Liberta’ dalle catene mentali – L’elefante e la corda

L’ELEFANTE E LA CORDA
di Paulo Coelho

elefante circoEcco il sistema adottato dai domatori del circo per fare in modo che gli elefanti non si ribellino mai. E io sospetto che questo succeda anche con molta gente.

Ancora piccolo, l’elefantino viene legato con una grossa corda a un palo saldamente conficcato nel suolo. Egli tenta di liberarsi più volte, ma non ne ha le forze sufficienti. Dopo un anno, il palo e la corda sono ancora sufficienti per tenere legato l’elefantino. Egli continua nel suo tentativo di liberarsi, senza riuscirci.

A questo punto, l’animale comincia a capire che la corda sarà sempre più forte, e rinuncia ai tentativi. Quando arriva all’età adulta, l’elefante si ricorda ancora che, per molto tempo, ha sprecato invano energia tentando di liberarsi. A questo punto, il domatore potrebbe anche legarlo con un filo sottile a una scopa, comunque l’elefante non cercherebbe più di liberarsi.


Commento di Wolfghost: Come consuetudine, uso un racconto di Coelho per avere uno spunto di riflessione. Ognuno di noi e’ condizionato fin dall’infanzia, anzi soprattutto nell’infanzia, in misura piu’ o meno ampia. Siamo stati abituati a non protestare, ad esempio, a non far valere le nostre ragioni, a sentirci in colpa per le nostre legittime aspirazioni ad ottenere cio’ che sogniamo; diritto datoci – se non altro – per il solo fatto di essere umani. O, al contrario, ci e’ stato fatto credere che solo imponendosi con la “forza”, con le urla e gli strepiti, senza mostrare mai alcuna umana debolezza, si possa ottenere qualcosa nella vita.
Ormai da tanti anni vado ripetendo che il genitore e’ il “mestiere” piu’ difficile del mondo, basta poco per segnare la crescita e la futura vita di un bambino. Lo stesso, anche se forse in minore proporzione, vale per la societa’ in generale, con gli insegnanti nelle scuole, i gruppi di amici, i mass-media e via dicendo…
Un buon “insegnante di vita” deve avere amore ma anche una minima dose di distacco per poter oggettivamente trasmettere i giusti messaggi. Se manca l’amore o le sue dimostrazioni, gli altri verranno trattati in maniera “fredda” e a poco varranno gli insegnamenti a parole, perfino se “tecnicamente” corretti, poiche’ la mancanza d’amore crea danni profondi, difficili da rimediare. Sara’ una mancanza sentita molto a lungo, in qualche modo perfino ricercata allo scopo di superarla, attraverso i meccanismi noti della dipendenza affettiva e della coazione a ripetere. Altresi’, anche la mancanza di quel distacco necessario a mantenersi oggettivi nell’insegnamento, rischiera’ di provocare gravi danni, poiche’ l’invadenza della iper-protettivita’ non permettera’ al bambino di crescere ed evolvere verso la propria indipendenza. In ultimo, quel bambino rischiera’, da adulto, di essere incapace di assumersi veramente la responsabilita’ delle proprie azioni, trovando sempre qualche motivo per rimandare le scelte o qualche capro espiatorio per poter dire “non sono io il responsabile”.
Spezzare quel legame, che come scrive Coelho e’ infine solo nella nostra testa, diventa via via sempre piu’ difficile. Occorre a quel punto prendere consapevolezza delle corde che ci legano internamente, riconoscerle come sbagliate, e scioglierle, con pazienza, attenzione e coraggio, giorno dopo giorno. E poiche’ molte di queste corde agiscono solo a livello inconscio, cio’ diviene un arduo percorso. Un percorso che spesso si accetta di percorrere solo quando si e’ costretti dalle evenienze del caso, talvolta pagando un alto prezzo, che pero’ non pagare significherebbe perdere definitivamente il potere di essere artefici della propria vita, lasciandola cosi’ nelle mani di chi, spesso senza ritegno, la usera’ manipolandola come piu’ gli conviene.

