Visto che è la vigilia di Natale, voglio pubblicare una storia di “ordinario vivere” a lieto fine :-); niente di straordinario, è qualcosa in cui tanti si potranno riconoscere e, spero, che a tante altre persone capiterà in futuro… Chissà, magari anche a me! 😉
Purtroppo la fonte si è persa negli anni, era un articolo apparso su una rivista che ricopiai sul mio PC, non scrissi il nome dell’autrice…
Il mio augurio di Buon Natale e Felice 2008, più che essere legato a queste due date, vuole essere di carattere generale, ed è questo: Che chi non ha serenità possa trovarla presto e… che chi ce l’ha già, possa passare allo stadio successivo: la felicità.
Ricordatevi sempre le tre componenti fondamentali: sapere cosa si vuole, avere determinazione per ottenerlo, avere la flessibilità per capire quando è necessario aggiustare la rotta o – addirittura – porto di arrivo, nel caso ci si renda conto che quello previsto inizialmente sia realmente irraggiungibile.
Vite scartate
Ce le lasciamo alle spalle strada facendo, per scelta o per caso.

Era la festa annuale della ditta di mamma, e lui l’accompagno a casa a piedi. La settimana dopo le inviò una cartolina da Chicago: «Ti ricordi di me? Spero di si, perche uno di questi giorni ti telefono. David.»
Fu solo per un colpo di fortuna, papà ce lo ripeteva spesso, se quel giorno lui si trovò alla festa. Rappresentante di una grande industria di componenti elettroniche, quel sabato mattina era in città per visitare clienti, e passò dalla filiale dell’azienda per fare alcune telefonate. Mentre era lì chiamò il responsabile di una stazione radio locale con cui papà aveva fatto qualche affare e lo invitò alla festa.
Mamma scriveva per conto di quella stazione radio. Se mio padre non si fosse fermato in ufficio quella mattina, ci disse, o se fosse arrivato due minuti piu tardi…
Mia madre rivide papà, ma usciva anche con altri ragazzi, tra cui un rappresentante di auto che ormai è entrato nel lessico e nella leggenda familiare. Aveva conosciuto da poco papà, quando il rappresentante di auto le regalo per il compleanno un orologio, un regalo che a quel tempo suggeriva una svolta della relazione verso il fidanzamento ufficiale. Ma lei gli restitui l’orologio, e una notte di alcuni mesi dopo svegliò la nonna e le disse che avrebbe sposato David.
Io invece avevo otto anni quando conobbi il mio future marito. Era al liceo, un amico di mio fratello. Me lo ricordo solo di sfuggita, perche ero molto piu attratta da un altro amico di mio fratello.
Quindici anni dopo, l’uomo che avrei sposato torno in città per Natale e si fermo dai miei genitori per uscire con mio fratello. Quando mi rivide, mormorò: «Chi e quella?» Mio fratello lo guardò stranamente e rispose: «E solo Lisa.»
Lui si ripresentò e finse di non riuscire a confezionare i pacchetti dei regali. Io finsi di credergli e gli diedi una mano. Venne spesso a casa nostra nei giorni seguenti. «Non so chi gli interessa» diceva mia madre «se tu o tua sorella.» io invece lo sapevo. Ma quel fine settimana presi un aereo per trascorrere il Capodanno con un altro uomo, in un’altra città. Anche se ero stata scelta, non ero ancora pronta ad ammetterlo.
Se fosse stato un altro momento, un luogo meno lontano e se non mi fossi già, per quanto inconsapevolmente, sentita fidanzata, forse avrei finito con lo sposare quell’altro uomo. E se non lui, forse un altro ancora.
A volte ci penso: come il tempo ci trascina con sé e ci fa arrivare in un punto dove abbiamo due sole scelte. Per caso e per scelta, ci lasciamo alle spalle altre vite che avremmo potuto vivere, piene di diverse passioni e gioie, diversi problemi e delusioni.
