondere, che cosa si dovrebbe temere?
    Un abbraccio anche a te, caro Sherwood

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  15. Esatto Charlotte, dipende. Ne parlavo giusto con "bologna_1956", qua sopra. Credo che in generale i bruschi tagli siano da evitare, ma possono esserci casi particolari in cui non e' possibile farne a meno.
    Una buona giornata anche per te

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  16. Che dire di questo post..profonde e condivisibili le tue considerazioni, per il resto hai già detto tutto!! Esaustivo come sempre. Comunque non credere che esista il bianco e il nero nei rapporti umani è questione sì di maturità, ma anche di carattere.

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  17. Potrei essere d'accordo, cara Vagabonda, e' che… non credo molto al "carattere", non come caratteristica innata che ci porta a fare inevitabilmente determinate scelte. A dire il vero, in generale non do molto credito a qualunque cosa riduca troppo la nostra personale responsabilita'. Preferisco credere di avere sempre una parte nelle mie scelte, altrimenti sarei solo una vittima, mia o delle cisrcostanze.
    Grazie e un caro saluto

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  18. Carissimo Wolf, prima di ogni altra cosa, sono felice di trovare anche sul tuo blog, questo fantastico racconto di Buzzati, e non so se conosci bene lo scrittore, ma ti assicuro che si potrebbero aprire lunghe e interessanti conversazioni su ogni suo singolo racconto. (Perdona l'entusiasmo, ma io lo adoro!)
    Che dire, hai già milioni di commenti e non avrei altro da aggiungere, se non che, in questi giorni, penso ai giorni perduti, in relazione a cose o parole che non si sono fatte/dette per chiarire mie posizioni, e che il rimpianto è quello di non essermi amata abbastanza, in quei momenti.
    Eh già perche' non c'e' solo il rimpianto di quello che "avremo" dovuto fare per gli altri, non aver dato abbastanza, ma anche il contrario.

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  19. Si, si, cara Egle, gia' dal primo commento (di Anneheche) mi sono reso conto di quanto sia apprezzato questo autore
    E' vero quel che dici. Credo anzi ci sia qualcosa di sbagliato in chi prova rimpianto solo in cio' che ha mancato verso gli altri e mai verso se' stesso. Il suo puo' sembrare altruismo, ma piu' probabilmente e' l'opposto: scarsa considerazione di se'. E' anche vero pero' che i due aspetti sembrano legati indissolubilmente: chi ama davvero se' stesso, non puo' non amare di riflesso anche la vita e, percio', anche gli altri, dunque provando rimorso e rimpianto quando arreca danno, perche' in fondo lo arreca anche a se' stesso.
    Un caro saluto e ancora un grazie per avermi fatto conoscere questo splendido racconto

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  20. Bellissimo il tuo post, stupendo il racconto di Buzzati, meraviglioso il tuo commento!
    E' un vero piacere leggerti!!!
    Anch'io ho provato quello che tu descrivi, di non aver fatto abbastanza per una persona che amvo( tu nei confronti dei tuoi genitori, io di mia madre), ma in quel momento non potevo fare altrimenti.
    Il racconto poi del tuo "amore virtuale" mi ha davvero colpita.
    Sei una persona speciale che , dopo tutti questi anni, ha ancora in mente un sms con la faccina triste.
    Non avrai forse usato allora il massimo del tatto, ma ti sei riscattato piu' che abbondantemente ricordando ancora  oggi quell'episodio.
    Hai davvero un animo nobile e sensibile.
    Buona serata e a presto

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  21. I giorni perduti sono a volte quelli dei nostri errori….di momentacci dico io!
    Che dirti wolf ??
    Bisognerebbe poter rivivere certe situazioni almeno un' altra volta….e poi chissà se basterebbe???
    I giorni perduti fanno parte della nostra vita…..
    Un abbraccio a tutti…..bacia chi sai tu !!        
    Ebbene lo sai che ho un debole per lui……

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  22. x Claudia: grazie cara, anche se sarebbe stato meglio non fosse successo per niente quell'episodio!
    E' importante che riconosci che in quel momento non potevi oggettivamente fare di più per tua madre, è il modo con cui puoi disciogliere i tuoi sensi di colpa
    Buona serata e buona notte

    x Donnaflora: ahahah sì, sì, è qua vicino a me, dalla sedia del PC
    Hai ragione, quella di rivivere almeno una seconda volta le situazioni in cui sentiamo di aver sbagliato è una bella idea… prova ad inoltrarla a Chi di dovere!
    Un abbraccione!

