La fata dei boschi e il gatto nero – una favola di IrisLuna

Stasera voglio pubblicare una bellissima fiaba raccontata da IrisLuna. A me è piaciuta tanto, e dopo tanti post un po’ tristi è proprio quel che ci vuole 😉

Prima però… un ringraziamento a Firearrow per la modifica del template! 😛 Se adesso trovate le icone per il social-networking (credo si dica così… :-D) e i commenti pop-up assieme a quelli permalink, è merito suo! 😉

Ringraziamenti anche da Julius e Sissi, eccoli qua 😉 Ehm… ragazziiii! Svegliaaaaa!!! Uff… vabbé, ti ringrazio io anche per loro! 😀

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Nel weekend non ci sarò, ma… lo sapete: risponderò comunque a tutti, presto o tardi 😉

E ora la splendida fiaba di Iris…


La Luna Piena – Una fata dei boschi e un gatto nero
Fiaba raccontata da IrisLuna
Blog:
Frammenti di Luna

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Ogni volta che c’ è la luna piena, come in queste notti, mi torna alla mente una favola che mi raccontavano da piccola. Parla di una fatina dei boschi, un gatto nero, e di una panchina bianca in mezzo al mare...

Le figlie di Aradia amano cantare e passeggiare per i boschi, niente riempie loro il cuore di gioia come pregare per la grande madre, e onorarla ballando sotto la luna piena. Venivano appellate fate, e avevano grandi poteri, che traevano dall’amore stesso che nutrivano per Diana. Ognuna delle fate era dotata di bellissime ali, che permetteva loro di volare perfino sopra le nubi, in modo da non perdere mai di vista la luna, nemmeno nei giorni di pioggia. Un giorno, dal pianto di una ninfa, nacque Iris. Le sue ali erano le più colorate, ma avevano un difetto: non riuscivano a volare. Quelle ali erano troppo deboli, e Iris non poteva seguire le compagne qua e là per il bosco; dovete infatti sapere che le fate non amano muoversi a piedi, ma lo fanno sempre volando molto velocemente, in modo da non farsi vedere da occhio umano. Quindi Iris rimaneva sempre da sola, specialmente sotto la pioggia, mentre le altre fate erano lassà, sopra le nubi, a danzare alla luna piena. Iris altro non poteva fare che camminare. Camminava, e camminava tanto, e così scoprì tante piccole cose del bosco che alle fate sfuggivano, svolazzando qua e là. Scoprì su quale fiore su posava la rugiada più fresca, ad esempio, o dove cadeva la prima foglia in autunno. Ma camminando camminando, Iris iniziò ad uscire dal bosco, ed esplorò zone sempre più lontane.

Un giorno, nelle sue esplorazioni, vide una grande massa d’ acqua, che gli umani chiamavano “mare”. Era incantata dal come riuscisse a rimanere lì, eppure muoversi con quelle sue onde. Ed era incantata da come la luna piena si riflettesse sopra di essa. Così danzò e ballò in onore della Grande Madre, da sola, senza le altre fate. Ma mentre danzava e ballava, qualcuno la stava guardando. Iris sentì il suono di un campanellino, e si accorse della sua presenza. Era un piccolo gatto nero con lo sguardo curioso. Iris rise, il suono di quel campanellino le piaceva. Allora il micio lo agitò apposta per farla ridere di nuovo.
Iris e il Gatto Nero si presentarono, e iniziarono a parlare. E camminarono. Camminarono e parlarono tanto, fino a raggiungere una panchina, una panchina bianca che si trovava proprio in mezzo al mare, in mezzo alle onde. E li si sedettero per riposare un po’. Iris guardò in silenzio il piccolo micio, e iniziò a fargli delle carezze sulla schiena, come piacciono ai gatti. Il micio rimase stupito e chiese “perchè?”, la fata rispose che sapeva leggere nell’ animo, e sentiva che il suo era ferito e che più di ogni altra cosa, più di ogni altra parola, aveva bisogno di affetto. Il piccolo micio rimase sorpreso. Rimasero un po’ li, il micio a farsi coccolare, e la fata a guardare la luna, con l’ espressione triste di chi non può volare. Il micio chiese “Come mai non voli come le tue sorelle… non sei anche tu una fata?” e Iris diventò ancora più triste.
“Vedi le mie ali? Sono troppo deboli per volare. Non hanno forza”. Il piccolo gatto nero allora divenne triste. “Posso fare qualcosa?”.
“No. Nessuno può farci niente”.
La piccola fata dei boschi indicò la luna piena. “E’ che così, sono una fata a metà. Credo che nemmeno la grande madre mi voglia come sua figlia. Non sei una vera fata, se non sai volare”.
“Nemmeno io so volare” obiettò il gatto.
“Tu sei un piccolo gatto nero. Non hai le ali, per questo non sai volare”. Rispose Iris.
“Credi che davvero servano ali per poter volare? Non credi che ci siano altri modi per poterlo fare?”.
Iris non aveva risposta.

