Essere in cio’ che si fa

L’UCCISORE DI DRAGHI
di Paulo Coelho

uccisore draghiZhuangzi, un celebre autore cinese, racconta la storia di Zhu Pingman, che andò a cercare un maestro per apprendere il modo migliore per uccidere i draghi.
Il maestro addestrò Pingman per dieci anni, finché questi riuscì a sviluppare – alla perfezione – la tecnica più sofisticata per uccidere i draghi. Da quel momento, Pingman trascorse il resto della vita alla ricerca di draghi, in modo da poter mostrare a tutti la sua abilità: con sua grande delusione, non ne trovò nessuno.
L’autore della storia commenta: “Tutti noi ci prepariamo a uccidere i draghi e finiamo per essere divorati dalle formiche, ovvero dai dettagli, a cui non prestiamo mai attenzione”.

 



Commento di Wolfghost: Qualunque cosa tu stia facendo… falla pienamente! Si tratti perfino di stare seduto sul divano a guardare un film o dare l’acqua alle piante.
Chissà quante occasioni vengono perse per distrazione, perché nel frattempo si sta pensando alle “grandi cose” mentre magari l’input giusto per la soluzione ci sta passando sotto il naso proprio in quel momento!
Come sa ogni giocatore incallito, la partita – di qualunque gioco si tratti – di solito non finisce perché non si è bravi o preparati a sufficienza, bensì perché ci si distrae: un attimo solo e… tlak! vittoria compromessa!  😉
Ma… non è che spesso succede così anche nella vita? Tanta preparazione, tanta determinazione e poi “perdiamo il treno” perché non ci accorgiamo che “quello è il posto e quello è il momento”. Forse pensiamo che quando giunger
à “il momento”, ci saranno squilli di tromba e razzi bengala ad avvisarci. E chissà… a volte capita davvero così.
Ma di solito i “momenti buoni” si nascondono perfettamente in mezzo alle giornate ed ai percorsi qualunque.

 



Dove sta il parapioggia
di Paolo Coelho

ombrelloAl termine di dieci anni di apprendistato, Zenno pensava di poter già essere elevato alla categoria di maestro zen. In un giorno di pioggia, andò a trovare il famoso professore Nan-in.
Mentre entrava nella casa di Nan-in, questi domandò:
“Avete lasciato il vostro parapioggia e le vostre scarpe fuori?”“Ovviamente,” rispose Zenno. “È ciò che detta la buona educazione. Mi comporterei così in qualsiasi luogo.”
“Allora ditemi: avete messo il parapioggia a destra o a sinistra delle scarpe?”
“Non ne ho la minima idea, maestro.”
“Il buddismo zen è l’arte della coscienza totale di ciò che facciamo,” disse Nan-in. “La mancanza di attenzione ai piccoli dettagli può distruggere completamente la vita di un uomo. Un padre che esce di casa di corsa non può mai dimenticare un pugnale alla portata di suo figlio piccolo. Un samurai che non guarda tutti i giorni la sua spada finirà per trovarla arrugginita quando ne avrà più bisogno. Un giovane che dimentica di offrire dei fiori all’amata finirà per perderla.” E Zenno comprese che, benché conoscesse bene le tecniche zen del mondo spirituale, si era dimenticato di applicarle nel mondo degli uomini.

katz+adler

 

0 pensieri su “Essere in cio’ che si fa

  1. Molto bello l’argomento.
    La prima storia mi ha fatto tanto sorridere, la seconda mi è piaciuta moltissimo.
    Come mi ha colpito tanto questa tua frase “Ma di solito i “momenti buoni” si nascondono perfettamente in mezzo alle giornate ed ai percorsi qualunque.”… non so perché è armonica e malinconica … non noto mai queste cose nei tuoi post… questa chiusa però mi è piaciuta.
    E bravo Wolf!

