Stop vivisection!

Cari amici, oggi, grazie al “promemoria” di Glicine61 che l’ha postato sul suo blog http://nuvoledipoesia.iobloggo.com/, voglio ricordarvi che è in atto in tutta Europa la raccolta di firme per chiedere l’eliminazione della orribile pratica della vivisezione. E’ necessario raggiungere un milione di firme entro il primo Novembre 2013 e, poiché siamo solo a un terzo e la raccolta è iniziata già dal primo Novembre dello scorso anno… non siamo messi proprio bene 😦

Per favore, non prendetela come la “solita petizione” da Internet che lascia il tempo che trova: questa è una raccolta firme seria. Non commentate “ah, sì, che bella iniziativa!” o “quanto è vero!”, per poi passare oltre: non ha alcuna importanza che commentiate questo post, se concordate… firmate! Non passate oltre! Non rimandate: non tornerete a firmare!

Vi eviterò video o immagini terrificanti allo scopo di sensibilizzarvi, ma sappiate che quelli che girano in Internet non sono “video speciali e rarissimi”, sono purtroppo la realtà, succedono davvero!

Mi limito a riportare qua sotto alcuni stralci dal sito dell’iniziativa e il relativo link. Potrete leggere perché la vivisezione non è solo immorale, ma è anche inutile e perfino dannosa.

E comunque, aggiungo di mio, smettiamola di considerarci al di sopra della Natura; smettiamola di credere arrogantemente che, a nostro uso e consumo, possiamo uccidere, torturare, dilaniare, qualunque altro animale. Ricordiamoci che non esiste il “regno umano”, esistono solo i regni minerale, vegetale e animale, e noi facciamo parte dell’ultimo così come tutti gli altri animali. Non abbiamo alcun diritto di arrecargli un’orribile morte e sofferenza, nemmeno per scopi scientifici (peraltro opinabili, come potrete leggere).

Fatemi un favore, non commentate… firmate: http://www.stopvivisection.eu/it/content/sign-online

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“Grazie all’iniziativa popolare, con un milione di firme i cittadini europei possono partecipare in prima persona all’attività legislativa dell’Unione Europea.STOP VIVISECTION dà la possibilità ai cittadini di esprimere il proprio NO alla sperimentazione animale e di richiedere con forza all’Unione Europea un percorso scientificamente avanzato, a tutela degli esseri umani e dei diritti degli animali.”

“L’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea stabilisce che “l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze e del benessere degli animali in quanto esseri senzienti“. Questo riconoscimento ufficiale porta in sé l’obbligo morale di rispettare i diritti fondamentali degli animali, che devono pertanto essere riconosciuti come una priorità dall’Unione europea e dai suoi Stati membri, e tutelati attraverso un coerente quadro legislativo comunitario. Da questo punto di vista, la sperimentazione animale (o vivisezione) è senza alcun dubbio una pratica inaccettabile, in quanto impone illimitato dolore e sofferenza a esseri senzienti e senza difesa.

Alle ragioni dell’etica (condivise, nel sondaggio della Commissione Ue del 2006, dall’86% dei cittadini europei), si aggiunge l’appello sempre più stringente del mondo della scienza che afferma che il “modello animale”, non predittivo per l’uomo, è privo di valore scientifico; infatti non esiste prova statistica che ne dimostri l’efficienza e l’affidabilità.

Per tale ragione la pratica della sperimentazione animale rappresenta:

  • un pericolo per la salute umana e per l’ambiente,
  • un freno allo sviluppo dei nuovi metodi di ricerca biomedica fondati sulle straordinarie acquisizioni scientifiche del nostro tempo,
  • un ostacolo alla possibilità di attingere alle risposte ben più affidabili, esaurienti, veloci ed economiche, forniteci dalle nuove tecnologie pertinenti per l’uomo.

In considerazione di quanto precede, noi sottoscritti cittadini europei richiediamo alla Commissione europea l’abrogazione della direttiva 2010/63/UE, con la presentazione di una nuova proposta di direttiva che sia finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale e che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologica l’utilizzo di dati specifici per la specie umana in luogo dei dati ottenuti su animali.”