Si stava facendo tardi, la luna stava per tramontare, quasi sfiorava il mare. La fata disse frettolosamente addio, volto le spalle, e si diresse verso la sua casa, verso il bosco. Il piccolo gatto nero si sentiva tanto triste. Nessuno era mai stato tanto buono con lui, nessuno gli aveva fatto quelle coccole. E soprattutto, nessuna fata lo aveva mai fatto per lui. O per qualche altro gatto.
Il micio tornò di nuovo a quella panchina in mezzo al mare, sperava di incontrare di nuovo quella fata. Lui era sicuro che avrebbe trovato il modo di farla volare, se solo lei gliene avesse data l’ occasione.

E la fata? La fata pensava e ripensava a quella domanda, c’erano altri modi per poter volare? E più ci pensava e più si arrabbiava e diventava triste, perchè non aveva, non aveva una risposta. E camminò in lungo e in largo per il bosco, per chiedere consiglio. Ma nessuno aveva una soluzione.
E venne di nuovo la notte. E Iris guardava la luna piena, seduta su un ramo dell’ albero più vecchio del bosco, la Grande Quercia. Iris guardava la luna, ma invece di danzare e ballare come le sorelle, sospirava.
“Piccola fata, perchè sospiri ? Cosa ti affligge?”.
“Grande Quercia, io ho ali troppo deboli per volare. Esiste un altro modo per poterlo fare?”
“Piccola fata, ti rende così triste non poter volare?”
“Si, molto.”
“E cosa c’ è che ti rallegra?”
“Non lo so. Niente mi rallegra, Grande Quercia.”
“Chiudi gli occhi, fatti cullare dal soffio del vento. E cattura un pensiero felice”.
Iris chiuse gli occhi. Le tornò alla mente il piccolo micio nero, il tintinnare del campannellino, la lunga passeggiata, le mille parole. Sorrise. E poi sospirò nuovamente.
“Piccola Fata, guarda le tue ali”

Il micio miagolava triste seduto sulla panchina. Faceva freddo e tremava, ma aspettava. Aspettava che la sua fata tornasse, e agitava il campanellino, perchè così, seguendo quel suono, l’avrebbe trovato più in fretta.
E la fata arrivò. Volando stavolta! Il micio era felice, e fece tante fusa alla sua fatina. Iris prese il micio fra le sue braccia e lo strinse forte.
“Grazie, ho dovuto aspettare di incontrare te, perchè le mia ali potesso finalmente farmi volare. Perchè se c’è una cosa che ti da forza, che ti fa volare veramente in alto, sopra le nuvole, è l’ amore.”
Il micio disse alla fatina “Rimani sempre con me”.
Da allora rimasero sempre insieme.

Nelle notti di luna piena, non meravigliatevi se, guardando in alto, vedete una fatina e… sentite miagolare!

