Davvero l’intervento armato non serve mai?

Questa è una domanda che mi faccio spesso, da tempo ormai. Tanto tempo…
Oggi già mi era venuta l’idea di mettere nero su bianco i miei pensieri, sapendo che ne sarebbe potuto risultare un post scomodo; poi, l’amica Leatitti mi ha inoltrato questa e-mail…

teschiSOMALIA: LA RAGAZZA LAPIDATA A MORTE AVEVA 13 ANNI, RIVELA AMNESTY
INTERNATIONAL

Contrariamente a quanto riferito da precedenti resoconti di stampa, la ragazza giudicata ‘colpevole’ di adulterio e lapidata a morte la scorsa settimana in Somalia aveva 13 e non 23 anni.

Aisha Ibrahim Duhulow e’ stata uccisa lunedi’ 27 ottobre da un gruppo di 50 uomini che l’ha lapidata a morte. L’esecuzione e’ avvenuta all’interno di uno stadio della citta’ meridionale di Chisimaio, di fronte a un migliaio di spettatori. Alcuni dei giornalisti locali, che avevano parlato di una donna di 23 anni, hanno raccontato ad Amnesty International di essere stati tratti in inganno dall’aspetto fisico della ragazza.

Aisha Ibrahim Duhulow era arrivata a Chisimaio tre mesi fa, proveniente dal campo profughi di Hagardeer, in Kenya. Nella citta’ portuale somala, Aisha Ibrahim Duhulow era stata stuprata da tre uomini e si era rivolta ai miliziani di ‘al Shabab’, che controllano la zona, per ottenere giustizia.
La sua denuncia aveva ottenuto come risultato l’arresto, l’accusa di adulterio e la lapidazione. Nessuno dei tre stupratori e’ stato arrestato.

Un uomo, che si e’ qualificato come lo sceicco Hayakalah, ha dichiarato a Radio Shabelle, un’emittente somala: ‘Lei stessa ha fornito le prove, ha confessato ufficialmente la sua colpevolezza e ci ha detto che era contenta di andare incontro alla punizione della legge islamica’.

Secondo i testimoni oculari raggiunti da Amnesty International, invece, Aisha Ibrahim Duhulow ha lottato contro i suoi carnefici ed e’ stata trascinata a forza nello stadio. Qui la ragazza e’ stata interrata e i 50 uomini addetti all’esecuzione hanno iniziato a colpirla, usando le pietre appena scaricate da un camion. A un certo punto, e’ stato chiesto ad alcune infermiere di verificare se la ragazza fosse ancora viva; fatto
cio’, la lapidazione e’ ripresa fino alla morte della ragazza.

‘Questa ragazza e’ andata incontro a una morte orribile, ordinata dai gruppi armati di opposizione che controllano Chisimaio: un altro degli oltraggi ai diritti umani perpetrato dai protagonisti del conflitto somalo, che dimostra ancora una volta l’importanza che la comunita’ internazionale agisca, attraverso una Commissione internazionale d’inchiesta’ – ha dichiarato Amnesty International.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 3 novembre 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

Questo mi ha riportato in mente altre terribili notizie in recenti anni passati…



teschiUNO stadio di calcio in Afghanistan. Gente sulle gradinate, una folla che grida e inneggia. A chi, verso cosa? Non c’è una partita in programma, non ce ne sono mai qui. Non si vede bene: le immagini oscillano, tremano, si offuscano e a tratti si ciecano. Eppure d’improvviso si fa chiaro, troppo chiaro quello che sta per accadere: tre donne col burqa, la veste che copre e nasconde interamente le afghane, entrano sul campo a bordo di un camioncino. Un uomo armato, col turbante, ne strattona una giù, la fa inginocchiare al limite dell’area di rigore. Si vede di nuovo pochissimo, forse la donna gira il busto, come a guardare cos’è quella cosa fredda puntata alla nuca. Nessuna cerimonia, parte un colpo. Davanti a lei, sulla traiettoria di tiro, si alza una nuvoletta di polvere provocata dal proiettile che le ha attraversato la testa. La donna muore e si accascia. La folla esulta, si piega e si arcua per catturare una migliore visione della scena: il corpo della donna è in terra, il burqa azzurro si tinge velocemente di rosso sangue.

È questo uno dei più scioccanti filmati di una esecuzione pubblica che l’Occidente abbia mai visto in tv. Forse il migliore, se così si può dire, documento delle atrocità perpetrate dai Taliban. È solo una piccola parte di uno sconcertante documentario che dura un’ora e che va sotto il nome di “Dietro il velo” e che la Cnn sta trasmettendo in queste ore. Girato dalla giornalista di origine afgana della Bbc, Saira Shah, che lo scorso anno ha viaggiato clandestinamente in Afghanistan.

(ALESSANDRA RETICO, Repubblica.it, Ottobre 2001)



teschiLO STERMINIO Più di 100 mila curdi uccisi con il gas nervino e i veleni Atto d’ accusa II, lo sterminio dei curdi. Il raìs ne ha fatti uccidere, tra il 1987 e il 1988, non meno di centomila e deportati altre migliaia. Dovevano essere puniti per il loro irredentismo, perché collaboravano con l’ Iran, perché rappresentavano una spina nel fianco in una regione ricca d’ acqua e petrolio. L’ esercito ha cancellato i loro villaggi, distrutto i pozzi, avvelenato i campi. Non c’ è un curdo che possa dimenticare una parola: anfal. E’ un termine che autorizza il saccheggio dei beni degli infedeli, usato dal potere per battezzare la campagna anti-curda. Saddam ha utilizzato l’ intero arsenale a sua disposizione ed ha impiegato i separatisti come cavie per un’ arma terribile: il gas nervino. Ad Halabja sono stati gasati 5 mila civili inermi, un’ operazione gestita dal cugino del dittatore, Alì Hassan Al Majid. Da quel giorno sarà conosciuto come «il chimico». Human Rights Watch riporta un commento agghiacciante del criminale: «Li ucciderò tutti con le armi chimiche. Chi dirà qualcosa? La comunità internazionale? Che vadano a farsi fottere».

(Olimpio Guido, Corriere della Sera, Dicembre 2003 – è solo un piccolissimo estratto delle atrocità di Saddam Hussein contro l’umanità, potete leggere il resto qua: archiviostorico.corriere.it)

 



teschiIl massacro di Srebrenica fu un genocidio e crimine di guerra, consistito nel massacro di migliaia di musulmani bosniaci nel luglio 1995 da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić nella zona protetta di Srebrenica che si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite.

È considerato uno dei più sanguinosi stermini di massa avvenuti in Europa dai tempi della seconda guerra mondiale: secondo fonti ufficiali le vittime del massacro furono circa 7.800, sebbene alcune associazioni per gli scomparsi e le famiglie delle vittime affermino che furono oltre 10.000.

I terribili fatti avvenuti a Srebrenica in quei giorni sono considerati tra i più orribili e controversi della storia europea recente e diedero una svolta decisiva al successivo andamento della guerra in Jugoslavia. Il Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia (ICTY) istituito presso le Nazioni Unite ha accusato, alla luce dei fatti di Srebrenica, Mladić e altri ufficiali serbi di diversi crimini di guerra tra cui il genocidio, la persecuzione e la deportazione. Gran parte di coloro cui è stata attribuita la principale responsabilità della strage, siano essi militari o uomini politici, è tuttora latitante.