P.S.: la prima foto viene spesso utilizzata nelle battaglie contro lo sfruttamento degli animali nei circhi. Inutile dire che mi associo a tali battaglie, in particolar modo quando tali animali subiscono degli evidenti maltrattamenti al fine di… farli collaborare.

elefanti

0 pensieri su “Liberta’ dalle catene mentali – L’elefante e la corda

  1. Caro wolf, come sempre cogli nel segno:-))
    anche se credo che le tue parole raggiungano solamente chi è fertile per riceverle, chi ha già superato lo scoglio duro di ammettere e soprattutto accettare di avere un “problema” da dover risolvere… già quello sarebbe l’inizio per la risalita…
    la mia è già a buon punto, quella di chi mi sta intorno non è nemmeno iniziata, ma a questo punto… problema suo, non credi?
    un abbraccio
    Viv

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  2. Ma insomma, Wolf, ne sai una più del diavolo…puff…qui nn si fa altro che sudare freddo. Adesso vado a mangiare ma quando torno te ne dico quattro…

    Lands

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  3. Del tutto d’accordo. Non solo! Quello che tu descrivi (sciogliere piano piano, e con pazienza, le nostre corde interiori) è proprio quello che sto facendo in questo periodo della mia vita… Ho sempre vissuto in modo schizofrenico le mie relazioni con gli altri, a metà tra l’aggressività (espressione di un carattere comunque forte e dominante, ma mal gestito) e la paura di respirare (sintomo di una sfiducia verso me stessa, scarsa autostima e senso di inadeguatezza).
    Ora è diverso: ora non voglio più avere paura di esprimermi, di farmi vedere per quella che sono, di manifestarmi e… sai… questo mi porta ad essere anche meno aggressiva di un tempo, perché più sicura di me e più serena.
    Certo, molti amici di vecchia data non hanno accettato serenamente il cambiamento, la “liberazione” dai miei lacci interiori. Alcuni mi hanno accusato di essere meno disposta al compromesso, meno “malleabile” di prima. E’ così: prima potevo sbottare e litigare per una frase mal detta o un tono di voce, ma alla fine cedevo sempre, chinavo la testa e mi adeguavo agli altri. Adesso, invece, so cosa mi piace e cosa no; so cosa mi fa bene e cosa mi fa male; e soprattutto sto imparando quando è il momento di far valere me stessa e tirar fuori la voce.
    Una liberazione, certo. Ma quanto dolorosa, quanto faticosa e quanto solitaria…
    V

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  4. … interessante il tuo post… ma non ci sono solo quei legami che psicologi ed altri ci hanno insegnato a riconoscere… ci sono anche legami molto più sottili e profondi… ed invisibili… e sono legami energetici… sono legami che uniscono due o più energie (spesso genitori e figli o coniugi o fratelli)… e occorre stare attenti perchè non solo non è facile staccarsi… ma è molto facile seguire l’energia dominante… ti auguro un anno pieno di libertà in tutti i sensi…
    un abbraccio
    gino

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  5. riagganciandomi al commento precedente di valentine, io invece devo dire che nonostante i miei sforzi, non sono riuscita a sciogliere alcune corde. alcune situazioni de mio passato di figlia con strascichi pesanti che perdurano tuttora sono ancora vividi nel mio cuore, nella mia testa. ( enon sono più una bambina)
    L’altro giorno guardavo in Dvd Family Man. In una situazione paradossale un uomo d’affari single viene letteralemnte catapultato in una dimensione dove si sarebbe verificata l’altra delle sue possibili vite: quella con la sua ex fidanza diventata moglie e due figli: un bambino ancora piccolo e una bambina più o meno di sei anni. Poichè lui non sa fare il papà, la bambina gli da istruzioni e a un certo punto gli dice: “devi venirci a prendere a scuola e devi esser puntuale. I bambini non amano essere lasciati ad aspettare e per ultimi”. Già…mi è capitato. Solo che ho passato una vita intera a ignorare le implicazioni di una simile circostanza. Quello che per un adulto puo essere semplicemente un’azione che al massimo lo potrebbe fare incazzare, per un bambino diventa un dramma. Quella particolare scena del film mi ha fatto riflettere su questo…