Il gatto e la luna

0 pensieri su “La fata dei boschi e il gatto nero – una favola di IrisLuna

  1. Caro amico mio,
    io con te mi trovo in una situazione di forte “imbarazzo”.
    E ti spiego il motivo.
    Io, per ragioni di lavoro mi trovo sempre fuori di casa e giro anche per l’Italia.
    Tu chiedi, ovviamente, un aiuto “concreto” a favore di cani e gatti.
    In casa resta mia madre, la quale non è in grado di provvedere neanche a se stessa, in quanto affetta da “alzheimer”. Ed ogni giorno viene una persona per prepararle il pranzo.
    Io rispetto talmente i cani che quando ne ho avuto uno (il quale mi ha anche salvato anche la vita – penso di avertelo già detto – ) lo portavo a spasso 3 volte al giorno.
    Contemporaneamente, avevo un gatto (che tu sai che se li prendi da cuccioli e crescono insieme possono tranquillamente coesistere nel medesimo ambiente), con il quale, negli ultimi tre anni di matrimonio, ci dormivo insieme in sala da pranzo (un gatto bellissimo dal pelo lungo con un occhio verde ed uno blu), mentre la mia ex-moglie, ovviamente, dormiva nel letto coniugale.
    Questo gatto, addirittura, è sepolto al “cimitero dei gatti” a Montecompatri (spesi 800 euro, nel 2003, per la sepoltura, per la tombetta e per tutte le altre esequie).
    Però anche il gatto ha necessità che gli si cambi la “lettiera” almeno due volte al giorno.
    A questo aggiungi il fatto che io ho amici “del cazzo”, i quali non intendono assumere impegni di questo genere
    Perché poi, alla fine, il problema è la “settimana bianca”, le vacanze in albergo a Fregene, il timore di affezionarsi, il timore che il cane morda i loro bambini o i loro piedi mentre dormono la notte (non capisco, poi, per quale motivo un cane dovrebbe farlo), ed altre “stronzate” senza alcun senso.
    Tipo la spesa per il veterinario (io, dal veterinario, li ho portati una volta sola, per la questione dei vermi, per la modica spesa di 30 euro).
    Oppure la questione del “mantenimento”. Il mio Davìd mangiava la pasta al sugo che avanzava, gli involtini che avanzavano, l’insalata che avanzava, il riso con un pochino di carne tritata bollita.
    E, bada bene, era un pastore tedesco di razza.
    Mi portava le scarpe la mattina e quando ero triste, lo capiva, mi veniva vicino e mi coccolava.
    E non potevo neanche dare una “sculacciata” ai miei figli in sua presenza, perché non me l’avrebbe fatta passare liscia.
    E te ne potrei raccontare altre. Forse lo farò ma ora ti devo lasciare, perché mi sto commuovendo.
    A presto, amico mio.
    mauro

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  2. Seamus Heaney

    Eravamo là a correre per il tunnel a volta,
    Tu davanti col cappotto nuovo da viaggio
    affrettandoti
    Io dietro come un dio veloce cercando
    di raggiungerti
    Prima che ti trasformassi in un giunco

    O in uno strano fiore bianco screziato
    di cremisi
    Mentre il cappotto sventolava selvaggio
    e i bottoni
    Uno dopo l’altro saltavan via lasciando
    una traccia
    Fra la Metropolitana e l’Albert Hall.

    Luna di miele, a lume di luna, tardi
    per il concerto,
    I nostri echi muoiono in quel corridoio
    e adesso
    Io scopro come fece Hänsel le pietruzze
    di luna
    Ripercorrendo il sentiero
    , raccogliendo
    i bottoni

    Per finire in una stazione illuminata e
    ventosa
    Coi treni ormai partiti, il binario bagnato
    Nudo e teso come me, attento solo
    a captare
    I tuoi passi, e dannato se guardo indietro.

