Julius, in loving memory

9 ottobre 2015. Buonasera, cari amici. Questo purtroppo non è più un aggiornamento. Diciamo che è una semplice aggiunta. Parlavo con Demetra di strane “coincidenze” che già prima della morte del mio amatissimo gatto hanno iniziato ad accadere. Dopo la sua morte, ho già raccontato nei commenti a Ventisqueras, di come Perseo, stamattina presto, erano circa le sei e mezza, sia venuto a coricarsi al mio fianco e ha fatto perfino le fusa, cosa che non mi aveva mai fatto. A voler credere… sembra che qualcuno che è stato solito farlo per sette anni (bé… lui faceva anche il “pane”… ma adesso non pretendiamo troppo 🙂 ) l’abbia spinto a farlo 😉

Oggi sono andato in una nota catena di supermercati per animali a fare la solita spesa per Tom e i gatti. C’era una cassiera nuova, mai vista. Io, rivolgendomi ad una delle solite che sapeva di quanto stava accadendo, mi sono sentito di aggiornarla sullo sfortunato epilogo, al che è intervenuta anche la nuova e… incredibilmente era informatissima sulla malattia che, con ogni probabilità, ha ucciso Julius, sembrava una veterinaria. Addirittura terminava le frasi prima di quanto facessi io. Mi ha detto che “lui era così”, che non c’era nulla da fare ed anche i corticosteroidi avrebbero al massimo potuto farlo stare “un po’ su” ma non guarirlo, perché per quella malattia non c’è cura. Mi ha detto che certamente soffriva e che abbiamo fatto bene a terminargli tale sofferenza. Che se fossimo andati avanti sarebbe stato solo una cavia nelle mani dei veterinari. E, mentre stavo uscendo dal negozio, che… ora dovevo pensare ad un nuovo piccolo 🙂 Cosa anche questa di cui avevamo parlato io e Lady Wolf (ovviamente la cassiera non poteva saperlo). Ma soprattutto è stato il suo riferimento al fatto che “lui era così”, come se non si fosse trattato di una vera malattia ma piuttosto del suo stesso modo di essere, come se semplicemente fosse arrivato al termine naturale della sua esistenza… mi ha sbloccato qualcosa, perché io stesso durante il mese passato avevo “sentito” che era così. Più tardi, pensandoci e parlandone al telefono con Lady Wolf, mi sono messo a piangere… ma stavolta non di tristezza, bensì quasi di gioia… perché ho sentito che semplicemente il suo ciclo si era compiuto, e che tutti questi sette anni sono stati per lui pieni di felicità 🙂

Anche se certamente qualche lacrima ancora scenderà… credo che adesso sono pronto per lasciarlo andare… 🙂

Dicono che gli angeli a volte usano le persone che incontriamo per darci i loro messaggi… bé, io ho sentito che è così. E non mi stupirei se quella cassiera non la incontrassi più.

Julius, Aprile 2008 + 7 Ottobre 2015

Stamattina, intorno alle 10, nella nostra casetta e attorniato dal nostro amore, il cuore di Julius ha smesso di battere. Ci sono volute due inizioni intracardiache, anche in questo caso ci ha dimostrato quanto era forte… o quanto, da qualche parte, è forte ancora. Anche dopo morto, alcune parti del suo corpo hanno avuto convulsioni, la veterinaria che ha praticato l’eutanasia ci ha tranquillizato dicendoci che comunque ormai era morto, ed ha detto che è normale… quando il gatto era tanto sofferente, perché l’energia che era nei muscoli si viene a scaricare. Alla domanda “Ma allora non è vero che non stava soffrendo, che era solo in uno stato di stanchezza debilitante?” ha fatto una smorfia e ci ha risposto che dubita fortemente fosse così. Quindi, sì, è stata la scelta giusta. E poi comunque stamattina non riusciva più nemmeno a reggersi sulle zampe, cadeva di lato con bocca aperta e occhi spalancati, ma era così forte che perfino in queste condizioni chissà quanto avrebbe tirato avanti… non era più accettabile.

Nel momento del trapasso, gli abbiamo letto tre volte il passo indicato nel “Libro tibetano dei morti” per accompagnarlo nel viaggio nell’aldilà… Speriamo tanto di incontrarci di nuovo tutti, un giorno…

Grazie a tutti quelli che ci hanno e lo hanno sostenuto. Siete stati preziosi! 🙂

P.S.: un’ultima cosa tengo a dirvi… pensate che anche stanotte, l’ultima, alle quattro Julius ha tentato di salire sul letto per venire a coricarsi al mio fianco, come ha fatto per questi sette anni. Non ce l’ha fatta, ma io ho sentito il suo aggrapparsi con le unghie, allora l’ho tirato su e me lo sono messo a fianco. Di una cosa sono sicuro: non ci sarà mai un altro gatto che mi abbia voluto così bene come ha fatto lui… fino alla fine. Un amore ovviamente reciproco.

Come cambia in fretta il cielo… e, ovviamente, aggiornamenti su Julius!

Aggiornamento 1 ottobre: stasera siamo stati dal veterinario perché nel pomeriggio Julius sembrava di nuovo in difficoltà. E’ stato bravissimo! Mentre aspettavamo il risultato delle analisi del sangue, lo portavo a spasso per lo studio tenendolo in braccio, lo facevo guardare fuori dalle finestre e lui era decisamente interessato… Un vero tesoro 🙂

Purtroppo le analisi sono state impietose. I globuli rossi sono così bassi che il veterinario si è detto stupito che sia ancora vivo 😦 Lady Wolf è molto abbattuta, perché visto il colorito e il fatto che mangia di gusto, iniziava a sperarci… La nuova diagnosi, la quinta a questo punto, è leucemia, non quella infettiva classica dei felini, la FELV, bensì il tumore del sangue. Attendiamo l’esito di altri esami che il veterinario ha mandato a far analizzare, ma si è detto quasi sicuro. E comunque, anche non fosse quella la causa, i valori sono così bassi che le speranze sarebbero quasi zero comunque.