Mio padre avrebbe potuto non essere invitato alla festa. Oppure mamma avrebbe potuto scegliere il rappresentante d’auto e avere altri figli e un futuro completamente diverso.
Altre volte, soprattutto quando rincaso tardi e tutto tace e mio marito e mia figlia dormono raggomitolati con il libro di favole aperto sul letto, mi capita di pensare alle esistenze che non avremmo vissuto se per caso o per scelta ci fossimo trovati altrove. E mi scuote un brivido, come quando da bambina papa mi raccontava dell’incontro con mamma avvenuto per un pelo, al pensiero che avrei potuto anch’io perdermi questa vita, quest’uomo, questa figlia, questo amore.

ahahah ma non era una bacchettata Landsssss!! :))))) Io do’ grande valore al caso (purtroppo!), ma non come “destino predeterminato”, piuttosto come semplice serie di eventi a cui noi diamo il nome “caso”. Hai mai pensato che un evento sfortunato per te possa essere una fortuna per un altro? Metti due contendenti per la mano dell’amata, uno dei due dovrà per forza rimanere deluso. Ma non è “destino”, è la “vita”, è il corso delle cose che talvolta gioca a nostro favore e a volte contro. Io non credo che tale casualità sia già scritta. Ma che abbia un ruolo importante, a volte determinante, sono il primo a doverlo – necessariamente – crederlo.
Conosco Jung – sono sempre stato un suo grande ammiratore – e la sua sincronicità. Jung la descrisse nella prefazione della bellissima versione del “I Ching” scritta dal suo amico Richard Wilhelm (per la cronaca morto suicida… ma questo non è importante :D). Jung ebbe il grande merito di aggiungere al lavoro di Freud – fino a quel momento suo mentore – l’aspirazione a un “qualcosa di più”, una componente spirituale nell’animo umano che Freud negava. Ma cosa dice la sincronicità? Dice “””solo””” che un evento non accade mai scorrelato dal resto. Ovvero: non è un caso se le monete del I Ching cadono in un determinato modo. Ma perché? Non perché c’è un “Destino”, bensì perché è tutto legato: una azione determina una reazione – in tutto. Allora casomai ci avviciamo al concetto di Karma: se fai qualcosa, allora ne “subirai” le conseguenze, ma non perché sei stato cattivo, bensì come logica conseguenza del tuo gesto (o del tuo pensiero). Non c’è alcun legame con un destino scritto a priori da qualcuno che dietro le quinte ha scritto un copione (nemmeno noi prima di nascere).
Non credere nel destino, non significa non credere che esistano una serie di eventi incontrollabili che chiamiamo “caso”, e nemmeno non credere nella spiritualità, nell’aldilà e quant’altro. E nemmeno poter sempre portare a termine ciò che ci si prefigge, proprio a causa degli eventi incontrollabili che possono capitare. Ma credere nel Destino, significa credere che… è inutile darsi da fare, perché tanto è tutto già scritto. Ecco, io non solo non ci credo, ma credo che sia pericoloso crederci 🙂
Baciotto da lupo a lupa 😀
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Te l’ho scritto, Romina… Tu “perdi” l’amore di una persona (o meglio “non lo ottieni”), perché venirti a dire che l’hai perso perché sei arrivata fuori tempo? Non ci vuole un tatto enorme per capire che questo non può che aumentare la delusione di chi ha subito la perdita, perché esso penserà che se solo fosse arrivato in un altro momento… Perché dirlo (ammesso e non concesso che sia vero)? Molto ma molto meglio dire che non è scattata la scintilla, ad esempio, per non lasciare rimpianti. Io trovo che sia una frase detta con leggerezza, perché… è la frase più semplice da dire per troncare lì. Ma lasciando all’altro tutto il compito di liberarsi della frustrazione di essere arrivato “fuori tempo”.