    per adesso basta così…

    vi posto una scena del film The Family Man dove la piccola parla con il “presunto” papà…

    Lands

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  6. L’elefante non sa che se tira tanto forte può riuscire a liberarsi, non c’è corda che tenga quando credi nella tua libertà e nel tuo Essere libero per divina nascita. Trasportando questo sui miei figli è la stessa cosa, corda o non corda con cui ho tentato di legarli a me almeno finchè erano piccoli ora loro affermano il loro Essere e la loro libertà. Sono io che vado loro incontro, i miei con me non l’hanno fatto, io lo faccio perchè sono consapevole di non possedere nessuno, tantomeno i miei figli. Diciamo che la nostra è una collaborazione 😉
    Un abbraccio ^_^
    Elena

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  7. Il non avere paura di esprimersi di essere sè stessi di non avere condizionamenti spesso ci lascia nella solitudine ma altrettando spesso ne vale la pena e per me è così ne sono pienamente consapevole e accetto questa solitudine perchè mi dà in cuore serenità però mi sono espressa liberamente senza alcun condizionamento…..
    un saluto da

    Giada

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  8. Anch’io mi associo a chi usa gli animali nei circhi e li costringe a far cose contro la la loro natura..Il tuo racconto sull’elefante dimostra la mancanza di rispetto per i poveri animali.
    Naturalmente nell’uomo avviene qualcosa di simile..e io penso peggiore ancora.
    Il condizionamento è un’arma letale per una giovane mente.
    Bacioni a te e auguri! ^_^

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  9. Ciao Viv 🙂 Bé… “se il problema è solo suo” dipende… se tu con questo lui devi averci a che fare, può, per la proprietà transitiva dei problemi 😀 renderti la vita difficile anche a te…

    Non sono del tutto sicuro che chi ha già raggiunto la consapevolezza di avere un “problema”, possa davvero essere l’unico beneficiario del post… Diciamo che nessuna frase, nessun discorso, possono da soli cambiare la vita di qualcuno: certamente ci vuole una certa predisposizione… ma tale predisposizione può magari essere ancora inconscia, esistere “nel profondo” ma non essere ancora stata “stuzzicata” così da salire alla superficie…

    Parole e discorsi (ma anche gesti) sono talvolta come dei piccoli “semini” che forse non sembrano cogliere subito nel segno ma, col tempo, germogliano nel nostro inconscio fino ad apparire, un giorno, come “prodotto autonomo”…
    Scrivo spesso che in realtà chi scrive raramente inventa qualcosa di nuovo, opera piuttosto una sorta di personale rielaborazione – più o meno inconscia – di cosa ha letto, sentito, visto o percepito, in passato…

    Ricambio l’abbraccio 🙂

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  10. è vero: purtroppo molti dei nostri atteggiamenti sono frutto dell’educazione ricevuta (anche tanti tabù…).

    ma io dico sempre: se devo sbagliare lo faccio con la mia testa, ascolto quello che gli altri hanno da dirmi ma alla fine decido io della mia vita, col rischio di doverne poi pagare qualche conseguenza.

    ma è giusto così.