Julius tornato a casa è andato nella sua cuccetta e poi ha mangiato 🙂 E’ un vero guerriero e… sì, certamente è ancora con noi per tutte le attenzioni amorevoli che gli diamo 🙂 Ho detto a Lady Wolf di non essere abbattuta per non essere riuscita a salvarlo: ogni giorno che passa con noi senza soffrire, con il nostro affetto, è un regalo grande che gli facciamo… e un regalo grandissimo che lui fa’ a noi 🙂

Aggiornamento mercoledì 30 settembre: stasera Julius ci preoccupa molto… è peggiorato nel giro di due giorni, è tornato a sembrare raffreddato, peggio di qualche giorno fa’… e pensare che sembrava averla passata, inoltre è molto molto debole 😦 Nonostante il colorito sia ancora buono, ovvero molto meno giallo rispetto a 15 giorni fa’, è ora evidente che effettivamente qualcosa non va’ nell’apparato respiratorio. Avremmo l’appuntamento in clinica sabato, ma a questo punto rischiamo di non arrivarci 😦 E’ probabile che domattina chiameremo il veterinario affinché venga a dargli un’occhiata…

Julius oggi, in giardino

Era il pomeriggio inoltrato del 30 di agosto. Io, Lady Wolf e Tom stavamo per terminare qualche bellissima ora lungo uno dei laghetti formati da un torrente alle spalle della nostra cittadina. Tom si era divertito tanto e noi eravamo contenti di terminare l’estate, almeno ai laghetti, con una bella giornata.

Mentre ci stavamo preparando per rientrare, mi è squillò il telefono… e in un attimo cambiò tutto. Nel giro di qualche ora trovammo mio fratello defunto. Oltre allo shock, che probabilmente è stata la causa di uno stato di malessere durato quasi un mese, iniziò un periodo di inferno, con mille cose da sistemare, problemi da risolvere, lutto da affrontare. Quasi subito ci si è messo anche Julius che sembrava dover essere spacciato solo una settimana dopo.

Per quanto cerchiamo di rendere la nostra vita stabile, tutto può cambiare nel giro di un attimo, lo spazio dello squillo di un telefono. Lo sappiamo tutti, eppure tiriamo avanti come nulla fosse. Un tempo pensavo che così volesse la vita, non ci si può fermare. Ma ora non ne sono più certo, forse è più la nostra società a volere che lo show vada avanti, qualunque cosa succeda.

Dice il maestro Sogyal Rinpoche:

“Quanti di noi sono trascinati via da ciò che mi viene da chiamare ‘attiva pigrizia’? Ci sono molti stili di pigrizia, orientali e occidentali. Lo stile orientale consiste nello starsene tutto il giorno al sole senza fare nulla, evitando qualunque lavoro o attività fruttuosa, bevendo il tè e spettegolando con gli amici.

La pigrizia occidentale è piuttosto diversa. Consiste nell’imbottarsi di attività compulsive, che non lasciano il tempo per occuparsi delle cose serie.

Se consideriamo la nostra vita vedremo quanti impegni inutili, le cosiddette ‘responsabilità’, accumuliamo per riempirla. Un maestro lo paragona a “sbrigare le faccende domestiche in sogno”. Diciamo a noi stessi di voler dedicare il nostro tempo alle cose importanti della vita, ma non c’è mai tempo.

Guardiamo inermi le nostre giornate riempirsi di telefonate e programmi irrilevanti, di tali e tante responsabilità… o dovremmo vorse chiamarle ‘irresponsabilità’?”

E ora le novità su Julius.

Julius, ieri pomeriggio, torna a godersi un po’ di sole 🙂

Ieri sera il ragazzo ci ha fatto preoccupare. Ci siamo accorti che il respiro era ancora più pesante e difficile dei giorni precedenti, come se avesse l’asma. Inoltre i battiti del cuoricino erano davvero velocissimi. Sperando che fosse solo un raffreddore, che nel suo stato debilitato avesse “picchiato duro”, ho chiamato il veterinario e ci siamo accordati di aspettare un paio di giorni a meno che la situazione non peggiorasse ulteriormente. il suo sospetto infatti è che potesse esserci qualcosa di più, come un versamento polmonare del quale controllare le cause (con una radiografia).

Oggi il ragazzo è sempre molto stanco, ma il respiro, almeno fino a quest’ora del tardo pomeriggio, sembra un po’ migliore. Quindi aspetteremo la visita già precedentemente stabilita continuando con la terapia che, francamente, spero di poter alleggerire un po’ nei prossimi giorni.

Cosa pensiamo? Non lo diciamo… non per evitare di essere pessimisti, ma perché davvero nel giro di qualche ora la situazione cambia molto. Prima ad esempio Julius è andato in giardino e appena ha sentito che arrivavo con i pacchetti degli stecchini (sono “snack” per gatti) mi è venuto incontro ed ha mangiato di gusto (ovviamente secondo le sue possibilità attuali).

