Il fascino del Male e la sete di Potere

E’ indubbio che il Male attrae molte persone: ha fascino, trasmette potenza, sia in chi lo produce che, talvolta, perfino in chi lo riceve. Basti pensare ai rapporti sadomasochisti, che vanno spesso ben al di là del sesso e, a volte, che col sesso non hanno nulla a che fare. Forse avrete sentito parlare della “Sindrome di Stoccolma”, “condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (in alcuni casi anche fino all’innamoramento) nei confronti del proprio rapitore” [fonte: Wikipedia], certamente tutti sappiamo con quale godimento certi personaggi (pensiamo ai lager nazisti o ai gulag sovietici, ma anche alle “bestie di Satana”) arrivino a infliggere tormenti e morte alle loro vittime.

Senza arrivare a questi estremi, cosa spinge una persona a danneggiare volutamente qualcuno, a volte perfino qualcuno a cui sostiene di volere bene, solo per il “gusto” del dolore che infligge? E cosa spinge – cosa ancora più strana, in quanto credo assente nel regno animale, a differenza del precedente comportamento – la vittima ad accettare e a volte addirittura a ricercare, il dolore e l’aguzzino?

Per la presenza di fenomeni di questo tipo a ogni livello (perfino nel regno animale), rifiuto di fermarmi alla catalogazione del “fascino del male” in “disturbo patologico della personalità”.

Ebbene io credo che il fascino del male sia in realtà un sottoprodotto di un’altra “attrattiva”, qualcosa che – più del sesso, che anzi talvolta diviene anch’esso sua manifestazione – domina il mondo, ovvero la “sete di Potere”.

07La sete di Potere è presente ovunque, la sua base a ben vedere non è nemmeno “patologica”: è la Natura stessa, nei suoi disegni, ad esprimerlo. Pensiamo alle lotte intestine, e spesso molto crudeli, tra animali dello stesso gruppo, al fine di assicurarsene il predominio. Per la Natura, è semplicemente una opportunità in più per l’evoluzione della specie: l’animale più forte, ha più possibilità di riprodursi e rafforzare la razza. Pensiamo al pacifico micio di casa, che si improvvisa aguzzino, torturatore, di ogni povera bestiola che gli capita a tiro.

 

L’uomo probabilmente è solo un passo più in là. La sua capacità di applicare la logica e l’intelligenza anche a fini “malefici” e distruttivi, l’ha portato ad amplificarli e distorcerli. Fino ad arrivare, adesso sì, alla patologia. Ma tutto, a mio avviso, parte da lì: un bisogno non raggiunto di esprime potere, di sentirsi in qualche modo superiori agli altri, di avere ciò che, essi credono, gli altri vorrebbero e non hanno.

 

Ralph FiennesParadossalmente, se raggiungessero lo stesso scopo facendo del bene, allora potrebbero esprimere il loro desiderio di potere attraverso di esso anziché usare il male. A questo, ad esempio, mirava il protagonista di “Schindler’s List” quando astutamente fece sentire quanto la sensazione di potere potesse esprimersi anche attraverso il perdono, ad Amon Goeth, l’ufficiale nazista. Purtroppo lo stratagemma durò poco, perché quella sensazione, in una persona assetata di potere, non era forte come quella di sentire di poter togliere la vita ad un altro essere umano.

 

La lotta a cui oggi assistiamo è in qualche modo un tentativo non solo di tornare allo stato originale, ovvero eliminare gli eccessi malefici dell’uomo d’oggi, ma addirittura sovvertirne lo stato naturale di ricerca del potere. Di fatto, basta vedere come pratiche ritenute assolutamente normali nei popoli che hanno mantenuto la propria primitività, siano percepite come disgustose dai popoli civilizzati.

 

FungoAtomicoLa speranza e la motivazione della parte di umanità che muove questa lotta, peraltro giustificata già solo dalla pericolosità che l’intelligenza umana, attraverso la tecnologia, sta assumendo, è che tale redenzione sia in realtà anch’essa naturale, ovvero che l’Evoluzione dell’umanità passi, giunti a questo punto, attraverso la sua evoluzione spirituale, distaccandosi perciò dai naturali istinti primordiali.