Un video che mostrerebbe l'”evidenza dei fatti” fu trovato in possesso di Natasha Kandic, un abitante del luogo, e ritrasmesso dai media e utilizzato come prova nel processo contro Slobodan Milošević alla corte Internazionale dell’Aja.

[…]

Durante i fatti di Srebrenica, i 600 caschi blu dell’ONU, le tre compagnie olandesi Dutchbat I, II e III, non intervennero: motivi e circostanze non sono ancora stati del tutto chiariti.

La posizione ufficiale è che le truppe ONU fossero scarsamente armate e non potessero far fronte da sole alle forze di Mladić. Si sostiene, inoltre, che le vie di comunicazione tra Srebrenica, Sarajevo e Zagabria non fossero ottimali, causando ritardi e intoppi nelle decisioni.

Quando i serbi si avvicinarono all’enclave di Srebrenica, il colonnello Karremans diede l’allarme e chiese un intervento aereo di supporto il 6 e l’8 luglio 1995, oltre ad altre due volte nel fatidico 11 luglio. Le prime due volte il generale Nicolaï a Sarajevo rifiutò di inoltrare la richiesta al generale Janvier nel quartier generale dell’ONU a Zagabria perché le richieste non erano conformi agli accordi sulle richieste di intervento aereo. Non si trattava ancora, infatti, di atti di guerra con battaglie a fuoco. L’11 luglio, quando i carri armati serbi erano penetrati nella città, Nicolaï inoltrò la domanda di rinforzi a Janvier, che inizialmente rifiutò. La seconda richiesta dell’11 luglio fu onorata ma gli aerei (F-16) che stavano già circolando da ore in attesa dell’ordine di attaccare avevano nel frattempo ricevuto ordine di tornare alle loro basi in Italia per potersi rifornire di carburante.

Alla fine, solo due F-16 olandesi procedettero ad un attacco aereo, praticamente senza alcun effetto. Un gruppo di aerei americani apparentemente non fu in grado di trovare la strada. Nel frattempo l’enclave era già caduta e l’attacco aereo fu cancellato per ordine dell’ONU, su richiesta del ministro Voorhoeve, perché i militari serbi minacciavano di massacrare i caschi blu dell’ONU di Dutchbat.

(Wikipedia)



teschiCongo, lo spettro di un nuovo genocidio
Un milione e 600 mila profughi nella giungla senza acqua né cibo. Imperversano le violenze dell’Esercito del Signore

DAL NOSTRO INVIATO
NAIROBI – Lo spettro di un altro genocidio si aggira per il Congo orientale. Un milione e seicentomila profughi vagano nella giungla senza cibo e senza acqua pulita. Nei prossimi giorni dopo aver mangiato le ultime provviste rimaste rischiano di morire. Già in numerose famiglie hanno dovuto seppellire i più deboli, vecchi e bambini.

NON SOLO GOMA – La catastrofe umanitaria non è solo a Goma, circondata dalle forze del generale ribelle Laurent Nkunda. E’ in fiamme anche il nord, il triangolo dove si incontrano le frontiere di Uganda Sudan e Congo. In quell’aera ha colpito il Lord Resistance Army, letteralmente Esercito di Liberazione del Signore, un gruppo ribelli ugandesi famoso per la sua ferocia.

«SONO MOSTRI, NON UOMINI» - Un missionario ha scritto una lettera al Corriere della Sera. Eccola: «Gli uomini dell’LRA sono mostri non uomini. Mercoledi mattina, 17 settembre, è stata una giornata di violenze su numerosi villaggi della parrocchia di Duru. Scuole e mercato sono stati i luoghi presi di mira. Paura e tristezza sono nell’animo di tanta gente. Anche oggi le scuole sono chiuse». «Oggi – continua il documento – abbiamo cominciato in città a fare il censimento della gente scappata e rifugiatasi presso familiari o conoscenti. Parte della popolazione vicino alla frontiera sudanese è scappata in Sudan. Anche i nostri tre confratelli di Duru. Per radio ricetrasmittente e per sms abbiamo appreso che anche padre Mario Benedetti, settantenne, si è rifugiato in bici alla missione sudanese di Yambio, lontana 60 km da Duru, domenica sera. Chi scappa è gente della parrocchia confinante della Missione Duru e anche dei nostri villaggi più a est». «I guerriglieri LRA hanno ucciso alcuni adulti a sangue freddo con machete o scure o pugnale; hanno bruciato scuole e case e distrutto beni: moto, bici, bidoni pieni di olio di palma; hanno mostrato il loro volto e cosa vogliono. Hanno rapito un centinaio di alunni, degli insegnanti e alcuni adulti. Vogliono terra bruciata intorno a loro. Non vogliono che la popolazione li veda e possa dare informazioni alle nostre autorità civili e militari e della MONUC (la missione dell’ONU, ndr). Vogliono impadronirsi dei campi seminati. Mercoledi scorso LRA si è presentata al momento del mercato su più villaggi verso mezzogiorno o nel primo pomeriggio: i suoi uomini hanno razziato tutto e ammazzato i commercianti. I suoi capi di sentono braccati e isolati a livello internazionale. Non hanno i tradizionali appoggi palesi o nascosti di quando stavano in Uganda, sua patria. Il governo di Khartoum non li sostiene più. Kampala e Kinshasa sono contro». «LRA conta – si stima – circa 900 giovani uomini, nascosti nelle foreste nostre verso la frontiera. Sono presenti dal 2003. Hanno fucili e altre armi che conservano per attacchi militari. Per uccidere si servono soprattutto di machete. Il fucile fa rumore; il machete no».

(Massimo A. Alberizzi, Corriere.it, 03 novembre 2008… Sta succedendo adesso…)

 



logo_onuPotrei purtroppo andare avanti per ore e ore, per pagine e pagine. Potrei riparlarle dei genocidi commessi dal nazismo e che se in America avesse vinto il non-interventismo, forse sarebbero stati portati a compimento. Potremmo parlare dei campi di concentramento in Siberia, di cosa successe agli armeni e… a tanti, troppi altri. Ieri come oggi.

E adesso rifaccio la domanda… davvero l’intervento armato non serve mai? Davvero si può rimanere impassibili dicendo “sono questioni interne” o raccontandoci che non è vero nulla, che tutto viene inventato come scusa per scendere in guerra? Davvero possiamo girarci dall’altra parte sempre e comunque? Davvero pensiamo che con certi regimi si può dialogare, si può usare l’arte della diplomazia mentre migliaia e migliaia di persone, tra cui donne e bambini, vengono trucidate, seviziate, massacrate?

Io non sono filo-americano (né anti-americano), sia chiaro. Non dimentico cosa successe agli indiani d’america e nemmeno cosa è accaduto altrove. Vorrei anzi che l’Europa e le Nazioni Unite fossero in grado di camminare con le loro gambe. Ma in Europa e in Italia sentiamo ormai queste cose come se fossero lontane, distanti, come se da noi non potessero mai succedere (ma la Jugoslavia era dietro l’angolo…). Ci giriamo dall’altra parte, ci chiudiamo nei nostri orticelli trovando scuse su scuse per non guardare o per poter dire “non è colpa mia”.

