La gestione della crisi

scalataRiprendiamo il normale percorso “post-Natale” parlando di qualcosa che prima o poi ci tocca tutti: le crisi e la loro gestione.
Credo che saper gestire le crisi sia uno degli aspetti più importanti e cruciali della nostra esistenza, in qualche caso può addirittura fare la differenza tra la vita e la morte.
Per quanto si stia accorti nell’evitare intoppi e problemi, prima o poi gli eventi negativi arrivano ed è necessario affrontarli. Non bastano le precauzioni: bisogna essere pronti a fronteggiare le crisi. Puo’ sembrare una cosa difficile, puo’ spaventarci, ma in realtà ho visto che molte persone scoprono di avere risorse inaspettate quando si trovano ad affrontare quelle che, almeno per loro, sono autentiche calamità.
La prima e più importante cosa è non darsi per spacciati:
la paura può essere inevitabile, ma bisogna evitare di farsi prendere dal panico. Non accettare di credere che ciò che accade sia senza soluzione, non percepire ciò che è apparso come una montagna impervia, impossibile da scalare, ma piuttosto come un labirinto con il quale bisogna sì armarsi di santa pazienza, attenzione, determinazione e prontezza di spirito, ma dal quale un’uscita c’è… e va trovata.
Bisogna affrontare la difficoltà a testa alta, come fosse una sfida. Nascondere la testa sotto la sabbia o limitarsi a battere i pugni sul tavolo non servirà a granché.
Anche se personalmente non credo nel Destino, mi piace ricordare una frase che pressapoco diceva: “Non possiamo sceglierci il Destino, ma possiamo scegliere come affrontarlo”.
Voglio chiudere rispolverando un vecchio racconto (se così si può chiamare) scritto un paio di anni fa in previsione di una… tempesta 😉

In attesa della tempesta (link al post originale: In attesa della tempesta)

occhi lupoIl lupo era immobile. Raffiche di vento gelido, a volte accompagnate da sferzate di pioggia, lo costringevano a stare ben piantato sulle quattro zampe ed a tenere socchiuse le palpebre dei suoi occhi. Pochi metri piu’ avanti, lo strapiombo dell’alta scogliera sul mare. Alle sue spalle il folto bosco i cui rami e foglie, sempre piu’ agitate, sembravano parlare concitatamente tra loro, come spaventate da cio’ che temevano potesse accadere.

Nonostante il calare della notte, il freddo e il folto pelo ormai zuppo d’acqua, gli occhi socchiusi del lupo puntavano dritti su quegli improvvisi lampi di luce che squarciavano lo spazio che divideva il cielo dal mare.
tempestaA volte quell’enorme massa scura che dal largo avanzava si illuminava qua e la’ con scariche elettriche improvvise e furibonde. Sembrava un mostro senza pelle, incapace di tenere nascosta la rabbia che lo divorava al suo interno e che si preparava a dirigere contro qualunque cosa gli si parasse davanti.

La tempesta avanzava, e nessun essere del bosco si sentiva al sicuro. Ogni animale era gia’ corso nella propria tana, anche la luna si era ritirata ormai da tempo dietro le nubi. Solo il potento fischio del vento, ormai un vero e proprio urlo, dava vita e suono a qualcosa che altrimenti sarebbe stato di un silenzio irreale.
Adesso anche il picchiettio dei goccioloni d’acqua stava aumentando di intensita’.

Il lupo osservava la massa nera che si avvicinava minacciosa, un senso misto di stupore e fascino per la potenza della natura, stava lasciando via via il posto al timore… eppure non indietreggiava di un passo, immobile come una scultura scolpita nella roccia. Se avesse avuto il dono della parola, avrebbe detto: “Ti aspetto qui. Ti temo, e’ vero, ma il senso della sfida per la sopravvivenza e’ piu’ forte. Ho paura, ma per vincere dovrai avere la forza di abbattermi. Sei pronta? Io si’, sono pronto…”.

Quelle parole non si udivano… ma si leggevano chiare nei suoi occhi, immobili verso quella tempesta da sfidare per rivedere l’alba serena di domani…

lupo osservatore

Cogliere l’attimo – Le virtù del guerriero

LE VIRTU’ DEL GUERRIERO
di Paulo Coelho


GuerrieroUn Guerriero della Luce ha bisogno di pazienza e di rapidità al tempo stesso. I due maggiori errori sono: agire anzitempo, o lasciare che l’opportunità si allontani.
Per evitare questo, il Guerriero affronta ogni situazione che si presenta come se fosse unica, e non applica formule, ricette, od opinioni altrui. Solo lui dovrà rispondere delle proprie azioni, ed è consapevole di questa responsabilità.
Il califfo Moauiyat domandò a Omr Ben Al Aas quale fosse il segreto della sua grande abilità politica: «Non ho mai affrontato una questione senza aver prima studiato la ritirata; d’altro canto, non ho mai affrontato qualcosa e immediatamente dopo desiderato di allontanarmene di corsa», fu la risposta.

 



Commento di Wolfghost: Il “cogliere l’attimo”, l’arte di non rimandare, è da sempre uno degli argomenti a me cari e che ho proposto più spesso. Ciò che puntualmente succede è che qualcuno, sentendosi ingiustamente toccare, salta su dicendo che è giusto riflettere e non ci si può muovere prima di essere pronti. Ed è vero che “il momento giusto”, “l’attimo da cogliere”, non capitano necessariamente ai primi istanti. Certo, possono esserci dei treni che non ripassano e che bisogna assolutamente prendere al volo non appena si presentano. Ma in genere “cogliere l’attimo” non significa buttarsi allo sbaraglio, agire con incoscienza, vuol dire solo rendersi conto che il momento dell’azione è arrivato e che attendere ancora è controproducente, se non fatale, per l’obiettivo che stiamo perseguendo.
In genere si dice che il modo migliore sia valutare pro’ e contro, ma ciò non può continuare all’infinito poiché i pro’ e contro evidenti non sono difficili da vedere, e gli altri… evidentemente non sono poi così importanti da riuscire a far muovere i piatti della bilancia. Pro’ e contro ci saranno sempre, è rarissimo trovare una scelta che non comporti un po’ degli uni e un po’ degli altri. Quindi è meglio “staccare razionalmente”, cercare di non pensarci, e aspettare di “sentire” qual è la decisione migliore. Non c’è nulla di magico in questo: il nostro inconscio elabora tutte le informazioni che abbiamo ad esso fornito, e, quando è pronto, ci restituisce la soluzione sotto forma di intuizione, di forte sensazione.
Poi l’importante sarà muoversi e non ricadere, al ritorno della mente razionale, nel dubbio, bloccandosi nuovamente.
Certo, esiste la paura di sbagliare, del risultato, ma a parte che in genere l’errore più grosso, quello di cui maggiormente dovremmo aver paura, è l’immobilità, dovremmo pensare che nella vita non esiste decisione sicura, e comunque, nella maggior parte dei casi, esiste la possibilità del ritorno o di un nuovo cambio di rotta. Per cui una decisione, perfino sbagliata, è quasi sempre migliore del rimanere nell’indecisione.
Senza contare l’enorme fonte di stress intrinseca nell’indecisione stessa.

C’è un altro punto affrontato da Coelho, anche di questo ho parlato più volte: ascoltare tutti per avere la possibilità di vedere strade che magari non abbiamo scorto da soli, ma… poi decidere in autonomia, con la propria testa.

lupo osservatore