Stasera voglio riprendere un post di quest’estate di Nico24, che in qualche modo vedo come “erede” di Anneheche (eheheh non ti offendere, cara Ale, ognuno di noi ti augura una “vita Splinderiana” lunga e felice! eheheh :-P). Come sempre “userò” questo post per affrontare uno specifico tema…
Per un attimo
By Nico24
Blog: Occhi limpidi
Sara scende le scale in fretta e raggiunge la cassetta della posta: sta aspettando un pacco importante ed è impaziente di vedere se è arrivato, finalmente. E’ una bella ragazza, esile quanto basta per definirla delicata, con lunghi capelli biondi e due splendidi occhi neri. Indossa soltanto dei pantaloncini corti sportivi e una canotta, per combattere il caldo soffocante di quest’agosto afoso.
Armeggia per un secondo con le chiavi per aprire la cassetta delle lettere: il libro che stava aspettando, con sua somma delusione, non è ancora arrivato. Ci sono alcune buste però: con uno sbuffo le raccoglie e corre al piano di sopra, per prepararsi un caffè e aprire la posta.
Nel suo appartamento c’è fresco e l’odore del caffè che invade la casa è piuttosto piacevole: si accomoda su uno sgabello in cucina e incomincia a controllare quali nuove le sono giunte oggi. Bollette, la pubblicità di una palestra, l’estratto conto dalla banca e infine una lettera, bianca, senza francobollo e mittente: SARA è scritto sulla busta in stampato, ma lei non riesce a riconoscere la calligrafia.
Per quasi un minuto rimane perplessa, con la lettera a mezz’aria in una mano e la tazza di caffè nell’altra: teme di sapere da chi arriva e il cuore le batte più forte. Prende un respiro profondo, e la apre. Il foglio è scritto fittamente, la calligrafia è ordinata, ma chiaramente nervosa. In alcuni punti l’inchiostro è rovinato da grandi gocce, che subito le paiono il risultato di un pianto sconsolato.
“Per qualche giorno ci ho creduto. Forse per settimane. Credevo di poter aspettare, anche molti mesi. Forse lo ritenevo romantico, all’inizio.
La cosa che ora ha reso tutto questo intollerabile e che mi confonde, è il non capire se facciamo dei passi in avanti. Siamo fermi? O qualcosa è cambiato? Questo mi fa impazzire.
E poi non riesco ad impedire che il tuo fantasma si insinui nella mia testa, in ogni momento: quando sono a fare la spesa, quando guardo un film, o al lavoro. Quando ascolto la nostra musica preferita. Anche questo mi fa impazzire.
Non ho ovviamente gli elementi per capire quale sia la tua posizione: magari hai semplicemente paura, o non te ne frega un cazzo. Che cosa ne so io? Sei talmente contraddittoria.
E dato che la mia situazione sta prendendo una piega pericolosa ho deciso di lasciare andare: in fin dei conti non so nemmeno che nome dare a questa cosa, che certo non è una vera relazione.
Io ti amo, questo è sicuro, e come si può non amarti? Sei talmente speciale, e delicata, e bella, e… mi fermo, altrimenti non mi basterebbe tutto il tempo del mondo, per descrivere quale straordinaria creatura su sia.
E io ho un po’ di fretta: voglio liberarmi di questo fardello.
Lo sai che potrebbe non succedere nulla se facessimo un balzello in avanti? Potrebbe essere un grandioso ed incredibile fallimento (e fa paura, vero?), o la cosa più straordinaria mai sperimentata prima da due persone: le emozioni potrebbero essere intense quanto l’esplosione di una supernova e travolgerci burrascose come il mare in tempesta.
Ma per quanto io speri e tenti, tu sei ferma, e noi non ci muoviamo.
Io corteggio, lo sai. Sempre. Mi faccio anche malissimo. Alcune volte ho preso dei due di picche spaventosi. Altre volte qualche stronza si è approfittata della mia fragilità e si è soltanto divertita con me, per poi buttarmi via come uno straccio vecchio. Questo mi ha ferito, mi ha reso più diffidente, ma tu hai tolto tutti i pezzi della mia corazza, uno ad uno, con poche dolci parole, che ho udito per caso.