Non mi è dato di sapere quali cose siano vere e quali siano false, non a me, non a voi, ma ad una comunità europea che sia forte, ad una ONU che fosse davvero in grado di fare ciò che è chiamata a fare, sì… potrebbe essere dato. Questo mi piacerebbe vedere nell’Europa: indipendenza, ma non protezionismo. Due passi dovremmo fare: imparare a camminare con le nostre gambe e… infine, metterci davvero in cammino, per conto nostro o con qualcuno solo quando la pensa come noi.
Senza paura di perdere chissà il “privilegio di esserne fuori”; privilegio che anzi, prima o poi, continuando così rischieremo davvero di perdere. Perché il mondo è più piccolo di quanto pensiamo.
unione europea

 

0 pensieri su “Davvero l’intervento armato non serve mai?

  1. Vediamo un pò se, e quanti risponderanno a questa tua domanda. Più volte ho cercato di coinvolgere le persone in dibattiti del genere….pare che la politica in generale ma soprattutto, dire e di conseguenza schierarsi, svelarsi, li mette in fuga, oppure, tra la disperazione di Brunetta, sono presenti ma assenti…Sono curiosissimo di leggere i prossimi commenti, spero che valgano il post che hai scritto…naturalmente darò anche io il mio modestissimo contributo….Buona giornata wolf

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  2. Non sono convinta che l’intervento armato risolverebbe… Risolverebbe (forse) un reale impegno politico, sociale ed economico. Ma fattivo e massiccio!! un servizio di educazione e di supporto per la gente comune, nel rispetto delle differenze etniche e religiose, ma un’educazione volta alla conoscenza dei diritti umani…
    Un intervento forte, deciso e terminato (anche militare) solo verso i centri di potere religiosi e politici.
    questo è quello che mi è scaturito di getto in risposta alla tua domanda…

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  3. …ottimo quesito, il tuo: solleva riflessioni sui principi umani, sui diritti dell’uomo e sul concetto stesso di pace.

    La prima considerazione che mi passa per la mente è questa: cosa siamo disposti a “sacrificare” in nome della pace?

    Siamo disposti, come nel caso della guerra in Bosnia, a sacrificare vite umane per non compromettere l’assetto geopolitico?

    Siamo disposti a contravvenire a tutti quei principi morali, su cui si fondano gli attuali stati?

    Oppure, cambiando di approccio, che cosa può determinare un intervento armato, da parte degli stati occidentali? Qual’è la linea di confine, oltre la quale uno Stato può e deve intervenire con la forza?
    Inutile far riferimento ai diritti umani se, poi, si accetta in nome di interessi politico economici veri e propri crimini contro l’umanità.

    O.

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  4. Ok, Wolf..accetto la sfida.
    Credo che la tua domanda sia pertinente, ma fuorviante.
    A noi fanno vedere solo una parte di quanto accade e solo unilateralmente.
    Se gli stati volessero impedire i crimini potrebbero farlo, ma no con un intervento armato.
    Cosa c’è dietro quelle guerre?
    Cosa cìè dietro il conflitto in Congo? I media non ce lo dicono, o meglio lo dicono, ma in pochi trafiletti che pochi leggono, ilò bombardamento mediatico tende a non dire la verità…e non è un caso.
    Cosa c’è dietro il conflitto in congo?
    Quanto gli interessi dei cinesi, quanto il contratto fatto dal governo con la Cina per lo sfruttamento di giacimenti di materie prime, contropagati con la costruzione di una linea ferroviaria mai avvenuta e mai iniziata, incide e fomenta quella guerra? Quanto?
    Tu parli di intervento armato, ma gli stati intervengono solo quando dietro l’intervento puo’ esserci un corrpispettivo economico.
    Non siamo noi, cittadini, che decidiamo come e quando intervenire, ma sono loro a farlo.
    Perchè l’america intervenne contro Sadam? Perchè? Per difendere la popolazione o per interessi strategici sul territorio?
    Gli stati di cui parli tu creano il conflitto….e poi…dovrebbero intervenire???
    No, interverrano solo quando l’intervento porterà a loro profitti economici. Solo allora.
    La tua domanda è legittima, ma (credo) ingenua.
    Non è dato a noi decidere su tali cose.
    Se tu avessi posto la domanda in questo modo?
    Quanti di voi avrebbero ucciso con le proprie mani Hitler pur di impedirgli di commettere quei crimini? A quella domanda avrei risposto e ti avrei risposto così.
    Se fossi stata consapevole di quello che Hitler faceva l’avrei ucciso con le mie mani, non so se ne sarei stata capace, ma posso dirti che avrei cercato di andare oltre le mie remore umane/morali…., ma noi non siamo lo stao anche se vogliono ancora farcelo credere….

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  5. x Anna: lo so, disquisivo solo sulla generalita’ dell’asserto! eheheh ;D

    x ilmiomaestro: non mi fraintendere, ma credo che spesso la rete sia usata per “protesta”, un po’ come “la piazza” (cioe’ le manifestazioni di piazza): la maggioranza resta silente. E’ vero quel che dici: hanno paura di schierarsi, di ricevere critiche e attacchi dai piu’ facinorosi.
    Buona giornata a te, caro 🙂

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  6. x Aliseys: errori li chiama chi difende il suo macabro operato. E dovrebbe essere chiaro che e’ una ben sterile difesa. Purtroppo a volte si vede che cosi’ non e’.

    x iovolevo: all’inizio, invece di “intervento armato” avevo messo la parola “guerra”: “Davvero la guerra non serve mai?”.
    Ma… “guerra” e’ un termine evocativo di portata piu’ ampia, piu’ estrema, se vogliamo. Emotivamente parlando, si scende in guerra per conquistare uno stato, non per proteggere una popolazione o una minoranza. Per questo poi ho cambiato terminologia.
    Dove voglio arrivare? Che, anche se puo’ sembrare controproducente… sono d’accordo con le tue parole, ma non dobbiamo dimenticarci che nel frattempo che l’impegno politico, sociale ed economico, certamente necessario, agisca… c’e’ gente che muore, stermini di massa, massacri, genocidi… questi vanno fermati, subito! Non si puo’ aspettare che gli interventi sociali facciano effetto! Le due cose devono essere messe in atto contemporaneamente: si agisce come te stessa dici, certamente, ma nel frattempo si deve intervenire per difendere le masse.
    Non so te, ma io mi vergognavo profondamente ogni volta che vedevo le immagini dei massacri perpetrati poche centinaia di chilometri piu’ a est (mi riferisco ai balcani) e che noi stavamo a guardare disquisendo seduti in poltrona.
    E se fossimo stati noi al loro posto? Credi che avremmo pensato mentre ci massacravano “Pazienza… la diplomazia deve fare il suo corso…”?

