L’esperienza del teatro

Ieri ho partecipato ad una dimostrazione teatrale tenuta dalla compagnia “Waltersteiner” (http://www.waltersteiner.it) in pubblico.
Non sono un attore, ne’ ho le conoscenze del settore che sarebbero necessarie per esprimermi “tecnicamente” sul lavoro fatto; sto solo seguendo, per scopi di crescita personale, uno dei corsi che ciclicamente tengono e che chiamano “laboratori di ricerca”.

waltersteiner Cio’ che mi preme, e’ rilevare l’aspetto psicologico e umano di tale esperienza, valida proprio perche’ arriva da un “principiante”; spesso, chi e’ dentro le cose da tempo, chi e’ cresciuto dentro di esse a poco a poco, perde la visione dello sforzo e dei risultati che sta’ ottenendo, sforzo e risultati che appaiono invece evidenti a chi li segue da poco tempo.

Premetto che ho probabilmente sentito meno l’emozione rispetto a molti degli altri “allievi” (termine che mi fa’ un po’ sorridere, ma non ne trovo altri :-)) grazie al fatto che, per motivi di lavoro, ho gia’ dovuto tenere diverse presentazioni tecniche – tra l’altro in lingua diversa dalla mia – davanti a platee anche numerose (100 e piu’ invitati da tutto il mondo); esperienza ovviamente molto diversa, ma che comunque serve “a formarsi” nell’impatto col pubblico. In particolare riporto la frase di un’altra allieva che, alla fine di una delle performance, ha esclamato con evidente piacere “Oh! I primi applausi della mia vita!” 😉

teatro Intanto una premessa: perche’ alcuni mesi fa’ scelsi di fare questo corso? Be’… volevo investire su qualcosa che ampliasse i miei orizzonti, sia in termini di nuove conoscenze che di crescita personale, per cui mi “guardai attorno” e, insieme ad altre possibilita’, trovai e valutai questo corso.
Avendone saltato la presentazione, chiesi ed ottenni di poter assistere al primo giorno in qualita’ di osservatore, proprio al fine di decidere se iscrivermi o meno. Bastarono 5 minuti per farmi propendere per il “si”. Trovai e trovo tuttora affascinante quanto questo lavoro peschi nell’animo umano, lavorando sulla consapevolezza dei gesti, del respiro, sull’apertura e la fiducia nelle altre persone, sul necessario lavoro di destrutturazione di quelle immense “sovrastrutture mentali” che in ognuno di noi si formano e aumentano via via che gli anni passano. Rimasi colpito da quanto pertinente fosse questo lavoro con certi concetti di consapevolezza e attenzione che avevo gia’ trovato in pratiche come lo Yoga, la Meditazione o nelle moderne forme di psicologia come la PNL, sia da un punto di vista mentale che fisico (perche’, guardate… tornare a “svincolare” i muscoli dalla stretta mentale e’ tutt’altro che facile!).

Il gruppo della Waltersteiner e’ molto compatto, c’e’ un grande spirito d’unione tra di loro. Soprattutto colpisce la professionalita’ unita alla grande passione verso questo lavoro, che, tra l’altro, e’ necessariamente un “secondo” lavoro (tra virgolette perche’ in termini di impegno e’ probabilmente il “primo” per molti di loro). In prossimita’ delle loro performance e spettacoli, non esistono sere, non esistono domeniche, ma non c’e’ un vero “sacrificio” – non nei termini di “sofferente impegno” con cui di solito lo si intende – perche’ fanno cio’ che amano fare.
Tanto per citare un episodio, ieri mi hanno colpito le parole di una delle attrici, Elena, che raccontava di quanto fosse dispiaciuta per non aver potuto partecipare alla dimostrazione a causa di un lieve infortunio nelle prove della settimana precedente e di come fosse gia’ protesa e ansiosa di recuperare il prima possibile per essere presente nella seguente. Non sono state tanto le parole (“questa e’ la mia vita”, diceva con grande partecipazione), quanto l’atteggiamento, a dimostrarne con evidenza la veridicita’.

Io spesso parlo di determinazione, amo citare le parole di Anthony Robbins quando sostiene che non ha mai visto nessuno arrivare al successo trascinandosi stancamente (di qualunque campo si stia parlando). E non parlo di successo in termini di fama, quanto piuttosto di successo nel riuscire a fare, a vivere, cio’ che si vuol fare e vivere. Quanti di noi dicono “mi piacerebbe…” ma poi concretamente non fanno nulla per trasformare le proprie aspirazioni in realta’?

clementedavid La determinazione e la passione – unita, e guardate che e’ rarissimo da trovare quando c’e’ passione, alla mancanza di competizione tra loro – sono proprio cio’ che piu’ del resto mi ha colpito nel loro gruppo, a partire dai fondatori del gruppo – Clemente e David (nelle due foto qua a lato) – che nel 2001 decisero di provare a realizzare quello che per loro era solo un’idea o, forse, un sogno.