E così, mi rivedo: eccomi che pianto in asso tutto e tutti per correre da te, eccomi che ti aspetto anche se tu non arrivi mai, eccomi che ti chiedo il numero di telefono e che ti invito a cena in un bel ristorante; eccomi infine che ti dico parole che raramente sono uscite dalla mia bocca, mentre tu mi fissi silenziosa.
E poi rivedo te: sei raggiante mentre sfogli quell’introvabile copia di una prima edizione italiana de “Il signore degli anelli”, che ti ho regalato per il tuo compleanno; e sei triste quando capisci che mi stai dando troppa corda, senza essere sicura di quel che fai, perché sai che con quella corda finirò per impiccarmi. Questa è la mia vita negli ultimi mesi: correrti appresso come un cucciolo, senza mai poter veramente giocare con te.
Tu rimani lontana e inafferrabile: non mi farai mai entrare nel tuo mondo, vero?
Se almeno non fossi bella.
Ci ho pensato a lungo: tu non immagini quanto sia stato difficile per me. E sto già soffrendo all’idea di non poterti più parlare e sentire. Ma vorrei un gesto, un cenno, una speranza, che non siano soltanto un’illusione, frutto del desiderio di essere amato; e so che non li avrò. Almeno non abbastanza presto; e in ogni caso, a che prezzo? Non mangio, dormo poco, e aspetto che il telefono suoni. Ho persino incominciato a fumare di nuovo, dopo tutta la fatica fatta per smettere.
Perderò anche la tua amicizia in questo modo, lo so. E questo mi addolora talmente tanto che se ci penso mi impedisce di respirare.
Potrò forse osservare da lontano, e sapere, tramite qualcuno che ci è amico, se troverai finalmente la tranquillità e l’amore che meriti. E se sarai felice, perché alla fine è questo che mi importa.
Sai qual è il mio più grande rammarico? Sarei voluto essere la tua armatura di mithril (perdonami il paragone un po’ infantile): avrei usato il mio corpo e la mia anima per proteggerti da tutto il male del mondo. Avrei usato la mia magia per difenderti dal dolore e cancellare le tue sofferenze.
Qualcuno mi ha detto che elfi ed incantesimi sono buoni solo per i romanzi fantasy, ma io credo che la magia invece esista, anche in questo mondo, e che gli elfi camminino tra di noi, così come le Bianche Dame.
Addio, Sara.
Matteo”
Commento di Wolfghost: Il tema di cui mi da modo di parlare il racconto di Nico24, sono le lettere di addio. Quello che segue è il commento che avevo lasciato sul blog di Nico…
E’ una lettera con molto equilibrio 🙂 Sì, so che sembra strano, ma credo davvero che chi capisca che sta riponendo male il suo amore ed è in grado di lasciare perciò “andare”, anche se con enorme sofferenza e sforzo, dimostri di essere una persona di grande equilibrio.
E’ chiaro poi che la lettera esprime in realtà un… “addio condizionato”: io ti lascio, sì, ma intanto ti dico cosa provo te, come ti vedo eccezionale, cosa farei per te… cosa ti stai per perdere insomma 😛
Ecco, diciamo che la lettera è anche un estremo tentativo di conquista dal quale però non c’è ritorno. E’ un aut-aut nei confronti di entrambi, perché chi scrive e spedisce una lettera simile, sa che poi non può, non deve, più tornare indietro, a meno di ottenere la “posta piena” 😉 Altrimenti perderebbe credibilità.
Quindi, concludendo, non c’è peccato in una lettera del genere, ammesso che il protagonista sappia bene quale ne sia il prezzo – l’allontanamento – e sia pronto a pagarlo, e sempre che abbia atteso il tempo giusto prima di fare un passo simile, poiché ognuno ha i suoi tempi e bisogna essere disposti ad accettare anche quelli dell’altro.
Ammesso che questi due punti siano rispettati… Matteo ha fatto bene a spedirla 🙂
Molto brava Nico24, per lettera e racconto 🙂
Tra l’altro, tempo fa, lessi che una donna apprezza di più l’uomo che sa dire “basta” – anche se la sua corte gli mancherà – piuttosto che quello che, anche un po’ pietosamente, continua un inutile inseguimento.
E questo post sembra confermare la tesi 😉
Grazie caro Wolfghost, è un onore essere ospite del “saggio della montagna”!!! 🙂
(“erede” di anneheche? mi fai arrossire con questi accostamenti…)
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Nicoletta è bravissima!
