L’importanza di mantenere il dialogo di Paulo Coelho
La moglie del rabbino Iaakov era considerata da tutti i loro amici una donna molto difficile: con qualsiasi pretesto iniziava una discussione. Iaakov, però, non rispondeva mai alle provocazioni. Fino a quando, al matrimonio del loro figlio Ishmael, mentre centinaia di invitati stavano festeggiando allegramente, il rabbino cominciò a offendere sua moglie, ma in maniera tale che tutti, alla festa, potessero accorgersene.
“Che cosa è successo? – domandò un amico di Iaakov, quando gli animi si furono rasserenati – Perché hai abbandonato il tuo costume di non rispondere mai alle provocazioni?”.
“Guarda com’è più contenta”, sussurrò il rabbino, indicando sua moglie. In effetti, ora sembrava che la donna si stesse divertendo alla festa.
“Ma avete litigato in pubblico. Io non comprendo né la tua reazione, né la sua”, insistette l’amico.
“Alcuni giorni fa, ho capito che ciò che più turbava mia moglie era il fatto che io mantenessi comunque il silenzio. Agendo così, sembrava che la ignorassi, che prendessi le distanze da lei con sentimenti virtuosi e la facessi sentire meschina e inferiore. Visto che l’amo tanto, ho deciso di fingere di perdere la testa davanti a tutti. Così lei ha capito che io comprendevo le sue emozioni, che ero uguale a lei, e che ancora voglio mantenere il dialogo”.
“Che cosa è successo? – domandò un amico di Iaakov, quando gli animi si furono rasserenati – Perché hai abbandonato il tuo costume di non rispondere mai alle provocazioni?”.
“Guarda com’è più contenta”, sussurrò il rabbino, indicando sua moglie. In effetti, ora sembrava che la donna si stesse divertendo alla festa.
“Ma avete litigato in pubblico. Io non comprendo né la tua reazione, né la sua”, insistette l’amico.
“Alcuni giorni fa, ho capito che ciò che più turbava mia moglie era il fatto che io mantenessi comunque il silenzio. Agendo così, sembrava che la ignorassi, che prendessi le distanze da lei con sentimenti virtuosi e la facessi sentire meschina e inferiore. Visto che l’amo tanto, ho deciso di fingere di perdere la testa davanti a tutti. Così lei ha capito che io comprendevo le sue emozioni, che ero uguale a lei, e che ancora voglio mantenere il dialogo”.
Mi sono servito di un altro breve racconto di Coelho per parlare del potere del Dialogo.
Qualche anno or sono, ebbi un colloquio con un noto psicoterapeuta genovese. Mi disse una frase che mi colpi’, ma in fondo pote’ farlo proprio perche’, come spesso accade, quella frase “era gia’ dentro di me”, seppure inespressa in parole: “Chi e’ troppo buono, si attira le cattiverie del partner”.
Cosa voleva dire? Che chi – per quieto vivere o perche’ ingenuamente pensa davvero che si possa sempre evitare lo “scontro” – e’ troppo “accomodante”, finisce spesso per innervosire il partner che magari ha invece bisogno dello scontro verbale per tirare fuori qualcosa che cova pericolosamente dentro di lui e che non riesce ad esprimere serenamente. Il “rifiuto” del partner a “dialogare” con queste modalita’, viene percio’ percepito come un “fare orecchie da mercante”, come mancanza di carattere o, come dice il Rabbino nel racconto, addirittura come altezzosa virtuosita’. E cosi’, quello che potrebbe essere un innocuo litigio chiarificatore, rischia di trasformarsi in una sorta di tragedia emotiva che travolge entrambi e rischia di essere difficilmente recuperabile.
Recentemente ho capito che le persone “di polso” non sono necessariamente quelle che alzano la voce, e’ vero, ma sono comunque quelle in grado – in caso di necessita’ – di intavolare un discorso e prendere decisioni grevi, anche sapendo che queste potrebbero non essere apprezzate scatenando cosi’ reazioni indesiderate.
Maglio ingaggiare una battaglia una tantum che arrivare ad una guerra dalla quale difficilmente qualcuno torna vincitore.

….hai ragione anche tu. Un abbraccio
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marito saggio 😉
felice notte e buon fine settimana a te e ai tuoi amici
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Da Coelho c’è sempre da imparare qualcosa… o messaggi sublimali o diretti ci portano sempre ad una logica.. una dolce giornata Mia
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Sì, ma….
se un uomo si fosse comportato con me come quel marito…. gli avrei preparato le valigie (rido).
