Vivere qui e ora

La lettura di un post sull’interessante blog di chokurei2, mi da’ lo spunto per parlare del famoso “Vivere qui e ora”.

“Vivere qui e ora” è uno dei passaggi esoterici più antichi e più difficili da comprendere in tutta la sua profondità, forse proprio perché apparentemente estremamente banale.

orologio Come ho già scritto spesso, noi siamo il nostro passato, e il nostro presente determina il nostro futuro, soprattutto in una società basata sul tempo come quella in cui viviamo.
Come è possibile allora non pensare al passato e non agire in prospettiva futura? Sembra una utopia, non è vero?

Faccio un esempio: se tu vuoi comprare una casa, dovrai per forza fare un’azione di pianificazione, ovvero una proiezione nel futuro. Altrimenti farai un disastro. Così devi agire per tante cose, alcune complesse, altre banali; perfino per fissare un semplice appuntamento devi pianificare pensando al futuro. Addirittura perfino per decidere l’ora a cui puntare la sveglia!  😀

Qualunque nostra decisione odierna, poi, siamo in grado di prenderla grazie alla nostra esperienza, pratica o teorica che sia. Ovvero grazie al nostro passato. Bisogna liberarci dei condizionamenti passati, è vero, ma altra cosa è ricordare consapevolmente: nel passato possono esserci infatti preziose risorse, esempi di vita che possono aiutarci a prendere una importante decisione nel nostro presente.

E allora come fanno tanti maestri spirituali a sostenere che si deve (e si possa) vivere nel presente? 😮

La verità, per me, è che “vivere nel qui e ora” non significa necessariamente non pensare a passato e futuro, ma essere “semplicemente” consapevoli di starlo facendo. Essere sempre consapevoli.

meditazione Se tu siedi e non pensi a nulla, stai meditando. Se tu siedi e ti “perdi” nella musica che ascolti, stai meditando. Se tu siedi e ti perdi nel lavoro che stai compiendo, stai vivendo nel qui e ora. Se ti siedi (ma puoi anche stare in piedi, eh! ;-)) e ti perdi nella pianificazione di un evento futuro, ad esempio l’acquisto della casa… stai meditando, sei nel “qui e ora”, perfino se stai pensando al futuro.

“La consapevolezza del momento presente” è “vivere qua e ora”, perfino se il momento presente è ricordo necessario del passato o proiezione indispensabile nel futuro.

“La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti”, scriveva Anthony De Mello. Sembra in contrasto con quanto ho appena affermato, non è vero? Ma poni l’attenzione sulla parolina “altri”, “altri progetti”… se il progetto è indispensabile al proseguo della vita, allora esso stesso ne fa’ parte, per questo ho scritto “ricordo necessario” o “proiezione indispensabile”; non è un “altro” progetto. Fa parte del progetto stesso della tua vita.

“Altro progetto” è quando, non essendo consapevole di cosa stai combinando… non combini nulla, né nulla porti a termine, poiché permetti alla tua mente di saltare di palo in frasca, di non avere un minimo di concentrazione, di essere preda di qualunque foglia che cada nel giro di 100 metri o, peggio, del continuo frullare della tua testa.

Se stai camminando per strada e hai il dubbio che una persona che ti ha appena incrociato forse ti ha salutato (ma chissà chi diavolo era)… allora forse non stai vivendo nel presente. Certamente non ne sei consapevole.

goccia

0 pensieri su “Vivere qui e ora

  1. ahahah Gargattina! Sembra lo stia davvero chiedendo la micetta in foto! ;D

    x Betty: ripeto: dipende come lo fai. A volte anche sognare vuol dire “non vivere nel presente”, ma puo’ essere necessario e costruttivo. Perfino sognare, in realta’, puo’ voler dire “vivere nel qui e ora”, se contribuisce alla realta’ odierna.

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  2. Assolutamente Affabile, su questo non ci piove. Contro i casi della vita la prevenzione assoluta non esiste. Si cerca di arrivare dove si vuole, ma certezza, per quanto si faccia, non c’e’.