“L’iniziativa STOP VIVISECTION nasce a seguito delle numerose e vibranti proteste dei cittadini europei rispetto all’approvazione della direttiva 2010/63/UE (detta “per la protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici”). Tale direttiva non ha avviato il percorso di abolizione di ogni forma di sperimentazione animale come previsto dai trattati europei, secondo i quali le politiche dell’UE devono tenere pienamente conto delle esigenze e del benessere degli animali in quanto esseri senzienti. Inoltre la sperimentazione animale rappresenta un serio pericolo per la salute umana in quanto i test animali non hanno alcun valore predittivo per l’uomo e frenano lo sviluppo dei nuovi metodi di ricerca biomedica.”

L’intera informazione la trovate sul sito http://www.stopvivisection.eu/it

Per firmare: http://www.stopvivisection.eu/it/content/sign-online

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Ambizione e ignoranza

charliedittatoreOggi pensavo che uno dei peggiori peccati dell'essere umano è l'ambizione. E' incredibile pensare a cosa gli uomini sono capaci di fare per primeggiare sui propri simili. Quante cattiverie, quante malvagità, sono state commesse e vengono ancora commesse nel tentativo di essere o perlomeno apparire come "i primi".
Siccome però una caratteristica della nostra specie è la "auto-flagellazione", ovvero il gusto di trovarsi la maggior parte possibile di colpe vere o presunte (anche per la nostra onnipresente arroganza nel voler sempre essere primi, sia nel bene che nel male), è mio costume "interrogare" sempre la Natura, ovvero capire se una "presunto errato comportamento" è proprio del genere umano oppure se è presente di suo in Natura.
Bene, forse avrete già capito dove voglio arrivare… Certamente no: non c'è bisogno dell'uomo per trovare ambizione. In molte specie animale si trovano lotte, anche con spargimento di sangue e morte, per la supremazia nel proprio gruppo o del proprio gruppo su quelli vicini. Perfino molte piante cercano di togliersi la luce e il nutrimento reciprocamente.
Però… c'è un però. In Natura tale lotta per la supremazia ha un significato ben preciso: la prosecuzione della specie e la sua evoluzione. E' il leone più forte quello libero di riprodursi, ad esempio.
Nell'uomo queste motivazioni hanno subito una deriva: quasi mai infatti, almeno nelle nostre nazioni occidentali, l'ambizione ha scopi di sopravvivenza o riproduzione. Potremmo pensare che in fondo anche lo "apparire" abbia scopo di conquista sul sesso opposto, e dunque legato al piacere e conseguentemente alla riproduzione, ma è evidente che spesso così non è. Spesso chi cerca di prevalere lo fa in ambiti "fini a se' stessi", che non possono portare ad alcuna "conquista fisica". Eppure c'è chi è pronto a distruggere gli altri per prevalere.
Allora cos'è che spinge una persona in tale direzione? Bé, io credo che dietro ci sia una "ridirezione dell'obiettivo".
Nel corso del tempo, a causa dell'educazione della nostra civiltà, abbiamo perso le motivazioni "primarie", sostituendole con altre… fittizie. D'altronde c'è anche una ragione evidente in tutto questo: la competizione per "dominare" sugli altri, per essere i "capo-branco", porterebbe a continue guerre, porterebbe alla quasi impossibilità di costituire gruppi sociali numerosi. Re-indirizzando gli obiettivi invece, gli sforzi e le "battaglie" divengono inutili, se viste nello spirito originario della Natura, ma perlomeno – nelle intenzioni delle società – evitano risultati cruenti.
Peccato che come spesso avviene, allontanandosi dalla Natura i risultati sono spesso impredicibili, ed ecco infatti che molte persone puntano la loro vita su attività e obiettivi davvero "virtuali", un po' come se si limitassero ad applicarsi ad un videogioco, anziché vivere.
Ovviamente la mia non è un'esortazione a… prendere una clava e iniziare a colpire a destra e a manca, ma piuttosto un tentativo di presa di coscienza: va bene scegliere i propri obiettivi, ma cerchiamo sempre di dare loro il giusto peso, senza, in fondo, prenderci troppo sul serio.

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