Fedelta’, saggezza e tentazione

LA RICERCA DEL SAGGIO
di Paulo Coelho

eremita e abateL’abate Abramo venne a sapere che vicino al monastero di Sceta c’era un saggio. Andò a cercarlo e gli domandò: “Se oggi trovassi una bella donna nel tuo letto, riusciresti a pensare che non è una donna?”
“No,” rispose l’eremita, “ma riuscirei a controllarmi.”
L’abate proseguì: “E se scoprissi delle monete d’oro nel deserto, riusciresti a vedere quest’oro come se fossero pietre?”
“No. Ma riuscirei a controllarmi e a lasciarlo dov’era.”
Insistette Abramo: “E se venissero a cercarti due fratelli, uno che ti odia, e l’altro che ti ama, riusciresti a pensare che sono uguali?”
L’eremita disse: “Pur soffrendo, tratterei il fratello che mi ama nella stessa maniera di quello che mi odia.”
Quella notte, tornando al monastero di Sceta, Abramo disse ai suoi novizi: “Ora vi spiegherò chi è un saggio. Il saggio è colui che, invece di uccidere le sue passioni, riesce a controllarle.”


Commento di Wolfghost: in seguito ad uno scambio con una lettrice del blog, ho deciso di pubblicare questo racconto di Coelho. Si parlava di sensi di colpa, in particolare di quello che si prova verso il proprio partner allorche’ ci si scopre a desiderare (non necessariamente in senso fisico) un’altra persona. E’ chiaro che quando si scopre di avere o aver avuto un’attrazione per un’altra persona, e’ bene porsi qualche domanda sul proprio rapporto: se ha qualcosa che non funziona, se forse non si ama piu’ il partner… Tuttavia non e’ affatto detto che si riscontrino dei problemi in questo senso. Mi vengono in mente le parole di una canzone di Ligabue, che suonano “gli occhi fanno quel che possono”: non sempre un’attrazione per un’altra persona significa che il proprio rapporto non funziona, e comunque e certamente, il fatto di respingere tale tentazione, rende merito a se stessi e al proprio rapporto, lungi dunque dal comportare sensi di colpa.
Perfino Gesu’ fu messo in tentazione e tentenno’, cosi’ come il Buddha storico Shakyamuni (e mi aspetto altre figure religiose…), ma entrambi respinsero la tentazione e questo fu il loro vero virtuosismo. Il mondo non e’ teoria, non gli interessano le decisioni prese “sulla carta”, esso e’ pieno di tentazioni e saremmo sciocchi e (pericolosamente) ingenui se pensassimo che cosi’ non fosse.
Il merito percio’ non sta nel rifiutare a priori la possibilita’ di poter essere messi in tentazione, quanto in quella di resistere alle tentazioni stesse. E cio’ e’ merito, non colpa.

P.S.: ovviamente le tentazioni non vanno cercate volontariamente, va da se’! 😀

giudice