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  3. Sì, perché alla base di questo “qui e ora” c’è un diverso concetto di tempo: un tempo circolare, che tutto tiene, in cui tutto ritorna e avanza, e si realizza nell’istante.
    Invecec, purtroppo, il tempo che caratterizza la nostra società (e civiltà occidentale) è un tempo lineare, in cui il tempo è spazio, e ciò che è passato è dietro, e ciò che è futuro avanti. Due distanze separate da un vuoto, da una spaccatura.
    Non a caso molti filosofi hanno sottolineato (Kierkegaard, Dewey) come questa frattura tra presente e passato crei nell’uomo una dolorosa oscillazione tra nostalgia e ansietà, spaccandolo, dilaniandolo.
    La via, dunque, è quella di imparare a ripensare il tempo come esperienza globale, in cui tutto è in gioco – passato e futuro – e in cui questo “tutto” si ricongiunge nel presente, nella presenza e nell’essere presenti.
    V

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  4. Ma questo è il principio fondamentale dello zen! Il mu, il vuoto che riempie, l’enso il cerchio!
    Non è affatto facile per noi occidentali che viviamo soprattutto di futuro, del senso della morte che ci prenderà (vedi Galimberti) abbracciare un simile concetto.
    Sto facendo sforzi incredibili per pensare Zen, per applicare questi principi orientali. Credo sia il miglio pensiero per l’uomo. Qui, ora adesso.
    (applicato poi anche nella poesia Giapponese – haiku)

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  5. Nelle mie giornate, cerco di essere “con la testa nei sogni” ma nello stesso tempo “con i piedi ben piantati per terra”, credo che tutto cio’ che mi succede, dal pu’ piccolo degli imprevisti, alla gioia piu’ grande, abbia un senso, e mi sia stato posto sul cammino , per un preciso motivo.
    Della serie: Niente succede per caso!

    Non riesco a dare una spiegazione a tutto che che mi succede nel presente, nè spesso tento di farlo, ma sono davvero sicuro che la vita, un giono o l’ altro saprà rispondere.

    Sei un bel punto di riferimento!
    GRAZIE
    Ezio

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  6. Brava V. 😉 Ottima disamina! “Questa frattura tra presente e passato crei nell’uomo una dolorosa oscillazione tra nostalgia e ansietà, spaccandolo, dilaniandolo” e’ un pensiero illuminante 🙂

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  7. Ciao Ludmilla 😉 Esatto… Molti occidentali vedono con sospetto la “vita Zen” percependola come astrazione dalla realta’, come fuga da essa, dai suoi dolori ma anche dai suoi piaceri. E invece poche cose sono cosi’ distanti dalla realta’: lo Zen e’ proprio l’immergersi in cio’ che si sta’ facendo, altro che fuggirlo…
    Comunque anche in occidente abbiamo avuto correnti simili allo Zen; purtroppo le abbiamo via via perse, e questo e’ il motivo per cui dobbiamo ripescarle dall’oriente…

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  8. L’Identità

    Caro Wolf,

    mi capita… mi capita di incontrare le persone e di dire ma questo dove l’ho visto… ops mi dispiace! Addirittura mi è successo recentemente a casa di amici di rivedere una persona (donna) che in passato sicuramente frequentavo, ma non c’è verso di ricordare…per fortuna anche lei non riusciva a ricordare! Rimane un enigma! Forse ho troppo la testa fra le nuvole. Sul tempo avrei tante considerazioni da fare ma le farò in qualche post.

    E questa è per te:

    Chi è costui?

    eh eh…buona settimana, Lands

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  9. Ezio, bel pensiero il tuo… Io la vedo dall’altro lato: possiamo sempre trarre una lezione da tutto cio’ che ci capita, bello o brutto che sia. Quindi piu’ che “nulla accade per caso”, “si puo’ sempre cogliere l’occasione per crescere”… a meno di restare vivi, naturalmente! 😉

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  10. ahahah Lands! Che quiz mi fai? E’ il buon Paulo, che diamine! 😀 Pero’ potrebbe anche essere un mio collega svedese che sembra il suo clone! Solo di aspetto pero’… 😀
    Comunque… capita anche a me di ricevere saluti da “apparenti sconosciuti” 😀 Nel mio caso pero’ c’entra di piu’ la memoria! Dovrei mettere la scheda di espansione! eheheh

