Il disprezzo: distruggere l’altro invece di migliorare noi stessi

IL PONTE E LA PASSERELLA
di Paulo Coelho

C’è gente che, invece di tentare di migliorare quello che fa, cerca sempre di distruggere ciò che gli altri tentano di fare. La storia che segue è basata su un racconto di Silvio Paulo Albino.

PasserellaUn uomo, dopo molti anni di lavoro e studio per trovare il modo migliore per attraversare il fiume davanti alla sua casa, vi costruì sopra una passerella. Ma gli abitanti del paese raramente osavano attraversarla, a causa della sua precarietà. Un bel giorno si presentò da quelle parti un ingegnere. Insieme a lui, gli abitanti costruirono un ponte e questo fece infuriare il costruttore della passerella. Da quel momento, l’uomo cominciò a dire, a chiunque lo stesse ad ascoltare, che l’ingegnere aveva disprezzato il suo lavoro.
“Ma la passerella è ancora là – gli rispondevano gli abitanti -. È un monumento ai vostri anni di impegno e riflessione”.
“Nessuno la usa”, ribatteva l’uomo, nervoso.
“Voi siete un cittadino rispettato, e noi vi vogliamo bene. Ma, se le persone pensano che il ponte sia più bello e più utile della passerella, che cosa possiamo farci?”.
“Il ponte attraversa il mio fiume!”.
“Ma signore, con tutto il rispetto per il vostro lavoro, vorremmo farvi presente che il fiume non è vostro. Lo si può attraversare a piedi, in barca, a nuoto, in qualsiasi maniera vogliamo. Se la gente preferisce passare sul ponte, perché non rispettare il suo desiderio? E d’altra parte, come possiamo aver fiducia in qualcuno che, invece di tentare di migliorare la sua passerella, trascorre tutto il tempo a criticare il ponte?”.

 



Commento di Wolfghost:
Il mondo di oggi è basato sulla competizione: si compete per fare carriera, per strappare la persona amata agli avversari, per risaltare agli occhi altrui, per prendere quote di mercato alle altre aziende. Fin da bambini siamo stimolati ad essere i migliori, a puntare sempre a superare gli altri, e già su questo ci sarebbe da discutere, però si potrebbe dire che in fondo una società basata sulla competizione, se da un lato esaspera i nostri animi, dall’altro ci firnisce lo stimolo a migliorare sempre noi stessi.
Peccato che troppo spesso anziché puntare su stessi si tende a distruggere l’avversario, a mettere in cattiva luce lui e il suo operato. Il paragone con l’altro, l’osservazione di ciò in cui noi gli siamo inferiori, invece di spronarci a migliorare laddove possibile, si trasforma in invidia, in rabbia per un risultato che non arriva, in vendetta e gioco sleale da sfogare sul prossimo.
E così, quella che perlomeno potrebbe essere un’occasione di crescita, si trasforma in una seconda sconfitta: quella morale dopo quella materiale.

Ponte

 

0 pensieri su “Il disprezzo: distruggere l’altro invece di migliorare noi stessi

  1. E’ talmente lapalissiano che il tuo punto di vista sia giusto, per uanto riguarda il mio modo di rapportarmi alla competizione sin da bambina, che non saprei come comentarti. Hai già racchiuso il senso tu di quello che finirei per ripetere.
    “Il paragone con l’altro, l’osservazione di ciò in cui noi gli siamo inferiori” DEVE essere lo sprone a migliorarci, lo stimolo per scoprire vette a cui mai si arriverà magari ma questo è inevitabile senza doverci creare “scompensi” interiori.
    Siamo l’arco da tendere e la freccia da scoccare cercando di divenire il nostro centro, pur sapendo che probabilmente non lo raggiungeremo mai.
    Un bacio e buona settimana.