Per ora mi fermo qua, perche’ ognuno di loro ha personalita’ e caratteristiche cosi’ peculiari che dovrei perlarne per pagine e pagine…

Personalmente, a parte la lezione del loro impegno che e’ poi cio’ che mi ha colpito principalmente, sto traendo da questa esperienza l’opportunita’ di mettere in pratica conoscenze che altrimenti sarebbero forse rimaste al solo livello teorico, nonche’, ovviamente, impararne di nuove. Mettersi in gioco, in qualche modo, e’ sempre importante, altrimenti non si potra’ mai davvero sapere qualcosa di concreto su se’ stessi, poiche’ solo dall’obiettivita’ dell’esperienza si puo’ avere un’idea oggettiva di come siamo fatti. Nell’isolamento della nostra mente possiamo raccontarci tutto e il contrario di tutto senza tema di essere smentiti, potendo arrivare infine a crederci molto diversi da come siamo in realta’ .
E’ solo “portandosi fuori da se’ stessi”, mettendosi in gioco, che si puo’ davvero conoscere il proprio valore e continuare a crescere.

foto del gruppo degli attori della Walter Steiner
I persiani

Scegliere di vivere, e di essere “grande”

Oggi sono finalmente riuscito a parlare con l’autore del presente articolo, Rodolfo di Maggio, ottenendo di buon grado di poterlo pubblicare sul mio blog. Sua è (credo) anche l’opera di traduzione del pezzo di Gerald Harrisbar “Cinque minuti per Napoleone”, che pubblicai qualche mese fa’. Conosco virtualmente Rodolfo da alcuni anni, grazie ad una pubblicazione on-line che teneva egregiamente e che, con mio grande disappunto, venne poi interrotta. Verrà a trovarmi sul mio blog e spero lasci anche traccia del suo passaggio… Vero Rodolfo? 😉

 


JACK LALANNE – Scegliere di vivere, e di essere “grande”.

JackLalanne

Questo e’ quello che ha fatto Jack LaLanne, nome che non dice molto agli italiani ma che appartiene a un volto visto tante e tante volte nei film.

Un volto che e’ quello del maestro e ispiratore di Arnold Schawerzenegger.

Un nome che e’ quello di un ragazzo magro, malato, che era lo zimbello dei suoi compagni di classe, dal peso di 43 chili, occhiali, apparecchio dentale e stampelle. Con un’immagine e una stima di se’ cosi’ basse che lo costrinsero ad abbandonare gli studi.

Un ragazzo che tento’ di uccidere il proprio fratello.

Un ragazzo per il quale l’orizzonte mostrava solo nubi molto scure.

Un ragazzo che un giorno partecipo’ ad una conferenza e fu cosi’ ispirato dalle parole che udi’ che si convinse che era possibile fare qualcosa per migliorare la sua disperata condizione.

Jack LaLanne consumava una quantita’ incredibile di zucchero, si nutriva male ed era afflitto da manie di persecuzione e idee di suicidio.

Un giorno la madre lo condusse a forza ad una conferenza di un nutrizionista, la sala era piena, e, con grande sollievo di Jack, che mal sopportava le altre persone, fecero per andare via.

L’oratore li vide e disse che non era mai successo che a qualcuno fosse impedito, dalla mancanza di posti a sedere, di assistere ad un suo discorso.
Chiese due sedie e li fece accomodare proprio di fronte al palco.

Jack avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna, non solo era costretto ad assistere alla conferenza, ma quel che e’ peggio e’ che era di fronte a tutti quanti gli altri.

Le due ore che seguirono cambiarono la vita di Jack. Fu cosi’ ispirato da quello che ascolto’ che si convinse che era possibile fare qualcosa per migliorare le sue orribili condizioni fisiche.
Scelse di fare in modo che il suo futuro fosse migliore del suo breve passato.

E inizio’ ad esercitarsi. Due ore al giorno. Ogni mattina si alzava alle 5 e per due ore si esercitava. E continuo’ a farlo per tutta la vita.
Sta continuando anche ora, a ottant’anni suonati. [Nota di Wolfghost: Jack LaLanne ha 91 anni adesso, ed è ancora in movimento! ]

Jack e’ comparso in praticamente tutti i talk show d’america, Jack ha nuotato, ammanettato, dall’isola di Alcatraz fino alla baia di San Francisco, un’impresa definita impossibile e mai riuscita finora a nessun’altro.

Nel 1936 apri’ le prime palestre in America, dove e’ noto col soprannome di “Mr. Exercise”. Oggi Jack LaLanne puo’ battere uomini di 50 anni piu’ giovani di lui.

Jack e’ miliardario, in dollari, Jack e’ una leggenda.

Non vi e’ un sito che parli di lui, ve ne sono oltre quattromilacinquecento.

Digitate Jack LaLanne su un qualsiasi motore di ricerca e godetevi lo spettacolo di una fiaba dei tempi moderni, ma vera.