     

    ricordiamo con
    il lutto
    la morte della democrazia
    italiana

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  3. che tenera questa favola!! Se posso, mi piacerebbe stamparla e leggerla ai miei nipotini su al nord.
    Bella anche la morale che, come si sa, tutte le favole hanno racchiuse nelle parole. Vero, tutto può fare l’amore, anche volare.
    E’ brava questa scrittrice, trovo che il testo è molto fluido e ha un buon lessico.
    Complimenti alla scrittrice e grazie a Wolfghost che ce l’ha fatto conoscere.
    Rondine 🙂 

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  4. ah dimenticavo, meno male che Splindler si da fare, altrimenti devo essere tra i primi a commentare, ma mi interessano anche gli argomenti passati che non ho potuto commentare.  Quindi, aspetto fiduciosa.
    Rondine

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  5. x anne: vero???

    x moser: … non ho capito solo una cosa: perche’ situazione di imbarazzo?? Apprezzo molto di piu’ chi, sapendo di non aver tempo, non prende un animale che si troverebbe da solo tutto il giorno, piuttosto che chi li prende e… poi li abbandona a se’ stessi se non addirittura in mezzo ad una strada.
    Nella "presentazione" di adottauncucciolo ho scritto "Quanti poveri animaletti in cerca di una casetta! Potresti renderne uno felice! Ma… pensaci bene: non è un giocattolo che si tiene finché se ne ha voglia".
    Quindi il tuo imbarazzo e’ fuori luogo: tu fai cio’ che e’ giusto fare nelle tue condizioni

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  6. x Julka: bella la poesia ma… permettermi di dissociarmi dal… lutto per la presunta morte della democrazia italiana. Mi pare un po’ eccessivo…
    Poi, oh… siamo in un paese libero! Ognuno e’ libero di pensarla come vuole

    x albafucens: eheheh se avessi un figlio gliela racconterei anche io! uhm… stasera provo a raccontarla ai gatti!
    Buon weekend anche a te!

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  7. x Arietta: Ciao Arietta! Quanto tempo! Si, anche io avevo bisogno di una favola, dopo un po’ di post pesantini…

    x Rondine: eheheh e io prendo entrambi i complimenti: il mio lo tengo e l’altro lo giro volentieri all’autrice!
    Funziona correttamente adesso, Rondine! Semplicemente i commenti eccedenti i 100 finiscono nelle pagine successive, ma ora si possono vedere

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  8. E’ proprio vero non possiamo vivere senza amore….l’amore in tutte le sue espressioni …. è bella questa favola, è positiva.
     Da poco ho letto un libro "donne che corrono coi lupi" di clarissa Pinkola  non so se lo conosci,dove fiabe come BARBABLU’ LA PICCOLA FIAMMIFERAIA, VASSILISSA, IL BRUTTO ANATROCCOLO… sono state analizzate e  riportate nella vita reale per coglierne appieno i significati ed attraverso questa rilettura fare una sorta di cammino e crescere interiormente…..un libro molto forte, che mi ha fatto riflettere non poco…Ciao 🙂

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  9. davvero dolce, questa fiaba…hai fatto bene a scriverla, perchè poi credo che la sua morale sia vera..senza amore non si può volare, proprio vero:)

    una abbraccio forte, e buona domenica:)

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  10. E chi sa dare più amore di un piccolo animaletto che non ha mai ricevuto nulla e, finalmente, ha trovato qualcuno con cui desidera vivere?

    Io, se l’autrice e Wolf me lo permettono, la dedico a tutti gli animaletti abbandonati e senza una famiglia, che soffrono la solitudine, l’abbandono e le privazioni. Speriamo che tutti possano incontrare una mezza fata che possieda un cuore grande e li prenda con sé per la vita

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  11. bella, bellissima ed era quel che ci voleva per me stasera!
    altro che capricci fa splinder…non funziona proprio… sto cercando di modificare il template..io non lo visualizzo..boh! vedremo domani!