Non sei d’accordo? 🙂
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ti ho risposto in privato
kiss
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LE RELAZIONI, LE PERSONE, SONO COME UN VIAGGIO: SERVE IL PERCORSO, NON LA META, LA META NON C’è MAI: perché anche quando stai anni con una persona, quella persona cambia sempre, tu cambia sempre, le relazione cambia sempre.
la vita è nel condividere un momento presente, non nel cercare garanzie che quel momento durerà: quella è paura, possessività, non è amore.
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Forse non si è trattato di una serie di casualità, Wilf, forse era destino…
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x Romina: non sono del tutto d’accordo Romina. Che le persone cambiano è assolutamente vero, sono sempre stato un fervente assertore di questo. Dopo questo commento non sarò lo stesso di quello che ero prima di scriverlo, ad esempio 🙂 Sembra esagerato? Ma è così. Eppure non sempre l’evoluzione di due persone significa il loro distacco; se c’è vero dialogo, vera unione ed affinità, soprattutto vera condivisione, le due persone possono crescere parallelamente, nella stessa direzione. E allora non c’è allontanamento.
Ci sono tante persone che l’hanno fatto, solo che sono sempre le cattive notizie a creare maggiore scalpore e fare più strada…
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x happysummer: “Wilf”? Chi è “Wilf”? 😀
Scherzi a parte, ho scelto di non credere nel destino, ma non mi dilungo qua, visto che ne ho parlato estesamente nel mio ultimo post 🙂
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Auguri!!
Vany:))
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nn mi sono spiegata, volevo dire tutto un altro discorso: semplicemente che, il fatto che con una persona sai che non ci puoi stare a lungo, non vuol dire che non devi vivere quel momento anche se sai che finirà, è doloroso, ma è vita: perché è nell’istante che si vive, e non con la garanzia di assicurarsi un affetto a lungo.
e cmq con cambiamento non intendo interruzione o distacco, ma
penso che, qualunque armonia ci sia nella coppia, si alternano anche fasi di distacco, spesso c’è anche il desiderio di lasciarsi;
l’armonia perfetta e duratura secondo me è un nostro desiderio, ma non una realtà, e non c’è niente di triste in questo, la tristezza è solo un errore della mente che crede che la coppia sia una cosa diversa da ciò che è: una uscita dal nostro io, quando e come decidiamo noi, perché la nostra sede naturale è nella nostra solitudine, l’unica vera alterità permanente è sempre il nostro io, o dio, che poi sono la stessa cosa: gli altri sono compagni di strada, ma la sintonia e penetrazione di anime e spirituale è a tratti, a periodi, a momenti, anche in una coppia fissa: la coppia fissa è solo una successione di esperienze relazionali diverse, solo con la stessa persona.
questa è la mia esperienza nei miei 40 anni, e relativa alla mia eprsonalità che crede che l’essenza dell’anima è nella solitudine; poi conosco anche una mia amica che sta da 18 anni con suo marito e vivono in simbiosi e mai hanno avuto una discussione più grave che decidere su casa fare a pranzo, ma la mia natura è un altra.
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Ciao Vany! 🙂 Grazie e buon anno a te! 😉
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Romina… parto dalla fine 😀 Quindi, riconoscendo che l’amore duraturo esiste per i tuoi amici, ammetti implicitamente che il tuo è un discorso personale e non generale. Io credo che l’amore così esista, eccome, anche io ne ho qualche esempio, anche se pochi. Ciò non vuol dire, naturalmente, che gli “altri amori” non siano veri amori, che non siano degni di essere vissuti. Non ho mai respinto un “amore a termine” o che sentivo lo sarebbe probabilmente stato, proprio perché anche io credo che la vita sia fatta di eventi; di quelli ci ricorderemo alla fine, non, ad esempio, del successo dovuto a lunghi anni di impegno. Non l’ho mai nemmeno considerato “amore di serie B”. Disquisivo solo sul fatto che gli amori duraturi esistono, veramente, non frutto di apparenza. E che comunque in amore ci si deve impegnare, si deve almeno a provare a “costruire”, se si tiene all’altra persona, e non “affidare” al destino o al caso la durata e la qualità del rapporto.