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  11. Ciao Cenere 🙂 Speravo di averlo reso accessibile… ma spesso le cose che sembrano accessibili a chi ha gia’ conoscenze sull’argomento trattato, non lo sono cosi’ tanto per chi non le ha.
    Anche io ho tanti “buchi neri” a seconda dell’argomento trattato ;D

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  12. scusate se intervengo di nuovo ma il commento di Cenere è bellissimo! E’ disarmante, davvero…indirettamente è un commento bellissimo che ci dice che dobbiamo prendere la vita anche un po’ alla leggera…avete mai pensato che nel corso della nostra stessa esistenza ci può capitare di vivere qui e ora, in altri momenti invece viviamo ancorati al passato mentre in altri viviamo sbilanciati verso il futuro rischiando addirittura di lasciarci le penne?

    La vita è fatta di momenti di emozioni, di sentimenti, di atteggiamenti. Non possiamo pretendere di essere sempre gli stessi e questo perchè noi stessi siamo un fiume! Nessuno scende due volte lungo lo stesso fiume diceva Eraclito. Ma Eccovi il commento di Borges a quella affermazione.

    “Perchè nessuno scende due volte lungo lo stesso fiume? in primo luogo, perchè le acque del fiume scorrono. In secondo – e questo è qualcosa che ci tocca metafisicamente, che ci dà come un inizio di orror sacro – perchè noi stessi siamo anche un fiume, anche noi fluiamo. Il problema del tempo è questo. E’ il problema del fluire: il tempo che passa”.

    Ma perchè Borges parla del tempo che passa come di un problema?

    vi lascio riflettere…
    Lands

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  13. Bel commento Lands 🙂 Credo tu sia andata anche oltre alla (disarmante quanto simpatica) ammissione di Cenere.
    Gia’ Eraclito, nella sua citazione completa diceva, in altre parole, quanto riportato da Borges: “Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l’uomo né le acque del fiume sono gli stessi”. Conosco bene questa frase poiche’ e’ spesso citata nel laboratorio teatrale a cui partecipo.
    Personalmente non l’ho mai sentito con senso di “orror sacro”, poiche’ percepisco la vita proprio come “cambiamento”… a me, casomai, fa’ paura la fissita’. E’ quella a non essere naturale.
    A mio avviso Borges percepisce il tempo come un problema perche’… passa 😀 E “tempo che passa” significa invecchiamento, caducita’, morte. Questo si’ che puo’ dar luogo ad un “horror vacui in divenire” 😉

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  14. …il qui e ora…
    patico yoga e spesso quasta frase viene usata poco prima di iniziare a fare meditazione…non so, se ho compreso bene a fondo cosa significa…

    spesso mi sorprendo a dire: passato e futuro si incontrano in un momento di eterno presente e, gia non c’è più…

    ora devo riflettere di piu su questo concetto tempo 🙂

    buon proseguo di giornata ciaooooo…

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  15. caro wolf, ma non pensi che invece l’essere sempre consapevoli e con i piedi piantati per terra a volte sia … come dire.. un po’ palloso? 🙂
    te lo dico perchè sono sempre presente a me stessa, penso e sono consapevole di quello che faccio, ma quanto è bello quando invece vieni colto di sorpresa da qualcosa, che ti capita così per caso e che magari dà la svolta a quello che ti arrovellava, insomma l’imprevedibile e il non consapevole non potrebbe essere qualcosa di ancora più bello?
    pensieri ovviamente.. troppo difficile altrimenti…
    baci
    Viv

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  16. Ciao Wolfghost 🙂
    vivere nel qui ed ora assomiglia allo stato “flow”; è un perdersi e dimenticarsi di se stessi; uno stato puro e infantile. Da adulti credo bisogna trovare l’equilibrio tra passato, presente e futuro.