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  12. x Godiva: ci mancherebbe! Sono sicuro che "poi ti passerà", e sono anzi certo che quel "poi" sarà "presto"

    x zeroschemi: Non l’ho letto personalmente, ma ne ho sentito parlare molto, è un cult, soprattutto – ovviamente – per voi donne

    x morellina: bé… non so se l’amore sia davvero l’unica cosa capace di farci volare ma… è certamente la principale, in ogni forma in cui si presenta
    Abbraccio e buon weekend (solo "buona domenica"? Il sabato non ti piace? )

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  13. x Dolcelei: ahahah esatto! Credo che abbia funzionato così anche per me: bella di per sé, ma ancor di più… perché c’è un dolce micetto di mezzo!

    x Argynnis: ahiahiahi! I guai con i template sono seri! Quanto mi ci sono battuto io all’inizio! Ecco perché una volta sistemato… sono stato attento perfino a cambiare una virgola!
    Comunque io lo visualizzo, eh! Non so se l’hai sistemato tu nel frattempo o se era un problema di Splinder…

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  14. Ma che dai da mangiare ai tuoi gatti????
    Belli de papà!!!
    Vedi che quello che diceva Capeh è vero?
    Anch’io mi sono data alla magia, e giuro di non essere passata di qua prima di scrivere…. giurin giuretta!
    Buon week-end!

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  15. Beh innanzitutto grazie al lupo di casa per aver pubblicato sul suo blog la mia favola..Continuo a sorprendermi del fatto che piaccia, soprattutto perchè è davvero molto che non scrivo qualcosa che non sia solo "uno sfogo su un blog".. Forse sono le mie ali che hanno iniziato a muoversi !

    @ Anneheche : grazie mille ^^

    @Albafucens : grazie anche a te..e pensare che una volta volevo specializzarmi nello scrivere racconti per l’ infanzia 🙂

    @arietta : spesso ne ho bisogno anch’ io..e redo un po’ tutti 🙂

    @ piccolarondine : oddio, mi metti in imbarazzo ! Addirittura scritta bene.. pensare che l’ ho scritta di getto senza nemmeno correggere ! Certo che puoi stamparla e leggerla ai nipotini.. anzi mi farebbe un immenso piacere ^^

    @zeroschemigh : positiva, quindi raro che sia una cosa uscita dalla mia testa 🙂 Conosco il libro di cui parli, ma manca tra le mie letture.. sarà il prossimo acquisto in libreria 🙂

    @ morellina : grazie mille anche a te 🙂 Ho fatto bene a scriverla, soprattutto perchè.. è un regalo, diciamo 🙂

    @ FireArrow : beh non vedo perchè non dedicarlo 🙂 Io passo il tempo a raccogliere animaletti, soprattutto gatti. Ormai ho riempito il paesino dove abito e anche parenti e amici..Putroppo c’ è chi abbandona, ma c’ è anche chi ha un cuore grande e li prende con sè 🙂

    @ Dolcelei : lo so, il segreto della favola..è che c’  è un micio.Tutti amano i gatti U.U

    @ Argynnis : grazie anche a te dei complimenti 🙂

    @Yasmine 73 : anch’ io adoro le fate, grazie 🙂

    @ Nicola Vitale : miaoooooooooooooooooo ! XD

    E scusate per il ritardo, ma non ero presente on-line.. passo sicuramente a disturbarvi anche sui vostri  blog 🙂

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  16.  Mah, forse a Splinder servirebbe un po’ d’amore, e allora magari la piattaforma farebbe finalmente il suo dovere…
    Potremmo provare, se funziona con Splinder funziona proprio con tutti!

