Molto spesso mi è capitato di sentire discorsi del tipo “Che palle: parla spesso dell’ex!”. Di solito si prova tale fastidio perché si è insicuri: si teme che se il partner parla dell’ex, allora sta ancora pensando a lei (o a lui), e ciò viene percepito come un pericolo.
Io invece penso che sia una grande fortuna avere di fronte una persona che parla del proprio passato, perché nella grande maggioranza dei casi… essa ci sta rivelando come si comporterà anche con noi; infatti, di solito, le persone ricalcano schemi comportamentali e scelte ben radicate e ripetitive (vedi anche il post precedente sulla coazione a ripetere), e finiscono per comportarsi con le nuove persone, così come si sono comportate con quelle vecchie.
Non è ovviamente matematico, e certamente non deve essere motivo sufficiente per saltare a conclusioni che potrebbero essere sbagliate, ma almeno, ascoltando attentamente ciò che la persona sta rivelando del proprio passato – invece di respingerlo a priori, si può porre la propria attenzione su comportamenti specifici, che potrebbero un domani indicare uno stato di insofferenza o l’insorgere di una problematica ben conosciuta. Una sorta di “marcatore di malessere”.
Personalmente devo dire che, pur essendo un sostenitore della possibilità che le persone possano cambiare, questo è ciò che ho potuto sperimentare sulla mia pelle.
Ecco perché vi suggerisco: la prossima volta, invece di arrabbiarvi, ascoltate attentamente ciò che l’interlocutore sta rivelando del proprio passato e, in definitiva, di sé stesso. Avrete una preziosa chiave di lettura nelle vostre mani per i suoi comportamenti futuri.
Attenzione! Questo post sembra fare a botte con il mio precedente Evitare un errore comune: non è detto che gli altri pensino come noi, ma il contrasto è solo apparente: qui si parla di ascoltare ciò che chi abbiamo davanti racconta di sé stesso, e non applicargli qualcosa che noi – non lui – abbiamo vissuto nel nostro passato. Leggere i suoi comportamenti sulla base di cosa avrebbero significato alla luce della nostra personale esperienza, è ben diverso dal leggerli sulla base di ciò che lui stesso ci ha raccontato della sua personale esperienza: il margine di errore della prima chiave di lettura, è molto più alto, poiché non oggettivo.
felice giorno amico caro…
baciottolo al tuo cuore..
AnnA..
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volevo lasciarla qui l’immagine ma l’ho lasciata anche al post precedente…ahahah baci
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x infinitaunica: grazie cara! Che bel saluto! 🙂 Buona giornata anche a te!
x gabry: grazie anche a te! 🙂 Si, sembra proprio la tazza di caffe’ che bevo al mattino! Senza mosca pero’!!! ;D
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se ci fose stata la mosca nel tuo caffè mi sarei preokkupata…
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passavo ciao bacioni
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x Gabry: eheheh e chi lo sa… magari e’ buona! 😀
x belllissima: grazie cara 🙂
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Pausa caffè…offro io eh???
buon pomeriggio..
AnnA…
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ahahah grazie! Molto meglio di quello di Gabry di stamattina: invece della foglia stilizzata, aveva una mosca!
🙂
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Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
Ni Le Bien Qu’on M’a Fait, Ni Le Mal
Tout Ca M’est Bien Egal
Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
C’est Payé, Balayé, Oublié, Je m’en Fous Du Passé
Avec Mes Souvenirs J’Allume Le Feu
Mes Shagrins, Mes Plaisirs,
Je N’ai Plus Besoin D’eux
Balayé Les Amours Avec Leurs Tremolos
Balayé Pour Toujours
Je Repars A Zero
Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
Ni Le Bien Qu’on M’a Fait, Ni Le Mal
Tout Ca M’est Bien Egal
Non, Rien De Rien, Non, Je Ne Regrette Rien
Car Ma Vie, Car Me Joies
Aujourd’hui Ca Commence Avec Toi
Credo che questo testo esprima adeguatamente il mio pensiero a riguardo: una nuova “storia” merita un nuovo “inizio”. E se non si è capaci di fare tabula rasa, il presente putrebbe essere inficiato da un passato che, in quanto tale, non ha alcun diritto di albergare nell’oggi.