L’altra possibilità è che, giunti ad un certo stadio di evoluzione, la specie dominante semplicemente si autodistrugga o venga distrutta, lasciando spazio alle altre specie. Guardate che è già successo: qualunque cosa abbia portato i dinosauri all’estinzione, ha distrutto le specie dominanti, ma non quelle più piccole e con maggiore possibilità di adattamento. Ovvero quelle da cui poi è discesa anche la nostra.

E voi… per quale possibilità parteggiate? 🙂

 

Colomba in volo

 

0 pensieri su “Il fascino del Male e la sete di Potere

  1. ciao Wolf, posto un articolo scritto da Umberto Galimberti su Repubblica in merito al tema da te proposto, spero vi interessi, un saluto 🙂

    PERCHE’ ci spaventa la strage di Erba, dove una coppia di vicini uccide una madre, il suo bambino, la nonna e la signora della porta accanto? Lo spettacolo è truce, ma forse quel che più ci angoscia non è tanto la sua truculenza, quanto sapere se noi siamo del tutto immuni dai moti d’animo che hanno provocato questa tragedia.

    Del tutto immuni no. E il nostro linguaggio lo rivela quando si abbandona a espressioni che, senza freni, tradiscono i nostri vissuti carichi di odio. Ma dal linguaggio solitamente non passiamo all’azione. A fermarci non è tanto l’uso della ragione, già messa fuori gioco dall’odio, ma quella “dimensione sentimentale” che registra la differenza tra il bene e il male, tra la gravità di un’azione e la sua irrilevanza.

    Questa dimensione antecede persino i sentimenti d’amore e odio con cui conduciamo la nostra vita emotiva. Ed è grazie a essa che impediamo al nostro amore di soffocare e al nostro odio di uccidere. Ma quando questa dimensione non c’è? Quando nessuna risonanza emotiva avverte il nostro cuore della differenza tra un gesto innocuo e un gesto truce?

    Allora siamo alla “psicopatia”. Un termine coniato dalla psichiatria dell’800 per designare una psiche apatica, incapace di registrare, a livello emotivo, la differenza tra ciò che è consentito e ciò che è aberrante, tra un’azione senza conseguenze e un’azione irreparabile. Una psiche priva di quella risonanza emotiva che ciascuno di noi registra quando compie un’azione, dice o ascolta una parola.

    E sì, perché la psiche non è una dote naturale che uno possiede per il solo fatto d’esser nato e cresciuto. La psiche è qualcosa che si forma attraverso quel veicolo, così spesso trascurato, che è il sentimento. Ora capita spesso che ai bambini insegniamo a mangiare, a dormire, a parlare. Ammiriamo i loro sprazzi di intelligenza, le loro intuizioni, ma poco ci curiamo della qualità del sentimento che in loro si forma e talvolta, a nostra insaputa, non si forma.

    Il sentimento è l’organo che ci consente di distinguere cos’è bene e cos’è male, per cui Kant arriva a dire che è inutile definire cos’è buono e cos’è cattivo, perché ognuno lo “sente” naturalmente da sé. Questo criterio, che valeva al tempo di Kant, oggi vale molto meno. E la ragione va cercata nel fatto che i bambini di oggi sono sottoposti a troppi stimoli che la loro psiche infantile non è in grado di elaborare. Stimoli scolastici, stimoli televisivi, processi accelerati di adultismo, mille attività in cui sono impegnati, eserciti di baby-sitter a cui sono affidati, in un deserto di comunicazione dove passano solo ordini, insofferenza, poco ascolto, scarsissima attenzione a quel che nella loro interiorità vanno elaborando.

    Quando gli stimoli sono eccessivi rispetto alla capacità di elaborarli al bambino restano solo due possibilità: o “andare in angoscia”, o “appiattire la propria psiche” in modo che gli stimoli non abbiano più alcuna risonanza. In questo secondo caso siamo alla psicopatia, all’apatia della psiche che più non elabora e più non evolve, perché più non “sente”.