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  23. Ce ne sono tanti di giorni perduti, di giorni sprecati e di giorni non goduti; finchè non si apre la mente alla Conoscenza viviamo come automi e non diamo il significato a nessuna cosa.  A volte penso che si dovrebbe vivere giorno per giorno con l'entusiasmo di quando eravamo bambini ma con la consapevolezza di oggi già adulti, se abbiamo cominciato a possederla ed a coltivarla.  Quello che mi tormenta di piu'  è l'aver vissuto troppo dal di dentro, ogni cosa la vedevo e vivevo attraverso i miei problemi ed i miei complessi senza purtroppo accorgermi e questo mi è dispiaciuto molto soprattutto perchè ho portato tutto nella famiglia e sicuramente i miei figli l'hanno assorbita.  Buona giornata Wolf !   Fulvia

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  24. A parte la tua situazione personale, Fulvia, che non conosco e sulla quale dunque non posso esprimermi (tuttavia ho imparato che spesso ci diamo la croce addosso da soli, anche quando le nostre responsabilita' sono piuttosto limitate), concordo pienamente con quanto scrivi. A volte ci risvegliamo solo quando eventi drammatici ci colpiscono (e nemmeno sempre), ma questo spesso significa accorgersi di quanto tempo si e' perso. Pero' e' anche vero che il noi di adesso e' diverso dal noi di prima, e dunque puo' anche essere che sia troppo facile parlare con il senno del poi: forse, allora, eravamo cosi', e una vera alternativa non c'era…
    Un caro saluto

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  25. Forse tutto serve e tutto ha un senso.  Forse certe esperienze sono servite per diventare quello che siamo ora o per svegliarci. Dicono che gli avvenimenti siamo noi a farli accadere costruiti dalla nostra mente, vorrà dire che, se cresciamo nella consapevolezza della vita, ci aspettano giorni migliori che sapremo apprezzare! Grazie di questi spunti che ci dai, ciao!!!
    Fulvia

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  26. Ecco… diciamo che non credo che siamo noi stessi a far accadere i nostri avvenimenti; e' senz'altro cosi' qualche volta, quando vorremmo fare qualcosa ma non ne abbiamo il coraggio e allora mettiamo in moto dei meccanismi inconsci per far accadere cio' che ci costringa poi a muoverci, ma non e' sempre cosi'. A me non piace sentirmi una vittima, mai, ma ammetto che non sempre si puo' essere proattivi, a volte si puo' solo essere reattivi. Pero' anche una buona reattivita' puo' determinare la qualita' di cio' che ci attende, perfino qualora questa reattivita' si chiami semplicemente accettazione.
    Grazie a te per lo scambio, Fulvia!
    Un salutone!

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  27. Era da un po' che non leggevo Buzzati e in particolare il Buzzati minore. L'ho trovato stilisticamente molto dimesso e anche poco coinvolgente sotto il profilo emozionale. Ho trovato invece molto coinvolgente il tuo racconto di vita, anche perché episodi di questo genere credo siano capitati a tanti nella vita, anche a me che non mi sono mai iscritto a meetic o simili, perché trovare amici e partner in un sito a pagamento non è proprio nelle mie corde (insomma, se c'è da sborsare quattrini, la mia parte probabilmente ligure si ribella). Invece, a ripensarci, mi rendo conto di non aver considerato bene certi rapporti, di non aver capito i sentimenti di altri, insomma di aver deluso e danneggiato qualcuno, e sono le sole cose per cui provo una sorta di rimorso o peggio un dispiacere profondo, per qualcosa a cui non potrò più porre rimedio.

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  28. Be', ovviamente il mio dispiacere non e' dovuto a questioni economiche, ma piuttosto all'idea di aver dato un dispiacere a qualcuno che non lo meritava. Comunque all'epoca tali siti erano all'acqua di rose e non si pagava nulla  Dopo non fu il fatto che i successivi divennero a pagamento a farmi desistere dall'usarli, quanto il fatto semmai che trovavo piu' coinvolgenti e a me vicini siti di forum tematici o, successivamente, blog. Questi almeno non si usano per fare conoscenze dirette, ma qualora tali conoscenze nascano, sono probabilmente piu' in sintonia con noi che non un freddo "confronto di dati". E poi i siti successivi, quali Meetic (almeno il primo, come e' stato trasformato dopo non lo so) avevano introdotto e usavano molto le chat, che per me sono sempre state inusabili per questione di gestione del tempo (i messaggi puoi leggerli e risponderli quando vuoi, per le chat ci devi essere e, per beccare le stesse persone, esserci sempre nelle stesse fasce orarie, cosa che io – a seconda del lavoro – non potevo garantire).

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  29. Giorni perduti e rimorsi.

    Se mi guardo in dietro, ho la sensazione che  non tutto il male è arrivato per nuocere il bene che n'è sopravvissuto.