Attendiamo e… speriamo 🙂

Le foto precedenti sono di Julius oggi, quella a chiudere risale al 2008 quand’era ancora un giovanissimo gatto 🙂 Gli stavo costruendo il suo primo tiragraffi e lui ne era visibilmente entusiasta! 😀

Julius nel 2008, esplora il suo primo tiragraffi

Addio Julius, tesoro mio…

Aggiornamento 16 Settembre: Il ragazzo resiste. La mattina ci da’ speranze, la sera sembra spegnersi. Stasera ho scoperto con orrore di aver sbagliato per quattro giorni una parte della terapia: gli ho dato metà dose di corticosteroidi rispetto a quanto mi aveva scritto il veterinario! 😦 Tutta colpa delle diverse siringhe: alcune sono in millilitri, ma un set era in “unità”! 😦 Abbiamo avuto un momento di scoramento totale: eravamo sicuri di aver almeno fatto tutto quanto potevamo e un errore così è stato tosto da mandare giù! Ma che ne so io, non sono un medico o un infermiere! Il veterinario mi ha detto di non abbattermi, comunque la terapia sembra aver funzionato, almeno come palliativo (lui non ha mai creduto potesse farcela, già che sia ancora vivo per lui è un miracolo). Da stasera abbiamo aggiustato la dose e aggiunto un epatoprotettore e un multivitaminico. Usiamo solo l’ago della flebo inserendo gli altri preparati via via con una siringa nella flebo stessa, così il piccino prende due sole iniezioni invece di quattro (o a questo punto almeno 5!). Un piccolo appunto a questo veterinario, che pure è davvero bravo… non poteva venirgli in mente di dircelo prima? Il dubbio di poter fare così è venuto a me solo oggi… Ripeto: non siamo tutti infermieri.

Ringrazio tutti quelli che passano e lasciano un commento di conforto: ne abbiamo bisogno 🙂 Siamo entrambi esausti… Passerò anche dai blog che non riesco a visitare in questi giorni, abbiate pazienza…

Aggiornamento 14 Settembre: brevemente, perché siamo stanchi e provati: la mattina mi sveglio tre quarti d’ora prima per la flebo mattutina prima di andare al lavoro, torno a casa all’una per la prima iniezione e di corsa il tardo pomeriggio per la seconda. Stanotte poi c’è stato il temporale e Tom, come quasi tutti i cani, era inquieto e ci ha svegliati alle tre! Ci aspetta ancora l’ultimo sforzo della giornata: la seconda flebo.

Stamattina Lady Wolf si è recata alla clinica veterinaria per aggiornare sulla situazione e avere le indicazioni per il proseguimento della cura. Il veterinario è rimasto stupito del fatto che Julius sia ancora vivo ed abbia addirittura mangiucchiato qualcosa un paio di volte nel corso della mattinata. Andremo avanti con la stessa terapia, poi, giocoforza, inizieremo a ridurre le dosi del cortisone (non si può dargliene tanto a lungo) e cambiaremo anche l’antibiotico, anche se basato sullo stesso principio.

Il ragazzo ha fatto sperare un po’ stamattina, quando appunto ha mangiucchiato un paio di volte di sua iniziativa. D’altrocanto la cosa non si è ripetuta nel resto della giornata e ancora non l’abbiamo visto bere (anche se con due flebo al giorno di liquidi ne prende). Inoltre, alla luce del giorno, il colorito giallo è davvero evidente…

Insomma, preferisco non farmi illusioni… E’ già dura così piuttosto che sperare e cadere di nuovo. Comunque continuamo tutti a lottare e non cederemo fino alla fine.

Grazie davvero a tutti per le vostre parole!

… ecco un link ad un post del 2010 dove facevo la “presentazione” di Julius: Ehilà! Io sono Julius! 🙂

Aggiornamento 13 Settembre: Il “ragazzo” c’è ancora, è una roccia. E’ sempre stato un po’ cagionevole di salute, ma è anche sempre stato un “capo”, se fosse stato un gatto di strada sarebbe stato sicuramente il “ras del quartiere” 🙂

La terapia va avanti, si sta prendendo due flebo e altre due iniezioni al giorno, poverino. Ma è bravissimo! Forse perché debole.

Stamattina il veterinario si è raccomandato che deve mangiare, anche se poco. Almeno mezzo omogeneizzato al giorno. Ce ne mettiamo un po’ sul dito, gli “sporchiamo” il nasino o le labbra e lui si lecca, mandando giù (per fortuna, o per sfortuna, Lady Wolf aveva già dovuto seguire un caso del genere, con il suo gatto precedente). Poi si è anche messo in un paio di occasioni a leccare direttamente dal dito! L’operazione la ripeteremo spesso nel corso della giornata, in modo che riesca a mangiare abbastanza.

Non nutriamo grosse speranze. Però non possiamo non tentare. E poi ogni giorno in più che è con noi – purché senza soffrire – è un giorno regalato, sia per lui che per noi. Stamattina me lo sono messo al fianco e lui, seppure debolmente, si è messo a farmi il “pane” sul braccio, con un po’ di fusa. E’ andato avanti un bel po’… come si può rinunciare a questi momenti?

Aggiornamento 12 settembre: “esecuzione” sospesa! Proprio prima che arrivasse il veterinario… Julius si è improvvisamente scosso ed è andato a bere, inoltre ho notato che la lingua (non il resto…) è sembrata aver ripreso un minimo di colore!

Il veterinario è stato chiaro: probabilmente si tratta solo di 24 ore ed è meglio non nutrire illusioni… ma… finché c’è la possibilità di un miracolo, bisogna sfruttare perfino quella!

Chi crede che non sia una bestemmia… una preghierina per Julius è ben accetta!!!

“Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un’ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da uno sciocco, piena di strepito e di furore, ma senza significato alcuno.”
Shakespeare – Macbeth: atto V, scena V

La foto sopra è del mio adorato Julius, solo 7 anni e mezzo, che tra poco non ci sarà più. Solo dieci giorni fa’ sembrava lo specchio della salute, solo una settimana fa’ veniva ancora a dormire al mio fianco, sul letto, come ha fatto per questi sette anni.

Poi ha iniziato ad essere abulico e a non mangiare. All’inizio sembrava un’influenza che gli avesse preso la gola. Con la dovuta cura è sembrato stare meglio un paio di giorni, ma poi la situazione è precipitata, le mucose e la pelle sono diventate gialle, lui è tornato a non mangiare più. Visto che l’ecografia non evidenziava apparenti irreegolarità, si è creduto, forse sperato, in un parassita trasmesso dalle pulci, ma la situazione non è migliorata. Con sua – e di riflesso mia – grande angoscia, l’abbiamo ricoverato 24 ore in una clinica veterinaria dove hanno tentato il tutto per tutto.

Poi, stamattina, la telefonata che temevamo tutti: non c’è più niente da fare, se volete potete riportarlo a casa.

Julius è tornato a casa ed abbiamo tentato di proseguire la cura ma… non reagisce, si muove a malapena. Noi che siamo sostenitori dell’eutanasia anche per le persone sofferenti, non vogliamo un accanimento terapeutico per lui. Vederlo così, in attesa della morte, senza sapere se sta soffrendo o no (ogni tanto miagola apparentemente per la sofferenza… ma chissà se è così)… non ha senso, è stata durissima ma non posso lasciarlo così.

Così, a breve, sarà sottoposto a eutanasia. E la sua sofferenza avrà termine. La nostra angoscia no, quella durerà a lungo, per quanto mi riguarda forse per sempre.

Prima che arrivasse Lady Wolf con il fido Tom, Julius è stato tutto per me (spero che Sissi me lo perdonerà). Arrivava da Novi Ligure, era piccolo piccolo ed apparentemente già fragile allora, nonostante poi sia diventato un gattone di otto chili. In attesa del controllo del veterinario, l’avevo fatto uscire dalla gabbia e… mi si era attaccato come se ci fossimo sempre conosciuti. La volontaria che me l’ha portato era stupita, ha fatto per accarezzarlo… e lui l’ha morsa 🙂 Aveva scelto me, ancora prima di quanto io avessi scelto lui.

Se è vero che ci si ritrova, vita dopo vita, ho sempre avuto l’impressione che ci fossimo ritrovati.

Non riesco, adesso, a recuperare foto di quei momenti, di quand’era piccolo piccolo: anche se ce l’ho stampati nella mente… non ce la faccio. Ma se fate una ricerca “Julius” nel campo del blog, le troverete. Se mettete “Julius gatto” su Google, le troverete. Io non ce la faccio. Mi limito a mettere una delle sue ultime foto di quand’era in salute: lui sopra, la “sorellina” Numa in basso.

Per anni è stato il mio compagno più caro. Di notte, quando qualcosa mi preoccupava o semplicemente avevo freddo, lo stringevo a me. Lady Wolf sa e non si offende quando dico che, senza di lui, la mia vita non sarà più la stessa.

E non importa se chi non ha mai avuto un animale di famiglia non capirà, se chi pensa “parla così perché non ha avuto figli” sorriderà con scherno. Non importa nemmeno se qualcuno penserà “ha appena perso un parente vicino, è così per questo”.

No, Julius per me è come un figlio. E io mi sento come se stessi per perdere un figlio.

Addio adorato Julius, se Shakespeare ha torto e c’è qualcosa… ci ritroveremo, ovunque e in ogni tempo. Te lo prometto.

 

Mi presento, sono Perseo, ovvero il Quarto Gatto :-)

Perseo era un semidio, figlio di Zeus e… ah, no, quella era un’altra storia! 😛 Perseo sono io, il gatto rosso in foto, buongiorno a tutti!

Erano tanti giorni ormai che vagavo in un’area picnic in cima ad un monte quando sono stato avvicinato e rifocillato da due gentili persone con il loro cagnolino.

Vedendomi magro magro e vista l’area isolata, dopo aver chiesto alle poche case della zona, mi hanno preso e mi hanno portato per un controllo da un veterinario che mi ha visitato e fatto un piccolo prelievo per i test di rito.

Mi ha fatto un po’ male quell’ago nella zampina, ma… tutto bene mi hanno detto, e questo è ciò che conta!

Dicono che sia stato… abbandonato 😦 ma – a differenza di tanti altri amici, gatti e cani, che purtroppo non ce la fanno – sono stato fortunato: la notte stessa un temporale violentissimo si è abbattuto su quella zona, io però ero già all’asciutto!

Infatti, una volta avuto il risultato del test, le due persone con quel simpatico cagnolino, mi hanno portato a casa con loro…

Lì ho trovato… quanti erano? Ah, sì! Altri sei occhi di gatto a guardarmi! 😮 😮

Bé, io li ho tenuti lontano! Purtroppo non l’hanno presa molto bene e mi hanno dato dell’antipatico, ma… che ne sapevo io di cosa volevano da me? 😦

Ora ci siamo rilassati un po’ di più, anche se resto l’osservato speciale: c’è sempre qualcuno degli altri gatti a tenermi sott’occhio… a debita distanza.