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  7. x O.: sono d’accordo O.
    E’ inutile fare le processioni contro gli interventi americani sostenendo che sono sempre interventi “interessati” se poi noi stessi ce ne stiamo in panciolle a guardare. Come troppo spesso accade, e’ piu’ facile opporsi che proporre.
    Per questo sostengo la necessita’ che una forza d’intervento, sotto l’egida dell’ONU o della Comunita’ Europea, dovrebbe essere pronta ad intervenire ogni volta che un genocidio viene perpetrato.
    Dopo, DOPO, si parlera’ di come intervenire per sostenere la condizione sociale di quel paese.
    Poi si puo’ discutere di come si possa evitare che i paesi arrivino a simili disastri. Questo e’ il vero errore a monte. Ma non possiamo usarla come scusa per stare a guardare.

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  8. x Rigi: qui non si tratta di sfida. Io non sfido nessuno.
    La tua e’ la visione del “complotto globale”, del “grande fratello” che ci fa vedere solo cio’ che vuole, che tanta voce ha oggi. E io, bada bene, mi vedo dallo smontare tale visione perche’ onestamente non sono in grado di sostenere se sia generalmente (questa parola deve essere sottolineata mille volte) e’ valida oppure o no.
    Ma non si puo’ non tener conto della gente che muore. Il problema a monte va rimosso, certamente, ma nel frattempo non si puo’ dire “altri hanno creato questo stato di cose, noi non c’entriamo, noi dobbiamo restarne fuori”. Ci sono donne e bambini che vengono massacrati nelle maniere piu’ efferate. Io dico: intanto fermiamo questi massacri. Poi, o nel frattempo, le discussioni sulle cause possono, anzi devono, essere fatte.
    Quando ci si trova di fronte ad una malattia, se ne studiano le cause al fine di debellarla, ma nel frattempo la si deve curare puntualmente. Altrimenti… si muore.
    Non sono cosi’ ingenuo come pensi, ma credo che il male degli occidentali di oggi, non sia il fatto che qualcuno ha teso su di loro un velo, quanto che loro stessi hanno accettato di tenerci sotto la testa.
    Se partiamo dall’asserto che Europa e ONU tanto sono succubi, tanto non saranno mai in grado di agire da sole, tanto non… allora e’ anche inutile discutere.
    Ma e’ proprio questa visione disfattista quella che deve cambiare.

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  9. iL MONDO è DAVVERO + PICCOLO DI QUANTO NN SI CREDA….
    QUANTE ATROCITà.
    E POI QUELLE INFIERITE SU BIMBI E DONNE FANNO ANCORA + MALE.
    + CHE PROTEZIONISMO OSEREI DIRE INDIFFERENZA.
    IL CHE ….INDIGNA ANCORA DI +.
    DV SI ANDRà A FINIRE DI QUESTO PASSO?!
    E CMQ BASTA LEGGERE I QUOTIDIANI X CAPIRE CHE OGNI ATROCITà VIENE COMMESSA.. POI STRUMENTALIZZATA DAI MEDIA
    X RENDERE ANCORA + OGGETTO, L’ESSERE UMANO CHE N’è INEVITABILMENTE VITTIMA.

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  10. VOLEVO AGGIUNGERE:
    TRISTE SENTIRSI IMPOTENTI DI FRONTE ALLO SCEMPIO DI GUERRE PASSATE E PRESENTI QUANDO CMQ SI SA CHE … IN PAESI CM GLI STATI UNITI ..PREVALE IL SENSO DELL’INTERESSE AD INTERVENIRE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE X LORO SCOPI E NN X AIUTI…
    AD OGNI MODO, WOLF…SN NOTIZIE AGGHIACCIANTI, QUELLE DA TE RIPROPOSTE CN ACUTA INTELLIGENZA E SENSIBILITà…
    MA NEL MIO PICCOLO, MI SENTO IMPOTENTE …
    E NN PENSO DI ESSERE LA SOLA.
    UN ABBRACCIO E GRX.

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  11. Si, sicuramente non sei la sola a sentirti impotente, perche’ noi non possiamo fare nulla di concreto da soli, ma solo insieme. Hai ragione: trovo che ci sia molta speculazione su argomenti come questi, da una parte e dell’altra. E sono dell’avviso che, soprattutto quando ci sono vite in gioco, questo sia davvero raccapricciante.

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  12. Certamente il mio dire “accetto la sfida” era scherzoso, poichè tratti un argomento molto delicato e complesso….
    Poi, in quanto all’essere inerti…io non credo che il mio punto di vista avvalori l’inerzia…credo che bisogna combattere con altri armi, su altri fronti…questo volevo dire…., ma tutto quello che dico puo’ essere suscettibile di cambiamento se approfondendo trovo altri elementi…
    In quanto al complotto globale, non lo chiamerei così, dico solo che praticamente le multinazionali con il loro potere economico hanno la forza di incidere su governi e stati i cui rappresentanti spesso non sono immuni da veri e propri conflitti d’interesse….

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  13. Questo non lo nego, cara Rigi, sarebbe come nascondersi dietro un dito. Ma muoversi contro queste lobby, cercare di intervenire con aiuti umanitari e sociopolitici, non sono cose in alternativa ad un intervento per fini di difesa delle popolazioni colpite.
    Oggi, per fortuna, ci arrivano anche le notizie di organi e giornalisti indipendenti, cosi’ che le cosiddette “guerre dimenticate” vengono scovate e menzionate.
    Noi (inteso come Europa) dovremmo essere in grado di vedere questi avvenimenti con i nostri occhi e decidere con le nostre menti, al di la’ di lobby e favoritismi. Poi, certo, non sempre si puo’ intervenire prontamente, purtroppo. Sappiamo tutti cosa e’ successo in Tibet, ma sfido qualunque democrazia a partire e difendere i tibetani con l’uso delle armi. Sarebbe stata una tragedia di immani proporzioni. A volte davvero si puo’ intervenire solo con strumenti diversi, seppure a prezzo di molte vite. Ma non e’ perche’ in certe situazioni non si puo’ intervenire che allora ci possiamo sentire autorizzati a lasciare altri esseri viventi in balia dei loro, forse “meno pregiati”, aguzzini.
    Se tu dalla finestra vedi un bambino malmenato, cosa fai? Intervieni in qualche modo, no? O direttamente o almeno dando l’allarme a chi di competenza. E questo indipendentemente da chi sia l’aggressore di quel bambino.
    Be’… nei Balcani e’ successo lo stesso: noi ci eravamo li’, vedevamo tutto, tutto cio’ che stava succedendo, ma prima di intervenire abbiamo lasciato che migliaia di persone fossero trucidate. Sotto i nostri occhi.
    Qui non c’entra di chi e’ la colpa, di chi sono gli interessi: quando ci sono vite in gioco, non si puo’ restare alla finestra.
    Io sono d’accordo con te: l’uso delle armi non deve essere una “alternativa”, ma un’opzione complementare che a volte e’ necessaria.

