La vera comprensione

La vera comprensione non è qualcosa che si raggiunge solo con le parole, né che solo attraverso di esse puo’ essere espressa. Non è la conoscenza culturale e nemmeno il capire “intellettualmente” qualcosa. E’ piuttosto quando quel qualcosa raggiunge il cuore e l’anima, o da esse deriva. E’ qualcosa che fa’ o diventa parte integrante di noi stessi. Qualcosa che si puo’ vedere nel nostro modo di vivere, nelle nostre scelte, nei grandi avvenimenti così come nella vita quotidiana di tutti i giorni.
Avete mai letto un libro “capendolo razionalmente”, magari dicendovi “ah! Quanto è vero cio’ che dice!”, per “sentire” solo dopo anni quelle parole come vostre? Allora ripensate a quel libro, a quelle pagine, forse a quelle parole che avete udito, e per la prima volta vi accorgete di averle comprese veramente.
Forse le parole hanno piantato semi che nel tempo hanno messo radici e sono cresciute dentro di voi. O forse è l’esperienza che vi ha portato quella conoscenza che ora riscoprite in quelle antiche parole.
La conoscenza della mente e quella del cuore non sono in contrasto. Sono due modalità parallele entrambe affascinanti. Ma solo l’esperienza modifica davvero la vita, e la teoria è utile solo quando essa diventa pratica e le idee diventano azione. Solo allora la vostra vita potrà davvero cambiare.

Ricordo la parabola di due grandi oratori dell’antichità: quando il primo finiva, la gente diceva “che bravo! E’ proprio un grande oratore!”. Ma quando finiva il secondo la gente si guardava negli occhi e diceva “Bene, diamoci da fare!”

Colomba e libertà

0 pensieri su “La vera comprensione

  1. Esatto Fleur. Anche se in realtà non dovrebbe esistere differenza tra parola e azione, ma in un mondo di ipocrisia ed incoerenza non capita spesso di vedere una persona fare cio’ che dice.

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  2. sono daccordo assolutamente amico mio.. il vero problema è sentirla la conoscenza.. più che conoscenza la definirei “esperienza”, perchè quando vissuta pienamente, appunto compresa, ti accompagna per sempre!! e in realtà sono poche le cose che sentiamo e tocchiamo veramente dal profondo, cose che non hanno bisogno di essere ricordate, per cui non puoi dimenticarle… e penso che se arrivi più in là e scavi a fondo, a un certo punto, molte cose non sembrano più una forzatura…. per quanto mi riguarda… il mio cervello, resta un mistero, e ultimamente devo ammetterlo, mi sto ammorbando nella routine quotidiana.. al punto da dimenticarmi totalmente, quanto sia importante.. “comprendere”

    un saluto 🙂

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  3. eheheh stupendo post!
    Davvero molto profondo, pieno di significati…
    Esperienza..la chiave di tutto! Come quando un genitore ti dice: “io lo so’ ascoltami!!! non fare cosi’..vedrai poi andra’ cosi’ … credimi… io lo so'”
    Appunto…lui lo sa’, e puo’ ringraziare il cielo che lo sa’ perche’ e’ grazie a quel sapere di vita, a quell’errore fatto..che probabilmente oggi verra’ considerato saggio e stimato! Non per le parole, non per le esclamazioni… ma per l’esperienza che racconta…e alla fine magari “indovina” sempre tutto… e poi ti dice quell’odioso: “Te l’avevo detto… ” ma se e’ saggio ..per fortuna.. ti dira’ anche: ” ma e’ stato meglio cosi’ …adesso anche tu lo hai inciso nella tua anima… come lo avuto inciso io”

    Per quanto riguarda i libri… ti diro’, fin ora mi e’ sempre accaduto il contrario… ho sempre trovato sui libri, cio’ che gia’ avevo vissuto sulla mia pelle… fino ad oggi e’ stato cosi’, domani non si sa’… magari sono stata molto precoce con le “esperienze” di vita!
    Io assorbo tutto! Non le nozioni, non le parole… io assorbo il sentimento!
    e quando rivedo il mio sentimento, in una frase di un libro dico: “ma guarda… !”

    Scusa…. a volte sono logorroica!!!

    ehehehehehe

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  4. Buongiorno Wolf e buona domenica. Molto vero quello che dici. Non me la senti portare la mia esperienza al riguardo perchè troppo personale ma posso dire che è esattamente così. E’ il segreto delle storie che durano tutta la vita, sono poche ma esistono e io, in un certo senso l’ho vissuta e tu lo sai.
    Un caro saluto

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  5. Valerius… credo tu sia in ottima compagnia 😉 E’ tutt’altro che facile vivere in maniera consapevole. Anche quando credi di farlo, basta un evento per farti capire che non è affatto così.