Comunque, dove ero rimasto? Ah sì, appena portato a casa ed aperta la gabbietta ho sentito… odore di cibo! 😮 Era la pappa avanzata dal cane, che spreco! 😐 Così ci ho pensato io! 😉

In questi giorni ho mangiato tanto, vedevo perfino un po’ di stupore, ma… ragazzi, provate voi a nutrirvi di avanzi o di quel che trovate su un cucuzzolo per giorni! Ne ho da recuperare!

In attesa di conquistare i gatti indigeni (o farmi conquistare da loro, chissà… ), io gioco da solo, ecco! Non sanno cosa si perdono!

Come dite? Provare a smettere di ringhiargli e soffiargli? 😐 Uhm… Ok, ci proverò, promesso! 🙂

Ad ogni modo, vi sembro preoccupato forse?

Numa: Alla ricerca di Mister Gray

Numa
Ciao, questa gattina sono io, Numa, l’ultima arrivata in questa casetta piccola ma con tanta vita 🙂

Mi sono venuti a prendere in un gattile di Genova, quando ormai mi ero abituata a considerare una gabbia la mia casa… Ero stata portata lì molto giovane sapete? Avevo pochi mesi e in pratica avevo già passato più di metà della mia vita lì dentro quando vennero a trovarmi e, dopo qualche interminabile giorno, a prendermi. Che brutto sarebbe stato se non fossero tornati, se non li avessi più rivisti, se avessero scelto qualcun altro al posto mio… 😦 Non ci voglio nemmeno pensare 😐 Comunque sono tornati e mi hanno portato via con loro 😉
Non avevo mai visto una casa prima, ne’ interagito con degli esseri umani, tranne che per essere catturata, sterilizzata e… per il taglio di un pezzetto della mia povera orecchietta destra, come segno che ero stata appunto sterilizzata. Mi dicono che questa usanza sia in declino, che ora molti gattili non lo fanno più… speriamo sia così. A me comunque dicono che sono simpatica con quel pezzetto di orecchio mancante! 🙂

Comunque ero molto timida, non mi facevoNuma e maglioninemmeno accarezzare: mi spostavo qua e la nella gabbia saltando agilmente le mani che cercavano di toccarmi  😀 E un po’ mi è rimasta la timidezza, ancora adesso infatti mi piace cercare posti tranquilli quando voglio riposarmi, in mezzo ai caldi maglioni dentro l’armadio ad esempio, e gli estranei mi spaventano sempre, mi precipito subito a nascondermi quando entra qualcuno che non conosco  😐 Comunque, pare che la mia timidezza, unita alla mia evidente curiosità e vitalità, sia piaciuta ai miei nuovi padroncini, sembravano così desiderosi di conquistare una micina così diffidente… e io sono contenta che l’abbiano fatto!  😛 Anche se non mi piace essere presa in braccio, so fargli capire che sono contenta di essere qua… lo faccio a modo mio, basta non forzarmi 😉 Chissà se funziona così anche tra voi umani? 😐 A volte si ottiene di più con la dolcezza e la pazienza che con la forza; con il lasciar fare, facendo pero’ sentire la propria presenza, che volendo ad ogni costo ottenere subito risultati 😉
Comunque a dire il vero cercavano anche una gattina esuberante per uno dei gatti di casa, Julius, che fino a quel momento aveva vissuto con una gattona che non gli aveva mai dato molta confidenza, e lui aveva così voglia di giocare… ed io corrispondevo a questa esigenza, infatti abbiamo fatto amicizia immediatamente e già dal giorno dopo giocavamo assieme in continuazione 😀

Numa e svegliaCerto, a volte mi diverto anche con altro… i vestiti nell’armadio, le scarpe, le foto e i ninnoli poggiati sugli scaffali, i cellulari lasciati incustoditi sul tavolo, le bottigliette d’acqua o le sveglie a fianco del letto… per non parlare delle pazze corse per la casa quando ho i miei cinque minuti! 😀
Cerco di non farmi beccare naturalmente, ma non sempre ci riesco… 😐 😉 Pero’… insomma… non è colpa mia, se la sera non mi nascondessero i giochini rumorosi, come le palline di plastica dure o con i sonaglini dentro, io giocherei con quelli, no? 😐

Comunque… a questo punto vi starete chiedendo il perché di quello strano titolo, non è vero? 😉 Bene, adesso ve lo spiego… 🙂

Numa su cassaC’è un film, intitolato “L’acchiappasogni”, nei quali uno dei protagonisti – un ragazzo con problemi mentali che si rivelerà essere un extraterrestre “buono” in incognito – passa tutta la vita in attesa di sventare il diabolico e distruttivo piano d’invasione di un gruppo di alieni capitanati da un essere che lui chiama… Mister Gray 😀

Ecco… la mia espressione curiosa, sempre con quegli occhioni sgranati, fa pensare che io sia perennemente alla ricerca di Mister Gray! 😛 Mi prendono sempre in giro dicendomi “Chi c’è Numa? Mister Gray?” 😦 Che sciocchi,vero? 😐 E comunque poi vedranno che avevo ragione… non appena riuscirò a catturarlo! 😉

Bé, adesso vi saluto che vado a nanna 🙂 Ah… dimenticavo, giusto in questo periodo compio un anno! 😀 Fatemi gli auguri, mi raccomando! 🙂 Io vi sognero’, promesso! 😉

Numa e Julius

La fata dei boschi e il gatto nero – una favola di IrisLuna

Stasera voglio pubblicare una bellissima fiaba raccontata da IrisLuna. A me è piaciuta tanto, e dopo tanti post un po’ tristi è proprio quel che ci vuole 😉

Prima però… un ringraziamento a Firearrow per la modifica del template! 😛 Se adesso trovate le icone per il social-networking (credo si dica così… :-D) e i commenti pop-up assieme a quelli permalink, è merito suo! 😉

Ringraziamenti anche da Julius e Sissi, eccoli qua 😉 Ehm… ragazziiii! Svegliaaaaa!!! Uff… vabbé, ti ringrazio io anche per loro! 😀

30092009648
Nel weekend non ci sarò, ma… lo sapete: risponderò comunque a tutti, presto o tardi 😉

E ora la splendida fiaba di Iris…


La Luna Piena – Una fata dei boschi e un gatto nero
Fiaba raccontata da IrisLuna
Blog:
Frammenti di Luna

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Ogni volta che c’ è la luna piena, come in queste notti, mi torna alla mente una favola che mi raccontavano da piccola. Parla di una fatina dei boschi, un gatto nero, e di una panchina bianca in mezzo al mare...