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  14. Io rimango, ancora una volta, senza parole davanti ad una situazione in cui ad un essere umano viene negata la sua dignità di uomo.
    Nel mondo ne esistono di casi innumerevoli ed ahimè sempre più frequenti.
    Penso che bisognerebbe mutare la mente di molte persone e forse imparare a rispolverare un pò le nostre vecchie coscienze annichilite ed imbalsamate dal lasciarsi vivere.
    Gli interventi armati sono semplici strumentalizzazioni ma, a mio avviso, non risolvono.
    Un saluto Wolf.
    Giò

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  15. x Gio’: Dire che “ad un essere umano viene negata la sua dignità di uomo” e’ addirittura riduttivo 😦
    Gli interventi armati sono semplici strumentalizzazioni se vengono usati con questo scopo. Se con “non risolvono”, intendi dire che non si cambia con le armi le menti delle persone, be’, sono d’accordo. Per cambiare le menti ci vuole altro. Ma anche se davvero si volesse intraprendere questa strada, il processo sarebbe lungo, e nel frattempo morirebbero migliaia di persone. Ognuna di esse non puo’ aspettare che cio’ avvenga. Le due cose, l’azione sulle coscienze e la difesa delle persone, sono azioni che devono essere portate avanti parallelamente.
    Ciao cara Gio’ 🙂

    x Anna: 🙂 Buona serata e abbraccio anche a te!

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  16. rileggere il tuo scritto con queste parole è già diverso, il mio timore è che spesso si possa essere (me compresa) semplicistici…
    comunque torno appena posso che ho un paio di cosette da aggiungere.
    😉

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  17. ahahah sa un po’ di minaccia, ma va bene, ti aspetto! eheheh

    Comunque io non sono mai stato per “la guerra per la guerra” e tantomeno per quella a fini coloniali, che sia con occupazione “fisica” o “politico-economica”.

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  18. E’ molto difficile affrontare un argomento cosi’ complesso in queste poche parole senza richiare banalita’ e senza trovare soluzioni.
    Non credo che un intervento armato, cioe’ una guerra, aiuti la popolazione. Lo abbiamo visto in Iraq. Saddam li ammazzava, ma gli americani ne hanno ammazzato ancor piu’: se questo è difendere !!!
    Purtroppo sappiamo che quando c’è un intervento armato cosidetto umanitaria in realta’ c’è una occupazione, un interesse economico, da proteggere , ecc. ecc.
    Certamente non è giusto. Non è giusto che dove non ci sono interessi economici, o questi sono dalla parte dei “cattivi” , o c’è interesse a che si “scannino tra loro” , il mondo non guarda o al massimo spende una lacrimuccia!!|
    Le forze dell’ONU dovrebbero essere VERAMENTE di PACE, e presidiare, intervenire a proteggere la popolazione. Vero.
    Ma le violazioni dei diritti umani sono mondiali, sono sotto tanti aspetti. C’è la fucilazione della donna in Afganistan, ma ci sono anche le fucilazioni in Cina.
    Tutto è poi per il dio denaro.
    Ma qui apriremmo una ulteriore immensa discussione.
    Chiudo solo con una considerazione che in parte segue il tuo discorso: e’ giustificato uccidere per aiutare un altro essere? Si.
    E’ giustificata una guerra? no
    LEATITTI

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  19. Ciao Cara 🙂 Come scrivevo sopra, in particolare a iovolevo, ho scelto le parole “intervento armato” anziche’ “guerra” non a caso: io parlo di uso delle armi per difendere una popolazione, non per occuparla, pur comprendendo che in taluni casi ci possa essere una fase comune delle due azioni.
    Vedi… sono ovviamente d’accordo, e anche questo l’ho gia’ scritto molte volte: bisogna evitare che azioni armate vengano condotte per motivi di profitto o per il privilegio di pochi; bisogna evitare insomma che l’intervento venga fatto solo dove ci possa essere un qualche “ritorno economico”. Questo non si discute, e non si puo’ non essere d’accordo.
    Ma… tu vedi solo un lato della moneta; l’altro lato e’ che bisognerebbe intervenire in protezione delle popolazioni massacrate sempre, con e senza uso delle armi, ovvero compiendo azioni atte a migliorare le condizioni di vita di quei popoli ma fermando immediatamente i crimini orribili che su di esse vengono compiute. E per questo, difficilmente si puo’ evitare l’uso della forza.
    Mi piace (anzi, mi dispiace) riportare qui l’esempio che ho fatto a rigirandola: “Se tu dalla finestra vedi un bambino malmenato, cosa fai? Intervieni in qualche modo, no? O direttamente o almeno dando l’allarme a chi di competenza. E questo indipendentemente da chi sia l’aggressore di quel bambino.
    Be’… nei Balcani e’ successo lo stesso: noi ci eravamo li’, vedevamo tutto, tutto cio’ che stava succedendo, ma prima di intervenire abbiamo lasciato che migliaia di persone fossero trucidate. Sotto i nostri occhi.
    Qui non c’entra di chi e’ la colpa, di chi sono gli interessi: quando ci sono vite in gioco, non si puo’ restare alla finestra.
    Io sono d’accordo con te: l’uso delle armi non deve essere una “alternativa”, ma un’opzione complementare che a volte e’ necessaria.”

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  20. I “no” a priori si sprecano, all’opposizione e anche qui nel blog del caro wolf. Mi diverte leggere e sentire quanti ripudiano le guerre, quanti siano stati bravi a procurarsi la bandierina della pace da appendere alla finestra, e quanti immancabilmente sono scesi in piazza a denunciare gli orrori della guerra. Buonisti o menefreghisti?….Non mi ricordo che, mentre Saddam assassinava il popolo curdo con i gas, qualcuno di quelli che esponevano l’arcobaleno della pace abbia fatto qualcosa…..nemmeno quando le due etnie nel Congo si decimavano a forza di colpi di machete come ha sottolineato Rigirandola….e il Darfur?….Li persistono ancora le guerre intestine….eppure non vedo gente in piazza, non vedo tutte quelle agitazioni come quando si deve dire “no”….Allora mi chiedo….saranno tutte manifestazioni per “pulirsi” la coscienza?….E poi….passi il no….ma l’alternativa?…Quale sarebbe?….C’era modo di parlare forse con Saddam Hussein e intavolare trattative diplomatiche?….E’ possibile farlo adesso nel Darfur?….Con chi si doveva trattare in Congo?……Alla fine si vuole condannare a priori l’America e gli americani che comunque si muove sotto l’egida dell’ONU.
    E politica, e la politica è uguale dapperutto, è opportunista e spietata ovunque….mente Putin e mente Bush, mente Berlusconi e mente Brown, non è una novità e non vedo perchè si debba condannare sempre l’America….è chiaro che nessuno fa niente per niente….nessuno spenderebbe miliardi di dollari per una guerra distante 10,000 km. se non avesse un sicuro tornaconto a lungo andare facendo precipitare nel frattempo l’economia di uno stato.
    Ora c’è l’Iran…..che facciamo?…Lasciamo che si costruiscano tranquilli il loro arsenale atomico?….Sono 4 anni che si provano trattative diplomatiche….cosa bisogna fare?….Lo chiedo ai contrari alle guerre come deterrente….vorrei si pronunciasse anche Rigirandola in merito….Grazie.