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  2. Quante verità sia nel racconto che nel tuo commento! Credo proprio che questo sia un male diffuso, un’invidia pari a gramigna che impedisce di crescere e comunque danneggia gli altri.
    Le sconfitte sono anche più di due.
    Un abbraccio 🙂

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  3. Quanta verita’..tendiamo sempre a distruggere il lavoro altrui sara’ per invidia,sara’ per cattiveria ma abbiamo sempre questa tendenza a fare del male,eppure basterebbe poco a essere piu’ umili…
    Un abbraccione Wolf..
    bacini:-)
    Anna..

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  4. L’invidia è una brutta malattia…La competizione dev’essere sana,ma purtroppo nella nostra società non viene vissuta cosi’..si cerca sempre di calpestare gli altri,si passa sopra ai sentimenti…vengono calpestati….lasciano un segno che è difficile poter sanare…
    Sai quanta cattiveria gratuita ha sopportato il mio cuore e la mia anima?
    Eppure io cerco di credere che ci sia sempre qualcuno che è diverso dalla massa…..il bello è trovarlo…!!!!
    Un abbraccio___Anima

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  5. Caro Wolf,
    tu tocchi sempre dei tasti su cui non posso rimanere insensibile.
    Il ponte piu’ importante che credevo di avere costruito con cura è stato distrutto in un minuto.Un effetto domino e tutte le piccole pietre che avevo messo insieme si sono ripiegate su se stesse,facendolo crollare.
    Cosi’ sono rimaste due rive ed in mezzo ..il fiume..una distanza incolmabile.
    Basta un minuto a volte per far saltare i ponti della nostra vita e non sai neanche cosa sia stato a distruggerli…
    Un caro abbraccio.

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  6. x flame: esatto, esatto, la tua sara’ anche solo una precisazione, ma mi pare importante 😉

    x anne: sempre d’accordo te, mi sa che siamo “troppo” simili ;D
    Abbraccione 🙂

    x Anna: finche’ piove “fuori” senza fare disastri, non e’ un problema, in fondo e’ stagione 🙂
    Preferisco cosi’ piuttosto che inizia a piovere “dentro” ;D
    Abbraccione anche a te! 🙂

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  7. x rigirandola: si, certamente. Il punto infatti non e’ tanto “saperlo”, quanto riuscire effettivamente a metterlo in pratica 😉

    x Roosee: wow… puoi mandare la signorina della foto a chiudermi i pacchi? Sarebbe un notevole incentivo a fare regali! ahahah
    Che la tua temperatura divenga piu’ calda… ehm… la temperatura esterna intendo, eh! ;D

    x Anna: e’ vero, e’ vero! Basterebbe un po’ di umilta’ 🙂 Peccato che oggi suoni quasi come una brutta parola :-/
    Bacio :*

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  8. x Anima: secondo me avremmo potuto fare a meno anche di una competizione che oggi e’ forse eccessiva, ma per cambiare questa societa’ ci vorra’ tempo, troppo radicato e’ in essa questo concetto.
    Che sia almeno una competizione sana dovrebbe essere il minimo indispensabile, purtroppo pero’ mi tocca dirti che… non mi sorprende leggere persone come te che lamentano diversi atti di cattiveria nei loro confronti 😦
    Ma non ti arrendere, sono certo che gia’ adesso attorno a te hai tante brave persone che aspettano solo ci si accorga di loro 🙂
    Guardati bene attorno 😉
    Abbraccio!

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  9. x redimpression: gia’, cara, e’ cosi’: spesso basta un minuto per far crollare un castello che aveva richiesto anni per essere costruito. Ma… ti diro’, e’ mia convinzione che se viene giu’ cosi’ facilmente e repentinamente e’ perche’ era fatto di carte, solo che noi preferivamo non vederlo…
    Se facciamo quanto in nostro potere perche’ i nostri castelli resistano, e questi crollano comunque… be’, allora e’ proprio segno che potevano finire solo cosi’. In macerie 🙂
    Ed allora… meglio prima che dopo.
    Un caro abbraccione anche a te! 😉

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  10. Pensa che l’etimologia di competere è più o meno “andare, chiedere insieme”, quindi quasi un tendere, uno sforzo comune per migliorare e ottenere.
    Credo che abbiamo perso l’uso originario di questa parola, facendola diventare solo ed esclusivamente sinonimo di gara, ove c’è posto per un solo vincitore: il migliore! Competizione come invidia, come divisione… altro che unione dello sforzo per un risultato migliore e completo!