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  11. x Ganjo: sono d’accordo solo in parte: sono solo una scusa per non accettare una verità, se di tale verità sei già pienamente cosciente, ovvero se sai di avere quel problema ma non accetti realmente di liberartene. Se non hai ancora raggiunto quella consapevolezza, è chiaro che una scusa non possono (ancora 🙂 ) esserlo…
    In più, esistono condizionamenti così radicati che, perfino riconoscendoli, sono difficili da… sradicare, appunto! 🙂 Un esempio banale: immagina una persona che ha paura del buio (estremizzo…), pur riconoscendo che la sua è una paura nata da qualche evento perso nell’infanzia, può aver bisogno di tempo e “lavoro” per superare tale paura…

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  12. x FunnyValentine: così, in prima battuta, l’aggressività e la paura di respirare mi sembrano due facce della stessa medaglia…
    Che dire, il tuo è un bel cambiamento… credo che i tuoi amici più “seri” o profondi, non possano non rendersene conto. Questo se, naturalmente, ti esprimi con tatto e cortesia, o perfino “tirando fuori la voce” ma quando è davvero il caso: non c’è bisogno – generalmente – di essere “troppo diretti” per esprimere la nostra volontà…

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  13. Grazie Gino! 🙂 Il tuo augurio lo accetto con grande piacere e lo contraccambio 😉

    Sai… è sempre difficile capire quanto di psicologico ci sia nei tipi di legami dei quali parli… Perfino l’amore, secondo me, ha ampie basi psicologiche: anche se non ce ne rendiamo generalmente conto, in genere “quella persona” ci è piaciuta perché ci ricordava qualche tratto “già conosciuto”, o forse che desidereremmo conoscere…

    Comunque, che siano legami separati o chi siano gli stessi sotto una veste diversa, non è poi così importante: se sono dannosi, è giusto lavorare per scioglierli…

    Ricambio l’abbraccio 🙂

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  14. Lands, intanto… sei carina nelle vesti di Betty Boop 😀 Poi… bé, hai detto la parola chiave: “consapevolezza”; finché non hai davvero compreso cosa ti ha creato o ti crea quel problema, esso è certamente più difficile da sciogliere. Non impossibile, ma certamente difficile.
    Un esempio di problema come quello che hai esposto, è quello dei genitori (o anche uno solo di loro, tipicamente la madre) che lasciano spesso il bambino piccolo, ad esempio per esigenze lavorative. In tenera età il bambino può non capire che la madre “dopo torna”: esso crede, ogni volta, di essere stato abbandonato. Anche se questo può apparire come un “piccolo trauma”, è stato tuttavia dimostrato che la continuità, il ripetersi, di un piccolo trauma può avere effetti deleteri tanto quanto un singolo grande trauma.

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  15. Bé, Elena… indubbiamente conta anche “come” e “quanto” li avevi condizionati 🙂 Credo che un minimo di condizionamento sia praticamente inevitabile in quegli anni, no? Cos’è, ad esempio, l’educazione se non una forma di condizionamento? Ma c’è condizionamento buono, o almeno utile, e condizionamento cattivo, minante… E anche se sicuramente i tuoi figli ci stanno mettendo del loro… io credo che tu abbia operato soprattutto il primo tipo di condizionamento 😉

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  16. Bé, Giada… io vedo l’altra faccia della medaglia: probabilmente chi non ti accetta per come sei, finirebbe prima o poi per portarti solitudine comunque, perché solo nella piena condivisione c’è vera crescita della coppia…
    Diciamo che quando troverai chi ti sa’ apprezzare, troverai anche che la solitudine che stai passando sarà stata un buon prezzo… 😉

    “La suprema felicità della vita è il sapere di essere amati per quello che si è, o meglio, di essere amati a dispetto di quello che si è.” – Victor Hugo

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  17. Dolcelei… naturalmente immagino volessi dire “Anch’io mi associo CONTRO (non “a” ;D) chi usa gli animali nei circhi e li costringe a far cose contro la la loro natura”.
    Il condizionamento è molto più letale per una giovane mente perché… è molto più possibile da “praticare” in quell’età. Più vai avanti, più – solitamente – ti “argini”. Nel bene e nel male.
    Bacioni… 🙂