    Tornando all’argomento: fare tutto con la massima consapevolezza.
    Hinc et Hunc… essere sempre presenti in tutto quello che si fa.
    E’ meditazione questa, sai?
    Un livello anche alto credo, seppur possa apparire cosa banale banale… è una modo di vivere giustissimo ma difficile.
    L’input, al solito, è quello giusto.
    Bacio.
    P.s: siccome ho letto solo io, non potresti cancellare questo post e pubblicarne un altro? Così ho altro da leggere?

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  2. Io sono un’esperta di “attese di occasioni giuste, persone giuste, momenti adatti”…..eppure è proprio così gli eventi importanti, le persone che avranno un peso nella nostra vita, si presentano come momenti e persone qualsiasi….notarli e dedicarvi la giusta attenzione dipende solo da noi…..

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  3. x sophia: ahahah 😀 No, non posso! 🙂 O meglio… non voglio 😉

    Non noti “armonia e malinconia”, dici? 🙂 Dipende dai periodi, naturalmente. Comunque e’ vero: la malinconia non mi piace, quindi evito, per quanto posso, di propinarla anche a voi 🙂

    Certo, e’ meditazione. Infatti le pratiche Zen, Buddiste in generale, ma perfino le “nostre”, non vogliono e non dovrebbero essere fini a se’ stesse. E’ sbagliatissimo portare nelle nostre meditazioni cio’ che c’e’ “fuori”, mentre si dovrebbe poter portare fuori cio’ che “nutriamo” in noi con le nostre meditazioni. Non a caso lo Zen ha forme di meditazione che noi occidentali potremmo trovare inusuali, come il “Kinhin”, ovvero la “meditazione camminata” (quella da seduti e’ lo “Zazen”). Ma in generale uno “stato Zen” dovrebbe esserci sempre, ma mica per divenire illuminati o chissa’ cosa, semplicemente per… vivere davvero, cogliendo cio’ che la vita ha da darci 🙂
    Certo… mica e’ facile! Di solito non riusciamo a star concentrati 5 minuti di seguito! ;D

    Bacio ricambiato 🙂

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  4. x darksylvia: e gia’, nella grande maggioranza dei casi e’ cosi’ che avviene. Quando il seme verra’ gettato nel nostro campo, non ci e’ dato di saperlo. Pero’… possiamo almeno arare e preparare il campo perche’ esso attecchisca e inizi a crescere! 🙂

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  5. Dicevo che non “noto” nel senso che non ci faccio caso io. E mi riferivo alla costruzione delle frasi, alla scelta delle parole.
    La chiusa di questo post invece mi ha colpito proprio per questo.

    Uff… ero ripassata sperando mi avessi accontentata…

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  6. x lady Gwyneed: ehi! Ciao! E’ un po’ che non ti “vedevo”! 🙂 Grazie, buona serata anche a te! 🙂

    x Sofia: ma ho messo due storielle e un commento! Sei proprio incontentabile! ahahah 😀

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  7. “Un bimbo non può fare nulla parzialmente. Qualunque cosa fa, è pienamente presente. Fare qualcosa parzialmente è possibile soltanto quando c’è l’ego.”

    Mata Amritanandamayi Devi (Amma)

    … è un punto di vista interessante!!!

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  8. tratto da “yoga della comprensione interiore” di Osho