    L’appiattimento del sentimento di solito non è avvertito, perché l’intelligenza non subisce per questo alcun ritardo. Anzi, si sviluppa con una lucidità impressionante, perché non è turbata da interferenze emotive, come tutti noi possiamo constatare, quando di fronte a una prova, come un esame, le nostre prestazioni sono sempre inferiori alla nostra preparazione, per interferenza dell’emozione.

    Nessuna meraviglia quindi di fronte alla freddezza e alla lucidità con cui la coppia di Erba conduce, per un mese, la sua vita normale come se nulla fosse accaduto, senza lasciar trapelare emozioni. Nessun stupore di fronte all’indifferenza al momento dell’arresto e di fronte all’ostinazione con cui, per un paio di giorni, i due sostengono il loro alibi, crollando solo dopo 10 ore d’interrogatorio, quando ormai anche le forze fisiche cedono.

    La complicità nell’esecuzione della strage accomuna marito e moglie in una “follia a due”, come la psichiatria francese definisce casi di questo genere. Accomunati dall’odio per i vicini di casa, dopo la strage i due si accomunano nell’amore reciproco, con un legame che il sangue versato rende saldissimo, nella vicendevole difesa di un vincolo di solidarietà che nulla riesce a scalfire, perché la loro psiche è piatta, non registra né pentimenti né ripensamenti. Solo alla fine, per sfinimento, una fredda confessione, senza manifestare il minimo senso di colpa, come se il loro cuore non fosse mai stato sfiorato da quel “sentimento di base” che sa distinguere immediatamente, e prima dell’intervento della ragione, cos’è bene e cos’è male.

    Quando i giudici, appurate le prove, condannano tali imputati, sono soliti appurare la loro facoltà di “intendere” e “volere” che ovviamente funziona benissimo. Bisognerebbe però anche valutare la loro capacità di “sentire”. E qui si scoprirebbe la radice di certe condotte che risultano aberranti a noi tutti che viviamo sostenuti dal nostro sentimento, ma che non acquistano alcuna rilevanza per chi il sentimento non l’ha mai conosciuto, perché a suo tempo non è stato raccolto, ascoltato, coltivato.

    Gli psicopatici sono un caso limite dell’umano, ma la psicopatia come tonalità dell’anima a bassa emotività e a scarso sentimento è qualcosa che si va diffondendo tra i giovani d’oggi che, nella loro crescita, acquisiscono valori d’intelligenza, prestazione, efficienza, arrivismo, quando non addirittura cinismo, nel silenzio del cuore. E quando il cuore tace e più non registra le cadenze del sentimento, il terribile è già accaduto anche se non approda a una strage.

    Illustrare questi casi è opportuno, non per sollecitare la nostra curiosità morbosa, ma per capire dove può arrivare la nostra condotta quando non è accompagnata dal sentimento, e quindi richiamare l’attenzione sui processi di crescita dei nostri figli, onde evitare che l’intelligenza si sviluppi disancorata dal sentimento e diventi intelligenza lucida, fredda, cinica, e potenzialmente distruttiva.

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  2. @legolas: davvero interessante questo articolo. Apre diverse finestre nella mia mente…

    @wolf: come ti ho già scritto da me, noto un aumento preoccupante della tua ironia! il caldo?
    Scherzo!!!
    Aribaciotti.

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  3. x Legolas: su alcuni punti mi permetto di dissentire da Galimberti.
    Lasciamo perdere (solo per non andare su un tema così delicato) gli omicidi, ma… quanti di noi, secondo te, se sapessero di “farla franca”, se fossero sicuri di non essere beccati… non, diciamo, svaligerebbero una banca, ad esempio? Io temo che più che il sentimento, sia il timore della punizione a fare si che di solito non si arrivi a certi drammatici episodi. Su questo punto ha fatto un buon intervento anche Leo10, dicendo – o citando una fonte, non ricordo – che ai tempi di Hitler molti compirono atti terribili semplicemente perché il “male” era divenuto in qualche modo legale.
    In realtà, scusami per suonarti certamente un po’ cinico, è la cultura che “forma” i sentimenti, allo stesso modo della… moda 😀
    Ho parlato spesso, anche in diversi commenti a questo post, della mia opinione su una morale o un bene (o male) assoluti. E la mia opinione è che… se c’è, non è quella imposta dalla società, ma è quella che vige in Natura. E che probabilmente è… molto diversa (non solo dalla nostra eh!! Anche – o forse a maggior ragione – da quella di tutti i totalitarismi, ad esempio).
    Noi possiamo certamente, come dice Galimberti, insegnare “il sentimento” ai bambini, ma quello che insegneremo, è “solo” il sentimento legato alla società nella quale siamo. Ma… bada bene, sono assolutamente d’accordo che vada fatto! :))) Perché in questa società siamo, e questa società e i suoi componenti dobbiamo rispettare.
    Tolto questo… dettaglio o, meglio, fatto questo distinguo (che poi magari è solo una precisazione, perché di fatto non smentisce il testo di Galimberti) sul fatto che “Il sentimento della società” non è necessariamente “Il sentimento assoluto” (anzi, mi permetto di dire che al solito siamo egocentrici a crederlo), sono d’accordo su tutto il resto 🙂