E forse questo è il suo post più emozionante 🙂
Offendermi? Ahahah 😀
Bacioni, lupo*
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E. Dickinson
E’ una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all’estasi
O alla disperazione
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x Nico: Saggio della montagna? Dove, che vengo subito anche io? 😀
x Yasmine: buona giornata anche a te, Yasmine!
x Anne: non so se e’ quello migliore, ma sull’emozionante al momento si’, sono d’accordo 🙂
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x Julka: sono d’accordo con Emily. Infatti il passato e’ qualcosa da maneggiare con cautela 😉
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Questo serve per capire perchè si nasce belli e/o brutti, sani e/o malati, femmine e/o maschi.
C’è un altro Amore che prima di nascere deve essere … CONCEPITO!
Intendi?
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Si’, appunto… e’ “un altro amore” 🙂
Anche se forse possiamo avere il dubbio che in fondo tutto l’amore abbia le medesime radici.
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pioveeeeeeeeeeeeee
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Perdonami… ma questa lettera è patetica. Forse a 20 anni, ma da un uomo mai.
E’ vero che ci sono stronzi e stronze… ma quando si ama non c’è bisogno di implorare o umiliarsi.
Non ti ama, amen
Tanto non cambia e anzi andando avanti sarai ferito/a sempre di più… se l’altro non ti ama
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x annaxs: Be’, qui ha diluviato stanotte. Oggi pero’ e’ una bellissima giornata 🙂
x leggerevolare: eheheh patetica? Si’, forse. Ma tu parti dal presupposto che chi la scrive sappia di non avere piu’ speranza… e non e’ detto che sia cosi’, anzi con ogni probabilita’ non lo e’.
Chi scrive e spedisce una lettera del genere lo fa per “chiudere la porta” o forse per dare un ultimatum, comunque sempre per poter finalmente eliminare i propri dubbi – in un modo o nell’altro – e poter passare oltre. Cosa che non riesce a fare in altro modo, perche’ il dubbio di star facendo la cosa giusta glielo impedisce.
Che importa percio’ se sia patetica o meno? E’ (o meglio, dovrebbe essere) l’ultima carta, quella dalla quale non c’e’ ritorno. E allora… meglio tornare liberi, chiudendo in un modo o nell’altro quella porta, e perfino potendo risultare un po’ patetici, che rimanere a dibattersi nel dubbio perdendo ulteriore tempo ed energia.
Certo, tu dici “ma che sparisca senza far rumore, fa migliore figura!”, e cio’ puo’ essere vero per chi quella lettera la riceve. Ma in fondo… che importa a chi ha deciso di “andarsene” di come sara’ considerato dall’altro? Tanto non avra’ piu’ a che farci, no? Ha poco da perdere, e tanto da guadagnare: la liberta’ mentale.
Questa lettera non serve a lei, serve a lui. Quasi sempre solo a lui.
Che poi anche io possa essere convinto che in altre situazioni sia meglio il silenzio, perche’ forse perfino piu’ lacerante di una lettera (oppure che passera’ altrettanto inosservata, a seconda del reale interesse altrui), e’ altra cosa.
Ma… sai, io ho conosciuto donne che si sono molto rammaricate per qualcuno che e’ sparito dall’oggi al domani, domandandosi perche’ l’abbiano fatto, eppure… senza mai ricercarlo, per orgoglio.
E allora, siamo sicuri che sbaglia chi sceglie il silenzio?
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Ciao Wolf, quando ho iniziato a leggere si son fatti strada nella mia mente due ricordi non proprio felici.
Uno riguarda una lettera d’addio ricevuta dopo una relazione durata 2 anni. Non ricordo se l’ho conservata o buttata, ma ricordo il modo in cui ho dovuto essere fermamente severa per far capire a colui che mi scriveva, che non poteva più esserci modo di riappacificare poichè da quando un anno prima mi aveva presa a calci sotto il portone di casa, come certi idioti fanno coi cani randagi, nulla era più come prima nel mio cuore. Le sue parole d’amore(?) non mi fecero molto effetto.