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sì,
comunque l’impegno come senso del dovere non esiste, per obbligo non si fa nulla, la costanza e la fedeltà viene solo dall’amore…..se non c’è impossibile dedicarsi ad un principio di fedeltà ad oltranza…..comunque l’argomento è molto complesso, perché si scoprono novità ogni giorno anche rispetto a quello che pensavamo cinque minuti fa: perché la realtà stupisce sempre, e l’amore è sempre una cosa che ti educa in un cammino instancabile verso l’aspirata pace.
un abbraccio
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…concordo..
meglio del nostro
che del “loro”
😉
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Ma certo Romina, ovviamente parlavo di impegno non per “senso del dovere”, quando ti impegni verso la persona che ami, il “senso del dovere” non dovrebbe mai essere percepito come tale, ma piuttosto come un fare qualcosa per e con, la persona amata 🙂
Ricambio l’abbraccio…
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ahahah biondograno… esatto! ;D
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Per Wolfghost e per Romina:
la verità è che quando incontri una persona e senti che il tuo potrebbe essere amore è davvero difficile accettare che questa condivida un’altra vita con un altra donna o uomo che sia. Si, alla fine, vivi quei momenti ma è pur vero che ti senti soffocato negli slanci più naturali…come per esempio andare a cena da parenti e amici e presentare con orgoglio questa persona che finalmente hai incontrato. Lo stimi, lo ammiri lo abbracci, lo baci, gli prepari una cena e magari gli metti su un disco per farlo rilassare. Fai tutte queste cose e magari ti scordi anche che ha un altro legame … non è facile però vivere in questa situazione. Lo può capire chi ci si trova veramente: e fra i due non è certamente quello che ha già un legame. E seppure è vero che l’amore ha soltanto il fine in se stesso, ci possono essere fasi della vita, e non mi vergogno a dirlo, in cui non ci si sente in grado di rischiare il tutto e per tutto. Fasi in cui si vorrebbe finalmente essere quella o quello a cui e concesso di mostrare tutta la propria vulnerabilità. Si ha voglia di essere quella/o che finalmente dal profondo può esprimere i suoi desideri senza il timore che l’altro ponga limiti di nessuna natura. Perciò, al contrario di quanto è evidentemente successo a Romina, sono stata io a troncare, più o meno. E adesso ditemi pure che non so amare.
Non me ne frega nulla!
Lands
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Veramente non sono d’accordo solo con la tua affermazione finale: io sono convinto da molto tempo ormai che l’amore vero non stia li’ a farsi prendere a calci in faccia, se viene respinto (e mi permetto di dire che, al di la’ dei proclami, scegliere di stare con un’altra persona e’ di fatto “respingere” la proposta d’amore) dopo un po’ si allontana e, un piu’ tardi, si spegne.
L’amore “sano” e’ per me solo quello reciproco. Se non e’ reciproco, o si spegne, o diviene ossessione. Ma certamente non resta amore.
Io parlavo proprio di amore sano. Mi guardo bene dall’esortare una persona che si trovi nella situazione che hai descritto a buttare via la propria vita in attesa di una supposta decisione che forse mai arrivera’.