    Ho perso tempo? può darsi, però  i rimorsi servono solo per farci stare male, se c'è una cosa che non possiamo cambiare è il passato, ma noi siamo anche il frutto di questo passato. Il tempo è prezioso, e lo sappiamo, ma non bisogna nemmeno essere prede della sua stessa ansia.

    Sbagliare è umano, perserverare è un peccato grave, ma il signore del racconto sembra di aver capito quanto egoismo segnava il suo modo di essere.

    Per non sbagliare ascoltiamo la voce del cuore, quella voce lì  non sbaglia e non è tempo perduto.

    Ovviamente, tutto è opinabile. Sono solo dei semplici pensieri.

    Un abbraccio grande Wolfghost e buon 1° maggio!

    Rondine

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  30. Cara Rondine, ovviamente approvo il tuo modo di pensare. Credo che il personaggio del racconto sia "colpevole" per il fatto di aver vissuto con gli occhi chiusi, in maniera… "volutamente inconsapevole". Vedi, un conto e' essere ignoranti, non sapere come comportarsi finendo percio' per commettere errori ma… imparando da essi. Un altro e' "far finta di nulla" per comodita', voltandosi dall'altra parte per non vedere i risultati del proprio operato. Certo, anche nel secondo caso, come accade al personaggio del racconto, ci si puo' risvegliare accorgendosi di cio' che i propri comportamenti hanno causato; la differenza sta nella "volontarieta' " della propria cecita'. Perfino secondo la legge degli uomini, per quanto imperfetta essa sia, c'e' differenza tra un delitto involontario ed uno intenzionale.
    Chi ha sbagliato in buona fede, cercando di fare del proprio meglio o anche solo senza rendersi conto di cosa stava facendo, puo' dissolvere giustamente il proprio rimorso, che, una volta esaurita la sua funzione di segnalare che ci si e' accorti di aver sbagliato e se ne e' preso atto, non serve piu'. Per chi invece e' colpevole di essersi girato volontariamente dall'altra parte pur sapendo di sbagliare (che poi sono convinto essere la minoranza delle persone)… e' certamente piu' difficile. Anche se prima o poi e' giusto perdonarsi anche questo.
    Un caro saluto e un augurio di buon primo maggio anche per te

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  31. Mi ha fatto molto riflettere il racconto che hai postato, lasciandomi una scia di tristezza…. ma oggi va così, deve essere la giornata…. 
    Anche il tuo commento mi ha lasciato un invito alla riflessione. E' vero a volte si fanno una serie di errori che alla fine, com ha detto qualcuno, costituiscono il nostro bagaglio di esperienze di vita, a patto che da tutto ciò impariamo quello che c'è da imparare.
    Un saluto e un sorriso Lupo! 
    A presto!! 
    P.S Un Pò di coccole ai mici! 

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  32. Esatto Tenderly, sbagliare si puo', siamo umani, ma dovremmo almeno cercare di imparare
    Anche io in questo periodo "sento" la caducità della vita, cerchiamo tanto la sicurezza ma la sicurezza è effimera
    Grazie, darò le coccole ordinate ai mici! Un saluto e un sorrisone anche per te!

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  33. ciao Wolf… conoscevo questa bella storia… certo, a a nessuno piace perdere i propri giorni… ma non sempre è facile cogliere l'attimo. anche perchè se lo cogli con animo negativo o con pensieri negativi, l'attimo satà comunque vissuto male…

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  34. Buzzati   mi ha sempre incantato per la sua prosa fantastica e metaforica
    che si presta alle interpretazioni più varie e tu ci hai dato un'interpretazione molto umana e matura di come si dovrebbero rispettare i sentimenti delle persone che ci capita di incontrare : -)

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  35. Grazie per l'intervento In effetti ho scoperto, riportando questo scritto, che Buzzati è molto apprezzato (anche se non da tutti). Credo che ogni scritto, per quanto metaforico possa essere, debba fornire qualcosa da "portare con sé". E questo senz'altro lo ha

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  36. E' un racconto tristissimo, Wolf, ed è triste proprio perchè rispecchia la realtà, Credo che tutti abbiamo vagonate di giorni perduti, di giorni vissuti superficialmente, dicendoci: "Questo lo farò domani", "quest'altro lo dirò dopodomani", come se davanti avessimo l'eternità e come se il presente in fondo non conti granché, mentre è l'unica quasi-certezza che abbiamo.

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  37. Quanto alla tua storia personale, secondo me, non credo che quella ragazza abbia dimenticato… Dopo mesi di rapporti "virtualmente" idilliaci, essere mollata così bruscamente non deve essere stato piacevole…
    …Mi scusi se ho ravvivato il tuo rimorso? : ):)

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