Le figlie di Aradia amano cantare e passeggiare per i boschi, niente riempie loro il cuore di gioia come pregare per la grande madre, e onorarla ballando sotto la luna piena. Venivano appellate fate, e avevano grandi poteri, che traevano dall’amore stesso che nutrivano per Diana. Ognuna delle fate era dotata di bellissime ali, che permetteva loro di volare perfino sopra le nubi, in modo da non perdere mai di vista la luna, nemmeno nei giorni di pioggia. Un giorno, dal pianto di una ninfa, nacque Iris. Le sue ali erano le più colorate, ma avevano un difetto: non riuscivano a volare. Quelle ali erano troppo deboli, e Iris non poteva seguire le compagne qua e là per il bosco; dovete infatti sapere che le fate non amano muoversi a piedi, ma lo fanno sempre volando molto velocemente, in modo da non farsi vedere da occhio umano. Quindi Iris rimaneva sempre da sola, specialmente sotto la pioggia, mentre le altre fate erano lassà, sopra le nubi, a danzare alla luna piena. Iris altro non poteva fare che camminare. Camminava, e camminava tanto, e così scoprì tante piccole cose del bosco che alle fate sfuggivano, svolazzando qua e là. Scoprì su quale fiore su posava la rugiada più fresca, ad esempio, o dove cadeva la prima foglia in autunno. Ma camminando camminando, Iris iniziò ad uscire dal bosco, ed esplorò zone sempre più lontane.

Un giorno, nelle sue esplorazioni, vide una grande massa d’ acqua, che gli umani chiamavano “mare”. Era incantata dal come riuscisse a rimanere lì, eppure muoversi con quelle sue onde. Ed era incantata da come la luna piena si riflettesse sopra di essa. Così danzò e ballò in onore della Grande Madre, da sola, senza le altre fate. Ma mentre danzava e ballava, qualcuno la stava guardando. Iris sentì il suono di un campanellino, e si accorse della sua presenza. Era un piccolo gatto nero con lo sguardo curioso. Iris rise, il suono di quel campanellino le piaceva. Allora il micio lo agitò apposta per farla ridere di nuovo.
Iris e il Gatto Nero si presentarono, e iniziarono a parlare. E camminarono. Camminarono e parlarono tanto, fino a raggiungere una panchina, una panchina bianca che si trovava proprio in mezzo al mare, in mezzo alle onde. E li si sedettero per riposare un po’. Iris guardò in silenzio il piccolo micio, e iniziò a fargli delle carezze sulla schiena, come piacciono ai gatti. Il micio rimase stupito e chiese “perchè?”, la fata rispose che sapeva leggere nell’ animo, e sentiva che il suo era ferito e che più di ogni altra cosa, più di ogni altra parola, aveva bisogno di affetto. Il piccolo micio rimase sorpreso. Rimasero un po’ li, il micio a farsi coccolare, e la fata a guardare la luna, con l’ espressione triste di chi non può volare. Il micio chiese “Come mai non voli come le tue sorelle… non sei anche tu una fata?” e Iris diventò ancora più triste.
“Vedi le mie ali? Sono troppo deboli per volare. Non hanno forza”. Il piccolo gatto nero allora divenne triste. “Posso fare qualcosa?”.
“No. Nessuno può farci niente”.
La piccola fata dei boschi indicò la luna piena. “E’ che così, sono una fata a metà. Credo che nemmeno la grande madre mi voglia come sua figlia. Non sei una vera fata, se non sai volare”.
“Nemmeno io so volare” obiettò il gatto.
“Tu sei un piccolo gatto nero. Non hai le ali, per questo non sai volare”. Rispose Iris.
“Credi che davvero servano ali per poter volare? Non credi che ci siano altri modi per poterlo fare?”.
Iris non aveva risposta.

Si stava facendo tardi, la luna stava per tramontare, quasi sfiorava il mare. La fata disse frettolosamente addio, volto le spalle, e si diresse verso la sua casa, verso il bosco. Il piccolo gatto nero si sentiva tanto triste. Nessuno era mai stato tanto buono con lui, nessuno gli aveva fatto quelle coccole. E soprattutto, nessuna fata lo aveva mai fatto per lui. O per qualche altro gatto.
Il micio tornò di nuovo a quella panchina in mezzo al mare, sperava di incontrare di nuovo quella fata. Lui era sicuro che avrebbe trovato il modo di farla volare, se solo lei gliene avesse data l’ occasione.