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  18. 4ever… sì, la penso così anche io… o, almeno, così credo 😀 Magari sono così condizionato che “credo” di agire così ma non lo faccio ;)))) In genere si può provare questo esercizio: studiare i propri comportamenti come se fossero quelli di un estraneo e trarre oggettivamente le conclusioni su cosa (e quanto) è davvero a condizionarci… Una volta lo feci… ed ebbi qualche sgradita sorpresa 😀

    p.s.: i tabù li vedo proprio come effetto dell’educazione ricevuta. Possibili traumi a parte, naturalmente…

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  19. Volevo fare in maniera sintetica alcune riflessioni:
    1) la consapevolezza, la presa di coscienza di un problema è il primo passo per decidere di affrontarlo e magari superarlo o anche per decidere di non volerlo affrontare;
    2) una persona una volta mi disse che la corda “troppo stretta”, a forza di tirarla, prima o poi si spezza. Ma io ho constatato che, anche se viene lasciata molto “lenta”, quindi anche se viene concessa ampia libertà di azione, ciò non ti preserva dai rischi di aver dato “poca corda”. Non so se mi sono spiegata (non volevo scendere in dettagli);
    3) concordo riguardo al discorso sull’educazione: sulle conseguenze di un rapporto anaffettivo e/o iperprotettivo.
    Ciao, sono sempre interessanti i tuoi spunti di riflessione!

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  20. Ciao Cricla 🙂 Probabilmente e’ una questione di “tempi”: a parita’ di altre condizioni, una corda legata stretta si logora piu’ rapidamente di una corda lasca… e poi, la corda lasca si puo’ riuscire a sciogliere senza magari grossi traumi, quella stretta si deve necessariamente spezzare…
    Ciao e… anche i tuoi commenti sono sempre interessanti 🙂

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  21. Per qualche istatnte sono rimasta con il fiato sospeso e senza parole. Confesso che questo post mi ha toccata nel profondo dell’ ego.. Sto vivendo un momento particolarmente delicato.. sembra proprio che con l’inizo del 2008 tutte le ferite vogliano uscire allo scoperto… Eh va bene, anche stavolta accetterò la sfida della vita. Affronterò i miei fantasmi….
    Un bacio..

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  22. Eva… le ferite che vengono allo scoperto possono essere curate… quelle che rimangono nascoste, no… fanno solo male e non puoi nemmeno affrontarle…
    Meglio poter scegliere di affrontare la sfida che non averne nemmeno l’opportunita’.
    Qualunque sfida sia… battiti con onore, coraggio e dignita’… Vincerai comunque, qualunque sia il risultato finale della sfida…

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  23. Kalamella… l’elefante ha detto di ringraziarti sentitamente 🙂

    Runa… ricordati che cio’ che crediamo possibile si trasforma presto nella nostra realta’. Spesso sono le nostre stesse credenze a rendere inscioglibili quei nodi… Bisogna credere, convincersi, di potere.
    Ricambio l’augurio 🙂

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  24. mi è piaciuta particolarmente, la riflessione che hai postato. la condivido. e mi chiedo se quando sarò mamma riuscirò a mantenere questa linea di pensiero e di azione… (lo spero)

    grazie davvero per lo spunto.

    ti auguro un bellissimo 2008 ^___^

    tyn

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  25. Caro Wolf, nello scrivere “anche se credo che le tue parole raggiungano solamente chi è fertile per riceverle” non intendevo mettere in dubbio che il semino viene gettato e magari germoglierà a tempo debito…
    Volevo sottolineare, piuttosto, che le tue parole vengono “comprese” in modo consapevole da chi già ci ha riflettuto e magari non aveva trovato le parole giuste per descrivere il concetto!
    Per la risalita… sta proprio nell’impegno a non farsi toccare dai problemi altrui (è difficile lo so 🙂 )
    buona giornata
    Viv