    Ricambio il saluto 🙂

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  6. x Fragolina: il classico “dramma del genitore” – ma non sono solo loro ad averlo! – è credere di poter evitare ai figli gli errori ed i pali che loro hanno preso. Ma molte cose non possono essere insegnate a parole, ma solo con l’esempio e, talvolta, nemmeno con quello. Perché la nostra esperienza, non è quella dei nostri genitori ed applicargli pedissequamente la loro “soluzione” porterebbe a risultati forse non previsti e, soprattutto, non darebbe modo di accrescere cio’ in cui davvero si dovrebbe crescere: ovvero nella responsabilità delle nostre scelte e della nostra vita.

    Ricambio il bacio 🙂

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  7. E già Lidia, è proprio così: se tu pensassi che la tua esperienza dovrebbe essere l’esperienza di tutti, il modo di vivere di tutti, cadresti proprio nell’errore del quale stiamo parlando. Invece, come dici tu, la tua esperienza è personale e soggettiva e, seppure certamente qualche buon consiglio lo puoi senz’altro dare, non puoi pero’ tracciare la via per gli altri…
    Un saluto anche da parte mia 🙂

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  8. …ti ho letto più volte…scoprendo tra le parole significati nuovi ad ogni rilettura…davvero.
    Sai, come giustamente scrivi tu se ho ben compreso… ci sono parole che lasciano semini che piantati germogliano perchè il terreno che gli accoglie è buono e fertile e altri che, seminati male e il vento della vita disperde prima che attecchiscano…l’esperienza? è fondamentale nella comprensione altrimenti come si fa a comprendere…posso immaginare posso cercare di allargare la mia conoscenza ma la consapevolezza della “vera” comprensione la trovo dove ho vissuto…dentro me stessa… mente corpo e spirito..sembra detto così facile..non è così no non lo è..

    sempre piacevole leggerti…

    Buona Domenica

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  9. E’ testo di riflessione questo Tuo..
    già..cos è la vera comprensione?
    Riuscire a vederla non è dagli occhi..
    percepirla difficile dal cuore..
    La vera comprensione è aldilà..
    forse dell Anima stessa..
    Contano le azioni..e non meccaniche..
    Grazie infinite ancora per le Tue parole..
    Mi Lusingano molto..e mi incitano a scrivere ..ancora..
    fra fantasia e sentimenti..
    e xkè no..anke con un pizzico di bravura!!
    Buona domenica
    Runa*

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  10. Buon giorno Wolf, buona domenica

    Mia opinione

    La grandezza dell’uomo è grande in questo, che egli si riconosce miserabile. Un albero non si riconosce miserabile ( (R. Descartes).

    La mente del saggio è come uno specchio, non si muove con le cose né le anticipa; risponde alle cose, ma non le trattiene. Per questo il saggio è capace di trattare con le cose senza patirne l’influenza(Chuang-Tzu).

    un amico taoista

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  11. La comprensione non si riduce certo a conoscenza. E non sono parole, non solo
    Mi servo di una frase che usiamo noi prof. in didattica ma che può, secondo me, essere applicata anche in altri ambiti: la comprensione è l’abilità di pensare ed agire in modo flessibile con quanto si conosce

    L’arte del comprendere è da sempre un esercizio faticoso e non facile. Impegna, come hai detto, non solo la ragione e il suo rigore ma anche quelle che io chiamo le intermittenze del cuore; è quindi la disposizione non solo intellettuale, culturale, ma anche sentimentale in senso lato; richiede un’ equilibrata intelligenza critica e un’altrettanto onesta e generosa capacità autocritica.
    Secondo il filosofo tedesco Dilthey la comprensione è una “specie di acido fluidificante dello spirito oggettivo”. Attraverso il comprendere il nostro vivere si amplia. E attraverso il vivere diamo alla comprensione la vivacità, l’ interesse che altrimenti non si avrebbe con la sola comprensione.
    Quindi vale bene l’esempio che hai portato dei due filosofi…

    Sempre spunti interessanti nei tuoi post

    un abbraccio

    dora

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  12. Eh… se riuscissimo ad essere coerenti, e se azioni e pensieri andassero sullo stesso binario, saremmo gli esseri dell’età dell’Oro e non esseri umani con tutte le incorenze che ci contraddistinguono…

    Ciaoooo

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  13. x Pdesderia: ci sono cose che sono davvero difficili da dire… Quanto sia necessario che il terreno sia fertile e quanto invece debbano essere buoni i semi (piantati da qualcun altro o dall’esperienza), è ardua sentenza. Probabilmente la verità sta’ nel mezzo, o meglio, sta’ nell’unione dei due.