E la fata? La fata pensava e ripensava a quella domanda, c’erano altri modi per poter volare? E più ci pensava e più si arrabbiava e diventava triste, perchè non aveva, non aveva una risposta. E camminò in lungo e in largo per il bosco, per chiedere consiglio. Ma nessuno aveva una soluzione.
E venne di nuovo la notte. E Iris guardava la luna piena, seduta su un ramo dell’ albero più vecchio del bosco, la Grande Quercia. Iris guardava la luna, ma invece di danzare e ballare come le sorelle, sospirava.
“Piccola fata, perchè sospiri ? Cosa ti affligge?”.
“Grande Quercia, io ho ali troppo deboli per volare. Esiste un altro modo per poterlo fare?”
“Piccola fata, ti rende così triste non poter volare?”
“Si, molto.”
“E cosa c’ è che ti rallegra?”
“Non lo so. Niente mi rallegra, Grande Quercia.”
“Chiudi gli occhi, fatti cullare dal soffio del vento. E cattura un pensiero felice”.
Iris chiuse gli occhi. Le tornò alla mente il piccolo micio nero, il tintinnare del campannellino, la lunga passeggiata, le mille parole. Sorrise. E poi sospirò nuovamente.
“Piccola Fata, guarda le tue ali”

Il micio miagolava triste seduto sulla panchina. Faceva freddo e tremava, ma aspettava. Aspettava che la sua fata tornasse, e agitava il campanellino, perchè così, seguendo quel suono, l’avrebbe trovato più in fretta.
E la fata arrivò. Volando stavolta! Il micio era felice, e fece tante fusa alla sua fatina. Iris prese il micio fra le sue braccia e lo strinse forte.
“Grazie, ho dovuto aspettare di incontrare te, perchè le mia ali potesso finalmente farmi volare. Perchè se c’è una cosa che ti da forza, che ti fa volare veramente in alto, sopra le nuvole, è l’ amore.”
Il micio disse alla fatina “Rimani sempre con me”.
Da allora rimasero sempre insieme.

Nelle notti di luna piena, non meravigliatevi se, guardando in alto, vedete una fatina e… sentite miagolare!

Il gatto e la luna

Un po’ di Wolf: Sabato, 2 Gennaio… 1993!

Da una pagina di un mio vecchio diario. Versione integrale: ho copiato esattamente… anche gli strafalcioni di grammatica e sintassi! 😛



Sabato, 2 Gennaio [1993, n.d.r.] (10:09)

Frammento di un sogno notturno:
Io sono a letto, probabilmente è mattina e mi sono appena svegliato. C’è mio padre nella stanza, sta controllando la dimensione del tumore alla zampa posteriore destra del nostro gatto [l’abbiamo scoperto da poco] che è adagiato sull’altro letto. Gli dice con tono affettuoso “Bé, non è cresciuto, è sempre uguale”. Poi si avvicina a me e parlando di un qualche argomento che non ricordo, controlla, ad una ad una, lo stato di pulizia delle unghia delle mie mani!



Il mio gatto, il distacco, l’emozione [Riflessioni] (22:00)

Due giorni fa, il 31 Dicembre 1992, come degna fine di un anno da dimenticare (ma ne ho poi almeno uno da ricordare?) siamo finiti io dal mio medico e il mio gatto [Kit, ho già parlato di lui: Un po’ di Wolf… Kit: incontro con la morte., n.d.r] dal veterinario. Io accusavo qualche disturbo gastro-intestinale che pensavo potesse essere dovuto ad una appendicite, invece era solo una colite, già quasi dimenticata. Il gatto invece non se l’è cavata altrettanto bene; sembra sicura infatti la presenza di un tumore in fase avanzata alla zampa posteriore destra con probabile necessità di amputazione totale dell’arto e ridotta longevità per il ripresentarsi della malattia nel giro di pochi mesi od anni. Kit, questo è il suo nome, è un maschio di undici anni, vissuti tutti con noi (tranne che per i primi mesi dello svezzamento). Essendo castrato non ha nemmeno la consolazione di avere una qualche prosecuzione in quelli che sarebbero stati i suoi successori [sic!!! n.d.r.]. Solo chi ha avuto un singolo animale da casa per molti anni può capire la preoccupazione che desti nei padroni la sua probabile futura morte. Solo chi ci ha giocato insieme, arrivando a farsi volontariamente graffiare nel corso delle ‘zuffe simulate’, chi ha pensato a nutrirlo per anni, chi veniva svegliato da lui affettuosamente al mattino, chi ne ‘sopportava’ la presenza ai piedi del letto e ne ascoltava incuriosito i mugolii notturni e il pronto e buffo ronfare ad ogni singola carezza, chi adesso, pur senza sentirlo lamentare (come è giusto, in quello strano coraggio che tutto arriva a sopportare tipico della mancanza di autocoscienza e cioè di autocompiacimento e paura, che hanno gli animali), chi vede come gli sia difficile e penoso il non riuscire a cambiare lato d’appoggio nemmeno durante il riposo, solo queste persone possono capire il dolore di certi padroni nel perdere un solo, piccolo, ‘inutile’ animale.
Eppure, quando ancora il veterinario non aveva presentato a me e a mio fratello l’ipotesi dell’amputazione ma solo quella dell’eutanasia non appena il dolore fosse stato troppo forte, eccomi di nuovo a quella inconcepibile scelta: distacco totale o emozione?
Non so se esista una via di mezzo, dato che il semplice controllo delle emozioni forse non è solo molto difficile ma piuttosto impossibile.
Ciò che so è che non è la prima volta che mi si presenta una simile scelta; anche al matrimonio di mio fratello, per esempio, ne ebbi chiara la percezione.
Ci si può lasciar coinvolgere, soffrire fisicamente, mentalmente, emozionalmente e forse anche spiritualmente oppure si può dire di no, distaccarsi, non provare nulla, sapere ciò che si deve fare e farlo ma senza penare. La scelta c’è, ne ho sentito chiara la presenza e chissà quante volte, inconsciamente, ho già scelto! Ma se sembra una scelta banale, non lo è.
Si conosce ciò che ci è sempre stato detto sulla ‘necessità’ del provare dolore non solo religiosamente (ci sono religioni che lo negano) ma anche e forse in maniera più forte socialmente. Sei un uomo o una donna! Devi provare partecipazione, soffrire, commuoverti o non sei più umano. Non lo senti più solo dagli altri, lo senti venire da dentro: ma che razza di uomo sei? Commuoviti! Soffri!
Ma non è solo questo, non esistono l’uno e l’opposto, e la verità non sta nel mezzo come tanti credono; l’uno e l’opposto coesistono sempre e il ‘mezzo’ lo si scambia spesso per tale coesistenza, anche in questo caso. Non ci si libera solo da dolore, sofferenza, oppressione e odio ma anche da piacere, gioia, libertà e amore giacché la paura di perdere i secondi contribuisce a formare i primi ed anzi ne fa già parte. Ecco perché esito, perché fino ad ora il distacco ha, alla fine, almeno consciamente, sempre perso: perché finché lo vedrò come esilio non potrà mai coesistere con la speranza, e la speranza, si sa, è l’ultima a morire.