    Bacio.

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  11. E’ l’argomento di cui parlavo ieri sera con la mia migliore amica, dopo il corso di tango che lei stessa insegna. Non solo questa insana competizione distrugge l’oggetto delle critiche ma non ci fa sembrare migliori agli occhi di chi ci guarda, nè ci migliora!! Un abbraccio Ten

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  12. Sai cosa accade tra l’altro? Che se sei “tirato” dentro alla competizione, oggetto di invidie, attacchi, dispetti, sgambetti… rischi di farti contagiare da questa negatività, cadere nella trappola, diventare come coloro che detesti. Bisogna sapersi mettere due spanne più in alto e restarci.

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  13. Competere solo con se stessi..essere sempre in sfida con se stessi..solo questo.
    L’invidia è stretta parente con l’odio..ho messo da parte un’amica io per questo brutto male..beh amica…come si fa a invidiare la vita di un altro…ognuno ha quella che si è costruito e la mia al tempo era così semplice che io stessa non ci vedevo proprio nulla da invidiare e non riuscivo a comprendere…poi ho capito che alcun persone così lo sono e basta perchè in fondo non sono contente di loro stesse e si accontenterebbero anche dei mali degli altri 😉

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  14. Provo una grande pietà per coloro che tentano di distruggere gli altri. Le vere capacità emergeranno continuamente e loro continuamente si mangeranno il fegato bevendo a grossi sorsi la loro stessa bile…
    Buone feste e un grandissimo abbraccio!

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  15. Come in molti aspetti della vita, ci vorrebbe una giusta misura. Così una sana competizione aiuta a migliorarsi, ma quando il raffronto con gli altri diventa una ossessione, una corsa infinita, ci fa perdere di vista quello che siamo, i nostri limiti e le nostre capacità…. ecco, allora se ci si riesce va fatta una pausa e una lunga riflessione…
    Io credo che solo arrivando a conoscere i nostri difetti si può correggere il tiro, limare certi spigoli e raggiungere più o meno rapidamente e più o meno falcilmente l’accettazione e la stima di noi stessi…. oddio mi sono lasciata andare, sono andata fuori tema?

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  16. x Sofia: eh, già! Mi sa che abbiamo proprio perso il significato originario 😦 Al massimo ci si unisce per… combattere altri 😉
    Bacione :*

    x Ten: esatto, quando è insana no, anche perché l’accanimento sull’avversario è sempre inviso a chi non è di parte.
    Abbraccione! 🙂

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  17. x Stella: o, al contrario, finire per essere distrutto dal notare l’accanimento contro di sé 😦
    Per questo Buddha dice “Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi” 🙂

    x tanax: brava, esatto 😉 Ci sono persone che, eternamente insoddisfatte, passano il loro tempo a trovare il successivo oggetto della loro invidia 🙂
    Però… anche sulla competizione con sé stessi è meglio non esagerare 😉

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  18. x sorgente: bleah! Che schifo! 😀 Che immagine “forte” che hai trovato! eheheh
    Comunque è vero, e per fortuna di solito non si fermano mai a riflettere, perché peggio sarebbe accorgersi di quanto avrebbero potuto fare – e non hanno fatto accentrandosi solo sull’avversario – quando ormai è troppo tardi per porvi rimedio :-/

    x iovolevo: sì, completamente fuori tema direi! :-/
    Scherzoooo! hihihi 😀
    No, no, il tuo discorso fila 😉
    Una delle poche volte che non mi trovai d’accordo con un bravo motivatore era sul concetto della perseveranza: lui diceva che si deve diventare ossessionati dal proprio obiettivo, io invece dico che bisogna essere determinati, ma l’ossessione… è meglio evitarla, o si finisce per farsi avvelenare dal proprio stesso desiderio 🙂
    Cosa c’entra col tuo discorso? Bé… che anche la ricerca dei propri difetti non deve “prenderci la mano” 😉