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  17. 😀 Che dire… Sono contenta che non fossi l’unica a non essere riuscita a starti dietro nel discorso (ecco il perché del mio commento n.1, ma forse l’avevi preso con ironia, hihihihi… Come mi nascondo bene! ;)) visto che leggo dal commento di Cenere che anche lei ha avuto qualche problema a seguire tutto il ragionamento…

    Comunque, forse è tra le cose più difficili del Buddismo, per quanto mi riguarda, riuscire a pensare solo all’ADESSO, eventualmente in funzione del FUTURO (realizzare la propria felicità ora per realizzare i propri obiettivi domani, ad esempio)…

    Posso comunque dire che in parte forse era anche colpa della giornataccia passata ieri e delle 3 di notte se non ero riuscita a seguire bene il post, perché a rileggerlo ora, ho capito molte più cose… 😀

    Ti ricordi la mia amica di cui ti parlai? Ecco, somiglia un po’ a quella che hai descritto nel paragrafo “Altro progetto” è quando, non essendo consapevole (…) frullare della tua testa.” 😀

    Effettivamente io sono una coi piedi per terra ma con tanta testa per aria (sono molto lunga, esatto! :D), e quindi alla fine prima di prendere una decisione pondero un milione di volte, ma è anche vero che poi lavoro un sacco di fantasia… Lavoro di fantasia quando “prevengo i pensieri degli altri” perché tanto sono responsabile che mi viene spontaneo, ahimé, preoccuparmi per le reazioni degli altri e di conseguenza evitare di fare cose che potrebbero avere reazioni spiacevoli in chi mi sta accanto… Spesso non lascio questa “responsabilità” agli altri… Non che non lasci vivere gli altri la propria vita, ma mi faccio troppi problemi… Un esempio: con quello che è successo a nonno e con il grande punto interrogativo dei prossimi giorni, ho pensato che il mio appuntamento con l’endocrinologo di mercoledì, per quanto importante e abbastanza necessario per capirci qualcosa sulla mia salute attuale, potesse essere rimandato, per non dare una preoccupazione ulteriore a mia madre… Ma questo senza chiederle nulla. Invece lei stessa ieri sera, nonostante la giornataccia che avevamo passato, mi ha chiesto poi mercoledì a che ora ci vediamo per andare assieme all’appuntamento…
    Ecco cosa intendevo… Soprattutto quando si tratta di me stessa, vorrei evitare agli altri di preoccuparsi di me, anche se poi spesso e volentieri desidero che gli altri si preoccupino per me perché sono stanca di tutta una vita a non avere nessuno che si preoccupi-occupi di me… E così prevengo le preoccupazioni altrui…Quando dovrei invece vivere con più serenità e lasciare agli altri la decisione: VOGLIO O NON VOGLIO OCCUPARMI DI TE…
    Oddio, ma alla fine che c’entra col tuo post?! 😀 Ah, forse la consapevolezza… 😉

    Vabé…meglio che anche per stasera finisco qui… evidentemente non ci sto molto con la testa, ahahaha! 😀

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  18. x Pdesideria: se si parla di un contesto ben preciso come quello delle lezioni di Yoga, allora è probabili che i tuoi insegnanti si riferiscano alla concentrazione su ciò che state facendo, sul non perdervi pensando a cosa avete fatto durante la giornata o cosa vi aspetta domani. In generale però è qualcosa di più…
    “passato e futuro si incontrano in un momento di eterno presente e, già non c’è più”: giusto 😉 E non c’è più perché, come direbbe lo Zen, tanto per semplificare ancora di più le cose, non c’è mai stato essendo il tempo una nostra costruzione 😉

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  19. No, Viv… Questo secondo me è un errore classico; in realtà chi vive nel qui e ora, si gode molto di più i momenti di felicità e gioia che incontra 🙂
    Pensaci un istante: magari sei in un paesaggio meraviglioso, forse in compagnia di una persona stupenda… ma invece di “esserci” davvero, stai pensando già a cosa fare il giorno dopo… 🙂

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  20. x BettyBlau: la tua definizione di “qui e ora” è quella classica, lo stato di equilibrio del quale parli va’ però oltre, poiché trascende la definizione del “qui e ora” che hai dato; infatti un essere “illuminato” saprebbe in teoria perdersi come fa un bambino… però rimanendo consapevole di starlo facendo 😉
    Che trucco eh? 😀