diario

 

Happy Birthday, miciona Sissi!!! :D

Sissi compleanno
Sissi, compleannoEeeeeeeeeeeeehh! Buon sesto compleanno, miciona Sissiiiiiiii!! 😀
Peccato che la foto sia venuta un po’ sfocata 😐
, ma se vedete bene c’è anche il numerino “6”, oltre che alla candelina rigorosamente rosa 😉

Sissi

Eccola qua, quando era piccolina invece  :-).
Aveva pochi mesi e almeno 10 chili meno. Era mattina, io stavo facendo colazione e lei saltò sulla sedia vicina, guardandomi come a dire “Che fai?” 😛

sissi 2Presi Sissi per tenere compagnia a mia madre, poche settimane dopo la morte di mio papà. Sissi svolse il suo compito egregiamente lungo i tre anni di convivenza con lei. Dico sempre, credendoci, che ho un debito con lei: era la luce dei suoi occhi ormai 🙂

Sissi ha traslocato con me l’anno scorso, in aprile. Penso che per lei cambiare casa sia stato un trauma; pensate che solo in questi giorni ho rivisto in lei alcuni comportamenti che aveva più di un anno fa’. Stasera ad esempio… mi ha attaccato (per gioco) una caviglia, la destra… ce l’ha sempre avuta con lei! eheheh

Certo, poi l’arrivo di Julius ha complicato (invece di semplificarle) ulteriormente le cose. Speravo si sarebbero tenuti compagnia, invece più spesso litigano… e sono simpaticissimi! 😀

Comunque adesso… goditi il compleanno, miciona! A come far fuori Julius, ci penserai domani! hihihi 😛

Sissi complenno

Buon primo compleanno Julius!! :))))))

Julius compleanno 2Eccolo qua il micione di casa, mentre festeggia il suo primo anno di vita  😛 In realta’ non so quale sia il suo giorno di nascita, ma piu’ o meno cade in questo periodo e allora… 😉

JuliusQui a destra potete vedere la prima foto che gli ho fatto io, era il 28 luglio 2008 ed era appena arrivato a Genova. Mi commuovo sempre guardando questa foto 🙂 eheheh

I primi tempi furono difficili, il poverello aveva la febbre e non sapendo se era malato, in attesa dei risultato dei test, fui costretto a tenerlo in isolamento per non rischiare di contagiare Sissi 😐 ma… come potete leggere qua Con un gatto in braccio…, infine il risultato arrivo’ e il piccolo pote’ iniziare a scorrazzare per casa e… a litigare con Sissi, furibonda di non essere piu’ l’unica creatura non umana di casa 😀 Ancora adesso se le danno di santa ragione! 😐

Si’ Julius… aspetta, adesso te la tolgo la candelina, cosi’ mangi in pace! 😉

Buon primo compleanno, piccolo! 🙂

Julius compleanno

Julius ha paura

Julius ha paura
Cerca una tana sicura
Sente i botti di fine anno
Corre con affanno.

Julius è preso da terrore
Ha visto quel bagliore
Batte forte il cuoricino
Anche se ha me vicino.

Julius è piccolo, non sa
Che il terrore passerà
Che ciò che conoscerà
Più non lo spaventerà.

Julius fa tanta tenerezza
Vorremmo dargli una carezza
Perché in fondo quel terrore
Anche noi l’abbiam nel cuore.


Una simpatica poesiola (semplicissima, posso essere tante cose ma non un poeta) dedicata al mio piccolo Julius che, poverino, si avvicina al suo primo capodanno 😉
Lì per lì mi sono chiesto come potesse avere così paura per una cosa del genere, ma poi ho capito che in fondo anche noi siamo tanti piccoli Julius: passiamo di paura in paura nel corso della nostra vita, ogni volta che ci imbattiamo in qualcosa che non conosciamo, quando capita qualcosa che per correlazione – magari solo inconscia – ci ricorda un dolore, un trauma passato vissuto in prima persona o forse solo visto capitare a persone care.
Cerchiamo rifugi sicuri, ma un rifugio protegge da una sola paura… e ne esistono tante di paure.
Forse la vita è un percorso di conoscenza, e la conoscenza più importante è accettare che esistono più paure che rifugi.
La paura non va fuggita, va accettata, conosciuta, capita. Solo allora, forse, potremo davvero esserne liberi.

Julius con l