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  19. Siamo diventati indifferenti a tutto, persino a noi stessi. Non amiamo più nulla di conseguenza. Le aspirazini sono solo denaro e potere, non importa come vengono ottenuti. Torneremo metaforicamente nelle caverne e saremo homo hominis lupus se non provvediamo a cambiare.
    OT: abito a Roma da secoli, ma sono genovese convinta ;))

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  20. condivido pienamente le tue argomentazioni e leggendo il tuo post mi è venuto in mente un bel racconto sull’invidia letto qualche tempo fa(te lo riporto in copia&incolla dal suo blog)
    LA SFIDA
    di Barbara Garlaschelli

    Era uno dei nostri giochi preferiti, mio e di Sara. Trascorrevamo interi pomeriggi a saltare alla corda. Me ne avevano regalata una per il mio compleanno, bellissima, con all’estremità due manopole di legno.
    Io e Sara ci trovavamo in cortile alle due e iniziavamo performances che proseguivano per ore. Lei era bravissima. Non si limitava a saltare come facevo io, a piedi pari, uno due tre. No, lei compiva evoluzioni, doppi salti, intrecciava la corda, la faceva girare, disegnava nell’aria figure incredibili. La corda sembrava un prolungamento del suo corpo.
    Al confronto, io, assomigliavo a un pachiderma che tentava disperatamente di ballare sulle punte. Ma non provavo gelosia, né mi vergognavo della mia limitatezza. Sara non era una di quelle persone che ti facevano sentire “sbagliata”. Lei riusciva a farti godere della sua bravura. Ti faceva sentire orgogliosa di lei.
    Di solito iniziavo io, poi quando arrivava il suo turno, piano piano, si riuniva attorno a noi un gruppo di persone. Prima qualche ragazzina, poi alcuni maschi e alla fine, qualche adulto.
    “Dovresti andare alle Olimpiadi” le dicevano un po’ scherzando e un po’ sul serio. Lei si limitava a sorridere e continuava i suoi salti.
    Io sapevo che il sogno di Sara non aveva nulla a che fare con le Olimpiadi. Sara voleva fare la fotoreporter e girare il mondo.
    Il giorno della sfida era iniziato come tanti altri. Appuntamento in cortile alle due.
    Paola arrivò dopo nemmeno dieci minuti che avevamo iniziato. La conoscevamo bene. Tutti la conoscevano: era la figlia di un gerarca e abitava in una delle villette al di là della piazza.
    Era prepotente e autoritaria, esattamente come suo padre.
    Non disse una parola, arrivò spedita verso di noi e mi strappò la corda dalle mani.
    Io non riuscii nemmeno a capire cosa stava succedendo, fino a quando vidi le forbici.
    “No!” urlai, ma era troppo tardi. La mia corda, ciò che restava di essa, era sparsa a terra, le manopole di legno rosso che rotolavano tristemente lontano.
    Tutta la faccenda si era svolta in un silenzio irreale.
    Sentii le lacrime salirmi agli occhi e guardai Sara. Se ne stava immobile, gli occhi fissi in quelli di Paola.
    Poi la vidi voltarsi e scomparire in casa.
    Sul volto di Paola si era disegnato un sorriso cattivo.
    Avrei voluto cancellarglielo dalla faccia, ma non osavo muovere un muscolo. In più, il comportamento di Sara, quel suo abbandonarmi lì, da sola con quella carogna, mi aveva impietrito.
    Quando la vidi ricomparire il mio cuore fece un balzo. Quando vidi con cosa arrivava, smise di battere.
    Sara si dirigeva verso di noi stringendo nella mano la più lunga cintura che avessi mai visto. In un secondo pensai che servisse a reggere i pantaloni di un elefante.
    Guardai Paola. Il sorriso le era scomparso dalle labbra. Esultai, ma solo per un istante. Se le intenzioni di Sara erano quelle che prevedevo, da lì a poco ci sarebbe stato molto poco da sorridere. Perché Paola, oltre a essere prepotente e autoritaria e figlia di un gerarca, aveva un’altra caratteristica: era vendicativa.
    Aprii la bocca per fermare Sara, volevo ma lei mi lanciò un’occhiata che bastò a zittirmi.
    Si fermò a un paio di metri da Paola.
    Nel frattempo, attorno a noi, si era formato il solito gruppo di ragazzini. Nessuno fiatava.
    Io m’immaginavo già il rumore che avrebbe fatto la cinta sulla schiena di Paola e mi venne da vomitare per la paura.
    Sara afferrò saldamente le due estremità della cintura e poi… cominciò a saltare!
    Ragazzi! Fu uno spettacolo incredibile, la cosa più fantastica che abbia mai visto!
    Saltò, si librò, piroettò per due ore consecutive, gli occhi piantati in quelli di Paola, i capelli scuri che svolazzavano al vento, le gambe flessuose che tagliavano l’aria.
    Smise solo quando Paola girò sui tacchi e, rigida come una scopa, mentre tutti applaudivano e gridavano il nome di Sara, tornò da dove era venuta.
    Mi lanciò un’occhiata prima di andarsene e lessi nei suoi occhi la sua promessa.
    Ma non m’importò, non in quel momento almeno.
    Nessuno, nessuno avrebbe fermato Sara.
    Nessuno.

