Anni fa mi trovavo all guida della mia automobile. Arrivando nei pressi di strisce pedonali, rallentai la corsa del mezzo e una zingara di una certa eta’, che stava camminando sul marciapiede adiacente, mi fece cenno di fermarmi perche’ doveva dirmi qualcosa. Fermatomi (era un giorno festivo e non avevo nessuna automobile dietro la mia), si avvicino’ e, iniziando a puntarmi il dito addosso, mi disse con tono greve e forte “Tu hai il malocchio! TU HAI IL MALOCCHIO!!!”. Dopodiche’ mi disse che se volevo lei era in grado, ovviamente dietro pagamento, di togliermelo.
Declinai il piu’ gentilmente possibile e, mentre lei riprendeva a urlarmi terribili anatemi contro, mi allontanai con la mia automobile.
Non vi nascondo che la convinzione con cui aveva apostrofato mi turbo’ per piu’ di qualche minuto, nonostante razionalmente sapessi che erano tutte balle al fine di spillarmi dei soldi.
Commento: non credo a malocchio e simili, nonostante mio padre, per esempio, ci credesse. Credo pero’ nella forza della suggestione che puo’ convincere una persona di avere una forza maligna su di lui al punto di farlo lentamente ammalare veramente o a fargli andare male gli affari.
Cosi’ come e’ riconosciuta, sebbene entro limiti ambigui, la forza del pensiero positivo, cosi’ lo e’ la forza del pensiero negativo. Bisogna essere molto attenti, fin dalle prime battute, a ricacciare le negativita’ da dove sono venute, altrimenti esse possono mettere radici che poi diventano difficili da sradicare. Non c’e’ bisogno di pensare alla magia per rendersi conto di questo, pensiamo semplicemente a tutte le volte che abbiamo fatto un’azione innocente che poi si e’ trasformata in una cattiva abitudine, come fumare una sigaretta, bere un bicchierino o giocare d’azzardo, ma anche, semplicemente, mangiare cose nocive o andare a dormire molto tardi. Queste sono tutte cose che, se fatte ogni tanto, possono non crearci problemi, ma se non le controlliamo e lasciamo che diventino un’abitudine poi possono davvero arrecarci seri danni.

C’è un’ondata di disfattismo, di negatività, di sentimento di inevitabile decadenza, che aleggia nell’aria, non solo dal giorno del terremoto, non solo dall’inizio della crisi economica, ma da molto più tempo. Questo clima di negatività è contagioso, si sparge tra la gente spegnendo molti sorrisi, prima quotidiani e sinceri. E’ come un virus che avvelena la vita, per il quale la gente si dimentica della parola “vivere” e pensa solo a “sopravvivere”.