    In linea di principio, credo che tutti possano evolvere… ma talvolta mi viene qualche dubbio… 😀
    Credo che chi inizi a porsi in discussione, faccia già il primo passo. Chi non accetta di farlo, o forse non è capace di farlo, è come non innaffiasse il terreno su cui i semi sono stati piantati: possono essere semi di ottima qualità ma… non germoglieranno mai.

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  14. x Runa: riuscire a definire la vera comprensione è oltremodo difficile, perché è, come dici tu, al di là delle parole, della vista, dell’udito… Direi che è più una “sensazione”; una sensazione di verità, una sensazione di essere finalmente nel giusto.

    In quanto alle mie parole, erano assolutamente sincere 🙂 Infatti credo “che le parole debbano essere come le perle: rare e preziose” (Proverbio Cinese) 🙂 Non le sprecherei per falsità.

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  15. x Nuovo45: Per quanto possa suonare strano a chi legge, i due aforismi che hai riportato sono correltai tra loro: infatti, chi sa’ riconoscere il proprio essere, compresi i propri limiti, lascia andare non solo le cose, ma anche sé stesso, o meglio, il proprio ego.

    A difesa… dell’albero 😉 a Descartes rispondo: l’albero, a differenza dell’uomo, non si riconosce miserabile perché non ne ha bisogno: l’albero è, e basta. E’ l’uomo che vorrebbe essere diverso.

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  16. Ciao Dora 🙂 Bellissima la frase che usate “voi prof.”, me la segno senz’altro! 😉 Tra l’altro include esplicitamente il concetto di “azione”, per me fondamentale anch’essa.

    Eccellente il tuo post! Mi viene solo da chiederti: ma questo magico acido… lo abbiamo tutti dentro di noi secondo te, oppure… ?

    Ti faccio questa domanda non certo perché creda in una sorta di “elité”, piuttosto perché, in passato, per spiegare le divergenze talora enormi tra persone che agiscono e reagiscono in modo differente di fronte agli stessi stimoli pur avendo passati molto simili, sono arrivato a scomodare idee fatte di metempsicosi e livelli spirituali…

    Restituisco l’abbraccio 🙂

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  17. x Fleur: già, assolutamente! 😉 Pero’ è responsabilità nostra cercare di fare in modo che cio’ avvenga. Quanto poi si riesca a farlo, forse diviene più questione di “capacità” che di dovere, ma questo non dovrebbe esularci dal provarci…

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  18. x l’utente anonimo: ti rispondo con uno dei miei aforismi preferiti:
    “Il mondo è pieno di pazzi, e chi non lo vuol sapere, si chiuda in una stanza… ma rompa anche il suo specchio” – anonimo del 1400 ;))))

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  19. Comprensione, consapevolezza, ascolto… ma solo un cuore aperto e pulito può raggiungere davvero la comprensione. solo spogliandoci davvero dei propri stracci che oscurano il cuore possiamo davvero comprendere “gli altri” e toccare con mano i loro bisogni. L’empatia non si costruisce a tavolino, non usa la razionalità per essere messa in funzione. L’empatia è la vera comprensione “dell’altro” senza pregiudizi e senza valutazioni. solo così possiamo raggiungere davvero i bisogni e i sentimenti di chi ci circonda. Un abbraccio

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  20. lo sai, sono una divoratrice di libri e mi accorgo quanto è vero quello che scrivi. mi capita spesso di leggere qualcosa e di non soffermarmici abbastanza da comprenderla col cuore, oltre che con la mente. dalla vera comprensione sgorga il perdono, la riconoscenza e la consapevolezza.
    grazie per questo spunto.
    tyn

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  21. mi è successo tante volte leggendo…
    un libro che davvero mi ha lasciato il segno è “La fine è il mio inizio” di T. Terzani. Davvero commovente, proprio perchè le parole non sono rimaste nella semplice comprensione intellettuale, ma sono scese in profondità…
    Ciao Zeneise,
    buon inizio settimana.
    G.

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  22. Ciao Tynnestra, e benvenuta 🙂

    Sai, io credo che in ogni momento la nostra mente colga cio’ che e’ di interesse per lei. Ecco perche’ generalmente assorbiamo certe parti di un libro mentre “sorvoliamo” su altre (soprattutto poi se, come dici te, lo stiamo “divorando”). Se in momenti successivi, magari anche dopo soli pochi mesi, rileggessimo lo stesso libro, vi troveremmo probabilmente spunti nuovi e talvolta ci sembrerebbe addirittura un libro mai letto. A volte capita anche in negativo, eh! 🙂 Mi e’ capitato di rileggere libri che avevo trovato entusiasmanti anni prima e trovarli assolutamente scialbi 🙂
    In realta’ non e’ – ovviamente – il libro ad essere cambiato; siamo noi, la nostra attenzione, le nostre esigenze.