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  21. Che cosa può essere oggi “guerra giusta”? Ieri la parola “giustizia” voleva dire adeguazione dell’uomo a un ordine del mondo, a un ordinamento del mondo ritenuto vero. E la pace è la situazione in cui si può vivere questo ordinamento del mondo ritenuto vero. Allora la pace è la situazione autentica dell’uomo, perché è la fedeltà, potremmo dire, a ciò che è vero. Ora questo modo di intendere la verità e quindi la giustizia – giustizia vuol dire adeguarsi a come stanno le cose – ecco, questo modo di intendere la giustizia è drammaticamente venuto meno nella storia della nostra cultura. Cioè non si crede più che esista un ordine vero, a cui ci si debba adeguare

    Aristotele disse che la guerra è giusta solo se “in vista di pace”.

    Eraclito diceva che “la guerra è la madre di tutte le cose,”. Ma, se noi intendiamo le cose come ciò che si lascia manipolare, modificare, distruggere, allora dobbiamo rovesciare la sentenza di Eraclito e dire: le cose sono la madre di tutte le guerre. Cioè pretendere di estirpare la guerra senza estirpare ciò che la provoca è una grande illusione, ma anche un’illusione pericolosa. La storia ci insegna – che alla base di ogni conflitto c’è sempre un interesse economico. Perché i mezzi di informazione non mettono in risalto questo fatto, ma fanno apparire CERTI PAESI come i paladini della giustizia, che vanno a ristabilire l’ordine lì dove è stato compromesso e tacciono volutamente sugli interessi economici che sono alla base dei conflitti?

    Perché dire alla gente che c’è una motivazione etica, è un modo di dare una certa forma di fede, un modo di motivarla. Chi va al fronte non credo che gradisca che si accentui l’aspetto crudamente economico, ma preferisce accompagnare questo aspetto economico con motivazioni ideali

    Detto questo il linguaggio dei diritti è l’altro elemento essenziale. Dobbiamo essere consapevoli dell’insostituibilità dei diritti, in quella che Bobbio chiamava “l’età dei diritti”, e soprattutto la necessità di avere progresso e riforme attraverso il diritto e non attraverso la violenza. Questa è una base da cui dobbiamo partire tutti per parlare di diritti umani.

    se la violenza in sé difficilmente è eliminabile, perché fa parte dei “mostri che abbiamo dentro” come dice Gaber, la guerra no. La guerra è un’azione politica, anzi è il fallimento della politica. E in quanto tale non può e non deve essere assunta come fattore fisiologico e strutturale del sistema globale.

    Ma in molti casi, ed è inutile nasconderlo, la guerra è l’unico mezzo per mettere fine a certi orrori

    Che poi se ne facciano altri è inevitabile. Purtroppo.!!!

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  22. E’ una questio troppo complessa, Wolf. Di fronte alle atrocità di cui hai parlato, d’istinto viene voglia di mandare eserciti per fermare qulle bleve, quei mostri che non hanno un briciolo di umanità.
    Ma cosa può fare un “povero” esercito? Arrestare tutti gli islamici più o meno estremisti? Cancellare le etnie e le guerre tribali in Africa?
    Ma perché gli uomini non imparano mai a vivere in pace?

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  23. Ho letto un approfondimento su quello che fecero le milizie di Milosevic: roba da fare invidia ai più neri crimini nazisti, e lui, è morto tranquillo tranquillo, neanche il tempo di condannarlo.
    Millenni di storia e millenni di guerre: siamo sempre allo stesso punto.

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  24. ??? avevo scritto prima ma è scomparso, boh!|!
    comunque il succo è che è molto difficile trattare questi argomenti in poche parole,senza rischiare di banalizzare.
    Mi chiedi se interverrei assistendo ad una violenza: tu sai che lo farei. Infatti ho scritto nel primo post che giustifico una morte per salvarne altre.
    Ma mi chiedo anche: in caso di intervento militare, siamo sicuri che venga colpito il “cattivo” .
    I diritti umani vengono violati a livello mondiale , in Afganistan ma anche in Cina, e allora che si fa?

    Per quelli poi che appendevano le bandiere alle finestre… beh lasciamo perdere.
    Chiudo con un sogno:
    il mondo che il mondo diventi un po’ piu’ animale , cioè impari da loro .
    C’era un libro di Cassola ” Il paradiso degli animali” che prevedeva un mondo di animali in cui i cani prendevano il posto degli uomini, copiando tanti atteggiamenti, ma… senza guerre.
    Buona notte
    leatitti
    un baciotto ai tuoi BELLICOSI mici 🙂

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  25. …se esiste una verità, probabilmente non la conosciamo altrimenti la realtà apparirebbe sullo schermo proiettata in modo “diverso”. La guerra non serve, ma neppure l’indifferenza serve…sarebbe tutto più semplice se ricordassimo di essere una cosa sola e se ricordassimo come si fa…è così semplice, ma non facile.
    questo il mio pensiero

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  26. Dear friends…
    Ci credi che è da stamattina al lavoro che leggo questo tuo post? E non
    basterebbero fiumi di parole per colmare quello che queste azioni scavano
    dentro. Da sempre l’uomo uccide suo fratello, come ebbi a dirti in un commento
    precedente, un giorno, sulla faccia della terra, si è svegliato un terribile
    predatore, e purtroppo siamo noi. E il noi è accusativo, perche’ anche se non lo
    facciamo, non interveniamo. Siamo la maggior forza di non intervento. Non parlo
    di interventi militari, ma di quelli che dovrebbero essere ‘interventi civili’
    ., Vedi, come qualcuno ti ha gia’ scritto il mondo è mosso dal denaro, e non c’è
    peggior tentazione per l’uomo che il potere. Io credo che i grandi abbiano tutto
    l’interesse a mantenere nell’arretratezza certe culture, per concomitanza di
    fatti, hanno sotto i piedi il tesoro attuale del mondo quello che adesso fa
    girare il mondo…
    Da giorni per varie cose mi tornano a mente le ultime battute finali del film ‘I
    tre giorni del Condor’ Oggi ti chiedoni il petrolio, domani sara’ il pane
    l’acqua chissa’…
    Bellissimo post, condivido lo spirito ma io sono ancora di quelli che
    caricherebbe il cannone di fiori…

    Pensierino della sera…

    è nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo.