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  4. x Sofia: Legolas lo conosco da tempo, è un ragazzo molto intelligente! Anzi… non so se è libero, ma se hai qualche amica sui 25… presentaglielo, le farai un favore! eheheh 😉
    In quanto all’ironia, guarda che è buon segno; è quando non si riesce più ad esserlo (soprattutto auto-ironici) che è un casino… 😉
    Baciotti a te 🙂

    ah… ehm… vista l’ora… mi sa che il nuovo post è rimandato 😦 E’ che qui scrivete cose così interessanti che non posso perdermele! 🙂

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  5. Sull’ironia sono d’accordo… infatti scherzavo un po’ con te! 😉

    In quanto a Legolas… il fatto che lo “segnali” tu non è un buon inizio!!!

    @legolas: scherzo!!! è solo per prendere un po’ in giro wolf! a quest’ora non mi viene di meglio.
    Un saluto per te.

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  6. Un post tra i più interessanti che abbia letto ultimamente. Penso che l’uomo abbia dentro di se una parte di male ed una di bene, a volte può sembrare affascinante anche il male, ma se metterlo in pratica o no, intendo a certi livelli, dipende secondo me dallo stato di coscienza dell’individuo, dalla sua evoluzione spirituale. Ma penso anche che l’evoluzione spirituale non sia per tutti il Bene, ma per qualcuno anche il male, e quindi si perfezionerà in questa direzione compiendo sempre più il male e sempre meglio.
    bacio
    Rue

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  7. Potere è… egocentrismo, o meglio, è sua dimostrazione

    infatti;))
    è a questo potere che mi riferivo.
    Se a questo aggiungiamo la “stupidità”, il gioco è fatto.
    “Faccio del male perchè non sopporto che altri abbiano ciò che non ho io.
    Mi sento importante, così, dal momento che nessuno mi tiene in considerazione…”
    E’ il “ragionamento” che fanno gli stupidi…

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  8. Scusate…..ci sono anch’io! Ma c’è qualcosa che non è stato detto?

    Sarà meglio raccontarvi una fiaba….
    C’era una volta Biancaneve…..bla bla bla, bla bla bla.

    Scherzi a parte, siamo tutti cresciuti leggendo fiabe, eppure, in molti, abbiamo difficoltà a concepire il male, soprattutto quello assoluto, perpetrato gratuitamente e volontariamente.
    Eppure il male esiste. Eppure ne abbiamo sentito parlare fin da quando eravamo piccini..
    Ci ricordiamo tutti della matrigna cattiva che interrogava il suo specchio magico?
    «Specchio mio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?»
    Ecco, a me sembra che qui ci siano già tutti gli ingredienti della malvagità estrema, quella onnivora che mai si placa: paranoia (la strega interroga ogni giorno il suo specchio, temendo potenziali rivali), narcisismo (lo specchio ne è un simbolo), desiderio di potenza (vuole dominare incontrastata con la sua bellezza), sadismo e volontà di annichilire ogni possibile rivale (Biancaneve deve essere uccisa).
    Lo specchio, inoltre, è magico in quanto riflette il pensiero magico.
    E mi potrei fermare anche qui.
    Aggiungo che quando ero bambina (ma in realtà fino a qualche tempo fa) consideravo la malvagità un aspetto della follia. Non credevo, come molti, che si potesse scegliere deliberatamente di fare del male a qualcuno. Oggi so che la malvagità esiste anche disgiunta dalla follia….. se è vero che esiste il libero arbitrio! Il male esiste. Il bene esiste. Nessuno è completamente cattivo; nessuno è completamente buono — docet Machiavelli. Ma noi dobbiamo schierarci, comunque.
    Dov’è il confine? Il confine è segnato — a mio avviso — dal nostro sistema di valori. Ciò che siamo e soprattutto ciò che vogliamo essere guida la nostra etica. Alcuni santi sono giunti nel loro cammino di perfezione ad imitatio Christi a donare la propria vita a perfetti estranei (vedi Santa Teresa D’Avila, la filosofa Edith Stein e altri). Il male è distruzione dell’altro; l’amore dono di sé (ma non al carnefice!).