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  21. x Yasmine: passo quando riesco a passare, ovvero raramente dato il lavoro e il numero di contatti. Diciamo che spesso i vostri commenti mi servono anche da promemoria 🙂
    Abbraccione e buon pomeriggio anche a te!

    x Grizabella: ciao, benvenuta! 🙂 Ultimamente ho diversi nuovi colleghi che hanno fatto il percorso inverso, ovvero da Roma sono venuti a Genova. In generale mi pare di poter dire che si trovino bene! 🙂
    Io credo sia come dici tu da tempo ormai, anzi secondo me una qualche spinta evolutiva oggi c’e’ e si vede 🙂
    Speriamo solo divenga forte abbastanza in fretta da non permettere l’autodistruzione della specie ;D

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  22. x daisy: tra l’altro mi chiedo se tecnicamente sia davvero possibile saltare con una cintura al posto della corda… Be’, diciamo ce fu una controrivincita, ma soprattutto una presa di posizione contro un tentativo di prevaricazione…

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  23. Penso che lo spirito di competizione sia innato in ogni essere vivente,il cercare di prevalere sull’altro è normale e come tu stesso dici serve anche a fornirci gli stimoli giusti per fare sempre meglio. Un altra cosa è il distruggere o mettere in cattiva luce i nostri “avversari”, li subentra il bene e il male, che sono due varianti incontrollabili purtroppo e che spesso ci fanno eccedere in un sens o nell’altro. Se eccediamo con il bene, finisce che qualcuno approfitta della nostra bontà e ne paghiamo serie conseguenze, personali….se invece eccediamo nel male,le conseguenze chiaramente le pagano gli altri….il giusto come sempre dovrebbe stare sempre nel mezzo. Invidia e gelosia, direbbe il buon Merola sono due sorelle….un altro detto dice….morte tua vita mia….che dirti caro amico,possiamo solo riflettere io proprio non saprei come risolvere il problema. Intanto mi sono fatto spazio in questo mondo, senza distruggere mai nessuno, ho vinto battaglie importanti ma ho sempre onorato l’avversario….ne ho perso tante ma semprecon l’onre delle armi. Credo siano casi limite, solo che vengono enfatizzati quando ci capita di sentirli proprio perchè son cose che non dovrebbero succedere,mai…..fortunatamente il bene vince alla grande, senza nemmeno andare al ballottaggio….Ti abbraccio.