Mi viene in mente anche una lettera d’addio ricevuta dal mio primo ragazzo…completamente differente da quella in considerazione perchè mi chiese di non contattarlo più…fu molto delicato nello scrivere,lo ammetto, ma il dolore è stato intenso e duraturo.
Le lettere d’addio, come dici tu, sono l’ultima carta che si gioca, ma la mossa conclusiva spetta sempre al mittente. In oltre, per quanto una persona possa avere la convinzione di aver detto basta, non sempre si è certi che il “basta” sia definitivo: spesso ci vuole molto più di una semplice lettera per guarire da certe delusioni amorose.
Buona serata, Genny.
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Potrei imitare WOLFGHOST… Mhh… quasi, quasi copio e incollo tutti i commenti che lasciai in quella discussione… Scherzi a parte complimenti ancora a Nico24 per questo brano davvero bello ed emozionante.
Non mi dire che le lettere d’addio funzionano davvero… :))))
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Allora:
non vedo bene il racconto, non so se dipende dal fatto che la piattaforma oggi è in ospedale, o se è il mio pc che fa le bizze, so che me ne manca un pezzetto e faccio fatica a leggerlo.
In più, non mi lasciava commentare, diceva “spiacente, non puoi commentare questo post”.
Va ben, comincio col lasciarti la buona notte, poi vedrò che riesco a fare.
ciaociao!
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Non so, l’intera operazione, dalla lettera fino al tono della stessa, alla disperata rinuncia da parte dell’innamorato mi sembra parte di una strategia sbagliata: completamente. Se lei non si fosse pronunciata così completamente contro, lui dovrebbe cercare un chiarimento, con pazienza, dolcezza e disponilibità.
Se invece lei ha chiarito che non ne vuole sapere, scrivere lettere serve solo a rimpiangere, un giorno, l’occasione di essersi reso ridicolo.
Adesso dico così perchè sono in un periodo abbastanza immune dagli strali amorosi, ma come diceva Shakespeare, matti e innamorati sono fatti della stessa sostanza…
Ciao, Lupo.
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x Genny: bé, il primo episodio può accostarsi a quanto detto nel post: a parte il non trascurabile deprecabile comportamento del tipo, se ti sei sentita in dovere di essere categorica è perché, evidentemente, quella lettera era proprio una… “lettera d’addio condizionata”, condizionata alla tua risposta. In un certo senso una falsa lettera d’addio, quindi.
Per valutare il secondo episodio (ma primo in ordine temporale) invece, sarebbe necessario sapere come stavano le cose. Ovvero se davvero è stato lui a decidere, con quella lettera, o se invece ha in realtà – come a volte accade – “fatto finta di concedere ciò che ormai non poteva evitare gli venisse tolto”. Ovviamente parrebbe il primo caso, visto che ci sei rimasta male, ma non è detto: a volte una donna ci rimane male anche perché ha perso una “corte” importante per la sua autostima – anche se non la accettava – oppure perché in quella persona vedeva un possibile amico, cosa evidentemente non accettabile per la controparte.
La mossa conclusiva spetta… al primo che “stacca la spina”, e non è detto che sia chi manda la lettera. Infatti è la tua stessa dichiarazione “non sempre si è certi che il “basta” sia definitivo” a far capire che non sempre la lettera è l’atto definitivo…
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x Nicola: ahahah perché… altrimenti le provi? 😀 No… secondo me funzionano solo raramente. Sono, come ho scritto, un atto messo in pratica solo per arrivare allo scioglimento di un dubbio che ormai è diventato insostenibile. Un atto che serve a liberare chi lo fa… nelle sue intenzioni, se dopo non ci ripensa e, perdendo la faccia, torna alla carica…
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E Sara poi corse dietro a Matteo?
Sì in questo caso una lettera sobria e ben scritta.
Forse ricorderai che io una volta – che adesso mi sembrano secoli fa – fui mollata per tutti alti motivi via email. Una signorilità…:) adesso ci rido ma allora… Ricordo però che trovai la forza di scrivere un paio di righe “ricevuto. Ma fammi il favore in futuro non mollare mai più una donna per iscritto…”
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x azalea: le difficoltà nel commentare non mi sorprendono: oggi Splinder era davvero un disastro. Sul fatto che non vedi il testo o parte di esso, invece sono sorpreso: ho provato anche con Internet Explorer (di solito uso Firefox) ma lo visualizzo correttamente…
Bé, per il momento rispondo alla tua buonanotte allora! 🙂
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x harielle: ahahah Shakespeare non era lontano dalla verità temo, anche se personalmente credo più a chi ha scritto qualcosa di simile a “l’amore rende pazzo i saggi, e saggi i pazzi”, sfortunatamente non ricordo chi fu a scriverlo… 🙂
Vedi, sono d’accordo sui due casi che riporti, ma ce n’è un terzo: quello dove lei non si pronuncia mai con chiarezza, a volte appositamente.