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  21. x Gargattina: bé, il commento sulla tua amica mi pare dimostri che hai capito il discorso invece! 😉

    Sul tuo discorso che non c’entra nulla 😀 invece ti rispondo che… concordo: almeno entro i limiti tracciati da una sana non-invadenza, non dovresti arrogarti il diritto di decidere te con la testa degli altri, perfino se l’argomento in oggetto è la loro preoccupazione nei tuoi confronti.
    Se sono persone che ti vogliono bene… non è forse normale che si preoccupino per te? Perché dovresti toglierli una cosa che desiderano, di cuore, fare?

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  22. Spero di contribuire alla discussione partendo da una citazione del Siddharta di Hesse: – Una volta gli chiese “Hai appreso anche tu quel segreto del fiume: che il tempo non esiste?”. (…) “Si, Siddharta. Ma è questo ciò che tu vuoi dire: che il fiume si trova dovunque in ogni istante, alle sorgenti e alla foce, alla cascata e al traghetto, alle rapide, nel mare, in montagna, dovunque in ogni istante e che per lui non vi è che presente, neanche l’ombra del passato, neanche l’ombra dell’ avvenire? “.
    “Si, questo – rispose Siddharta – E quando l’ebbi appreso, allora considerai la mia vita, e vidi che anch’essa è un fiume, vidi che soltanto ombre, ma nulla di reale, separano il ragazzo Siddharta dall’uomo Siddharta e dal vecchio Siddharta. Anche le precedenti incarnazioni di Siddharta non furono un passato, e la sua morte e il ritorno a Brahma non sono un avvenire. Nulla fu. Nulla sarà: tutto E’, tutto ha realtà e presenza”.

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  23. Di fatto il nostro presente è composto da ciò che è stato il nostro passato e da ciò che noi ci aspetteremmo dal futuro. Forse più esattamente sarebbe dire “ciò che ci riserverà il futuro”, indipendentemente dal nostro gradimento…Entrambi questi aspetti, nella quasi totalità dei casi, ci condizionano pesantemente, impedendoci di vivere il presente: Il passato ci ritorna alla mente e alla coscienza creando dei retaggi di dipendenza nel nostro essere, pensare e pre-giudicare. Il futuro ci crea angosce nel presente, non conoscendone gli sviluppi, ci carica di aspettative, di illusioni che troppo spesso vengono puntualmente disilluse. Credo che il tempo sia solo un fenomeno della nostra coscienza, che proiettiamo all’esterno. Crediamo che il tempo esista indipendentemente da noi. Gli diamo la forma di una linea retta infinita, con un movimento univoco: dal passato in direzione del futuro. E se fosse anche questa un’illusione? E se fosse vera la teoria di Riemann, secondo cui ogni linea retta protratta all’infinito, si chiude in un cerchio? Il presente stesso è difficile, filosoficamente parlando, considerarlo REALE. Non è forse vero che nel momento stesso in cui avviene è già ‘passato’ ?
    Ah quanti dubbi ! Quali tormenti ! Grazie a Dio esistono ancora persone con la voglia di tormentarsi in discussioni come queste in blog intelligenti come il tuo.
    P.S. quasi quasi ci faccio un post …:-)) Un abbraccione.

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  24. ..come fa parte del progetto stesso della vita di chiunque, cercare, provare ad essere felici, e quando senza consapevolezza, una mattina ti svegli e capisci che ci sei riusciuto almeno in parte, sei già lì che ti chiedi come hai fatto…e pensando al passato non trovi troppe risposte, cerchi quindi nel presente di assaporare quel dolciastro che lascia nella bocca..e sorridendo sei consapevole che non durerà troppo nel futuro, o meglio, durerà diversamente e si evolverà fino al prossimo dolciastro del presente.

    Buongiorno

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  25. “La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti”, come scrive Anthony De Mello.
    Queste parole valgono per la mia vita.
    Abbraccione a te e buon inizio di settimana! ^_^

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  26. Ciao Mark 🙂 Grazie per il tuo prezioso contributo, tra l’altro hai citato quello che e’ il mio libro-cult per eccellenza (be’… diciamo che si divide il primo posto ex-equo con altri due…): Siddharta di Hesse.