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Scusami Wolf ma non ho capito che intendi dire nel tuo primo paragrafo da “veramente” fino a “si spegne”… magari se hai un attimo prova a riscriverlo con altre parole . grazie 🙂
Lands
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Vuol dire che sono convinto che in situazioni in cui l’altro ti respinga – esplicitamente o nei fatti (preferendoti un’altra persona per qualsivoglia motivo) – se il tuo amore e’ “sano”, ovvero se non e’ dipendenza o spirito di possesso, non potra’ accettare a lungo tale situazione, e se lo fara’… allora non sara’ vero amore, ma una delle componenti gia’ citate. Io la penso come Priorini: se non ti e’ gia’ capitato, leggi questo estratto da un suo articolo: http://www.wolfghost.it/post/14366871/Dipendenze+Affettive+%28estratto
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grazie:) lands
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Il racconto è favoloso, e una volta ancora, come ho già commentato nell’altro post sulla tua micia, mi sei sembrato buddista… 🙂 Sogno o son desta? 😉
Ho letto tra i tuoi commenti sull’altro post (riguardo le foto dei gabbiani) che non ami utilizzare le foto di altre persone… Ma allora, tutte le foto di questo blog o quasi, sono tue? Perché ad esempio quella in bianco e nero della mano nella mano è bellissima, in questo post… :))))
Complimenti…
Il racconto poi è commovente, è un peccato non saperne l’autrice… E anche io desidero tanto, come penso un po’ tutti i noi che abbiamo voglia di famiglia, avere quella sensazione, al rientro a casa… La fortuna di essere stata scelta e di vivere QUESTA vita… 🙂
Grazie! 🙂
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No, non sono strettamente buddista, ma riconosco che il buddismo è la… “formula religiosa” che mi affascina di più, soprattutto il buddismo tibetano del Dalai Lama. Ma guarda che anche in occidente abbiamo ed abbiamo avuto, ottimi “filoni spirituali” sai? 🙂
No, foto mie non ce ne sono. Tranne qualcuna, che infatti cito, sono tutte di persone sconosciute, quindi come se fossero di nessuno…
La fortuna e l’abilità, di essere scelti e di scegliere… già 🙂
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🙂
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…beh questa storia semplice ma profonda decisamente mi ha commossa…e succede perchè ad un certo punto succede davvero di fare un bilancio…sul caso e sulle scelte!
Alessia
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Eh, già 🙂 In fondo sai… a lungo “ce l’ho avuta” con certe scelte e con il caso che mi hanno portato a incontrare persone in modi così particolari da dover quasi essere costretti a credere in un destino, per dover poi restare delusi profondamente quando tutto finiva. Ma in fondo… non rimpiango proprio nulla, soprattutto per quelle persone con le quali un percorso è continuato, anche se molto più tenue e di tipo diverso da quello che avevo sperato, ma anche per quelle che invece sono completamente uscite dalla mia vita. Ognuna di queste persone ha rappresentato un pezzo della mia storia, della mia vita.
Quindi, in fondo… va bene così 🙂
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Io molto spesso penso che sono stata la ragione del matrimonio dei miei,anche se forzata.
Mia madre quando ha scoperto di essere incinta non si voleva sposare…mia nonna non le ha dato alternative,era una donna dura mia nonna ha dovuto combattere tutta la vita per mantenere la sua famiglia perchè mio nonno ha lavorato gran poco e pensa che lei veniva da una famiglia agiata.
Dicevo, le ha negato il suo aiuto e mia madre alla fine si è sposata con un uomo che in fondo non si sentiva sicura di amare…e i risultati beh tutti noi figli li abbiamo in qualche modo subiti perchè poi lei da brava credente ha portato avanti la sua scelta finchè è morta.
Io però egoisticamente la ringrazio per questa scelta ,a quel tempo chissà che vita avrei avuto come figlia di una donna non sposata in un paese piccolo pieno di preconcetti
e soprattutto senza avere i fratelli che ho e che amo molto,unica mia famiglia ora che lei non c’è più.
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Diciamo che e’ bello crederlo 🙂 Chi lo sa pero’ come sarebbe andata altrimenti…
Comunque alla fine e’ andata bene cosi’, no? 🙂
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Se fosse andata diversamente non sarei io…così..
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Se fosse cambiata una sola virgola della nostra vita, non saremmo cosi’ adesso 🙂 Ma non sappiamo realmente come potremmo essere.
Una volta che ad un bivio hai scelto una strada, non puoi piu’ sapere dove ti avrebbe portato l’altra 🙂
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