Il giorno della liberazione

Ebbene sì, anche quest’anno questa decade sta passando. In questi giorni, nel giro di appena una settimana, passano il mio onomastico, la mia festa della liberazione e il mio compleanno 🙂

La prima e l’ultima sono festività banali, se vogliamo, anche se più vado avanti e più do importanza al compleanno, perché oggi ho la chiara percezione di quanto ogni singolo giorno sia un regalo che avrebbe anche potuto non esserci. Figuriamoci un anno, un altro intero anno nel quale ho potuto apprezzare la vita. Trovo che troppo spesso le persone lo diano per scontato.

Ma il giorno della liberazione per me è diventato perfino più importante.

Ormai sei anni fa, alla faccia di quelli che dicevano che non ce l’avrei fatta, riuscì a lasciarmi alle spalle una situazione pesante e pericolosa, una convivenza con una persona disturbata che, probabilmente, se non fossi riuscito a liberarmene, mi avrebbe portato alla follia e, chissà, persino alla morte.

Se non ci fosse stato quel giorno, in cui senza preavviso portai via dalla casa che fu dei miei genitori l’indispensabile, tra cui, ovviamente, Sissi :-), non ci sarebbe mai potuta essere la mia nuova vita, non ci sarebbe potuta essere la mia nuova famiglia. Probabilmente, non ci sarebbe stato, per me, nemmeno “oggi”.

Molti quando lo racconto credono che sia esagerato, che in fondo non poteva essere così terribile, che nemmeno il diavolo è così brutto come lo si dipinge. Eppure chi già mi conosceva allora, sa. Io so.

Per questo vi dico, quando ne va’ della vostra vita, non fatevi sensi di colpa: da morti o da distrutti non servireste comunque a nessuno, sarebbe peggio per tutti, anche se forse non tutti saranno in grado di capire.

Oggi mi guardo indietro, guardo la mia vita di adesso che non è affatto rose e fiori. E’ una vita con un lavoro stressante, con doveri che mi hanno allontanato da molti amici, con dissidi che mi hanno diviso da famigliari, con problemi di salute che – anche se non sono mai stati gravi – sono comunque sempre più presenti. Con preoccupazioni per il futuro perché il lavoro, lo sappiamo, è ormai incerto.

So che molti, in fondo Lady Wolf inclusa, penseranno che non è proprio un “successo di vita”. E invece per me lo è e non ne cambierei nemmeno una virgola. Perché la vita non è una strada larga, panoramica, in discesa e ben tracciata; la vita è anche curve strette, salite ripide, deserti arroventati e fredde cime. E spesso ti ritrovi in un labirinto del quale non sai se troverai l’uscita.

Però è la mia vita, posso dire di essermela scelta. E non ne cambierei una virgola.

Ho la mia Lady Wolf, il fido Tom, la decana e sedentaria Sissi, l’orsetto Julius e la simpaticissima Numetta. E i pesci tutti, almeno quelli che ci sono rimasti 😀 Questo a me basta per essere felice, perché so che tutto questo avrebbe anche potuto non esserci. E anche dovessi “andarmene” domani, sarebbero già sei lunghi anni di regalo. Un regalo che mi sono fatto da solo, con quella decisione. E sei anni sono già una vita.

E’ vero: non sempre sappiamo quale strada dobbiamo prendere, ma quando lo sappiamo, non facciamoci fermare dalla paura o dall’abitudine, dalle condanne o dalle promesse, perché la vita non torna indietro, la libertà non bussa spesso alla nostra porta, ed ogni chiamata può essere l’ultima.

Suona drammatico e tragico. Ma questa è la vita e se non apri quando bussa… potresti non vederla ripassare mai più.