    Jim Morrison

    Buona notte Wolf 🙂

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  27. x ilmiomaestro: Mah… ad esempio Rigirandola era partita con una dura opposizione, ma quando ha capito qual era la mia reale posizione, ovvero l’uso della forza per proteggere i più deboli e assolutamente non per altri fini, è diventata più… possibilista, almeno per ora 🙂
    Io credo che ci sono parole che nella nostra cultura sono diventate tabù (nucleare, guerra, armi… ma anche tante altre) e appena le si pronuncia subito si ottiene un’alzata di scudi. Perché? Bé, primo perché sono evocative, poi perché sono facilmente strumentalizzabili. Populismo insomma. Poi però… ci sono persone che riflettono e capiscono, altre per le quali l’importante è opporsi a priori.
    Ecco… non mi interessa tanto che chi viene a leggere sia d’accordo con me, vorrei però vedere gente che ascolta e legge… ma riflette con la propria testa, che non usa solo parole che ha sentito dire dalle proprie “guide”. Che ha un pensiero… suo.
    Dialogo e condivisione, sono le mie parole chiave.
    Io ho cambiato idea molte volte nel corso della mia vita. Mancanza di carattere? Può essere… ma a me piace pensare che sia perché preferisco confrontare sempre il mio pensiero con quello degli altri, senza paura o vergogna nel cambiare se mi appare superato.
    Il messaggio che ho voluto dare qua è molto semplice in fondo, e sono contento che persone come la brava Rigi, abbiano capito: prima di tutto c’è la tutela degli inermi, di chi rischia di essere annientato, ed è da perseguire con ogni mezzo, anche se, ma mi pare perfino ovvio e superfluo dirlo, sempre con buon senso. Non si usa un cannone per abbattere una zanzara.
    Poi, o nel frattempo, si devono cercare le altre strade – della diplomazia, degli aiuti economici e sociali – e dismettere la forza non appena il pericolo è cessato e quelle povere persone sono salve.
    Questo è il mio pensiero.
    E onestamente… non capisco come possa disturbare tanti.

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  28. Non posso esprimermi wolf… non sono tipo da cadere nella retorica o nel coro… e qui mi sembrerebbe davvero di farlo… nella paura di sembrare così o cosà… non fa per me, non ho idee preconcette, mi interesso dell’essenza, dell’armonia, dell’intonazione col cosmo e col futuro. Sono possibilista, aperta, provo per quel che posso in questa società a muovermi senza eccessiva paura. So cosa voglio e cosa no, e in base a questo opero le mie scelte. Per il resto sto a guardare, come molti, e lotto, come molti, mi oppongo, come molti e accetto, come molti. L’equilibrio ce lo costruiamo dentro senza troppi estremismi, cercando di capire cosa crea la realtà. Non è facile, credimi. E’ sicuramente più facile puntare un fucile contro qualcuno. Faccio quello che mi sento di fare, passo dopo passo. E onoro la Vita.
    Un abbraccio
    Cri

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  29. Ti chiedi perchè non passo spesso a trovarti, lo so. Una cosa che invece non sai è che la mia casa è in una delle pochissime vie del Veneto che non sono servite dall’ADSL, in piena periferia perfettamente urbanizzata.
    Quindi quando posso, ti lascio un abbraccio che vale per tre :)))

    Passa una buona giornata, una buona serata, e se non è buona, falla diventare così dentro te… non permettere che la tua buona risonanza sia intaccata. Abbiamo molto lavoro da fare, lo sai? Tanto semplice quanto importantissimo: elevare la frequenza vibratoria del pianeta. Mi dai una mano? Da sola non ce la faccio, è un pò pesante 🙂 Cosa devi fare?

    Quando te la senti, durante il giorno, quando ti senti felice di farlo… fai crescere a forza dentro di te un sorriso immenso, enorme, spropositato, fantastico. La somma di tutte le cose belle che sai di avere dentro il cuore. Sappi che questo sorriso è LUCE pura.

    Quando ti senti colmo/a fino all’orlo e non puoi e non vuoi più contenerlo… con un gesto liberatorio ( o fallo con la mente se non puoi altrimenti) apri le braccia e inonda il mondo della tua luce… LIBERALO….LIBERATI. Ne vedrai prestissimo gli effetti, anche in giornata. E poi ringrazia te stesso/a, e il Dio che è dentro di te, che tu sei, che NOI SIAMO.

    Un abbraccio nella luce.
    Cri

    ecco vedi… se si capisse la potenza delle energie sottili…
    un giorno mi darai ragione :)))

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  30. x yasmine: buonanotte anche a te cara… e quando vuoi presentarmi la modella della foto… fai pure, eh! ahahah
    :-*

    x ilavi: Dora… non posso essere d’accordo con il tuo commento, fatto salvo la sua parte più importante: la conclusione 🙂
    Premesso che più e più volte ormai ho sottolineato che c’è un preciso motivo nella mia scelta di parlare di “intervento armato” anziché di “guerra” (“io parlo di uso delle armi per difendere una popolazione, non per occuparla, pur comprendendo che in taluni casi ci possa essere una fase comune delle due azioni.”), non possiamo dire che TUTTI gli interventi militari sono stati compiuti per motivi economici, solo alcuni lo sono stati, magari anche tanti, ma non certo tutti. E credo sia una mancanza di rispetto per tutti coloro che hanno dato la vita per difendere vite altrui, non riconoscerlo.
    Io sono assolutamente d’accordo con le parole di Aristotele che citi, e le trovo assolutamente attuali.
    Certo, su una cosa sono d’accordo, e anche questo l’ho già sottolineato più volte: è una faccenda troppo importante per lasciare che siano gli altri a decidere. E questa mancanza di iniziativa, di coraggio, di responsabilità, è proprio quella che imputo all’Europa e alle Nazioni Unite. Noi non vogliamo mai uscire dai nostri confini, ma poi ci indigniamo e gridiamo allo scandalo perché chi si macchia di gravi massacri resta impunito. Sessanta anni fa, siamo stati salvati da altri che sono venuti qui a combattere. E francamente, se l’hanno fatto per un tornaconto economico (e non lo credo) o perché credevano davvero in ciò che facevano, conta per me meno del risultato che hanno ottenuto.
    Prima di dire che “quello che fanno è sbagliato”, iniziamo a metterci in grado di non averne bisogno noi per primi.

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  31. x happysummer: Un “povero” esercito non può e non deve fare nulla da solo, deve collaborare affinché uno stato di cose cambi. E la sua parte deve essere quella di salvare popolazioni inermi. Non mi sembra poco.
    Parli di Milosevic… bé, io mi sono vergognato di pensare che noi lì ci eravamo, sapevamo tutto, e l’abbiamo lasciato fare. Per quanto mi riguarda, siamo colpevoli anche noi.

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  32. x Leatitti: no, non siamo sicuri al momento. Ma anche questa è colpa nostra: lasciamo decidere ad altri come se non avessimo voce in capitolo. Noi, come Europa, dobbiamo decidere con la nostra testa, sulla base di ciò che noi vediamo. Se poi altri sono d’accordo con noi, bene, altrimenti si va avanti da soli. Certamente finché affideremo ad altri queste scelte, avremo poco da lamentarcene dopo.
    Della Cina ho parlato, cara, ho scritto “Poi, certo, non sempre si puo’ intervenire prontamente, purtroppo. Sappiamo tutti cosa e’ successo in Tibet, ma sfido qualunque democrazia a partire e difendere i tibetani con l’uso delle armi. Sarebbe stata una tragedia di immani proporzioni. A volte davvero si puo’ intervenire solo con strumenti diversi, seppure a prezzo di molte vite. Ma non e’ perche’ in certe situazioni non si puo’ intervenire che allora ci possiamo sentire autorizzati a lasciare altri esseri viventi in balia dei loro, forse “meno pregiati”, aguzzini.”

    Il nostro errore è volere un mondo senza guerre a priopri, senza capire che finché non saremo riusciti a creare le condizioni di benessere e giustizia per tutti, “disarmarci” vorrebbe dire metterci alla mercé di chi è senza scrupoli.