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  24. Il tuo approccio e’ pragmatico e realistico. Bello sarebbe se la societa’ potesse sopravvivere senza competizione, ma onestamente, per come e’ strutturata, lo vedo davvero utopico. Messo sotto questo punto di vista, la sfida e’ “ben” accetta, purche’ sia leale. Troppo spesso invece si basa sui cosiddetti “colpi bassi”.
    Abbraccio ricambiato 🙂

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  25. Posso confermare che non c’e’ nessuno che fa qualcosa per l’altro ma lo fa solo per interesse e se uno arriva alla meta che si era prefisso non cerca mai di dare una mano a chi chiede aiuto.Dalle mie parti si dice “quando la merda monta in scagno la fa piu’ spusa che guadagno” Cioe’ quando uno diventa ricco o potente fa piu’ puzza che bene…..Non centra molto con le tue riflessioni ,ma comunque spiega molti comportamenti di chi “puo'” per potere o per posizione sociale,tutti godono del proprio benessere e gli altri piu’ in basso sono solo gente da calpestare per sentirsi sempre piu’ forti…questo mi ha insegnato la vita per ora …speriamo che qualcosa cambi!!!

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  26. La competizione è sempre esistita ad ogni livello ed è inutile e retorico, scusa, parlare di bontà, di altruismo, di lealtà ecc quando basta guardarsi intorno per vedere ogni sorta opportunismo, manovre più o meno lecite.

    La stessa etimologia di competere, come dice Sophia, è ormai obsoleta;))

    Oggi più che mai si tende al proprio tornaconto.

    D’altra parte non c’è competizione , nel senso stavolta di gara, se gli “avversari” sono impari

    Si potrà anche sparlare, mettere in cattiva luce ma alla resa dei conti, il dislivello resta e si evince mano a mano…

    Cercare di migliorare nella competizione??

    Certo. Può accadere ma, se mancano le basi, ogni sforzo sarà inutile.

    Si potrà fare qualche passettino più o meno lungo ma la diferenza resta, anche perchè l’altro/a , nel frattemopo non sarà rimasto a guardare

    Ci vorrebbe solo l’intelligenza di riconoscere non la sconfitta ma i propri limiti.

    Ma l’intelligenza, spesso, è un vero e proprio optional surrogato (?) dall’invidia e dalla maldicenza…

    buon serata

    _______________________________
    PS quoto il commento 22;))))

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  27. x ocramasil: bé, è simile ad un detto che citava mia madre, e che suonava più o meno “se una cacca sale un gradino, resta pur sempre una cacca”; certo, l’originale era più colorito 😀
    Sai, penso che entrambi i detti si possano tradurre con l’idea che chi è “guasto” all’inizio, rimane guasto anche se riesce ad avere successo; questo però lascia fuori la gente per bene, esclusa da questa visione 🙂
    Il problema, ovviamente, è che è più facile “andare avanti” giocando anche sporco, piuttosto che essendo sempre di buon cuore con tutti. Non per niente un’altra massima dice “Promettete, promettete più a lungo che potete, perché la speranza dura più della riconoscenza”.
    Credo sia qualcosa che i nostri politici, di destra, centro o sinistra che siano, conoscono molto bene.

    x ilavi: infatti l’altro potrebbe servire più come traccia, al massimo come misura, ma non come obiettivo. Perché ognuno di noi è fine a sé stesso e più che crescere per battere l’altro, bisognerebbe crescere per stare meglio con sé stessi (ma anche con gli altri).
    Buona serata a te 🙂

    p.s.: quoto il primo commento in #25! ;)))))

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  28. Come e’ veritiero questo post purtroppo al giorno d’ oggi e’ tutto basato sulla competizione e purtroppo non sana.
    C’e’ invidia per quello che sono e che hanni gli altri e si usano tutti i mezzi scorretti per arrivare sempre piu’ in alto, si pugnala alle spalle.
    Se solo imparassimo ad accettarci per quello che siamo e ad accontentarci di quello che abbiamo pensando al fatto che c’e’ chi ha molto meno di noi.
    E’ giusto cercare di migliorare ma non a discapito degli altri.
    Grazie per il tuo passaggio.
    Se vieni da noi c’e’ un pensiero anche per te.
    Un saluto da noidue.
    P.s. ti spiace se ti inseriamo tra gli amici?