Non chiamate Jack LaLanne un culturista. Non e’ solo quello. Ha impiegato tutta la sua passione ed intelligenza verso un unico obbiettivo.

Ma lo ha fatto in maniera egregia.

In tutte le sue interviste (e ne troverete parecchie) da lui rilasciate, conferma una sola nota costante: ESERCIZIO fisico, due ore al giorno e poi basta, ma sempre, senza mai saltare una giornata, per oltre 70 anni.

Non e’ stato facile, e confessa che non e’ tutt’ora facile alzarsi alle cinque del mattino per farsi un’ora di pesistica e poi un’ora di nuoto (tanto per rilassarsi!) ma lo fa. In modo costante e continuo.

Non ci importa tanto il QI di Jack, ma quello che lui ha dimostrato, esempio vivente della determinazione tesa al raggiungimento dei risultati.

Per nessuno di noi e’ facile dare una sterzata e cambiare.

Ma il nostro destino e’ nelle nostre mani, solo e soltanto in quelle.

Possiamo iniziare la metamorfosi o continuare a sonnecchiare nelle nostre vere o presunte certezze e sicurezze.

Ma nel momento in cui decideremo di agire… In quel momento preciso… Nessuno potra’ fermarci.

Fate la scelta giusta e… sarete al vertice !

Rodolfo di Maggio



“Come rispondi alle sfide dopo che hai preso la decisione di cambiare la tua vita, determinera’ se raggiungerai i tuoi obbiettivi o se fallirai.” – Richard Curti

 

Ispirazione

"Quando sei ispirato da alcuni grandi propositi, da qualche progetto straordinario, tutti i tuoi pensieri rompono le loro catene. La tua mente trascende le limitazioni, la tua consapevolezza si espande in ogni direzione, e scopri te stesso in un nuovo, grande e magnifico mondo. Forze sopite, facolta’ e talenti prendono vita, e scopri te stesso essere una persona di gran lunga piu’ grande di quanto tu abbia mai sognato essere." – Patanjali, Filosofo indiano – Yoga-Sutras

corpiChi non ha mai provato, almeno una volta nel corso della sua vita, l’esaltante stato d’animo descritto da Patanjali? Solitamente e’ stato un evento, un incontro, qualcosa che si e’ parato fortuitamente sul nostro cammino a donarcelo. O almeno cosi’ pensiamo. Di solito ci danniamo per qualcosa che non abbiamo o che che abbiamo perso. Qualcosa che abbiamo desiderato cosi’ tanto da pensare che senza di esso la nostra vita non e’, o non sarebbe piu’ stata, degna di essere vissuta.

Eppure, se ci riflettiamo, la magia accade nella nostra mente. E’ la nostra mente. Perfino quando quel qualcosa che funge da ispirazione non e’ attorno a noi, o non e’ stata raggiunta, la nostra mente la ricrea dentro di noi; puo’ essere immagine, suono, sensazione… Il gatto e la lunapuo’ essere qualcosa che non si riesce a definire, ma quel qualcosa e’ come se fosse sempre li’, presente, a spronarci. Siamo noi, nel momento in cui abbiamo deciso di farci coinvolgere da quel sogno, da quella musa ispiratrice, chiunque o qualunque cosa essa fosse, che abbiamo acceso la forza incontenibile della ispirazione. Noi in quel momento abbiamo visto qualcosa che di solito non notiamo e raccogliamo. Noi non ne siamo di solito coscienti, ma il nostro stato d’animo, la nostra determinazione, la nostra voglia di sognare, il coraggio di affrontare le nostre paure, lo spirito di reazione nelle avversita’ e nel rompere gli schemi negativi che ci affliggono, contribuiscono enormemente al fatto che quel qualcosa di straordinario avvenga.

Ogni sogno che tramuta in realta’, parte sempre da noi e dalla nostra mente. Ogni ispirazione nasce Warming Up for the Nightprima di tutto dall’anima che la esperisce.

Coltivate i vostri sogni, lottate contro la vostra inerzia, i vostri blocchi, la paura di risultare forse ridicoli. Agite perche’ quei sogni possano divenire realta’. Forse non avverra’, e rimarranno solo bellissimi sogni, ma se non lo fate, la possibilita’ che si realizzino sara’ davvero minima.

Voi siete la vostra prima ispirazione…

"Aspettiamo tutti questi anni per trovare qualcuno che ci comprenda, pensai tra me, qualcuno che ci accetti come siamo, qualcuno con un potere magico che sappia trasformare le pietre in luce solare, che ci porti felicità nonostante le controversie, che possa far fronte ai nostri draghi notturni, che ci possa mutare nelle anime che scegliamo di essere.
Soltanto ieri ho scoperto che quel magico Qualcuno è la faccia che vediamo nello specchio: siamo noi, e le nostre maschere casalinghe.
Dopo tutti questi anni, c’incontriamo finalmente…
Pensate un po’."
Richard Bach, "Via dal Nido."