Dunque, in un mio vecchio post (Smettere di soffrire per un amore perso o irraggiungibile), un’amica anonima scrive:
“Sono stata insieme per 14 anni, tra matrimonio e tanti anni di fidanzamento poi lui ha scelto la non responsabilità di avere una famiglia, un bimbo (c’era anche il nome) … ora lui sta sempre con gli amici con le sue uscite serali e io mi ritrovo che non riesco a farmene una ragione, si sono ancora giovane appena sopra ai 35 ma NON riesco a farmene una ragione per come è finita (avevamo tutto) e il casino più grande è che io sono ancora innamorata, oltrettutto in giro incontro persone che non hanno voglia di responsabilità e relazioni stabili … la mia domanda è … come posso riuscire ad essere serena nuovamente con me stessa e godermi quello che ho e non pensare più al passato (mi hanno detto il tempo .. ma per me non funziona … mi hanno detto di pensare alle disattese di lui … ma non funziona) qualcuno ha idea se c’è già passata/o di darmi qualche consiglio …. perchè così la mia non è vita …. è una vita sprecata, grazie“.
Io, ovviamente, dirò la mia, ma… mi piacerebbe che chi è passato in una esperienza simile, o comunque per uno di quei lunghi tunnel che purtroppo a volte capitano nella vita, possa aggiungere ciò che questa amica chiede: un consiglio per uscirne.
Il dramma che sta vivendo la nostra amica è purtroppo qualcosa di non nuovo, spesso mi ci sono imbattuto, per me stesso ma soprattutto per altre persone che erano in situazioni simili.
L’idea che mi sono fatto ha raggiunto, nel tempo, una sua stabilità: variano modi e tempi, ma sostanzialmente credo che abbia carattere piuttosto generale.
Intanto bisogna capire se il rapporto è davvero giunto al termine. Questo è fondamentale, molte persone infatti non riescono a staccarsi se hanno anche solo una parvenza di dubbio. Il dubbio, associato al dolore che si sta vivendo, “lega” alla persona che forse è già persa, perfino se quest’ultima fosse già “altrove” da tempo, almeno con la testa.
Certo, in teoria ognuno ha le capacità logiche per capirlo, ma in certe situazioni, quando l’onda emotiva ha il sopravvento, la ragione non si riesce proprio a seguirla.
Il mio primo consiglio è perciò: cercare di togliersi ogni ragionevole dubbio. Se questo comporta anche dover ripetere un concetto già espresso e perfino “rischiare il patetico”, bé… poco importa. Meglio essere considerati tali da qualcuno, che rimanere emotivamente attaccati per anni e anni a chi ormai in cuor suo “ci ha già dimenticati”.
Un bambino per una donna è importante, se lo vuole. Non tutte desiderano avere figli, ma per chi lo desidera, l’istinto materno è molto forte e può giustificare anche lo scioglimento del rapporto con chi la pensa diversamente. Su certi argomenti e esigenze “base”, il compromesso difficilmente esiste.
Affrontato e risolto questo dubbio, e in caso di risposta negativa, non sarà “più facile”, ma si potrà pensare, per quanto si soffra, di essere sulla strada della “guarigione”. Infatti, quando il dubbio non esiste più, arriva il “periodo di lutto”, ovvero quel periodo dove si soffre perché si sa di aver perso la persona amata.
Il periodo di lutto è diverso da persona a persona e da storia a storia; c’è chi lo supera e rinasce prima, chi invece ha necessità di un tempo più lungo; c’è chi ha sofferto già tanto per l’agonia della storia che quasi è sollevato quando questa finisce, e chi invece vive la separazione sempre come un’improvvisa onda anomala, non importa quanto sia stato lungo il “tira-e-molla”. In ogni caso sono convinto che spesso si soffra temporalmente oltre il necessario.
Se infatti nel periodo del lutto non si può fare altro che “resistere al dolore” aggrappandosi a quella vocina che dice “passerà”, c’è un momento nel quale si può, e si deve, cominciare a risalire.
Spesso siamo frenati da una sorta di senso di colpa, come se sentissimo che non sia giusto “andare oltre”, “dimenticare” una persona che si ha amato, ma questa è una trappola che dobbiamo evitare. La mente di fatto ci mette molto tempo a cambiare “percorso mentale”, all’inizio i pensieri vanno spontaneamente verso i ricordi della persona con cui eravamo. All’inizio è ragionevole che sia così, in fondo la nostra mente era abituata a lei da anni. Ma la mente è flessibile, impara: se noi continuamo a dirle, dirci, che è finita e dobbiamo andare oltre, anche la mente, il cuore, alla fine così farà.
Il cuore segue la ragione, se ciò che la ragione dice è ragionevole… solo che necessita di molto più tempo e ripetizione per capire ed accettare come stanno le cose.
Se noi ci rifiutiamo, con costanza e pazienza, di tornare sulle pagine scritte, forse non saremo capaci subito di non tornarci più, forse ci torneremo una, dieci, mille volte. Ma alla fine, poco a poco, la nostra mente imparerà a percorrere altre strade. Bisogna crederci, pensare non al passato o al presente, se fa ancora male, ma ad un futuro che tornerà ad essere bello e radioso, pur senza quella persona che era parte di un tempo ormai andato.
Non abbattiamoci se inciamperemo ancora e ancora, sono certo che se dopo qualche tempo ci guarderemo indietro… ci accorgeremo che il processo di distacco è lento ma… inesorabile.
E un giorno ci scopriremo a pensare “toh! E’ da almeno una settimana che non penso più a lui (o lei)!” 🙂
Un’ultima avvertenza poi sarà quella di non sentirsi “forti” troppo presto, spesso accade infatti che ci diciamo “bene, mi sento forte, ormai posso riaffrontare quella persona senza timore di riesserne coinvolto”…
… aspettiamo ancora un po’! 😉
Come vedi, cara utente anonima, non ho detto una sola parola sul “chiodo scaccia chiodo”, non perché creda che non funzioni – certamente se qualche altra persona ci rapisce il cuore, bé… il gioco è fatto! – ma perché credo che sia un avvenimento che possa accadere o non accadere a prescindere. Se qualcuno incrocerà il nostro cammino, bene, ma se non lo farà… bé, ricordiamoci che per quanta solitudine ci potrà essere nel nostro futuro, la persona dalla quale ci siamo con fatica allontanati e che solo sofferenza ormai rappresentava… non potrebbe comunque esserne la soluzione.
Diamo spazio… solo facendo spazio qualcun altro un giorno potrà almeno avere la possibilità di trovare il cammino sgombro per entrare nel nostro cuore. Se esso invece sarà ancora e sempre occupato, non esisterà nemmeno questa possibilità.
Spero naturalmente che le cose si sistemino e lui, rendendosi conto che ti stai allontanando, possa “cambiare il tiro”, ma… tu non sperarci troppo, vai avanti per la tua strada: se tornerà cambiato, bene, ma se non lo farà… tu avrai già intrapreso la strada per la guarigione 🙂
E adesso, cari amici lettori… tocca a voi! 😉