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  29. ? E perché dovrebbe dispiacermi? 🙂

    Bé, non credo nemmeno sia necessario pensare a chi ha meno per godere di ciò che si ha già, anche se, certo, può aiutare 😉

    Prendi ad esempio una coppia felice. Io al momento sono single, ma quando vedo una coppia felice, lasciarsi andare in tenere effusioni anche in pubblico, bé… li vedo come una nota di speranza per tutti, anche per chi quella felicità di coppia non la ha, poiché è un messaggio che dice “visto? Può succedere…”. E con tanto pessimismo che c’è in giro sull’amore e sulle coppie, non è certo poco 😉
    Quanti invece si rodono scioccamente d’invidia!
    Salutone a entrambi 🙂

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  30. già, sembra davvero sia così, caro wolf, ma nello stesso tempo credo che siano strade da percorrere per andare avanti, nonostante tutto.
    Per questo non riesco a vedere -nero- e rimane sempre o ritorna sempre il sorriso.
    …eravamo polvere e polvere ritorneremo, in un solo soffio.

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  31. E’ proprio così, sin da bambini ci insegnano la competizione.. in tutti i modi, anche i più subdoli… quando di venta invidia è solo distruttiva prima per sè e oi per gli altri… purtroppo la competizione assume spesso toni contradditori… perchè ognuno dovrebbe competere sempre son se stesso… migliorarsi… dare il meglio… ma questo significa anche misurare i propri limiti ed accettarli…
    Sorrisi…
    Fly

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  32. x Anna: guarda… ho cancellato l’immagine tua, quella di Roosee e quella di Yasmine (che peraltro mi sembrava nei limiti)… eppure il blog, visto da Explorer e’ ancora fuori asse, Splinder davvero mi innervosisce parecchio quando presenta questi problemi! Non e’ che uno possa passare la giornata ad andare alla ricerca dei problemi! GRRRRR!!!

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  33. x Fly: esatto, cara 🙂 L’accettazione fa parte integrante del processo, perche’ non e’ pensabile di poter sempre “andare oltre”, e in questo caso l’insistenza diventa una cocciutaggine che si rivolge contro chi la pratica.
    Sorriso 🙂

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  34. se vinci mettendo i numei rilevati dal nostro post sii riconoscente ahahhahaha riguardo alla dolcezza non è mai ne maschile ne femminile e la dolcezza la si manifesta non solo scrivendo post sdolcinati quindi il premio è meritato anche per te. grazie dell’amicizia sincera che ci doni

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  35. x Anna: guarda… adesso vedo che si è rimesso a funzionare e il blog non è più “fuori asse”, ma capire cosa sia stato a farlo è un mistero! 😀
    Mi spiace sempre cancellare le foto, soprattutto quando poi il risultato apparentemente non cambia 😦
    Bacione :*

    x noidue: no 😦 In questo momento non è che sia particolarmente dolce 🙂 Quindi il premio lo lascio a voi due! eheheh
    Grazie 🙂

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  36. beh si, in un certo senso è anche un merito, hai ragione 😉

    da me: concordo in parte in quello che dici tu…io alla fine sto bene così, infatti ho puntualizzato che ero triste a metà!;-) però sai com’è, a volte mi piacerebbe avere un’amica con cui uscire a far cazzate!

    un bacio

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  37. Penso che si diventi veramente vincenti, quando si é la persona che si vuole essere come veniva proposto nella frase di Bambaren, al di là di qualsiasi confronto. Purtroppo l’invidia e la maldicenza sono sports molto praticati, in conseguenza della meschinità che abita troppo spesso nelle persone che dimostrano in questo modo di essere scarsamente evolute spiritualmente. Un caro saluto e a presto Gio
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