Perché? Beh, forse perché lui non è così chiaro come crede di essere, o forse perché… le fa comodo averlo come “corte”: serve sia alla sua autostima che a ottenere, forse, particolari favori, come essere scarrozzata qua e la 🙂
Ma potrebbe anche essere in buonafede: magari lo vede come amico e le dispiace perderlo, anche se – per correttezza – dovrebbe correrlo questo rischio esprimendosi chiaramente.
Nei sentimenti è sempre meglio non lasciare nulla di scontato, nemmeno – anzi soprattutto – la comprensione altrui 🙂 Meglio ripetersi togliendo eventuali dubbi 😉
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x affabile: bé, ma quello è un caso diverso, è il caso in cui un coniglio (e su questo sono d’accordo) spedisce una lettera per non affrontare l’altro.
Qui invece si parla di chi, accorgendosi di essere di fatto respinto, decide di staccarsi o cerca un ultimo estremo tentativo di… svegliare l’altro.
Ma di fatto quello mollato è lui, poco importa se spedisce la lettera 🙂
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Sì sì anche io avevo definita la lettera di Matteo sobria e ben scritta.
Semplicemente ho fatto un’associazione di idee…e ti dirò, è un sollievo per me oggi ricordare con un sorriso quel lontano episodio…
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ahahah ti dirò… non ho dubbi! ;D
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Per il primo (in ordine temporale), la lettera serviva a mollarmi (come ho notato è successo anche ad Affabile via e-mail), ecco perchè ci rimasi male. Non si trattava di un dispiacere per una corte persa o un amico perso…era dolore di un amore non corrisposto…e anzi, la corte, quando ci siamo rivisti successivamente ha continuato a farmela, nonostante quella lettera diceva a chiare parole che voleva che non lo contattassi più perchè ciò infastidiva la sua nuova compagna(di cui non conoscevo l’esistenza).
Per fortuna, dopo tante disavventure amorose, ho trovato la serenità che cercavo e questo è il migliore addio ch’io abbia potuto dare al passato.
Ma nel caso di Matteo, che si fosse trattato di una lettera o anche di una discussione o chiacchierata, c’era l’effettivo bisogno di definire una situazione così incredibilmente vaga, da far male.
Buonanotte, Genny.
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Sì, appunto, come avevo immaginato sono casi diversi 🙂
Buonanotte Genny! 🙂
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@WOLFGHOST era una battuta… 😛
Sono d’accordo su un fatto, rappresentano un momento di svolta anche per chi le manda che, in questo modo, mette in gioco la propria faccia. Nel caso, per non perderla, non deve ritornare… O tutto o niente. 🙂
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Buona giornata ricca di sole e allegria
Ti abbraccio sorridendoti
A presto carissimo Wolf
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grazie di esserci
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…il destinatario di questa missiva non è quello che sembra.
C’è un percorso logico che si dipana dalle parole; vi è un’intenzione sempre più marcata che si evince dalle frasi.
L’autore, pur rivolgendosi ad una determinata persona, di fatto esprime per iscritto i suoi pensieri e considerazioni; mette ordine in quanto sino ad un attimo prima risultava avvolto dalla foschia del dubbio.
La lettera è anche un gesto liberatorio: comunica al destinatario che ha ripreso le redini del proprio destino e che non aspetterà oltre una decisione troppo indeterminata per avverarsi.
Niente di peggio che aspettare il buon volere di qualcuno, a maggior ragione quando di mezzo ci sono i sentimenti e forse non corrisposti.
Il benservito via E-Mail: è un modo come un altro per non confrontarsi. Si espongono i propri punti di vista, le proprie recriminazioni (in genere costituito da una lunga lista di difetti…:-)) senza sollecitare il punto di vista dell’altro o dell’altra.