    In generale, caro Mark, sono d’accordo con cio’ che dici. Tuttavia, cio’ e’ adatto in un contesto naturale. Se noi vivessimo “in natura”, allora non avrei nulla da eccepire. Ma cosi’ non e’. Viviamo immersi in una societa’ che sul tempo e’ basata, ed e’ un tempo molto concreto e presente, oggettivo: quello scandito dagli orologi. Giusto o sbagliato che sia, e’ questo tempo che scandisce in larga parte le nostre azioni quotidiane e non: se dobbiamo arrivare in ufficio ad una certa ora, se dobbiamo fissare un appuntamento con degli amici, pensare all’universita’ da scegliere o alla formula pensionistica da adottare, non possiamo prescindere dal tempo degli orologi.
    C’e’ poco da fare purtroppo: o ci poniamo fuori dalla societa’ (ma proprio “fuori”, nel senso di andare a vivere nei boschi ad esempio :D), oppure non ci resta che accettare il suo modo di funzionare, basato sulle lancette degli orologi.

    Adesso, l’unica punto di accordo tra il pensiero di Hesse, espresso tramite Siddharta, e la nostra civilta’… e’ la consapevolezza di cosa stiamo facendo. Ovvero, non e’ il tempo di per se’ ad essere disturbante; ad esserlo e’ il fatto di divenire o meno suoi schiavi. La differenza sta’ tra il sentire che siamo inermi ed alla sua merce’ e il percepire che esso e’ solo uno strumento, una… utility nata per nostra convenienza, per permetterci di “incontrarci”. Sembra solo un “gioco di carte” ma non e’ cosi’; essere consapevoli di stare usando uno strumento e’ immensamente diverso che sentirsi schiavi di esso.
    Ed infatti, alla fine, e’ sempre e solo tramite la consapevolezza che si vive davvero nel “qui e ora”: potremmo perfino cancellare il tempo, ma se non siamo consapevoli di cosa stiamo facendo (o pensando), non servira’ a nulla.

    Grazie per il riconoscimento 🙂
    Un abbraccio e a presto…

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  27. x Caprice (l’utente anonimo del commento #32): chissa’ perche’ ti ha scritto come “utente anonimo”? %-)
    Certo, quello e’ un bel risveglio… pero’ mi chiedo… perche’ portare la consapevolezza sul fatto che non durera’ o chiedersi da dove esso arrivi? 🙂 Non e’ meglio lasciare scorrere quel bel momento, ovunque esso vada? 😉

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  28. Ti capisco… in effetti al passato si dovrebbe pensare solo nei casi in cui sia costruttivo farlo. Ad esempio per ricordare di come si e’ usciti da momenti di difficolta’, oppure di quando si ha avuto successo in qualcosa a cui si teneva. Quelle cose insomma che ci possono aiutare nel momento presente.
    Il resto… e’ dentro di noi, riandare ad esso concentrandosi volutamente, non e’ di utilita’ ed anzi spesso crea malinconia e sofferenza…

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  29. postato, x me è importante il sogno di stanotte.
    Qui e ora, sto ascoltando un vecchio pezzo dei dire straits,
    tunnel of love.
    Bello, lo ascolto ora e penso al concerto che vidi,(nel passato).
    Futuro? Vorrei vedere un concerto! La musica dal vivo è davvero una bella esperienza.
    Passato, meditato, oscuro, tormentoso.
    Il sogno di stanotte dice di nn perdermi nel passato delle decisioni già passate.
    Un attaccamento al passato, mentale attaccamento, distrugge.
    Un com di aikido, credo, nn ha lasciato recapito, mi consigliava una frase meditativa:
    “Io non sono il mio passato, io non sono il mio futuro, io sono qui, adesso!”
    E in queste settimane, me lo sonpo ripetuta spessissimo, e mi ha fatto BENE.
    …………… a presto b.
    Sto cercando di leggere un libro, (x me difficilissimo, è parecchio che nn sono il libro che leggo!!!!)
    E’ certamente da leggere, Galimberti, ti piace?
    “La terra senza il male”
    ciao… dacci un occhio e spiegami qualcosa..
    grazie, b.