    “… ora come ora, possiedi una consapevolezza completamente evanescente. Nel momento in cui la tua mente conscia svanisce, anche quella consapevolezza scompare, come fosse una leggera increspatura sulla superficie. Non ha alcuna energia, è cosi debole, non è altro che un flebile guizzo, un fenomeno a voltaggio zero.
    Dovrai portare maggiore energia in quel fenomeno, tale per cui, quando la mente conscia si spegne, la consapevolezza persiste per conto suo; in questo modo cadrai addormentato consapevolmente.
    Puo’ accadere, se compi altre attivita’ consapevolmente: camminare, mangiare, dormire, fare il bagno. Per tutto il giorno, qualsiasi cosa tu faccia, non dev’essere altro che un addestramento interiore per la presenza attenta. In questo modo l’attivita’ diventa qualosa di secondario; tramite quell’agire la consapevolezza la cosa primaria.
    Allora, quando la notte lascerai cadere ogni attivita’ e ti addormenterai la consapevolezza persistera’.Perfino addormetandoti la consapevolezza diventera’ un osseravotore che riconoscera’ il corpo che si sta addormentando. Piano piano il corpo si rilassa… Ti stai muovendo verso le fondamenta del tuo essere, nell’inconscio; e solo se riesci ad addormentarti consapevolmente nella notte sussistera’ continuita’. E’ questo che intende dire Pantajali: Si mediti sulla conoscenza che sorge durante il sonno…”

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  9. x yasmine: il punto non è non sapersi accontentare, il punto è capire quando valga davvero la pena farlo e quando invece è meglio continuare ad insistere.
    Abbraccio forte restituito 🙂

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  10. x Sofia: ahahah molto vero il pensiero di Amma! Perché rido… perché ho pensato a Sissi: anche lei quando fa qualcosa fa solo quella! 😉
    Credo sia il punto di contatto tra animali e bambini… fa parte di quella che chiamo “innocenza” 🙂

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  11. ciao :-)… Credo (ma è un mio modestissimo parere) non esistano “limiti statici” alla consapevolezza umana, ognuno di noi possiede una sorta di “recinto DINAMICO a contenimento del proprio essere conscio,” che viene di volta in volta ampliato dall’esperienza e dal vissuto: cio’ verso cui siamo inconsapevoli ora potrebbe divenire elemento di consapevolezza futura, tutto questo è un POTENZIALE, sta a noi EVOCARLO…
    Sulla scorta di questo ragionamento allora mi viene da fare una associazione, se vuoi abbastanza naturale, fra ESPERIENZA e CONSAPEVOLEZZA.

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  12. x logolas: conosco, conosco 😉 Sai, Osho ha “inventato” poco, ma è stato un grande… “rielaboratore” e “riassemblatore” delle più grandi correnti spirituali. E poi parlava in modo davvero affascinante!

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  13. x legolas 2: prima di tutto, scusa per il “logolas” ahahah sembra una marca di scarpe contraffatta! :))))

    Capisco cosa vuoi dire, ma in accordo con ciò che del resto scrivi te stesso, manca un tassello: direi “esperienza vissuta con gli occhi aperti” e “consapevolezza”. Chi vive con gli occhi chiusi, infatti, può fare tutte le esperienze che vuole… non gli serviranno granché.
    Ci vuole voglia di imparare, di crescere, di capire… dalla vita vissuta principalmente, prima che dai libri. Se poi questo desiderio sia innato o si possa acquisire… ecco, questa è un’ardua domanda 🙂

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  14. x legolas: thanks, ascolterò 🙂

    x saganne: ti ha risposto (non ho capito se davvero rispondeva a te o se è capitato a fiagiuolo :D) legolas (commento 18). La mia risposta a lui, e di conseguenza a te, è al #22.

    Stasera do i numeri 🙂 Non che sia una novità! ahahah

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  15. Posso dire che ti do pienamente ragione anche a me non piace l’Inghilterra e ci sono stata in 5 elementare nel lontano 92 e mi sono trovata malissimo.. adoro la scozia – l’irlanda e i paesi scandinavi ^__^

    Buonissima giornata e sereno week end!