E un “non dialogo”.
Ciao 🙂
O.
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seguendo l’…8# … più che radici le chiamerei … “provocazioni”.
Inizialmente l’albero non ha radici ma è un piccolo seme. Il più piccolo dei semi.
E’ l’esterno che provoca in Lui la ricerca in se fino a farlo crepare e squarciarsi per radicarsi e ramificarsi nello stesso momento. Non accontentandosi … continua lanciandosi verso la Luce mettendo sempre di i piedi puntati nel terreno. Guai se l’albero non forre simmetricamente formato e sbilanciato o troppo verso la terra o troppo verso il Cielo.
“Il Regno dei Cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo arato. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo a ripararsi e a nidificare fra i suoi rami”.
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ascolta, amico mio,
io sono una persona semplice e non ci ho capito un cazzo, se sei tu, se è una storia inventata, se è la storia di un tuo amico.
io so solo che in questi casi non si scrive.
la si invita a cena. una bella “pepata di cozze”, con contorno di insalata,
la si porta a scopare e si risolve tutto.
un abbraccio.
mauro.
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x Nicola: eheheh avevo capito, ti assicuro! 😀
Siamo d’accordo sulle conclusioni.
x Lianne: grazie cara, anche se qui piove 😉
Un abbraccio e a presto! 🙂
x Julka: grazie a te, cara 🙂
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Stavo per rispondere …uff il solito senza le palle…..!!!
Poi ho letto il commento di Mauro qui sopra (ho avuto il tempo di leggere solo quello)..anche cosi’ non sarebbe molto elegante e penso troppo banale.
Si…ci vorrebbe uno con le palle …davvero!!!
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x O.: sono solo parzialmente d’accordo. Alcune volte le lettere d’addio sono… davvero d’addio e basta 😉 ma non quelle che sono infarcite di complimenti aventi con evidenza il duplice scopo di lasciare rammarico (tentativo inutile: se la persona era interessata non c’e’ bisogno della lettera, e se non lo e’… poco aggiunge) o di provocare un ripensamento attraverso l’aut-aut.
Come te stesso scrivi, chi ha deciso, scrive un addio, magari con recriminazioni e difetti, potra’ anche aggiungere qualche complimento per “addolcire il distacco”, ma non nella misura espressa nella lettera, non ne fa un’ode alla persona lasciata.
Ciao caro 🙂
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O Madre Mia, Vergine, Addolorata e Tutta Mia. Vallo a spiegare a chi scambia un cane pastore per un poliziotto quello che si dovrebbe provocare per cominciare a creare.
A questo punto una bastonata, due tre colpi e via!
NO! Lasciamo che gli zappi intorno e lo annaffi un pochettino.
Dopo, lo potrete sradicare e gettarlo nel fuoco se il bel Ficone non fruttifica inflorescenza nutritiva come sono i fichi, non essendo veri frutti.
Chi ha orecchi … si tolga l’orecchino!
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x Angelo: … puo’ darsi che sia cosi’, almeno per l’amore di cui inizialmente parlavi tu. Su quello, per cosi’ chiamarlo, terreno, ovvero di un uomo per una donna (e viceversa), ho qualche dubbio… Anche se certamente l’amore in ogni sua forma ci mette in uno stato di ricettivita’ (ed azione) diversa.
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x Mauro: ahahah mi hai fatto sorridere, e oggi non era facilissimo! ;D
La storia non solo non e’ reale, non e’ nemmeno mia ma di un’altra utente di Splinder (anche citata nel post).
La strategia che proponi ha pero’ un suo perche’ 😀 Personalmente, anche se ovviamente non la metterei proprio cosi’ :D, la condivido: in certe cose ci vuole almeno un pizzico di decisione, e se le cose non vanno… be’, vuol dire che non era cosa.
Ovviamente pero’ c’e’ un tempo per ognuno e per ogni cosa, e esporsi cosi’ troppo presto, sbagliando i tempi (non tutti siamo uguali e, pur avendo un occhio di riguardo sui nostri, bisogna anche avere rispetto dei tempi dell’altro), puo’ rovinare qualcosa che con un po’ piu’ di pazienza potrebbe nascere.