    Il fascino del potere e la scelta di essere vittime o carnefici costituiscono un argomento molto interessante ma anche molto poliedrico. Il gioco dei ruoli, delle sue proiezioni e dei suoi confini è infatti tra i più affascinanti in assoluto. Già gli stoici e Seneca ne avevano individuato alcune dinamiche fondamentali. Inoltre, spesso si ricoprono entrambi i ruoli, contemporaneamente e non. Tutto dipende dai punti di vista.

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  9. x Rue: sono d’accordo con te, aggiungo solo una precisazione. In Natura, a mio parere, non esistono “male” e “bene”, esistono “eventi” e “azioni”, che poi noi stimiamo come malevoli o benevoli in accordo alla nostra morale corrente.
    Riprendo l’esempio classico del gatto che tortura e uccide l’animaletto malcapitato. Per il gatto quella azione ha una motivazione (della quale lui non e’ cosciente) ovvero, attraverso il… “divertimento”, esso si mantiene attivo e in esercizio, esercitando azioni che un domani potrebbero essere per lui vitali in contesti ben differenti. Pensiamo agli eserciti: essi si possono addestrare contro falsi nemici, sparare a sagome, o con proiettili di gomma, ad esempio. Il gatto non ha questa scelta. In un certo senso siamo noi a dargliela: se tu fai giocare un gatto “alla guerra”, spesso dopo non ha piu’ voglia – guarda caso – di inseguire il solito animaletto. Ma cio’ non parte da lui. Quindi, agli occhi della Natura, la sorte dell’animaletto non e’ “cattiva”, ha una funzione, ma certo, per chi assiste il gatto sembra “cattivo” e “crudele”, perpetuatore in quel momento del male.
    Come ho scritto altrove, la differenza e’ che l’uomo puo’ usare la sua consapevolezza per agire, volendo, diversamente da come il suo istinto vorrebbe facesse. L’animale e’ insomma “innocente”, perche’ non ha vera scelta. Mentre l’uomo si.
    … ma poi, sara’ davvero cosi?

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  10. x Dora-Ilavi: ok, esatto 🙂
    “Stupidi” nel senso di ignoranti o superficiali, naturalmente 🙂 Non posso credere che tutti i nazisti, ad esempio, fossero stupidi 🙂

    x AnnA: grazie cara! Sembra falsa tanto e’ perfetta 😉

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  11. x ilmigliorosa: molto interessante il tuo commento 🙂 E’ notorio che le favole di quel periodo, quelle, chiamiamole, “classiche”, nascondessero spesso messaggi tutt’altro che superficiali. Diciamo che erano un po’ la prosecuzione, non me ne vogliano i puristi, delle opere greche, che tutto erano tranne che “romanzi” 😀
    Nei racconti, nelle storie, nelle leggende, ma perfino nelle favole, uomini saggi (magari non tutti lo erano, eh! :D) hanno sempre “nascosto” significati profondi.
    L’unico punto su cui continuo a “dissentire” o, se vuoi, puntualizzare, e’ sul fatto che il male esista come entita’ reale e separata. A mio avviso non e’ cosi’. Come ho scritto diverse volte, il male e il bene, sono “giudizi” che noi diamo ad accadimenti e azioni a seconda che essi seguano o vadano contro, la morale corrente.
    Per la Natura non esiste “male” o “bene”, se non – forse – nel seguire o meno le regole della Natura stessa. “Male” e “bene” esistono invece per l’uomo. Adesso, se e’ l’uomo nella sua evoluzione a “vedere lungo”, oltre la Natura, trascendendola grazie alla sua spiritualita’, oppure se “se la sta raccontando”… per me non e’ cosi’ scontato da stabilire.