    Lady Gwyneed

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  16. Si, anche nelle… perfino nelle “distrazioni” ci cadono completamente 😀 Di fatto piu’ che distrazioni, diventano “interessi subentranti” 😉
    Grazie, buona giornata anche a te! 🙂

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  17. la mia domanda infatti era retorica;)
    trovo splendide e simbiotiche espressioni quì da te;)))
    compreso te naturalmente;)
    Sono contento che tu ami Coelho;)
    Una delle penne più efficaci della New Age positiva;)

    ed ora…. il daimon…..;)
    sono certo che non devo dirti nulla;)))

    stima,rispetto e simpatia

    😉

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  18. x AnnA: grazie! ahahah ma quella saresti tu? E il cane?? 😀

    x Sofia: oh… c’e’ tanto da imparare anche da loro! 😉

    x pallyna: sono d’accordo 😉 qualunque cosa, se vissuta appieno, e’ sempre novita’ 🙂

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  19. x Saganne: eh! Sai quante battaglie ho combattuto per “difenderlo”! 😀 Coelho e’ amato ma odiato anche! Credo che la motivazione principale sia che la sua semplicita’ sia scambiata per banalita’. In realta’ la sua semplicita’ di scrittura non e’ pero’ casuale: l’idea e’ quella di rendere i suoi messaggi “pane” accessibile a tutti, e non farne “caviale” per pochi eletti.
    Personalmente approvo questa linea e la ritengo veritiera, non una scusante. C’e’ stato qualche libro dove ha dimostrato di saper scrivere anche in modo piu’ “ricercato”, ma e’ inevitabilmente piu’ “pesante” rispetto ai precedenti. E, dunque, meno accessibile.
    Certo, se l’idea e’ di fare una “setta” di privilegiati, mi rendo conto che cio’ non va bene! ;D

    “Non c’è niente di male a fare cose banali, fino a quando non ci si sente banali.” – Richard Bach, “Saper Perdere”

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  20. L’intero sistema che ci hanno costruito intorno ha lo scopo di de-centrarci, parola che preferisco a ‘distrarci’. La con-centrazione oggi va recuperata, coltivata, capita, voluta a tutti i costi. Veniamo continuamente richiamati e ‘tratti’ fuori dal centro. Lì dove le cose si fanno, lì dove le cose si vivono.

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  21. Ancora un’utile riflessione, bravo Wolf.
    “Non ci accorgiamo che quello è il posto e quello è il momento” mentre siamo impegnati ad aspettare i draghi; e voglio intenderli sia in senso negativo (draghi come pericolo) sia in senso positivo ( draghi come “grandi occasioni”)… e il momento buono se ne va.
    Stella

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  22. x messier: non so quanto sia davvero intenzionale – se sia veramente lo scopo principale del “sistema”, intendo – ma… l’effetto risultante e’ comunque quello. Eccome 😉

    x Tsjaaa: grazie! 🙂 Baci e buon weekend a te!

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  23. x Stella: grazie Stella 🙂 Mi e’ piaciuta la tua precisazione sul fatto che i “draghi”, nelle nostre intenzioni, possono anche essere “positivi”, “grandi occasioni” come li chiami tu 🙂
    Purtroppo si sa: la strada dell’inferno e’ lastricata delle migliori intenzioni 🙂

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  24. ammazzave o quanto scrivete…. stavolta non ce la faccio a fare il commentone…vabè non è neanche quel tipo di temone.

    Comuqneru si è unaverità quella del maestro, ma a volte credo che soffermarsi troppo sui particolari fa perdere il senso del tutto, o ci fa disperdere energie nell’illusione che si sta facendo sempre meglio, a volte invece è una perdita di tempo.

    Parlo da perfezionista in alcune cose e assoluto istintivo in altre. Il problema è capire quando uno e quando l’altro….

    Un caro saluto a tutti

    LeoZen

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  25. :)))))

    Certamente 😉 C’e’ “particolare” e “particolare” 🙂 Ci sono quelli superflui e quelli che costituiscono pezzi di puzzle piu’ grande e importante. Naturalmente sui primi e’ meglio non indugiare troppo, i secondi vanno invece curati bene, altrimenti si diventa come automobili perfette a cui manca un pneumatico: non si va molto lontano ;D

    Caro saluto anche a te 🙂

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  26. Accade spesso che non ci accorgiamo “quello è il posto e quello è il momento”.
    siamo presi dal generale trascuriamo il particolare.
    Daimo per scontati i particolari, piccoli, apparentemente insignificanti ma che servono a costruire l’insieme .