… pero’ il “c’e’ un tempo per ogni cosa (e per ognuno)” ha anche l’altra faccia: quello di rispettare noi stessi e i nostri tempi. Va bene il compromesso, poiche’ non voglia dire dimenticarsi di se’ stessi.
Un abbraccio a te 🙂
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x Diane: ahahah leggi il mio commento a Mauro allora, e’ il numero 37 🙂
x Angelo: eheheh penso di aver capito, sebbene con parole tue non sei distante dal mio pensiero…
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Diciamo che io posso solo capire tutto il dolore che tormenta l’uomo. Un dolore che sfoga con Sara. In realtà, a mio avviso, Sara riceve la dichiarazione di fallimento di un uomo che non trova se stesso. Insicuro, timido e introverso.
Potrei essere io, quell’uomo, da quanto riesco a comprenderne la sofferenza.
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NO! Non hai capito! Sei troppo tiepido per me e per l’angelo della Chiesa di Laodicèa (Ap 4,14-22) sei alquanto vomitevole. Eppure ti ho provocato mettendola come uno stupro ma non posso darti ragione per certe donne, simili a certi uomini.
I ladri e le prostitute vi passano avanti. Non c’è posto per i potenti e le escort che pensano che arriverà il loro tempo. Che squallida la New Age del CAZZO! E ancora più tu che ti contraddici con i tuoi stessi pensieri e fazioni. Non a tutti si riconosce la capacità di colpire facendo centro. E chi fionda il colpo che sa di aver colpito e non è capacità del bersaglio … riconoscerlo. Siete prede e ne godete pure.
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x Fire: Credo che in un certo senso sia proprio cosi’. Ma non tutti “colgono” la stessa cosa dietro una e-mail del genere. O meglio, ognuno la interpreta in modo leggermente – ma sostanzialmente – diverso. Ci sara’ quella che pensera’ allo “uomo senza palle” e ne avra’ fastidio; ci sara’ quella che invece se ne addolorera’, pensando che a ragione o a torto ha creato dolore ad una persona che, forse, apprezzava comunque, anche non essendone innamorata.
E, come probabilmente spera il protagonista della lettera, potrebbe anche esserci chi, rendendosi conto di starlo perdendo, capira’ che in fondo a lui ci tiene.
Le stesse risposte, cosi’ diverse, a questo post, ne sono un esempio.
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x Angelo: vedi… onestamente ho passato da tempo il periodo delle provocazioni. Credo che le provocazioni vadano attuate a loro modo, a loro tempo, con… intelligenza e tatto, non con chiunque, dovunque, in ogni tempo.
La provocazione costante diventa poco credibile. Preferisco… altri metodi. Senza offesa, eh! 😀
Ognuno e’ libero di seguire il metodo che vuole… sul proprio blog.
Arrivato il messaggio?
Spero di si’ 🙂
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bello il racconto ed anche la lettera, molto ben scritti davvero:)
Riguardo al gesto di scrivere una lettera…beh, io non ne ho mai scritte per prendere una decisione tipo questa e neppure ne ho mai ricevute; se dovessi scriverla, mi occorrerebbero ore – perchè la scriverei di getto e poi la correggerei mille volte, conoscendomi:)…se la ricevessi, la rileggerei molte volte, penso.
Non so se – nel racconto – Matteo dimenticherà davvero Sara…io non credo; è solo il suo ultimo disperato tentativo…è davvero l’ultima carta; dopodichè ci saranno o l’inferno o il paradiso, a seconda della decisione di Sara…Nico potrebbe cmq continuare il racconto volendo; non è detto che sia finita qui….eheheheheheheheh
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Arrivato ed eccome!
Colpito! Io lo vedo perchè ho mirato e colpito chi non trovando a fatto marcia indietro.
Il mondo è tutta una provocazione ma tu preferisci farne un consiglio, un compromesso.
“Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai”.
Non immagini come serve il Principe di questo mondo a chi riconosce la provenienza di tutto.
Ti manca la chiave per avere il centuplo.
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x morellina: direi che sei abbastanza allineata con il mio pensiero 🙂 Ho dubbi solo sul fatto che rileggeresti una eventuale lettera di questo tipo molte volte: dipende, dipende dal reale interesse che nutriresti per la persona che te l’ha spedita. Potresti riporla subito, con una bella risata, oppure potresti dispiacertene ma comprendere al volo, o ancora l’ipotesi che hai descritto tu, ovvero l’incredulita’.