Bonne chance!
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Per commentare questo post..ci vorrebbe più..spazio..(e tempo).
Saper ascoltare?
Certo è..una dote…unica…(peccato che spesso in una coppia è solo una persona..che lo..fa)
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x l’utente anonimo: sono d’accordo. Tuttavia tabula rasa riesci a farla davvero solamente elaborando cio’ che e’ successo, e parlarne e’ uno dei modi. Ovviamente non bisogna perdercisi, ma nemmeno pretendere che il partner non ne senta il bisogno o lo neghi per farci piacere.
Ciao e grazie per l’intervento 🙂
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Certo, e a volte non lo fanno entrambi! 😀 Ma almeno, chi lo sa, puo’ provare a fare la sua parte 🙂
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L’elaborazione è sempre un fatto personale, di cui nn si può far carico altri (psicologi e specialisti a parte). Personalmente sono convinto che i fantasmi esistano solo per chi crede in loro, che l’attenzione alimenti certe forme-pensiero e che la coazione a ripetere nasca essenzialmente da questo. Perdona la mia rigidità a riguardo, ma non credo nell’assistenzialismo permanente. Buona giornata.
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x l’utente anonimo: non mi ero accorto del tuo intervento! 😦
Sono essenzialmente d’accordo con le tue parole, infatti il mio consiglio di ascoltare, non è un consiglio assistenzialista (e buonista) verso chi ha bisogno di sfogarsi e essere ascoltato; piuttosto è un suggerimento per lo stesso ascoltatore, che “imparando a conoscere il nemico” (si fa per dire…), può trarne vantaggio. Non è perciò rivolto a chi elabora, ma piuttosto proprio a chi ascolta 🙂
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C’è un respiro in più
stanotte sei tu
io vivevo qui
nel buio così
ma l’acqua buona
mi bagnò col suo respiro
e il primo sogno mi copri.
La prima volta
l’amore proprio qui
in casa mia
senza quasi conoscerti
poi domandarti
chi sei
non lo so
nascerò fra un minuto
con te.
La prima volta
l’amore proprio qui
in casa mia
senza quasi conoscerti
poi domandarti
chi sei
non lo so
nascerò fra un minuto
con te.
C’è un respiro in più
nell’alba sei tu
sei nata qui
stanotte così
ed ogni giorno
nascerai fra le mie braccia
e come l’acqua mi coprirai.
La prima volta
l’amore proprio qui
in casa mia
senza quasi conoscerti
poi domandarti
chi sei
non lo so
nascerò fra un minuto
con te.
Nascerò con te. Pooh 1985
…forse è meglio che te lo ripeta cantando…
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…ma MI ASCOLTI, si o no??? 😉
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ehm… al momento leggo, piuttosto che ascoltare 😀 Ho come il sospetto che mi sfugga qualcosa… ahahah
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quando ti leggo, ogni volta mi chiedo
“ma come mai, wolf riesce a capire tutte ste cose e la maggior parte della gente no?” dimmi wolf sei un extraterrestre o è la gente che non usa il cervello? spesso finisco per dire che al capolinea della vita molti avranno ancora in rodaggio il loro cervello, e lo trovo inquietante! ti bacio sul naso: LU
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ahahah ebbene sì, mi hai scoperto! Sono un Vegano!! In realtà un vegano è un vegetariano stretto, ma adesso mi spaccerò per un abitante del sistema solare della stella Vega! Grazie di avermi dato l’idea! ahahah
In realtà, carissima, io credo di scrivere nella maggioranza dei casi cose che sappiamo quasi tutti, ma che magari qualcuno non ha “fissato” nero su bianco. In realtà è probabile che chi trova piacevoli i miei post, lo fa perché li sente un po’ come suoi 🙂
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