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  23. ahahah Giusy… vedo che ormai hai imparato come si scrive… ;)) Non ho letto il libro di Terzani, ma sono certo – avendo letto anche interviste e commenti su di esso – che lo sia davvero interessante (oltreche’ commovente!).

    x Psicosomatica: grazie e, soprattutto, buona settimana a te!

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  24. sul tuo commento 10: sono d’accordo infatti nel luogo in cui ci siamo incontrati cercavo proprio di fare questo aiutare chi lo chiedeva (come te, del resto).
    Credo che “mandare indietro l’ascensore” sia un dovere di chiunque abbaia avuto qualcosa dalla vita materiale o immateriale che sia…

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  25. Parlavo anche io una volta… di conoscenza esperienzale.
    Sicuramente la più vera, l’unica autentica.

    Wolfghost:
    Grazie per la visita.
    Sono d’accordo con te….
    ciò che crediamo sia possibile, o non lo sia, si trasforma ben presto nella nostra realtà…..
    🙂
    A presto.

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  26. x Lidia: concordo, ma solo la persona coinvolta puo’ infine entrare nell’ascensore ed usarlo effettivamente.

    In Inghilterra c’e’ un proverbio che dice “You can get a horse to water, but you can’t make him drink!” (“puoi portere un cavallo all’acqua, ma non puoi costringerlo a bere!)

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  27. Da giovane pensavo bastasse, conoscere, leggere, e poi mi colpevolizzavo perchè ricadevo sempre in comportamenti che sapevo razionalemente fossero riprorevoli… con l ‘esperienza ho capito che le parole vanno metabolizzate devono entrare nelle cellule, devono farsi corpo, mente e anima… nessuno dei tre aspetti può essere trascurato…

    I tuoi post sono speciali… mi sembrano un faro che guida sicuro ed esperto al porto…
    Fanno luce su tanti aspetti della vita, su cui è bello riflettere e condividere… grazie Wolfghost…

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  28. Grazie… Mi fanno molto piacere le tue parole 🙂

    In realtà la mia vita non è nulla di speciale, sai? Non ho condotto la mia nave con determinazione, ho lasciato che le onde della quotidianità e il vento del destino la portassero un po’ dove volevano.

    Se ho un merito, è quello di essermi rialzato molte volte, aver guardato dritto in faccia il futuro dicendogli “Vieni avanti, non mi fai paura!”. Ma la mancanza di determinazione e di “polso”, hanno sempre finito per deviarmi dalla “giusta rotta”.

    Talvolta mi sento come una nave che era attrezzata per attraversare l’oceano, e invece non è mai andata oltre le colonne d’Ercole.

    Ricordo una canzone italiana, in voga uno o due anni fa’, che diceva (non letteralmente): L’unica cosa che davvero puo’ suggerire un uomo è “Non fate come me”. Ecco… spesso in realtà, cara Daruma, cio’ che vi suggerisco, e che suggerisco a me stesso, è di non fare come ho io stesso ho fatto in passato…

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  29. Adoro, quando le persone… cominciano a parlare di sè…
    sento che qualcosa si scioglie…
    quello che hai scritto ora mi ricorda una storiella sulla consapevolezza che ho trovato in internet se la trovo te la invio…

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  30. Ecco ho trovato la storiella, a me piace molto:

    Cammino per la strada C’è un buco profondo nel marciapiede Ci cado dentro Sono perduta, sono disperata Non è colpa mia Ci vorrà un’eternità per uscirne

    Cammino per la stessa strada C’è un buco nel marciapiede Fingo di non vederlo E ci cado di nuovo dentro Non posso credere di essere allo stesso posto Ma non è colpa mia Ci vorrà molto tempo per uscirne

    Cammino per la stessa strada C’è un buco nel marciapiede Lo vedo Ci cado dentro, è un’abitudine I miei occhi sono aperti So dove sono E’ colpa mia Ne esco immediatamente

    Cammino per la stessa strada C’è un buco nel marciapiede Ci giro intorno

    Cammino per la stessa strada C’è un buco nel marciapiede Cambio strada

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  31. Coelho ha adattato anche questa, sai? Eccola qua:

    CINQUE DIVERSI ATTEGGIAMENTI
    di Paulo Coelho

    Il testo che segue è l’adattamento di una storia di Portia Nelson:

    1. Cammino per la strada. C’è una buca nel marciapiede. Io sono distratto, sto pensando fra me e me, così ci cado dentro. Mi sento smarrito, infelice, incapace di chiedere aiuto. Non è stata colpa mia, ma di chi ha scavato quella buca. Mi ribello, sono disperato, sono una vittima della irresponsabilità degli altri, e resto là dentro per molto tempo.