    Dare per sconatato.
    Succede anche con le persone.

    Quando, presuntuosamente, crediamo di possedere qualcuno, di conoscerlo in tutto e per tutto iniziamo a darlo per scontato, a pensare che tanto ci sarà sempre….
    E così spesso ci rendiamo conto di quello che abbiamo avuto, solo quando viene a mancare, quando quella cosa o persona che davamo per scontato si è allontanata da noi. Solo comprendiamo che era importante nella nostra vita più di quanto avessimo potuto immaginare.

    E’ come quando manca la corrente elettrica. Hai fatto caso? Si rientra a casa di sera, si preme un interruttore e fiat lux…la luce inonda la casa, accendiamo il PC, il forno…
    Normale. Scontato.
    Se invece si ritorna casa e non c’è corrente elettrica andiamo in crisi: non c’è una pila nè tantomeno una candela…
    Che fare??? Ci sentiamo persi.
    Solo allora ci accorgiamo di quanto sia importante la luce.
    Così per una persona. Siamo convinti che sarà là sempre per noi, disponibile, pronta a rispondere ad ogni nostro richiamo, ad ascoltare i nostri problemi, ad asciugare le nostre lacrime.

    . E nel frattempo l’abbiamo trascurata a vantaggio di altri, le abbiamo fatto mancare il nostro appoggio, ci saimo, magari, eclissati per un periodo.
    “Tanto lui/lei c’è sempre”. E invece no.
    Lui/lei non c’è più. Si è stancato/a di aspettare una telefonata o di essere considerato/a. Si è ecliissata. E noi ci sentiamo persi e comprendiamo quanto la sua presenza fosse importante per noi. Solo che presuntuosamente abbiamo pensato che per noi ci sarebbe stato sempre
    Sarebbe bastato un po’ di attenzione in più.
    Una carezza.
    Dire ogni tanto: “ Mi manchi”
    Sentirsi rispondere:” Mi manchi anche tu. “
    Semplicemente..

    Come al solito, mi sono, forse, lasciata prendere la mano…

    Vabbè, ormai mi conosci;)))

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  27. già..
    ho lasciato per il momento perdere “i grandi obiettivi”, cercando di prendermi un periodo (si fa per dire) di pausa..sto studiando per quegli ultimi due esami che mi servono per la borsa di studio, con calma, non arriverò ad un 30 all’ esame, fa lo stesso : la mia salute innanzitutto.
    E proprio in questi giorni che sto andando con calma, vedo quello che ho attorno e..
    trovo il tempo per le cose che mi interessano davvero.Ho trovato un lavoro estivo che non mi riempirà di soldi, ma almeno mi piace veramente, è in parte quello che voglio fare “da grande” (lavorare in un oasi/parco naturale), e parlando con una prof che nemmeno conoscevo, mi sono guadagnata la possibilità di andare 1 mese in Madagascar.. un sogno, per me !
    Perchè ho smesso di correre, ho dato più attenzioni ai dettagli, e tra quei dettagli.. ci sono io ^_^

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  28. x ilavi: cara Dora… ciò che dici nel dare per scontato il partner, è verissimo. Ma… di solito una persona ci fa cosa noi le permettiamo di farci. Lo so, sarebbe bello potersi “aprire” sempre e subito. Poche cose sono belle come il poter aprirsi con chi si ama. Eppure dovremmo mantenere la lucidità di capire che chi abbiamo davanti non è forse come noi. Forse ha tempi diversi. Forse non sarà mai come noi.
    Allora si deve decidere se ci va bene così oppure no.
    Un rapporto è sempre fatto di due persone…
    BUonanotte carissima! 🙂

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