Consapevolezza, distrazioni e… buona Pasqua!

Qualche giorno fa è stato il mio cinquantunesimo compleanno, come passa il tempo eh? 🙂

Allo scopo di festeggiare ho pensato bene, lo stesso giorno, di farmi una bella distorsione della caviglia sinistra mentre tornavo da un’escursione sui monti assieme a Lady Wolf e il fido Tom. Tra l’altro ho dovuto giocoforza camminarci sopra un’altra ora e mezza per riuscire a tornare a casa, con le conseguenze che potete facilmente immaginare 😉

Al di là che ci siamo fidati (troppo) di una descrizione del percorso trovata su Internet, sebbene su un sito tematico e quindi – pensavo – affidabile, e dunque avevamo equipaggiamento inadeguato (scarpe da ginnastica, poca acqua, niente cibo – pensavamo di metterci due ore e mezza, ce ne sono volute più del doppio, come peraltro dichiarato su altri siti che descrivevano lo stesso percorso in termini diversi anche come grado di difficoltà), è davvero bastato un attimo di distrazione per mettere il piede in fallo.

La verità è che siamo sempre con la testa tra le nuvole, assorti tra mille e mille pensieri, e quasi sempre di fretta, perfino quando non ce n’è alcuna ragione, al punto di non accorgerci a volte di cosa ci accade attorno. E poi diamo alle nostre vicissitudini il nome “fatalità” 😉

Per carità, ci sono eventi che capitano e sui quali abbiamo davvero zero possibilità di prevenzione, eventi ai quali possiamo solo reagire, ma molti altri, se ci pensiamo, potremmo evitarli essendo semplicemente un poco più… presenti. Provate a farci caso, è davvero così.

E’ insomma la buona vecchia arte della consapevolezza, nell’essere qui e ora. Cosa tanto di moda… a parole, ma molto poco vissuta. Basti pensare a quanti oggi vivono più sui Social che nella vita reale 😀

Ma adesso smetto, altrimenti anche io ci ricado (opssss… )! Magari raggiungo Jones sul divano a guardare i documentari sui dinosauri.

Oh… ieri è stato incollato davanti alla TV a guardarli per quasi un’ora! 😀

Buona Pasqua a tutti! Che possiate… essere presenti! 😉

Da tutto si può imparare – presenza mentale

Riprendo questo argomento da uno scambio di commenti nell’ultimo post.

L’evento scatenenante è che… sono senza auto, e probabilmente lo rimarrò per un po’ 😦 Che è successo? Bé, sabato sono andato in un paese vicino per una serie di ragioni, volevo andare dai gatti del parco locale, comprare una stufetta elettrica per il bagno e fare un po’ di spesa. Nell’avvicinarmi al posto, sono passato davanti a un distributore di carburante appena riaperto (cambio gestione) e, vedendo prezzi particolarmente convenienti e essendo in riserva, mi sono detto “Bé, al ritorno mi fermo lì”. Così ho fatto. Con sorpresa, appena fermato, mi è venuto incontro un addetto alla pompa di benzina. Dico “con sorpresa” perché mi aspettavo che, con simili prezzi, si trattasse di un self-service. Invece no. Piacevolmente sorpreso, ho fatto trenta euro… di benzina, peccato che la mia povera pandina sia diesel 😦

Dovete sapere che la mia Panda è una “chilometri zero”, faceva parte di uno stock di Panda rimaste invendute in Francia e rimesse perciò in vendita con tale formula. Ma… il tappo del serbatoio, che, ripeto, è per diesel, è inspiegabilmente “unleaded only”, ovvero per benzina verde 😦 Non ho mai capito perché, ma dato che tanto carburante lo faccio sempre ai self service, non è mai stato un problema. Fino a ieri.

Sulla strada del ritorno, la povera pandina ha iniziato a “strappare”… e ho capito. Rischio un danno da un migliaio di euro 😦

Non posso prendermela con il distributore: probabilmente chiunque avrebbe perlomeno rischiato di fare lo stesso errore. Potrei parlare di fatalità, e certamente il caso ci ha messo una mano pesante. Pensiamo che sono stato indeciso se andare lì quel giorno. Non ero mai stato da quel distributore. Penso di non aver usato un self service al massimo due volte in due anni e mezzo che ho quest’auto. Potrei andare avanti con altre coincidenze a lungo, credetemi. Tuttavia ho sempre cercato, soprattutto nelle disavventure, di imparare ciò che è possibile imparare. Almeno questo. Certo, a volte è il classico “chiudere il cancello quando le mucche sono già scappate”, ma visto che indietro non si può tornare…

Dunque che cosa ho imparato da questa disavventura? Primariamente una cosa che so da tempo: come molte persone… ho spesso la testa tra le nuvole. Se fossi stato “presente”, mi sarebbe venuto in mente il rischio di errore e l’avrei detto al distributore. Anche se, c’è da dire, dopo anni è facile che uno non ci faccia più caso e cali la guardia. Ma in ogni caso potevo evitarlo se fossi stato presente.