    2. Cammino per la strada. C’è una buca nel marciapiede. Io fingo di non vederla, non è un mio problema. Ci cado di nuovo dentro. Non riesco a credere che sia accaduto ancora, avrei dovuto imparare la lezione e mandare qualcuno a chiudere quella buca. Impiego molto tempo per uscire da lì.

    3. Cammino per la strada. C’è una buca nel marciapiede. Io la vedo. So che c’è, perché ci sono già caduto due volte. Eppure, sono una persona abituata a fare sempre lo stesso percorso. Perciò, ci cado dentro una terza volta: è l’abitudine.

    4. Cammino per la strada. C’è una buca nel marciapiede. Io ci giro intorno. Subito dopo essere passato, sento qualcuno che urla, dev’esserci caduto dentro. La strada è bloccata, e io non posso proseguire.

    5. Cammino per la strada. C’è una buca nel marciapiede. Io ci metto sopra delle tavole. Posso proseguire il mio cammino, e nessuno ci cadrà più dentro.

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  32. In effetti ci sono tante buche, e molte ormai abbiamo imparato ad evitarle.
    Altre pero’ ancora no… E sai perché? Perché non lo vogliamo veramente. Perché pensiamo che non esista alternativa.

    Il punto è che non importa se esiste un’alternativa: se passi da quella strada, cadrai di nuovo nella buca. Quindi, avrai comunque maggiore probabilità, cambiandola…

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  33. 🙂

    sorrido….

    quando si dice: “volere/ potere”…

    mi lusinga il tuo voler esserci, ti ringrazio davvero, la tua è una presenza davvero gradita, per come riesci a soffermarti, a raccogliere e a donare…

    passerò da Dora a leggerti, ma conoscendoti, già immagino il tuo “soffermarti”.

    e a proposito di soffermarsi, tornerò qui con calma, da te non si può semplicemente passare…bel post e bella pagina di commenti…

    tutto da “leggere” come merita

    Un abbraccio sentito…serena notte*

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  34. Complimenti… i tuoi post sono davvero interessanti, carichi di emozioni e significati profondi che mi portano a riflettere sulle varie sfaccettature della mia psiche…
    Ci sono momenti in cui un gesto, anche un semplice gesto, vale molto più di tante teatrali parole. Buonaserata…

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  35. “Ci sono momenti in cui un gesto, anche un semplice gesto, vale molto più di tante teatrali parole”
    Assolutamente, Evangeline, assolutamente… 😉

    Grazie per il complimento e benvenuta sul mio blog 🙂

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  36. …gli anni che abbiamo addosso (e più sono meglio è!) ci fanno comprendere sempre di più…inutile negarlo, l’esperienza e le vicissitudini personali sono le cose che ci fanno crescere davvero, quello che il nostro cuore passa e quello che la mente macina giorno dopo giorno con prove, fatti emozioni ci fanno diventare più consapevoli, prima di noi stessi e poi del resto…e si ritorna all’inconscio, a tutto quello che abbiamo vissuto sin da bambini e che senza accorgercene è stato seminato in noi e che oggi porta i suoi frutti (buoni o cattivi!)…e si ritorna al fatto che le esperienze vanno vissute in prima persona, e ognuna di queste è diverse dall’altra e quindi poco gli altri possono dirci, darci, farsi consiglieri spietati…un’altra cosa, non credo per niente nell’assolutismo delle cose, nella esasperata certezza spesso sbandierata e ostentata…siamo essere umani che fallano ma che se ammettono i propri errori e limiti possono crescere tanto…consapevolmente…e ovviamente ascoltando anche “gli altri” ma solo per provare a mettere in discussione se stessi, e non per giusicare e puntare il dito…magari facendo appunto lavorare il proprio inconscio!!!
    Contorta??? Lo sono sempre stata…forse anche contraddittoria…ma lo ammetto,
    bel post,
    Alessia

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  37. No, non sei contorta. Indubbiamente il punto e’ quello: dare opinioni tenendo presente che cio’ che e’ bene per noi potrebbe non esserlo per un altro, e ascoltare quelli altrui… sempre con lo stesso metro di misura 🙂 Ovvero con spirito critico.

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