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  30. Ma quanti commenti!!! Mi ci sono perso!!! 🙂
    Per me fare un lavoro concentrato su di esso….dedicare tutte la propria attenzione a quello che ti dice una persona…..sforzarsi, FORZARSI a fare una cosa….dedicarsi completamente ad essa, dimenticandosi del tempo che continua a scorrere.
    Papà mio quando andai all’università mi disse sui binari del treno in partenza: Giorgio, mi raccomando, mettici tanto amore. Lo feci e mi laureai in fretta. Ecco, chiamalo amore, chiamalo consapevolezza, chiamala sforzo di volontà, alla fine secondo me è la stessa cosa: esser consapevoli di quello che si sta facendo.
    ciao!
    :giorgio

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  31. x diana: “che alla terra non importi qualsiasi cosa l’uomo faccia, questo non è esilio, è abisso” (dal libro di Galimberti)… si’, sembra interessante. Un po’ nichilista, magari da leggere in un momento in cui si sta’ bene 😉
    Posso essere d’accordo sull’interpretazione che dai del tuo sogno, anche se, cosi’, di primo acchito, lo vedrei piu’ come semplice momento di rielaborazione del tuo passato. Cio’ avviene continuamente dentro di noi e spesso traspare dai sogni, siamo noi poi che ammantiamo il significato di… valore aggiunto.
    Pero’ nel tuo caso, visto che sembri averlo vissuto con uno stato d’animo intenso, si’… potresti aver ragione 🙂

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  32. Ciao cara CredoInTe! Ben tornata! ;)))

    Ciao Giorgio 🙂 Sono d’accordo. E sebbene la consapevolezza non richiede di per se’ “sforzo a regime”, una certa “educazione mentale” puo’ essere necessaria…

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  33. ciao sono Francesca. vedo che vai alla grande!!! comunque scrivi cose abbastanza giuste e profonde, si sono certa che il tempo è solo una nostra invenzione per riuscire a vivere su questa terra altrimenti ci sarebbe da impazzire. non tutti accettano queste teorie. un abbraccio francy.

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  34. certo che èmeglio lupacchiotto…ma siamo umani..la specie che non si accontenta di godere, deve capire anche perchè, come, quando, dove…

    ..larisposta alla tua domanda:
    sono una pasticciona! 😛

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  35. Ciao Francy 🙂 eheheh mi hai fatto sorridere! 😉 Ma credo che in fondo sia proprio cosi’: il concetto di tempo e’ indispensabile in una societa’ come la nostra , altrimenti non riusciremmo a combinare granche’ 😉
    Fuori dal contesto “civile”, in “Natura”, le cose possono cambiare… anche se, guarda, un minimo di ciclo temporale, introdotto dalle stagioni e dalla durata della luce diurna, lo vediamo ben presente perfino negli animali.
    Come dicevo, e’ la consapevolezza di usarlo, questo concetto di tempo, piuttosto che essere da lui usati, a fare la differenza…

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  36. Wolf, non vorrei fare la prof , al solito ma , purtroppo è deformazione professionale non sfoggio di sapere, credimi.
    “Hinc et nunc” dicevano i latini. “Qui e ora” diciamo noi.
    Essere presenti, vivere l’istante, invece di perdersi nei traumi del passato o nelle paure del futuro.

    S. Agostino nelle Confessiones parla proprio di questo quando esamina il tempo.
    «il tempo esiste solo come dimensione dell’anima umana. Noi conserviamo la memoria del passato e siamo in attesa del futuro; vi è poi nell’anima l’attenzione per le cose presenti. La vita dell’uomo si svolge, si distende (il tempo è distensio animae, “distensione dell’anima”) tra attenzione, memoria e attesa. Per cui le tre dimensioni temporali dovrebbero, più precisamente, essere definite nel modo seguente: il presente del passato, il presente del presente, il presente del futuro. >>

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