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  33. x palace: sono d’accordo, palace, a patto che lo si faccia tutti. Che tutti si pensi e si capisca di essere una cosa sola. E il mondo, è evidente, è lungi dall’essere pronto.
    Questa non può essere una scelta unilaterale. Ci si disarma insieme. non può restare disarmato di fronte ad un nemico senza scrupoli. Non sperare che “capirà il gesto e lo farà anche lui”, non succederà.
    Un giorno, spero, ci arriveremo. Ma non oggi e non domani.

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  34. x Marco: … e allora Marco? Fosse anche vero che la maggioranza delle guerre sono fatte per denaro e potere… stiamo a guardare? Stiamo a guardare chi uccide donne, bambini, uomini innocenti? Credo che meriti più rispetto chi interviene ad aiutare una popolazione che rischia lo sterminio perfino se lo fa sperando di averne un ritorno economico, di chi chiude le imposte delle proprie finestre per non vedere.
    Se noi facessimo la nostra parte, saremmo in grado di decidere e non di accettare supinamente cosa gli altri decidono al posto nostro.

    Grazie per il pensierino della sera 🙂

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  35. No Wolf non hai capito, la missione e portare tutti i cittadini del mondo allo stesso livello, anche se questo vuol dire meno ricchezza per chi ne ha tanta, solo che è utopia, ma con la violenza si genera solo violenza, dobbiamo crescere 🙂

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  36. x Cri: finché si può fare, cara, finché si può fare 🙂 Tu puoi farlo, io posso farlo, ma chi riveste certe posizioni e cariche non può e non deve farlo. E’ lì per guardare anche “all’esterno”.

    ahahah il tuo secondo messaggio, Cri… mi ha già fatto sorridere! 🙂 E’ un bel messaggio. E certamente funziona, non so se nel senso che credi tu, ma verso noi stessi funziona sicuramente.
    Un caro abbraccio…

    “Volgi al Bello ciò che è brutto a vedersi. Nel quieto meditare sprigiona fiamme d’Amore, perché l’Amore radiante è Armonia di cose-eventi che addolciscono occhi lacrimanti impietriti dall’ottenebrante aritmia.
    Ma non pretendere, o tu che tenti di modulare l’arpa, che altri si accordino con te. Le anime devono essere lasciate libere di vibrare come vogliono, perché ogni musica è adatta all’espressione di quella coscienza.
    Se hai compreso l’Arte non devi fare altro che risuonare la tua stupenda melodia perché, fra l’altro, essa modellerà il subconscio collettivo, apportando stille di balsamo a cuori affranti.
    Ama il silenzio che irraggia “quanti” di fuoco risolventi, e naufraga soavemente e in libertà nell’etere-alcova, dove enti sognanti e discordanti si opprimono.”

    Raphael, da “La Triplice Via del Fuoco”

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  37. Marco: ho capito benissimo invece, e mi guardo bene dall’oppormi ad un simile pensiero e progetto. Ma… ci vuole tempo, tanto, il mondo non è pronto, passeranno decenni, forse secoli. E nel frattempo ci saranno popolazioni che subiranno genocidi. Intanto cominciamo a difenderli. Una cosa non esclude l’altra 🙂

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  38. E’ splendida la citazione che riporti… e mi trova in perfetta sintonia…
    Infatti il mio è un soliloquio… che mi straripa da dentro e non posso contenerlo… l’unica cosa che mi rende felice è amplificarlo :)))

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  39. Ho cominciato a scrivere questo commento tantissime volte perché vorrei metterci dentro tutto quello che penso. Volevo riuscire a trovare le parole giuste per far capire che l’opposizione alla guerra, agli interventi armati, alle armi non è solo una decisione a priori, non è solo un modo di fare i “pacifisti” a tutti i costi. Io sono fermamente convinta che gli interventi armati non possano essere risolutivi perché quello che bisognerebbe cambiare è il modo di vedere, la cultura di alcuni “popoli”. Credi che intervendo con la forza in Somalia e mettendo fine alle violenze il modo di pensare di questi uomini cambierebbe? credi che capirebbero quanta efferatezza e cieca crudeltà e ignoranza dimostrino nel loro trattare le donne? credi che una volta liberi non lo rifarebbero? Io credo che la violenza risolva poco e risolva male, generando altra violenza. Ne sono fermamente convinta. Per questo sono “pacifista”. Non per ottusità.
    Eppure Wolf se avessi potuto sarei piombata in quello stadio e avrei difeso quella ragazzina di tredici con tutti i mezzi a mia disposizione: violenza compresa. Bollando come vigliacco qualsiasi persona ferma a gurdare e indecisa. Sarei stata pronta a puntare una pistola contro chi assassinava quelle donne in Afghanistan e così via.
    Stare a guardare è una colpa. Non sentire l’istinto di aiutare a qualsiasi costo è una colpa. Non intervenire, a volte, è una colpa.
    Ho volutamente tralasciato, nel mio commento, considerazioni su guerre e interessi economici perché è l’aspetto umano e di coscienza quello che io ho colto nel tuo post.

    Ti abbraccio.

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  40. x Cristina: Sapevo che ti sarebbe piaciuta, l’ho messa apposta 🙂 E’ sempre piaciuta molto anche a me 🙂

    x Anna: eheheh grazie cara, stamattina ho preso una cioccolata al distributore automatico pero’! ;D
    Buona giornata anche a te 🙂

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  41. x Sofia: eh, tu parti da una presa di posizione che appare distante, ma alla fine vieni dalla mia stessa parte. Ho scritto gia’ molte volte che la forza da sola non cambia uno stato di cose radicato, essa ha il compito di difendere chi sta per essere ucciso. Certamente non e’ “la soluzione”, ma a volte ne fa parte, a volte non si puo’ prescindere da essa se si vuole evitare il massacro di gente inerme.
    Abbraccione 🙂

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  42. La mia “presa di posizione” che poi non si rivela tale, affonda la sua ragion d’essere nelle cose in cui credo.
    Avrei potuto rispondere scrivendo semplicemente ” A volte l’intervento armato è necessario. E lo scrive una che ha in orrore questo tipo di decisione anche perché la ritiene inutile”. Solo che scorrendo i commenti ho notato che la posizione di “pacifismo” molto spesso viene scambiata per inerzia o addirittura come mera scelta politica o ottusità e ci tenevo, quindi, a dire che non è così. Molto spesso nasce da un pensiero differente, da una testa che ragiona in modo diverso e che non è solo pilotata.

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  43. sinceramente non lo so…
    così d’istinto ti risponderei di sì, che l’intervento armato è auspicabile e necessario per schermare quella violenza inaudita che rimbalza da una parte all’altra del mondo…
    ma in certi paesi purtroppo quelle morti così orribili per lapidazione, non sono fatti criminali, è la loro legge! magari mitigata dal fatto che non si possa lapidare una minorenne, ma la loro legge prevede che una donna adultera sia sottoposta a quella condanna…
    così come in altri stati è legale condannare un uomo alla sedia elettrica (altra morte orribile)…
    o uccidere un essere vivente che ancora non è nato…

    non lo so caro Wolf…

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