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  12. al di là del bene e del male, la vittima non fa altro che partecipare al “POTERE” del suo carnefice da un ruolo più conforme ai canoni morali…è solo una delle tante ipotesi, ma un fondo di verità forse c’è.

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  13. Ciao caro Wolf! Il male è male ed a me fa male persino pronunciarlo! Il male fa parte del male ed è all’origine dell’uomo che ha rinnegato Dio! Chi ha Dio nel cuore e nell’anima non potrà mai fare del male!!!…..Ho visto Schlinder List ed Amon è terribile!!!!!!
    Il Bene è più forte e vince sempre!!!!!!!!!!!! Si soffre, sì…..tanto, tantissimo……tu hai visto Al di là dei sogni con Robin Williams? Lui per amore ha voluto andare all’inferno pur di non lasciare sola la siua compagna! Ed il suo gesto ha fatto si che tutti e due si ritrovassero in Paradiso! L’amore vince, vince sempre!!! L’amore genera amore ed il male genera male! Io la penso così…..Ora lasciamo stare il male che manco lo voglio nominare e se vuoi vieni a trovarmi nel mio blog che c’è tanto amore!!!!!!!!! C’è anche mio figlio che canta!!!!! Vieni ti aspetto! Quando canta Andrea spegni la musica del blog, se no non lo senti!
    VIVA L’AMORE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    E non facciamoci tante domande, perchè e per come, amiamoci e basta, è la miglior arma che abbiamo!!!
    Ciaooooooooooooooooooo!!

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  14. Ronto… quando ho visto che c’era un tuo intervento su questo argomento… sapevo già il senso di ciò che avrei letto! ;D

    Vedi, tu parli con la sicurezza e il conforto della fede cristiana. Quindi la tua ottica è chiara e senza dubbi 🙂

    Ma per chi non ha la tua stessa fede incrollabile… non è la stessa cosa. Chi ad esempio è agnostico, o addirittura ateo, non può condividere la tua visione “religiosa”, sarebbe un controsenso 🙂

    In quanto alle domande… sai, a volte servono per arrivare alla verità, magari alla stessa fede che hai tu, magari altrove. Ma da qualche parte si arriva 😉

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  15. Sì, è vero hai ragione, a volte esagero! Ma forse è perchè vorrei che ci amassimo tutti!!!! Tuttti,,,con tre “t”! Grazie per la somiglianza….ma il mio amore però è più bello di Brad Pitt!!!!!!!!!!!!!!!
    Però…..non mi hai detto di mio figlio! Hai sentito la sua voce?
    Wolf ora ti lascio tra poco vado a letto, domattina sveglia alle 5….ho iniziato oggi a lavorare, in una struttura per anziani….li adoro! Ma la mia schiena? Ohi, Ahi, Ohiaaaaa!!!
    Ciaooooooooo, buonanotte!

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  16. Io non ho scritto che esageri! 🙂 HO scritto che la tua visione è la tua visione, e che ovviamente non può combaciare con la visione di, poniamo, un ateo. Ma non mi riferivo all’amore, quello lo possono avere e desiderare tutti indifferentemente; piuttosto mi riferivo alla tua fede nel fatto che il bene vince sempre, perché viene da Dio.
    Un caro abbraccio! 🙂

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  17. Buona domenica wolf visto che non sono una cima con le parole ho trovato queste parole nelle quali mi ritrovo molto e ho voluto fartele leggere ciao maestro a rileggerti a presto grazie per i tuoi post …..male

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  18. Identificando “piano Divino” con “evoluzione promossa dalla Natura”… non posso che essere d’accordo con queste parole. Anche se, a dire il vero, non è che mi diano quel grande senso di conforto che forse vorrebbe dare l’autrice… 🙂
    Un abbraccio!

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