Il fatto e’ che a volte la gente non capisce cio’ che e’ semplice da capire, oppure crede che sia semplice capire qualcosa che in effetti non e’ cosi’ evidente 🙂
x Angelo: bravo, e’ proprio cosi’: io credo che nella vita serva piu’ compromesso e meno provocazione 😉
Guarda, l’avevo anche scritto in… tempo non sospetti 😉
Diplomazia e ascolto – Shakespeare
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Lettera molto toccante, mi son immedesimata in chi ha il “coraggio ” – per me di questo si tratta -di scriverla. Non mi sembrano parole di umiliazione quanto piuttosto la richiesta di un salto di qualità nella situazione, un prenderemi o lasciarmi, che, per chi ama davvero è difficilissimo da dire..poi non credo dopo una vita di scelte magari sbagliate ma sempre di scelte che in amore ci siano davvero delle regole che assicurino la felicità o la soddisfazione di quanto si desidera, come enunciava il testo del “Teorema” di Corradini…
Magari son solo io che non le ho mai trovate, ma parto dall’assunto ch ein amore vince chi è disposto anche a soffrire ma ad amare, senza tirarsi indietro nel dubbio di farsi male.
Bacioni wolfghostiani e un abbraccio.
paola
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Ecco, appunto. Come ho gia’ scritto diverse volte, anche i commenti a questo post, nella loro assoluta diversita’ (!), dimostrano come ogni persona interpreti una lettera del genere a modo proprio 😉
Personalmente la mia interpretazione, adesso, e’ molto simile alla tua. Anni fa forse sarebbe stata diversa 🙂
Ecco perche’ anche secondo me e’ sempre meglio esporsi, soprattutto quando si sente di avere ormai poco o nulla da perdere: si potra’ almeno essere sicuri di essere stati effettivamente, e definitivamente, respinti, e ci si potra’ mettere il cuore in pace senza vivere di “se solo avessi…”.
Bacioni e un abbraccio anche a te! 🙂
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All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:
Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. Tu dici: “Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla”, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. (Ap. 3,14-22)
Come vedi anche io riporto cose non mie. Cose più antiche.
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Io non sono per il silenzio, assolutamente.
Lo trovo più lacerante, semmai.
Penso solo che quando dall’altre parte non hai riscontri e non ti senti amato, è inutile dirglielo per far pena o sperare in un finale dal film.
Tanto è stato indifferente prima e peggio lo sarà dopo, ma con la vanagloria di aver lasciato il segno.
Lui mi ama, mi pensa e sta soffrendo per me… CHE GODURIA!!!
Giammai…
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x Angelo: una delle cose che vengono spesso rimproverate alla chiesa (“chiesa” in senso lato, parliamo in realta’ di cristianesimo) e’ quella di puntare sul castigo, piuttosto che sull’amore o sulla pace. Ovviamente non e’ cosi’ in generale, ma alcuni tratti biblici – e questo tratto dall’Apocalisse ne e’ un esempio – contribuiscono a tale visione.
E’ difficile non capire poi perche’ molti credenti… sono migrati altrove.
x leggerevolare: ma cara… tu parti dal presupposto di SAPERE che cosi’ stanno le cose, di essere convinta che all’altra persona di te non importa e non importera’ mai nulla. Spesso questa convinzione non la si ha. Lo… uscire allo scoperto, a rischio di brutte figure (relativamente poi: se leggi – ed e’ solo uno dei tanti esempi – cosa ne pensa flameonair al #46, capirai che non tutti la pensano come te), serve proprio a togliersi i dubbi e poter risorgere, presto o tardi, a nuova vita, cosa molto piu’ difficile se di dubbi ne hai ancora.
Credi davvero che per una persona che soffre per amore (mancato ;D) conti di piu’ rischiare il ridicolo che togliersi ogni dubbio?
Un conto e’ perdere la dignita’ insistendo pure quando si e’ davvero capito che non c’e’ nulla da fare, un altro e’ rinunciare a qualcosa che FORSE e’ ancora possibile, per orgoglio, e non per dignita’!
Ma che l’altro pensi pure quel che gli pare, tanto se e’ finita e’ finita, no? Non e’ forse questo stupido orgoglio?
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