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  26. io penso che la cosa piu difficile in assoluto sia liberarsi dalle catene mentali… proprio quelle catene ancorate a tal punto da farci credere di avere infiniti limiti, anzi di essere quasi noi stessi il limite…

    un saluto affettuoso wolf

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  27. Si’, certo Valerius. L’identificazione di noi stessi con i nostri presunti limiti, ci impedisce di andare oltre. Come sempre, cio’ che crediamo esser vero, si trasforma nella nostra realta’. Si dovrebbe far esercizio di distacco, vederci “da fuori”, come se osservassimo persone e situazioni fuori da noi… Quasi sempre ci accorgeremmo che non c’e’ nessun recinto che ci circonda, nessuna catena che ci lega…

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  28. Non si può ricercare la vista se non si sa neppure di essere ciechi.
    La consapevolezza del proprio condizionamente, è un gran bel primo passo verso la vera presa di coscienza!
    Buon viaggio e buona Vita

    Aqiuila

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  29. Esattamente, aquila 🙂 Ho visto il tuo blog… in molte cose mi riconosco (d’altronde l’aquila e’ un altro dei miei animali “simbolo”, come il lupo, il gabbiano e – per simpatia 🙂 – il gatto o i felini in generale). Peccato che tu abbia interrotto a lungo i tuoi scritti…
    Buona prosecuzione di viaggio e di vita a te 😉

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  30. i primi sette anni di vita sono fondamentali per la formazione affettiva ed emotiva di una persona. tanto fa anche il lato caratteriale. insomma, non sempre è colpa di chi ci ha cresciuto, come siamo diventati.

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  31. Grazie per questo tuo post e per il tuo commento sull’ululare dei lupi in un altro blog.
    Mi hanno aiutato a capire che la decisione di riprendere gli studi a quasi 40 anni può sembrare agli occhi di molti una scelta ridicola, ma è per me, l’unica scelta sensata, ora che un mecenate si è offerto di pagarmi gli studi togliendo così l’unico reale ostacolo tra me e la laurea.

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  32. x AdorabileCla: assolutamente, e’ vero. Tant’e’ che persone cresciute nello stesso ambiente da medesimi genitori, sono caratterialmente anche molto diversi. Tuttavia questo non vuole dire che non si e’ condizionati o non si condiziona, ma semplicemente che la scelta di agire o reagire ci puo’ e ci deve essere. D’accordo, ci sono lati “caratteriali”, ma questo non deve comportare un “fatalismo” di fondo quale quello se troppo spesso, dopo una mancanza di tatto o un danno, si sente ergere come giustificazione “Eh! Io sono cosi’, che ci posso fare?”. Nel momento in cui si comprende che c’e’ qualcosa da cambiare, ne si diviene pienamente responsabili. Per usare le parole di una persona che commento’ altrove sul mio blog, “l’immobilismo diviene colpevolezza”.

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  33. Ormalium, non avere alcun dubbio sulla tua scelta di finire gli studi! Ho dato un’occhiata al tuo blog e da quanto scrivi mi sembra che tu non stia “rubando” tempo o soldi proprio a nessuno! Come investire noi stessi, il nostro tempo e il nostro denaro, e’ una nostra insindacabile scelta e nessuno deve permettersi di criticare. Tu ascolta sempre i suggerimenti, ma alla fine decidi di testa tua. E poi… per quello che e’ la mia esperienza, spesso crediamo di essere sotto “osservazione” di tutti, che ognuno sia pronto a sindacare e giudicare i nostri comportamenti e le nostre scelte, ma quando smettiamo i panni dell’inquisito, ci accorgiamo spesso che intorno non c’e’ alcun vero inquisitore 🙂
    Io invece la trovo una scelta bella: potresti buttarlo quel tempo, invece lo usi per accrescere te stessa 😉

    “Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.” – King Martin Luther

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