    Sarcasmo a parte, grazie della bella fiaba, a te e all’autrice. E’ vero, l’amore ti dà una fiducia in te stesso tale da superare anche tanti limiti che spesso sono autoimposti da misteriosi blocchi interiori; e naturalmente l’amore di un gatto nero vale doppio.
    Però anche l’amore di un bel gatto soriano non è da sottovalutare, e ne vedo due bellissimi in foto, che sembrano assai soddisfatti della vita. Se sono i tuoi spero che gli trasmetterai i miei omaggi ^___^

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  17. x Iris: magari tutti amassero i gatti! Purtroppo non è così… Forse si salvano solo i lettori dei miei blog! =^.^=  
    Grazie per essere intervenuta ed aver risposti ai commentatori… ma mi sa che prima di domani sera ne avrai parecchi altri a cui rispondere!

    x Yasmina: grazie cara. Sono stato fuori nel weekend Spero che sia stato un buon weekend anche per te e che… la settimana ti inizi anche meglio!

    x Murasaki: eheheh si si: sono i miei Sissi e Julius Non mancherò di trasmettergli i tuoi omaggi
    In quanto a Splinder… bé, non esageriamo! Qui si parla di cose importanti, sì… ma non di miracoli!!

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  18. x Orchis: grazie cara! Ci guarderò senz’altro! Comunque anche i cani mi piacciono eh! E’ solo che storicamente ho avuto più a che fare con i piccoli felini, ma… chissà che presto non riesca a riequilibrare le cose!

    x Happy: assolutamente! Mi unisco ai tuoi complimenti all’autrice!

    x Anna: già, bella e tenera, vero? Buonanotte anche a te, Anna!

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  19. Ehi quanti commenti 🙂

    @ Wolfghost : omaggi ai tuoi mici anche da parte mia *_*

    @Murasakishikibu : "E’ vero, l’amore ti dà una fiducia in te stesso tale da superare anche tanti limiti che spesso sono autoimposti da misteriosi blocchi interiori"
    Concordo appieno, e grazie per i complimenti 🙂

    @orchismoria : grazie anche a te.Anch’ io sono una gattofila, bel link 😀

    @ HappySummer : grazie mille ^^

    @Angelesey : eh, guardo sempre la luna. Porta sempre con sè qualcosa di magico 🙂

    E un grazie a tutti generale 🙂 Spulcerò anche i vostri blog, connessione/tempo permettendo 🙂
    Un abbraccio a tutti.. la mia favola postata qua e i vostri commenti sono il miglior regalo di compleanno che potessi avere 🙂
    Grazie,
    buonanottte a  tutti,
    IrisLuna

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  20. Nel periodo in cui ero fuori per studio avevo disegnato fate e farfalle per decorare la camera che avevo preso in affitto, piazzato qualche piuma di gabbiano quà e là e proprio sotto  il lampadario avevo messo un acchiappasogni che mi fu regalato da un caro amico. Quando mi son resa conto che effettivamente tutto ciò rimandava alle ali, l’ho interpretata come una mia voglia di volare via dai pensieri tristi che mi affliggevano prima dell’arrivo del mio vero amore.
    Però, secondo me non è solo l’assenza dell’amore a spezzare le ali, ma anche la tristezza della solitudine…il sentimento nato tra il gatto e la fata l’ho interpretato più come una profonda e sincera amicizia in cui entrambi traevano una grande felicità nel farsi compagnia.

    Genny.

    PS: Quella miciona di Sissi (è Sissi, vero?), messa in quella posizione, mi fa venir voglia di grattarle la panciotta! Sempre se lo desidera…

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  21. x Anna: grazie Anna, buona giornata e un bell’abbraccio anche per te

    x Genny: sono d’accordo, in questa fiaba l’amore e’ inteso in senso lato, in tutte le sue forme, amicizia compresa. Non ha caso la parola amicizia l’ho anche inserita tra le categorie del post
    Be’, si’, Sissi apprezzerebbe… ma con un’estranea per casa non si metterebbe mai in quella posizione Vi occorrerebbe un po’ di conoscenza reciproca

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