Il dialogo è fondamentale, guai a cadere nella muta rassegnazione, si rischia di non uscirne.
Namasté
Faith
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x Vany, Fragolina e Psicosomatica: spero stiate passando un bel sabato, soprattutto tu, Psicosomatica, credo te lo meriti proprio…
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x Portolaveletta: bé, mi sa’ che se scrivi così, hai ben colto il messaggio del racconto di Coelho 🙂
x Mia: come ho scritto a Rose74, Coelho a me piace perche’ i suoi sono messaggi semplici, comprensibili a chiunque e non solo ad una elite. L’ultimo suo libro (almeno credo sia l’ultimo…), lo Zahir, ha gia’ uno stile diverso, meno scorrevole. La dimostrazione che libri come “L’alchimista” avevano volutamente uno stile semplice per poter “arrivare” a chiunque.
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Ciao Farfalladiluce, benvenuta 🙂
Bé, credo che non avresti permesso al vostro rapporto di arrivare a quel punto, giusto? 🙂 Quella proposta dall’autore è una evidente “estremizzazione”, perché spesso le estremizzazioni rendono più immediato il concetto 🙂
Namesté 😉
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ahahah forte il pezzo di filastrocca che hai lasciato da me.
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..amore ..passione..
gioia dolore..
son sentimenti che non hanno mai fine..
ed io non soffoco mai come dice la mia Poetessa questo cuore..
sempre piange..
sempre ride
..e finkè è sempre…Lei Scrive..
Buona fine Settimana
Runa*
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io non vedo il litigare come una sfortuna, la sfortuna è l’ipotetica incomprensione, il litigare confrontandosi è una gran foruna invece!
Adoro litigare… 😀
ahahahaha ahha…. con lui!!
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uhm.. chissà magari è una sottile forma di masochismo ahahahahah così la penserebbero alcuni!
Certo che a chi è capitato di vederci.. s’è fatto due belle risate e noi poi lo abbiamo seguito!!!
ahahha ahahah ahahah … 😀
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x romanticaperla: ma che ti ridiiiii?? Era serissima!! :)))))
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Runa… è vero, ma ci vuole anche fantasia e bravure per trasporle in versi…
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sì, sì, fragolina… che ti piace ridere si nota!! ;))) Guarda, l’importante è essere in sintonia, se litigare spesso va bene ad entrambi ed anzi è la forma di espressione scelta da entrambi… bé, perché no? 🙂
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Buongiorno Wolf, si, Shunka Manito Tanka vuol dire Lupo in lingua Lakota, altrimenti, se preferisci, in Elfico si dice Draug! ^_^
Un abbraccio!
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Che bello “Draug”! 🙂 Lo trovo… onomatopeico: draug! draug! :))))
Buongiorno a te! 🙂
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non litigare talvolta è una negazione di se stessi non un’espressione di dominio e nega che ti rinega finisce che scompari agli occhi del partner, dove sei, dove sono le tue emozioni.. solo positive? Nahhh non ci credo, finzione che non tiene!
Litigare è sano, naturale spontaneo e veroooo!!
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Ciao Natura! E’ un piacere rileggerti 🙂
Sai… se e’ nella tua natura non litare, forse non neghi te stesso, ma se e’ nella natura del parter e eviti sempre di metterti al suo livello aspettandoti che sia lui a mettersi al tuo, be’… dovresti pensare alle conseguenze! 😉
Un abbraccio!
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come non dire che ciò che hai scritto non è vero!!!
quando leggo il tuo blog,magicamente separo il pensiero logico da quello che in realtà ho fatto negli ultimi anni.approvo quello che hai scritto.solo che mi è difficile metterlo in atto.di solito con i miei presunti ex non litigavo mai,anche se loro borbottavano qualcosa non me ne infischiavo assolutamente,anzi il mio cervello andava in pausa.credo che questo sia successo perchè di loro non me ne fregavo assolutamente;mentre ammetto che con l’unico amore della mia vita,ho litigato tante di quelle volte….
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Chi lo sa’, Manola? 🙂 Puo’ essere… Come invece puo’ essere che con il tuo “amore” ti sentissi più libera di esprimerti, anche di litigare se ne sentivi la necessità; al contrario, puo’ darsi che con gli altri non ti sentissi davvero a tuo agio, che ne temessi le reazioni, e allora preferivi il silenzio ad una litigata che temevi sarebbe stata “senza ritorno”…
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