Ho troppo spesso la testa sui problemi, sulle urgenze, sulle cose da fare. Sono così abituato ad essere di corsa che, anche quando non c’è nessuno che mi corre dietro… mi corro dietro da solo. Mi metto una fretta, deleteria, che non sempre ha ragione di esistere.

E’ possibile vivere con calma anche in una società basata sul tempo, come questa? Io credo di sì. Ma bisogna riuscire a mantenere la “presenza”, nonostante le pressioni e la fretta.

Essere in cio’ che si fa

L’UCCISORE DI DRAGHI
di Paulo Coelho

uccisore draghiZhuangzi, un celebre autore cinese, racconta la storia di Zhu Pingman, che andò a cercare un maestro per apprendere il modo migliore per uccidere i draghi.
Il maestro addestrò Pingman per dieci anni, finché questi riuscì a sviluppare – alla perfezione – la tecnica più sofisticata per uccidere i draghi. Da quel momento, Pingman trascorse il resto della vita alla ricerca di draghi, in modo da poter mostrare a tutti la sua abilità: con sua grande delusione, non ne trovò nessuno.
L’autore della storia commenta: “Tutti noi ci prepariamo a uccidere i draghi e finiamo per essere divorati dalle formiche, ovvero dai dettagli, a cui non prestiamo mai attenzione”.

 



Commento di Wolfghost: Qualunque cosa tu stia facendo… falla pienamente! Si tratti perfino di stare seduto sul divano a guardare un film o dare l’acqua alle piante.
Chissà quante occasioni vengono perse per distrazione, perché nel frattempo si sta pensando alle “grandi cose” mentre magari l’input giusto per la soluzione ci sta passando sotto il naso proprio in quel momento!
Come sa ogni giocatore incallito, la partita – di qualunque gioco si tratti – di solito non finisce perché non si è bravi o preparati a sufficienza, bensì perché ci si distrae: un attimo solo e… tlak! vittoria compromessa!  😉
Ma… non è che spesso succede così anche nella vita? Tanta preparazione, tanta determinazione e poi “perdiamo il treno” perché non ci accorgiamo che “quello è il posto e quello è il momento”. Forse pensiamo che quando giunger
à “il momento”, ci saranno squilli di tromba e razzi bengala ad avvisarci. E chissà… a volte capita davvero così.
Ma di solito i “momenti buoni” si nascondono perfettamente in mezzo alle giornate ed ai percorsi qualunque.

 



Dove sta il parapioggia
di Paolo Coelho

ombrelloAl termine di dieci anni di apprendistato, Zenno pensava di poter già essere elevato alla categoria di maestro zen. In un giorno di pioggia, andò a trovare il famoso professore Nan-in.
Mentre entrava nella casa di Nan-in, questi domandò:
“Avete lasciato il vostro parapioggia e le vostre scarpe fuori?”“Ovviamente,” rispose Zenno. “È ciò che detta la buona educazione. Mi comporterei così in qualsiasi luogo.”
“Allora ditemi: avete messo il parapioggia a destra o a sinistra delle scarpe?”
“Non ne ho la minima idea, maestro.”
“Il buddismo zen è l’arte della coscienza totale di ciò che facciamo,” disse Nan-in. “La mancanza di attenzione ai piccoli dettagli può distruggere completamente la vita di un uomo. Un padre che esce di casa di corsa non può mai dimenticare un pugnale alla portata di suo figlio piccolo. Un samurai che non guarda tutti i giorni la sua spada finirà per trovarla arrugginita quando ne avrà più bisogno. Un giovane che dimentica di offrire dei fiori all’amata finirà per perderla.” E Zenno comprese che, benché conoscesse bene le tecniche zen del mondo spirituale, si era dimenticato di applicarle nel mondo degli uomini.

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